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    Fabbri (Pd): fare chiarezza sulla realizzazione delle difese a mare di Porto Garibaldi

    Fare chiarezza sullo stato della progettazione e sulle tempistiche di realizzazione della difesa a mare della zona portuale di Porto Garibaldi, in provincia di Ferrara.
    A porre il quesito è Marco Fabbri (Pd) il quale attesta alcune opere compiute dalla provincia di Ferrara (ente gestore dell’idrovia) che, “seppur risolvendo in parte il problema del moto ondoso, ha incrementato l’accumulo di sabbia a ridosso dell’ingresso del porto”, ma sottolinea come “l’opera definitiva di difesa a mare non è mai stata realizzata”.
    A fronte delle informazioni fornite dall’assessore alle infrastrutture Andrea Corsini in risposta a un primo atto ispettivo, secondo il quale l’opera già durante il 2020 avrebbe dovuto registrare un primo approfondimento interno, “con la struttura operativa dell’agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, che materialmente porterà avanti gli appalti, sulle possibili soluzioni progettuali”, il consigliere dem chiede un ulteriore aggiornamento sia sullo stato della progettazione sia sui tempi di realizzazione dell’infrastruttura.
    In risposta al nuovo quesito, l’assessore Corsini ha confermato che “a seguito della delibera di giunta dello scorso maggio sono stati stanziati 10 milioni per quest’opera strategica. Proprio in questi giorni dovrebbero concludersi gli studi preliminari alla fase di progettazione a cui seguirà la progettazione vera e propria, l’esecuzione, la necessaria procedura di valutazione di impatto ambientale, la verifica e la validazione della stessa. Insomma, possiamo dire che la macchina si è messa in moto e si stima che l’avvio dei lavori non potrà avvenire prima del 2025.”
    Fabbri si è quindi dichiarato completamente soddisfatto delle risposte ottenute e dell’intervento compiuto nel frattempo per l’innalzamento della banchina del porto allo scopo di contrastare le sempre più frequenti esondazioni del canale. “Auspico comunque -ha concluso il consigliere- il più ampio coinvolgimento delle associazioni di categoria e di tutta la marineria per un tema particolarmente sentito sul territorio”.
    (Luca Boccaletti)

    Ambiente e territorio

    6 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Evangelisti (Fdi): non ancora ultimati i lavori per una briglia sul fiume Savio

    La briglia sul fiume Savio non è ancora terminata a un anno dall’avvio dei lavori. A chiedere spiegazioni alla Regione è Marta Evangelisti, capogruppo di Fratelli d’Italia, con una interrogazione nella quale, oltre alla spiegazione dei ritardi, vuole sapere “quali siano i tempi previsti per il completamento della briglia in argomento e il relativo costo complessivo finale”. Infine, Evangelisti chiede anche “quale sia lo stato di avanzamento di tutti i lavori relativi al pacchetto “Fiumi puliti” e gli eventuali scostamenti temporali rispetto ai cronoprogrammi iniziali”.
    La consigliera riporta un comunicato stampa della Regione del 19 settembre 2022, nel quale la giunta annunciava l’avvio di lavori, nella provincia di Forlì-Cesena, della pulizia dai rifiuti nei fiumi Ronco e Savio. Il finanziamento relativo al cantiere sul fiume Savio, si leggeva nel comunicato, ammonta a 95.000 euro. Il testo della nota della giunta affermava che era “già avviato anche il secondo cantiere previsto sul fiume Savio, nel comune di Cesena, dove verrà realizzata una briglia selettiva per intercettare materiale flottante a monte del centro abitato e della cava denominata “’Cà Bianchi’”. “Ad oggi – conclude Evangelisti – la briglia menzionata non risulta terminata”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Ambiente e territorio

    6 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Aumentano le piste ciclabili, diminuiscono incidenti e mortalità sulle strade

    Aumentano le piste ciclabili, calano gli incidenti ai ciclisti e dimezzano i morti.
    Il dato è emerso nell’illustrazione della clausola valutativa della legge 10 in tema di “Interventi per la promozione e lo sviluppo del sistema regionale della ciclabilità” avvenuta nel corso della commissione Territorio e ambiente presieduta da Stefano Caliandro.
    Nel 2022 ci sono stati 2.947 incidenti, con 32 morti e 2.839 feriti: rispetto al 2019, il numero d’incidenti con almeno un velocipede coinvolto è sceso (-6,7%), così come è sceso il numero dei feriti (-8,7%) e quello dei morti (-46,7%, pari a -28 unità passando da 60 a 32).
    Scorrendo la relazione presentata in commissione, si scopre che, tra le altre cose, negli ultimi 3 anni la Regione, con interventi pari a quasi 90 milioni di euro, ha promosso lo sviluppo della mobilità ciclopedonale sia a livello urbano, sia extraurbano. Gli interventi per la promozione della mobilità dolce si possono dividere su tre livelli: realizzazione di piste ciclopedonali ed interventi di mitigazione del traffico, incentivi per l’acquisto di biciclette a pedalata assistita, cargo bike e biciclette pieghevoli e incentivi chilometrici riferiti agli spostamenti dei lavoratori.
    Da segnalare, inoltre, come con il bando Ciclabilità del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020 la Regione abbia finanziato con 10 milioni di euro su una spesa complessiva superiore ai 23 milioni di euro e una lunghezza di piste ciclabili prevista di oltre 135 km, la realizzazione di 38 interventi, degli enti locali, di ritessitura di percorsi ciclabili e servizi/infrastrutture per la ciclabilità con premialità alla loro programmazione ed efficacia. A essi si è aggiunto un finanziamento di 2 milioni di euro su una spesa complessiva di 2,5 milioni di euro per l’Intervento di ritessitura urbana attraverso la realizzazione di una diagonale ciclabile di circa 3 km di lunghezza, con recupero della ferrovia dismessa del tratto Bologna-Milano in zona urbana del Comune di Modena.
    Una mobilità più green ha riflessi anche sulla qualità dell’aria. Negli ultimi anni si è riscontrato un significativo miglioramento riferito ai superamenti di Pm10: nel report di Arpae la concentrazione risulta ampiamente sotto i limiti di legge.
    “I dati dimostrano come investire in mobilità alternativa fa bene alla salute e alla vita”, spiega Caliandro che, pensando alle proposte di città ai 30 chilometri orari, aggiunge: “I nuovi modelli di infrastrutture hanno l’obiettivo di cambiare gli stili di vita e migliorarli, oltre a garantire la sicurezza delle persone”.
    Per Michele Facci (Lega): “Merita un approfondimento la questione relativa all’incidentalità poiché abbiamo numeri in forte crescita per le bici elettriche e i monopattini. A livello emiliano-romagnolo abbiamo avuto 311 decessi su oltre 3mila in tutta Italia, in base a dati Istat aggiornati al 2022”.
    Marco Fabbri (Partito democratico) ha sottolineato come “in relazione agli interventi finanziati è evidente il forte incremento delle infrastrutture, nelle città e nelle periferie. Per quanto riguarda i treni, bene l’adeguamento delle flotte, ma ancora tanto c’è da fare perché caricare le biciclette è un tema molto sentito anche per il turismo che arriva dal nord Europa. Bene anche gli incentivi per il piano aria e per le bici a pedalata assistita che è un tema di inclusività. Sul futuro ci interessa capire quanto verrà investito per la ciclabilità a livello nazionale”.
    Daniele Marchetti (Lega) ha sottolineato: “Sono d’accordo sull’incentivo della bicicletta per un corretto stile di vita ed esigenze ambientali. Però capita che le risorse siano impiegate per opere inservibili. Spesso ci troviamo sagome di bici dipinte sull’asfalto: non sono realizzate vere e proprie piste ciclabili. Servono criteri ben precisi nell’uso delle risorse per andare incontro alla doverosa necessità di garantire la sicurezza dei ciclisti. Emblematico il caso della ciclabile della via Emilia a Imola che si interrompe a Castel San Pietro nel tratto urbano”.
    (Lucia Paci e Luca Molinari)

    Ambiente e territorio

    6 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Bilancio Regione: lotta alle frane e bus gratis per pendolari e studenti

    Oltre 30 milioni per l’elettrificazione e la sicurezza delle linee ferroviarie regionali, 40 per favorire l’uso dei bus esentando fasce della popolazione (studenti e pendolari) dal pagamento dei biglietti, 1,2 milioni di euro per il piano energetico regionale, 6 milioni di euro per le comunità energetiche, incremento di 8 milioni del del fondo manutenzioni per contrastare il dissesto idrogeologico sul territorio emiliano-romagnolo, consolidamento del contributo ad Aipo di 5 milioni, rafforzamento del Fondo imprevisti e somme urgenze per 5 milioni, così come sono previsti 5 milioni per il Fondo montagna. Altri 5 milioni sono previsti per la messa in sicurezza dei ponti regionali, mentre oltre 7 milioni serviranno per la realizzazione di interventi attesi da tempo come l’incrocio a Borgo Secchi nel Comune di Bagnacavallo, la manutenzione straordinaria delle strade provinciali di interesse regionale ed il finanziamento dell’intervento “Completamento della Nuova Galliera in Comune di Bologna”. Per promuovere il turismo lungo il Delta del Po sono previsti nei prossimi tre anni interventi sulle rive emiliana e veneta del grande “fiume” pari a 55 milioni di euro (di cui 30 milioni in Emilia-Romagna) nell’ambito delle attività complementari del Pnrr. Sono inoltre in avvio i fondi rotativi per risorse complessive pari a 31,8 milioni sull’energia e 16,6 per le nuove imprese, a cui si aggiungono i co-finanziamenti delle banche pari al 25%. E’, inoltre, in fase di avvio la misura relativa alla messa in campo dei Basket Bond per 100 milioni di euro e 25 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione a garanzia. Verrà inoltre attivata l’ulteriore misura per lo sviluppo della rete regionale dei punti di diffusione sull’energia a cura degli Enti Locali.
    Queste le principali voci riguardanti il territorio, l’ambiente e la mobilità previste nel Bilancio 2024, la manovra economico finanziaria da 14 miliardi proposta dalla giunta di cui si è discusso nel corso della commissione Territorio e Ambiente presieduta da Stefano Caliandro.
    “Questa manovra pensa a cittadini, imprese e territorio: ci sono voci di bilancio importanti come le risorse per l’internalizzazione e le diverse tipologie imprenditoriali emiliano-romagnole: questo nonostante il governo abbia imposto alle Regioni l’obbligo di trasferire 45 milioni di euro allo Stato, servirebbe invece un federalismo finanziario sempre più spinto, ma il governo drena risorse dalle Regioni per il contenimento del debito pubblico”, ricorda il relatore di maggioranza al Bilancio Luca Sabattini (Pd), mentre quello di minoranza Stefano Bargi (Lega) sottolinea come “mancano scelte strutturali, a fronte dei tanti problemi che ci sono servirebbe un cambio di passo che non c’è: si prosegue su un modello consolidato ignorando la realtà in cui viviamo. Faccio un esempio: sul tema natalità si prosegue a fare politiche assistenziali invece che strutturali. Chiediamo un cambio di passo sulle norme urbanistiche che rischiano di penalizzare specie i Comuni appenninici, e sull’economia circolare”.
    “La nota di aggiornamento al Defr non tiene conto delle ferrovie locali”, critica Luca Cuoghi (Fdi) per il quale “non so più nulla di uno studio di fattibilità di una linea ferroviaria Sassuolo-Maranello-Vignola e poi Bologna”. Su questo punto i tecnici della Regione presenti in commissione hanno ricordato come lo studio sarà completato a breve, così come sono in corso investimenti sulle ferrovie regionali.
    “Per spendere bene i soldi bisogna cambiare alcune cose: bisogna coinvolgere di più il mondo rurale sulla cura del territorio, così come la raccolta differenziata seria è quella che serve a riciclare il materiale”, spiega Emiliano Occhi (Lega).
    (Luca Molinari)

    Ambiente e territorio

    6 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Le commissioni Cultura, Parità e Statuto discutono del Bilancio

    Il Bilancio 2024 sarà discusso nelle commissioni Cultura, Parità e Statuto. L’appuntamento è per il 7 dicembre alle ore 9,30.
    A seguire la sola commissione Cultura discuterà dell’informativa di Gianmaria Manghi, capo della segreteria politica del presidente della giunta, sulla programmazione dello sport per i prossimi tre anni.
    I lavori potranno essere seguiti via streaming collegandosi all’indirizzo Internet www.assemblea.emr.it.

    Scuola giovani e cultura

    6 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Alberi monumentali: al via in Aula la discussione sulla nuova legge di tutela

    Dai cipressi di Montecalvo (Pianoro) all’ippocastano di Modena, dall’acero di Madonna di Lizzano al cipresso di Scola (Grizzana): in Emilia-Romagna ci sono circa 600 esemplari monumentali, di cui 102 sono anche piante monumentali d’Italia. La Regione, prima in Italia, li mappa e li cura dal 1977. Oggi, con una nuova proposta di legge che recepisce le novità nazionali, viale Aldo Moro vuole aumentare e potenziare l’attività di mappatura, conservazione e valorizzazione degli alberi monumentali e dei “boschi vetusti”: metterli in sicurezza da un punto di vista ecologico e diffonderne il valore culturale anche attraverso un Elenco degli alberi monumentali regionali e della rete dei boschi vetusti regionali dove, a fianco di quelli che verranno individuati, saranno inseriti d’ufficio anche quelli già censiti dalla Regione.
    L’esame del progetto di legge “Disciplina per la conservazione degli alberi monumentali e dei boschi vetusti” ha preso il via in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. Il progetto di legge dà mandato alla giunta di trovare le risorse e le modalità per tutelare gli alberi monumentali e i boschi vetusti, oltre che realizzare l’Elenco degli Alberi. Vengono previste anche sanzioni per chi danneggia questi alberi e boschi.
    “Vogliamo tutelare alberi che hanno un pregio culturale, storico, paesaggistico e religioso: il nostro paesaggio è frutto dell’evoluzione naturale e anche di quanto hanno fatto gli uomini nel corso dei secoli”, spiega la relatrice di maggioranza Mirella Dalfiume (Pd) che ricorda come “fra le attività previste c’è la mappatura delle piante e l’invio dei dati al ministero dell’Agricoltura perché vengano inserite nell’Elenco degli alberi monumentali d’Italia. Con grande lungimiranza la Regione Emilia-Romagna tutela questi preziosi alberi già dal 1977. Ora è emersa la necessità di adeguare le nostre leggi anche alla luce delle novità statali. Con questo provvedimento la Regione rafforza il proprio impegno e va in questa direzione la decisione di cominciare a occuparsi anche dei “boschi vetusti”, che hanno anche il grande pregio di tutelare il territorio e conservare la riserva idrica del territorio”.
    “Trovo giusto e apprezzo lo spirito di questa proposta di legge a tutela dei nostri alberi di valore. Trovo strano, però, che la Regione recepisca solo oggi, nel 2023, norme statali risalenti al 2013 e al 2018”, sottolinea il relatore di minoranza Michele Facci (Lega), che, nel merito delle legge, afferma di non condividere il fatto che “la Regione dica di adeguarsi alla legge nazionale del 2013 ma poi inserisca criteri aggiuntivi per individuare quali siano gli alberi monumentali. La definizione di albero monumentale è già sufficientemente ampia senza bisogno di interventi regionali. Trovo anche sbagliato che la legge escluda dalla cabina di regia per la gestione degli alberi monumentali realtà come i consorzi utilistici e gli usi civici, ovvero i soggetti di proprietà collettiva di boschi”.
    Presentato anche un ordine del giorno di Silvia Zamboni (Europa Verde) che impegna la giunta a portare a compimento la Rete dei Giardini della biodiversità con la realizzazione di due nuovi giardini nelle uniche due province scoperte, ovvero Modena e Parma, e a realizzazione il “Bosco dei Patriarchi” mettendo a dimora i figli degli alberi monumentali della Regione Emilia-Romagna, tutelati e no. “Questa legge ci vede favorevoli perché riguarda un tema molto importante. Nella nostra Regione ci sono alberi che hanno secoli, anche millenni, ed è giusto -spiega Zamboni- tutelarli, così come è giusto capire quali saranno gli alberi che possano resistere al meglio ai cambiamenti climatici”.
    Dal canto suo Marco Mastacchi (Rete civica) invita a prendersi cura di tutta la biodiversità, di valorizzare gli alberi monumentali inserendoli nel resto dell’ambiente e a curare anche il suolo. Rete civica ha presentato due ordini del giorno che chiedono di impegnare i parlamentari emiliano-romagnoli a sostenere i progetti di legge a tutela dei castagneti collinari e montani e per chiedere alla Regione impegno per il risanamento del territorio.
    Soddisfazione per la discussione della legge è stato espresso anche dall’assessora Barbara Lori.
    (Luca Molinari)

    Ambiente e territorio

    5 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Violenze di genere: “Il governo stanzi più risorse, la Regione prosegua nelle campagne informative”

    Il governo stanzi più risorse per il contrasto alle violenze di genere mentre la Regione prosegua nelle campagne stampa di sensibilizzazione e operi affinché i mezzi di informazione usino un linguaggio inclusivo e corretto quando si tratta di questi temi. L’Assemblea legislativa ha approvato a maggioranza la risoluzione di Pd, Italia Viva, ER Coraggiosa, Europa Verde e Lista Bonaccini per chiedere impegno e concretezza nel contrasto alla violenza contro le donne. Approvata, sempre a maggioranza, anche una risoluzione del Movimento 5 Stelle che chiede alla Regione di rivolgere messaggi di sensibilizzazione “direttamente a uomini maltrattanti e non solo alle vittime di violenze nonché di attivarsi in Conferenza Stato-Regioni per inserire nelle scuole l’insegnamento dell’educazione sentimentale e affettiva”.
    Il voto è arrivato dopo la relazione dell’assessora alle Pari Opportunità Barbara Lori e il dibattito fra le forze politiche. L’assessora ha ricordato come nel 2022, in Emilia-Romagna, le donne che hanno contattato i centri anti-violenza siano state 4.990, mentre 3.534 hanno affrontato un percorso di uscita dalla violenza con un centro antiviolenza. Sono donne che hanno subito violenza principalmente da partner (63,5%) o ex partner (18%) o da familiari (9,3%), violenza non solo fisica ma anche psicologica ed economica. Nel 2022, inoltre, è cresciuto il numero di uomini in trattamento nei 14 Centri per autori di violenza, pubblici e privati, presenti in Emilia-Romagna: sono complessivamente 713 uomini (+26% rispetto al 2021), di cui 480 hanno iniziato il percorso di trattamento proprio nel 2022 (+22%).
    Nel corso del dibattito le forze politiche di maggioranza (Pd, Italia Viva, ER Coraggiosa, Europa Verde e Lista Bonaccini) hanno ribadito la necessità di interventi per prevenire le violenze e i femminicidi prima di tutto con interventi culturali ed educativi rivolti agli uomini e per creare condizioni che spingano le donne che hanno subito violenze a denunciare e non chiudersi in sé stessa. Il Movimento 5 Stelle ha invitato a porre la stessa attenzione che si pone alle violenze fisiche anche su quelle psicologiche. Per Fdi bisogna impegnarsi nel contrasto alle violenze di genere rafforzando la componente di cultura e formazione, ma senza scadere in scontri ideologici. Dal canto suo per la Lega si deve affrontare il tema senza lasciarsi andare a strumentalizzazioni di tipo politico e ideologico nonché a generalizzazioni sul genere maschile, visto che gli assassini di donne rappresentano una minoranza.
    (Luca Molinari e Cristian Casali)

    Parità, diritti e partecipazione

    5 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Violenze di genere: prosegue il dibattito in Assemblea

    Impegno contro la violenze, sensibilizzazione culturale, contrasto agli stereotipi. E sostegno alle donne affinché denuncino le violenze subite senza paura. Sono alcuni degli impegni evocati dalle consigliere e dai consiglieri intervenuti in Aula al termine dell’informativa dell’assessora Barbara Lori sulle violenza di genere e il loro contrasto.
    “Stiamo parlando di un fenomeno contraddistinto da numeri impensabili, che spaventano. Un fenomeno presente in ogni contesto sociale, in ogni latitudine, tanto che sono già 106 le donne uccise nel 2023, spiega Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) per la quale “dietro questi numeri ci sono delle storie di violenza e per quattro donne su cinque l’assassino è in casa. Non bastano le leggi, non bastano le manifestazioni, non bastano i codici rossi, tutte azioni utili ma serve un impegno maggiore, serve un’azione preventiva e condivisa, a partire dalla scuola, senza dimenticare il ruolo delle famiglie, per sostenere la parità tra uomo e donna”.
    Anche per Giuseppe Paruolo (Pd) “occorre fare di più, in quanto la violenza di genere non è mai giustificabile e sono fondamentali tutte le azioni per contrastarla. Serve poi interrogarsi su come combattere la cultura della sopraffazione e dovremmo essere chiari su una pornografia fruibile anche ai più giovani, che si manifesta anche attraverso il linguaggio, un modello sbagliato che si rifà al concetto di possesso. Occorre poi riflettere sull’educazione dei figli, comunicare loro che non è l’avere la chiave della felicità e che è più importante l’essere che l’apparire”.
    Dal canto suo Marta Evangelisti (Fdi) sottolinea come “il momento è drammatico e sono tanti, troppi, gli episodi di cronaca. E’ importante l’intervento del governo per la prevenzione secondaria, per proteggere la donna, così come è importante la certezza dei tempi dei provvedimenti. Inoltre, è necessario il rispetto di tutte le diversità e si tratta di un lavoro che deve essere fatto tra scuola e famiglia. E’ indispensabile condividere provvedimenti mirati e la guardia deve restare altissima. Tragedie come quelle di Giulia non devono più avvenire, così come la tragedia di Saman, vittima della subcultura della sopraffazione”.
    “Dobbiamo essere all’altezza delle nostre responsabilità e affrontare i problemi: serve un forte cambiamento culturale, una rivoluzione culturale che va fatta realmente e non solo annunciata: l’azione della Regione va proprio in questa direzione perché promuove e sviluppa il cambiamento”, spiega Francesca Marchetti (Pd). Che aggiunge: “Dobbiamo imparare a gestire il conflitto, a capire cosa è l’affettività: dobbiamo riflettere e agire per un forte cambio culturale che deve partire dalla scuola. Dobbiamo lavorare per una comunità dove ognuno di noi, per il suo pezzo, deve fare di più. Serve fare di più per gli orfani dei femminicidi, su questo dalla mia Regione mi aspetto qualcosa di più”.
    “Bisogna cambiare i rapporti di potere a svantaggio della donna che esistono in Italia e in tanti altri Paesi cosiddetti civili: la donna è ancora troppo spesso discriminata nella società, nella famiglia, nella politica. Viene vista come una persona su cui sfogare i propri problemi. Bisogna cambiare questa cosa se si vuole affrontare davvero il tema della violenza”, spiega Giulia Pigoni (Italia Viva) che ricorda anche come ci sia una “narrazione tossica delle violenze: ci si chiede come le vittime siano vestite, cosa facevano. Poi ci si mettono anche alcuni colleghi che fanno politici che hanno definito satanista la sorella di Giulia. Lo dico col cuore: sul corpo delle donne morte non si dovrebbe mai scherzare”.
    “Ringrazio tutti voi, a partire dalla presidente dell’Assemblea Emma Petitti che ha fatto fare un minuto di silenzio in memoria di Giulia e di tutte le donne vittime. Faccio un ringraziamento esteso perché sento che siamo in cammino: non ci sottraiamo dal farci carico di questo tema così importante, anche con risorse economiche che sono state stanziate quasi per intero dalla Regione. Chiediamo a questo governo, come abbiamo fatto con tutti quelli precedenti e come faremo con tutti quelli che verranno, un’attenzione anche al sostegno finanziario delle politiche di genere”, spiega Roberta Mori (Pd).
    “Il tema è delicato, deve essere affrontato con grande rispetto, senza lasciarsi andare a strumentalizzazioni di tipo ideologico, a generalizzazioni sul genere maschile. Gli assassini di donne rappresentano una minoranza, non possono essere paragonati a tutti quegli uomini che rispettano le donne. Il coinvolgimento delle scuole sull’educazione all’affettività è fondamentale, così come lavorare sul linguaggio delle emozioni e dei sentimenti. Non è vero, poi, che le donne sono discriminate solo perché donne, fortunatamente il merito viene premiato, penso ad esempio a Giorgia Meloni primo premier donna in Italia”, spiega Valentina Stragliati (Lega).
    La replica di Silvia Zamboni (Europa verde): “Meloni è la prima premier donna del paese, peccato, però, che si faccia chiamare ‘il premier’ o ‘il presidente’”. Sulla prevenzione nelle scuole aggiunge: “L’educazione all’affettività va bene ma non risolve le cose, serve educare ai fallimenti. La strada è quella della parità di genere. Le donne, prima di tutto, devono essere economicamente indipendenti”.
    (Luca Molinari e Cristian Casali)

    Assemblea

    5 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Evangelisti (Fdi): ripristinare la piscina di Castel San Pietro Terme

    Ricostruire la piscina di Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, e accertare le responsabilità del crollo del precedente impianto.
    A chiederlo, in un’interrogazione, è Marta Evangelisti (Fdi) che ricorda come “mi sono pervenute segnalazioni secondo cui forti raffiche di vento abbattutesi sul bolognese, nei giorni scorsi, hanno  fatto crollare i palloni pressostatici che coprono il campo da calcio a cinque e la vasca grande della piscina comunale, utilizzata per nuoto libero”. Evangelisti ricorda come “la piscina di Castel San Pietro è già stata oggetto di diversi miei atti ispettivi che denunciavano, fra le altre cose, alcune criticità relative sia alla sicurezza statica delle strutture sia alla cosiddetta “soluzione ponte”, consistente nell’installazione di un pallone pressostatico a copertura della vasca scoperta, con tunnel di collegamento che adduce ad alcuni spogliatoi dello stabile. Il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale rispondeva ribadendo la bontà della scelta e la regolarità della procedura relativa alla soluzione ponte anche in considerazione della tempistica per la realizzazione di un nuovo impianto, stimata in 3/4 anni e che è nelle intenzioni dell’Amministrazione procedere con un nuovo bando a favore delle dell’impiantistica previo perfezionamento della programmazione dei FSC 2021-2027″.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’amministrazione regionale “se sia disponibile la relazione di calcolo del pallone pressostatico crollato dalla quale si evinca la corretta progettazione dello stesso nei confronti dei carichi verticali e orizzontali previsti dalla normativa vigente e se intenda accertare le eventuali responsabilità del crollo sia a livello progettuale sia a livello esecutivo”.
    Marta Evangelisti chiede inoltre se la giunta “ritenga opportuno considerare prioritaria la realizzazione del nuovo impianto natatorio a Castel San Pietro Terme e se siano disponibili eventuali aggiornamenti rispetto alle sopra menzionate dichiarazioni di maggio da parte del sottosegretario Baruffi”.
    (Luca Molinari)

    Governo locale e legalità

    5 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Violenze di genere: i Centri antiviolenza hanno aiutato quasi 5mila donne

    Nel 2022, in Emilia-Romagna, le donne che hanno contattato i centri anti-violenza sono state 4.990 rispetto alle 4.934 del 2021. Sono state 3.534 le donne che hanno affrontato un percorso di uscita dalla violenza con un centro antiviolenza. Sono donne che hanno subito violenza principalmente da partner (63,5%) o ex partner (18%) o da familiari (9,3%), violenza non solo fisica ma anche psicologica ed economica. L’89% ha subito violenza psicologica, il 65% violenza fisica, il 42% violenza economica e il 23% violenza sessuale. Le donne accolte nelle 55 case rifugio presenti in regione sono state 339 rispetto alle 320 del 2021 e 347 figli minori ospitati. Nel 2022 continua a crescere il numero di uomini in trattamento nei 14 Centri per autori di violenza, pubblici e privati, presenti in Emilia-Romagna: sono complessivamente 713 uomini (+26% rispetto al 2021), di cui 480 hanno iniziato il percorso di trattamento proprio nel 2022 (+22%). Le chiamate al numero verde gratuito 1522 sono state 1.588 nel 2022, rispetto alle 1.667 del 2021.
    Il quadro delle violenze di genere lungo la via Emilia è emerso nel corso della relazione illustrata oggi in Assemblea legislativa dall’assessora alle Pari Opportunità Barbara Lori. “Vogliamo diffondere una cultura delle differenze e lavorare alla realizzazione di una società equa e paritaria, vogliamo cambiare la cultura patriarcale che è così radicata nella nostra società, tanto che il contesto in cui ci muoviamo è sconfortante. Alcuni episodi recenti ci hanno toccato nel profondo: serve una rivoluzione della mentalità e per raggiungerla sono molteplici le azioni da portare avanti”, spiega Lori che ricorda come “con l’ultimo bando biennale 2023-2024 sono stati finanziati con 2,5 milioni di euro ben 105 progetti per promuovere le pari opportunità e contrastare la violenza di genere e molti di questi sono rivolti ai bambini e ai ragazzi, dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado: laboratori, spesso indirizzati anche a insegnanti e genitori, per diffondere un’immagine femminile e maschile libera dagli stereotipi, nonché promozione di un uso corretto dei media contro hate speech e cyberbullismo”. Lori ha sottolineato come “grazie a un Protocollo d’intesa siglato tra Regione (Assessorato alle Pari Opportunità) e Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna, il primo di questo genere in Regione, sia stato organizzato un corso di formazione per insegnanti delle scuole superiori sui temi delle pari opportunità, della prevenzione della violenza di genere e del contrasto agli stereotipi di genere, di cui è stata realizzata una prima edizione nella primavera 2023 ed è attualmente in corso una seconda edizione. Entrambe le edizioni si sono articolate in tre webinar e un corso in e-learning per una durata complessiva di 25 ore ciascuna. La prima edizione del corso ha visto la partecipazione di circa 190 docenti delle scuole superiori di tutto il territorio regionale mentre alla seconda edizione si sono iscritti circa 280 docenti”.
    “Dietro a ogni numero c’è una persona, c’è una storia, un dolore, non sono solo numeri”, spiega Ottavia Soncini (Pd) che ricorda il grande sforzo e gli investimenti fatti dalla Regione sul tema delle violenze di genere. “Ribellarsi è un atto di coraggio, bisogna sostenere le donne che lo fanno”, insiste Soncini che ricorda come “la Regione prosegue nel suo impegno per contrastare le violenze di genere partendo dall’educazione delle persone, specie i giovani”.
    “Serve uno scatto sul tema del contrasto alle violenze di genere, perché mentre sulle violenze fisiche c’è molta attenzione e molto impegno per contrastarle, bisogna aumentare l’attività sul tema delle violenze psicologiche che sono fra le principali violenze che le donne subiscono”, spiega Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) la quale sul tema ha presentato una risoluzione per chiedere alla giunta di attivarsi, anche in Conferenza Stato-Regioni, per inserire nelle scuole l’insegnamento dell’educazione sentimentale e affettiva e rivolga messaggi di sensibilizzazione “direttamente a uomini maltrattanti e non, e non solo alle vittime di violenze”.
    “Assistiamo a un’ondata di partecipazione collettiva che non ha precedenti negli ultimi anni e che nelle piazze trasmette con energia indignazione per Giulia e per tutte le altre vittime. I femminicidi nascono da una totale assenza di rispetto nei confronti delle donne, problema che chiama in causa tutti”, spiega Mirella Dalfiume (Pd) per la quale “solo una grande cecità non ci fa vedere l’origine del problema, che deriva certamente dalle diseguaglianze tra uomini e donne. Serve educazione e riconoscimento alle differenze di genere. La violenza di genere non riguarda solo i femminicidi, si tratta di una violazione di diritti e discriminazione nei confronti delle donne che produce danni e sofferenze”.
    “Purtroppo il femminicidio di Giulia non è stato l’unico quest’anno. I numeri illustrati oggi dimostrano come serva un intervento culturale in primo luogo sugli uomini”, spiega Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) che insiste sulla necessità di “coinvolgere ed educare le nuove generazioni, senza dimenticare che la maggior parte dei molestatori hanno tra i 18 e i 40 anni. Dobbiamo interrogarci e prendere provvedimenti perché manca una cultura di autocoscienza degli uomini e dobbiamo rompere questo modello di società. E’ molto importante che le scelte della Regione abbiano permesso un forte aumento delle donne che chiedono e ricevono aiuto e denunciano”.
    (Luca Molinari e Cristian Casali)

    Parità, diritti e partecipazione

    5 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Facci (Lega): Città metropolitana Bologna, delega esterna viola legge e statuto

    Fare chiarezza sulla delega “attribuita dal sindaco metropolitano Matteo Lepore a Giulia Sarti (“Legalità democratica e lotta alle mafie”) estranea al Consiglio della Città metropolitana di Bologna, che, oltre a essere in contrasto con le norme e lo Statuto del medesimo Ente, è in contrasto con le finalità di coesione e rappresentanza fra tutti i territori” come previsto dalla legge regionale 13 del 2015. E nel mirino c’è anche la cosiddetta legge Del Rio che “ha privato di rappresentanza molti territori”.
    Il consigliere Michele Facci (Lega) si rivolge, al question time, alla Regione. “Oltre un milione di abitanti della Città metropolitana non può essere determinato da Bologna, cioè un terzo del territorio di riferimento. A peggiorare il quadro ci pensa l’imperatore, il sindaco: la città deve determinare le sorti del resto del mondo e bypassa le regole facendo scelte lesive di un rapporto già squilibrato. Le deleghe vanno assegnate a chi è nel Consiglio metropolitano e non a chi è in Comune” ha esordito Facci.
    La risposta è venuta dall’assessore al Bilancio, Paolo Calvano: “Il sindaco ha agito nel rispetto della legge che conferisce ai consiglieri le deleghe, alcune delle quali le tiene per sé. E due deleghe, legalità e affari istituzionali, sono rimaste al sindaco, che le eserciterà con il supporto della nuova figura. Nessuna violazione della legge, ma una scelta legittima basata sull’autonomia organizzativa”.
    Michele Facci ha replicato che “è un escamotage che il sindaco usa per dispensare poltrone. Ma non può farlo nella Città metropolitana. Quella non è una figura di staff, la delega va data a chi è nel Consiglio metropolitano. La Città metropolitana non è al servizio del sindaco Lepore. Il ducetto lo faccia in Comune”.
    Facci nell’interrogazione aveva sostenuto che “la nomina indebitamente effettuata dal sindaco metropolitano, in aperto spregio, oltre che delle norme, del diritto alla rappresentanza dei territori dell’area vasta bolognese, deve necessariamente determinare un intervento della Regione, anche solo nell’ambito della Conferenza inter-istituzionale per l’integrazione territoriale, atteso che la Regione – come visto – ha il dovere di perseguire “la massima integrazione fra tutti i livelli istituzionali del governo territoriale”. Per il consigliere, il sindaco avrebbe violato la legge 56 del 2014 (legge Del Rio, che disciplina l’elezione degli Organi amministrativi della Città metropolitana, ndr) e lo statuto della stessa Città per la delega affidata a una persona esterna “e quindi del tutto avulsa dal rapporto elettorale (seppure indiretto) che lega il Consiglio al territorio di riferimento”. Un sindaco può dare deleghe esterne in Comune “ma questo non può avvenire nella Città metropolitana”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Governo locale e legalità

    5 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Gibertoni (Misto): serve un ‘telefono blu’ per la sicurezza sul lavoro

    “Verificare il rispetto delle norme di prevenzione, tramite controlli e iniziative di promozione, informazione, formazione e assistenza nei confronti delle aziende e delle figure della prevenzione aziendali e in generale dei lavoratori, destinando un particolare riguardo alla creazione di un canale di segnalazione anonima per i cosiddetti whistleblowers”.
    Questa la proposta che Giulia Gibertoni (gruppo Misto) consegna alla giunta regionale in materia di sicurezza sul lavoro: “Pensando alle tute blu, dico che serve metaforicamente un ‘telefono blu’, da declinare come piattaforma digitale per segnalazioni totalmente anonime, che consentano l’intervento tempestivo nei luoghi di lavoro che ad esempio disattivano i dispositivi di sicurezza dei macchinari. Infatti, uno dei casi frequenti degli incidenti sul lavoro è quello che vede la rimozione dei meccanismi di protezione dei macchinari destinati proprio ad evitare incidenti sul lavoro proteggendo i lavoratori che le utilizzano, o che lavorano comunque nel loro raggio d’azione, così come la non osservanza di procedure tese ad evitare gli incidenti, circostanze queste quasi sempre ben note ai lavoratori delle stesse aziende che spesso non provvedono alla denuncia delle stesse per timore di ritorsioni o comunque di conseguenze sul loro rapporto di lavoro; in tutte queste circostanze potrebbe essere molto utile l’istituto del whistleblowing grazie al relativo obbligo di riservatezza dell’identità dell’informatore (whistleblower)”.
    “L’Emilia-Romagna, assieme a Sicilia, Campania, Friuli Venezia-Giulia e Abruzzo, è una delle regioni che vede un continuo aumento delle morti sul posto di lavoro. I dati però come sappiamo sono incompleti perché l’INAIL si limita a registrare le denunce dei suoi iscritti e nulla sa dei lavoratori non in regola, quindi la statistica vera potrebbe essere molto peggiore di quella che conosciamo, che già è drammatica” spiega Gibertoni. “Per questo è fondamentale agire senza indugi e utilizzare anche strumenti a cui prima non si era pensato come ad esempio il whistleblowing, sia nelle imprese sopra i 50 lavoratori ma anche nelle imprese più piccole. In particolare in questo secondo caso, l’iniziativa deve partire dalla Regione, che dovrà affiancare al ‘telefono blu’ una campagna di informazione efficace, non si può più aspettare”.
    Rispondendo alle sollecitazioni poste, l’assessore al bilancio, personale, patrimonio e rapporti con Ue Paolo Calvano ha chiarito che “le competenze in materia spettano al governo. Da par suo, la Regione ha provveduto ad aggiornare lo strumento di segnalazione di condotte illecite e protezione del segnalante per quanto compete tutti gli uffici di giunta e assemblea legislativa e dei soggetti in rapporto di collaborazione con essi”. Anche per la creazione di una piattaforma per la segnalazione anonima di atti illeciti nelle aziende con meno di 50 dipendenti, Calvano ha dichiarato la non competenza dell’ente regionale, mentre “nell’ambito del patto per il lavoro e per il clima, la Regione ha operato insieme alle organizzazioni di categoria per sensibilizzare su un tema estremamente grave”.
    Giulia Gibertoni, a fronte delle risposte ottenute, si è quindi dichiarata “imbarazzata per una risposta di grande freddezza politica” e ha sottolineato come “la generale mancanza di azioni sul tema, ha fatto sì che nel nostro paese non sia presente neppure un corpus di dati da analizzare per capire fino in fondo la drammaticità del problema, dove si continua a morire a causa dell’arbitrio dei proprietari delle aziende che sacrificano la sicurezza al profitto.”
    (Luca Boccaletti)

    Imprese lavoro e turismo

    5 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO