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    Morgan nei guai: a processo per stalking e molestie alla ex, Rai e Warner lo scaricano

    Marco Castoldi, noto come Morgan, torna sotto i riflettori per motivi legali. Archiviato il contenzioso con Bugo a seguito del famoso episodio di Sanremo 2020, il musicista è ora a processo con l’accusa di maltrattamenti e stalking nei confronti dell’ex fidanzata Angelica Schiatti. La cantautrice, oggi compagna di Calcutta, lo ha denunciato quattro anni fa e si lamenta di essere stata lasciata “sola” dalla giustizia.PUBBLICITA

    La vicenda, riportata in primo piano dal Fatto Quotidiano con la pubblicazione di stralci di messaggi e chat, ha portato alle prime conseguenze per Morgan. La Rai, che aveva in programma un progetto televisivo con l’artista per l’autunno, ha deciso di interrompere la collaborazione. Anche la Warner Music Italia ha reciso il contratto con il musicista.

    I fatti risalgono al 2020, quando Schiatti ha accusato Morgan di averla minacciata e insultata ripetutamente, diffondendo immagini private e intime. Secondo la testimonianza della giornalista Selvaggia Lucarelli, Morgan avrebbe anche ingaggiato due persone per individuare la casa bolognese dove Schiatti si era trasferita e per aggredire Calcutta.
    Il codice rosso, il protocollo a tutela delle donne vittime di stalking, è scattato presso la procura di Monza, che ha chiesto il rinvio a giudizio per Morgan. Tuttavia, l’incompatibilità territoriale sollevata dalla difesa ha trasferito il procedimento a Lecco, dove la prossima udienza è fissata per il 13 settembre.

    Nel frattempo, non sono state emesse misure cautelari contro Morgan, il cui rinvio a giudizio è arrivato solo nell’ottobre 2023. “Sono stata in silenzio quattro anni e continuerò a restarci sperando che la giustizia possa fare il suo corso in tempi umani”, ha scritto Schiatti sui social, esprimendo il suo senso di abbandono dalle istituzioni.

    Calcutta, tramite Instagram, ha preso le difese della compagna, denunciando la gravità dei fatti e criticando aspramente la Warner per aver offerto un contratto a Morgan nonostante fosse a conoscenza delle accuse. “I fatti atroci riportati sono solo una piccola parte di quelli accaduti”, ha dichiarato il cantautore, annunciando anche la sua decisione di interrompere ogni rapporto lavorativo con l’etichetta.
    In risposta, la Warner Music Italia ha comunicato di aver dato mandato ai propri legali per interrompere il contratto con Morgan. La Rai ha confermato ufficialmente che non vi è alcun contratto in essere con l’artista e che non era prevista la sua presenza alla presentazione dei palinsesti del 19 luglio a Napoli.

    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Dal 28 agosto arriva il nuovo digitale terrestre: cosa cambia per i telespettatori

    A partire dal 28 agosto, la Rai inizierà a trasmettere alcuni canali utilizzando il nuovo standard Dvb-t2, segnando il primo passo verso un sistema trasmissivo digitale terrestre di nuova generazione. Questo cambiamento mira a migliorare la qualità delle trasmissioni e ad aumentare il numero di canali disponibili. Nei prossimi mesi, tutti i canali del digitale terrestre saranno gradualmente trasferiti a questo nuovo sistema, anche se la data del passaggio completo non è ancora stata definita.PUBBLICITA

    Per i telespettatori, il primo passo sarà verificare se il proprio televisore è compatibile con il nuovo standard trasmissivo. Per farlo, basterà sintonizzarsi sul canale 558 del digitale terrestre, dove viene trasmesso Rai Sport. Se il canale è visibile, l’apparecchio è già pronto per ricevere il nuovo segnale. In caso contrario, sarà necessario acquistare un decoder o cambiare televisore.

    Tuttavia, molte zone d’Italia, come le comunità montane, alcune aree costiere e le isole, affrontano ancora difficoltà nel ricevere il segnale del “vecchio” digitale terrestre. Queste aree non possono compensare il problema delle antenne obsolete con la banda larga. Per chi vive in queste zone e per chi vuole prepararsi ai futuri cambiamenti, la soluzione migliore è dotarsi di una parabola e sintonizzarsi sulla piattaforma satellitare gratuita di tivùsat.PUBBLICITA

    I telespettatori che sceglieranno tivùsat non dovranno cambiare nulla e continueranno a ricevere oltre 130 canali, inclusi tutti i principali operatori italiani (Rai, Mediaset, La7), con una qualità che la televisione terrestre non può offrire, dall’alta definizione fino al 4K. Questa qualità sarà particolarmente apprezzata durante eventi come gli Europei di calcio quest’estate. L’installazione richiede solo una parabola, un decoder (o una Cam) e una smart card. Il tutto senza alcun canone mensile aggiuntivo e senza doversi preoccupare di eventuali nuovi switch off.
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    Mimì, il volto insanguinato della protesta a Napoli

    Mimì Ercolano, sindacalista del Si Cobas, è diventata il simbolo della protesta contro la Rai di Napoli.La sua foto con il volto coperto di sangue dopo gli scontri con la polizia ha fatto il giro del web. Mimì ha raccontato alle agenzie di stampa e alle tv napoletane quanto accaduto
    “Per fortuna sto bene, ma siamo stati vittime di una reazione violenta, spropositata e inattesa.Colpiti con i manganelli solo per aver tentato di affiggere uno striscione ai cancelli della Rai.Eravamo lì pacificamente, armati solo delle nostre bandiere.”
    Mimì, 45 anni, napoletana, tre figli e un passato da naturalista, ha partecipato a numerose manifestazioni.
    “Ma stavolta – racconta – davvero non ce lo aspettavamo.” Con lei sono rimasti feriti altri quattro attivisti e cinque agenti.
    Riguardo alle motivazioni della protesta, Mimì sottolinea che “non siamo scesi in piazza per Ghali, come alcuni media hanno riportato in modo approssimativo. Lui è simpatico, ma il problema principale è l’atteggiamento di una Rai che decide di prendere le distanze dall’utilizzo della parola ‘genocidio’.
    Tutto questo in un clima sempre più pesante di attacco ai salari, di limitazione dell’agibilità politica, in cui le famiglie faticano a mettere il cibo sulla tavola e gli stessi noti lucrano sulle divisioni.”
    La Rete sociale Napoli per la Palestina, organizzatrice dell’iniziativa di oggi, aggiunge: “La tv pubblica rappresenta la scorta mediatica del genocidio israeliano. Non solo censurano costantemente il genocidio in atto a Gaza, ma adottano una posizione chiaramente filo-sionista di fronte a milioni di telespettatori. Prima ancora che potessimo chiedere un’intervista, il nostro presidio è stato brutalmente attaccato.”
    Mimì, nonostante la ferita alla testa e la prognosi di cinque giorni, è pronta a scendere di nuovo in piazza. “Sono pronta a scendere anche subito nuovamente in piazza se serve.” LEGGI TUTTO

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    Scontri a Napoli: 5 manifestanti e 5 poliziotti feriti e tante polemiche

    Cinque agenti e cinque manifestanti sono rimasti feriti negli scontri avvenuti davanti alla sede Rai di Napoli durante la manifestazione contro l’informazione del servizio pubblico su Gaza.La protesta era stata indetta dopo le polemiche seguite all’esibizione di Ghali a Sanremo.Secondo la Questura di Napoli, i manifestanti hanno spinto i reparti di polizia contro la recinzione della sede Rai, provocando una reazione da parte degli agenti.
    Cinque poliziotti sono stati medicati per contusioni e ferite, mentre cinque manifestanti hanno riportato traumi e lesioni.Nessuno dei feriti è in gravi condizioni.
    In un comunicato la Questura di Napoli spiega: “La pressione esercitata dai manifestanti sui poliziotti ha schiacciato i reparti inquadrati verso la recinzione della sede Rai e ciò ha determinato una reazione di alleggerimento che ha chiaramente impedito l’interlocuzione con i manifestanti circa le loro reali intenzioni.
    Si rappresenta anche che sono ricorsi alle cure mediche, in totale, cinque appartenenti alla Polizia di Stato, tra cui il dirigente del servizio di O.P., due dipendenti del Commissariato San Paolo e altri due operatori del Reparto Mobile di Napoli, che hanno riportato, prognosi di 10 giorni (quattro operatori) e 20 giorni (un operatore)”.
    Le opposizioni hanno chiesto un’informativa urgente al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per riferire in Aula sugli scontri.
    “Il ministro deve venire a riferire subito nell’Aula della Camera sull’aggressione da parte delle forze dell’ordine a dei giovani che manifestavano pacificamene a Napoli contro la guerra israeliano-palestinese”, hanno chiesto i parlamentari del Pd, del M5S e di Avs. “Volevano solo mettere uno striscione davanti alla sede della Rai e sono stati malmenati”, hanno osservato, “il ministro deve rispondere di quanto avvenuto”. 
    Il sindacato di Polizia Coisp ha condannato il comportamento violento dei manifestanti e ha difeso l’operato degli agenti. Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp ha spiegato:
    “E’ inaccettabile che un gruppo di estremisti, violando le norme, abbia deciso di inscenare una manifestazione non autorizzata spingendo con le spalle al muro e insultando i poliziotti accorsi per tutelare l’ordine pubblico. Ed è ancora più grave che alcuni esponenti della classe politica, invece di condannare questi comportamenti e queste manifestazioni illegali, ancora una volta preferisca attaccare la Polizia e i poliziotti. Incitare e sostenere chi commette reati è un reato!”.
    Le immagini che circolano in rete mostrano momenti di tensione e confusione durante la manifestazione.La situazione è stata poi riportata sotto controllo dalle forze dell’ordine. LEGGI TUTTO