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    Pianura, rubato furgone con pedana per disabile: la famiglia chiede aiuto ai social

    Il giovane disabile Alessandro, grazie a una pedana idraulica riusciva a raggiungere l’auto senza l’aiuto dei suoi anziani genitori, permettendogli così di andare più facilmente dal medico e dalla nonna.
    Tuttavia, due sere fa, a Pianura, quartiere nella periferia di Napoli, qualcuno ha rubato il furgone con pedana idraulica. Questo furto ha reso la vita di Alessandro e dei suoi genitori molto più complicata. La storia è stata raccontata dal deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, dopo che la madre di Alessandro si è rivolta a lui e la sorella del ragazzo ha condiviso la vicenda sui social media.
    “Qualcuno due notti fa ha ben pensato di rubare quest’auto, lasciando mio padre e mia madre in guai grossi, poiché per loro è assolutamente necessario avere una macchina sempre a disposizione per la condizione di salute di mio fratello, che purtroppo soffre di crisi epilettiche e può essere necessario trasportarlo di corsa in ospedale – ha scritto la sorella di Alessandro -.
    Al momento, i miei non possono permettersi l’acquisto di un’altra auto uguale a quella precedente (una Fiat Doblò), ecco perché sono qui: vi chiedo un aiuto, anche piccolo ma che possa essere prezioso per poter ridare ad Alessandro la sua macchina e il sorriso”. Una vicenda, quella del furto, che Borrelli definisce “atto ignobile” e assicura: “Se il mezzo non sarà ritrovato attiveremo una raccolta fondi per aiutare Alessandro e la sua famiglia ad acquistare un nuovo furgone con pedana”.  LEGGI TUTTO

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    IL CASO Pianura, appiccarono incendio per rimuovere vegetazione: due divieti di dimora

    Per un incendio appiccato in un terreno incolto a Pianura, alla periferia di Napoli, due persone – un 34enne e un 66enne residenti in provincia di Napoli – sono state sottoposte al divieto di dimora nel Comune di Napoli e l’obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria. Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Procura a seguito delle indagini eseguite dai militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Napoli del Gruppo Carabinieri Forestale.
    I due uomini sono indagati, a vario titolo, sono di incendio boschivo doloso e di distruzione di bellezze paesaggistiche. Il fatto è avvenuto a settembre scorso quando – secondo la ricostruzione degli investigatori – sarebbe stato appiccato l’incendio allo scopo di rimuovere la vegetazione spontanea in un terreno incolto.
    Le fiamme interessarono una superficie di vaste proporzioni, circa 8 ettari all’interno del “Parco Metropolitano delle Colline di Napoli”, uno dei principali polmoni verdi della città, e colpivano macchia mediterranea e altre specie arbustive particolarmente tutelate dalla legge anche ai fini paesaggistici. Tra le molteplici attività poste in essere dalla polizia giudiziaria, di particolare importanza si è rivelato il ‘Metodo delle Evidenze Fisiche’, accertamento tecnico attraverso il quale si è individuato il punto di origine dell’incendio. LEGGI TUTTO

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    Napoli, blitz a Pianura: annullata ordinanza per Alfredo Barone

    Secondo l’accusa, il gruppo Marsicano avrebbe organizzato un’intensa attività di spaccio a Pianura, focalizzata nella piazza associata al loro gruppo. Un mese fa, Marco Gaetano, Ciro Battista, Luca Musto, Alfredo Barone, Antonio Luongo, Giuseppe Nocerino e Antonio Battista sono stati arrestati in relazione a queste attività.Anche se alcuni di loro avevano già ottenuto il beneficio dei domiciliari, il tribunale del Riesame ha recentemente concesso domiciliari e l’obbligo di firma per quasi tutti, ad eccezione di Alfredo Barone, il cui domicilio è stato completamente annullato grazie alla strategia difensiva adottata dai suoi avvocati, Paolo Gallina e Antonio Chianese, dello studio legale Gallina.
    L’accusa aveva sostenuto che tutti coloro che sono stati successivamente arrestati nell’appartamento avevano partecipato all’attività di spaccio, essendo presenti. Tuttavia, il tribunale del Riesame ha concordato con la ricostruzione del giudice per tutti tranne che per Barone. La difesa è riuscita a dimostrare che, sebbene Barone fosse presente, non aveva né soldi né sostanze addosso. Questo ha evidenziato che le forze dell’ordine non erano in grado di indicare il contributo specifico di Barone all’attività di spaccio.
    L’arresto avvenne un mese fa, quando i sette individui furono bloccati durante un controllo da parte degli agenti del commissariato locale in un appartamento situato in un palazzo di via Vicinale Sant’Aniello. Una volta all’interno dell’appartamento, la polizia sorprese e arrestò i sette uomini seduti al tavolo della cucina.
    Durante la perquisizione, furono trovati 1 panetto di hashish del peso di circa 24 grammi, 4 involucri contenenti la stessa sostanza per un peso totale di circa 13 grammi, 2 involucri di cocaina pesanti circa 31 grammi, un involucro di marijuana del peso di circa 98 grammi, 57 dosi della stessa sostanza per un peso complessivo di circa 69 grammi, 85 euro in contanti, materiale per il confezionamento della droga, 2 bilancini di precisione, un paio di forbici e 2 coltelli con la lama contaminata da sostanze stupefacenti. Inoltre, furono sequestrate 3 cartucce calibro 357 magnum e 2 macchine per il sottovuoto. LEGGI TUTTO