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    A Pagani completata la rete fognaria

    Un importante passo avanti per il disinquinamento del fiume Sarno e la tutela dell’ambiente a Pagani. Grazie al lavoro sinergico di Gori, Regione Campania ed Ente Idrico Campano, è stato completato il potenziamento della rete fognaria comunale.
    Gli interventi, finanziati con fondi FESR dalla Regione Campania per un importo di 1.311.790,05 euro, hanno visto la realizzazione di 3 km di nuova rete fognaria, 2 impianti di sollevamento e l’allacciamento di 2.500 abitanti al servizio di fognatura e depurazione.
    Oltre a migliorare la qualità del servizio per i cittadini, il completamento della rete fognaria ha permesso di risolvere le criticità dovute alle interferenze tra la rete fognaria e quella idrica.
    “Pagani oggi è divenuta un modello positivo di gestione del servizio idrico integrato”, ha dichiarato il Sindaco Raffaele Maria De Prisco. “Siamo fortemente impegnati affinché il nostro distretto dia risposte fortissime sul tema della siccità, attraverso il recupero della risorsa idrica, la diminuzione degli sprechi e il riutilizzo delle acque depurate”.
    “Il completamento della rete fognaria di Pagani rappresenta un altro importante risultato del programma Energie per il Sarno”, ha sottolineato il Presidente dell’Ente Idrico Campano, Luca Mascolo. “Un programma che, grazie alla sinergia tra Enti e operatori, sta raggiungendo ambiziosi obiettivi di risanamento ambientale”.
    I lavori realizzati a Pagani si inseriscono in un più ampio piano di interventi per il potenziamento dei servizi idrici e fognari in Campania, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini e tutelare l’ambiente.
    “Oggi celebriamo insieme alla comunità importanti risultati concreti”, ha concluso il Coordinatore del Distretto Sarnese Vesuviano dell’Ente Idrico Campano, Raffaele Coppola. “La sfida sta nel fare bene il nostro lavoro, migliorando la vita delle persone. Continuiamo a lavorare senza sosta per un futuro migliore”.
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    Tragedia a Pagani: centauro muore per evitare un cane

    Un uomo di 44 anni è morto oggi pomeriggio in un incidente stradale a Pagani, in provincia di Salerno.
    L’uomo, M.P., era in sella a uno scooter quando, secondo una prima ricostruzione, ha tentato di evitare un cane che attraversava la strada.
    A causa della manovra, lo scooter è finito sull’asfalto e il centauro ha battuto la testa violentemente. I sanitari del 118, intervenuti sul posto, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo.
    Anche il cane è morto nell’incidente. La dinamica esatta dell’incidente è al vaglio dei carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore e della Tenenza di Pagani.
    La morte di M.P. ha destato grande cordoglio nella comunità di Sant’Egidio del Monte Albino, comune di origine della vittima. In segno di lutto, l’Amministrazione comunale ha disposto la sospensione di tutti gli eventi previsti per il Carnevale. LEGGI TUTTO

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    Camorra, la lettera-testamento di Marcello Torre consegnata all’Anci

    Pagani. La lettera-testamento di Marcello Torre, il primo cittadino di Pagani ucciso dalla camorra l’11 dicembre del 1980, è stata consegnata alla figlia Annamaria e ad Agnese Moro, figlia di Aldo, al presidente nazionale di Avviso pubblico, Roberto Monta’, e al vicepresidente di Anci Campania, Antonio Del Giudice.La cerimonia si è svolta nell’aula del Consiglio regionale della Campania, in occasione di una giornata di riflessione per ricordare la figura del “sindaco gentile”, che fu assassinato dopo aver respinto le richieste del malaffare nel post terremoto dell’Irpinia.
    Annamaria Torre ha ringraziato tutti coloro che si sono impegnati per la memoria del padre e per la lotta alla camorra. “Sono grata alla Fondazione Polis, a Libera, ad Avviso Pubblico, all’Anci”, ha detto. “Abbiamo lottato tanto, ma sul mio percorso ho trovato don Tonino Palmese, don Luigi Ciotti, il Coordinamento dei familiari delle vittime innocenti e abbiamo vissuto tante battaglie di riconoscimento e di giustizia insieme”.
    Agnese Moro ha ricordato come le vite di Aldo e Marcello Torre siano state segnate dalla violenza della camorra. “Nelle loro vite si sono visti gli effetti delle scorie radioattive dell’irreparabile”, ha detto. “C’è una vicinanza spirituale tra Aldo e Marcello. Di loro è stato detto che sono stati uomini dello Stato, ma secondo me loro sono stati uomini della Repubblica, nel senso più forte che la parola Repubblica ha nella nostra Costituzione, cioè di un luogo di responsabilità comune tra chi ha dei ruoli pubblici e chi non li ha”.
    Il presidente della Fondazione Polis della Regione Campania, don Tonino Palmese, ha invitato tutti a ricordare che la Campania è la regione italiana con il maggior numero di vittime innocenti, uccise perché avevano fatto qualcosa, perché erano cittadini onesti.
    Ad aprire la discussione il presidente del Consiglio regionale, Gennaro Oliviero, che ha rimarcato l’importanza di diffondere l’impegno di Marcello Torre, affinchè “il suo sacrificio non sia dimenticato. In questi tempi, in cui nuove ombre si scagliano sul fronte criminale, il sindaco gentile ci ricorda che, per chi è impegnato nella pubblica amministrazione, dai più alti ai più bassi gradi, non può esistere il compromesso”.
    Del Giudice, delegato dal presidente nazionale dell’Anci per partecipare all’iniziativa, ha fatto notare che “sindaci si rimane per tutta la vita, perché solo chi ha potuto dedicarsi a questo ruolo e rappresentare la propria comunità, può capire che sia il momento più importante della vita di un uomo”.
    La lettera-testamento di Marcello Torre
    Nella lettera-testamento, scritta nel 1980, Marcello Torre annuncia il suo ritorno all’impegno politico e ammette di temere per la propria vita.
    “Ho deciso di tornare in politica – scrive Torre – perché credo che sia necessario continuare a lottare contro la camorra e per la legalità. So che questo mi espone a gravi rischi, ma sono disposto a tutto pur di difendere i valori in cui credo”.
    Torre parla anche della sua esperienza come sindaco di Pagani. “Sono stato un sindaco scomodo – scrive – perché ho sempre rifiutato di piegarmi alle richieste del malaffare. Questo mi ha portato a scontrarmi con la camorra, che mi ha minacciato più volte”.
    “Ma non mi arrendo – conclude Torre – Continuerò a lottare per un mondo migliore, in cui la legalità e la giustizia prevalgano sulla violenza e la sopraffazione”.
    Un impegno politico per la libertà
    La lettera-testamento di Marcello Torre è un documento importante, che testimonia l’impegno politico e civile di un uomo che ha sacrificato la propria vita per la libertà.
    La sua storia è un monito per tutti coloro che credono nella democrazia e nella legalità. LEGGI TUTTO