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    Napoli, i genitori di Paciolla: “Mario è stato ucciso, la verità la conosciamo”

    Napoli.“Noi la verità la conosciamo. In questi quattro anni la famiglia ha cercato in tutti i modi di far conoscere questa storia.PUBBLICITA

    Ci sono prove importanti: sappiamo che Mario non si è suicidato, ma sappiamo anche con certezza che è stato ucciso”. Lo ha dichiarato Anna Motta, madre di Mario Paciolla, il cooperante napoletano di 33 anni trovato senza vita in Colombia nel luglio del 2020.

    Le sue parole sono state pronunciate nel corso di un’iniziativa – alla quale ha partecipato anche il padre di Mario, Pino Paciolla – promossa dalla CGIL presso la propria sede di Napoli.
    Proprio lì è stato esposto uno striscione che chiede “verità e giustizia” per Paciolla, a sostegno della mobilitazione contro l’archiviazione del caso, richiesta per la seconda volta dalla procura di Roma.

    “Adesso” – annuncia Anna Motta – “le nostre avvocate, con un team di periti, stanno valutando le conclusioni del Pubblico Ministero per preparare una nuova opposizione”.
    Il 15 luglio saranno trascorsi quattro anni dalla morte di Mario e sono state organizzate diverse iniziative commemorative, in particolare un ricordo del cooperante che si terrà alle 18:30 in piazza Municipio a Napoli.
    “Dobbiamo dire tutti, con coraggio: noi non archiviamo. La vicenda di Mario non è un affare di famiglia, deve interessare tutta la società, perché non accada mai più“, sottolinea la madre del cooperante.

    All’iniziativa presso la sede CGIL hanno preso parte anche il segretario confederale CGIL Napoli e Campania Raffaele Paudice, la portavoce di Amnesty International Napoli Tina Marinari, la portavoce di Articolo 21 Campania Désirée Klain, il segretario generale aggiunto della Fnsi Claudio Silvestri, il vignettista Mauro Biani, il segretario generale CGIL Napoli e Campania Nicola Ricci, e la segretaria confederale CGIL Lara Ghiglione.
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    Omicidio Cerciello Rega: dimezzata la pena ai due americani

    Dai due ergastoli inflitti in primo grado a una sentenza di appello bis che fissa le pene a 15 anni e due mesi e 11 anni e quattro mesi di carcere.PUBBLICITA

    Questo è il percorso giudiziario dei due studenti americani, Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth, accusati della morte di Mario Cerciello Rega, ucciso con 11 coltellate la notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 a Roma.

    Punti Chiave ArticoloI giudici della Corte d’Assise d’Appello, dopo che la Cassazione aveva disposto un nuovo processo di secondo grado, hanno ulteriormente ridotto le condanne: 24 anni per Elder e 22 per Hjorth. Le aggravanti sono state rimosse, il rito abbreviato è stato ammesso, portando a una significativa diminuzione degli anni di carcere. In particolare, Elder è stato assolto dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, perché il fatto non costituisce reato.
    In aula, alla lettura della sentenza, era presente anche Rosa Maria, la moglie di Cerciello, che è apparsa scossa e ha lasciato piazzale Clodio senza rilasciare dichiarazioni. “Rispetto alla gravità del fatto”, ha commentato il suo legale, il professore Franco Coppi, “è una sentenza indubbiamente generosa, ma noi non eravamo interessati alla quantità della condanna. Eravamo interessati al riconoscimento della responsabilità di entrambi”. Dal canto loro, i difensori degli imputati non hanno nascosto la soddisfazione per il verdetto. “Elder, dopo la sentenza, mi ha detto che era terribilmente stressato, ma si rende conto che una pena la meritava e che la sentenza è più giusta delle precedenti”, ha rivelato l’avvocato Renato Borzone, aggiungendo che la sentenza apre “tutto un altro scenario, come è giusto che sia. Noi, poche ore dopo aver parlato con Finnegan, avevamo spiegato come lui non si fosse mai reso conto di trovarsi di fronte a degli agenti della forza pubblica. Ci sono voluti cinque anni, finalmente abbiamo una corte che potrà dormire tranquilla perché ha preso una decisione giusta,” ha concluso il penalista.
    Il difensore di Hjorth, l’avvocato Francesco Petrelli, parla apertamente di “ridimensionamento assai importante in termini di pena, che è stata dimezzata. Siamo passati da 22 anni a 11 anni ed è per noi una soddisfazione.” La tragica fine di Cerciello iniziò con il tentativo dei due americani di comprare cocaina a Trastevere. Poi il furto dello zaino del ‘facilitatore’ dei pusher, Sergio Brugiatelli. Quest’ultimo, dopo aver ricevuto la telefonata dei due statunitensi con la richiesta di riscatto, il classico ‘cavallo di ritorno’, aveva allertato i carabinieri. Cerciello Rega e il suo collega di pattuglia, Andrea Varriale, dopo una trattativa intercorsa tra Brugiatelli e i due ragazzi, si recarono in borghese all’appuntamento in via Pietro Cossa. In pochi istanti, una tranquilla serata dell’estate romana si trasformò in tragedia. I due americani aggredirono Cerciello e il suo collega. Elder, armato di coltello, colpì con undici fendenti il vicebrigadiere, che morì per shock emorragico. Il percorso giudiziario di Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjort Primo grado: Entrambi condannati all’ergastolo.Appello: Pene ridotte a 24 anni per Elder e 22 per Hjorth.Cassazione: Annulla la sentenza d’appello e dispone un nuovo processo.Appello bis:Elder condannato a 15 anni e 2 mesi di carcere.Hjorth condannato a 11 anni e 4 mesi di carcere. Riconosciuta la derubricazione del reato per Elder da omicidio a omicidio preterintenzionale.Assolti entrambi per resistenza a pubblico ufficiale. Il caso ha avuto un’ampia risonanza mediatica in Italia e negli Stati Uniti. La vicenda giudiziaria è ancora in corso, in attesa di un possibile ricorso in Cassazione da parte della famiglia della vittima. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Faida di Scampia: arrestato il boss Raffaele Amato

    Napoli. Faida di Scampia: Carabinieri e DDA chiudono il cerchio su cold case, arrestato il boss Raffaele Amato.PUBBLICITA
    L’importante operazione congiunta tra Carabinieri e Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha portato all’arresto del boss al vertice del clan camorristico “Amato-Pagano”, operante nella zona nord di Napoli e in alcuni comuni della provincia.

    Punti Chiave ArticoloIl boss è gravemente indiziato di essere il mandante di due omicidi e un ferimento avvenuti tra il 2007 e il 2008 a Napoli e Arzano Gli agguati 25 settembre 2007: Omicidio pluriaggravato di Salvatore Ferrara e ferimento di Ugo De Lucia e Antonio Caldieri, a Napoli.9 febbraio 2008: Omicidio di Luigi Magnetti e Carmine Fusco, ad Arzano.
    L’operazione è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli su delega della Procura Distrettuale di Napoli. La faida di camorra di Scampia L’operazione rappresenta un importante passo avanti nel fare chiarezza su quegli anni in cui si sono sviluppate le tre faide di camorra tra Secondigliano, Scampia e zone limitrofe prima con la guerra tra Scissionisti degli Amato-Pagano e i Di Lauro e poi il coinvolgimento delle Sette famiglie di Secondigliano, i Girati della Vinella Grassi ed altri gruppi criminali. Guerre che hanno lasciato sul selciato centinaia di morti e marchiato per sempre come zone di camorra quei territori. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Omicidio Roberto Bembo, in aula le immagini choc dell’aggressione

    Un puntino appare all’orizzonte: avanza lentamente, poi accelera fino a raggiungere l’auto di Iannuzzi. È Roberto Bembo, che crolla dopo aver colpito a mani nude i suoi tre aggressori. Così inizia la drammatica ricostruzione nell’aula della Corte d’Assise di Avellino, presentata dall’ispettore della Squadra Mobile, Roberto De Fazio.

    Punti Chiave ArticoloL’investigatore descrive le immagini registrate dalle telecamere il primo gennaio dell’anno precedente, nel parcheggio del bar in via Nazionale Torrette, dove il 21enne di Mercogliano fu mortalmente ferito dalle coltellate di Niko Iannuzzi durante una rissa scatenata per futili motivi. Roberto Bembo morirà dieci giorni dopo in ospedale. Nel silenzio dell’aula, De Fazio prosegue la descrizione delle immagini al presidente della Corte, Gian Piero Scarlato: “Roberto sente il colpo e porta la mano al collo, capisce che deve andarsene e si allontana barcollando. Bembo era circondato dai suoi tre aggressori. Fino a quel momento era riuscito a sostenere la lite, ma dopo aver ricevuto il colpo alla gola, le forze cominciano a venir meno e si allontana dal luogo della rissa”.
     La vittima colpita alla gola da una coltellata perse le forze La richiesta di proiettare in aula il filmato è stata avanzata dagli avvocati Gaetano Aufiero e Stefano Vozzella, difensori dei tre imputati, Niko Iannuzzi e i fratelli Luca e Daniele Sciarrillo, detenuti con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, richiesta condivisa dal pm Vincenzo Toscano. Nelle precedenti udienze, infatti, le testimonianze degli amici che erano con Roberto quella mattina non avevano chiarito l’esatta dinamica dei fatti. La prossima udienza è stata fissata per il 10 luglio e sarà dedicata alle testimonianze della parte civile. Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    La polizia passa al setaccio Castellammare: nel mirino 30 pregiudicati

    Giornata di controlli a Castellammare di Stabia, città che si avvia al voto amministrativo dopo due anni di scioglimento del consiglio comunale per infilytrazioni camorristiche.
    E la scorsa settimana in un blitz sono stati arrestati i boss Enzo D’Alessandro e Sergio Mosca quali mandanti dell’omicidio del consigliere comunale del Pd, Gino Tommasino.

    Nella mattinata odierna, gli agenti del Commissariato di Castellammare di Stabia, con la collaborazione del Reparto Prevenzione Crimine Campania, hanno effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio cittadino.
    Nel corso del servizio sono state identificate 89 persone, di cui 30 con precedenti di polizia e controllati 35 veicoli.

    I controlli saranno effettuato anche nei prossimi giorni in vista delle operazioni di voto di domenica prossima.
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    Napoli, omicidio Coppola respinto il ricorso di Petrucci: resta in carcere

    Napoli. Il Tribunale del Riesame di Napoli ha respinto il ricorso presentato dall’avvocato Antonio Bucci a favore di Gennaro Petrucci, l’imprenditore ritenuto il mandante dell’omicidio dell’ingegnere Salvatore Coppola. Petrucci, già detenuto, resta in carcere.
    Petrucci, marito 73enne dell’imprenditrice antiracket Silvana Fucito, è accusato di aver assoldato un killer, Mario De Simone, per assassinare Coppola nell’ambito di una disputa immobiliare.
    La vittima, infatti, era in trattativa per l’acquisto di una villa da mille metri quadrati a Portici, abitazione della coppia Petrucci-Fucito.
    Coppola è stato ucciso con un colpo di pistola alla nuca lo scorso 12 marzo. Le indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria e della Procura di Napoli hanno portato all’arresto di Petrucci e De Simone.
    L’avvocato Bucci ha presentato ricorso al Riesame chiedendo la revoca della misura cautelare del carcere per il suo cliente. Il Tribunale, però, ha respinto la richiesta.
    Le prossime mosse
    “Attendiamo di conoscere le motivazioni della decisione del Tribunale, che saranno depositate entro la fine del prossimo mese di giugno”, ha commentato l’avvocato Bucci. “Valuteremo poi il da farsi. Se la decisione si basa sulla gravità indiziaria, non ricorreremo in Cassazione. Se invece si basa sulla sussistenza dell’inquinamento delle prove, sulla possibilità della reiterazione del reato o sul pericolo di fuga, allora ci appelleremo alla Suprema Corte”.
    Gennaro Petrucci resta in carcere in attesa delle motivazioni del Tribunale del Riesame e di una eventuale decisione da parte della difesa di presentare ricorso in Cassazione.
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    Omicidio a san Giovanni a Teduccio

    La serata di Napoli è stata teatro di un omicidio nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, dove un uomo è stato ucciso in serata.
    Gli agenti della Squadra Mobile di Napoli e del commissariato di San Giovanni sono intervenuti in corso Protopisani, presso il parcheggio Deco, dopo aver ricevuto la segnalazione di una sparatoria. Purtroppo, l’episodio ha causato la morte di una persona. LEGGI TUTTO