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    Colpo ai narcos dei Monti Lattari: scoperte e distrutte 140 piante di cannabis

    Gragnano. Nuovo sequestro di piante di cannabis ai danni dei narcos dei Monti Lattari, la Jamaica della Campania dove si produce la migliore qualità di marijuana.PUBBLICITA Ben 141 piante di cannabis fino a 3 metri di altezza sono state sequestrate dai Carabinieri su tutta la zona stabiese grazie alla pressione costante ai controlli anche dall’alto con elicottero. Punti Chiave ArticoloI militari della compagnia di Castellammare di Stabia, supportati dai baschi rossi dello Squadrone Eliportato Cacciatori Puglia e dal fiuto dei cani del nucleo cinofili, hanno infatti inferto un altro duro colpo ai narcos.Nel bilancio delle ultime ore un sequestro di marijuana in località Acqua della Forma, nella città di Gragnano. In un’intercapedine di un muro perimetrale, scovati 450 grammi di erba sottovuoto già divisa in fiocchi.Denunciato per detenzione di droga a fini di spaccio un 26enne di Castellammare già sottoposto ai domiciliari. Durante una perquisizione i carabinieri hanno trovato 1 pianta di cannabis di 1 metro e mezzo, 3 grammi di hashish e oltre 28mila euro in banconote di vario taglio.100 piante di cannabis ad Aurano e 40 in località Nerva del MandroneAncora cannabis in località Aurano, piccolo agglomerato di abitazioni a due passi da Gragnano. 100 le piante rilevate in due diverse aree.40 quelle trovate in località Nerva del Mandrone: in questo caso ha colpito l’altezza dei fusti, tutti tra i 2 e i 3 metri. Tutte le piante sono state distrutte.Non sono mancati gli assuntori di droga. 3 quelli segnalati alla Prefettura: addosso marijuana pronta per essere fumata.Invece risponderà di porto abusivo di armi un 17enne stabiese, sorpreso in viale Don Bosco a Castellammare con un coltello di circa 22 centimetri.Denunciato anche un 45enne di Gragnano. I carabinieri lo hanno fermato mentre guidava un’auto risultata provento di furto.Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    I narcos ora spacciano la “Pastilla de Dios”: le pasticche con il volto di Maradona

    La polizia argentina ha smantellato una banda di narcotrafficanti che produceva e commercializzava ecstasy a tema calcistico, tra cui la “Pastilla de Dios”, una pillola di MdMa con il volto di Diego Armando Maradona.PUBBLICITA

    L’operazione, denominata “Pastilla de Dios”, è stata condotta dalla Divisione Investigativa Antidroga della Polizia Federale Argentina e ha portato all’arresto di due persone: una donna di 26 anni e un uomo di 29 anni.

    L’indagine è iniziata dopo il sequestro di 70 pasticche di MdMa con il volto di Maradona in una sala da bowling di Buenos Aires. Le indagini hanno portato gli agenti a un appartamento nel quartiere Mario Bravo, dove sono state trovate altre droghe, tra cui metanfetamine, marijuana e cocaina.
    Il sequestro e l’operazione di sequestro è stata anticipata dal giornale argentino Clarin. Il valore totale delle droghe sequestrate è stimato a oltre 12.732.000 pesos argentini.

    Oltre alle pasticche con il volto di Maradona, la polizia ha trovato anche ecstasy con le immagini di altri personaggi famosi, come il musicista Bizarrap e il duo musicale Daft Punk.
    L’obiettivo dei narcos é lo spaccio ai mondiali di calcio del 2026 in Argentina
    L’obiettivo dei narcos era quello di commercializzare le droghe a tema calcistico durante la Coppa del Mondo FIFA 2026, che si terrà in Argentina, Canada, Messico e Stati Uniti.
    L’operazione “Pastilla de Dios” rappresenta un duro colpo al narcotraffico in Argentina e dimostra l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare questo fenomeno.

    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Camorra, 200 anni di carcere per la holding di narcos di Bruno Carbone

    NapoliIl processo di primo grado contro la presunta rete di narcotrafficanti capeggiata dall’ex broker della cocaina Bruno Carbone è entrato nel vivo ieri mattina con la requisitoria del pubblico ministero.PUBBLICITA

    Il pm ha chiesto 19 condanne per un totale di 200 anni di carcere. Le pene più alte sono state richieste per i capi dell’organizzazione, con condanne tra i 16 e i 20 anni di reclusione.

    Punti Chiave ArticoloIl processo trae origine dall’inchiesta culminata con un blitz a gennaio scorso, quando quasi 30 persone sono state arrestate. Le indagini, coordinate dalla DDA e condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, hanno permesso di azzerare due gruppi che operavano sull’asse Barcellona-Amsterdam-Napoli.PUBBLICITA

    Il processo trae origine dall’inchiesta culminata con un blitz a gennaio scorso, quando quasi 30 persone sono state arrestate. Le indagini, coordinate dalla DDA e condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, hanno permesso di azzerare due gruppi che operavano sull’asse Barcellona-Amsterdam-Napoli. Le intercettazioni e il ruolo di Bruno Carbone Le indagini sono state rese possibili grazie al crack della rete “Encrochat”, che ha permesso di intercettare le comunicaprimozioni tra i sodali, avvenute tramite criptofonini inizialmente considerati inattaccabili. Le intercettazioni hanno permesso agli inquirenti di risalire ai due gruppi e di individuare Bruno Carbone, latitante di lusso a Dubai e braccio destro del narcotrafficante Raffaele Imperiale. I due gruppi e il ruolo del Parco Verde di Caivano L’inchiesta ha individuato due gruppi distinti, entrambi coinvolti nel narcotraffico: Primo gruppo: capeggiato da Vincenzo e Salvatore Della Monica.Secondo gruppo: con a capo Simone Bartiromo, Roberto Merolla e Giovanni Cortese.L’inchiesta ha inoltre coinvolto il Parco Verde di Caivano, dove si svolgeva parte dell’attività illecita. Ora spetta al collegio difensivo elaborare una strategia per difendere gli imputati. Il processo proseguirà con l’audizione dei testimoni e le arringhe difensive. TUTTE LE RICHIESTE DI CONDANNA Bruno Carbone: 3 anni e 6 mesiGiovanni Cortese: 18 anniSalvatore Della Monica: 16 anniVincenzo Della Monica: 16 anniRoberto Merolla: 18 anniMichele Nacca: 20 anniFrancesco Addamiano, 4 anniErrico D’Ambrosio, 3 anni e 6 mesiDaniela Della Monica, 2 anniRaffaele De Sica, 16 anniNicola Di Casola, 18 anniCarlo Esposito, 6 anni e 6 mesiAlessio Onorato, 2 anni e 8 mesiAntonio Pagliarani, 4 anni e 4 mesiAntonio Pinto, 4 anni e 4 mesiEmanuele Pisa, 16 anniGiuseppe Rocco, 8 anniSebastiano Romeo, 8 anniDomenico Stefanelli, 10 anni Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Camorra, preso Vincenzo Gentile: boss dei narcos dei Monti Lattari

    I carabinieri della Stazione di Pianillo di Agerola hanno dato esecuzione a un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Torre Annunziata nei confronti di Vincenzo Gentile,di 51 anni, figlio di Giuseppe e considerato il boss dei narcos dei Monti Lattari.
    La condanna di 8 anni è stata stabilita per il suo coinvolgimento in casi di estorsione aggravata dal metodo mafioso, avvenuti nei comuni di Agerola e Pimonte tra il 2018 e il 2019.
    L’azione dei carabinieri è stata parte di un’indagine condotta dalla sezione operativa di Castellammare di Stabia, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
    Le investigazioni hanno avuto inizio dopo l’omicidio di Filippo Sabatino, uomo del clan Afeltra Di Martino, avvenuto il 3 maggio 2018 a Gesinella, Pimonte.
    Le indagini hanno rivelato un sistema di estorsioni messe in atto da individui legati al clan “Gentile”, che hanno costretto commercianti e imprenditori della zona dei Monti Lattari ad acquistare prodotti a prezzi gonfiati e sproporzionati rispetto al loro valore di mercato.
    Gentile, già sotto misura cautelare in carcere, ora dovrà affrontare l’adempimento di una pena detentiva di 8 anni. LEGGI TUTTO

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    Colpo ai narcos dei Monti lattari: sequestrati 33 chilogrammi di marijuana

    Lettere. Che il boss Ciro Gargiulo detto o’ biondo assassinato il 19 febbraio scorso fosse uno dei gestori del traffico di marijuana dei Monti Lattari si è avuta una ulteriore conferma stamane.
    I Carabinieri della stazione locale insieme ai militari della sezione operativa della compagnia di Castellammare di Stabia hanno condotto un dettagliato sopralluogo in via San Giorgio a Casola di Napoli dove su ucciso il boss.
    Durante le operazioni, i carabinieri hanno scoperto e confiscato 33 chili di marijuana di provenienza ignota. La droga era contenuta in due borsoni che erano stati occultati in un’area scoperta, mimetizzati tra i rovi della vegetazione lungo le sponde di un corso d’acqua.
    Le indagini sono ancora in corso visto che in quella zona vi abita tutta la famiglia di Gargiulo, coinvolti in blocco nel traffico di droga.
    Pusher arrestato dai carabinieri a Castellammare
    Nel frattempo, durante la scorsa notte a Castellammare, i Carabinieri della sezione radiomobile hanno arrestato Antonio Russo, 20 anni, residente in loco, per detenzione di sostanze stupefacenti con l’intento di spaccio.
    Russo, già sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, è stato trovato in possesso di 30 grammi di marijuana e hashish, già frazionati in dosi. Inoltre, nelle sue tasche è stata rinvenuta la somma di 1.400 euro, ritenuta provento del reato. Attualmente, l’arrestato è in attesa di giudizio. LEGGI TUTTO

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    Napoli, narcos latitante da 13 anni tradito dal vizio del fumo

    Un fantasma per oltre 13 anni sapendo di dover espiare una condanna definitiva ad oltre 22 anni di carcere il narcos albanese trapiantato in a Napoli da anni è stato tradito dal vizio del fumo e arrestato dai carabinieri.E’ il primo latitante a finire in manette nel 2024, l’ennesimo stanato dai Carabinieri del Comando Provinciale partenopeo che appena qualche giorno fa ha chiuso il bilancio annuale con 17 catturandi in arresto.
    La cattura di Faslii Qibini è la cifra di un impegno costante e il punto su ricerche sviluppate per anni, su più fronti.
    Sulla testa del 64enne di origini albanesi pende una condanna definitiva di oltre 22 anni di reclusione, traffico internazionale di droga il reato per il quale era ricercato.
    Importava eroina per conto del clan Di Lauro e dei Nardielli di Torre Annunziata
    L’uomo è considerato un broker del narcotraffico trans-frontaliero. Secondo gli investigatori avrebbe gestito e mediato il traffico di eroina tra il suo paese d’origine, la Grecia, la Turchia e l’Italia meridionale dove faceva affari con il clan Di Lauro e poi con i “Nardielli”, gruppo criminale del versante oplontino.
    Poi una lunga latitanza, dichiarata nel lontano aprile del 2011 quando, ristretto ai domiciliari, evase facendo perdere le proprie tracce. Senza mai un passo falso, lontano dai riflettori ma non dalla memoria dei militari del nucleo investigativo di Napoli.
    Lo hanno cercato per oltre 12 anni, fino a ieri pomeriggio, quando Qibini passeggiava in corso Secondigliano, ignaro di essere circondato.Non una casualità a costargli le manette ma uno scrupoloso monitoraggio delle abitudini della sua famiglia.
    Verosimilmente lontano dall’Italia, il 64enne non ha rinunciato alle festività natalizie per riabbracciare moglie e figlio.Ha badato ad evitare la strada, di farsi vedere in giro, ma l’evidente incremento dei volumi della “spesa” familiare ha acceso una lampadina nella mente dei carabinieri.
    Durante le festività moglie e figlio non rinunciavano ad una sosta in tabaccheria per acquistare sigarette. Peccato che non fossero fumatori. Le “bionde”- hanno immaginato i carabinieri – erano per qualcun altro.Così i militari hanno intensificato le osservazioni e presidiato il quartiere con sempre maggiore attenzione.
    E poche ore fa, tradito proprio dalla fame di nicotina, Qibini ha pensato di acquistare le sigarette in autonomia.Non ha fatto in tempo ad accenderne una, i carabinieri lo hanno accerchiato e arrestato.E’ ora ristretto nel carcere di Secondigliano. LEGGI TUTTO