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    Camorra, il clan Cesarano aveva messo le mani sull’affare migranti: 47 arresti

    Salerno. Fino a 4mila euro per ogni straniero fatto entrare illegalmente in Italia. E’ il prezzo che la Dda di Salerno ha scoperto essere stato pagato in un’operazione di maxi-sfruttamento che ha portato all’arresto di 47 persone.PUBBLICITA

    Le indagini, coordinate con la Procura nazionale antimafia, hanno svelato un sistema illecito che ha permesso l’ingresso fraudolento di oltre 2.500 cittadini extracomunitari.

    Punti Chiave ArticoloA riciclare i proventi della lucrosa attività illecita ci pensavano alcuni esponenti del clan Cesarano di Castellammare e Pompei che da anni hanno messo le radici nel Salernitano e in maniera particolare nella Piana del Sele, con terre rigogliose e dove lo sfruttamento della mano d’opera straniera è un business quotidiano.  Il business riciclaggio nella Piana del Sele del clan Cesarano Le indagini, svolte in coordinamento con il Procuratore nazionale antimafia, hanno consentito di ricostruire l’intero sistema illecito, a partire dalla costituzione di società ad hoc e dall’utilizzo fraudolento dell’identità digitale di imprenditori ignari, allo scopo di consentire l’inserimento delle istanze per l’ottenimento del nulla osta all’ingresso sul territorio nazionale.
    Venivano poi individuati imprenditori, addetti ai patronati e liberi professionisti che dietro pagamento di denaro da parte dei cittadini extracomunitari interessati predisponevano ed effettuava l’inserimento e curavano le successive pratiche burocratiche.
    Infine un gruppo di soggetti, alcuni dei quali già condannati per il delitti di associazione mafiosa con riferimento al clan camorristico Cesarano attivo a Pompei e Castellammare di Stabia e con propaggini nella provincia di Salerno, riciclavano gli ingenti proventi derivanti dall’attività illecita. Ad essere sfruttati erano i migranti, disposti a pagare cifre esorbitanti per un sogno di vita migliore. Le indagini, ancora in corso, ipotizzano che ogni straniero abbia pagato fino a 4mila euro:
    1.000 euro per la presentazione della domanda2mila euro per il nulla osta e il visto2mila euro per un falso contratto di lavoro (facoltativo) Oltre all’arresto degli indagati, la Dda ha sequestrato un terreno a Battipaglia, denaro e beni per un totale di 6 milioni di euro, e ha trovato 300mila euro in contanti e un libro mastro delle operazioni illecite. Un giro d’affari da capogiro L’operazione della Dda di Salerno ha scoperchiato un giro d’affari da milioni di euro, sfruttando la disperazione di chi cerca una vita migliore. Un monito a non abbassare la guardia contro le infiltrazioni mafiose anche in settori delicati come l’immigrazione. Le indagini, coordinate dalla Dda di Salerno, sono state svolte dalla compagnia di Battipaglia della Guardia di Finanza. Ai 47 indagati sono state notificate misure cautelari (13 in carcere, 24 ai domiciliari, 10 interdizioni per un anno da attività imprenditoriali e professionali) con le accuse, a vario titolo, di immigrazione clandestina, riciclaggio, autoriciclaggio, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Salerno, maxi operazione contro traffico di migranti e riciclaggio: 47 arresti

    Salerno. Dalle prime ore di questa mattina, la Guardia di Finanza di Salerno, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, sta conducendo un’operazione di grande portata contro un’organizzazione criminale dedita al traffico di migranti, al riciclaggio di denaro e all’emissione di fatture false.PUBBLICITA

    L’operazione, che ha visto coinvolti oltre 200 militari della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, ha portato all’arresto di 47 persone e al fermo di altri 7 indagati.

    Punti Chiave ArticoloLe misure cautelari sono state eseguite nelle province di Salerno, Napoli, Caserta, Potenza, Matera, Cosenza, Sassari, L’Aquila e Pesaro-Urbino. Le indagini, avviate da tempo, hanno permesso di disvelare un complesso sistema criminoso che sfruttava il meccanismo del “click day” legato al Decreto Flussi per far entrare illegalmente migranti in Italia.
    Società fittizie e false domande di lavoro Gli indagati, infatti, creavano società fittizie e presentavano false domande di lavoro per i migranti, ottenendo così per loro i permessi di soggiorno.
    Successivamente, i migranti venivano impiegati in nero in aziende conniventi, con l’obiettivo di riciclare denaro proveniente da attività illecite. Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Traffico migranti in Campania: la Procura di Napoli indaga su 80 casi sospetti

    Napoli.Circa 80 casi di ingressi illegali di migranti in Campania sono al centro di un’indagine della Procura di Napoli, che ha già individuato una ventina di indagati.
    Le prime indiscrezioni, trapelate da fonti investigative e riprese da Il Mattino e Repubblica Napoli, rivelano la complessità del sistema di sfruttamento che coinvolge imprenditori compiacenti, intermediari, legali e consulenti dei CAF.

    L’area vesuviana e il Bangladesh
    L’attenzione degli inquirenti si concentra per ora sull’area vesuviana e sugli ingressi di migranti provenienti dal Bangladesh. La catena dell’illegalità prevedeva la falsificazione di contratti di lavoro per far risultare che i migranti avessero un posto di lavoro in Italia al loro arrivo. Ogni ingresso illegale sarebbe stato pagato diverse migliaia di euro, con profitti consistenti per l’organizzazione criminale.
    Possibile coinvolgimento della criminalità organizzata
    Non si esclude che la criminalità organizzata locale abbia avuto un ruolo nella vicenda, sfruttando il traffico di migranti per trarne profitto. Le indagini puntano inoltre a verificare se la rete per gli ingressi dal Bangladesh sia stata replicata in altre zone della Campania, a beneficio di migranti provenienti da altri Paesi.

    La risposta del procuratore Gratteri
    Il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, ha commentato l’allarme lanciato dalla premier Meloni sul “caso Campania”: “Stiamo sul pezzo e non siamo preoccupati: abbiamo migliaia di uomini delle forze dell’ordine, abbiamo magistrati di altissimo livello e monitoriamo qualsiasi tipo di fenomeno”.
    Un’inchiesta complessa e in evoluzione
    L’inchiesta è ancora in pieno svolgimento e i dettagli emersi finora rappresentano solo un primo passo per smantellare un sistema illegale che sfrutta la vulnerabilità dei migranti per trarne profitto. Le indagini proseguiranno per accertare le responsabilità di tutti gli attori coinvolti e per individuare eventuali altri filoni investigativi.
    L’episodio, riportate dalle cronache di Napoli dopo la denuncia della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rappresenta un monito contro lo sfruttamento dei migranti e la necessità di rafforzare i controlli per contrastare il traffico illegale di esseri umani. Le istituzioni e le forze dell’ordine sono impegnate a garantire la legalità e a tutelare i diritti di tutti i cittadini.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Scandalo migranti: rinviati a giudizio moglie, suocera e cognati del deputato Soumahoro

    Rinvio a giudizio per la moglie, la suocera e i cognati del deputato Aboubakar Soumahoro. Una decisione del gip del Tribunale di Latina Giulia Paolini, che ha accolto le richieste delle pubblico ministero Giuseppe Miliano, che contestava agli indagati svariati reati: dalla bancarotta all’autoriciclaggio, passando per la frode. Liliane Murekatete, Marie Therese Mukamitsindo, Michel Rukundo […] LEGGI TUTTO