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    Delmastro visita il carcere di Salerno: “Sovraffollamento? Presto 7.300 nuovi posti”

    Sul fronte del sovraffollamento carcerario, il Governo ha predisposto “84 milioni di euro per 8 nuovi padiglioni detentivi per 640 posti” e “166 milioni di euro, fermi da quindici anni e sbloccati” dal sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove con il ministero delle Infrastrutture “per una capienza detentiva di circa 3mila posti”.Lo puntualizza, riassumendo il suo incontro con la polizia penitenziaria nel carcere di Salerno, lo stesso Delmastro, che nella visita era accompagnato tra gli altri dal deputato di FdI Imma Vietri.
    I due hanno incontrato gli agenti della Polizia penitenziaria e la dirigenza del penitenziario salernitano. “Sostanzialmente – aggiunge Delmastro – abbiamo trovato le risorse, tra manutenzione ordinaria e straordinaria, per 7.000 nuovi posti detentivi. Se considerate che sono 10mila i posti detentivi in sovrannumero, vuol dire che in un anno e qualche mese di Governo abbiamo trovato le risorse per 7.300 nuovi posti.
    Credo di poter dire che riusciro’ a trovarne per 2.700 e, quindi, risolvere il problema storico del sovraffollamento carcerario”.
    “Salerno e’ interessata da un intervento, in questo momento, importante sulla centrale termica di circa 6 milioni di euro di lavori. Quindi, anche Salerno ha avuto la sua quota”, aggiunge Delmastro parlando degli interventi alla casa circondariale ‘Antonio Caputo’ di Salerno.
    “Cosi’ come – aggiunge, accennando al personale – i ragazzi del 181esimo corso, sono atterrati 135 in Campania e 10 mi pare a Salerno. Questo fa parte di una contrattazione di secondo livello che si svolge tra il provveditore e le forze sindacali che decidono, all’unisono, come redistribuire i posti sul territorio.
    Se oggi Salerno puo’ lamentare, fondatamente, di non aver fatto la parte del leone in questo primo turno di 1.479 allievi, certamente le forze sindacali con il provveditore saranno in grado, nel futuro corso di 1.713, di ottenere il legittimo risarcimento”. LEGGI TUTTO

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    La figlia della ristoratrice morta a Selvaggia Lucarelli: “Hai massacrato mamma”

    La morte di Giovanna Pedretti, la ristoratrice trovata morta ieri, ha scatenato un dibattito sul ruolo dei social media e della ricerca della verità.La figlia di Giovanna Pedretti, Fiorina D’Avino, ha accusato Selvaggia Lucarelli, la blogger che ha definito “chiaramente falso al primo sguardo” il post che ha portato tutti i giornali a raccontare la storia della ristoratrice, di aver contribuito alla sua morte con le sue accuse.”L’accanirsi è pericoloso. Grazie cara ‘signora’ per aver massacrato per via mediatica la mia mamma. Cerchi pure la sua prossima vittima”.
    Lucarelli si è difesa, spiegando che non c’è stata nessuna gogna mediatica e nessun ‘odio social’, ma solo “la ricerca della verità” e “un asciutto debunking”.
    Anche Lorenzo Biagiarelli, il compagno di Lucarelli che aveva rilevato alcune contraddizioni tecniche nella recensione postata da Giovanna Pedretti, si è difeso, respingendo le accuse di ‘odio social’ e sostenendo che la morte della donna è stata causata dai suoi problemi personali.
    Critiche sono arrivate anche al Tg3 per un’intervista a Giovanna Pedretti nella quale le era stata chiesta conferma della veridicità della recensione.
    Insomma, il caso di Giovanna Pedretti ha messo in luce le complesse implicazioni etiche della ricerca della verità sui social media.
    Da un lato, è importante che le notizie false vengano smentite, per evitare di diffondere disinformazione e danneggiare le persone.
    Dall’altro lato, è importante farlo in modo responsabile, evitando di alimentare l’odio e la violenza online.
    In questo caso, è difficile dire con certezza se la morte di Giovanna Pedretti sia stata causata dalle accuse di Lucarelli e Biagiarelli.
    Tuttavia, è chiaro che il loro comportamento ha contribuito a creare un clima di ostilità nei confronti della donna, che potrebbe aver avuto un ruolo nella sua decisione di togliersi la vita.
    È un episodio che deve farci riflettere sul modo in cui usiamo i social media e sulla responsabilità che abbiamo nei confronti degli altri. LEGGI TUTTO

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    Oggi è il “Blue Monday”, il giorno più triste dell’anno: i trucchi per superarlo

    Dalle mandorle al petto di pollo, dal provolone al tuorlo d’uovo, la lotta contro il Blue Monday si combate a tavola con alimenti anti-tristezza che favoriscono il ritrovamento del buonumore, incrementando il livello di serotonina nell’organismo e promuovendo il benessere psicofisico.Questa è la posizione espressa dalla Coldiretti in occasione del cosiddetto “lunedì più triste dell’anno,” cadente il 15 gennaio, il terzo lunedì del mese, individuato dallo psicologo britannico Cliff Arnall come il giorno peggiore. Tale tristezza sarebbe attribuibile alla consapevolezza che le festività natalizie sono terminate e non ci saranno altre vacanze fino all’estate. Gli psichiatri evidenziano inoltre il contributo di fattori come la diminuzione della luce e le basse temperature, comuni in questo periodo.
    La Coldiretti sottolinea che il segreto per recuperare il buonumore risiede nella tavola, attraverso il consumo di cibi ricchi di triptofano, un aminoacido essenziale presente in vari alimenti. Quando combinato con carboidrati, ferro e vitamine del gruppo B, il triptofano aiuta ad aumentare i livelli di serotonina nell’organismo, il neurotrasmettitore che regola anche il tono dell’umore.
    Per affrontare al meglio il “lunedì blu,” la Coldiretti suggerisce una colazione a base di frutta secca, in particolare mandorle, uno degli alimenti più ricchi di triptofano con 398 milligrammi per 100 grammi di parte edibile. Queste possono essere accompagnate da latte o yogurt, poiché anche i latticini stimolano la produzione di serotonina.
    Per un pranzo leggero ma umoristicamente benefico, si consiglia l’inclusione di farro (198 mg per 100 g/p.e.) o una zuppa di legumi con fagioli (226 mg per 100 g/p.e.) e lenticchie (202 mg per 100 g/p.e.). Anche le uova, specialmente il tuorlo (237 mg per 100 g/p.e.), costituiscono un’alternativa interessante per contrastare la malinconia.
    A cena, si possono scegliere opzioni come carne bianca di pollo (359 mg di triptofano per 100 g/p.e.) o di maiale, pesce come orate o sarde, o formaggi come provolone (336 mg di triptofano per 100 g/p.e.), pecorino romano, parmigiano reggiano, e grana padano, tutti con un contenuto di triptofano superiore ai 300 milligrammi.
    Come contorno, verdure come asparagi, spinaci, funghi, broccoli e spinaci sono consigliati, poiché offrono un elevato contenuto di vitamine e sali minerali che influenzano positivamente gli stati emotivi.
    In generale, la confederazione conclude sottolineando l’importanza di seguire i principi della Dieta Mediterranea, votata come la migliore dieta al mondo nel 2024 secondo il ranking elaborato dal media statunitense U.S. News & World’s Report, superando la dash e la mind. Questo stile alimentare è ritenuto fondamentale per garantire la salute durante tutto l’anno. LEGGI TUTTO

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    Papa Francesco: “Dimissioni? Al momento non ci penso”

    In un’intervista a Che tempo che fa, Papa Francesco ha espresso il suo dolore per le guerre nel mondo, la sua preoccupazione per il dramma dei migranti e la sua paura per l’escalation bellica.“C’è un’apparente autodistruzione, è difficile fare la pace, non so perché”, ha affermato il Papa, ricordando di non smettere di aggrapparsi alla speranza. “Siamo noi a fabbricare delle delusioni, tante, criminali”, continua raccontando che tutti i giorni telefona alla parrocchia di Gaza.
    “Quanti arabi morti e quanti israeliani morti, due popoli chiamati a essere fratelli, che si distruggono l’un l’altro. Questa è la guerra: distruggere!“. Ma come mai non si può fare la pace? “Dietro le guerre, diciamolo, con un po’ di vergogna, c’è il commercio delle armi”, “tante volte le guerre si continuano, si fanno più ampie, per vendere le armi o per provare armi nuove. La gente che muore è il prezzo che si paga”.
    La guerra toglie il futuro e il sorriso dei bambini e questo “è criminale”, aggiunge, ribadendo che proprio i bambini “sono i grandi sfruttati, i grandi scartati”. A giugno, annuncia, si farà un nuovo incontro mondiale dei bambini “per cercare di attirare l’attenzione sul fatto che i bambini sono il futuro”.
    Le benedizioni alle coppie gay
    Non poteva mancare la domanda sulle benedizioni alle coppie gay, decisione che ha suscitato non poche polemiche. “Delle volte le decisioni non sono accettate, ma la maggior parte delle volte, quando non si accettano, è perché non si conosce”, ha detto il Papa. “Il Signore benedice tutti, tutti, tutti”, ma poi le persone “devono entrare in colloquio con la benedizione del Signore e vedere cosa è la strada che il Signore gli propone. Ma noi dobbiamo prendere per mano e aiutarli ad andare in quella strada, non condannarli dall’inizio”, sottolinea ricordando il “lavoro pastorale della Chiesa” e le raccomandazioni ai confessori: “perdonate tutto e trattate la gente con bontà”.
    In 54 anni di prete “ho negato soltanto una sola volta il perdono, per la ipocrisia della persona”, ammette sottolineando che la riforma più urgente è quella “dei cuori, per tutti i cristiani”.
    Il dramma dei migranti
    “C’è tanta crudeltà”, ha detto il Papa parlando del dramma dei migranti. “Sono trattati tante volte come cose, penso alla tragedia di Cutro, lì davanti, annegati. Ognuno ha il diritto di rimanere a casa o di migrare”.
    La paura più grande
    Poi la paura più grande, “questa escalation bellica”, ha detto il Papa. “Uno si domanda come finirà, con le armi atomiche adesso che distruggono tutto, come finiremo, come l’arca di Noè? Questo mi fa paura, la capacità di autodistruzione che oggi ha l’umanità”.
    La cosa che fa sorridere il Papa
    E la cosa che fa sorridere il Papa? “La tenerezza dei bambini” e “poi i nonni, sono i miei coetanei, mi piace parlare con i nonni, hanno saggezza”. Alla fine: “Vi chiedo di pregare per me, perché io vada sempre avanti, perché io non fallisca nel mio dovere. Ma per favore, pregate a favore, non contro, grazie!”.
    L’intervista di Papa Francesco a Che tempo che fa è stata un’occasione importante per ascoltare le sue parole sulle sfide che l’umanità sta affrontando oggi. Il Papa ha espresso il suo dolore per le guerre, la sua preoccupazione per il dramma dei migranti e la sua paura per l’escalation bellica. Ha anche sottolineato l’importanza della speranza, della misericordia e della preghiera.
    Le parole del Papa sono un invito a tutti noi a riflettere su questi temi e a impegnarci per un mondo più giusto e fraterno. LEGGI TUTTO

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    Il governo abbandona chi soffre di anoressia: proteste per tagli ai fondi

    I disturbi alimentari non sono una scelta, ma purtroppo i fondi per le cure sembrano esserlo. Con quasi quattro milioni di persone che gridano la paura della propria malattia, la situazione è diventata critica.
    L’incertezza del futuro e la protesta contro una decisione politica che mette a rischio ambulatori, terapie e cure sono diventate sempre più evidenti.
    Le voci disperate delle persone affette dai disturbi alimentari gridano la propria preoccupazione per il futuro delle loro cure. La decisione politica di tagliare i fondi mette a rischio la vita di chi soffre di anoressia, bulimia o altri disturbi alimentari. È un grido di paura e disperazione contro una decisione che sembra mettere a rischio la loro guarigione e la loro stessa vita.
    Le conseguenze di questi tagli sono drammatiche, soprattutto per chi soffre di disturbi alimentari. Gli ambulatori, le terapie e le cure che sono vitali per queste persone rischiano di essere compromesse.
    La vita di chi digiuna o si abbuffa, per poi svuotarsi fino a morire, è direttamente messa a rischio da queste decisioni politiche.
    È necessario trovare una soluzione a questa emergenza. Le persone affette da disturbi alimentari non possono permettersi di restare senza cure a causa di tagli ai fondi.
    Le loro vite sono in pericolo e è fondamentale garantire loro l’accesso alle cure di cui hanno disperatamente bisogno. LEGGI TUTTO

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    Neonato abbandonato in un cassonetto dei rifiuti: salvato da un passante

    Scoperta choc ieri sera in provincia di Torino e precisamente a Villanova Canavese dove intorno alle ore 19:40, un operaio nei pressi della sua abitazione ha sentito dei lamenti provenienti da un cassonetto dei rifiuti.
    All’interno di un sacchetto di plastica giaceva un neonato di sesso maschile, con placenta e cordone ombelicale ancora attaccati. L’uomo ha avvertito le forze dell’ordine.
    Il rapido intervento del personale del 118 e dei carabinieri, è stato fondamentale per la tempestiva assistenza del neonato.
    Il piccolo è stato trasportato presso l’Ospedale di Ciriè dove è stato curato e non è in pericolo di vita. In corso le indagini per ricostruire quanto accaduto prima del ritrovamento e soprattutto risalire alla mamma.
    I carabinieri stanno analizzando le immagini delle telecamere della zona per avere elementi utili alle indagini. LEGGI TUTTO

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    Palermo, morto il cane Aron bruciato dal suo proprietario

    Aron non ce l’ha fatta. Il pitbull bruciato dal suo stesso proprietario in una piazza del centro di Palermo alcuni giorni fa si è spento in una clinica veterinaria del capoluogo siciliano.
    A darne l’annuncio è la Lav Palermo, che aveva preso in carico il cane pagando le spese veterinarie per salvarlo. “Aron non c’è più – si legge in un post dell’associazione -. Il suo corpo non ha retto, sebbene lui abbia lottato fino alla fine”.
    Oggi intanto in via delle Croci, a partire dalle 14,30   ci sarà una manifestazione cittadina per il cane legato ad un palo e bruciato vivo e per chiedere giustizia contro il suo aguzzino, un uomo già noto alle forze dell’ordine.
    All’iniziativa organizzata dall’attivista Enrico Rizzi prenderà parte anche il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli che proprio l’altro giorno è intervenuto in Parlamento per chiedere nuove norme per tutelare gli animali.
    “Quel criminale, nonostante il suo orribile e barbaro gesto, è ancora a piede libero.
    Invece deve essere arrestato. “- commenta Borrelli -“La questione è proprio questa, mancano norme efficaci e ben indirizzate. Se pensiamo che attività come la caccia selvaggia e gli spettacoli circensi con gli animali sono ancora consentite, anzi tutelate, vuol dire che abbiamo un grosso problema ed allora dobbiamo farci sentire. Tutti in piazza e diamo voce ai diritti degli animali.” LEGGI TUTTO

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    Vittorio Sgarbi e il quadro rubato: perquisite tre case del sottosegretario

    L’inchiesta dei carabinieri ha portato alla luce una situazione controversa in cui il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi è coinvolto.
    Il dipinto in questione, chiamato “La Cattura di San Pietro”, è stato oggetto di rubo nel 2013 e poi riapparso nel 2021 a Lucca, attribuito come proprietà personale di Sgarbi.
    I carabinieri hanno eseguito perquisizioni presso tre abitazioni di Vittorio Sgarbi e preso in consegna il dipinto per accertamenti scientifici. Sgarbi è stato notificato della sua posizione di indagato con l’accusa di riciclaggio di beni culturali. Sono stati sequestrati anche dispositivi telematici, informatici e documentali.
    Il dipinto, secondo l’accusa, è stato oggetto di operazioni per ostacolarne la provenienza delittuosa, con l’aggiunta di elementi che attribuiscono l’opera a un pittore senese del 1600. Si è scoperto che il dipinto è stato trovato nelle disponibilità della Fondazione “Cavallini-Sgarbi” in un immobile acquistato dal sottosegretario.
    L’indagine si concentrerà sul confronto tra il dipinto sequestrato e un lembo di tela originale lasciato attaccato alla cornice al momento del furto nel 2013. Sgarbi ha sempre negato le accuse e si è difeso con mezzi vari, attaccando giornalisti e minacciando richieste danni milionarie.
    La vicenda ha suscitato grande interesse a livello internazionale, con molti giornali che hanno riportato la notizia e chiesto spiegazioni alla premier Giorgia Meloni. LEGGI TUTTO

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    Frode fiscale: assoluzione postuma per Carlo Giuffrè e sua moglie

    Carlo Giuffrè, famoso attore di teatro scomparso nel 2018, e sua moglie Lidia Panicali sono stati assolti con formula piena.“È crollato oggi, dinanzi al Giudice delle Indagini Preliminari di Roma, il castello delle accuse contro Lidia Panicali e Carlo Giuffré- fa sapere l’avvocato Mario Bernardo- con la pronuncia della sentenza di assoluzione per non avere commesso il fatto”.
    Si chiude dunque “senza incertezze”, prosegue l’avvocato Bernardo, la vicenda giudiziaria cominciata nel 2018 a seguito dell’arresto di un dipendente dell’Agenzia delle Entrate e di un commercialista con le accuse di corruzione, truffa aggravata ai danni dello Stato, frode informatica e accesso abusivo ai dati, “allo scopo di alterare le posizioni fiscali di diversi contribuenti e procurare quale ingiusto profitto la riduzione delle imposte”.
    Grande clamore e curiosità quando uscirono fuori i nomi, i presunti beneficiari degli sgravi fiscali: “In particolare- sottolinea l’avvocato- i coniugi Carlo Giuffré e Lidia Panicali, portati alla ribalta su un palco mediatico ben diverso da quelli frequentati con successo e partecipazione di pubblico”.
    Carlo Giuffrè si spegneva nel novembre del 2018, prosegue l’avvocato Bernardo, “sollevando la Procura dal proseguimento dell’azione penale nei suoi confronti, ma soprattutto senza potere avere contezza del sipario giudiziario, a prova della propria innocenza. Non meno amareggiata è stata la condivisione delle stesse accuse da parte della signora Panicali, negli oltre cinque anni frattanto trascorsi” fino alla sentenza di oggi.
    Anche lei attrice e doppiatrice, figlia di Giulio Panicali, attore e doppiatore tra i più celebri per aver dato voce a grandi star di Hollywood come Robert Taylor, Kirk Douglas, Henry Fonda, Bing Crosby, Glenn Ford e James Mason. Lidia Panicali, chiude l’avvocato Bernardo “ha seguito in prima persona gli sviluppi dell’indagine, ribadendo la propria estraneità agli illeciti contestati. Alla bontà delle sue condotte hanno dato ragione gli esiti odierni, suffragati dalle verifiche tributarie”. LEGGI TUTTO

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    Controlli Nas su produzione olio, 26 denunce, 46mila litri sequestrati

    Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, in collaborazione con il Ministero della Salute, ha condotto una specifica campagna di controlli nel settore oleario nei mesi di novembre e dicembre.
    Questo comparto rappresenta uno dei principali settori della produzione agroalimentare italiana. Durante la campagna, sono stati ispezionati frantoi, aziende produttive e commerciali in un’azione mirata su scala nazionale, intensificando i controlli rispetto al regime ordinario degli altri periodi dell’anno.
    Complessivamente, i Nuclei Antisofisticazioni e Sanità (NAS) hanno effettuato 1.250 ispezioni coinvolgendo gli operatori della filiera, identificando situazioni irregolari in 256 aziende ed esercizi commerciali.
    Sono state denunciate 26 persone alle Autorità Giudiziarie, principalmente per reati di frode in commercio e vendita di prodotti alimentari non genuini. Inoltre, 202 imprenditori sono stati sanzionati per violazioni amministrative, con un importo totale di 189.000 euro.
    Le violazioni riguardavano la mancanza di pulizia e manutenzione degli impianti, l’omessa applicazione delle procedure di tracciabilità e registrazione dell’olio prodotto, talvolta associate allo stato di abusività dei frantoi.
    La campagna ha portato alla sospensione di 22 attività e al sequestro di oltre 46.000 litri di olio non dichiarato o dichiarato di qualità superiore rispetto alla realtà. L’obiettivo principale della campagna era la tutela del consumatore e dell’intero settore produttivo dell’olio di oliva. I controlli continueranno nel corso del 2024, considerando l’importanza economica rappresentata dall’olio extravergine di oliva come eccellenza agroalimentare nazionale.
    Tra gli interventi significativi:
    Sequestro di 230 litri di olio lampante etichettato come extra vergine di oliva in un frantoio della provincia di Mantova.Deferimento in stato di libertà per frode e falso nei confronti dei legali di un oleificio e di una ditta nella provincia di Parma.Sanzione per detenzione di olive prive di informazioni sulla provenienza in un frantoio della provincia di Viterbo.Sequestro di 1.500 kg di olio di oliva privo di tracciabilità in un frantoio del viterbese.Sequestro di 800 litri di prodotti oleari privi di indicazioni sulla tracciabilità presso un frantoio oleario di Messina.Chiusura di uno stabilimento di imbottigliamento olii in provincia di Ragusa, con sequestro di 1.825 litri di olio extravergine di oliva.Sequestro di 60 litri di olio extravergine di oliva privo di documentazione idonea a garantire la tracciabilità in un frantoio/oleificio della provincia di Napoli, con sanzioni per carenze igienicosanitarie e strutturali. LEGGI TUTTO

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    Scommesse illegali in tutta Italia: blitz della polizia

    Vasta operazione in tutte le province italiane della Polizia di Stato nel settore del contrasto al gioco ed alle scommesse illegali, anche finalizzata alla tutela dei consumatori.L’operazione, coordinata dal Nucleo Centrale della Polizia dei Giochi e delle Scommesse del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, rientra in una più ampia strategia di contrasto che vede l’impiego dell’expertise investigativa della Polizia di Stato misurarsi sul fronte nazionale ed estero del gioco illegale e delle scommesse clandestine.
    Nell’ambito di mirate attività di controllo, disposte dal Servizio Centrale Operativo con il diretto impiego anche delle SISCO, sono stati oltre 600 gli esercizi commerciali sottoposti a controllo. Più di 3339 i soggetti identificati, con 40 sequestri di apparecchiature illegali (“totem”, personal computer, AWP e VLT), 66 denunce in stato di libertà connesse all’esercizio abusivo del gioco e delle scommesse ed oltre 215 violazioni amministrative sanzionate, per un importo superiore ai 600.000 euro.
    A Prato, gli agenti hanno individuato e fatto irruzione in una bisca clandestina gestita e frequentata da cittadini di nazionalità cinese. 38 i soggetti denunciati all’Autorità Giudiziaria in stato di libertà per la partecipazione ed esercizio del gioco di azzardo, 9 di essi sono risultati irregolari sul territorio nazionale, con il conseguente sequestro di attrezzatura di gioco e di denaro contante per un ammontare di oltre 110.000 euro.
    A Caltanissetta, i controlli “a tappeto” messi in campo su larga scala dalla Squadra Mobile e dalla SISCO hanno, invece, consentito di individuare anche un vero e proprio laboratorio clandestino per la fabbricazione di armi, comprensivo di tutta l’attrezzatura necessaria per la costruzione di armi corte oltre che di un modello artigianale di pistola e svariato munizionamento di diverso calibro. Tratto in arresto il titolare del sito.
    18 gli esercizi commerciali sottoposti a controllo nella sola città metropolitana di Reggio Calabria, mentre una serie di violazioni in materia di prevenzione e per la sicurezza dei luoghi di lavoro hanno comportato la momentanea chiusura di un’agenzia di scommesse in provincia di Varese. Analoghe violazioni riscontrate anche in provincia di Pesaro-Urbino, dove i controlli hanno peraltro fatto emergere anche l’uso illegale e promiscuo di alcuni circoli privati adibiti a sale gioco. Riporta l’Agenzia Agimeg.
    In tale ambito, il massiccio dispositivo di controllo ha visto l’impiego degli “specialisti” formati nei corsi di qualificazione per la “polizia dei giochi e delle scommesse” organizzati dalla Direzione Centrale Anticrimine, mettendo in campo la professionalità degli operatori scesi in campo presso agenzie di scommesse, negozi di gioco e corner distribuiti in tutte le province italiane.
    L’attività rientra nella costante azione di prevenzione e monitoraggio condotta dalla Polizia di Stato allo scopo di impedire la pratica del gioco e delle scommesse illegali, anche al fine di tutelare l’utenza e prevenire l’erosione illecita di una consistente quota di gettito erariale derivante dalle attività del comparto del gioco pubblico.
    Il monitoraggio, peraltro, ha consentito di attualizzare una costante mappatura delle frequentazioni dei luoghi pubblici e degli esercizi di gioco oltre che delle connesse interessenze economiche, al fine di evidenziare possibili rischi di infiltrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso, anche straniera, nel settore del gioco, talvolta attuata mediante sofisticate tecniche di riciclaggio e reimpiego dei beni di provenienza illecita. LEGGI TUTTO

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    Le 10 regole per combattere il cyberbullismo

    Dieci consigli per contrastare e prevenire il cyberbullismo. Unieuro e Polizia di Stato presentano il primo decalogo in materia.ìCapire i ragazzi e sensibilizzarli su un tema così importante.Il decalogo è stato realizzato dagli studenti grazie alla “Storia di Madi”, una dispensa estiva a fumetti in cui la protagonista è una ragazza vittima di bodyshaming
    Il prefetto Cortese: “Per fare della rete un luogo più sicuro è necessario diffondere una cultura della sicurezza e responsabilizzare i ragazzi su una navigazione più consapevole”
    Marco Titi, direttore marketing di Unieuro: “Il decalogo conferma il valore del progetto #cuoriconnessi e dà ulteriore slancio al nostro impegno quotidiano”
    I consigli del decalogo sono rivolti a tutti, ragazzi, genitori e insegnanti. Sono semplici ma importanti per contrastare e prevenire un fenomeno sempre più diffuso.
    Immedesimarsi nell’altro e mostrare empatia sono le basi per costruire relazioni positive. Il sorriso e l’attenzione per gli altri sono segni di forza e di maturità. Le parole possono ferire e danneggiare la reputazione di una persona.
    Se si è testimoni di cyberbullismo è importante intervenire e aiutare la vittima. Ognuno di noi è responsabile delle proprie azioni e delle proprie omissioni.
    È importante utilizzare il pensiero critico per valutare le informazioni che si trovano online. Rispettare gli altri è fondamentale, anche online
    Utilizzare lo smartphone con prudenza è importante per evitare di condividere informazioni personali o sensibili.ì Chiedere aiuto se ne ha bisogno è un segno di forza
    Rispettare le opinioni degli altri, anche se non si è d’accordo, è importante per costruire un dialogo costruttivo.
    Gli haters sono persone deboli che non sono in grado di confrontarsi con le opinioni diverse dalle proprie. Le persone forti sono quelle che aiutano gli altri, anche quando è difficile.
    Il decalogo è uno strumento prezioso per sensibilizzare i ragazzi e gli adulti su un tema così importante .È un invito a costruire una rete più sicura e inclusiva, dove tutti possano sentirsi rispettati e protetti.
    Ecco i punti principali
    Immedesimarsi nell’altro ci rende persone migliori
    Il sorriso e l’attenzione per il prossimo sono un segno di forza
    Le parole hanno un grande potere
    Aiuta chi è vittima di cyberbullismo
    Siamo responsabili delle nostre azioni e delle nostre omissioni
    Utilizza il pensiero critico
    Rispetta gli altri anche online
    Usa lo smartphone con prudenza
    Chiedi aiuto se ne hai bisogno
    Rispetta le opinioni degli altri
    Gli haters sono deboli
    Le persone forti aiutano gli altri LEGGI TUTTO