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    Scrivere la tesi: guida efficace per gli studenti bloccati

    Capiamo benissimo cosa stai passando. La tesi di laurea: un’impresa epica che sembra fatta apposta per farci sprofondare in un vortice di panico e frustrazione. Ma non temere, caro studente smarrito! Siamo qui per guidarti attraverso questa palude di dubbi e per aiutarti a trasformare il tuo blocco in un trionfo galattico!PUBBLICITA

    Prima di iniziare a scrivere una tesi di laurea triennale https://tesiuniversitaria.online/scrivere-una-tesi-di-laurea-triennale/, lasciamo che ti sussurri un segreto fondamentale: non sei solo. Tutti, ma proprio tutti gli studenti (anche quelli che ora sfoggiano un sorriso smagliante sulla copertina della tesi) hanno vissuto il tuo stesso terrore. È del tutto normale sentirsi bloccati, confusi e sopraffatti.

    Punti Chiave ArticoloMa ecco il colpo di scena: questo blocco non è la fine, anzi, può essere l’inizio di una svolta epica! Come? Seguici in questa galassia di consigli:PUBBLICITA

    Sfida il lato oscuro della procrastinazione: Spezza le catene. Dividi il mammut della tesi in piccoli bocconi meno spaventosi. Pensa a obiettivi giornalieri o settimanali realistici e concediti delle ricompense per ogni traguardo raggiunto. Sfrutta il potere del tempo. Scegli un momento della giornata in cui sei più concentrato e carico di energia. Dedicati esclusivamente alla tesi, lontano da tentazioni digitali e interruzioni. Domina il caos. Tieni in ordine il tuo spazio di lavoro. Un ambiente ordinato aiuta a mettere ordine anche nei pensieri. Illumina il tuo cammino con la conoscenza: Consulta il tuo relatore. Il tuo relatore è il tuo saggio mentore in questa galassia di tesi. Non aver paura di chiedere aiuto e chiarimenti. Esplora la biblioteca. Scopri un universo di libri, articoli e risorse online che possono illuminare il tuo percorso. Coppia come un artista. Leggi le tesi di laurea già pubblicate per trarne ispirazione e capire come strutturare la tua. Scrivi come un vero esperto: Trova la tua voce. Non imitare lo stile di altri, ma sviluppa il tuo linguaggio unico e appassionante. Le parole sono il tuo asso nella manica. Usa un linguaggio chiaro, conciso e preciso. Evita frasi elefantiache e termini astrattamente incomprensibili. Mostra, non solo dire. Utilizza esempi concreti, dati e grafici per rendere il tuo discorso più efficace e coinvolgente. La forza è con te, anche nella revisione: Rileggi come un professionista. Fai attenzione a errori grammaticali, sintattici e di battitura. Controlla la coerenza del testo e la fluidità della narrazione. Chiedi un feedback. Chiedi a un amico o collega di leggere la tua tesi e di darti un feedback onesto e costruttivo. Rifinisci e perfeziona. Non accontentarti della prima stesura. Rileggi, rielabora e perfeziona il tuo lavoro fino a quando non sarai pienamente soddisfatto. Siamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Dal 28 agosto arriva il nuovo digitale terrestre: cosa cambia per i telespettatori

    A partire dal 28 agosto, la Rai inizierà a trasmettere alcuni canali utilizzando il nuovo standard Dvb-t2, segnando il primo passo verso un sistema trasmissivo digitale terrestre di nuova generazione. Questo cambiamento mira a migliorare la qualità delle trasmissioni e ad aumentare il numero di canali disponibili. Nei prossimi mesi, tutti i canali del digitale terrestre saranno gradualmente trasferiti a questo nuovo sistema, anche se la data del passaggio completo non è ancora stata definita.PUBBLICITA

    Per i telespettatori, il primo passo sarà verificare se il proprio televisore è compatibile con il nuovo standard trasmissivo. Per farlo, basterà sintonizzarsi sul canale 558 del digitale terrestre, dove viene trasmesso Rai Sport. Se il canale è visibile, l’apparecchio è già pronto per ricevere il nuovo segnale. In caso contrario, sarà necessario acquistare un decoder o cambiare televisore.

    Tuttavia, molte zone d’Italia, come le comunità montane, alcune aree costiere e le isole, affrontano ancora difficoltà nel ricevere il segnale del “vecchio” digitale terrestre. Queste aree non possono compensare il problema delle antenne obsolete con la banda larga. Per chi vive in queste zone e per chi vuole prepararsi ai futuri cambiamenti, la soluzione migliore è dotarsi di una parabola e sintonizzarsi sulla piattaforma satellitare gratuita di tivùsat.PUBBLICITA

    I telespettatori che sceglieranno tivùsat non dovranno cambiare nulla e continueranno a ricevere oltre 130 canali, inclusi tutti i principali operatori italiani (Rai, Mediaset, La7), con una qualità che la televisione terrestre non può offrire, dall’alta definizione fino al 4K. Questa qualità sarà particolarmente apprezzata durante eventi come gli Europei di calcio quest’estate. L’installazione richiede solo una parabola, un decoder (o una Cam) e una smart card. Il tutto senza alcun canone mensile aggiuntivo e senza doversi preoccupare di eventuali nuovi switch off.
    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Tragedia in Valtellina: morti tre giovani finanzieri

    Tragedia in Valtellina: 3 giovani finanzieri del Sagf perdono la vita durante un’esercitazione in montagna. Un’esercitazione di addestramento si è trasformata in tragedia questa mattina in Valtellina, dove tre giovani militari del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (Sagf) hanno perso la vita precipitando da una parete rocciosa.
    Punti Chiave ArticoloI tre alpini, Luca Piani (32 anni), Alessandro Pozzi (25 anni) e Simone Giacomelli (22 anni), tutti originari della Valtellina, stavano percorrendo il cosiddetto “Precipizio degli Asteroidi” nel comune di Val Masino, quando uno sperone roccioso ha ceduto improvvisamente sotto i piedi di uno di loro, trascinandoli tutti nel vuoto per circa 30 metri. La Tragedia in Valtellina sotto lo sguardo impotente dei colleghi La tragedia in Valtellina si è consumata sotto gli occhi attoniti di due loro compagni, impegnati in un’altra cordata nelle vicinanze, che nulla hanno potuto fare per salvarli. Sul posto sono immediatamente intervenuti i soccorritori, ma per i tre giovani non c’è stato nulla da fare. La Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone, ha aperto un’inchiesta per accertare le esatte cause dell’incidente. Al momento, l’ipotesi più probabile è che il cedimento dello sperone roccioso sia stato causato da un’infiltrazione d’acqua che ne ha minato la stabilità. La notizia della tragedia ha destato profondo cordoglio in tutta la comunità. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso il suo dolore alle famiglie delle vittime, definendo i tre giovani “eroi che hanno perso la vita nel dovere di soccorrere gli altri”. Anche il premier Giorgia Meloni ha voluto manifestare la sua vicinanza ai familiari e al Corpo della Guardia di Finanza. Chi erano le tre vittime Luca Piani, Alessandro Pozzi e Simone Giacomelli erano tutti e tre appassionati di montagna e si erano arruolati nel Sagf con il preciso obiettivo di aiutare gli altri. Erano sempre pronti a intervenire, in qualsiasi condizione atmosferica, per soccorrere persone in difficoltà in montagna. Luca Piani, 32 anni, originario di Villa di Tirano, prestava servizio nella Stazione Sagf di Madesimo.Alessandro Pozzi, 25 anni, residente a Valfurva, era anche lui in forza alla Stazione Sagf di Madesimo.Simone Giacomelli, 22 anni, abitava a Valdisotto, e faceva parte della squadra del luogotenente Christian Maioglio nella caserma del capoluogo valtellinese. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Reggio Calabria, arrestato il macellaio che ha ucciso il ladro

    L’udienza di convalida del fermo di Francesco Putortì, il macellaio di Reggio Calabria arrestato nella notte tra lunedì e martedì dalla squadra mobile e dai carabinieri per l’omicidio di Alfio Stancampiano e il ferimento del complice, si terrà domani pomeriggio alle 15.30 nel carcere di Arghillà.
    Stancampiano, originario di Catania, è stato abbandonato morente lunedì mattina nei giardini dell’ospedale Morelli di Reggio Calabria. Il ferito, anch’egli catanese, è attualmente ricoverato nell’ospedale di Messina. I due uomini, insieme a una terza persona, avrebbero tentato di rubare nell’abitazione di Putortì a Rosario Valanidi, alla periferia sud di Reggio Calabria.
    Putortì, rientrato a casa, ha reagito impugnando un coltello e colpendo i ladri durante una colluttazione prima che riuscissero a fuggire. L’interrogatorio di garanzia avrà luogo davanti al gip Giovanna Sergi. Putortì sarà difeso dall’avvocato Maurizio Condipodero, che probabilmente chiederà la non convalida del fermo e la revoca della misura cautelare.
    Putortì ha confessato agli investigatori e al pm Nunzio De Salvo di aver accoltellato i ladri, che avevano appena rubato le sue pistole legalmente detenute, armi che sarebbero cadute durante la fuga secondo la versione del fermato.
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     Ergastolo per l’infermiera assassina di Piombino

    Condannata all’ergastolo l’infermiera assassina di Piombino. In primo grado a Livorno era stata condannata per omicidio, poi assolta e quindi nuovamente condannata al processo d’appello bis celebrato dopo l’annullamento della Cassazione. È ancora ergastolo per Fausta Bonino, l’infermiera accusata di aver iniettato dosi massicce di eparina a quattro pazienti ricoverati all’ospedale di Piombino (Livorno) dove lavorava, provocandone il decesso. La corte d’assise d’appello di Firenze, dopo quasi un’ora di camera di consiglio, ha accolto la richiesta del pg Fabio Origlio che aveva chiesto il massimo della pena.
    Punti Chiave ArticoloRisultato del processo d’appello La donna, al fianco del marito e del difensore Vinicio Nardo, è rimasta impassibile di fronte alla lettura del dispositivo. “Non me lo aspettavo” ha poi sussurrato come riportato da Sky, mentre abbandonava l’aula 32 del palazzo di giustizia. Si è sempre professata innocente. “Prendiamo atto della sentenza che fa rivivere quella di Livorno – ha detto l’avvocato Nardo al termine dell’udienza -. Siamo curiosi di leggere come sarà fatta la motivazione perché ci sono molti dubbi in questa vicenda, molte incongruenze, molti fatti che non tornano e quindi la Corte d’assise d’appello adesso avrà il compito di mettere in fila queste cose, se ci riuscirà vedremo. Noi faremo ricorso per Cassazione sicuramente. Mi dispiace che non finisce per lei questo calvario che dura da otto anni”. Il caso e le accuse Era il 30 marzo 2016 quando l’infermiera fu arrestata dal Nas dei carabinieri in esecuzione di un’ordinanza del gip di Livorno con l’accusa di aver causato, tra il 2014 e il 2015, la morte di 13 pazienti nel reparto rianimazione all’ospedale di Piombino, dove lavorava. Decessi provocati da emorragie improvvise e letali che, secondo le ipotesi degli inquirenti, sarebbero stati da ricondurre alla somministrazione di massicce dosi di eparina. Una serie di indizi concordanti, secondo la procura di Livorno, conducevano all’infermiera come responsabile degli omicidi: iniezioni dell’anticoagulante, presenza nel reparto dell’infermiera e morti avvenute poche ore dopo la somministrazione del farmaco. La lunga battaglia legale La donna venne poi scarcerata 21 giorni dopo l’arresto: il tribunale del riesame di Firenze revocò la misura ritenendo gli indizi né gravi né concordanti. Decisione poi annullata dalla Cassazione. Delle dieci morti di cui Bonino fu poi imputata, in primo grado con rito abbreviato fu condannata per quattro e assolta per le altre. In appello arrivò l’assoluzione totale, “per non aver commesso il fatto”. Sentenza in parte annullata dalla Cassazione nel maggio di un anno fa: la Suprema corte aveva confermato l’assoluzione per sei casi disponendo un processo d’appello bis per gli altri quattro. Oggi è arrivata la nuova condanna all’ergastolo. Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Rivolta al Beccaria conclusa, nessun ferito

    Rivolta al Beccaria conclusa: i detenuti del carcere minorile di Milano sono rientrati nelle celle dopo gli scontri del pomeriggio.
    Non ci sono stati incendi all’interno dell’Istituto né tentativi di evasione da parte dei minori reclusi. Anche tra gli agenti di polizia penitenziaria e i poliziotti di Stato, intervenuti per circondare l’esterno del Beccaria, non si registrano feriti.
    I tafferugli sono scoppiati a seguito di un provvedimento disciplinare contro un detenuto che, il giorno prima, aveva tentato di strangolare un agente, il quale è stato portato in ospedale e dimesso con cinque giorni di prognosi.
    Il Procuratore della Repubblica di Milano, Marcello Viola, e la pm Rosaria Stagnaro, responsabile dell’inchiesta per torture e maltrattamenti all’interno del carcere, sono stati immediatamente informati dei fatti. La Procura di Milano, guidata da Viola, ha confermato che la rivolta al Beccaria di circa una trentina di detenuti è stata sedata senza che si registrassero feriti, incendi o tentativi di fuga.
    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Papa Francesco si scusa: “Mai inteso offendere i gay”

    Papa Francesco si scusa. Con il termine “frociaggine”, detto nell’incontro a porte chiuse con oltre 200 vescovi italiani, il Pontefice “non ha mai inteso offendere o esprimersi in termini omofobi, e rivolge le sue scuse a coloro che si sono sentiti offesi”, afferma il direttore della sala stampa della Santa Sede Matteo Bruni.
    Aggiunge: “L’uso di tale termine è stato riferito da altri”. Sembra sempre più veritiera l’impressione – come trapelato da alcuni presenti nella riunione nell’Aula del Sinodo – che Bergoglio non fosse davvero consapevole della gravità della parola usata. Una gaffe maldestra che mal si concilia con le aperture che lui ha sempre dimostrato verso il mondo LGBTQ.
    E se in Vaticano l’imbarazzo per lo scivolone resta, c’è chi ipotizza che il termine “frociaggine” sia stato suggerito ad arte da chi ha l’obiettivo di screditarlo. “Papa Francesco è al corrente degli articoli usciti di recente circa una conversazione a porte chiuse con i vescovi della CEI”, sottolinea Bruni rispondendo alle domande dei giornalisti. “Come ha avuto modo di affermare in più occasioni, ‘Nella Chiesa c’è spazio per tutti, per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo, tutti’”.
    Il Papa non è nuovo a gaffe, a espressioni colorite, senza dar troppo peso alle sfumature che una parola può avere in italiano, che non è la sua lingua madre, o in un italiano tradotto al momento dallo spagnolo nei suoi interventi a braccio. Un esempio, sempre riferito all’omosessualità, è l’uso del termine “psichiatrico” al posto di “psicologico” riguardo al supporto che un giovane potrebbe avere nel caso non fosse sicuro del suo orientamento sessuale.
    Anche in quell’occasione, le polemiche non mancarono, ma lo stesso Francesco, all’inizio del suo Pontificato, parlando di sé e del fatto che avesse preferito abitare a Santa Marta invece che nell’appartamento del Palazzo Apostolico, parlò di “ragioni psichiatriche”, suggerendo la non perfetta padronanza dell’italiano nelle sue sfaccettature, tra “psichiatria”, “psicologia” o “psicanalisi”, anche se uno psicanalista il 40enne Bergoglio lo ha frequentato.
    L’amaro in bocca resta per come l’”incidente” sia successo, in un incontro a porte chiuse. Appare sbiadita nel tempo la fatidica frase di Papa Francesco “chi sono io per giudicare?” che segnò una svolta, e fa dimenticare che è lo stesso Pontefice che più volte ha accolto e ascoltato i drammi di numerose trans in Vaticano (con alcune di loro intrattiene una relazione epistolare).
    Lui stesso, tramite il Dicastero per la Dottrina della Fede, ha dato il via libera alla possibilità per un transessuale o un omosessuale di ricevere il battesimo o di fare il padrino o la madrina, o di essere testimone in un matrimonio. L’accesso ai seminari è comunque una questione di non poco conto.
    Vi è una riflessione all’interno della CEI sui criteri da seguire per ammettere i futuri sacerdoti. Sulla presenza nella Chiesa di persone omosessuali vi è uno scontro durissimo tra ultraconservatori e progressisti, come dimostra il divario sempre più largo con la Germania, dove i vescovi sfidano la Chiesa di Roma sulle benedizioni alle coppie gay, nonostante il documento “Fiducia Supplicans” sul senso pastorale delle benedizioni a coppie irregolari o dello stesso sesso. Documento che ha accresciuto i malumori anche tra i conservatori.
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    Tesori d’arte tornano a casa: 600 opere recuperate dai Carabinieri negli USA

    Un vero e proprio tesoro d’arte e storia è tornato in Italia. I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale hanno infatti recuperato dagli Stati Uniti ben 600 opere, per un valore complessivo di circa 60 milioni di euro. Si tratta di reperti archeologici, dipinti, sculture e altri manufatti di inestimabile valore, frutto di scavi clandestini e furti avvenuti in diverse zone d’Italia.
    Tra i pezzi più pregiati spicca un grande principe ellenistico in bronzo del I secolo a.C., un tetradramma in argento da Naxos del IV secolo a.C. con Dioniso e Sileno, un contorniato di Traiano sottratto al Museo archeologico Oliveriano di Pesaro nel 1978, e monete in oro rubate al Museo Archeologico Nazionale di Parma nel 2009.
    Le indagini, condotte dal Comando dei Carabinieri Tpc in collaborazione con diverse procure della Repubblica nazionali e il supporto del New York District Attorney’s Office e dell’Homeland Security Investigations statunitense, si sono protratte per diverso tempo. Grazie a un’efficace cooperazione internazionale e all’utilizzo di strumenti innovativi come la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti dei Carabinieri Tpc e il sistema S.W.O.A.D.S. (Stolen Works Of Art Detection System), è stato possibile rintracciare e recuperare le opere disperse negli Stati Uniti.
    Il sottosegretario Gianmarco Mazzi ha sottolineato l’importanza di questo rientro, non solo per il valore economico e storico delle opere, ma anche come testimonianza della collaborazione tra Italia e Stati Uniti nella lotta al traffico di beni culturali. “Questo è un messaggio chiaro a trafficanti e trafugatori”, ha affermato Mazzi, aggiungendo che “la lotta al crimine non ha frontiere e deve essere combattuta insieme dagli stati sul piano bilaterale e multilaterale”.
    L’ambasciatore Usa a Roma, Jack Markell, ha ribadito il forte impegno degli Stati Uniti nella salvaguardia del patrimonio culturale a livello globale. Ha inoltre espresso gratitudine all’Italia per l’assistenza tecnica che verrà fornita per il restauro della Cattedrale della Trasfigurazione a Odessa, in Ucraina, danneggiata dal conflitto in corso.
    Le opere recuperate saranno ora sottoposte a un attento lavoro di catalogazione e studio per determinarne la provenienza e la destinazione finale. Il direttore generale Musei del Mic, Massimo Osanna, ha evidenziato il “valore straordinario” della collezione, sia per la quantità che per la qualità dei manufatti. “Abbiamo vasi greci e magnogreci di altissimo livello, bronzi o argenti che ricordano quelli di area vesuviana del Museo archeologico di Napoli”, ha precisato Osanna.
    Il ritorno di queste opere rappresenta un passo importante nella tutela del patrimonio culturale italiano. Grazie all’impegno e alla professionalità dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, l’Italia può finalmente riavere indietro una parte preziosa della sua storia e della sua identità. LEGGI TUTTO

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    Tre morti sul lavoro: l’Italia piange le vittime e i sindacati chiedono misure urgenti

    Ancora una volta, l’Italia si trova a fare i conti con una tragica realtà: quella dei morti sul lavoro. In un solo giorno, tre vite sono state spezzate da incidenti avvenuti in diverse zone del Paese.
    Un operaio di 33 anni ha perso la vita ieri sera nel Pesarese, schiacciato da un macchinario in una fabbrica. Questa mattina, la drammatica conta si è arricchita di altri due decessi: un operaio di 44 anni è caduto da un’altezza di diversi metri a Modena, mentre un muratore di 65 anni ha subito lo stesso tragico destino a Roggiano Gravina, in provincia di Cosenza.
    Un’altra tragedia si è verificata a Torre del Lago, dove quattro operai sono rimasti feriti in modo grave al Teatro Pucciniano, dopo essere stati travolti dalle scenografie. Fortunatamente, le loro vite non sono in pericolo.
    A queste vittime si aggiunge un uomo di 53 anni, deceduto per un malore mentre si trovava al lavoro in un’azienda agricola a Pavia.
    L’ondata di incidenti ha provocato una forte mobilitazione da parte dei sindacati, che denunciano la mancanza di sicurezza sul lavoro e chiedono interventi urgenti. “La sola notizia lascia sgomenti un’intera comunità, oltre ai familiari a cui va tutto il nostro cordoglio”, commentano Cgil, Cisl e Uil di Pesaro Urbino, annunciando un presidio per domani vicino all’azienda dove ha perso la vita il giovane 33enne.
    Le forze dell’ordine e il personale dell’Ispettorato del lavoro sono al lavoro per ricostruire le dinamiche di tutti gli incidenti. “La mattanza non si ferma”, denuncia Simone Celebre, segretario generale della Fillea Calabria. “Nonostante i tanti avvisi si continua a morire sul lavoro”.
    I sindacati chiedono di rafforzare il Servizio Prevenzione e di individuare azioni concrete per ridurre il numero di incidenti. Propongono inoltre di utilizzare l’intelligenza artificiale per l’analisi di modelli che potrebbero prevenire potenziali rischi.
    Fabrizio D’Ascenzo, presidente dell’Inail, ha consegnato alla Commissione Lavoro della Camera un documento che illustra una serie di progetti in cui le nuove tecnologie saranno impiegate per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.
    L’obiettivo è quello di scongiurare future tragedie e garantire il diritto di ogni lavoratore a tornare a casa sano e salvo.
    La strage di morti sul lavoro non può essere accettata. È necessario un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni e delle parti sociali per fermare questa emorragia di vite umane.
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    LA GIORNATA A ROMA Benigni show, dal bacio al Papa al campo largo. E in piazza San Pietro c’è anche la premier Meloni

    La Giornata Mondiale dei Bambini si è conclusa con uno spettacolo indimenticabile in Piazza San Pietro. Il protagonista della serata è stato il Premio Oscar Roberto Benigni, che ha regalato risate e momenti di riflessione, riuscendo perfino a far ridere di cuore Papa Francesco. In prima fila c’era anche la Premier Giorgia Meloni, accompagnata dalla figlia Ginevra, dopo un incontro privato con il Pontefice prima della messa.Benigni, con il suo inconfondibile stile, ha alternato battute e momenti toccanti nel suo monologo. Ha raccontato di come da bambino sognasse di diventare Papa, ma quando le persone ridevano, decise di fare il comico. Ha scherzato sulla possibilità di candidarsi alle prossime elezioni insieme al Pontefice: “Mettiamo sulla scheda il nome Jorge Mario Bergoglio, detto Francesco: vinciamo subito”. Le risate hanno coinvolto tutti, dai cardinali ai bambini, dalle suore agli accompagnatori.
    Il comico toscano ha anche avvicinato Papa Francesco per baciarlo, confessando di voler esprimere il suo affetto in modo tangibile: “Santità, vorrei stringerla, baciarla, non so come dimostrarle affetto, amore. Potrei ballare un tango qua davanti”. Con un sorriso ha aggiunto: “Un bacio però glielo posso dare, a che servono i baci se non si danno? È un bacio che arriva da tutti loro, che ne vale centomila”.
    Ma il discorso di Benigni ha toccato anche temi seri. Ha rilanciato gli appelli di Papa Francesco per la pace, criticando la mancanza di misericordia e amore nel mondo, che porta alla guerra, definendola “il più stupido dei peccati”. Ha citato Giovanni Paolo II, esortando i bambini a fare della loro vita un capolavoro.
    Lo show ha concluso una due-giorni che ha visto a Roma ragazzi di tutto il mondo per celebrare la prima Giornata Mondiale dei Bambini. La prossima edizione si terrà a settembre del 2026, ma i bambini torneranno a Roma già il prossimo anno per il loro Giubileo, il 24 e 25 maggio. Piazza San Pietro ha accolto 50.000 persone, tra piccoli e accompagnatori, per ascoltare un Papa che si è fatto catechista, spiegando il concetto della Trinità e ribadendo il messaggio della misericordia: “Gesù perdona tutto, perdona tutti, perdona sempre”.
    Papa Francesco ha anche chiesto preghiere per la pace: “Pregate per noi, pregate per i genitori, pregate per i nonni, pregate per i bambini ammalati e soprattutto pregate per la pace, perché non ci siano le guerre”. Durante l’Angelus, ha chiesto semplicemente: “Salutate i vostri nonni”. In Vaticano era presente anche Lino Banfi, affettuosamente noto come il “nonno d’Italia”.
    Infine, Papa Francesco ha ringraziato gli organizzatori dell’evento, tra cui padre Enzo Fortunato e Aldo Cagnoli, e ha sottolineato la presenza di un nutrito gruppo di chierichette a servire la messa, un evento raro per una celebrazione solenne a San Pietro. La Giornata Mondiale dei Bambini si è chiusa con il sorriso del Papa e la speranza di un futuro di pace e misericordia. LEGGI TUTTO

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    L’EPISODIO Giornata di caos sull’alta velocità tra Roma e Firenze, ritardi e disagi

    Amaro risveglio per chi doveva viaggiare con l’Alta Velocità in questa domenica. Un guasto tra Arezzo e Orvieto ha causato forti rallentamenti sulla linea Roma-Firenze, con ripercussioni significative su tutti i treni in transito. I tabelloni delle stazioni segnalavano ritardi fino a due ore, provocando inevitabili disagi per i passeggeri, che hanno affollato le biglietterie in cerca di informazioni e rassicurazioni su quando sarebbero riusciti a partire.
    Il problema è iniziato alle 8 del mattino e si è risolto alle 9.55. Il guasto, comunicato ai passeggeri attraverso altoparlanti, a bordo dei treni e tramite i canali di infomobilità, è stato causato dalla disconnessione del sistema Rbc (Radio Block Center). Questo sistema è cruciale per fornire dati geografici specifici e chiavi crittografiche ai treni, determinando la loro posizione, velocità, direzione di marcia e spazio di frenata. L’Rbc calcola l’area di occupazione di ciascun treno, regolando la velocità per evitare collisioni impreviste.
    I treni Alta Velocità sono stati deviati sulla linea convenzionale tra Orte e Orvieto, registrando così un aumento dei tempi di percorrenza fino a 80 minuti. Alle 13, erano 41 i treni Alta Velocità, tra Trenitalia e Italo, interessati da ritardi tra 40 e 60 minuti. Due convogli di Trenitalia, il Milano-Salerno e il Roma-Milano, hanno registrato ritardi superiori a 135 minuti. Oltre ai ritardi, ci sono state modifiche di percorso, con alcuni treni che hanno terminato la corsa a Roma Tiburtina anziché a Termini, aggravando ulteriormente la situazione soprattutto nella capitale, già congestionata per il passaggio del Giro d’Italia con la volata finale al Colosseo.
    A metà mattinata, Trenitalia ha comunicato un progressivo ritorno alla normalità della circolazione ferroviaria grazie all’intervento dei tecnici di Rfi, che hanno ripristinato la piena funzionalità della linea, sebbene con rallentamenti significativi. Numerosi passeggeri sono rimasti in attesa per tutta la mattinata alla stazione di Firenze Santa Maria Novella, dove i ritardi hanno avuto ripercussioni anche su alcuni treni regionali.
    Molti stranieri presenti nella stazione centrale del capoluogo toscano hanno aspettato con pazienza di partire per raggiungere altre città italiane. Situazione analoga alla Stazione di Roma Termini, dove italiani e turisti sono rimasti incollati ai tabelloni sperando di poter finalmente prendere il treno e proseguire il loro viaggio. LEGGI TUTTO

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    IL CASO L’influencer Siu fuori dal coma, le indagini intanto proseguono

    Soukaina El Basri, conosciuta da tutti come Siu, si è risvegliata dal coma farmacologico questa mattina. La giovane influencer di 30 anni era stata ricoverata d’urgenza giovedì scorso all’ospedale di Biella, dopo aver dichiarato di essersi ferita in casa. In seguito, era stata trasferita all’ospedale di Novara, dove era stata operata e posta in coma farmacologico.
    Sebbene Siu si sia risvegliata, i medici non hanno ancora sciolto la prognosi. Nelle prossime ore sono previsti ulteriori accertamenti clinici per valutare le conseguenze dell’incidente, che ha visto la donna rimanere in arresto cardiaco per oltre mezz’ora. Gli inquirenti sperano di poter presto interrogare Siu per chiarire definitivamente cosa sia accaduto nella villetta di Chiavazza a Biella, dove la donna viveva con il marito, Jonathan Maldonado, 37 anni, attualmente in carcere con l’accusa di tentato omicidio.
    Maldonado, assistito dall’avvocato Giovanna Barbotto, si proclama innocente, ma le due versioni fornite sull’accaduto non hanno convinto magistrati e polizia: prima ha parlato di un incidente domestico, poi di un gesto autolesionistico della moglie, che a suo dire soffriva di depressione. Tuttavia, la ferita al torace non è compatibile con l’oggetto indicato da Maldonado.
    Diversi elementi suggeriscono che la coppia fosse in profonda crisi. Siu aveva presentato una denuncia per maltrattamenti contro il marito nel maggio 2023, ritirandola poi a dicembre. Testimonianze descrivono la gelosia di Jonathan e le sue frequenti scenate. Inoltre, c’è mistero sulla rottura dei sigilli apposti dalla procura alla casa di Chiavazza dopo il sequestro: gli inquirenti sospettano che Maldonado sia il responsabile, dato che la sua auto è stata vista parcheggiata a lungo nei pressi dell’abitazione.
    Per lunedì prossimo, alle 18.30, è stato organizzato un presidio di solidarietà per Siu a Biella, convocato via social con il titolo “Ci vogliamo vive”. “Siamo arrabbiate e doloranti per l’ennesimo episodio di violenza che vede la nostra città salire agli onori delle cronache,” si legge nel volantino dell’iniziativa. “Per questo abbiamo organizzato un presidio di solidarietà per Sokaina El Basri, la donna ridotta in fin di vita e ricoverata in rianimazione qualche giorno fa.” LEGGI TUTTO