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    Imprenditore accusato di violenza sessuale, la vittima: “Violentata nel sonno”

    Un imprenditore napoletano di 42 anni, appartenente all’alta società della città, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una professionista di 39 anni.PUBBLICITA

    Secondo la denuncia presentata dalla donna, l’episodio si sarebbe verificato nel luglio 2023, in un’abitazione dsi san Giovanni a Teduccio, dove era presente anche un amico dell’imprenditore di 35 anni

    La vittima ha riferito agli inquirenti della Procura di Napoli che dopo aver trascorso alcuni giorni a Castel Volturno con l’uomo e che in quei giorni aveva avuto un comportamento da “Gentiluomo” di essersi spostati poi a san Giovanni a Teduccio.
    Li ad attenderli vi era un conoscente dell’uomo, e i due avevano avanzato la richiesta di avere un rapporto sessuale a tre. La donna naturalmente aveva rifiutato ma i due avevano cominciato a sniffare cocaina rosa cercando di approfittare di lei.

    La donna ha raccontato che poi l’imprenditore avrebbe approfittato del suo stato di incoscienza per abusare di lei.
    L’altra persona presente quella notte, un imprenditore di 35 anni, difeso dall’avvocato Massimo Autieri, è stata inizialmente coinvolta nelle indagini, ma successivamente è stato prosciolto. L’indagine preliminare, infatti, non ha trovato prove a suo carico. Il processo nei confronti dell’imprenditore accusato inizierà a breve.

    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, presa la gang degli usurai di San Giovanni a Teduccio

    Napoli. Avevano ridotto sul lastrico un piccolo imprenditore di san GHiovanni a Teduccio che era costretto a versare interessi mensile del 100% a fronte di un presitito che aveva chiesto al gruppo di usurai.PUBBLICITA

    L’uomo stanco delle continua richieste da parte del gruppo legato a una famiglia di camorra della zona, si è rivolto ai carabinieri e ha fatto arrestati gli usurai.

    E infatti i Carabinieri di Napoli hanno eseguito tre fermi, su disposizione della Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di altrettante persone accusate di usura, estorsione, detenzione illegale di armi e spaccio di droga, reati aggravati dal metodo mafioso.
    L’operazione, condotta dai Carabinieri di Poggioreale e dal Nucleo Investigativo, ha preso di mira un gruppo criminale che avrebbe vessato un uomo del quartiere San Giovanni a Teduccio, costringendolo a pagare debiti a tassi usurai esorbitanti, spesso superiori al 100% al mese.

    I tre arrestati, tra cui due senza precedenti penali, sono stati convalidati in carcere dal Giudice per le Indagini Preliminari.
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    Casoria, bancarotta fraudolenta: assolto l’imprenditore dei fiori

    Casoria. P.P., uno dei più noti grossisti di fiori del Mezzogiorno, è stato assolto con formula piena dal tribunale di Casoria dall’accusa di bancarotta fraudolenta.PUBBLICITA

    L’imprenditore, al centro di una complessa vicenda giudiziaria dopo il fallimento della sua azienda, era stato accusato di aver emesso assegni scoperti per evitare di saldare i debiti.

    Punti Chiave ArticoloLe accuse e l’indagine La vicenda era esplosa oltre un anno fa, quando i creditori della società di P.P. avevano sollevato dubbi sulla gestione finanziaria. Il fallimento improvviso dell’azienda, un punto di riferimento nel settore florovivaistico del Sud Italia, aveva lasciato numerosi fornitori senza pagamento. L’accusa sosteneva che l’imprenditore avesse emesso assegni scoperti pur sapendo di non avere i fondi sufficienti, con l’intento di ritardare i pagamenti e aggravare la situazione di insolvenza.
    Il processo e la difesa Il caso ha avuto grande eco mediatica, sia per la notorietà di P.P. nel settore, sia per le implicazioni legali per altre aziende in difficoltà. Il processo ha visto l’impegno dell’avvocato difensore Domenico Iodice, il quale ha sostenuto che il fallimento fosse dovuto a una serie di eventi avversi, tra cui la crisi economica che aveva colpito duramente il settore florovivaistico.
    Iodice ha presentato prove dettagliate a sostegno della sua tesi, dimostrando che P.P. aveva tentato in ogni modo di mantenere la liquidità aziendale, ricorrendo agli assegni postdatati come ultimo tentativo di guadagnare tempo per trovare una soluzione. L’assoluzione e la sentenza Un elemento chiave della difesa è stata la dimostrazione che l’imprenditore non avesse agito con dolo, ossia con l’intento di frodare i creditori. Il giudice, accogliendo la tesi difensiva, ha assolto P.P. con formula piena.
    La sentenza ha riconosciuto che, sebbene vi fossero stati errori nella gestione aziendale, non vi erano prove di intenti fraudolenti. Il giudice ha sottolineato che, pur considerando l’emissione di assegni scoperti un atto grave, nel caso specifico mancava la volontà di ingannare. Significato e implicazioni Il caso di P.P. evidenzia la complessità delle vicende legate ai fallimenti aziendali e ribadisce l’importanza di un sistema giudiziario equo e imparziale. L’assoluzione dell’imprenditore rappresenta non solo una vittoria personale, ma anche un monito a distinguere tra errori gestionali e veri e propri reati di frode. Con la reputazione finalmente riabilitata, P.P. può guardare al futuro con rinnovata speranza e determinazione. Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Cervinara imprenditore narcotizzato e derubato in casa

    Un imprenditore di Cervinara, in provincia di Avellino, è stato narcotizzato e derubato di una ingente somma di denaro in contanti custodita nel portafoglio.PUBBLICITA

    L’uomo si è risvegliato questa mattina, tramortito, all’interno della sua abitazione di via Scaccani. I ladri sono entrati la notte scorsa forzando la porta principale dell’abitazione, al cui piano superiore vive la famiglia del fratello.

    Punti Chiave ArticoloSono in corso le indagini da parte degli agenti del locale Commissariato della Polizia di Stato, ai quali la vittima del furto ha riferito di non essersi accorta di nulla.  La polizia sta controllando le telecamere Gli agenti stanno controllando le telecamere della zona e anche quelle della banca dove aveva fatto il prelievo per capire se qualcuno lo ga seguito.
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    Ischia: Imprenditore sotto indagine per traffico illecito di rifiuti via mare

    Ischia.Un’operazione congiunta tra l’Ufficio Circondariale Marittimo di Ischia e la Procura di Napoli ha portato all’emissione di un’ordinanza di divieto di dimora nei confronti del titolare di una ditta isolana coinvolta nel presunto traffico illecito di rifiuti via mare.PUBBLICITA

    L’imprenditore, indagato per traffico illecito di rifiuti, si è visto recapitare il provvedimento, emesso dal Gip di Napoli su richiesta della Procura partenopea, che gli vieta la permanenza in tutti i comuni dell’isola d’Ischia.

    Le indagini, avviate dalla Polizia Giudiziaria della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Ischia, hanno fatto luce su un’illegale attività di gestione di rifiuti edili inerti da parte della ditta in questione.
    I rifiuti, stoccati presso il sito di messa in riserva dell’azienda, venivano smaltiti illegalmente con singoli viaggi giornalieri via mare su navi di linea diretti in terraferma.

    Oltre al divieto di dimora, il Gip ha disposto il sequestro del mezzo navale utilizzato per il trasporto illecito e dell’intero sito aziendale, dove venivano svolte le principali attività della ditta.

    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Camorra, confiscati beni per 4milioni di euro a imprenditore legati al clan Zagaria

    I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno confiscato beni per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro a un imprenditore di Casapesenna risultato affiliato al clan dei Casalesi – fazione Zagaria.PUBBLICITA
    Il provvedimento di confisca, emesso dalla Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e confermato dalla Corte di Cassazione, riguarda un imprenditore già condannato in via definitiva per associazione mafiosa.

    Punti Chiave ArticoloLe indagini, condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno accertato che l’imprenditore, in concorso con altri, si aggiudicava appalti pubblici grazie all’intervento del boss Michele Zagaria. In cambio, versava al clan una tangente del 5% sull’importo dei lavori e ulteriori somme a Zagaria e ai suoi familiari.

    Gli accertamenti patrimoniali Gli accertamenti patrimoniali eseguiti dalla Guardia di Finanza hanno evidenziato una sproporzione tra i redditi dichiarati dall’imprenditore e il valore dei beni nella sua disponibilità e del suo nucleo familiare, in un periodo che va dal 1997 al 2015.
    La confisca Questa sproporzione, sintomo di un’illecita accumulazione di ricchezze nel tempo, ha portato alla confisca irrevocabile di: 5 società12 autoveicoli2 natanti9 rapporti finanziari5 immobili7 terreni Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Imprenditore di Sant’Antimo gambizzato nella sua concessionaria a Sant’Arpino

    Antimo Petito, un imprenditore di 42 anni originario di Sant’Antimo ma residente a Casandrino, è stato gambizzato nel suo ufficio con quattro colpi di pistola alle gambe.
    L’attentato è avvenuto ieri pomeriggio nella sede della sua società di noleggio auto con annesso autolavaggio, situata a Sant’Arpino, al confine tra Frattamaggiore, Grumo Nevano, Sant’Antimo e Sant’Arpino.
    Gli investigatori stanno indagando sul fatto e non escludono alcuna pista. L’uomo è stato trasportato in ospedale. Le sue condizioni non sono gravi i medici dopo aver stabilizzato lo hanno operato per estrargli i proiettili e ricomporre le fratture. Ne avrà per 30 giorni.
    Intanto sentito a sommarie informazioni dai carabinieri ha dichiarato di non aver mai ricevuto minacce ne richieste estorsione e di non sapersi spiegare i motivi dell’attentato nei suoi confronti.
    I militari hanno anche preso visione di tutte le immagini delle telecamere di sorveglianza che ci sono nella zona per dare un volto e un nome agli assalitori.
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    Qualiano, scoperto cantiere edile non a norma: denunciato imprenditore

    A Qualiano, i carabinieri stanno effettuando controlli sulla sicurezza sul lavoro e hanno denunciato l’amministratore unico di un’azienda edile per mancanza di parapetti in un cantiere.
    Durante un intervento nel cantiere di via Campana, dove si stavano svolgendo lavori di ristrutturazione, i militari hanno rilevato l’assenza di parapetti, comminando sanzioni per oltre 12mila euro e sospendendo l’attività imprenditoriale.
    I controlli continueranno anche nei prossimi giorni per assicurare e verificare la sicurezza sul lavoro. LEGGI TUTTO

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    Maddaloni, assolto imprenditore per il reato di appropriazione indebita

    Il tribunale penale sammaritano ha assolto Giovanni Ferraro, un imprenditore di 49 anni attivo nel settore dei trasporti e del facchinaggio in diverse zone e settori commerciali della Campania.
    Il reato contestato era quello di appropriazione indebita aggravata, relativo al presunto furto di un autocarro di un’altra ditta di trasporti e facchinaggio. Dopo numerosi anni, la vicenda giudiziaria che ha coinvolto Ferraro è giunta alla sua conclusione, con la sua piena assoluzione da parte del tribunale.
    La decisione della giudice dott.ssa Sofia Sellitto ha accolto le richieste dei difensori dell’imputato, gli avvocati Raffaele G. e Gaetano Crisileo. Ferraro era stato accusato di non aver restituito l’automezzo, nonostante le richieste di restituzione provenienti dall’altra ditta e un successivo sequestro del veicolo da parte della Polstrada di Napoli.
    Tuttavia, la difesa dell’imprenditore è riuscita a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati, portando alla sua piena assoluzione. Ferraro, noto nel settore della logistica e privo di precedenti penali, ha quindi visto finalmente conclusa la vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto.
    Questo verdetto rappresenta un’importante vittoria legale per Ferraro e sottolinea l’importanza di una difesa efficace e competente in situazioni simili. LEGGI TUTTO

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    IL FATTO Sequestro di beni per 295mila euro a società e imprenditore nel Napoletano

    I finanzieri del gruppo di Torre Annunziata (Napoli) hanno attuato un decreto di sequestro preventivo per un importo di 295.446,83 euro, emesso dal gip di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina. Il provvedimento riguarda una società e il suo legale rappresentante, indagato per indebita compensazione di crediti inesistenti.
    L’indagine, avviata in seguito a verifiche fiscali dell’amministrazione finanziaria, è stata condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Massa Lubrense. Si è scoperto che la società, operante nel settore della ristorazione con somministrazione, aveva dichiarato nel 2019 un credito d’imposta per “ricerca e sviluppo” derivante da uno studio sul “decision making” aziendale. Tuttavia, la ricerca riguardava obiettivi non correlati alle attività effettivamente svolte dalla società.
    Il provvedimento di sequestro è stato emesso nei confronti della società e del rappresentante legale per l’intero ammontare dei crediti inesistenti, indebitamente compensati nelle dichiarazioni relative agli anni 2020 e 2021. Durante l’operazione, è stata sottoposta a vincolo giudiziario l’intera somma oggetto del sequestro, comprensiva di 22.223,76 euro su disponibilità finanziarie e 273.223,07 euro su un immobile a Sorrento di proprietà dell’indagato. LEGGI TUTTO

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    Sant’Agnello, picchiò attivista del Wwf: arrestato imprenditore di Castellammare

    I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Torre Annunziata, Napoli, hanno messo agli arresti domiciliari Salvatore Langellotto, un imprenditore edile di Castellammare già condannato per associazione con il clan Esposito.
    Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale oplontino su richiesta della Procura. Langellotto è sospettato di aver pestato Claudio D’Esposito, presidente del WWF Terre del Tirreno, a Sant’Agnello, il 26 marzo dell’anno scorso.
    L’imprenditore avrebbe anche ripetuto minacce contro D’Esposito e il giornalista Vincenzo Iurillo del Fatto Quotidiano durante un servizio trasmesso dal programma Le Iene. Le minacce riguardavano un articolo scritto da Iurillo sulla strana benedizione dei nuovi veicoli dell’azienda di Langellotto in una chiesa del piccolo centro della Penisola Sorrentina.
    Langellotto, con precedenti per camorra, avrebbe picchiato D’Esposito provocandogli gravi lesioni a causa di vecchi dissapori legati alle numerose denunce presentate dal presidente del WWF per la protezione dell’ambiente e del paesaggio della Penisola Sorrentina.
     L’imprenditore è stato posto agli arresti domiciliari
    Secondo l’accusa, queste denunce avrebbero danneggiato gli interessi imprenditoriali di Langellotto nel settore edile. Il Procuratore Nunzio Fragliasso ha dichiarato che l’aggressione è stata “brutale ed incivile”. Dopo le formalità di rito, Langellotto è stato messo agli arresti domiciliari in attesa dell’interrogatorio di garanzia. LEGGI TUTTO

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    Pozzuoli, arrestato parente di un boss del clan Longobardi-Beneduce

    I carabinieri della Compagnia di Pozzuoli hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese. Tale ordinanza è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia.
    La misura riguarda una persona sospettata di atti persecutori, reato aggravato dall’utilizzo del “metodo mafioso”, in quanto l’indagato ha richiamato il proprio legame di parentela con esponenti di spicco dell’associazione camorristica nota come clan Longobardi – Beneduce, attiva nel territorio di Pozzuoli.
    L’indagato, a partire dall’aprile 2022, avrebbe molestato in modo ripetuto un imprenditore locale e i suoi familiari, causando un persistente e grave stato d’ansia e paura. L’obiettivo sembrerebbe essere quello di generare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto. LEGGI TUTTO