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    Napoli, arrestato Patrizio Bosti junior: era evaso da Torino

    Era tornato a Napoli dopo che a fine giugno, era evaso dal proprio domicilio di Torino ove era ristretto in esecuzione della misura cautelare degli arresti domiciliari.PUBBLICITA

    Sulle orme di Parizio Bosti junior 20 anni, figlio di Ettore e nipote omonimo del boss Patrizio fondatore dell’Alleanza di Secondigliano, vi erano tutte le forze dell’ordine. Sospettavano che fosse a Napoli dove può vantare su un a fitta di rete di complicità

    Punti Chiave ArticoloMa stamane gli agenti della squadra mobile di Napoli lo hanno stanato e arrestato in esecuzione di un provvedimento di aggravamento della misura cautelare disposto dalla Corte d’Appello di Napoli; poiché, a fine giugno, era evaso dal proprio domicilio di Torino ove era ristretto in esecuzione della misura cautelare degli arresti domiciliari. L’aggressione ai titolari del ristorante Cala la Pasta ai Decumani Patrizio Bosti junior era stato arrestato nel giugno 2022 da personale della Squadra Mobile di Napoli in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in quanto gravemente indiziato dei reati di violenza privata e favoreggiamento aggravati dal metodo mafioso, a seguito dell’aggressione posta in essere il 16 maggio 2022 presso il ristorante “Cala la Pasta”.
    Le indagini degli agenti della Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo a seguito dell’evasione, coordinate dalla locale D.D.A., hanno consentito di rintracciare il giovane latitante in un’abitazione di Napoli, di proprietà di un soggetto incensurato, denunciato in stato di libertà per procurata inosservanza di pena aggravata dal metodo mafioso. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Sparatoria al festival del sordo: morto un secondo bikers

    Tragedia a Capaccio Paestum: sale a due il bilancio delle vittime della sparatoria al Festival del Sordo.PUBBLICITA

    Dopo la morte di Ettore Crò, avvenuta il 5 agosto, un nuovo lutto ha colpito la comunità sorda. Vincenzo Spera, 58enne di Marsala, è deceduto ieri, 9 agosto, a causa delle ferite riportate nella sparatoria avvenuta durante il Festival Internazionale del Sordo di Capaccio Paestum lo scorso 14 luglio.

    Punti Chiave ArticoloI due biker, entrambi membri del gruppo napoletano Deaf Bones Motorcycles, erano stati colpiti da colpi di pistola esplosi dai fratelli Gaetano e Raffaele Ciccarelli, anch’essi sordi, originari di Quliano. Spera, in particolare, era stato raggiunto da due proiettili all’addome e al braccio destro. L’unico sopravvissuto alla sparatoria, un biker emiliano, è ancora ricoverato in ospedale.
    La moglie di Vincenzo Spera, Caterina, ha espresso tutto il suo dolore sui social, ricordando il marito come un uomo coraggioso e lasciando un messaggio commovente. Il commovente messaggio della moglie di Vincenzo Spera “La vita a volte è imprevedibile, ingiusta. La tua scomparsa mi ha lasciato un vuoto. Sarà strano non averti qui, accanto a me. Hai lottato con audacia fino all’ultimo. Il tuo sorriso sarà impresso nel mio cuore. Mi manchi e mi mancherai ogni giorno della mia vita. Sei andato via assieme ad Ettore, sarete compagni di vita anche su, in cielo. Ti amo e ti amerò per sempre”.
    Con la morte di Crò e Spera, si aggrava la posizione dei fratelli Ciccarelli, già accusati di tentato omicidio plurimo e porto abusivo di arma da fuoco. Ora dovranno rispondere anche di duplice omicidio. Le indagini dei carabinieri sono ancora in corso per ritrovare l’arma del delitto. Gaetano Ciccarelli si trova agli arresti domiciliari, mentre Raffaele, ritenuto l’autore materiale degli spari, è in carcere. Nella foto le due vittime: Vincenzo Spera ed Ettore Crò Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Crollo Scampia, tutte fuori pericolo le bambine coinvolte. Dimesse in 4

    Le bambine di 7 e 4 anni coinvolte nel crollo alla Vela Celeste di Scampia, a Napoli, non sono più in pericolo di vita. Lo ha comunicato l’ospedale pediatrico Santobono Pausilipon, fornendo un aggiornamento sulle condizioni delle sette piccole pazienti, di età compresa tra i due e i dieci anni, ricoverate a seguito dell’incidente.PUBBLICITA

    P.A., la bambina di 7 anni, è ricoverata dal 1° agosto nel reparto di Neurochirurgia Funzionale. I medici riportano “miglioramenti dello stato di coscienza”. La piccola risponde agli ordini verbali, anche se in maniera talvolta incoerente. Ha iniziato la fisiokinesiterapia fin dal primo giorno di ricovero ed è seguita da un team di psicologi. Continua a essere sottoposta a controlli chirurgici e strumentali per monitorare l’evoluzione delle contusioni interne subite durante il crollo.

    M.B., la bambina di 4 anni, è stata trasferita ieri dalla Terapia Intensiva Pediatrica al reparto di Neurochirurgia Funzionale. L’ospedale ha comunicato che la piccola è sveglia e non presenta deficit motori focali. È seguita dai fisioterapisti per la riabilitazione e dai neuropsichiatri infantili per supporto psicologico e gestione dello stato di agitazione psicomotoria.
    B.M., di 10 anni, è ricoverata in Ortopedia dopo essere stata operata per una frattura pluriframmentaria del femore. Il suo decorso post-operatorio prosegue con un monitoraggio clinico e una terapia medica. È in attesa di un intervento maxillo-facciale per una frattura alla mandibola. Le altre quattro bambine, due di 2 anni, una di 4 e una di 9, sono state dimesse dall’ospedale.

    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Napoli pregiudicato gambizzato stamane ai Quartieri Spagnoli davanti ai turisti

    Napoli. E’ abbastanza eclatante ma anche inconsueto il fatto che si spari di mattina davanti ai turisti.PUBBLICITA E’ accaduto stamane intorno alle 10:30 in via San Pantaleone nel cuore dei Quartieri Spagnoli che a quell’ora già pullulavano di turisti da ogni parte del mondo.Un agguato e un segnale per marcare il territorio. Il ferito è una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine: 59 anni e con una sfilza di precedenti penali.Era a piedi nei vicoli quando il rombo di uno scooter ha rotto l’atmosfera magica e festante dei turisti. Poi gli spari. Più di uno che hanno centrato l’uomo alle gambe,.Le urla, il fuggi fuggi generale e la richiesta di soccorsi. Trasportato al vicino ospedale Pellegrini dove poco dopo sono arrivati anche i carabinieri avvertiti dai medici del Pronto soccorso.L’uomo è stato raggiunto da due colpi d’arma da fuoco alle gambe. Non è in gravi condizioni ed è cosciente.Secondo una prima ricostruzione ancora al vaglio degli investigatori l’uomo sarebbe stato avvicinato da alcuni sconosciuti in via San Pantaleone. Uno di questi gli avrebbe sparato alle gambe senza alcun apparente motivo.Le indagini sono in corso per chiarire dinamica e matrice. Le cronache di Napoli delle ultime settimane hanno raccontato di numerosi episodi simili. ma anche di stese e attentati e arresti.L’estate rovente non solo dal punto di vista metereologico continua in mote zone di Napoli: Quartieri Spagnoli compresi.Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Pozzuoli, imprenditore sotto usura per 25 anni: per 70mila euro ne ha dovuti restituire 200mila

    Imprenditore di Pozzuoli, compromesso dai debiti al punto da affidarsi a uno strozzino. Non l’ha fatto quest’anno ma ben 25 anni fa.PUBBLICITA E ora la decisione di denunciare e far arrestare l’aguzzino che per ben 25 anni gli ha tolto ogni cosa destinandolo a una vita di sacrifici e sofferenze.Punti Chiave ArticoloLa sua è storia simile a tanti altri incapaci di vedere una via d’uscita e che cadono nel giogo malvagio degli strozzini con violenze, minacce, ricadute psicologiche, e instabilità familiari.Nel 1999 chiese per la prima volta un prestito di 5 milioni di lire. Li ottenne subito e, altrettanto velocemente, il debito aumentò del 30%.Nuovi prestiti furono necessari per coprire quelli vecchi, con interessi che aumentavano di decine di punti percentuale.Poi l’arrivo dell’euro e di nuove richieste. Prima 10mila, poi 16500.Somme restituite ma con una sovrattassa che fece lievitare il debito da 27500 a 55mila.2011, la richiesta all’usuraio supera i 60mila che a tassi applicati sfiora i 120mila da restituire.Nel 2018 sono 200mila.La decisione di denunciare arriverà solo in questi giorni.I carabinieri della stazione di Pozzuoli hanno documentato tutta la storia, raccogliendo ogni possibile dettaglio utile a ricostruire oltre 20 anni di sofferenza. Per un presitito complessivo di 70mila euro ne ha dovuti restituire 200milaHanno scoperto che a fronte dei 70mila euro materialmente ottenuti, la vittima era stata costretta a pagarne più di 200mila.Gli stessi militari hanno organizzato uno scambio controllato di denaro, accompagnando discretamente la vittima all’incontro con l’usuraio.Disposti in più punti d’osservazione, i carabinieri hanno atteso che la vittima consegnasse il denaro. A scambio avvenuto è scattato il blitz.In manette Nunzio Bitonto, 62enne di Qualiano già noto alle forze dell’ordine.E’ ora in carcere, dovrà rispondere di usura ed estorsione.Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, la breve vita criminale del baby boss Massimiliano Santagata: caccia agli altri fedelissimi

    Napoli.Aveva lanciato la sfida al clan Carillo-Perfetto di Pianura decapitato dagli arresti e dai blitz dello scorso anno.PUBBLICITA Ma è stata breve la vita criminale del nuovo gruppo di baby boss di Pianura con a capo Massimiliano Santagata. Il giovane ieri è stato arrestato insieme con due coetanei, suoi fedelissimi: Francesco Olgato e Salvatore Carpentieri .I tre sono accusati di tentato omicidio e porto e detenzione di armi comuni in luogo pubblico. Ma la polizia, che ha condotto le indagini sotto il coordinamento della Dda di Napoli, e ha effettuato gli arresti cerca almeno altri due complici e si lavora per individuare altri affiliati al neonato gruppo criminale.I tre arrestati sono accusati di essere gli autori dell’agguato teso nel pomeriggio del 4 maggio scorso ai danni di un pregiudicato sottoposto all’epoca dei fatti alla misura cautelare degli arresti domiciliari nella sua abitazione di via vicinale Torciolano 9, nel quartiere Pianura.Agguato fallito perché la vittima si accorse in tempo dell’arrivo del gruppetto di cinque killer. Ed è stato lui stato a denunciare alla polizia e ad identificare i tre arrestati.Gli inquirenti sono al lavoro per scoprire se il gruppo di Santagata si sia reso protagonista di altre stese ed attentati nel corso degli ultimi mesi. Un mese fa, infatti, nell’abitazione di un cognato di Massimiliano Santagata era stato scoperto un fucile a canne mozze pronto all’uso e oltre cinquanta munizioni.(da sinistra nella foto Massimiliano Santagata, Francesco Olgato e Salvatore Carpentieri )Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Emergenza rifiuti in Campania: il termovalorizzatore di Acerra si ferma

    A causa di un grave guasto alla turbina, il termovalorizzatore di Acerra, un impianto fondamentale per la gestione dei rifiuti in Campania, è stato costretto a fermare il lavoro per almeno dieci giorni.PUBBLICITA L’interruzione, annunciata dalla Regione Campania, rischia di innescare una nuova emergenza rifiuti, soprattutto con l’arrivo del caldo estivo. Punti Chiave ArticoloLe cause del guasto e le conseguenzeIl guasto al sistema di lubrificazione della turbina ha reso necessario lo spegnimento completo dell’impianto. Secondo le stime iniziali, la riattivazione potrebbe richiedere almeno dieci giorni, ma questa tempistica potrebbe variare in base agli esiti degli approfondimenti tecnici in corso.La Regione Campania ha già messo in atto un piano d’emergenza per far fronte alla situazione, prevedendo lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti nelle fosse di accumulo del termovalorizzatore e negli impianti di trattamento provinciali. Tuttavia, l’allarme resta alto, soprattutto in vista di Ferragosto.L’importanza del termovalorizzatore di AcerraL’impianto di Acerra svolge un ruolo cruciale nella gestione dei rifiuti in Campania, trattando ogni anno oltre 700mila tonnellate di rifiuti urbani. La sua chiusura prolungata potrebbe avere gravi ripercussioni sull’intero sistema di smaltimento dei rifiuti regionali.Non è la prima volta che il termovalorizzatore di Acerra si trova al centro di una crisi. Nel 2019, l’impianto fu chiuso per diversi mesi a causa di interventi di manutenzione straordinaria. Anche in quell’occasione, si verificarono criticità nella gestione dei rifiuti.Le proteste contro l’ampliamento dell’impiantoLa notizia del guasto arriva in un momento di forte dibattito sulla questione dell’ampliamento del termovalorizzatore. Negli ultimi mesi, cittadini e associazioni ambientaliste hanno espresso la loro contrarietà al progetto di una quarta linea, ricevendo anche il sostegno del vescovo di Acerra e del Consiglio comunale.Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Napoli, agguato fallito al rione Traiano: auto crivellata di proiettili

    Napoli. Anche le armi dei clan del rione Traiano rispondono presente alla ripresa della faida.PUBBLICITA E’ il quarto quartiere della città che nel giro di una settimana vede riesplodere i venti di guerra tra le varie famiglie criminali.L’altra sera, intorno alle 23, la polizia è intervenuta in via Lattanzio a seguito di segnalazioni di colpi d’arma da fuoco.Sul posto, gli agenti hanno trovato una Fiat Panda crivellata di proiettili e recuperato sette bossoli. Il proprietario dell’auto, un uomo incensurato, ha dichiarato di non avere nemici.Gli investigatori sospettano che l’auto sia stata colpita per errore, forse durante un agguato a qualcuno che si trovava in zona.Questo episodio riaccende i riflettori sulla faida che da anni terrorizza i quartieri di Fuorigrotta, Soccavo e Bagnoli. A inizio luglio si erano già verificate altre sparatorie, attribuite allo scontro tra i clan Troncone e Iadonisi-Esposito, supportati dai Sorianiello.Le forze dell’ordine stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza per identificare i responsabili dell’ennesima stesa di camorra.Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Detenuto suicida nel Tribunale di Salerno durante la convalida. Ciambriello: “Sono sconfortato”

    Salerno. Si è suicidato nel Tribunale di salerno dopo l’udienza di convalida dell’arresto avvenuto sabato scorso.PUBBLICITA La notizia della morte del 48enne Luca Di Lascio di Montecorvino Rovella in provincia di Salerno ha fatto alzare ancora di più l’asticella dell’allarme e della preoccupazione del Garante dei Detenuti della Campania, Samuele Ciambriello.“Sconfortato davanti all’ennesimo suicidio che si è consumato ieri in Campania. Suicidio anomalo avvenuto nel Tribunale di Salerno con dei lacci legati al lavandino dei sanitari della camera di sicurezza dopo aver sostenuto l’udienza per la convalida dell’arresto. Era arrivato sabato all’istituto penitenziario di Fuorni. Con amarezza e preoccupazione lancio un appello alla politica e alla società civile rispetto all’acuirsi dello stato di sofferenza delle persone detenute. Servono interventi immediati ed urgenti di prevenzione. Luca rappresenta il 7 suicidio in Campania dall’inizio dell’anno”. Ha commentato nella sua nota, Samuele Ciambriello. “Come si vede anche nel caso di Luca – prosegue il Garante -, ci sono situazioni di vulnerabilità e di fragilità per coloro che entrano nel circuito carcerario, c’è bisogno di figure di ascolto qui ed ora. Il suicidio in carcere rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia penitenziaria e anche per gli altri detenuti”. La salma, conclude Ciambriello, è a disposizione del pm per le indagini sull’accaduto e sulla causa del decesso.Era stato arrestato perché pretendeva denaro dalla madre molto anziana per acquistare stupefacenti.Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Maxi blitz anti droga a Marano: 18 arrestati. Ci sono anche dei latitanti. TUTTI I NOMI

    Marano di Napoli: un’organizzazione dedita allo spaccio. Per ogni affiliato la “mesata”. Carabinieri arrestano 18 persone, altri sono attivamente ricercatiPUBBLICITA I  Carabinieri della Compagnia di Marano di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli – sezione riesame, a seguito di un appello proposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Punti Chiave ArticoloL’operazione ha portato all’arresto di 18 persone, di cui 11 in custodia in carcere e 7 agli arresti domiciliari. Gli arrestati sono gravemente indiziati, a vario titolo, di reati legati all’associazione per il traffico illecito di sostanze stupefacenti e alla detenzione di droga ai fini di spaccio.Altre persone coinvolte nell’inchiesta sono attivamente ricercate e irreperibili e quin di latitanti.L’ordinanza cautelare è divenuta definitiva dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati dagli indagati.L’organizzazione criminale operava a Marano e nelle zone limitrofe, distribuendo stupefacenti in diversi comuni campani. Gli affiliati ricevevano mensilmente le cosiddette “mesate” per l’attività di spaccio svolta nei vari punti di vendita.Ecco i nomi degli arrestatiLuciano Campus, Pasquale Carbone, Sandrino Castellano, Luigi Cesaro, Maurizio Esposito, Gaetano Marrandino, Aurelio Castellano, Gennaro Corrado, Marcello Tipaldi, Diego Vallozzi, Aniello Zampella, Gennaro Carbone, Raffaele Cerullo, Pasquale Corrado, Luca Gargiulo, Giovanni Montagna, Antonio Pinto, Mirko Russo.Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Camorra, fallito agguato agli Strazzullo nella zona della Torretta

    Napoli. Sembra che i clan di camorra si siano dati un segnale comune di ripresa delle armi e così copo Pianura e Ponticelli si torna a sparare anche nella centralissima zona della Torretta di Chiaia.PUBBLICITA Dopo una serie di arresti avvenuti l’anno scorso, che hanno colpito i gruppi Strazzullo e Frizziero-Piccirillo-Cirella, l’ombra della ripresa della faida ha fatto capolino i vicoli prima di Mergellina.Un agguato si è consumato in Cupa Caiafa. Il commando non è riuscito portare a termine la missione di morte perché la vittima designata è scappata, rifugiandosi in un appartamento al piano terra.Agguato fallito e avvenuto davanti a molte persone che erano ancora in strada a quell’ora. Secondo quanto riporta il quotidano Il Roma, l’aggressione fallita sarebbe collegata a un conflitto che da tre anni scuote i vicoli vicini alla riviera di Chiaia.La contrapposizione tra i clan Strazzullo da una parte e i Frizziero-Piccirillo-Cirella dall’altra per il controllo non solo delle piazze di spaccio della zona ma anche di tutto quello che ruota attorno al business del mare, della ristorazione e della movida.L’obiettivo dell’attacco sarebbero stati due giovani affiliati al gruppo Strazzullo, già colpito duramente dagli arresti dell’anno scorso ma ancora attivo nella zona.E ad entrare in azione sarebbe stato un gruppo di giovani criminali emergenti legati ai Cirella.Gli investigatori sono al lavoro spulciando le immagini delle telecamere pubbliche e private presenti nella zona per individuare passaggio e fuga della moto con i killer in sella.Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Crollo Scampia: il perito consegna la relazione preliminare al pm

    Ha già depositato una relazione preliminare agli investigatori il perito della procura di Napoli, un ingegnere, incaricato di fare degli accertamenti sul crollo del ballatoio avvenuto nella vela celeste di Scampia, che ha provocato tre morti e 12 feriti tra cui sette bambine.PUBBLICITA A questa prima informativa farà seguito, allo scadere dei 60 giorni dal conferimento dell’incarico quella definitiva.Intanto è serrata, e si sta concentrando sull’acquisizione di atti inerenti l’ordinanza di sgombero mai eseguita del 2015 e sugli interventi di manutenzione, l’istruttoria dell’indagine della procura di Napoli (pm Manuela Persico, procuratore aggiunto Sergio Amato) che ipotizza, ancora contro ignoti, i reati di crollo e omicidio colposi, e di lesioni colpose.Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO