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    Far West ad Afragola, sparatoria in pieno giorno: feriti zio e nipote

    Una nuova ondata di violenza ha sconvolto oggi pomeriggio la città di Afragola.PUBBLICITA

    In pieno giorno, un commando di una decina di persone, armati e a volto coperto, ha seminato il panico in via Morelli, aprendo il fuoco contro due uomini, Salvatore Forte e Catello Forte, zio e nipote, entrambi con precedenti penali.

    Punti Chiave ArticoloL’agguato è avvenuto in modo fulmineo. Gli aggressori, giunti in sella di moto e scooter, hanno esploso una ventina di colpi di pistola, colpendo di striscio Salvatore Forte. Catello Forte, invece, è stato ferito con il collo di una bottiglia rotta. Panico tra i passanti La scena, da film western, ha gettato nel panico i numerosi passanti presenti. Centinaia di persone sono scappate a gambe levate, cercando riparo dietro le auto in sosta o negli androni dei palazzi. La paura è stata palpabile, con testimoni che hanno raccontato di aver vissuto attimi di terrore.
    Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato di Afragola e della squadra mobile di Napoli. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, sono ancora in corso, ma l’ipotesi più accreditata è quella di un regolamento di conti legato al traffico di stupefacenti. Una città sotto choc Questo ennesimo episodio di violenza riaccende i riflettori sulla situazione di Afragola. Solo pochi mesi fa, la città era stata teatro di una violenta rissa in piazza Castello, tra due famiglie rivali, conclusasi con diversi feriti. La recrudescenza della criminalità organizzata desta profonda preoccupazione tra i cittadini, che chiedono maggiori controlli e un deciso intervento delle istituzioni per riportare la legalità.
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    Madonna il 16 agosto a Pompei ma per una visita privata agli Scavi: niente festa

    “Non ci sarà nessuna festa, tanto meno con 500 persone, è prevista solo la presenza in forma privata dell’artista, ma sarà una visita del tutto privata”.PUBBLICITA

    Con queste parole, al termine della riunione del comitato per l’ordine pubblico tenutasi in Prefettura a Napoli, il prefetto partenopeo Michele di Bari fa chiarezza sull’ipotesi di una festa agli Scavi di Pompei per celebrare il compleanno della popstar Madonna.

    Quella di Madonna venerdì 16 agosto sarà “una visita del tutto privata, con elementi di curiosità culturale, dove credo che ci sarà anche un incontro con il direttore all’interno del parco” sottolinea il prefetto di Bari.
    “C’è una grande attenzione culturale da parte di Madonna, lei ama questo parco archeologico e non vede l’ora di andarci. Ma la cena non ci sarà. Nulla di tutto questo – ribadisce – c’è soltanto un evento culturale all’interno del parco”.

    Quanto alle misure da adottare, il prefetto si limita a dire che “saranno adeguate”. “Quelle previste – specifica – quando avvengono questi eventi con personalità che possono attrarre molte persone.
    Quanto invece ai possibili itinerari ancora non abbiamo notizie precisi, sono questioni che poi maturano di giorno in giorno. Per ora si parla di Pompei”.
    Per il prefetto l’arrivo della popstar è da considerarsi “un riconoscimento dei progetti della città archeologica”.

    “Madonna ama Pompei – ribadisce – e ama questo parco archeologico non vede l’ora di andarci, ma è, ripeto, una visita del tutto privata per fini culturali”.
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    Mare bollente in Campania: superiore a 30 gradi

    Chi ha fatto il bagno in mare in Campania in queste ultime settimane non ha mai avvertito la differenza di temperatura tra quella corporea e quella dell’acqua e quindi alcun brivido.PUBBLICITA

    Questo perché la prima decade di agosto quest’anno è stata caratterizzata in Campania da temperature del mare particolarmente elevate.

    Punti Chiave ArticoloLa serie di prelievi di acque costiere effettuati dall’Arpac dal 6 all’8 agosto mostra temperature sopra i 30°C in molteplici località: lo scorso 7 agosto, ad esempio, sono stati misurati 30,0°C a Napoli-Trentaremi, 31,0°C a Sorrento-Marina Grande, 30,5°C a Camerota-Spiaggia del Mingardo. Nel sito di misura non influenzato da effetti antropici locali, ubicato fra Vivara e Procida in corrispondenza della Riserva statale di Vivara e dell’Area marina protetta Regno di Nettuno, lo scorso 6 agosto sono stati misurati 29,6°C, il dato più alto della serie storica di questo sito.
    Il fenomeno risulta generalizzato sull’intero litorale regionale, dal confine con il Lazio a quello con la Basilicata, con valori di temperatura delle acque costiere superiori ai 29°C nella quasi totalità dei prelievi effettuati nelle 328 acque di balneazione in cui è suddivisa la costa campana. I dati elaborati dall’Arpa Campania sono congruenti con quanto rilevato a grande scala dai sistemi satellitari: ad esempio i dati Sentinel elaborati dal sistema Copernicus dell’Unione europea mostrano al 10 agosto temperature di oltre 29°C nel Golfo di Napoli. I dati dell’Arpa Campania rilevano l’anomalia della temperatura del mare Dai dati dei satelliti Usa elaborati dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) e confrontati con i dati storici si rileva una anomalia di temperatura del mare di 3°C in Campania nella prima decade di agosto.
    Questa anomalia ha impatti sulle biocenosi marine con coralli, per le quali Noaa prevede nei prossimi 15 giorni un livello di allerta elevato. Anche i fenomeni meteorologici estremi sono favoriti da temperature del mare superiori a 28°C, che possono in linea generale facilitare la formazione di Medicanes, una sorta di microuragani mediterranei, in presenza di condizioni di instabilità e afflusso di masse d’aria fredda sopra il mare caldo. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Napoli, il mistero dell’omicidio dell’agente di riscossione Carlo Bocchetti

    Napoli. E’ stato ucciso Carlo Bocchetti il 59enne agente riscossore di crediti per conto di un’agenzia privata.PUBBLICITA

    Il 18 giugno scorso fu trovato privo di vita nella sua abitazione in via Generale d’Ambrosio a pochi passi dall’Albergo dei poveri di Piazza Carlo III. Era steso sul divano con dei lividi al collo.

    Punti Chiave ArticoloE -come anticipa Il Mattino- quei segni erano il chiaro segnale di uno strangolamento. Conferma arrivata dopo due mesi circa dalla perizia medico legale svolta sul corpo. Ora quindi, la squadra mobile di Napoli sotto il coordinamento della Procura di Napoli indaga per omicidio. La vittima aveva bevuto tanto vino. A terra furono trovate decine di bottiglie.
    L’assassino ha approfittato probabilmente del suo stato di incoscienza e ha avuto vita facile a strangolarlo a mani nude mentre l’uomo era sul divano. Si cercano tracce genetiche sia sul corpo di Carlo Bocchetti sia sulle bottiglie di vino ma anche sulla porta e in casa. Chi lo ha ucciso sicuramente è una persona che la vittima conosceva e che ha fatto entrare in casa. Non vi sono segni di effrazioni ne sulla porta ne su balconi e finestre. E tra l’altro dall’abitazione non è stato portato via nulla.
    Le telecamere potrebbero venire in aiuto degli investigatori E’ questo il mistero. Perché Carlo Bocchetti è stato ucciso. La polizia sta passando al setaccio tutte le telecamere pubbliche e private presenti nella zona per scovare qualche movimento sospetto. Per il momento il giallo rimane. L’unica certezza è che Carlo Bocchetti è stato ucciso: ora bisogna scoprire perché e chi è stato. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, colpo ai narcos: sequestrati 188 chilogrammi di cocaina

    Napoli. Colpo ai narcos della città: la polizia ha sequestrato 188 chilogrammi di cocaina in un container nel porto. Il valore commerciale è di oltre 30 milioni di euro.PUBBLICITA

    Si tratta di uno dei più importanti sequestri di droga degli ultimi anni a Napoli città. Un carico del genere sarebbe servito a fornire numerosi clan non solo della città ma di tutta la Campania e probabilmente anche di alleati della ‘ndrangheta calabrese.

    Punti Chiave ArticoloLa droga, quasi certamente acquistata con il sistema delle “puntate” ovvero di acquisto di quote del carico da parte dei singoli clan. E ora dopo il sequestro la polizia continua le indagini per risalire a chi era destinata la droga e scoprire eventuali complicità all’interno del porto di Napoli. L’operazione è stata portata a termine ne, pomeriggio di domenica 11 agosto 2024, nell’area portuale di Napoli.
    E’ stato il personale della Questura di Napoli, Squadra Mobile – VII sezione Antidroga -insieme con operatori dell’Agenzia delle Dogane ,ad effettuare il sequestro 163 panetti di cocaina per un peso lordo di circa 188 kg. occultati all’interno di un container proveniente dal Sudamerica e destinati a Napoli. Le attività svolte hanno consentito di localizzare il contenitore d’interesse nella stiva del suddetto natante che risultava, da un primo controllo, privo di sigillo di Polizza. Le operazioni di perquisizione seguite allo sbarco hanno permesso di rinvenire e sequestrare il prezioso carico opportunamente occultato tra gli imballaggi di quello legale.  Il carico era nascosto tra la merce proveniente dal Sud America La vendita della sostanza stupefacente sequestrata, immessa sul mercato, avrebbe fruttato, all’ingrosso, poco meno di cinque milioni di euro e, al dettaglio, all’incirca 30 milioni di euro.
    Le indagini in corso sono volte ad identificare i destinatari dello stupefacente e accertare le modalità con cui questo sarebbe stato sdoganato e portato all’esterno dell’area portuale. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Allerta caldo in Campania prorogata fino a Ferragosto

    Il Centro funzionale della Protezione civile della Regione Campania ha prorogato l’avviso di allerta per ondate di calore attualmente in atto fino alle ore 8 di giovedì 15 agosto.PUBBLICITA

    La criticità riguarderà l’intero territorio regionale dove si prevedono temperature che potranno essere superiori ai valori medi stagionali di 3-5°C, un tasso di umidità che, soprattutto nelle ore serali e notturne, potrà superare l’80% e condizioni di scarsa ventilazione.

    Queste le raccomandazioni della Protezione civile della Campania: “Non uscire nelle ore più calde della giornata, di non esporsi al sole o praticare attività all’esterno e di limitare gli spostamenti con l’auto.
    Particolare attenzione devono prestare i cardiopatici, gli anziani, i bambini e i soggetti a rischio. Tenere sempre correttamente arieggiati gli ambienti. Provvedere a tenersi idratati bevendo acqua. Prestare attenzione anche agli animali domestici”.

    Le autorità locali competenti sono invitate a mantenere in essere le procedure di propria pertinenza relative alla vigilanza per le fasce fragili della popolazione.
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    Pompei, i resti di altre due vittime dell’eruzione ritrovati nella Regio IX

    Pompei. Durante gli scavi nella Regio IX, Insula 10 nell’antica Pompei, gli archeologi hanno portato alla luce i resti di un uomo e una donna, periti nell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.PUBBLICITA

    La scoperta più sorprendente è stata fatta accanto al corpo della donna: un piccolo tesoro, composto da monete d’oro, d’argento e bronzo, oltre a preziosi ornamenti come orecchini d’oro e perle.

    Punti Chiave ArticoloQuesto ritrovamento getta una luce inedita sulle vite di coloro che abitavano Pompei, rivelando un livello di ricchezza e raffinatezza inaspettato. Le vittime, alla ricerca di un riparo dalla pioggia di lapilli che avvolgeva la città, si erano rifugiate in un piccolo vano, utilizzato come stanza da letto durante i lavori di ristrutturazione della casa.
    Purtroppo, il salone adiacente si riempì rapidamente di pomici, intrappolandoli al suo interno. Nonostante gli sforzi, non riuscirono a fuggire e persero la vita a causa dei successivi flussi piroclastici. Le impronte nella cenere hanno consentito agli archeologi di ricostruire con precisione l’ambiente in cui le vittime trovarono la morte: un letto, una cassa, un candelabro in bronzo e un tavolo con il suo corredo. Questi reperti offrono un’istantanea toccante della vita quotidiana a Pompei, poco prima della catastrofe. Un impegno per la tutela del patrimonio Questa scoperta sottolinea l’importanza di continuare a scavare e studiare Pompei, un sito archeologico che continua a rivelare tesori inestimabili e a farci comprendere meglio la storia e la cultura dell’antica Roma. Il Parco Archeologico di Pompei è impegnato in un ambizioso progetto di tutela e valorizzazione del sito, combinando scavi scientifici con interventi di restauro e messa in sicurezza.
    “L’opportunità di analizzare i preziosissimi dati antropologici relativi alle due vittime rinvenute all’interno del contesto archeologico che ne ha segnato la tragica fine, permette di recuperare una quantità notevole di dati sulla vita quotidiana degli antichi pompeiani e sulle micro storie di alcuni di essi, con una documentazione precisa e puntuale, confermando l’unicità del territorio vesuviano”, dichiara il Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel. Un lavoro che vede la collaborazione tra archeologi, antropologi e vulcanologi impegnati nella ricostruzione degli ultimi istanti di vita di uomini, donne e bambini periti durante una delle più grandi catastrofi naturali dell’antichità. Pompei rimane un grande cantiere di ricerca e restauro, ma nei prossimi anni ci aspettiamo importanti sviluppi negli scavi archeologici e nella valorizzazione anche dal territorio, anche grazie agli investimenti Cipess annunciati in questi giorni dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.“ Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Napoli, detenuto sfascia il Pronto Soccorso all’ospedale del Mare

    Un’escalation di violenza ha sconvolto la notte all’Ospedale del Mare di Napoli.PUBBLICITA

    Intorno alle 23 di sabato, un detenuto di 43 anni, ricoverato per un malore durante una seduta di emodialisi presso il carcere di Secondigliano, ha dato in escandescenze, trasformando l’ambulatorio del pronto soccorso in una zona di guerra.

    Punti Chiave ArticoloCon una furia inaudita, l’uomo ha iniziato a distruggere tutto ciò che gli capitava a tiro: computer, macchinari medicali, porte e arredi sono stati letteralmente sfasciati. Il panico si è diffuso tra il personale sanitario e gli altri pazienti presenti, costretti ad assistere impotenti alla scena.
    Il personale sanitario, nonostante il pericolo, è intervenuto per sedare l’uomo e prestargli le cure necessarie. Durante le operazioni di soccorso, è emerso che il detenuto aveva ingerito delle batterie, un gesto che potrebbe essere collegato al suo profondo stato di agitazione. Ennesimo episodio di violenza negli ospedali napoletani L’episodio, purtroppo non nuovo alle cronache di Napoli, solleva interrogativi sulla sicurezza negli ospedali e sulla gestione dei detenuti ricoverati. La violenza esplosa all’Ospedale del Mare è solo l’ultimo di una serie di episodi che mettono in luce le difficoltà che il personale sanitario deve affrontare quotidianamente.
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    Napoli, l’agguato a Carmine Notturno davanti a decine di testimoni

    Napoli. Si era avvicinato al clan Reale del rione Pazzigno, il 49enne Carmine Notturno ucciso ieri sera in piazza Giambattista Pacichelli, poco lontano da Corso San Giovanni a Teduccio.PUBBLICITA

    Un agguato studiato ed eseguito da killer professionisti capaci di agire anche in situazioni poco agevoli come la presenza di tanta gente in strada.

    Gli agenti della squadra mobile di Napoli e quelli del commissariato Barra San Giovanni, che conducono le indagini sotto il coordinamento della Dda di Napoli, hanno lavorato tutte la notte a spulciare le immagini delle telecamere private presenti in zona e a sentire le testimonianze delle persone presenti.
    Così come è stato ascoltato chi lo ha accompagnato al vicino ospedale del Mare dove è morto poco dopo l’arrivo perché i proiettili avevano centrato organi vitali.

    Un agguato studiato perché qualcuno, come si dice in gergo, ha portato la battuta: ovvero ha segnalato la presenza dell’uomo in strada. Vicino a una pizzeria.
    Carmine Notturno aveva appena parcheggiato lo scooter. Forse voleva comprare delle pizze per mangiarle a casa durante la partita del Napoli in tv che stava per iniziare di li a poco.
    Il suo omicidio apre scenari criminali nuovi anche se alla periferia Est di Napoli i vari scontri di camorra tra i clan in guerra da anni per il controllo delle attività illecite non si sono mai fermati.

    Ma non è escluso che l’omicidio di Carmine Notturno sia venuto per una decisione interna ai sui stessi ambienti criminali per qualcosa poco gradito ai vertici.

    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    San Giovanni a Teduccio ucciso Carmine Notturno legato al clan di Salvatore D’Amico ‘o pirata

    Napoli. Stava rientrando a casa, forse per guardare in tv la partita del Napoli che stava per essere trasmessa sui canali Mediaset.PUBBLICITA

    Ma Carmine Notturno, classe 1974, a casa non ci è mai arrivato. E’ stato affrontato dai sicari in moto che lo attendevano e lo hanno massacrato di proiettili,

    La vittima, con numerosi precedenti penali è ritenuta vicina al clan D’Amico del rioen Villa a San Giovanni legati al clan Mazzarella.
    L’uomo si è anche accorto dell’arrivo dei sicari e ha cercato la fuga ma nel frattempo i primi colpi già erano arrivati a bersaglio. Carmine Notturno è caduto a terra mentre i sicari hanno completato la missione di morte per allontanarsi a tutta velocità.

    L’agguato si è consumato in piazza Giambattista Pacichelli, poco lontano da Corso San Giovanni a Teduccio e davanti a decine di persone che a quell’erano erano in strada.
    Le indagini della polizia sono rivolta al gruppo di clan di san Giovanni a Teduccio federati come i Rinaldi-De Luca Bossa-Casella e Minichini da anni in guerra con il potente clan di Salvatore D’Amico o’ pirata.
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    Agguato di camorra a San Giovanni a Teduccio: ucciso 50enne

    Agguato di matrice camorristica in serata a Napoli in piazza Giambattista Pacichelli, poco lontano da Corso San Giovanni a Teduccio, periferia orientale della città.PUBBLICITA

    La vittima è un pregiudicato di 50 anni raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco sparati da distanza ravvicinata da due sicari in sella a uno scooter e con il volto coperto. Soccorso e trasferito all’Ospedale del Mare, l’uomo è deceduto poco dopo a causa delle ferite riportate.

    Erano in sella a uno scooter i due sicari dal volto coperto che in serata a Napoli hanno teso un agguato mortale ai danni di un pregiudicato di 50 anni nella zona di San Giovanni a Teduccio.
    L’uomo – che era a piedi – è morto poco dopo il suo arrivo all’ospedale del Mare. Fatali alcuni colpi di pistola. Sull’agguato indaga la polizia.

    Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Salerno, nonna suicida confessa l’omicidio della nipotina

    Pontecagnano è sconvolta da una nuova tragedia che getta ombre sul dramma già vissuto dalla famiglia Schiavo.PUBBLICITA

    Gerarda Picciariello, 61 anni, nonna di Chiara, la bimba morta a soli due mesi nel 2014, si è tolta la vita lanciandosi sotto un treno. Nella lettera d’addio, la donna ha confessato di essere stata lei, involontariamente, a causare la morte della nipotina.

    Dieci anni fa, Chiara, nata prematura, aveva subito un trauma che l’aveva portata alla morte. Le indagini si erano concentrate sulla madre, Denise Schiavo, accusata di aver provocato la sindrome del bambino scosso.
    Denise era stata condannata a dieci anni di reclusione, ma la madre aveva sempre creduto nella sua innocenza, chiedendo la grazia al Presidente Mattarella e la revisione del processo.

    Nella sua lettera, Gerarda ha rivelato un terribile segreto: un incidente avvenuto mentre teneva in braccio la piccola Chiara. Un malore l’aveva fatta inciampare, e la testa della bambina aveva battuto contro la portiera dell’auto.
    Un episodio che aveva represso nella memoria, ma che ora, con il peso della coscienza, non poteva più nascondere.
    “Ditemi, che altro potrei fare se non togliermi la vita?” ha scritto Gerarda, chiedendo perdono ai suoi cari.

    Questa nuova rivelazione – riporta oggi dal Corriere del Meggogiorno- ha scosso profondamente la famiglia e ha riaperto il caso. L’avvocato Michele Sarno, che ha difeso Denise Schiavo, ha annunciato una nuova richiesta di grazia per la donna e un ulteriore tentativo di ottenere la revisione del processo alla luce di questa drammatica confessione.
    La storia di Chiara e della sua famiglia è una tragedia che ha segnato profondamente una comunità intera, sollevando interrogativi sulla fragilità della vita e sulle conseguenze incontrollabili di un gesto involontario.
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