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    Caserta, cadavere ripescato nel fiume Volturno

    Un macabro ritrovamento è avvenuto nella serata di ieri nel fiume Volturno, all’altezza del comune di Santa Maria la Fossa in provincia di Caserta.PUBBLICITA

    Un pescatore ha lanciato l’allarme dopo aver notato il corpo senza vita di un uomo galleggiare tra le acque del fiume.

    Punti Chiave ArticoloImmediatamente sono intervenuti i vigili del fuoco di Mondragone, che, con l’ausilio di un gommone e di un team specializzato in soccorso fluviale, hanno recuperato la salma dalla zona impervia in cui si trovava. Al momento non è stata ancora resa nota l’identità della vittima, né le cause del decesso. Le forze dell’ordine hanno avviato le indagini per fare chiarezza su quanto accaduto.
    Non si conosce ancora l’identità della vittima Il corpo è stato trasportato a riva e messo a disposizione della magistratura per l’autopsia e l’eventuale riconoscimento.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Casoria tragedia sfiorata al campo estivo: si sgonfia il castello gonfiabile, bambini feriti

    Casoria. Paura al campo estivo di un istituto paritario di Casoria, in piazza Pisa 20, dove questo pomeriggio un castello gonfiabile si è sgonfiato improvvisamente mentre i bambini giocavano.PUBBLICITA

    Nell’incidente, diversi bambini hanno riportato lievi ferite. I Carabinieri della stazione di Casoria, intervenuti sul posto, hanno fatto intervenire le ambulanze che hanno trasportato i piccoli al pronto soccorso dell’ospedale Santobono.

    Fortunatamente, nessuno di loro ha riportato gravi traumi e sono stati tutti dimessi senza prognosi.
    Il castello gonfiabile è stato posto sotto sequestro dai Carabinieri per consentire i dovuti accertamenti sulla dinamica dell’accaduto e sulle cause dello sgonfiamento improvviso.

    Sono in corso le indagini per chiarire la responsabilità di quanto accaduto.

    L’episodio ha destato preoccupazione tra i genitori dei bambini e sollevato interrogativi sulla sicurezza delle strutture gonfiabili utilizzate nei campi estivi.
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    Stupri di Caivano, condannati 3 dei 7 minorenni coinvolti

    Napoli. Sono state emesse le prime condanne per i minorenni coinvolti nei tragici stupri di Caivano, avvenuti la scorsa estate.PUBBLICITA

    Il giudice del tribunale per i minorenni di Napoli, Anita Polito, ha emesso condanne tra i 9 e i 10 anni di reclusione per tre dei sette imputati, al termine di un processo celebrato con rito abbreviato.

    Le condanne, pronunciate dopo una breve camera di consiglio, riguardano tre ragazzi che all’epoca dei fatti avevano 15 e 16 anni.
    Il pm Claudia De Luca, nella sua requisitoria, aveva chiesto pene tra i 9 anni e 10 anni e otto mesi di reclusione.

    Si tratta della prima tranche di condanne relative a questo orribile caso che ha sconvolto la comunità di Caivano.

    Lo scorso 5 luglio, infatti, il tribunale di Napoli Nord aveva già condannato a pene tra i 12 anni e 5 mesi e i 13 anni e 4 mesi di reclusione i due maggiorenni coinvolti nelle violenze.
    Ancora da definire la posizione degli altri quattro minorenni imputati, per i quali il processo è in corso.

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    Tragedia a Montesarchio: due ragazzi morti in un incidente in moto

    Montesarchio.  Due giovani vite spezzate troppo presto. Un terribile incidente stradale ha causato la morte di due ragazzi minorenni di Rotondi, in provincia di Avellino nella notte tra giovedì e venerdì a Montesarchio, in provincia di Benevento.PUBBLICITA

    Le vittime, che viaggiavano in sella a un ciclomotore, si sono scontrate con un altro motoveicolo con in sellaun sedicenne. L’impatto è stato violentissimo e non ha lasciato scampo ai due ragazzi. Un terzo giovane, è rimasto ferito e trasportato in ospedale.

    Punti Chiave ArticoloSul posto sono intervenuti immediatamente i sanitari del 118, che hanno tentato di rianimare i due ragazzi, ma purtroppo per loro non c’è stato nulla da fare. I carabinieri sono al lavoro per ricostruire la dinamica esatta dell’incidente.  Il cordoglio della comunità di Rotondi La notizia della tragedia ha sconvolto la comunità di Rotondi e l’intera provincia di Benevento. I sindaci dei comuni interessati hanno espresso il loro cordoglio alle famiglie delle vittime.
    Ancora una volta, la strada si macchia di sangue innocente, lasciando un dolore immenso e un monito a tutti gli automobilisti e motociclisti a prestare la massima attenzione sulla strada.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli fermato l’avvelenatore del latte di mandorla

    Napoli. Un cinquantenne del centro storico è stato fermato in quanto sospettato di essere sia il tassista che l’offerente del latte di mandorla adulterato.PUBBLICITA

    Il caso ha creato allarme tra i cittadini del centro di Napoli che in questi giorno hanno inondato di foto del presunto avvelenatore il popolare social tik tok mettendo tutti in guardia.

    Punti Chiave ArticoloSette persone intossicate dal latte di mandorla: i casi si sono verificati in due negozi della zona di Via Foria. Le vittime, dopo aver bevuto la bevanda, hanno accusato malessere e perdita dei sensi. L’analisi delle sostanze usate per intossicare le vittime potrebbe rivelarsi decisiva per le indagini.
    I Carabinieri stanno analizzando le bottiglie di latte di mandorla e visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza per risalire all’identità del colpevole.
    La notizia ha avuto ampia diffusione sui social, dove i commercianti hanno lanciato allarmi per mettere in guardia la cittadinanza. Tuttavia, alcuni ipotizzano che si tratti di casi di emulazione piuttosto che di un pericolo reale. I possibili collegamenti con il finto tassista del porto I carabinieri continuano le indagini per fare luce sulla vicenda e soprattutto per scoprire se vi siano collegamenti tra gli episodi della signora derubata dopo essere stata stordita da un finto tassista e diverse persone che hanno bevuto latte di mandorla contaminato.
    L’analisi delle sostanze intossicanti e le immagini delle telecamere potrebbero fornire elementi chiave per la risoluzione dei casi. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Napoli, il pentito Umberto D’Amico: “Mio zio Salvatore voleva diventare il nuovo boss di Roma”

    Napoli. Il boss Salvatore D’Amico o’ pirata mirava a diventare il nuovo della criminalità organizzata a Roma. Lo ha rivelato il nipote pentito Umberto D’Amico ‘o lione.PUBBLICITA

    Le sue dichiarazioni hanno contribuito a sgominare le organizzazioni criminali nella capitale con 16 arresti e 57 indagati grazie a una indagine della Dda di Roma. Nelle circa 400 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Emanuela Attura grande spazio trovano le dichiarazioni del pentito D’Amico.

    Punti Chiave Articolo“Mio zio aveva rapporti con il figlio di Michele Senese, che credo si chiamasse Roberto e con un uomo di Michele Senese agli arresti domiciliari, che si chiamava Roberto. Mio zio ha avuto una discussione con il figlio di Michele Senese che era un pò arrogante e gli ha detto che ormai era lui a comandare a Roma e non più la famiglia Senese. Ciò mi è stato raccontato da mio zio, io non ero presente. Poi si sono riappacificati, anche perché mio zio è entrato con la prepotenza a Roma e dovunque lui andava metteva il terrore. Mio zio gestiva a Roma una specie di suo clan che gestiva denaro, droga ed aveva armi, mentre Michele Senese era in carcere e nessuno lo seguiva più”.
    “…mio zio ha capito che a Roma c’era una buona movimentazione di denaro e, avendo conosciuto Daniele Muscariello, tramite Alberto Viola, ha deciso di operare anche a Roma. Mio zio conosceva Pasquale da molto tempo, ma non andava, prima del 2017 (periodo nel quale ha conosciuto Daniele) a Roma molto spesso.
    Io sono stato a Roma con mio zio Salvatore in zona Eur dove Alberto Viola aveva un ristorante. Ciò è accaduto a partire da gennaio o febbraio del 2018. Ci incontravamo con Daniele Muscariello, referente di mio zio quale suo braccio destro per tutto ciò che veniva fatto a Roma: recupero crediti, Iva e benzina. Gli imprenditori che dovevano recuperare dei soldi su Roma si rivolgevano a Daniele il quale informava mio zio Salvatore il quale interveniva e prendeva la metà del credito e alle volte l’intero. Daniele spartiva con noi il ricavato. Accadeva anche il contrario, ossia che eravamo noi ad avere un problema a Roma e ci rivolgevamo a Daniele. Ciò è accaduto ad esempio con Nando Palumbo …omissis…
    Daniele aveva aperto una ditta, non so a nome di chi, che formalmente assumeva gli operai, ma era una ditta fantasma ed in realtà loro lavoravano per altri ed anche per …omissis… La ditta non pagava i contributi ed era destinata a fallire. Per ogni lavoratore che mettevamo a disposizione delle altre ditte ci dovevano versare una percentuale.Dando il cappello a …omissis… gli abbiamo fatto capire che avrebbe dovuto fare quello che Daniele richiedeva. Stessa richiesta è stata fatta a Nando Palumbo e Giorgio Bresciani, giocatore di calcio, che avevano paura di noi. Daniele spesso veniva a Napoli, ma mio zio Salvatore era spessissimo a Roma. Daniele tramite sue conoscenze gli faceva fare delle richieste dall’ospedale e così mio zio, cheera sorvegliato speciale, poteva venire a Roma. Spesso aveva documenti falsi.  … quando venivamo a Roma, incontravamo …omissis… detto il fioraio oppure o’ guaglione (napoletano di circa cinquant’anni, proveniente da Napoli, San Giovanni e che ha un ristorante in piazza di Spagna), un certo Stefano (alto e pelato), Massimo (con la barba) e Andrea. non so dire bene cosa facesse l’altro Roberto, quello agli arresti domiciliari, ma so per certo che anche lui non sopportava il figlio di Michele Senese, che come ho detto era un ragazzo arrogante ed inoltre privo di spessore.  Salvatore D’Amico o’ pirata fu avvisato prima di essere arrestato Il lavoro con I’IVA prevedeva la consegna a Daniele di ingenti somme di denaro in contanti e lui ce le restituiva con l’aggiunta dell’IVA. Da quanto ho capito, ma questa cosa veniva seguita da Daniele i soldi venivano inviati tramite bonifico su conti di società fasulle (grazie ad altre società che avevano bisogno di scaricare l’IVA) e c’erano dei galoppini che prelevavano con la carta poste pay evolution l’intera somma – suddivisa per ciascuno di loro – in un solo giorno (prendevano 100 euro ciascuno). lo non mi occupavo di questo e non conosco i galoppini. Daniele veniva a consegnarmi i soldi o a casa nostra o al bar …omissis.. vicino a casa della sua fidanzata o allo …omissis. Daniele è un mago delle truffe e credo abbia grandi amicizie anche nelle forze dell’ordine. Aveva informato mio zio che sarebbe stato arrestato un mese prima che ciò accadesse”. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Camorra, clamorosa assoluzione in appello del figlio del boss Reale. Tutte le condanne

    Nel pomeriggio di oggi la Seconda Sezione della Corte d’Appello di Napoli, dopo cinque lunghe ore di camera di consiglio, ha finalmente dato lettura del dispositivo di sentenza del processo contro il clan Reale – Rinaldi – Formicola, formatosi a partire dal 2014 in seguito all’indebolimento del sodalizio Mazzarella – D’Amico.PUBBLICITA

    Assolti Antonio Reale ninnillo (avvocati Giuseppe Milazzo e Carlo Ercolino), a cui veniva contestato il ruolo di capo dell’omonimo gruppo, prevalentemente impegnato nella gestione delle piazze di spaccio del Rione Pazzigno, per il quale la DDA partenopea chiese all’epoca 15 anni.

    Punti Chiave ArticoloI difensori del figlio di Mario Reale hanno infatti evidenziato al collegio l’inattendibilità delle dichiarazioni dei pentiti Mazzarella Alfonso e D’Amico Umberto lione perché mosse da astio, in quanto suoi acerrimi rivali ai tempi della guerra tra fazioni contrapposte. Assoluzioni anche per Reale Gennaro cl. 87, Reale Pasquale nano cl. 96, Reale Vincenzo cl. 97 e Reale Antonio cinese cl. 91 e Giovanni Tabasco.
     Condanne per quasi 150 anni di carcere Ci sono invece state delle riduzioni di pena per Ferdinando Di Pede (15 anni e 4 mesi), Gaetano Formicola (8 anni, difeso dall’avvocato Leopoldo Perone), Giuseppe Fusaro (10 anni e 4 mesi), Ciro Grandioso (8 anni), Ciro Grassia (11 anni e 5 mesi), Sergio Grassia (da 14 anni e mesi 8 a 8 anni, difeso dall’avvocato Sergio Lino Morra), Luigi Luongo (anni 8), Salvatore Luongo (anni 8), Raffaele Maddaluno (14 anni 4 mesi), Raffaele Oliviero (8 anni), Giovanni Pagano (10 anni e 4 mesi), Lorenzo Pianese (11 anni e 5 mesi), Carmine Reale (6 anni e mesi 8), Gaetano Tabasco (11 anni e 5 mesi).
    Confermate poi le condanne di Maria Domizio bionda (14 anni ), moglie di Formicola Ciro, Sannino Tommaso (14 anni), Rinaldi Ciro mauè (18 anni), Rinaldi Francesco (8 anni), Salvatore Nurcaro (8 anni).Nel collegio difensivo anche gli avvocati Raffaele Chiummariello e Giuseppe De Gregorio. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Camorra, la moglie di Sandokan in aula: “L’ho incontrato quando era collaboratore”

    Giuseppina Nappa, moglie di Francesco “Sandokan” Schiavone, ha rivelato in un’udienza al processo in corso a Santa Maria Capua Vetere che ha incontrato il marito in carcere nel marzo del 2024.PUBBLICITA

    L’incontro è avvenuto durante un breve periodo in cui Schiavone aveva avviato la collaborazione con la giustizia, poi interrotta.

    Punti Chiave ArticoloNappa ha affermato di aver potuto parlare liberamente con il marito per la prima volta dopo anni, a causa delle restrizioni imposte dal regime di 41 bis a cui Schiavone era sottoposto. L’ammissione della Nappa è stata fatta durante una discussione sui presunti doni di Natale e Pasqua che Nicola Schiavone, socio storico di Sandokan e ritenuto amico di vecchia data del boss, avrebbe fatto a Nappa e ai suoi figli. La donna ha dichiarato che questi doni sono avvenuti “fino a un certo punto e poi si sono diradati”.
    Poi ad una precisa domanda se avesse avvertito di ciò suo marito, la donna ha riferito che poiché il marito era in carcere al 41bis e i colloqui erano registrati “non gli ho detto nulla”, ma queste circostanze gliele ha riferite lo scorso marzo quando l’ha incontrato in carcere, e “in quella occasione nessuno ci ascoltava”.
     La perplessità degli avvocati della difesa sulla gestione dei pentiti Le dichiarazioni di Nappa hanno suscitato perplessità tra gli avvocati della difesa, che hanno sottolineato la “gestione del collaboratore piuttosto particolare” e il fatto che Sandokan abbia potuto incontrare anche il figlio Emanuele Libero durante il periodo di collaborazione. Emanuele Libero, infatti, non ha seguito la scelta del padre di collaborare con la giustizia, ma ha invece tentato di riorganizzare le attività illecite del clan a Casal di Principe, venendo poi arrestato. Il processo è stato aggiornato al mese di settembre.
    Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Salerno anziani adescati al bar, narcotizzati e derubati: presa la banda di napoletani e salernitani

    Salerno. Erano diventati il terrore di Salerno e dei frequentatori di bar e caffè. Grazie alla complicità di piacenti e talvolta giovani donne adescavano le vittime al bar.PUBBLICITA

    E dopo aver condiviso con loro una birra o un caffè e approfittavano per narcotizzare le bevanda. E poi a quel punto il gioco era facile.
    Punti Chiave Articolopotevano riaccompagnarli a casa e rapinarli di tutto.
    I Carabinieri della Stazione Salerno Duomo hanno arrestato 7 persone accusate di aver messo a segno rapine, furti e truffe. L’indagine, coordinata dalla Procura di Salerno, ha permesso di scoprire un’associazione a delinquere che dal 2018 al 2023 ha commesso almeno cinque rapine, una truffa aggravata, un furto in abitazione e un furto d’auto tra Salerno e Battipaglia.
     Le vittime adescate ai bar da piacenti donne Le vittime venivano adescate in bar. Una volta conquistata la loro fiducia, i malviventi offrivano loro una birra o un caffè, approfittando per mescolare nella bevanda una sostanza stupefacente. Quando le vittime erano in stato di incoscienza, i criminali derubavano i loro beni e le loro carte di credito.
    Oltre alle rapine, il gruppo è accusato di aver riciclato il denaro proveniente dai loro crimini. I sette indagati sono stati arrestati con diverse misure cautelari: custodia in carcere, arresti domiciliari e divieto di dimora.
    Ai sette indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine mediante narcotizzazione, furti in abitazione, furti di autovetture, truffe aggravate in danno di anziani, riciclaggio e reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti, sostituzione di persona. In carcere sono finiti: Bernardo Sperandeo, nato a Salerno il 17.1.1990, indagato per associazione per delinquere, furto aggravato, rapina aggravata, truffa aggravata, reimpiego di denaro di provenienza illecita;Pietro Izzo, nato a Torre del Greco il 23.2.1976, indagato per furto aggravato. Agli arresti domiciliari:Claudio Sena, nato a Salerno il 9.1.1982, indagato per associazione per delinquere, furto aggravato, rapina aggravata, truffa aggravata, reimpiego di denaro di provenienza illecita, sostituzione di persona;Fortuna Samo, nata a Napoli il 26.3.1980, indagata per associazione per delinquere, furto aggravato, truffa aggravata, reimpiego di denaro di provenienza illecita, rapina aggravata, sostituzione di persona;Ida Massotti, nata a Salerno il 2.11.1990, indagata per associazione per delinquere, furto aggravato, rapina aggravata;Fiorenzo Memoli,nato a Battipaglia il 15.11.1983, indagato per furto aggravato, rapina aggravata. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Camorra, colpo ai clan federati con i Mazzarella: 22 arresti

    Napoli. Ennesima alba di manette per la camorra napoletana e questa volta è toccata alla potente famiglia criminale dei Mazzarella o meglio ad alcuni dei clan federati.PUBBLICITA

    Sono 22 gli aarresti eseguiti stamane, su disposzione della Dda di napoli da parte di pèolizia , carabinieri e guardia di finanza nei quartieri di Forcella, Case Nuove e rione San Gaetano.

    Punti Chiave ArticoloSono tutti accusati di associazione mafiosa, estorsioni, droga e armi. E così dopo aver inferto ben tre spallate al clan Contini e all’Alleanza di Secondigliano questa volta tocca ai Mazzarella. 22 persone sono state arrestate, su disposizione del Tribunale di Napoli, con l’accusa di associazione mafiosa, tentato omicidio, lesioni, rapina, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, traffico di stupefacenti, tutti aggravati dal metodo mafioso.
    Gli indagati sono ritenuti gravemente indiziati di appartenere al clan Mazzarella, uno dei sodalizi criminali più potenti della Camorra.
    L’operazione scaturisce da due distinte indagini: Prima indagine: condotta dalla Squadra Mobile di Napoli, ha permesso di ricostruire l’ascesa del clan “Giuliano”, articolazione del clan Mazzarella, operante nei quartieri Forcella e Maddalena. Le indagini, sviluppate tra gennaio 2020 e dicembre 2021, hanno documentato la nascita del gruppo, il suo radicamento sul territorio e la stipula di un’alleanza con il clan Mazzarella.
    Sono stati inoltre accertati numerosi reati commessi dal clan, tra cui tentati omicidi, lesioni, estorsioni, rapine e traffico di droga. Seconda indagine: svolta tra la fine del 2018 e il gennaio 2022, ha fatto luce sul gruppo criminale denominato “paranza di San Gaetano”, articolazione del clan Mazzarella attiva nel centro storico di Napoli. Le indagini hanno ricostruito la struttura, l’operatività e il controllo del territorio da parte del gruppo, in particolare nel traffico e nello spaccio di stupefacenti. Dettagli sulle persone arrestate: Clan Giuliano: 10 persone, tra cui G.S., ritenuto il capo del gruppo.Paranza di San Gaetano: 7 persone, tra cui B.S., elemento di spicco del clan Mazzarella.Gruppo Caldarelli: 5 persone. Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile di Napoli, dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli e dal Commissariato Vicaria-Mercato. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Rione Sanità, anche la cocaina rosa nel supermarket della droga: arrestato 20enne

    Napoli. I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Stella, durante un blitz nel Rione Sanità, hanno scoperto una sorta di supermarket della droga e hanno arrestato un 20enne, Giuseppe Amabile, trovato in possesso di ingenti quantità di droga, tra cui la cosiddetta “cocaina rosa”.PUBBLICITA

    L’operazione si è svolta in un appartamento al civico 1 di via Vicoletto San Gennaro dei Poveri. I Carabinieri, grazie a mirati servizi di osservazione, avevano notato un via vai sospetto dall’abitazione. Irrompono nell’appartamento, cogliendo il giovane di sorpresa.

    Punti Chiave ArticoloNella perquisizione, i militari hanno rinvenuto 35 involucri di “cocaina rosa”, una droga sintetica che può arrivare a costare fino a 400 euro a dose, ingenti quantità di marijuana, cocaina e hashish, Spid, Ketamina e 2 bilancini di precisione. Indagini per risalire alla rete di clienti ed eventuali complici Il 20enne è stato arrestato e tradotto in carcere. Le indagini dei Carabinieri sono ancora in corso per ricostruire la rete di spaccio e individuare eventuali complici.
    La “cocaina rosa“, nota anche come Tusi, è una droga sintetica che contiene diverse sostanze psicoattive, tra cui ketamina, MDMA e 2C-B. Provoca allucinazioni, euforia e distorsioni sensoriali. I suoi effetti possono essere imprevedibili e pericolosi, anche mortali.
    La specifica del sequestro: · kg. 1,603 di marijuana, suddivisa in 37 involucri;· gr. 680 di “hashish”, suddivisa in dieci panetti;· gr. 102 di farmaco “ketamina”, contenuta in un involucro;· gr. 70 di “spid”, contenuto in un involucro;· gr. 10 di “cocaina”, contenuta in un involucro;· gr. 26 di “cocaina rosa”, contenuta in 35 involucri;· 2 bilancini di precisione;
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    Avellino: nuovo arresto per l’ex sindaco Festa nell’inchiesta “Dolce Vita”

    Avellino. Nuova stretta per l’ex Sindaco di Avellino, Gianluca Festa, già ai domiciliari da aprile scorso per presunte combine su appalti e concorsi.PUBBLICITA

    Stamattina un nuovo blitz nell’ambito dell’inchiesta “Dolce Vita”: Carabinieri e Guardia di Finanza hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dalla Procura, disponendo gli arresti domiciliari per Festa e l’architetto Fabio Guerriero.

    Entrambi già indagati, le nuove accuse riguardano “plurime ipotesi di accordi corruttivi” con tre imprenditori, già colpiti da interdittiva antimafia.
    Le indagini, coordinate dal Procuratore Domenico Airoma, ipotizzano un “sistematico asservimento delle funzioni pubbliche agli interessi privati” degli indagati.

    Sarebbero stati oggetto di accordi corrotti diversi appalti affidati dal Comune tra fine 2023 e inizio 2024.

    “Un sistema di gestione degli appalti pubblici basato sulla vendita sistematica della pubblica funzione e sullo spregio delle regole”, secondo il Gip.
    Sequestate 40.000 euro a testa agli indagati, per presunto profitto del reato.

    L’operazione rientra in un più ampio filone d’indagine volto a contrastare l’inquinamento dell’attività amministrativa del Comune di Avellino.
    Obiettivo: tutelare le risorse pubbliche e la par condicio tra le imprese negli appalti.
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