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    Capua uccise lo zio disabile: condannato a 24 anni di carcere

    Capua. La Corte d’Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato a 24 anni di carcere il 43enne romeno Octavian Muntean, accusato dell’omicidio dello zio Petru Muntean nei pressi del campo sportivo di via Giardini a Capua.PUBBLICITA

    Il pm di Santa Maria Capua Vetere aveva richiesto l’ergastolo, contestando all’imputato diverse aggravanti che il collegio, presieduto da Roberto Donatiello (giudice a latere Honoré Dessi), non ha ritenuto prevalenti sulle attenuanti.

    Pertanto, non le ha applicate e ha inflitto all’imputato una pena di 24 anni. Il delitto è avvenuto all’inizio di luglio 2022. Petru, disabile, è stato trovato accanto alla sua sedia a rotelle in un lago di sangue, con vistose ferite.
    Secondo quanto accertato dai medici legali, la vittima sarebbe stata uccisa con calci e pugni alla testa. Octavian, il nipote, è stato arrestato un mese dopo a Napoli mentre stava ritirando un pasto alla mensa dei poveri.

    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Pianura, rubato furgone con pedana per disabile: la famiglia chiede aiuto ai social

    Il giovane disabile Alessandro, grazie a una pedana idraulica riusciva a raggiungere l’auto senza l’aiuto dei suoi anziani genitori, permettendogli così di andare più facilmente dal medico e dalla nonna.
    Tuttavia, due sere fa, a Pianura, quartiere nella periferia di Napoli, qualcuno ha rubato il furgone con pedana idraulica. Questo furto ha reso la vita di Alessandro e dei suoi genitori molto più complicata. La storia è stata raccontata dal deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, dopo che la madre di Alessandro si è rivolta a lui e la sorella del ragazzo ha condiviso la vicenda sui social media.
    “Qualcuno due notti fa ha ben pensato di rubare quest’auto, lasciando mio padre e mia madre in guai grossi, poiché per loro è assolutamente necessario avere una macchina sempre a disposizione per la condizione di salute di mio fratello, che purtroppo soffre di crisi epilettiche e può essere necessario trasportarlo di corsa in ospedale – ha scritto la sorella di Alessandro -.
    Al momento, i miei non possono permettersi l’acquisto di un’altra auto uguale a quella precedente (una Fiat Doblò), ecco perché sono qui: vi chiedo un aiuto, anche piccolo ma che possa essere prezioso per poter ridare ad Alessandro la sua macchina e il sorriso”. Una vicenda, quella del furto, che Borrelli definisce “atto ignobile” e assicura: “Se il mezzo non sarà ritrovato attiveremo una raccolta fondi per aiutare Alessandro e la sua famiglia ad acquistare un nuovo furgone con pedana”.  LEGGI TUTTO

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    Sant’Antimo, mamma e figlio disabile bloccati in casa per i continui guasti all’ascensore

    A Sant’Antimo, una madre e suo figlio diversamente abile vivono in un alloggio popolare situato in una struttura confiscata alla camorra, noto come condominio “Picasso”.
    Purtroppo, la loro abitazione si è trasformata in una sorta di prigione a causa dei continui guasti all’ascensore, che impediscono al ragazzo, costretto su una sedia a rotelle, di uscire di casa dato che abitano al terzo piano.
    In un messaggio vocale tra il tecnico ascensorista e l’amministratore, si sente il tecnico dire che la riparazione dell’ascensore non ha la priorità, affermando: “Li abbiamo abituati male, ora devono aspettare.”
    La madre ha espresso la sua indignazione dicendo: “Mio figlio ha dovuto saltare la fisioterapia e non è certo la prima volta. Con quale coraggio, sapendo che ho un ragazzo disabile, parlano in questo modo così sprezzante?” Ha poi rivolto la sua richiesta di aiuto al deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli.
    Borrelli ha commentato: “Ci siamo occupati di questa famiglia già più di due anni fa. In quell’occasione, gli fu assegnato un alloggio al primo piano di uno stabile, ma privo di ascensore, il che rendeva impossibile il loro trasferimento. Chiedemmo un’altra soluzione che arrivò immediatamente.
    Ora chiediamo innanzitutto rispetto e che gli interventi di manutenzione e di emergenza vengano eseguiti con regolarità. Avere servizi essenziali che consentano gli spostamenti è un diritto sacrosanto di queste persone, e chi ne è responsabile, invece di lamentarsi, dovrebbe compiere il proprio dovere.” LEGGI TUTTO