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    La Cittadella giudiziaria di Salerno costruita con materiali non conformi: misure per 4 società

    Questa mattina, la Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito un’ordinanza del Tribunale di Salerno che impone il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno a quattro società di costruzioni.
    Secondo le indagini della Procura di Salerno, due delle società, “Costruzione Barozzi S.p.A.” e “Passarelli S.p.A.”, non avrebbero rispettato i contratti di appalto per la costruzione degli Uffici Giudiziari di Salerno. In particolare, avrebbero fornito materiali e servizi diversi da quelli indicati nei contratti.
    Le altre due società, “Euroascensori Service s.r.l.” e “Hacca Impianti S.r.1.”, incaricate rispettivamente dell’installazione e della manutenzione degli ascensori, non avrebbero adottato modelli idonei a prevenire errori nell’installazione o nella manutenzione degli impianti.
    Questa misura cautelare è una forma di responsabilità amministrativa per le società che commettono reati nell’interesse o a vantaggio dell’azienda. I reati possono essere commessi da rappresentanti, amministratori o direttori della società, o da persone sottoposte alla loro direzione o vigilanza. LEGGI TUTTO

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    Amalfi: avviati i lavori per la messa in sicurezza del costone roccioso di Valle dei Mulini

    Sono partiti i lavori per la messa in sicurezza del costone roccioso sovrastante l’ex mattatoio di Valle dei Mulini ad Amalfi. L’intervento, che ha un costo di circa 200mila euro, è stato promosso dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Daniele Milano con l’obiettivo di bonificare la parete rocciosa e consentire la riapertura di alcuni immobili sottostanti attualmente inutilizzati.
    L’area, che si trova sotto la strada pedonale che collega il centro di Amalfi alla frazione di Pogerola, è interessata da interventi di messa in sicurezza di una porzione del costone Chiorito. I lavori prevedono:
    Un ulteriore monitoraggio della pareteL’eliminazione di arbusti che potrebbero causare instabilità e disgaggiFasciature o chiodature puntualiIl posizionamento di una rete corticale su un’area di circa 1.100 metri quadratiIl rivestimento con pannelli in fune su un’area di circa 140 metri quadratiNell’area sono stati individuati anche alcuni massi che necessitano di una messa in sicurezza immediata per evitare pericoli per la pubblica e privata incolumità.
    I lavori, affidati al Settore Lavori Pubblici e Demanio, avranno una durata di 45 giorni e sono finanziati con fondi di bilancio comunale.
    L’intervento di messa in sicurezza del costone roccioso di Valle dei Mulini è un’importante opera pubblica che consentirà di migliorare la sicurezza del territorio e di riqualificare un’area che potrà essere destinata ad attività di aggregazione e istruzione. LEGGI TUTTO

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    IL CASO Salerno: frode fiscale, nove arresti e sequestro di beni per 54 milioni di euro

    I finanzieri del Comando provinciale di Salerno hanno eseguito un’ordinanza del gip del Tribunale di Nocera Inferiore, su richiesta della Procura nocerina, che ha portato all’arresto di nove persone e al divieto di dimora per un altro indagato. Inoltre, è stato emesso un decreto di sequestro preventivo per oltre 54 milioni di euro, con sequestri immobiliari in provincia di Salerno e sequestri di valori e beni nelle province di Roma, Milano, Caserta, Napoli, Avellino, Novara, Frosinone e Varese.
    L’operazione, denominata “Alveare”, coinvolge 64 persone fisiche e 28 società. Le indagini, condotte dalla Procura di Nocera Inferiore e dalle Fiamme Gialle, hanno smascherato un’organizzazione criminale con ramificazioni in Italia e all’estero, mirata principalmente alla commissione di reati fiscali. La struttura gestiva e controllava un gruppo di società fittizie, senza reale struttura organizzativa e capacità operativa, con l’obiettivo di emettere e utilizzare fatture per operazioni inesistenti e fornire liquidità in contanti a imprenditori compiacenti.
    I reati contestati includono associazione per delinquere, riciclaggio, frode fiscale, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso materiale commesso da persone esercenti un servizio di pubblica necessità e responsabilità amministrativa da reato degli enti. L’ordinanza è stata eseguita dai Finanzieri della Compagnia di Scafati, con la collaborazione di altri Reparti della Guardia di Finanza, dei militari specializzati dello Scico e delle unità cinofile cash dog.
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    Operaio in nero morto a Scafati: 5 indagati

    Sono cinque gli indagati per la morte del giovane operaio Alessandro Panariello, il 21enne operaio di Poggiomarino travolto ed ucciso da una lastra di acciaio che stava sollevando con una carrucola in un cantiere edile di via Melchiade a Scafati.
    La famiglia attraverso gli avvocati Gennaro Caracciolo e Agostino Russo dello Studio Forensis, hanno presentato una denuncia ai carabinieri della tenenza di Scafati.
    Il pm Donatella Diana della Procura di Nocera Inferiore, titolare delle indagini nella giornata di oggi dovrebbe nominare il perito medico che dovrà effettuare l’autopsia.
    Nel mirino degli investigatori le posizioni del datore di lavoro, del responsabile del cantiere, del responsabile della sicurezza e dei committenti dei lavori.
    Al comando del tenente colonnello Gianfranco Albanese, i Carabinieri di Nocera Inferiore hanno condotto un’indagine che ha rivelato che il 21enne deceduto non aveva un regolare contratto di lavoro.
    Il ragazzo lavorava in nero per una cooperativa di Sant’Anastasia
    Lavorava “in nero” per la cooperativa di Sant’Anastasia che stava installando le lastre di acciaio sulla facciata dell’edificio in ristrutturazione in via Melchiade, per conto dell’impresa incaricata dei lavori e della gestione del cantiere.
    Questa circostanza è stata confermata dai familiari della vittima: la madre Flora, il suo compagno (padre defunto del ragazzo) e la fidanzata Annachiara.
    Il 21enne aveva lasciato la scuola per aiutare la famiglia da almeno sette anni e da allora lavorava in nero come operaio edile per la ditta – Arco Legno srl di sant’Anastasia dove prestava servizio anche venerdì durante l’incidente.
    Alessandro aveva chiesto al datore di lavoro di metterlo in regola
    Più volte, hanno raccontato le due donne, Panariello aveva chiesto al datore di lavoro di metterlo in regola e di aumentargli la paga giornaliera, che era di 50 euro, e più volte ci aveva litigato per la mancanza di sicurezza, tanto da interrompere il lavoro e tornarsene a casa.
    Anche venerdì 17, è stato sottolineato in querela, il 21enne aveva chattato con la compagna e in un messaggio audio le aveva detto che non voleva più lavorare per il titolare dell’azienda.
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