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    Gli usurai del clan dei Casalesi incendiavano le auto a chi non pagava in tempo: 5 arresti

    I Carabinieri della Compagnia di Casal di Principe hanno sgominato un gruppo di persone legate al clan dei Casalesi, accusate di estorsione, usura e danneggiamento mediante incendio.PUBBLICITA

    Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno portato all’arresto di 3 persone e agli arresti domiciliari di altre 2.

    Le indagini hanno fatto luce su un episodio di estorsione avvenuto tra febbraio e luglio 2024. Le vittime erano state oggetto di una richiesta di denaro pari a circa 100mila euro, derivante da un debito pregresso di 45mila euro contratto a tassi usurari da uno degli indagati.
    Per intimidire le vittime e indurle al pagamento, gli indagati, con la collaborazione di altri elementi della criminalità organizzata, hanno organizzato dei summit camorristici.

    Non ottenendo l’effetto desiderato, nell’aprile 2024, alcuni degli indagati si sono recati presso l’abitazione di una delle vittime e hanno dato fuoco ad alcune autovetture.

    L’azione intimidatoria ha sortito l’effetto sperato: le vittime, temendo per la propria incolumità, hanno consegnato ai loro aguzzini circa 5mila euro come prima tranche del debito.
    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Napoli, colpo alla banda del Vasto che truffava gli anziani a Roma: 10 arresti

    Napoli. Un nuovo colpo a una delle paranze di trasfertisti del quartiere Vasto Arenaccia dediti alle truffe agli anziani è stato portato a termine dalla Polizia di Stato con l’arresto di 10 persone.PUBBLICITA

    Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Roma e del III Distretto Fidene-Serpentara, con la collaborazione della Squadra Mobile di Napoli e coordinate dalla Procura della Repubblica capitolina, sono durate mesi e hanno permesso di disarticolare un gruppo criminale che operava principalmente a Roma e in diverse province del centro-sud Italia.

    Punti Chiave ArticoloIl modus operandi del finto nipote I malviventi utilizzavano il classico metodo del “finto nipote” o di parenti in difficoltà economica per contattare le vittime anziane. Una volta carpita la loro fiducia, si presentavano a casa loro per ricevere denaro o preziosi, spesso spacciandosi per direttori di uffici postali, corrieri o amici dei congiunti. Le indagini hanno rivelato che il gruppo era ben organizzato, con ruoli ben definiti: dai “promotori” e “organizzatori” delle truffe ai “telefonisti” che contattavano le vittime, fino agli “esattori” che si recavano presso le loro abitazioni per riscuotere il denaro o i gioielli.
    Inoltre, è stato accertato che gli indagati hanno operato prevalentemente a Roma oltre che in alcune province del centro sud come Lucca, Terni, Latina, Napoli, Avellino, Salerno e Lecce.
    L’operazione ha portato all’arresto di 10 persone e all’emissione di diverse misure cautelari. Si tratta di un duro colpo al fenomeno delle truffe agli anziani, un reato particolarmente odioso che provoca gravi danni alle vittime, sia dal punto di vista economico che emotivo. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Faida di Fuorigrotta preso il nipote del boss Troncone e un complice

    Sono ritenuti appartenenti a clan Troncone di Fuorigrotta i due uomini Manuel Marino di 27 anni e Alessio Ferrara di soli 18 anni sottoposti e fermo dalla Squadra Mobile di Napoli nell’ambito delle indagini sui raid a colpi d’arma da fuoco esplosi nei giorni scorsi nel quartiere Fuorigrotta di Napoli.PUBBLICITA

    Il primo fermato apparteneva al gruppo criminale dei Volpe una volta rivale dei Troncone ed ora legato al boss di via Leopardi,  mentre il secondo è invece è il nipote del boss Vitale Troncone  (la madre sarebbe la compagna dell’attuale reggente).

    Punti Chiave Articolo I due sono gli autori di un fallito agguato in piazza San Vitale Al momento il tentato omicidio viene contestato per un episodio avvenuto lo scorso 24 giugno nella centralissima piazza San Vitale. Si tratta di un agguato fallito di cui si è saputo soltanto oggi al m omento del fermo dei due. Ma non si esclude che i due indagati possano essere gli stessi che, pochi giorni fa, si sono resi protagonisti dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco e anche di un inseguimento in scooter intercettato peraltro da una pattuglia del commissariato San Paolo.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Torre Annunziata arrestati 5 usurai legati al clan Gionta

    Cinque persone sono state arrestate dalla Polizia di Stato per reati di usura, estorsione e tentata rapina, aggravati dal metodo mafioso, commessi a Torre Annunziata e nei comuni limitrofi.PUBBLICITA

    Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Napoli e dal Commissariato di Torre Annunziata, hanno fatto luce su un giro di usura che ha visto diverse vittime, tra cui imprenditori in difficoltà economica, subire pressioni e violenze per ottenere il pagamento di interessi a strozzo.

    Punti Chiave Articolo Gli arrestati, gravemente indiziati a vario titolo dai reati contestati, sono ritenuti affiliati o comunque vicini al clan Gionta, noto sodalizio camorristico operante nella zona.
    Le indagini hanno ricostruito un modus operandi tipico del clan: le vittime venivano avvicinate e indotte a richiedere prestiti di denaro, spesso a tassi d’interesse usurari. Minacce a  chi non pagava in tempo Una volta cadute nella trappola del debito, subivano minacce e aggressioni per essere costrette al pagamento, anche oltre le cifre pattuite. In un caso, è stato ricostruito anche il tentativo di rapina del telefono cellulare di una delle vittime, gesto finalizzato a procurare ulteriore pressione psicologica.
    Le attività investigative hanno permesso di documentare il clima di terrore diffuso dagli arrestati tra le vittime, che, sottoposte a continue vessazioni, erano indotte a non denunciare per paura di ritorsioni. L’operazione di polizia, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, rappresenta un duro colpo al clan Gionta e alla sua capacità di condizionare la vita dei cittadini e delle attività economiche del territorio. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Camorra lo scontro tra gli Iadonisi e i Troncone dietro la sparatoria di via Leopardi

    C’è lo scontro in atto tra il gruppo degli Iadonisi del Rione Lauro e i Troncone di Fuorigrotta dietro la sparatoria con scene da Far West del tardo pomeriggio di ieri in via Leopardi.PUBBLICITA

    Polizia e carabinieri sono al lavoro da ieri per ricostruire quanto accaduto e hanno preso visione delle numerose immagini delle tante telecamere pubbliche e private posto sia sul luogo della sparatoria sia lungo la via di fuga.

    Punti Chiave ArticoloTutto è iniziato in via Consalvo, dove una Honda Sh nera con a bordo due uomini ha incrociato un’altra motocicletta, di tipo e colore ancora ignoti, con altre due persone in sella. Tra i quattro, appartenenti a due clan rivali, c’è stata una discussione degenerata rapidamente in una sparatoria. Ancora non è chiaro quale dei due mezzi si sia poi dato alla fuga a tutta velocità verso via Leopardi, dove all’altezza del civico 80 si è verificata una seconda sparatoria, anche questa senza feriti.
    nel frattempo in zona si trovava una volante della polizia che sentito il fragore degli spari si è posta all’inseguimento ma il traffico ha consentito ai motociclisti pistoleri di dileguarsi. Sul luogo sono stati trovati tre bossoli calibro 7,65.  Polizia e carabinieri hanno avviato le indagini per ricostruire l’accaduto e identificare i responsabili. L’episodio è avvenuto nel quartiere di Fuorigrotta, una zona già da tempo teatro di scontri tra i clan Troncone e Esposito-Iadonisi.
    Si ipotizza che la sparatoria sia l’ennesimo capitolo di questa sanguinosa faida, alimentata dalla lotta per il controllo del racket delle estorsioni ai parcheggiatori abusivi e alle bancarelle attorno allo stadio Maradona, che con il nuovo entusiasmo con l’arrivo di Conte sulla panchina del Napoli di sicuro porterà introiti superiori a quelli dello scorso anno.  Il controllo del territorio di Fuorigrotta attorno allo stadio motivo dello scontro Ma più in generale, per il controllo delle piazze di spaccio sul territorio, il riciclaggio nelle attività del food and beverage, del divertimento. E’ stato solo un caso che ieri non sia scappata qualche vittima innocente come quando il 4 aprile scorso, in piazza Italia, una donna, Luisa Mangiapia, è stata ferita per errore durante un’altra sparatoria tra clan. Ancora una volta, gli inquirenti si trovano ad affrontare l’incubo della criminalità organizzata che semina terrore tra la popolazione civile. La caccia ai responsabili è in corso, ma la strada per sconfiggere la camorra e riportare la sicurezza a Napoli appare ancora lunga e in salita. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, sparatoria in via Leopardi a Fuorigrotta nel regno dei Troncone

    Napoli. Poco prima delle 19,30 di stasera c’é stata l’esplosione di colpi d’arma da fuoco in via Leopardi, all’altezza del civico 80.PUBBLICITA

    Sul posto si trovano i carabinieri di Bagnoli che hanno rinvenuto dei bossoli. La segnalazione sugli spari è giunta presumibilmente da testimoni presenti nella zona al momento dell’accaduto.

    L’attenzione immediata delle autorità ha portato i carabinieri a intervenire prontamente sul luogo indicato, confermando la presenza dei bossoli sul selciato.
    Da una prima ricostruzione sembra che alcune persone in sella di due scooter si siano inseguite, sparando alcuni proiettili.

    L’area è stata isolata per permettere agli investigatori di eseguire tutti i rilievi del caso e di raccogliere ulteriori elementi d’indagine.
    La zona in questione è sotto l’influenza del clan Troncone da oltre un anno fin ito nel mirino delle cosche avversarie con una serie di attentati e ferimenti.
    Due volte il boss Vitale Troncone è stato ferito e in altre circostanze ci sono state stese verso la sua abitazione.

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    Far West sulla statale 16 assalto a portavalori, colpi di pistola e auto incendiate

    Scene da film western  questa mattina sulla Statale 16, nel tratto che collega San Pietro Vernotico a Torchiarolo, al confine tra le province di Lecce e Brindisi.PUBBLICITA

    Un portavalori è stato assaltato da un commando di malviventi che hanno esploso colpi di arma da fuoco e incendiato diverse autovetture in entrambi i sensi di marcia, seminando il panico tra i numerosi automobilisti che in quel momento si trovavano sulla trafficata arteria, una delle principali vie di comunicazione per i turisti che affollano la Puglia in estate.

    L’assalto è avvenuto  all’altezza di Torchiarolo. Secondo le prime ricostruzioni, i malviventi, a bordo di auto, hanno speronato il furgone portavalori e poi hanno aperto il fuoco contro le guardie giurate. Nonostante la sparatoria, nessuno dei vigilanti è rimasto ferito.

    Nel tentativo di ostacolare l’intervento delle forze dell’ordine, i banditi hanno poi dato fuoco a diverse autovetture e a un furgone, creando un vero e proprio inferno di fuoco sulla statale. Le fiamme e la paura hanno spinto molti automobilisti ad abbandonare le proprie auto e a mettersi in fuga a piedi.
    Al momento, la Statale 613 è chiusa al traffico in entrambe le direzioni, con lunghe code che si sono formate in entrambi i sensi di marcia. Sul posto stanno operando numerose pattuglie di carabinieri, polizia e guardia di finanza per i rilievi, la gestione della viabilità e la caccia ai responsabili.
    Le forze dell’ordine stanno conducendo serrate indagini per identificare i malviventi e ricostruire la dinamica esatta dell’accaduto.

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    Benevento choc, decapitato nel sonno dal fratello: ha lanciato la testa dal balcone

    Un efferato delitto si è consumato ieri sera a Pannarano, in provincia di Benevento. Un uomo di 57 anni, Benito Miarelli, ha ucciso il fratello maggiore, Annibale, di 70 anni, e dopo avergli reciso la testa, l’ha lanciata dal balcone della loro abitazione.PUBBLICITA

    Secondo le prime ricostruzioni dei Carabinieri, i due fratelli, che vivevano insieme in via Piano, avevano avuto una lite poco prima del delitto per motivi ancora da accertare.

    Approfittando del sonno del fratello maggiore, Benito lo ha aggredito con un’arma da taglio, uccidendolo e decapitandolo.
    I Carabinieri, allertati dai vicini di casa, giunti sul posto hanno trovato il corpo senza vita di Annibale Miarelli ancora sul letto.

    L’assassino, invece, si trovava in stato di shock in casa. Interrogato dai militari e dal magistrato, ha confessato il delitto e successivamente è stato arrestato e portato in carcere.
    Resta ancora da chiarire il movente che ha spinto Benito Miarelli a compiere questo gesto agghiacciante. Le indagini dei Carabinieri sono in corso per fare luce sull’accaduto.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Giugliano, giovani rapinatori assaltano supermercato: arrestati. Uno è minorenne

    Giugliano. Ieri sera, un supermercato in via Mugnano a Giugliano è stato teatro di una rapina a mano armata. I Carabinieri, grazie a una rapida e coordinata azione, sono riusciti ad arrestare i due responsabili poco dopo il colpo.PUBBLICITA

    Erano circa le 20:00 quando due giovani, a volto coperto e con fucili in pugno, hanno fatto irruzione nel supermercato. Minacciando il cassiere, si sono fatti consegnare circa 450 euro in contanti e poi sono fuggiti a bordo di un’auto rubata.

    Punti Chiave ArticoloImmediatamente allertate, le pattuglie dei Carabinieri della sezione operativa di Marano sono intervenute sul posto. Grazie alla descrizione fornita dal cassiere e alle immagini delle telecamere di sicurezza, i militari hanno individuato l’auto dei rapinatori e li hanno intercettati mentre tentavano la fuga. Arresto e recupero della refurtiva I due giovani, un 22enne e un 17enne entrambi incensurati, non hanno potuto opporre resistenza e si sono arresi ai Carabinieri. I militari hanno recuperato circa 450 euro di refurtiva e le armi utilizzate per la rapina.
    I due arrestati sono stati accusati di rapina aggravata. Il 22enne è stato portato nel carcere di Poggioreale, mentre il minorenne è stato condotto al centro di prima accoglienza dei colli Aminei. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Quartieri Spagnoli nuova stesa contro la casa di Pietro Savio: è la risposta al ferimento di Saltalamacchia?

    Nuova notte di spari ai Quartieri Spagnoli: è l’obiettivo è sempre lo stesso Pietro Savio, figlio dello storico boss dei Quartieri Spagnoli Mario detto ‘o bellillo. Si tratta di una ritorsione o rientra nella nuova guerra tra le giovani leve dei clan?PUBBLICITA

    Non si placa dunque la tensione ai Quartieri Spagnoli. Nella notte di martedì diverse colpi di arma da fuoco sono stati esplosi in piazzetta Montecalvario, alimentando i dubbi degli investigatori su una semplice escalation di faide tra piccoli criminali. Dietro la “stesa” potrebbe esserci ben altro, forse una lotta per il controllo dei traffici di droga.

    Punti Chiave ArticoloPietro Savio era stato ferito alle gambe nella notte tra il 16 e 17 giugno scorso in vico Canale a Taverna Penta, nel cuore dei Quartieri Spagnoli. E prima ancora la stessa abitazione colpito la notte scorsa era stata centrata da altri proiettili il 25 marzo. Un segnale mirato e ben preciso? L’episodio segue il ferimento di Nunzio Saltalamacchia avvenuto il 28 giugno scorso. Ieri sera, i proiettili hanno colpito proprio la zona dove si trovava Saltalamacchia poco prima dell’agguato. Non ci sono stati feriti, ma il messaggio intimidatorio è chiaro.
     Una risposta al ferimento del giovane Nunzio Saltalamacchia? Le forze dell’ordine non escludono che lo sparo sia una risposta al ferimento del cugino del boss Eduardo Saltalamacchia. Altra ipotesi è che si tratti di strategie camorristiche spontanee, tipiche dei periodi in cui i capi storici sono in carcere. Gli agenti del commissariato di zona e della Squadra Mobile stanno indagando sull’accaduto. I cinque bossoli di proiettili recuperati sul luogo del delitto e l’assenza di feriti o danni a persone o cose supportano la tesi di un’azione dimostrativa. Secondo gli investigatori, i fatti di cronaca nera degli ultimi 15 giorni ai Quartieri Spagnoli non sono collegati. I ferimenti di Pietro Savio e di un 17enne in vico San Liborio sarebbero dovuti a liti degenerate, mentre dietro l’agguato ai Banchi Nuovi con il ferimento di Saltalamacchia e del pizzaiolo incensurato Alessio Bianco potrebbe esserci la mano di un clan.
    L’arresto dei capi dei clan Esposito, Masiello e Saltalamacchia nell’operazione “clan a tre teste” dello scorso anno ha creato un vuoto di potere che ha innescato una faida tra giovani ras emergenti. Le forze dell’ordine sono al lavoro per stroncare la violenza e riportare la legalità ai Quartieri Spagnoli. L’operazione contro il “clan a tre teste”, raccontata nei mesi scorsi nelle cronache di Napoli, è stata un duro colpo, ma la strada per sconfiggere la camorra è ancora lunga. (nella foto da sinistra Pietro Savio e Nunzio Saltalamacchia) Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Caserta sventato un attentato dinamitardo, 135mila ordigni sequestrati e 4 arresti

    I Carabinieri di Caserta hanno sventato un possibile attentato dinamitardi sequestrando oltre 135mila ordigni esplosivi e arrestando 4 persone.PUBBLICITA

    L’operazione è avvenuta nella notte scorsa durante un controllo in un immobile in costruzione a Francolise. I militari hanno sorpreso quattro persone in flagrante mentre confezionavano ordigni esplosivi di vario tipo, tra cui anche IED (Improvised Explosive Device), progettati per attentati dinamitardi.

    Oltre agli ordigni, sono stati sequestrati anche 8.000 kg di polveri da sparo per un valore commerciale stimato superiore ai 2 milioni di euro. Il materiale pirotecnico era di tipo improvvisato e privo di qualsiasi autorizzazione e sistema di sicurezza.
    Tra le sostanze esplosive sequestrate, c’erano anche quelle ad alto potenziale come tritolo, T4 e pentrite, in grado di provocare un elevatissimo effetto dirompente e distruttivo.

    Vista la pericolosità del materiale, è intervenuto il Nucleo Artificieri Antisabotaggio di Napoli per catalogare e mettere in sicurezza gli ordigni.
    Le quattro persone arrestate sono accusate di detenzione illegale di esplosivo. Il sito è stato posto sotto sequestro e vigilato dai Carabinieri in attesa del completamento delle attività di catalogazione e del trasferimento del materiale in un luogo sicuro.
    L’operazione dei Carabinieri ha scongiurato un grave pericolo per la pubblica sicurezza e ha portato alla luce un’organizzazione criminale dedita alla produzione e vendita di ordigni esplosivi.

    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Camorra scatenata a Casavatore: stesa al corso Europa

    Casavatore. Camorra scatenata: esplosi 15 di colpi di pistola. Non si arresta l’ondata criminale.PUBBLICITA

    Lunedì sera, su Corso Europa, sono stati esplosi da uomini presumibilmente in sella ad alcune moto, almeno 15 colpi di pistola. Sul posto è intervenuta la Polizia locale che ha repertato i bossoli e inviato apposita relazione in Procura.

    Punti Chiave ArticoloMentre le indagini sono tuttora in corso. Dopo un periodo di calma apparente, i clan tornano a far sentire la loro presenza con stese e caroselli di uomini in moto e in auto di grossa cilindrata come ad Arzano “gemellata”, a quanto pare sul fronte criminale, al clan Ferone di Casavatore che, nel 2017, ha determinato anche lo scioglimento per mafia del comune. Il clan Ferone torna a far sentire la sua forza intimidatrice Secondo una prima ricostruzione investigativa, verso le 22,30, sul centralissimo corso Europa, uomini in sella ad alcune moto, hanno esploso almeno 15 colpi d’arma da fuoco in aria per poi dileguarsi e far perdere le proprie tracce.
    La scena si sarebbe consumata in pochi minuti tra il fuggi fuggi generale della gente a quell’ora ancora in strada. Una situazione che si somma alla già delicata vicenda della festa dei Gigli che ha registrato nei giorni scorsi il blitz congiunto di Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia locale. Ovviamente le due cose non sono collegate, ma anche questa situazione rischia di diventare incandescente. P.B.
    Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO