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    Nola 20enne in fin di vita: ha reagito a un tentativo di rapina

    Nola. Un giovane di 20 anni è stato accoltellato a Nola ed è ora in pericolo di vita. L’episodio è avvenuto poco dopo la mezzanotte di ieri in via Padre Francesco Palliola.PUBBLICITA
    Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione e del Nucleo Operativo Radiomobile di Nola, che hanno trovato il giovane riverso a terra con una ferita da coltello al torace.
    Punti Chiave ArticoloIl 20enne, incensurato e residente a Tufino, è stato soccorso dal 118 e trasportato d’urgenza all’ospedale di Nola. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime e, per questo motivo, è stato trasferito all’ospedale del Mare di Napoli, dove è stato ricoverato in prognosi riservata. I carabinieri stanno indagando per ricostruire la dinamica dell’accaduto e identificare l’autore dell’accoltellamento. Al momento non si esclude alcuna pista. Il ferito è un 20enne residente a Tufino Secondo le ultime informazioni, il giovane sarebbe stato vittima di una rapina. L’aggressore, dopo averlo accoltellato, gli avrebbe portato via il telefono cellulare. I carabinieri stanno visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona per cercare di individuare il colpevole. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Napoli truffa del compact disc: la nuova tecnica di raggiro agli anziani

    Napoli. Arriva la truffa del compact disc: è la nuova tecnica per spillare soldi agli anziani. Non più a casa con la telefonata del finto nipote ma avvicinati in strada nelle vie dello shopping.PUBBLICITA
    I Carabinieri della Compagnia di Napoli Centro hanno arrestato un 47enne con l’accusa di truffa aggravata ai danni di anziani. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, agiva in concorso con un complice ancora non identificato.

    Punti Chiave Articolo Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli, hanno rivelato che i due truffatori avvicinavano gli anziani per strada, spacciandosi per impiegati di un negozio di informatica. Con la scusa di dover consegnare dei compact disc ai loro figli, convincevano le vittime a consegnare loro denaro, ottenendo un profitto ingiusto. Le truffe avvenivano tutte nel quartiere di Chiaia. iI 47enne ed il complice avrebbero avvicinato in strada un 74enne, presentandosi come impiegati di un negozio d’informatica. Avrebbero poi affermato di dover consegnare al figlio della vittima due “compact disc”, uno del valore di 150 euro, l’altro di 200.
     Le truffe tutte nel quartiere di Chiaia Dopo aver raggirato l’anziano avrebbero, dunque, incassato la somma richiesta. Stesso copione, diverse le vittime, in altri 4 analoghi episodi. Ad una delle vittime, un 81enne, dopo aver inscenato la storia del compact disc, il 47enne avrebbe strappato dalle mani due banconote da 50 euro. Per questo risponderà anche di furto con strappo. In un caso, un 81enne è stato derubato anche di due banconote da 50 euro dopo che i truffatori gli avevano strappato le banconote dalle mani. L’uomo arrestato, M.D.V., è stato rinchiuso nel carcere di Poggioreale. Risponderà di truffa aggravata e furto con strappo. I carabinieri continuano a informare gli anziani a fare attenzione ai truffatori e a rivolgersi al 112 in caso di sospetti anche perché le cronache di Napoli raccontano ogni giorni di raggiri a persone anziane. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli coltellate al volto perché reagisce alla rapina: bandito cade durante la fuga. Rintracciato e arrestato

    Napoli.Un 37enne napoletano con precedenti è stato fermato dai Carabinieri con l’accusa di tentata rapina aggravata e lesioni personali gravi ai danni di un 29enne del quartiere Pendino.PUBBLICITA
    L’aggressione è avvenuta la notte del 7 giugno scorso. Il 37enne, a volto coperto da passamontagna e casco, ha tentato di rapinare il 29enne con un grosso coltello da cucina.

    Punti Chiave ArticoloAl rifiuto della vittima, il rapinatore lo ha colpito con diverse coltellate, una delle quali allo zigomo destro, dove i medici hanno poi estratto un frammento di lama. Dopo l’aggressione, il 37enne è fuggito in direzione di Via Soprammuro, ma è caduto dallo scooter contro un’auto in sosta. Abbandonando casco, scaldacollo, coltello e guanti, è risalito sul mezzo e si è allontanato.
    Il bandito è caduto in via Soprammuro durante la fuga La vittima è stata soccorsa da alcuni residenti e portata in ospedale. Le sue condizioni sono gravi. I Carabinieri hanno analizzato le telecamere di sicurezza lungo il percorso del rapinatore, individuandolo grazie a quelle che lo riprendono a terra dopo l’incidente. Ricavando un identikit del sospettato e confrontandolo con la banca dati delle foto segnaletiche, i militari hanno individuato l’abitazione del 37enne e lo hanno rintracciato. L’uomo presentava ematomi ed escoriazioni compatibili con l’incidente ripreso dalle telecamere.  A casa trovati gli abiti utilizzati nella rapina e le chiavi dello scooter Nella sua abitazione sono stati trovati gli abiti utilizzati durante la rapina, le chiavi dello scooter e il veicolo stesso. Il 37enne è stato fermato in attesa dell’udienza di convalida. Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli stesa alle Case Nuove: 11 colpi in strada

    Napoli Ancora violenza a Napoli, dove una raffica di spari ha scosso la zona di Via Padre Ludovico da Casoria. La segnalazione al 113 parlava di una “stesa”.PUBBLICITA

    Le forze dell’ordine, giunte sul posto, hanno trovato undici bossoli all’angolo tra Via Padre Ludovico da Casoria e Via Ciccone. Ancora da accertare se i proiettili provengano dalla stessa arma.

    Questo episodio si aggiunge al raid avvenuto la notte tra l’11 e il 12 dicembre nelle vicinanze, dove 80 proiettili esplosi ferirono una donna innocente di 68 anni. L’episodio, avvenuto a pochi passi dalla stazione centrale, aveva fatto clamore per la violenza inaudita e l’utilizzo di armi da assalto.
    L’ennesimo fatto di sangue raccontato dalle cronache di Napoli desta seria preoccupazione per la crescente tensione e l’utilizzo di armi da fuoco nelle strade della città. Le forze dell’ordine sono al lavoro per far luce sui fatti e assicurare i colpevoli alla giustizia.

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    Napoli 29enne accoltellato in vico Soprammuro nel corso di una rapina

    Napoli. I Carabinieri della compagnia Stella sono intervenuti al Pronto Soccorso dell’Ospedale Pellegrini per un uomo accoltellato.
    La vittima, un 29enne incensurato del quartiere Pendino, si era presentato in ospedale con ferite multiple da arma da punta e taglio.

    Dalle prime ricostruzioni, l’uomo sarebbe stato aggredito da uno sconosciuto in un tentativo di rapina in Vico Soprammuro. Accoltellato in diverse parti del corpo, la vittima si sarebbe trascinata fino a Vico Molino dove una residente lo ha soccorso e portato in auto all’ospedale.
    I Carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato in Via Soprammuro un casco da motociclista, un coltello sporco di sangue, dei guanti in lattice e uno scaldacollo.

    Il 29enne è attualmente in sala operatoria per “ferite da punta e taglio multiple alla testa, al volto, al torace e arto inferiore destro”. Le sue condizioni non sono in pericolo di vita.
    I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Stella, in sinergia con la Procura di Napoli, stanno conducendo le indagini per ricostruire l’intera vicenda e identificare il responsabile dell’aggressione.
    L’appello a fornire informazioni
    Le forze dell’ordine invitano chiunque abbia informazioni utili all’indagine a contattarle.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, “Se esci sei morta”, le minacce alla ex: arrestati nipote del boss e lo zio

    Napoli. Il nipote del ras di camorra del clan Contini non accettava la fine della relazione con la ragazza alla quale l’aveva costretta al fidanzamento e aveva minacciato di morte lei e il fratello.
    Ma lei senza avere  paura e pur sapendo con chi aveva a che fare si è presentata in Questura e ha denunciato tutti: ex fidanzato compreso che tra l’altra pur essendo agli arresto domiciliari per un altro reato era andata sotto casa con la zia a minacciarla.

    La ragazza ha raccontato di aver subito reiteratamente minacce, molestie e aggressioni da parte degli indagati.
    Le accuse
    Secondo l’accusa, gli indagati, stretti congiunti tra loro, avrebbero agito con l’obiettivo di costringere la donna a mantenere una relazione sentimentale con Davide Buonocore, uno degli arrestati. La giovane, inizialmente minorenne, era stata indotta ad iniziare la relazione con Buonocore e, in seguito alla sua decisione di interrompere il rapporto, sarebbe stata sottoposta a continue pressioni e minacce.

    Le minacce di Buonocore
    In particolare, Buonocore, nonostante si trovasse ai domiciliari per un’altra vicenda, si sarebbe recato a casa della fidanzata minacciandola di morte: “Se esci sei morta”
    Le condotte degli indagati sono state ritenute aggravate dal metodo mafioso, in considerazione delle modalità esecutive e della contiguità di alcuni di loro con il clan Contini.
    Gli arrestati
    In stato di arresto sono finiti Roberto Murano, storico ras della zona Mercato e braccio destro del boss Nicola Rullo, esponente di spicco del clan Contini, la moglie Stefania Palumbo e la figlia Anna Murano, il nipote di Murano Davide Buonocore, e le sorelle di Stefania, Carmela e Annamaria Palumbo. Alle quattro donne, incensurate, sono stati concessi i domiciliari dal gip. Custodia cautelare in carcere invece per zio e nipote, già noti alle forze dell’ordine.

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    Napoli, porta droga in carcere al figlio a Secondigliano: arrestata

    Napoli. Una donna, madre di un detenuto del carcere di Secondigliano, è stata arrestata dalla polizia penitenziaria dopo aver tentato di introdurre illegalmente droga all’interno dell’istituto.
    La donna, con precedenti per spaccio, è stata fermata mentre si accingeva ad avere un colloquio con il figlio, ristretto nel Reparto Mediterraneo. Durante i controlli di routine, gli agenti hanno scoperto che la donna nascondeva 100 grammi di hashish nelle calze.

    Lello Munno, vicesegretario regionale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), e Donato Vaia, delegato del Sappe, hanno espresso “il compiacimento del Sappe” al personale di polizia penitenziaria di Secondigliano “che con professionalità ed astuzia, porta avanti ogni giorno una battaglia per contrastare il traffico di sostanze stupefacenti all’interno del penitenziario, nonostante la critica carenza di organico”.
    Il problema della droga in carcere
    Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha sottolineato che “il problema dell’ingresso della droga in carcere è questione ormai sempre più frequente, a causa dei tanti tossicodipendenti ristretti nelle strutture italiane”. Secondo i dati del Sappe, quasi il 30% dei detenuti in Italia ha problemi di droga.

    Il Sappe propone di togliere dal carcere i tossicodipendenti e di curarli all’esterno, in modo da limitare l’ingresso di droga nelle carceri. Il sindacato chiede inoltre un incremento di organico e la dotazione di strumenti tecnologici per contrastare il traffico di stupefacenti.
    Le richieste del Sappe
    “Se da un lato dobbiamo complimentarci con il personale di polizia penitenziaria del centro penitenziario di Secondigliano che ha operato ancora una volta con professionalità e spirito di sacrificio, dall’altro non comprendiamo come non vengano assunti provvedimenti adeguati a ripristinare la sicurezza e la legalità”, afferma Capece.
    Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    I narcos ora spacciano la “Pastilla de Dios”: le pasticche con il volto di Maradona

    La polizia argentina ha smantellato una banda di narcotrafficanti che produceva e commercializzava ecstasy a tema calcistico, tra cui la “Pastilla de Dios”, una pillola di MdMa con il volto di Diego Armando Maradona.PUBBLICITA

    L’operazione, denominata “Pastilla de Dios”, è stata condotta dalla Divisione Investigativa Antidroga della Polizia Federale Argentina e ha portato all’arresto di due persone: una donna di 26 anni e un uomo di 29 anni.

    L’indagine è iniziata dopo il sequestro di 70 pasticche di MdMa con il volto di Maradona in una sala da bowling di Buenos Aires. Le indagini hanno portato gli agenti a un appartamento nel quartiere Mario Bravo, dove sono state trovate altre droghe, tra cui metanfetamine, marijuana e cocaina.
    Il sequestro e l’operazione di sequestro è stata anticipata dal giornale argentino Clarin. Il valore totale delle droghe sequestrate è stimato a oltre 12.732.000 pesos argentini.

    Oltre alle pasticche con il volto di Maradona, la polizia ha trovato anche ecstasy con le immagini di altri personaggi famosi, come il musicista Bizarrap e il duo musicale Daft Punk.
    L’obiettivo dei narcos é lo spaccio ai mondiali di calcio del 2026 in Argentina
    L’obiettivo dei narcos era quello di commercializzare le droghe a tema calcistico durante la Coppa del Mondo FIFA 2026, che si terrà in Argentina, Canada, Messico e Stati Uniti.
    L’operazione “Pastilla de Dios” rappresenta un duro colpo al narcotraffico in Argentina e dimostra l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare questo fenomeno.

    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, nuova stesa a Pianura: spari al Cannavino, paura tra gli abitanti

    Napoli. Riesplode la faida di Pianura: stesa in via Evangelista Torricelli. Cinque colpi di pistola esplosi in aria in direzione di un edificio dove abitano alcuni esponenti del gruppo di camorra dei Carillo.
    Paura tra gli abitanti che sono scesi in strada e hanno avvertito la polizia. Arrivati sul posto gli agenti hanno repertato i bossoli e hanno effettuato i rilievi cercando anche di capire a chi era rivolto il messaggio di piombo.

    Via Evangelista Torriccelli, nella zona della Cannavino, regno del boss Antonio Carillo, nel corso dell’ultimo anno è diventata tristemente nota per lunga lunga serie di stese ed attentati.
    L’ultimo in ordine di tempo il 24 aprile scorso quando alle tre di notte ci fu prima un colpo di pistola in aria e poi l’incendio dello scooter di una donna incensurata.

    Gli investigatori ritengono che anche questa volta sia opera di un gruppo di giovani emergenti che cercano di approfittare del vuoto di potere determinato dalla detenzione dei boss dei due gruppo criminali in guerra da tempo ovvero dei Carrillo, eredi dei Pesce-Marfella, in contrasto con i Calone-Esposito-Marsicano.
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    Nocera arsenale nel fondo agricolo: arrestato 48enne

    Nocera Inferiore. Nascondeva in un fondo agricolo pistole, mitraglietta da guerra e giubbotti antiproiettile: arrestato un 48enne
    I militari, durante un servizio di controllo dinamico del territorio finalizzato al contrasto dei reati in materia di armi, hanno rinvenuto, nascoste in un fondo agricolo usato dall’arrestato, numerose armi e munizioni.

    Un vero e proprio arsenale insomma. In particolare, sono state trovate otto pistole di vario calibro, una mitraglietta da guerra calibro 7.65, oltre 1000 munizioni e 2 giubbotti antiproiettile.
    Questa mattina, a Pagani, i Carabinieri della Sezione Operativa del Norm del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore sono intervenuti, arrestando un 48enne del luogo per “detenzione illegale di armi comuni da sparo e da guerra”.

    Il 48enne è stato condotto presso la casa circondariale di Benevento.
    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Napoli, nel garage di Soccavo arsenale del clan: arrestato il custode

    Napoli. Maxi sequestro di armi e droga dei clan di Soccavo: arrestato un 35enne, era il custode del garage dove erano custoditi. Agenti della Squadra Mobile e del Commissariato Dante, impegnati in attività di contrasto alla criminalità organizzata, hanno effettuato un controllo in un garage di via Epomeo. Durante il controllo, hanno scoperto due nascondigli.

    Punti Chiave ArticoloAll’interno di un’autovettura in stato di semi abbandono sono stati rinvenuti 23 panetti di hashish e altra sostanza dello stesso tipo per un peso complessivo di circa 2,5 kg. All’interno di uno degli uffici del garage gestito dai clan di Soccavo invece sono stati trovati 2 confezioni di cocaina per un peso complessivo di circa un kg, un fucile mitragliatore modello Uzi cal. 9 x 19, verosimilmente di provenienza israeliana, con matricola abrasa e completo di caricatore.
    Cinque chilogrammi di droga, un mitra e 6 pistole E ancora un revolver marca Astra cal. 357 magnum con matricola abrasa, cinque pistole semiautomatiche clandestine, di varie marche e calibro, tutte cariche e pronte all’uso83 cartucce di vario calibro e 20.000 euro. In base alle evidenze raccolte, i poliziotti hanno arrestato un 35enne, ritenuto essere il custode dell’arsenale e della droga. L’uomo aveva infatti l’esclusiva disponibilità dell’ufficio dove era occultata parte del materiale sequestrato. L’arrestato, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia, è stato associato presso la casa circondariale “Giuseppe Salvia” di Napoli Poggioreale. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Marcello Colafigli era il garante dello spaccio a Roma per camorra, ‘ndrangheta e mafia foggiana

    I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, coordinati dalla DDA della Procura, hanno arrestato Marcello Colafigli, storico esponente della Banda della Magliana, nell’ambito di un’operazione antidroga che ha portato all’esecuzione di 28 misure cautelari.PUBBLICITA

    Nonostante i suoi 71 anni Marcello Colafigli, conosciuto come “Marcellone” e “il Bufalo”, storico fondatore della Banda della Magliana, era l’anello di congiunzione del traffico di droga tra Spagna e Colombia tra i clan di camorra, ‘ndrangheta e mafia foggiana presenti su Roma.

    Punti Chiave ArticoloEra già sottoposto al regime di semilibertà, ma questo non gli ha impedito di pianificare e gestire un’organizzazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Le indagini, avviate quattro anni fa, hanno svelato un sodalizio criminale con base a Roma e operativo anche sul litorale laziale. A capo del gruppo, secondo gli inquirenti, c’era proprio Colafigli, 71 anni, nonostante i suoi trascorsi da ergastolano e la condanna per il sequestro e l’omicidio del duca Massimo Grazioli Lante della Rovere e l’omicidio di Enrico De Pedis.
    Sfruttando la sua posizione di “garante” presso una cooperativa agricola, Colafigli avrebbe ottenuto la possibilità di allontanarsi liberamente e di incontrare i suoi sodali all’interno della stessa cooperativa, organizzando così un ingente traffico di cocaina e hashish. L’organizzazione criminale aveva contatti con esponenti di spicco della ‘ndrangheta, della camorra, della mafia foggiana e con un gruppo di albanesi legati a un cartello di narcos colombiano. Le intercettazioni hanno rivelato il linguaggio criptico utilizzato per le comunicazioni relative al traffico di droga: “la frutta” per indicare la cocaina, “la verdura” per l’hashish. Colafigli, nonostante i suoi trascorsi e la sua età, non aveva perso la sua “eccezionale attitudine criminale” e la sua “disinvoltura a intrattenere legami con figure criminali di primo piano”. Oltre a Colafigli, sono stati arrestati altri 10 complici, mentre 16 sono stati posti agli arresti domiciliari e 1 è stato sottoposto all’obbligo di firma. Dal libanese al colombiano, la droga diventa frutta Dal libanese – nome d’arte per il grande schermo dato a Franco Giuseppucci, esponente storico della Banda della Magliana – a il colombiano e zio o Pinocchio per i soprannomi. E poi la droga come frutta. “Aho’ la frutta e’ gia’ pronta, no?” oppure “La frutta non la fanno adesso, giu’ a Salerno”, dicevano. Cosi’ gestivano oggi la comunicazione gli uomini del gruppo di Marcello Colafigli.”Dimmi una cosa bella”, diceva spesso per sapere l’esito degli incontri tenuti dai complici dell’organizzazione con varie figure, a volte con soprannomi curiosi: da “Zio” a “Pinocchio”, arrivando a “Sud” e “Il colombiano”, per citarne solo alcuni. Dalle carte emerge come in diverse occasioni Colafigli volesse rimarcare la propria caratura criminale, anche in virtu’ della propria appartenenza alla Banda della Magliana: “Io 40 anni (di reclusione, ndr), me li sono fatti con la faccia mia, capito? Non e’ che un tizio del genere mi fa cadere la faccia”, diceva Colafigli. A termine delle indagini “le concrete modalita’ organizzative dell’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti” scrive il Giudice per le indagini preliminari nell’ordinanza di misura cautelare “offrono plurimi e convergenti elementi ostativi al superamento della presunzione legale di attualita’ delle esigenze cautelari”. Leggi Anche LEGGI TUTTO