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    Vedi Napoli e poi… torni: il boom del turismo e da oggi c’è il “Brand Napoli”

    “Brand Napoli”Un nuovo simbolo per la città: da oggi sarà visibile in Piazza Municipio un’installazione con 12 pannelli nei pressi di via Acton, progetto è stato realizzato dall’architetto Marco Tatafiore. L’invito ai turisti è quello di scattare selfie con i simboli di Napoli.Tra questi, sono raffigurati il San Gennaro dipinto da Jorit, la pizza, il babà, la stazione della metropolitana Toledo, Pulcinella, il Vesuvio, la vista sul golfo e il mare. E ancora: Maradona, Palazzo Donn’Anna e il mare di Posillipo. I dati confermano il grande potenziale di Napoli come destinazione turistica di eccellenza. L’impegno dell’amministrazione comunale, unito all’entusiasmo dei cittadini e all’apprezzamento dei visitatori, pone le basi per un futuro ancora più roseo per il turismo a Napoli. L’assessora al Turismo e alle Attività Produttive Teresa Armato ha commentato: “Napoli sta vivendo trasformazione che va governata partendo da una visione città e dal percorso che occorre fare per sfruttare le sue potenzialità. Il Turismo è una risorsa molto importante anche se non l’unica. Salutiamo con soddisfazione i risultati ottenuti e la crescita post covid. Avevamo una serie obiettivi in parte raggiunti. Primo la destagionalizzazione. Il turismo porta anche migliaia di posti lavoro”. LEGGI TUTTO

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    Napoli, incendio ai Camaldoli: è caccia al piromane

    Napoli. La Procura di Napoli indaga per incendio colposo mentre le forze dell’ordine danno la caccia al piromane che l’altro pomeriggio piazzando una serie di inneschi ha dato fuoco alla collina dei Camaldoli.PUBBLICITA

    Complice il gran caldo le fiamme si sono propagate in breve tempo e hanno distrutto ettari di macchia mediterranea causando problemi agli abitanti delle zone collinari di Napoli in maniera paricolare.

    Punti Chiave ArticoloI riflettori della Procura di Napoli, sono concentrati sull’economia dell’emergenza, con interessi legati alla rimozione dei detriti e alla riqualificazione. L’indagine è affidata  al pool reati contro ambiente e territorio, coordinato dal procuratore aggiunto Antonio Ricci.
    I carabinieri forestali stanno passando al setaccio la collina, seppur in uno scenario da devastazione e da Apocalypse now, alla ricerca di tutte le tracce possibili che possano ricondurre al folle che ha appiccato il fuoco.
    Le prime ipotesi: l’incendio è stato appiccato in un giorno critico, il primo di allerta caldo dell’estate, con temperature roventi e una brezza che ha alimentato le fiamme. Un piano studiato, con innesco in un’area pubblica a ridosso di Napoli. Danni ingenti e interessi economici: le fiamme non hanno colpito terreni privati, ma hanno lambito tralicci elettrici. Lo scenario apre la strada a un business da milioni di euro: rimozione detriti, riqualificazione, messa in sicurezza. Un meccanismo già visto in Calabria, terra d’origine del Procuratore Gratteri, spesso colpita da incendi dolosi.
    Lo scorso anno l’incendio causato da uno spettacolo pirotecnico Le forze dell’ordine presidiano la zona per reperire indizi e circoscrivere le responsabilità. Un anno fa un incendio analogo era stato ricondotto a uno spettacolo pirotecnico illegale, mentre anni prima il bersaglio era stato il versante vesuviano. L’obiettivo degli inquirenti: individuare chi, dietro l’incendio doloso, mira a lucrare sull’emergenza, sbloccando fondi pubblici e attivando appalti per la messa in sicurezza del territorio. La lotta contro l’economia dell’emergenza e i roghi dolosi è una priorità per la Procura di Napoli, impegnata a tutelare l’ambiente e a perseguire i responsabili di questi crimini. L’incendio ha trovato vasta eco nelle cronache di Napoli e anche oggi è uno degli argomenti più discussi, anche perché con il gran caldo che continua ad imperversare su Napoli e provincia di teme una ripresa dell’incendio anche se la zona ora è controllata. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Napoli, il prefetto: “Lavoriamo su nuove vie di fuga dai Campi Flegrei”

    Napoli si prepara ad affrontare un’eventuale eruzione del supervulcano Campi Flegrei con nuove vie di fuga e prove di evacuazione.PUBBLICITA

    Il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha sottolineato l’importanza di perfezionare il sistema di evacuazione, definendolo “una priorità assoluta”.

    In un recente incontro del comitato ordine e sicurezza, il Prefetto ha annunciato l’imminente svolgimento di prove di evacuazione. L’obiettivo è quello di testare il piano e di sensibilizzare la cittadinanza sulla situazione di emergenza.

    Di Bari ha espresso ottimismo sull’imminente decreto nazionale per i Campi Flegrei, riconoscendo la complessità di un simile provvedimento ma confidando nella volontà del Governo di raggiungere questo obiettivo al più presto.

    Oltre alle nuove vie di fuga e alle prove di evacuazione, il Prefetto ha insistito sulla necessità di una corretta informazione e comunicazione alla cittadinanza.
    “Dobbiamo spingere perché queste attività siano sempre più ripetute”, ha affermato, “perché la cittadinanza deve avere piena consapevolezza della situazione generale”.
    Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Cicciano arrestato pregiudicato: aveva droga e armi in un casolare

    Pregiudicato di Cicciano arrestato per possesso di oltre due chilogrammi di hashihs armi e munizioni.PUBBLICITA

    In particolare, i finanzieri del Gruppo di Nola, dopo una serie di appostamenti, hanno scoperto un manufatto di cemento abbandonato in una zona rurale, utilizzato dall’arrestato come deposito di merce illegale.

    Punti Chiave ArticoloAll’interno del manufatto, sono stati trovati circa 2,5 kg di hashish suddivisi in panetti, 400 euro in contanti, una pistola calibro 7.65 con matricola abrasa e caricatore carico, 71 munizioni di vari calibri e 2 ordigni esplosivi artigianali.
    La sostanza stupefacente, se immessa sul mercato, avrebbe generato un guadagno illecito di oltre 60.000 euro. Tutto il materiale rinvenuto è stato sequestrato e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Nola, con l’ausilio delle unità specializzate della Polizia di Stato, che hanno prelevato e successivamente disinnescato gli ordigni.
     L’arrestato ha precedenti per estorsione e tentato omicidio Il responsabile, con gravi precedenti per estorsione e tentato omicidio, è stato arrestato in flagranza di reato e trasferito presso la casa circondariale di Poggioreale, su disposizione del PM di turno. Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Camorra: ecco tutti i 30 clan della “galassia” dei Contini

    Gli investigatori sono riusciti a ricostruire l’organigramma del clan Contini, costituito da una serie di sotto-gruppi sempre tutti sotto il controllo dei “padri fondatori” Patrizio Bosti ed Eduardo Contini.PUBBLICITA

    E’ quanto emerge dalla lettura delle 370 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Carla Sarno nella quale risultano indagati 36 affiliati ed è venuta fuori la scissione del gruppo della Cittadella di Casoria con la famiglia Lucarelli al controllo.

    Punti Chiave ArticoloAi vertici della cosca oltre ai due fondatori ci sono Rita Aieta, Ettore Bosti cl. 1979, Ciro Di Carluccio, nonché da Giuseppe Ammendola, Salvatore Botta cl.1950, Antonio Aieta,  Salvatore Botta, Vincenzo Tolomelli cl. 57, Nicola Rullo,  Antonio Muscerino e Alfredo de Feo quali capi, promotori, organizzatori e referenti territoriali.
    Nonché da Francesco Francesco quale co-dirigente del clan Contini a partire dal 2014. Per gli investigatori il clan ha il controllo delle attività illecite nei quartieri napoletani di Secondigliano, Rione Amicizia, “San Giovanniello”, “Borgo S. Antonio Abate”, Ferrovia e Vasto-Arenaccia, “Stadera- Poggioreale”.
    A questi aderiscono, con precise ripartizioni di ruoli e responsabilità interne, numerosissimi altri affiliati suddivisi in plurime articolazioni, comunque facenti capo al medesimo vertice -costituito da Edoardo Contini e Patrizio Bosti e dai soggetti a essi strettamente legati, tra i quali Ciro Di Carluccio, Ettore Bosti cl. 79 e Rita Aieta- e tra loro in costante rapporto operativo e decisionale;. Articolazioni individuate nei gruppi di seguito indicati, ciascuno diretto da uno o più “luogotenenti”: gruppo del “Vasto-Arenaccia” diretto da RULLO Nicola e da MUSCERINO Antonio;gruppo del “Borgo S. Antonio Abate” diretto da AMMENDOLA Gaetano e TOLOMELLI Vincenzo cl. 57;gruppo del “Rione Amicizia”, diretto da BOTTA Salvatore cl 50;gruppo di “San Giovanniello”, diretto da AIETA Antonio e da DE FEO Alfredo;gruppo dela “Stadera-Poggioreale”, diretto da DI MAURO Paolo, fino alla sua morte, dalla cui scissione è nato il gruppo della “Cittadella”. Tutti attivi nell’ambito della sfera di influenza, indirizzo e controllo propria del dominante cartello camorristico noto come Alleanza di Secondigliano o come “il Sistema”, facente capo, oltre che alla famiglia mafiosa dei Contini, altresì alle famiglie mafiose dei Licciardi (promossa diretta ed organizzata nel tempo dapprima da Licciardi Gennaro, deceduto, in seguito ed ancora attualmente da Licciardi  Vincenzo,  pur detenuto, Licciardi Pietro, pur detenuto, Licciardi Maria e Teghemié Antonio, radicata nei territori cittadini e nei quartieri dove operano i rispettivi gruppi:
     I quattro gruppi controllati dai Licciardi della “Masseria Cardone” diretto da ESPOSITO Renato;del “Don Guanella”, diretto da BRUNO Antonio;del “Rione Berlingieri”, diretto da CARELLA Luigi;del “Vasto”, diretto da CIRELLI Gennaro e da VARRIALE Giovanni Ciò sulla base di accordi di reciproco rispetto e strategie comuni con gli esponenti direttamente riconducibili alla famiglia mafiosa dei Contini, storicamente egemone nel quartiere Vasto) e dei Mallardo (promossa dallo stesso Francesco Mallardo congiuntamente al fratello Giuseppe Mallardo e diretta ed organizzata, nel corso del tempo, altresì da Giuseppe Dell’Aquila, Feliciano Mallardo, Francesco Napolitano, Raffaele Mallardo, Giuliano Amicone, Biagio Micillo, Domenico Pirozzi e Patrizio Picardi.  I quattro gruppi di Giugliano controllati dai Mallardo Poi ci sono numerosissimi altri affiliati suddivisi in plurime articolazioni operanti nel territorio di Giugliano ni Campania e zone limitrofe, individuati nel gruppo della zona Selcione, capeggiato da Giuseppe Dell’Aquila e diretto altresì da Patrizio Picardi e Domenico Pirozzi,gruppo dela  zona San Nicola, capeggiato da Feliciano Mallardo e diretto altresì da Francesco Napolitano e da Giuliano Amicone,gruppo della  area Cumana, capeggiato da Raffaele Mallardo,gruppo della  zona di Varcaturo-Lago Patria, capeggiata da Vincenzo D’Alterno e Giuseppe Ciccarelli; Accordi anche nei quartieri napoletani sottoposti alla egemonia del clan Contini, anche in tal caso in accordo con gli esponenti direttamente riconducibili ai Licciardi e ai Contini), nel rapporto con le quali famiglie l’associazione opera, anche mediante accordi finalizzati alla ripartizione dei proventi delle attività delittuose comuni. E comunque attraverso la preventiva concertazione di strategie e scelte criminali di interesse comune finalizzate ad assicurare tra l’altro la conservazione e il consolidamento dei vincoli di alleanza e di cooperazione criminosa delle famiglie mafiose componenti il “cartello” (Mallardo, Licciardi, Contini) con i gruppi camorristici gravitanti nell’orbita di influenza, di indirizzo e di controllo del suddetto cartello camorristico Cesarano, attivo nel quartiere Rione Kennedy di Secondigliano;Sacco Bocchetti, prima, e dei Grimaldi, poi, attivi nel quartiere di San Pietro a Patierno;Caiazzo- Alfano, attivo nei quartieri del Vomero e dell’Arenella;Panzuto-Frzziero, attivo nella zona di Chiaia-Mergellina;Calone, attivo nel quartiere di Posillipo;Vastarella, attivo nel quartiere della Sanità) E ancora ci sono le autonome organizzazioni camorristiche legate al cartello dell’Alleanza di Secondigliano da consolidati vincoli di alleanza (quali i gruppi camorristici dei Lo Russo dei quartieri di Miano, Piscinola e Chiaiano e dei Di Lauro, di Secondigliano, dei Sautto-Ciccarelli di Caivano, dei Moccia di Afragola e dei Casalesi del territorio casertano). E infine la cooperazione o di collegamento a fini criminosi (quali, ad esempio, la consorteria mafiosa degli Amato-Pagano di Secondigliano, Melito ed Arzano e dei Nuvoletta- Polverino di Marano di Napoli), contribuendo ciascun associato, in relazione al ruolo e ai compiti attribuiti, alla conservazione e all’accrescimento della forza intimidatrice propria del comune vincolo associativo e della diffusa condizione di assoggettamento ed omertà, interna ed esterna, che ne deriva, in funzione del perseguimento delle proprie finalità.  Il controllo delle attività economiche attraverso prestanome In primo luogo l’affermazione del controllo egemonico sul territorio e poiil controllo delle attività economiche (immobiliari, finanziarie, commerciali) anche attraverso la gestione, talvolta violenta e spesso monopolistica, di interi settori imprenditoriali e commerciali, effettuata sia direttamente da taluni affiliati che per il tramite di prestanome. (nella foto da sinistra Eduardo Contini, Patrizio Bosti, Francesco Mallardo, Maria Licciardi, Rita Aieta, Ettore Bosti e Nicola Rullo; sotto sempre da sinistra Alfredo De Feo, Giuseppe Ammendola, Antonio Aieta, Antonio Muscerino, Salvatore Botta e Vincenzo Tolomelli) Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli sgomberato edificio al viale Traiano: 13 famiglia evacuate

    Napoli.Il Servizio tecnico patrimonio del Comune di Napoli ha disposto lo sgombero di un edificio comunale nel quartiere Soccavo, in viale Traiano, per motivi di sicurezza legati a un preoccupante quadro fessurativo.PUBBLICITA

    L’ordinanza, emessa con carattere di urgenza, ha riguardato 13 famiglie, per un totale di circa 50 persone.

    L’intervento è stato reso necessario a seguito di un monitoraggio effettuato dal Servizio tecnico edilizia residenziale pubblica, che ha rilevato un pericolo concreto per l’incolumità degli inquilini. Le famiglie sono state quindi evacuate con la massima celerità.

    L’Amministrazione comunale, con il supporto dei servizi sociali e del personale del centro Polifunzionale, ha allestito delle postazioni di accoglienza presso il Centro Giovanile Nagioja di Soccavo per offrire un rifugio temporaneo agli sfollati. Tuttavia, alcune famiglie hanno preferito optare per una sistemazione provvisoria presso locali comunali in via Lattanzio.

    L’assessore al Patrimonio  ha dichiarato: “La priorità del Comune è la sicurezza dei cittadini. Per questo motivo, non abbiamo esitato a disporre lo sgombero dell’edificio, pur consapevoli dei disagi che questo comporta per le famiglie interessate. Stiamo lavorando per offrire loro una soluzione abitativa alternativa nel più breve tempo possibile”.
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    Camaldoli incendio domato, ma polemiche sui ritardi nei soccorsi

    Napoli. L’incendio che è divampato ieri pomeriggio sulla collina dei Camaldoli a Napoli, lambendo le case e bruciando boschi e castagneti, è stato finalmente domato dopo oltre 24 ore.PUBBLICITA

    Tuttavia, le fiamme, molto probabilmente di natura dolosa, hanno acceso anche una polemica sui ritardi nei soccorsi aerei.

    Solo stamattina, infatti, con l’arrivo di tre Canadair, è stato possibile contrastare il rogo in maniera efficace.

    Il sindaco Manfredi ha infatti spiegato che “nel pomeriggio di ieri non erano disponibili” questi mezzi aerei, pur ammettendo che “abbiamo seguito le procedure”.

    Il primo cittadino ha poi aggiunto che “c’è stata anche la mancanza di mezzi aerei che non sono potuti intervenire quando c’è stato il buio”.
    “Questo ha reso le operazioni molto difficili”, ha concluso Manfredi.
    Le sue parole hanno provocato la reazione del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Francesco Borrelli, che ha annunciato un’interrogazione parlamentare per sapere “perché i mezzi aerei sono arrivati con molte ore di ritardo”.

    Anche il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha tenuto a precisare che “è stato attivato immediatamente il centro soccorsi” e che “non è vero che le suore siano state evacuate”.
    L’incendio ha comunque provocato notevoli danni all’ambiente, oltre che disagi ai residenti della zona, che sono stati costretti a fare i conti con fumo acre e cenere.
    L’episodio ha riacceso il dibattito sulla necessità di potenziare i mezzi aerei antincendio a disposizione delle Forze dell’ordine, soprattutto in un periodo di particolare siccità come quello attuale.
    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Sant’Antimo chiusi 4 negozi e 4 persone denunciate

    Sant’Antimo. Ieri, gli agenti del Commissariato di Frattamaggiore, coadiuvati da personale del Reparto Prevenzione Crimine Campania, dalla Polizia Locale di Sant’Antimo e dall’ASL Napoli 2, hanno svolto un servizio straordinario di controllo del territorio a Sant’Antimo.PUBBLICITA

    L’operazione ha portato a:

    Identificazione di 153 persone, di cui 39 con precedenti di polizia;Controllo di 82 veicoli, con 4 sottoposti a sequestro o fermo amministrativo;Contestazione di 12 violazioni del Codice della Strada, per guida senza casco protettivo, guida senza patente, mancata copertura assicurativa, mancata revisione periodica e guida a velocità non commisurata;

    Controllo e sequestro di 4 esercizi commerciali, i cui titolari sono stati denunciati per furto aggravato di acqua, violazioni in materia di igiene e tutela degli alimenti e smaltimento illecito di rifiuti. Tre di questi esercizi sono stati sanzionati anche per mancata comunicazione all’Autorità di Pubblica Sicurezza della cessione del fabbricato.

    Sequestro di 750 kg di alimenti in cattivo stato di conservazione. La frutta e la verdura sono state donate allo zoo di Napoli.
    L’operazione è stata condotta nell’ambito dell’impegno delle forze dell’ordine per contrastare l’illegalità e tutelare la sicurezza dei cittadini.
    In particolare, il sequestro degli alimenti è un segnale forte contro chi mette a rischio la salute pubblica.

    L’operazione è stata accolta con favore dalla cittadinanza, che ha ringraziato le forze dell’ordine per il loro impegno.
    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Camorra, scissione nel clan Contini: nato il gruppo della Stadera, 30 misure cautelari

    Guerra di droga a Napoli e scissione nel clan Contini con la nascita del gruppo autonomi della Stadera nella zona di Poggioreale: 30 arresti per associazione a delinquere e traffico di stupefacenti.PUBBLICITA
    E infatti stamane l Polizia di Stato ha sgominato il gruppo di narcotrafficanti legati al clan Contini, sgominando una fazione scissionista nota come “gruppo della Stadera”. 30 persone sono state arrestate, di cui 13 in carcere e 17 con divieto di dimora in Campania.

    Punti Chiave Articolo
    L’operazione è nata dal ferimento a colpi di arma da fuoco di un uomo il 20 settembre 2021. Le indalivegini, condotte dalla Squadra Mobile di Napoli con il supporto di altri commissariati e della Squadra Mobile di Avellino, hanno permesso di ricostruire la dinamica dei fatti e di inquadrare il ferimento come risposta a un altro agguato avvenuto il 2 settembre 2021.
    Scissione all’interno del clan Contini Dalle indagini è emerso che gli eventi di violenza derivano da una scissione all’interno del “gruppo della Stadera”, costola del clan Contini. Uno degli indagati avrebbe infatti tentato di creare un gruppo criminale autonomo, approvvigionandosi di droga da fornitori di Scampia e del “Connolo” di Poggioreale. Traffico di droga e attività estorsive Il gruppo di scissionisti ha avviato un’intensa attività di spaccio al dettaglio nella “cittadella” tra Casoria e Napoli, fornendo droga anche a piazze di spaccio di Ponticelli, Secondigliano, Avellino e all’interno del carcere di Salerno, dove uno degli indagati era detenuto. Per recuperare i crediti derivanti dallo spaccio, il gruppo ha messo in atto condotte estorsive.
    Violenza e scontri con altre bande Il gruppo era in possesso di armi ed era pronto ad utilizzarle in caso di scontri con altre bande rivali, come testimoniato dal ferimento a colpi di arma da fuoco avvenuto il 17 dicembre 2019 nell’ambito dello scontro tra la “Stadera” e il “rione Bronx”.
    L’operazione ha portato all’arresto di 30 persone, di cui 13 in carcere e 17 con divieto di dimora in Campania. Si tratta di un duro colpo al narcotraffico e alla violenza a Napoli, frutto di un’attenta attività investigativa da parte della Polizia di Stato. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Caporalato tra Napoli e Caserta: 7 arresti

    Sette arrestati per caporalato a Napoli e Caserta: sfruttavano oltre 60 braccianti extracomunitariPUBBLICITA
    I Carabinieri del Comando per la Tutela del Lavoro, coadiuvati dai Carabinieri di Napoli e Caserta, hanno sgominato un gruppo di caporali che sfruttavano oltre 60 braccianti extracomunitari nei campi del Casertano.

    Punti Chiave ArticoloSette persone sono state arrestate, di cui tre in carcere e quattro ai domiciliari, con l’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro in agricoltura. Le indagini, durate da gennaio a giugno 2023, hanno fatto emergere un quadro di sfruttamento gravissimo.
    Braccianti pagati 1,80-2,00 euro l’ora per 11-16 ore al giorno I lavoratori venivano pagati appena 1,80-2,00 euro l’ora, per giornate lavorative che duravano dalle 11 alle 16 ore. Erano costretti a lavorare in condizioni disumane, senza riposo, senza servizi igienici, né dispositivi di sicurezza.
    Venivano trasportati sui luoghi di lavoro su furgoni fatiscenti, stipati come bestie, e vivevano in baracche fatiscenti. Minacce e soprusi per chi tentava di ribellarsi Chiunque tentava di ribellarsi veniva minacciato, anche di morte, e subiva soprusi. Uno degli indagati reclutava manodopera da una seconda azienda agricola, utilizzando un falso contratto di appalto.
    Sequestrata azienda agricola per 200.000 euro Oltre agli arresti, è stato sequestrato un’azienda agricola legata a due degli indagati, per un valore di circa 200.000 euro.
    Questa operazione è un duro colpo al caporalato, un fenomeno purtroppo ancora diffuso in alcune zone d’Italia. L’opione pubblica è ancora scossa dalla morte avvenuta ieri del cittadino indiano abbandonato ferito davanti casa dal suo datore di lavoro. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, furti Chiesa dei Girolamini: oltre 200 opere trafugate

    Napoli. Un’operazione congiunta tra i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale (Tpc) e gli storici dell’arte del Complesso Monumentale dei Girolamini ha portato alla luce un ingente furto avvenuto presso la Chiesa dei Girolamini di Napoli dopo la Seconda Guerra Mondiale.PUBBLICITA
    Dalle indagini è emerso che oltre 200 opere d’arte e oggetti di pregio sono stati sottratti dalla chiesa e da altri locali del complesso monumentale. Tra i beni trafugati figurano busti reliquiari, lampadari, crocifissi, dipinti, mensole in marmo, organi, candelieri, vasi, ornamenti e altri oggetti di grande valore storico-artistico.

    Punti Chiave ArticoloUn’attenta ricostruzione Grazie a un’accurata ricerca d’archivio e al confronto tra la situazione attuale della chiesa e le foto d’epoca, i Carabinieri e gli storici dell’arte dei Girolamini hanno stilato un elenco dettagliato delle opere mancanti. L’elenco comprende sia opere di cui è disponibile una foto, sia beni per i quali si possiede solo una descrizione.
    Attivazione delle procedure di recupero L’operazione, realizzata in attuazione di un protocollo d’intesa tra la Procura della Repubblica di Napoli e il Complesso Monumentale e Biblioteca dei Girolamini, ha permesso di avviare le procedure per il recupero dei beni trafugati.
    Tutte le opere mancanti saranno inserite nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, e i Carabinieri del Tpc potranno così procedere con indagini mirate al loro ritrovamento. Un duro colpo al patrimonio culturale Il furto della Chiesa dei Girolamini rappresenta un duro colpo al patrimonio culturale italiano. Si tratta di una perdita significativa per la storia e l’arte del nostro Paese, che richiede un impegno costante per il recupero e la valorizzazione dei beni trafugati.
    L’elenco delle opere mancanti L’elenco completo delle opere trafugate, comprensivo di foto e descrizioni, è disponibile presso il Comando Carabinieri Tpc e il Complesso Monumentale dei Girolamini.
    Un appello alla collaborazione Le autorità invitano chiunque abbia informazioni utili al recupero delle opere rubate a contattare il Comando Carabinieri Tpc o il Complesso Monumentale dei Girolamini. La speranza di un ritrovamento Si confida che, grazie alla collaborazione di tutti, le opere trafugate dalla Chiesa dei Girolamini possano essere ritrovate e restituite al loro legittimo proprietario, il popolo italiano. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Napoli, smantellata piazza di spaccio alle Case dei Puffi a Scampia: 3 arresti

    Napoli. Smantellata la piazza di spaccio nella zona della cosiddetta Case dei Puffi a Scampia.PUBBLICITA
    Tre persone sono state arrestate dai carabinieri nel corso di un blitz che ha interessato il lotto P di Scampia.

    Punti Chiave ArticoloIn manette sono finiti Fabio Scotti di 38 anni, Antonio Murolo di 34 anni e Antonio Papaccioli di 19 anni. Sono tutti del posto e già noti alle forze dell’ordine.
    I tre avevano appena ceduto delle dosi a dei tossicodipendenti prima di essere bloccati dai militari.
     I tre arrestati mentre rifornivano un cliente Le dosi sono state recuperate e sequestrate mentre i 3 sono stati trasferiti nel carcere di Poggioreale. Ora i carabinieri continuano le indagini per arrivare ai loro fornitori e stabilire il giro di spaccio dei tre.
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