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    Napoli, sequestrata a Scampia auto trasformata in officina ambulante per rapine con armi e abbigliamento

    Napoli. Armi micidiali e oggetti rubati rinvenuti a bordo di un’auto rubata a Scampia. I Carabinieri della locale stazione, durante un controllo di routine in via Colorini, hanno scoperto un vero e proprio arsenale all’interno di una Smart rubata.PUBBLICITA

    L’auto, parcheggiata nella zona nota come “la casa dei puffi”, ha subito insospettito i militari, che spesso si imbattono in veicoli utilizzati per nascondere droga. Ma quello che si sono trovati davanti era ben diverso dal solito: una vera e propria officina per rapine.

    Punti Chiave Articolo
    All’interno della Smart, i Carabinieri hanno rinvenuto una pistola, due scacciacanie numerosi proiettili.
    Le armi erano dotate di un macabro accessorio: una punta di trapano incastonata nel calcio. Un’arma micidiale che, secondo gli investigatori, poteva essere utilizzata per infrangere i finestrini delle auto delle vittime e compiere violente rapine. Oltre alle armi, nell’auto sono stati trovati anche un’autoradio, presumibilmente rubata, uno smartphone, un coltello, un jeans e un bomber. Tutto il materiale rinvenuto è stato sottoposto a sequestro per gli accertamenti del caso.

    L’auto utilizzata come base operativa da una banda di rapinatori I Carabinieri sono ora al lavoro per ricostruire la dinamica dei fatti e identificare i responsabili.
    L’ipotesi principale è che l’auto sia stata utilizzata da una banda di rapinatori che imperversava nella zona. Non si esclude, però, che la Smart potesse essere utilizzata come base per altre attività illecite. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Camorra, agguato a Gioele Lucarelli: “Lo vidi tutto nero, venne e pà, pà, pà…”

    ” Però quell’infame o’frat… ho la scena davanti agli occhi o’ frat, è cattivo!” Gioele Lucarelli parla con il socio in affari Mario Rosario De Martino detto o’ chiatt e spiega l’agguato in cui è rimasto ferito.PUBBLICITA

    Punti Chiave ArticoloE’ la sera del 24 settembre 2021 solo 4 giorni dopo essere stato centro alle gambe da due proiettili. Agli investigatori che lo aveva sentito a sommarie informazioni non aveva detto niente.
    Un venditore ambulante di bibite  che si trovava insieme  a lui al momento dell’agguato aveva descritto la scena senza dare sigbnificative indicazioni per identificare gli autori.
    sarà lo stesse Gioele a fornire, inconsapevolemnete e senza sapere di essere intercettato, gli investogori i nomi, le circostnze e confermando che al momento dell’agguato pure lui era armato.
    Infatti nel corso della conversazione dice: “ho messo la mano n’gopp…”. Per quell’agguato ieri hanno ricevuto l’ordinanza cautelare Leonardo Cimminiello e Giuseppe Romano e tale frase, inserita nel racconto dell’agguato subito. Il pomeriggio del 25 settembre 2021 Gioele racconta al fratello Pietro che, su consiglio di Gianluca De Martino stava guardando una serie tv trasmessa da Netflix.Il fratello Pietro, gli chiede: “Pensi a Basetta quando vedi questo film?”, alludendo, secondo gli inquirenti ala partecipazione di Basetta (Giuseppe Romano) all’agguato.

    “Lo vidi tutto vestito nero, venne e pà, pà, pà…” Gioele infatti quando racconta dell’agguato così si esprime: “…quando lo vidi o’ frat tutto nero, venne e pà, pà, pà (mima esplosione di colpi d’arma da fuoco) e m i ha riempito di botte o’ frat. Eh purtroppo, solo che io, figlio di puttana, però purtroppo per una parte ho fatto l’errore e per una parte io non sapevo lui dove mi voleva sparare, giustamente no? Ti trovi?
    Giustamente io cosa ho fatto? e faccia ..faccia e faccia, appena che non ho messo la mano ( gesticola) perché altrimenti se lui vedeva che io mettevo la mano, alzava la mano e bum, bum… (mima esplosione di colpi d’arma da fuoco) Invece io furbo ho tenuto subito l’attimo di fare due passi nei lati, mi sono girato e l’attimo che mi sono girato, all’attimo che mi sono girato ho preso la prima botta nella coscia sinistra,. Girandomi e facendo il passo , hai capito?” Gioele Lucarelli prosegue il racconto dicendo che era andato abbasc ‘o priatorio, in Via Pascoli, dove era riuscito a rintracciare la persona che lo aveva precedentemente cercato; quest’ultimo gli aveva detto di farsi vedere lunedì. Gioele avrebbe risposto:“è inutile che io vengo a parlare con… mi avete fatto noleggiare le auto da un’altra parte in quanto mi avete detto che non avevate le auto”, . “venerdì o sabato” per poi aggiungere “lunedì mi hanno fatto la rapina” riferendosi, secondo gli inquirenti all’agguato subito. Gioele precisa saldato un vecchio debito di1 500.00 euro e di aver promesso che avrebbe versato altri 1000 euro non appena fosse arrivata la nuova merce. E poi spiega all’interlocutore di riferire allo zio (ovvero Luigi Folichetti il capo della zona della Stadera per conto dei Contini) di non offendersi e che sarebbe andato presto a trovarlo. Il soggetto di cui stava parlando Gioele, a suo dire, lo invitava più volte a non preoccuparsi e Gioele, commentava ironicamente “meno male che non mi dovevo preoccupare”. “…anche io avevo la cosa addosso quando mi hanno sparato…”. Poi qualche mese dopo parlando con Nunzio Gelsomino confessa: “…anche io avevo la cosa addosso quando mi hanno sparato…”. I due continuano a parlare facendo riferimento a Mario o’ Chiatt (Mario De Martino) che, a dire di Gioele, nell’effettuare verosimilmente delle consegne di stupefacente in zona “abbasc o’ priatorio”, girava armato di una “NOVE” (ndr, pistola calibro 9), sconfinando di zona nella conduzione degli affari illeciti in quanto convinto di potersi difendersi con l’uso della pistola. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Incendio Camaldoli quasi domato: presidio interforze per la notte e controlli con Carabinieri Forestali

    Napoli. Le fiamme che da due giorni imperversavano sulla collina dei Camaldoli a Napoli sono “quasi del tutto sopite”.PUBBLICITA

    Lo ha reso noto il Centro coordinamento soccorsi, riunito h24 dal prefetto di Napoli, Michele di Bari, al termine di un incontro conclusosi in serata.

    Punti Chiave ArticoloPer tutelare la zona abitata e garantire la completa estinzione dei focolai, il prefetto ha disposto un presidio di cinturazione congiunto interforze.
    Vigili del Fuoco, volontari della protezione civile regionale e forze dell’ordine (pattuglie, polizia locale e metropolitana) saranno affiancati da domani dai Carabinieri del gruppo forestale di Napoli.
    Il Centro coordinamento soccorsi continuerà a monitorare la situazione per tutta la notte, assicurando la massima vigilanza e pronto intervento in caso di necessità. Un sospiro di sollievo per i cittadini delle zone collinari di Napoli Un sospiro di sollievo per la città di Napoli, che ha vissuto due giorni di apprensione per il vasto incendio. L’impegno sinergico di tutte le forze in campo ha permesso di domare le fiamme e scongiurare danni alle persone e alle abitazioni.

    I controlli proseguiranno anche nei prossimi giorni per garantire la completa messa in sicurezza della collina dei Camaldoli.
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    Arzano Alto impatto della Polizia Locale: identificati diversi pregiudicati

    Arzano. Operazione “alto impatto” della Polizia Locale: durante i controlli sono stati identificati diversi pregiudicati ed elevati sanzioni per circa 9 mila euro.PUBBLICITA

    Nella giornata di ieri, la Polizia Locale di Arzano ha effettuato un’operazione finalizzata al contrasto degli illeciti amministrativi e delle infrazioni al codice della strada.

    Punti Chiave ArticoloLe attività hanno avuto inizio nelle prime ore del mattino e si sono protratte per alcune ore. In particolare, è stato effettuato un posto di controllo, nella centralissima via Volpicelli, finalizzato al contrasto delle infrazioni al codice della strada.
    L’incolumità e la sicurezza degli utenti è al centro delle priorità della polizia municipale di Arzano che nell’ultima settimana, con un lavoro incessante, ha dichiarato guerra ai centauri senza casco.
    L’attività ha interessato varie aree della città ed ha interessato non solo i “due” ruote, ma anche le auto in sosta vietata , in doppia fila e sui marciapiedi. Sotto chiave oltre 30 veicoli sottoposti a sequestri e fermi amministrativi e 43 sanzioni amministrative in violazione del Codice della Strada per guida senza patente, casco protettivo, revisione.

    Sequestrati 30 veicoli ed elevate sanzioni per 40mila euro Ad un solo cittadino in sella alla moto elevate sanzioni per oltre 8600 euro , il tutto per un totale di oltre 40 mila euro. Le operazioni hanno portato, inoltre, alla identificazione di oltre 60 soggetti tra cui diversi pregiudicati.
    Continuerà nei prossimi giorni l’attività degli uomini diretti dal comandante Biagio Chiariello che hanno attuato una campagna comunicativa con “finalità educativa” e non solo repressiva. P. B. Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Melito riapre la Villa Comunale “Rosario Mauriello” dopo anni di chiusura

    Melito. Grandi novità per i cittadini di Melito: dopo anni di chiusura e di degrado, la Villa Comunale “Rosario Mauriello” riapre i suoi cancelli lunedì 24 giugno.PUBBLICITA

    Il polmone verde di via Lavinaio è stato oggetto di un importante intervento di riqualificazione che ha interessato il verde e ha visto la realizzazione di uno spazio dedicato alla guardiania.

    La Villa riaprirà inizialmente con gli orari stabiliti dagli uffici comunali. Nelle prossime settimane, come annunciato dall’Amministrazione comunale, gli orari verranno ampliati per consentire ai cittadini di godere di questo spazio verde per un tempo maggiore.

    Un luogo di incontro e di svago per la comunità

    La riapertura della Villa Comunale rappresenta un evento di grande importanza per la comunità di Melito. Si tratta di un luogo storico e simbolico, un punto di riferimento per il tempo libero e la socializzazione dei cittadini.
    La sua riqualificazione e riapertura consentiranno di restituire alla città un importante spazio verde e di aggregazione.

    Soddisfazione della Commissione prefettizia

    La Commissione prefettizia straordinaria del Comune di Melito, composta dalla dott.ssa Daniela Rossi e dal dott. Fiorentino Boniello e presieduta dal Dott. Francesco Antonio Cappetta, ha espresso grande soddisfazione per la riapertura della Villa Comunale. Un’operazione fortemente voluta dalla Commissione che rappresenta un segno di rinascita e di valorizzazione del territorio.
    Un bene comune da custodire e valorizzare
    La riapertura della Villa Comunale “Rosario Mauriello” è un traguardo importante, ma rappresenta solo il primo passo. Ora è necessario che la comunità si impegni a custodire e valorizzare questo bene comune, affinché rimanga un luogo di incontro, di svago e di socializzazione per le generazioni future.
    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Protesta tassisti Napoli: “Spese alte e tariffe ferme da 20 anni, così non possiamo campare”

    Napoli. “Sono in tanti e lavorano poco”, lamentano i tassisti napoletani, che denunciano condizioni di lavoro difficili e redditi bassi, nonostante il boom di turisti in città.PUBBLICITA

    In media, percorrono solo cinque-sei corse al giorno in un turno di otto ore, dovendo fare ampi giri per trovare clienti. A questo si aggiunge la concorrenza delle piattaforme per il trasporto privato e i costi di gestione alle stelle.

    Numeri alla mano: secondo i dati sulle dichiarazioni dei redditi, i tassisti napoletani guadagnano in media poco meno di 10.200 euro all’anno. “Il sazio non crede al digiuno”, sbotta Marco, tassista da 25 anni.

    “Spese ingenti per carburante, assicurazione (che per noi costa il 40% in più che ai privati), collaudi, test psicologici… e le tariffe ferme a 20 anni fa!”.

    Tra le richieste principali: l’aumento delle tariffe e un freno all’abusivismo. “Con i turisti si guadagna di più, ma il guadagno è comunque basso e l’usura dell’auto è alta”, spiega Gennaro, tassista 45enne.
    “E poi c’è il problema delle piattaforme di trasporto privato: incassano di più di noi, anche se le loro tariffe sembrano più basse. E i turisti non lo sanno!”.

    Un esempio: una corsa da Capodichino a Caserta con una piattaforma costa 112 euro, mentre un taxi ne chiede meno di 100. “Ma loro possono prelevare i clienti all’uscita dell’aeroporto, cosa che a noi non è permessa”, denuncia Gennaro.

    “Serve un intervento da parte delle istituzioni per tutelare i tassisti e garantire un servizio equo ai cittadini e ai turisti”.
    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Camorra, “I Contini non ci hanno mai fatto bene…”, così nacque il gruppo della Cittadella

    “Questi Contini a noi, non ci hanno mai fatto del bene ofrat, ci hanno sempre sbattuto le porte ni faccia, abbiamo solo fatti i reati per loro, cisiamobruciati …”.PUBBLICITA

    Punti Chiave ArticoloE’ il 9 novembre del 20121 quanto Pietro Lucarelli parla con il fratello Gioele non sapendo di essere intercettato. Sono loro due ad aver deciso la scissione dalla “casa madre” dei Contini e dal gruppo della Stadera federato appunto alla famiglia dell’Alleanza di Secondigliano.
    I due fratelli creano il gruppo della Cittadella per controllare in maniera particolare il traffico di droga a Casoria e comuni vicini. Non hanno grandi ambizioni ma erano pronti ad andare allo scontro armato come dimostra il sequestro di un arsenale composto da 4 pistole, 2 fucili a canne mozzate, numerosi proiettili e una bomba rudimentale.
    Il gruppo aveva come base operativa il cosiddetto “piazzale” che utilizzava  come luogo d’incontro per le riunioni tra i sodali e dove si pianificavano le attività illecite.
    Si tratta di un piazzale che si trova a Casoria in via Gigante angolo via Lufrano dove gli agenti della squadra mobile con il consenso della Dda di Napoli hanno piazzato per mesi delle telecamere. Un lasso di tempo che ha consentito, grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali agli investigatori di memorizzare perfettamente timbri vocali, accenti e intercalari dei singoli soggetti monitorati.

    E l’inchiesta sul gruppo scissionista della Cittadella nasce dal ferimento alle gambe a colpi di pistola di Gioele Lucarelli avvenuto li 20 setembre 2021. L’uomo all’epoca frequentava la zona cosiddetta di abbasc o priatorio al Borgo Sant’Antonio Abate
    Dalle indagini era merso che il ferimento di Lucarelli fosse avvenuto in risposta ad un precedente agguato, del 2 settembre. Il ferito, sempre alle gambe fu Gennaro De Stefano, alias fel e’ carn”, facente parte del gruppo della Stadera. A quel punto si ebbe la certezza che il gruppo della Stadera si era scisso in due fazioni, una prevalentemente egemone nella zona cosiddetta del Priatorio che faceva riferimento a Luigi Folchetti; l’altra fazione, in un primo momento capeggiata da Carlo Finizio, sino al suo arresto avvenuto in data 23 novembre.2021 e, successivamente, da Gioele Lucarelli, operante nel territorio di Casoria e della Cittadella. Quest’ultimo insieme con Carlo Finizio (fino al suo arresto),Pietro Lucarelli, Mario Rosari De Martino, arrestato nel corso delle indagini, insieme ad altri complici, avrebbero dato vita ad un autonomo gruppo criminale, mirando ala zona di Casoria della cosiddetta Cittadella, dove gestivano lo spaccio di sostanze stupefacenti al dettaglio ed all’ingrosso. In particolare, dalle indagini sarebbe emersa l’esistenza di un gruppo criminale particolarmente agguerrito, intraneo alla organizzazione criminale denominata Clan Contini che ha acquisito una autonomia ed indipendenza dal cosiddetto “gruppo della Stadera” capeggiato da Luigi Folchetti e dal quale ha ricevuto ufficiale riconoscimento per al gestione delle attività illecite nel territorio della Cittadella, compreso tra il Comune di Napoli e quelio di Casoria. Il gruppo criminale che avrebbe quale leader Gioele Lucarelli, presenterebbe el caratterisitiche proprie di un’associazione a delinquere di stampo camorristico: I reati contestati sono, a vario titolo, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi comuni da sparo, lesioni personali aggravate, estorsione, singoli episodi di detenzione e spaccio di stupefacenti e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti. E a tale proposito il gip Carla Sarno nell’ordinanza cautelare descrive così i ruoli dei personaggi oggetto dell’inchiesta. IL GRUPPO DELLA CITTADELLA LUCARELLI Gioele, promotore e fondatore del neo costituito Gruppo della Cittadella con ruolo di reggente, per aver concordato e condiviso con i vertici del clan CONTINI, e quale diretto referente dei capi, le linee strategiche del sodalizio con riferimento alle più importanti attività e vicende criminali a esso riconducibili; gestendo i gruppi territoriali di riferimento; organizzando e dirigendo il traffico di sostanze stupefacenti e la rete di spacciatori operanti nelle piazze di spaccio di pertinenza dell’organizzazione; occupandosi di gestire la “cassa comune” del clan (e tenere la relativa contabilità); interessandosi di pagare gli stipendi degli affiliati e el connesse spese di giustizia e di tenere a disposizione le somme destinate dall’organizzazione all’acquisto di sostanze stupefacenti, nonché programmare, organizzare e realizzare gli investimenti dele ilecite provviste finanziarie del sodalizio in particolare nell’acquisto di armi per consolidare il potere di controllo dell’organizzazioneLUCARELLI Pietro, intraneo al Gruppo dela Stadera fino al momento della sciss ione di cui è promotore  efondatore del neo costituito Gruppo della Cittadella con ruolo di organizzatore; FINIZIO Carlo, intraneo al Gruppo dela Stadera fino al momento della scissione di cui è promotore e fondatore del neo costituito Gruppo dela Cittadella;DE MARTINO Mario Rosario, detto ‘o Chiatt, promotore e fondatore del neo costituito Gruppo dela Cittadella, con ruolo di reggente;LUCARELLI Antonio, con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo dela Cittadella, nato dalla scissione dall’originario unitario Gruppo della Stadera;OTTAIANO Gennaro, detto zio, con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo della Cittadella,FINIZIO Pasquale, con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo della Cittadella;DE MARTINO Francesco, con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo dela Cittadella, in particolare gestendo i rapporti criminali anche durante lo stato di detenzione, instaurando nuove relazioni per l’ampliamento del potere criminale della organizzazione sul territorioSANTORO Salvatore, detTo pastello, con li ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo dela Cittadella;SPINIELLO Marcella, con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo dela Cittadella;ALBANO Vittorio, con il ruolo di partecipe, intraneo al Gruppo dela Stadera fino al momento del suo ingresso nel neo costituito Gruppo della Cittadella;GRANATA Giovanni con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo della Cittadella;–LUCARELLI Pietro, intraneo al Gruppo della Stadera fino al momento della scissione di cui è promotore  e fondatore del neo costituito Gruppo dela Cittadella con ruolo di organizzatore; MANFREDI Giulio con il ruolo di concorrente esterno a far data dall’arresto di De Martino Mario Rosario fornendo ospitalità allo stesso, facendo da tramite tra quest’ultimo ristretto ai domiciliari preso l’abitazione del primo in Avelino e il Gruppo dela Cittadella, consentendo a quest’ultimo di consolidare il potere di controllo sul territorio, anche mediante l’ampliamento delle zone in cui perpetrare le attività illecite come lo spaccio di droga sulla piazza di Avellino. IL GRUPPO DELLA STADERA ROMANO GIUSEPPE, detto basetta sudata, con li ruolo di organizzatore intraneo al Gruppo della Stadera, per aver concordato e condiviso con i vertici del clan CONTINI, e quale diretto referente dei capi, el linee strategiche del sodalizio con riferimento alle più importanti attività e vicende criminali a esso riconducibili; gestendo i gruppi territoriali di riferimento; organizzando e dirigendo il traffico di sostanze stupefacenti e al rete di spacciatori operanti nelle piazze di spaccio di pertinenza dell’organizzazione; occupandosi di gestire al “cassa comune” del clan (e tenere al relativa contabilità); gestendo, ni particolare, el ralazioni con il gruppo dela Cittadella, siglando la tregua, in vista del mantenimeno dela pace sociale sul territorio, presidiando ol stesso con armi, anche partecipando ad azioni di epurazione interna al fine di consolidare il potere di controllo sul territorio; unitamente a:GARGIULO GIUSEPPE, detto O Serpente, con il ruolo di organizzatore intraneo al Gruppo della Stadera;CIMMINIELLO LEONARDO, detto O Biondo oppure  O figlio do’ americano, con il ruolo di organizzatore intraneo al Gruppo della Stadera anche partecipando ad azioni di epurazione interna al fine di consolidare li potere di controllo sul territorio;DE STEFANO GENNARO, detto Fel e Carn con li ruolo di partecipe intraneo al Gruppo della Stadera; (nella foto da sinistra in alto Gioele Lucarelli, Pietro Lucarelli, Antonio Lucarelli, De Martino Mario Rosario e Pasquale Finizio; in basso sempre da sinistra Carlo Finizio, Marcella Spiniello, De Martino Francesco, Granata Giovanni e Ottaiano Gennaro) Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. 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    Incendio ai Camaldoli: le fiamme riprendono sul versante di Pianura

    Napoli. Il rogo sulla collina dei Camaldoli, che sembrava domato, è ripartito questa mattina sul versate di Pianura, costringendo i vigili del fuoco a tornare in azione.PUBBLICITA

    Le fiamme, attive in prossimità di zone abitate, hanno richiesto l’evacuazione precauzionale di alcune famiglie.

    L’incendio, che ha già causato ingenti danni due giorni fa, ha riacceso la rabbia dei cittadini e dei rappresentanti locali.

    Il deputato di Alleanza Verdi, Francesco Emilio Borrelli, denuncia i ritardi nell’intervento dei mezzi aerei: “Troppe ore tra l’avvistamento del primo focolaio e l’arrivo dei canadair, permettendo al rogo di ingigantirsi. Le conseguenze potevano essere ben più tragiche”.

    Borrelli annuncia che, una volta domato il fuoco, si chiederà di monitorare la situazione ambientale e valutare i danni.
    Nella notte, il centro di coordinamento soccorsi, presieduto dal prefetto di Napoli Michele di Bari, ha coordinato le operazioni di spegnimento. Le squadre dei vigili del fuoco, supportate da forze dell’ordine, polizia municipale e Regione Campania, hanno contrastato l’avanzamento delle fiamme.
    Un elicottero antincendio ha effettuato lanci di acqua e la disalimentazione della linea di alta tensione è in corso per consentire l’intervento di ulteriori mezzi aerei.

    L’incendio dei Camaldoli evidenzia ancora una volta la necessità di una maggiore prevenzione. Come sottolinea Borrelli, “non possiamo più attendere che tragedie simili accadano per poi correre ai ripari. Serve un piano serio di gestione del territorio e delle risorse boschive, con interventi di manutenzione e pulizia delle aree a rischio”.
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    Bacoli, in auto con 1 kg di hashish: arrestati due giovani pusher

    Nella serata di ieri, la sezione radiomobile della Compagnia dei Carabinieri di Pozzuoli ha effettuato un’operazione di successo contro il traffico di droga, portando all’arresto di due giovani pusher. Emanuele Riccio, 25 anni, e Roberto Liguori, 23 anni, entrambi residenti a Villaricca e già noti alle forze dell’ordine, sono stati fermati a via Miliscola mentre erano a bordo di un’auto.PUBBLICITA

    Durante la perquisizione del veicolo, i carabinieri hanno rinvenuto quasi un chilo di hashish suddiviso in nove panetti. Oltre allo stupefacente, sono stati sequestrati un bilancino di precisione e vari materiali per il confezionamento della droga. Il sequestro di un quantitativo così significativo di droga rappresenta un duro colpo per il mercato locale degli stupefacenti e sottolinea l’impegno continuo delle forze dell’ordine nella lotta contro il traffico di sostanze illecite.

    I due arrestati sono stati condotti in carcere e sono attualmente in attesa di giudizio. L’operazione si inserisce in un contesto più ampio di attività di contrasto al crimine organizzato e al traffico di droga nella regione, dimostrando ancora una volta l’efficacia delle operazioni di controllo del territorio svolte dai carabinieri.

    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Castello di Cisterna: carabinieri arrestano pusher in possesso di cocaina e crack

    Continua senza sosta l’impegno dei Carabinieri di Castello di Cisterna nella lotta alla vendita al dettaglio di sostanze stupefacenti. In un’operazione fatta nei giorni scorsi, i militari hanno infatti arrestato Aldo Pezzella, 45enne di San Giovanni a Teduccio, già noto alle forze dell’ordine.PUBBLICITA

    L’uomo è stato fermato in via De Curtis, dove, a seguito di una perquisizione, è stato trovato in possesso di 14 dosi di cocaina e 73 dosi di crack. Inoltre, i carabinieri hanno sequestrato la somma di 280 euro in contanti, suddivisa in banconote di piccolo taglio, ritenuta provento dell’attività illecita. Pezzella è stato condotto in carcere e attualmente è in attesa di giudizio.

    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Napoli tutti in fila per Geolier già all’alba

    Napoli. Tutti in fila per Geolier. Dalle prime luci del giorno di oggi davanti allo stadio Maradona di Napoli già erano assiepati centinaia di fan in attesa del primo concerto di stasera.PUBBLICITA

    Tre date tutte sold out per il rapper napoletano sempre più fenomeno musicale. Molti giovani provenienti da altre città d’Italia hanno addirittura dormito all’esterno del Maradona.

    Particolare attenzione della protezione civile che raccomanda a tutti di non esporsi per tanto tempo al sole visto che oggi a Napoli l’anticiclone Minosse si manifesterà alla sua massima potenza con temperature percepite che supereranno i 40 gradi.

    Ma tornando al concerto c’è grande attesa da parte dei fan ma anche da parte dello stesso Geolier alla prima assoluta nello suo stadio preferito e davanti al suo pubblico.

    Ci saranno molte sorprese e molti ospiti, in tutte e tre le serate, i cui nomi per il momento sono tenuti top secret.
     Maria Chiara Del Gaudio
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    Napoletano scomparso in Messico, ricerche in aree controllate da narcos

    Le ricerche di Leonardo Franco, l’italiano scomparso in Messico lo scorso ottobre, riprendono oggi alle 20 (ora italiana) in un’area ad alta pericolosità controllata dai narcotrafficanti.PUBBLICITA

    Le autorità locali hanno rafforzato la scorta e la squadra di ricerca, ora composta da oltre 30 persone tra uomini e donne dei corpi speciali di Marina, Esercito e forze dell’ordine, con l’ausilio di unità cinofile.

    Punti Chiave ArticoloUn’ispezione in alcuni pozzi e l’analisi del cellulare di un informatore hanno portato a individuare l’area da perlustrare. Secondo l’avvocato Luigi Ferrandino, capo del team investigativo della Manisco World, l’informatore avrebbe fornito indicazioni utili sul luogo dove potrebbe trovarsi Leonardo.
    A bordo dei mezzi speciali ci saranno anche Antonio Franco, padre di Leonardo, e Virginia Adamo, presidente della Manisco World. L’operazione è stata coordinata dall’avvocato Ferrandino in collaborazione con la Procura di Guanajuato.
    La zona delle ricerche colpita da un uragano nei giorni scorsi Nonostante l’insuccesso dei giorni scorsi e l’uragano che sta colpendo la zona, le ricerche non si fermano. “Il personale militare andrà avanti, qualunque siano gli ostacoli”, ha dichiarato Ferrandino. “Siamo consapevoli delle enormi difficoltà, ma non ci fermeremo fino a che non avremo ritrovato Leonardo”. L’impegno delle autorità e della famiglia Franco non vacilla, alimentato dalla speranza di trovare Leonardo sano e salvo. Leggi Anche LEGGI TUTTO