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    Processo Angela Iannotta e Francesco Di Vilio, chiamata in causa la Clinica Villa del Sole di Caserta per il risarciment…

    Durante la prima udienza preliminare del processo contro il chirurgo bariatrico Stefano Cristiano, il Giudice ha accolto la richiesta dei legali di parte civile e autorizzato la chiamata in giudizio della Clinica Villa del Sole SpA.
    La clinica è stata convocata come responsabile civile per il risarcimento dei danni subiti da Angela Iannotta e dai familiari di Di Vilio. La prossima udienza preliminare per la costituzione in giudizio della Clinica del Sole è prevista per il 5 aprile prossimo.
    La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dal Procuratore Capo della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dott. Pierpaolo Bruni, e dal Pubblico Ministero delegato, dott.ssa Valentina Santoro. Durante l’udienza precedente, si è anche assistito alla costituzione di parte civile di Angela Iannotta, rappresentata dall’avvocato Raffaele G. Crisileo, e dei familiari del defunto Francesco Di Vilio, assistiti dall’avvocato Gaetano Crisileo.
    Inoltre, l’Associazione Codici Salute, rappresentata dall’avvocato Ivano Giacomelli, si è costituita come parte civile. È stata ammessa l’inclusione della Clinica Villa del Sole SpA di Caserta, nella persona del direttore sanitario, dott. Nicolino Rosato, e del legale rappresentante, dott. Americo Porfidia, come responsabile civile.
    Gli avvocati Crisileo sostengono che sia la clinica a dover risarcire i danni ad Angela Iannotta e agli eredi Di Vilio nel caso in cui il dott. Cristiano venisse condannato per le accuse di lesioni colpose gravissime e falso ai danni di Angela Iannotta e omicidio colposo per il decesso di Francesco Di Vilio. LEGGI TUTTO

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    Casal di Principe: inefficace sequestro a Setola: le ville tornano a famiglia boss

    Inefficace sequestro delle ville di Giuseppe Setola, noto killer del clan dei Casalesi, è stato annullato dal giudice per le indagini preliminari di Napoli, Gianluigi Visco.
    Le due ville, situate a Casal di Principe, erano state sequestrate meno di due mesi fa dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, ma dopo un passaggio procedurale, saranno restituite alla famiglia del camorrista.
    Questi edifici ospitano attualmente la figlia di Setola, Rosaria, e i suoceri. Setola, condannato a 28 anni, sconta la pena nel carcere di Milano Opera. La Procura della Repubblica sammaritana aveva ottenuto il sequestro delle ville dopo complesse indagini patrimoniali coordinate dal Procuratore Aggiunto Antonio D’Amato, specializzato in criminalità economica.
    Giuseppe Setola, membro del clan dei Casalesi e colpevole di numerosi omicidi, tra cui la strage dei ghanesi a Castel Volturno nel 2008, è attualmente detenuto con diverse condanne all’ergastolo.
    Il giudice per le indagini preliminari di Napoli, Gianluigi Visco, ha stabilito l’annullamento del sequestro delle due ville appartenenti a Setola, restituendole alla sua famiglia. La documentazione relativa al sequestro è stata inviata dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che si era dichiarato incompetente dopo aver disposto la confisca dei beni a novembre.
    La Procura della Repubblica sammaritana aveva richiesto e ottenuto il sequestro delle proprietà dopo approfondite indagini patrimoniali coordinate dal Procuratore Aggiunto Antonio D’Amato, specializzato in criminalità economica. LEGGI TUTTO

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    Caserta, documenti falsi per l’immigrazione clandestina: 3 arresti

    La polizia ha arrestato tre persone nel casertano per aver commesso reati legati all’immigrazione clandestina e al falso documentale, nell’ambito di un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord.
    Gli arrestati sono P.I., 50enne di San Cipriano d’Aversa, Y.I.M., 52enne della Costa d’Avorio, e C.E., 58enne di Carinaro.
    L’indagine è stata avviata in seguito a una precedente inchiesta del 2022 su una donna coinvolta nella produzione di documenti falsi per agevolare la permanenza illegale sul territorio italiano di numerosi immigrati extracomunitari.
    La donna, insieme a complici italiani e stranieri, produceva documentazione falsa riguardante dichiarazioni di ospitalità in immobili di sua proprietà, necessarie per ottenere il permesso di soggiorno.
     Sequestrati anche timbri per produrre la documentazione falsa
    Le perquisizioni presso gli immobili della donna hanno portato al sequestro di moduli in bianco e timbri utilizzati per produrre la documentazione falsa. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord ha richiesto e ottenuto un’ordinanza cautelare che prevede gli arresti domiciliari per la donna e il divieto di dimora nella provincia di Caserta per gli altri due indagati.
    Nella mattinata odierna, due degli indagati sono stati arrestati presso le loro abitazioni dalla Squadra Mobile e dalla DIGOS di Caserta, mentre il terzo è stato individuato dalla Squadra Mobile di Milano nel suo comune di residenza. LEGGI TUTTO

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    Castel Volturno, arrestato ricercato per violenza sessuale su una minorenne

    Un uomo di 33 anni, nigeriano, è stato arrestato nel Casertano, a Castel Volturno, a seguito delle indagini condotte dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Caserta. L’uomo era ricercato per scontare una pena residua di tre anni per violenza sessuale su una minorenne a Parma nel 2015.
    Nonostante la sentenza della Corte d’Appello di Bologna, l’uomo aveva evitato il carcere, nascondendosi nel Casertano, dove ha trovato rifugio grazie a dei complici. La Polizia di Stato ha proceduto all’arresto del 33enne, che aveva anche tentato di ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari durante il periodo in cui si è celato alle autorità.
    Le autorità avevano già arrestato, sempre a Castel Volturno, altri due individui ricercati per violenza sessuale commessa in Germania. Questo arresto rappresenta un importante risultato delle attività di contrasto condotte dalle forze dell’ordine, dimostrando l’impegno e la determinazione nel portare di fronte alla giustizia individui responsabili di gravi reati.
    La cooperazione tra le autorità competenti ha consentito di assicurare alla giustizia persone che cercavano di sfuggire alle proprie responsabilità. LEGGI TUTTO

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    Detenuto morto suicida nel carcere di Carinola

    Un detenuto disabile di 58 anni si è suicidato nel carcere di Carinola, in provincia di Caserta, secondo quanto dichiarato dal Sindacato autonomo polizia penitenziaria.
    Donato Capece, segretario generale del SAPPE, commenta la tragedia affermando che “il suicidio di un detenuto in carcere rappresenta una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che operiamo in prima linea”.
    Tiziana Guacci, segretario regionale del sindacato, spiega che l’uomo è stato trovato impiccato nella sua cella, e nonostante i tentativi di soccorso da parte di sanitari e personale di Polizia Penitenziaria, non è stato possibile salvarlo.
    Guacci sottolinea che, “sebbene il suicidio sia un evento imprevedibile, il problema principale è la prevenzione”. Con il trasferimento della sanità penitenziaria alle Regioni, la situazione è notevolmente peggiorata, evidenzia Guacci, sottolineando la carenza di operatori sanitari, psicologi e psichiatri.
    La proposta avanzata è quella di avviare concorsi regionali e assumere personale sanitario dedicato esclusivamente alle carceri della Campania. LEGGI TUTTO

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    Camorra, arrestato a Casal di Principe affiliato ai Casalesi

    Questa mattina, i Carabinieri della Sezione operativa della Compagnia di Casal di Principe hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale della Repubblica di Napoli nei confronti di un uomo di 50 anni.
    L’uomo dovrà scontare una pena di 2 anni di reclusione dopo essere stato riconosciuto colpevole di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e detenzione abusiva di armi da fuoco.
    I reati sono stati commessi tra gli anni 2000 e 2013 a Casal di Principe e comuni limitrofi, in qualità di esponente della fazione Schiavone del clan dei Casalesi.
    Dopo essere stato rintracciato nella sua abitazione, il 50enne è stato portato nel carcere di Secondigliano, a Napoli, a disposizione della competente autorità giudiziaria. LEGGI TUTTO

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    Carinaro, arrestata una donna nel tentativo di recuperare una pistola da un’auto sequestrata

    A Carinaro, in provincia di Caserta, una donna è stata denunciata per ricettazione e detenzione di un’arma da fuoco clandestina e munizioni.
    La donna si era recata presso il deposito giudiziario dove era stata collocata la sua auto, sequestrata dai Carabinieri qualche giorno prima. Mentre tentava di recuperare alcuni effetti personali dall’auto, i Carabinieri hanno notato che la donna ha cercato di sbarazzarsi di un proiettile, che era stato prelevato dal tappetino del passeggero.
    Successivamente, durante una perquisizione dell’auto, è stata trovata una pistola calibro 9 corto arrugginita e un caricatore con cinque proiettili calibro 380 auto. L’arma e le munizioni sono state sequestrate, mentre la donna è stata denunciata in stato di libertà. LEGGI TUTTO

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    Aversa, 24enne evade dai domiciliari e viene bloccato dai carabinieri dopo folle inseguimento

    Un giovane di 24 anni, soggetto ai domiciliari per reati legati agli stupefacenti, è stato fermato dalla polizia mentre guidava a forte velocità lungo viale Europa ad Aversa.
    Nonostante fosse ristretto ai domiciliari, il giovane ha tentato la fuga a bordo della Smart Fortwo di proprietà della madre, ma è stato fermato dopo un rocambolesco inseguimento protrattosi per diversi chilometri.
    Avvistati dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia, il ragazzo ha cercato di scappare aumentando la velocità e mettendo a repentaglio la sicurezza sua e degli altri.
    Dopo un violento impatto contro un veicolo in sosta, ha cercato la fuga a piedi, ma è stato bloccato dopo una breve corsa. Sottoposto a perquisizione, è stato trovato in possesso di dosi di marijuana, prontamente sequestrate.
    Il giovane, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato e tradotto presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere e dovrà rispondere di evasione, resistenza a pubblico ufficiale e guida senza patente. Il 24enne, oltre ai reati già commessi, dovrà ora affrontare le conseguenze di questa nuova infrazione. LEGGI TUTTO

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    Camorra, riciclavano i soldi dei Casalesi attraverso società di comodo: 8 arresti

    Riciclavano  i proventi illeciti del clan dei Casalesi attraverso una società di gestione e smaltimento di rifiuti formalmente intestata a un “prestanome”, ma di fatto collegata a una compagine familiare vicina agli ambienti camorristici della potente cosca di camorra.E lo facevano tramite una rete di persone fisiche e giuridiche guidate da una stessa direzione.
    E per questo che stamane  i militari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Roma, con il supporto del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli, Direzione Distrettuale Antimafia.
    L’ordinanza riguarda otto persone fortemente indiziate di far parte di un’organizzazione dedita ai reati di riciclaggio di denaro, frode fiscale ed intestazione fittizia di beni, con l’aggravante di agevolare il clan dei Casalesi.
    L’operazione di oggi è il risultato di un’indagine che ha raccolto prove a carico di un gruppo di imprenditori con base organizzativa nella provincia di Caserta, i quali si dedicavano in modo sistematico alla commissione di reati tributari.
    Nonostante la precedente presenza di provvedimenti interdittivi antimafia nei confronti dell’impresa di smaltimento rifiuti, a causa dell’associazione con un esponente di spicco del clan dei Casalesi, la società ha continuato a operare attraverso una nuova compagine, mantenendo così una continuità gestionale e imprenditoriale.
    Le indagini hanno rivelato che la società avrebbe utilizzato fatture per operazioni inesistenti, generando costi fittizi e consentendo la fuoriuscita di utili aziendali attraverso un sistema di riciclaggio.
    Con ruoli ben definiti, diversi soggetti hanno eseguito movimentazioni finanziarie anomale, connesse alle fatturazioni di operazioni inesistenti emesse da società di comodo/cartiere.
    Queste movimentazioni avevano l’obiettivo di far confluire somme di denaro su conti correnti bancari e postali, successivamente trasferite anche all’estero (in Bulgaria, Regno Unito, Polonia, Germania, Belgio, Lituania) o prelevate in contanti, rendendo complessa l’identificazione della destinazione finale. Le indagini tecniche e bancarie hanno comunque permesso di rintracciare una parte significativa dei capitali di probabile provenienza illecita attraverso transazioni di denaro contante.
    In relazione a coloro che hanno diretto e organizzato l’attività criminale, è stata emessa la custodia cautelare in carcere, mentre gli altri sei indagati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.
    Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, il GIP ha anche ordinato il sequestro preventivo, anche per equivalente, di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili, per un ammontare superiore a 11 milioni di euro, comprendendo la totalità delle quote di partecipazione al capitale sociale e dei complessi aziendali di sei società coinvolte.
    @riproduziopne riservata LEGGI TUTTO

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    Aversa, incendio ne capannone industriale: indagini dell’Arpac

    Nel pomeriggio di ieri, un incendio è divampato in un deposito di circa 300 metri quadrati, contenente pellame e calzature, nell’area industriale Aversa Nord. L’amministrazione comunale di Gricignano ha attivato il dipartimento Arpac di Caserta per valutare le conseguenze ambientali dell’evento.
    Dopo i primi sopralluoghi, è stato avviato il monitoraggio di diossine e furani dispersi in atmosfera mediante un campionatore ad alto flusso. Al momento dell’arrivo del personale dell’Arpac, l’incendio risultava già spento grazie all’intervento dei vigili del fuoco.
    Ulteriori accertamenti sono in corso e i risultati verranno diffusi non appena disponibili, in seguito alle procedure tecniche necessarie per i campionamenti e le determinazioni analitiche. LEGGI TUTTO

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    Caserta, arrestato nigeriano: era ricercato per violenza sessuale in Germania

    La Polizia di Stato di Caserta ha arrestato un cittadino nigeriano di 32 anni, ricercato dall’autorità giudiziaria tedesca per violenza sessuale. Non è il primo arresto per questo tipo di reato: il secondo in pochi giorni per le stesse motivazioni dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Caserta.
    Durante la settimana scorsa, i poliziotti avevano arrestato, per violenza sessuale avvenuta in Germania nel 2023, un nigeriano trovato anche in possesso di un “machete”. Durante il secondo arresto, i poliziotti hanno scoperto le false generalità fornite da un altro uomo richiedente il permesso di soggiorno per protezione internazionale.
    Questo ha consentito di collegare l’identità reale della persona ad un ricercato per violenza sessuale, avvenuta nel mese di gennaio 2022 in un parco pubblico di Berlino.
    La persona è stata arrestata ed accompagnata nella Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, a disposizione della Corte d’Appello di Napoli, per gli adempimenti relativi all’estradizione e alla consegna alle Autorità tedesche. LEGGI TUTTO

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    Caserta, falsi interventi con Sismabonus: sequestrati 800mila euro

    A Caserta, è stato eseguito un sequestro di 800mila euro legato a profitti illeciti derivanti dall’indebita compensazione di crediti di imposta ottenuti attraverso interventi antisismici falsi, sfruttando i benefici fiscali del “Sismabonus”. L’operazione è stata condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Caserta.
    Le indagini, avviate nell’ottobre 2023, hanno rivelato che imprenditori edili, professionisti e tecnici avrebbero attestato, anche attraverso false asseverazioni del rischio sismico, la demolizione di un immobile inesistente e la ristrutturazione di un complesso residenziale mai realizzato. La truffa mirava a beneficiare indebitamente delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa, coinvolgendo una simulata alienazione tra una società e una cooperativa di comodo, entrambe legate a un unico centro di interessi.
    I crediti maturati in modo fittizio sono stati ceduti dalla cooperativa alla società, che li ha utilizzati come “moneta fiscale” per pagare debiti tributari. Successivamente, parte dei crediti è stata ceduta ad altri soggetti, riconducibili alla stessa “cabina di regia”, che li hanno compensati, ceduti o monetizzati nonostante fossero inesistenti.
    Per prevenire ulteriori illeciti, ad ottobre scorso, è stato eseguito un sequestro di 12.293.006,11 euro. Gli approfondimenti investigativi successivi hanno rivelato il coinvolgimento di altre persone fisiche e giuridiche, che hanno compensato i crediti acquisiti illegalmente con debiti effettivi verso il Fisco, portando al sequestro odierno di 775.385,84 euro. LEGGI TUTTO