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    Napoli 20enne senza biglietto picchia e ferisce due addetti ANM e una guardia giurata

    Napoli. Ancora violenza nella metro di Napoli. Un ragazzo di circa 20 anni, ieri sera verso le 21:30, ha scavalcato i tornelli della stazione di Chiaiano, linea 1, senza biglietto.PUBBLICITA

    Non solo, ma si è fatto seguire da un’altra quindicina di giovani che hanno fatto lo stesso.

    Punti Chiave ArticoloUn agente di stazione ha tentato di fermarli, ma la situazione è degenerata rapidamente. Il 20enne, aiutato da alcuni suoi coetanei, ha aggredito l’addetto ANM con calci e pugni. In difesa sono intervenuti un secondo agente e una guardia giurata, che a loro volta sono stati feriti.
    I tre malcapitati si sono barricati nell’ufficio di stazione, in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine, che sono state allertate telefonicamente. Gli aggressori, approfittando del caos e dell’arrivo del treno, sono scappati via. L’ennesima aggressione contro il personale ANM Si tratta dell’ennesima aggressione ai danni del personale ANM nella stazione di Chiaiano. Negli ultimi due mesi, infatti, ci sono stati ben quattro episodi simili, fortunatamente senza gravi conseguenze. L’Unione Sindacale di Base (USB) ha espresso solidarietà ai lavoratori aggrediti e ha condannato l’amministrazione comunale e l’ANM per la mancanza di misure di sicurezza adeguate.
    USB: “Basta aggressioni, più sicurezza e salari adeguati” “Sono mesi che chiediamo al Direttore Generale di ANM di convocare una riunione per definire interventi e risorse per la sicurezza dei lavoratori”, affermano Vallini Adolfo e Marco Sansone dell’USB Lavoro Privato. “I lavoratori sono stanchi di subire aggressioni, chiedono più sicurezza, salari adeguati e una gestione del personale trasparente”. L’appello per la sicurezza nelle metropolitane L’episodio di Chiaiano riaccende i riflettori sulla questione della sicurezza nelle metropolitane napoletane. I lavoratori e i sindacati chiedono interventi urgenti da parte delle istituzioni per garantire la sicurezza del personale e degli utenti. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, evade dal Cardarelli il detenuto Stefano Minopoli autore della sparatoria di Chiaiano

    E’ evaso  dal reparto Obi dell’ospedale Cardarelli dove si trovava piantanto il detenuto Stefano Minopoli, 31 anni accusato di tentato omicidio.PUBBLICITA

    L’uomo si rese protagonista di una mattinata di terrore il 23 maggio scorso nel quartioere di Chiaiano quando di barricò in casa armato dopo aver esploso alcuni colpi di pistola dalla finestra.

    Prima aveva minacciato una vicina di casa con una pistola, esplodendo un colpo senza ferirla.
    L’uomo è detenuto presso il Carcere di Poggioreale e da qualche giorno si era fatto ricoverare per alcuni malori. Evidentemente aveva pianificato la fuga che è avvenuta intorno alle 14 di oggi approfittando della minore presenza di personale della polizia penitenziaria e del cambio turno.

    Minopoli è ora ricercato dalle forze dell ordine. “Carceri al collasso lo stato ci ha abbandonati a noi stessi. In sei ore una evasione e una rivolta a nisida. Le carceri campane si conferma tra le peggiori d Italia”.

    A comunicarlo è Aldo di Giacomo segretario generale del sindacato di polizia Penitenziaria. Il quale chiede a gran voce le dimissioni del ministro e del sottosegretario Andre Del Mastro, con delega alle carceri. “Ancora oggi un suicidio di un poliziotto penitenziario che porta a sei le vittime dall’inizio dell’ anno”.
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    Napoli fabbrica di merce contraffatta in un capannone a Chiaiano

    Napoli. I Finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, nell’ambito di un’operazione finalizzata al contrasto della contraffazione, hanno sequestrato oltre 3.000 articoli contraffatti e una fabbrica clandestina.
    Le indagini, condotte dal Gruppo Pronto Impiego del Nucleo Investigativo di Polizia Economica e Finanziaria, hanno preso avvio dal rinvenimento di un deposito nei sotterranei del Centro Direzionale di Napoli.

    All’interno del deposito, stipato in condizioni precarie, sono stati rinvenuti migliaia di articoli contraffatti, tra cui indumenti, accessori per l’abbigliamento, borse e scarpe, riproducenti i marchi di note griffe come Louis Vuitton, Adidas, Nike, Gucci, Balenciaga, Fendi, Armani, Versace, Prada, Burberry, North Face, Stone Island, The Dsquared, Lacoste e Palm Angels.
    Il deposito nei sotterranei del Centro Direzionale
    Attraverso mirati approfondimenti investigativi, i Finanzieri sono riusciti a risalire ai locali ove la merce contraffatta veniva assemblata. Si tratta di una vera e propria fabbrica clandestina ubicata nel quartiere Chiaiano di Napoli.

    All’interno della fabbrica, i militari hanno rinvenuto oltre 70 attrezzature, tra cui macchine da cucire, termo pistole, telai, vernici e spatole, nonché etichette, materiale per il packaging e 8 rotoli da 250 metri di pelle cadauno di pregevole qualità, pronti per essere lavorati.
    La fabbrica clandestina a Chiaiano
    Al termine dell’operazione, i Finanzieri hanno denunciato due cittadini napoletani, padre e figlio, per i reati di contraffazione e ricettazione. I due locali individuati, le attrezzature, un’autovettura e oltre 3.000 articoli contraffatti, per un valore complessivo di circa 500.000 euro, sono stati posti sotto sequestro.
    L’operazione dei Finanzieri rappresenta un importante risultato nel contrasto alla contraffazione, un fenomeno raccontato spesso dalle cronache di Napoli che non solo danneggia l’economia legale ma rappresenta anche un pericolo per la salute e la sicurezza dei consumatori. L’impegno della Guardia di Finanza nel contrastare questo tipo di reati è costante e mira a tutelare il mercato e i cittadini.
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    Napoli farmaci dopanti, armi e proiettili in casa: fermati padre e figlio di Chiaiano

    Napoli. Padre e figlio nei guai: armi, farmaci dopanti e contanti sequestrati dai Carabinieri a Chiaiano.PUBBLICITA

    Un’operazione dei Carabinieri del Nucleo Operativo del Vomero ha portato all’arresto di un uomo e alla denuncia del padre per una serie di reati che spaziano dal possesso di armi da fuoco al commercio di farmaci dopanti.

    Punti Chiave ArticoloNel corso di una perquisizione effettuata in un’abitazione di Chiaiano alla ricerca di armi da fuoco e proiettili, i Carabinieri hanno trovato un vero e proprio arsenale nel box:PUBBLICITA

    Un fucile con canna tagliata e matricola abrasa3 munizioni cal 122 munizioni cal 226 munizioni a salveUno storditore elettricoUn pugnaleOltre 97.000 euro in contanti Raffaele Maietta, 29enne già noto alle forze dell’ordine, dovrà rispondere di: Possesso di armi clandestineRiciclaggioDenaro provento da attività illeciteFarmaci dopanti per il bodybuilding Insieme alle armi, i Carabinieri hanno trovato anche un ingente quantitativo di farmaci dopanti, tra cui: Centinaia di flaconi di nandroloneTestosteroneOrmoni della crescitaAnastrozolo, un farmaco utilizzato in medicina per il trattamento di alcune forme di cancro e diffuso illecitamente nel bodybuilding Il figlio è finito agli arresti domiciliari, il padre denunciato Il padre di Raffaele Maietta è stato denunciato a piede libero per ricettazione e possesso di farmaci illegali. Raffaele Maietta è stato sottoposto agli arresti domiciliari in attesa di giudizio. L’operazione dei Carabinieri dimostra l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare la criminalità organizzata e nel tutelare la salute pubblica. Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Napoli, le recensioni negative online: nuova tattica di estorsione della camorra

    Le recensioni negative online, nuova tattica di estorsioneIl fenomeno del racket si è esteso anche al mondo virtuale, con gruppi organizzati della criminalità che orchestrano valanghe di recensioni negative contro i commercianti che si rifiutano di pagare il pizzo.
    Questo è quanto raccontato da Raffaele Vitale, responsabile del nuovo centro Fai (Federazione Antiracket Italiana) a Chiaiano, quartiere periferico di Napoli. La struttura è stata inaugurata alla presenza del procuratore Nicola Gratteri, del prefetto Michele di Bari e del questore Maurizio Agricola.
    Il centro Fai di Chiaiano si propone di essere un punto di riferimento non solo per gli esercenti del quartiere, ma anche per quelli delle zone circostanti, come Scampia, Piscinola, Miano e Marianella.
    “Da oggi – spiega Vitale, che in passato ha subito estorsioni – siamo finalmente organizzati per contrastare il racket. Lo facciamo anche in un contesto in cui, oltre alle minacce tradizionali, si verificano anche attacchi informatici.
    Oggi ci sono veri e propri bombardamenti di recensioni negative sui social network se, ad esempio, un ristoratore, un barista o un negoziante si rifiuta di versare una somma mensile, che può essere anche modesta come 100 o 200 euro.
    È un’estorsione cyber alla quale spesso si cede, poiché chiedono cifre anche esigue per evitare recensioni negative in massa. Ma è un fenomeno pericoloso, una nuova frontiera del crimine. Anche per queste persone ci poniamo come punto di riferimento: in un momento in cui molti ancora rinunciano a difendere la propria dignità, accettando di pagare la camorra per sentirsi più sicuri, noi siamo al fianco di chi vuole liberarsi dalla sottomissione”.
    Il questore Agricola conferma l’allarme riguardante questo fenomeno: “Il numero di denunce per usura ed estorsione è oggettivamente basso rispetto alla realtà del racket. Fare rete è fondamentale in questo momento di aiuto e crescita”.
    Agricola sottolinea inoltre come “l’estorsione, l’usura e il traffico di droga siano le principali fonti di guadagno della camorra, che reinveste poi tali capitali. Dunque, combattere il racket significa privare la camorra dell’humus e del denaro necessario.
    So che denunciare è difficile, a causa dell’isolamento in cui si trovano spesso commercianti e imprenditori. Per questo le associazioni sono cruciali, perché li accompagnano e non li lasciano soli”.
    Luigi Ferrucci, presidente nazionale della Fai, spiega: “L’associazione antiracket è formata da individui che hanno denunciato il racket e che ora si dedicano ad aiutare i loro colleghi a fare altrettanto.
    A Chiaiano, questa associazione è intitolata a Francesco Tammaro, che nel 1985 fu ucciso dalla camorra proprio dopo aver denunciato. Questo episodio tragico evidenzia la differenza cruciale tra denunciare da soli e farlo all’interno di una rete antiracket, dove in 35 anni nessuno è stato ucciso”. LEGGI TUTTO