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    Pozzuoli, incendio fabbrica di distribuzione alimentare: sospesi i treni

    E’ sicuramente di natura dolosa l’incendio che è scoppiato all’alba di oggi nella zona industriale al confine tra Pozzuoli e Pianura in via Contrada San Martino sulla strada provinciale per Pianura.
    Le fiamme hanno colpito ben 10 automezzi di un’azienda alimentare e poi hanno attaccato anche un capannone.
    Per l’incendio, ancora in corso, è stata sospesa in maniera provvisoria anche la linea ferroviaria Pozzuoli- Villa Literno. Sul posto i carabinieri nella sezione radiomobile di Pozzuoli ed i Vigili del Fuoco.
    I danni sono ingenti e la colonna di fumo nero che si è alzata è visibile a chilometri di distanza.Gli automezzi distrutti dalla fiamme erano già carichi di merce e pronti a partire per la distribuzione nei vari punti vendita affiliati.

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    Sant’Anastasia denunciato imprenditore: stoccava farmaci in un deposito senza autorizzazioni

    I Carabinieri della stazione di Sant’Anastasia hanno denunciato un imprenditore farmaceutico di 40 anni per mancanza di autorizzazione regionale allo stoccaggio di farmaci.PUBBLICITA

    Durante l’operazione, i militari hanno sequestrato 3.093 confezioni di farmaci, per un valore di oltre 60.000 euro, e hanno disposto il blocco sanitario di circa 233.000 confezioni di integratori.

    Gli integratori, del valore complessivo di oltre 2 milioni di euro, erano destinati a consulenti farmaceutici della Campania ma venivano conservati in un capannone di 1.500 mq, in condizioni igieniche e strutturali inadeguate e privo delle necessarie autorizzazioni.
    Anche il capannone è stato sottoposto a sequestro. Inoltre, i militari del NAS di Napoli hanno emesso sanzioni amministrative per un totale di circa 3.000 euro.

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    Blitz tra Castellammare Monti Lattari, sequestrate bombe e droga: tre arresti

    Castellammare. Operazione congiunta dei Carabinieri di Castellammare di Stabia e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria ha portato all’arresto di tre persone e al sequestro di un arsenale di armi ed esplosivi, droga e animali selvatici protetti.PUBBLICITA

    I blitz sono avvenuti nell’ambito di controlli intensificati lungo la costa stabiese e sui Monti Lattari, zone particolarmente attive in questo periodo per le coltivazioni illegali di cannabis.

    Punti Chiave ArticoloNel corso delle perquisizioni, i Carabinieri hanno scoperto: 170 grammi di polvere pirica esplosiva, 2 artifizi pirotecnici e 18 detonatori elettrici con telecomando a casa di Vincenzo Gargiulo, 48enne già noto alle forze dell’ordine.20 ordigni esplosivi, di cui 3 artigianali, all’interno di una carrozzeria abusiva gestita da Domenico Iacone, 52enne. L’uomo è stato denunciato anche per detenzione di 20 grammi di marijuana. Un altro ordigno esplosivo e diverse piante di cannabis nell’abitazione di Antonio Iacone, 31enne, arrestato e posto ai domiciliari.Oltre alle armi e alla droga, i Carabinieri hanno trovato anche alcuni animali selvatici protetti illegalmente detenuti da uno degli arrestati.
    L’operazione dimostra l’impegno costante delle forze dell’ordine nella lotta alla criminalità organizzata e nella tutela del territorio e dell’ambiente. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Somma Vesuviana discarica rifiuti tombata sotto il capannone: 4 denunciati

    Somma Vesuviana. I Carabinieri della locale stazione, durante un controllo del territorio in via del Colle, hanno interrotto dei lavori edili in corso in un’area di circa 10mila metri quadrati.PUBBLICITA

    Dagli scavi emergevano ingenti quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi, tra cui ferro, materiali da demolizione e miscele bituminose.

    L’area, adibita all’ampliamento dei capannoni di una ditta metalmeccanica, è stata sottoposta a sequestro. I rifiuti erano stati tombati sotto il capannone.

    Quattro persone, tra cui l’amministratore unico della società, un architetto, un imprenditore e un operaio, sono state denunciate per gestione e smaltimento illecito di rifiuti.

    L’operazione è stata condotta congiuntamente ai Carabinieri Forestali di Ottaviano.
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    Esperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Ad Arzano maxi colata di cemento al posto di un capannone

    Arzano.Il giornalista sotto scorta Mimmo Rubio denuncia speculazioni edilizie in spregio alle regole e alla salvaguardia del territorio.“Ad Arzano, secondo comune più cementificato in Italia con l’83,2 % di suolo impermeabilizzato, secondo solo a Casavatore che detiene il primato con il 90,9 %, si pensa ancora a fare speculazione edilizia con il “favore” di dirigenti e con “l’aiutino” degli amministratori”, denuncia Rubio.
    “Come se non bastasse prevedere un’ulteriore casa comunale con una spesa di circa 6 milioni di euro in luogo magari di un centro sportivo che tanto consenso avrebbe avuto dai cittadini e soprattutto dai nostri giovani ragazzi, ad Arzano si starebbe assistendo – sempre secondo il giornalista che più volte ha chiesto l’intervento della Procura di Napoli – all’ennesima “vendita sulla carta” di nuovi appartamenti che starebbero nascendo nella zona di via Napoli ed adiacenze”.
    “In realtà – spiega il giornalista anticamorra- , secondo beni informati, le case proposte in vendita sulla carta non avrebbero tutte le carte in regola”.
    “Su via Napoli, l’ex opificio “Campanile”, è stato oggetto di rilascio di una autorizzazione che, secondo le regole, prevede una galleria commerciale con una ampia piazza aperta al pubblico, aree di parcheggio al piano terra e interrati e due piani per un totale di 12 appartamenti.
    Il punto è che chi ha “ereditato” il progetto vuole di più sottraendo ciò che spetta per legge al pubblico utilizzo, tanto da aver venduto già ciò che non è stato ancora autorizzato, ma ci penserà la nostra amministrazione ad accontentare gli imprenditori….
    Nelle immediate vicinanze – prosegue- dell’ex opificio Campanile invece, è in corso di costruzione un palazzo di cinque piani in luogo di un vecchio capannone. Ebbene quanto concesso è “illegittimo”.
    Di fatti – secondo Rubio – la norma utilizzata per ottenere la licenza sarebbe quella del cosiddetto “piano casa”, solo che quella norma, oltre a consentire ampliamenti del 20 e 35 %, prevedeva la trasformazione edilizia, a parità di volume, non di un unico capannone dismesso, ma di un “compendio immobiliare”.
    Ovvero un gruppo di fabbricati, magari di un proprietario o di tanti proprietari riuniti in consorzio, purché fossero più immobili dismessi e soprattutto che si trovassero in zone degradate e periferiche.
    Questo per consentire una rigenerazione urbana ed immobiliare di un intera zona degradata a parità di volume, prevedendo anche l’obbligo di lasciare il 30% delle nuove case in costruzione per alloggi popolari attraverso convenzione con il Comune che avrebbe poi individuato i soggetti a cui assegnare la parte degli alloggi popolari.
    Invece si sarebbe data licenza per un palazzo alto circa 16 metri dove esisteva un unico capannone alto 6 metri e peraltro senza prevedere parcheggi in una strada già densamente affollata di auto e senza stipulare alcuna convenzione per l’edilizia residenziale popolare.
    La Legge presa a riferimento, sotto l’aspetto del “compendio Immobiliare” e della “a parità di Volume”, è stata tra l’altro oggetto di una chiara spiegazione del legislatore stesso attraverso la Consulta di garanzia statutaria della Regione Campania, ma sembra che neanche questo chiarimento sia stato tenuto in considerazione da chi ha architettato questo progetto.
    “Ancora una volta in questo paese si favorisce la speculazione edilizia contro ogni norma e legge. Già in tal senso la cosa avrebbe dell’incredibile, che si lasci costruire un palazzo di cinque piani lì al centro di una zona altamente urbanizzata, al centro della città, a ridosso di tanti piccoli fabbricati mono e bi-familiari che si vedranno “oppressi” dai soliti pseudo imprenditori che, guarda caso, sono gli stessi proprietari di immobili “sgarrupati” al centro del paese e che sono riusciti ad ottenere licenze con il piano caso in pieno centro storico edificando palazzi al posto di vecchie abitazioni, ma che si guardano bene dal recuperare e ristrutturare in quanto, in centro storico, non sarebbe ammissibile costruire cinque piani in luogo di un piccolo immobile anticamente di due livelli, tant’è che si lascia lì, in bella mostra, a determinare pericolo di crollo e un interminabile problema di carattere sanitario per i cittadini.
    E noi, a tutela dell’interesse pubblico, in una città dove non c’è più verde, non ci sono servizi, non c’è nulla a salvaguardia di una vivibilità normale, non ci arrenderemo e contrasteremo tutti gli speculatori del mattone, i “prenditori” arzanesi, e i loro soci in affari della politica, che vogliono fare business in contrasto con la legge.
    Invieremo, quindi, informative dettagliate alla Procura perché sia la Magistratura a far luce sulla contrastante difformità del Piano Casa applicato in questi due specifici casi ad Arzano, su queste due maxi colate di cemento e su eventuali omissioni comunali previste per legge (la cosiddetta compensazione “pubblica”)”.
    Francesco Nardelli
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