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    Napoli confessione choc di un badante: “Ho ucciso 4 anziani”

    Napoli. Una confessione choc quella Mario Eutizia, un napoletano di 48 anni, che ieri pomeriggio si è presentato in Questura a Caserta, ammettendo di essere l’autore della morte di quattro persone di cui era stato badante.
    Secondo quanto dichiarato al pubblico ministero Annalisa Imparato della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Eutizia ha ucciso gli anziani affidati alle sue cure somministrando loro farmaci antitumorali.
    Gli omicidi confessati sono avvenuti in momenti diversi: il primo il 4 marzo 2024 a Vibonati, il secondo a dicembre 2023 a Casoria, mentre altri due delitti risalgono al 2014 a Latina, con vittime ancora da identificare completamente.
    Eutizia, – come anticipa Cronache di Napoli – originario della zona della Maddalena a Napoli, ha spiegato di aver agito “per empatia”. “Mi sono voluto costituire perché qualcuno mi fermi. Ho paura di continuare. Se avessi continuato a lavorare in questo settore, l’avrei rifatto,” ha dichiarato al magistrato.
    Eutizia, che nel corso degli anni ha lavorato privatamente con circa trenta anziani, è rappresentato legalmente dagli avvocati Antonio Daniele e Gennaro Romano. La decisione di costituirsi a Caserta sarebbe stata presa per cercare di evitare l’arresto immediato.
    Indagini per accertare la veridicità della sua confessione
    La polizia sta ora indagando per accertare la verità delle sue affermazioni e per ricostruire l’intera vicenda.

    Dopo la confessione, il 48enne è stato trasferito nel carcere di Uccella a Santa Maria Capua Vetere.
    Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Truffano due anziani a Vigevano: denunciati due giovani napoletani

    Due giovani di 20 anni, entrambi residenti in provincia di Napoli, sono stati denunciati per truffa ai danni di anziani.PUBBLICITA Nel corso di un controllo nel centro di Vigevano in provincia di Pavia, la polizia li ha trovati in possesso di numerosi oggetti in oro nascosti nelle tasche dei pantaloni. Punti Chiave ArticoloUn successivo controllo della loro auto ha permesso di recuperare altri monili in oro in un sacchetto e, sotto un sedile, una modica quantità di sostanze stupefacenti.Le indagini della squadra volante del commissariato di Vigevano  hanno permesso di appurare che i due ragazzi si erano fatti consegnare gli oggetti preziosi da due pensionati, che abitano in un comune della Lomellina vicino a Vigevano e a Novara.La solita truffa dell’avvocato e dell’incidente del nipoteDopo aver contattato telefonicamente le vittime, si erano finti gli avvocati di un loro parente, reo di di aver provocato un incidente stradale, chiedendo denaro contante o oggetti in oro da consegnare alla parte lesa al fine di garantire l’impunità del familiare.Una storia inventata che ha consentito di mettere a segno la truffa. I monili sottratti sono stati restituiti ai due anziani.Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Truffe agli anziani fissato il processo per la gang di Materdei della famiglia Uccello

    Napoli. Sono stati rinviati a giudizio 12 dei 17 componenti della banda di truffatori di anziani che tra il 2022 e il 2023 aveva depredato ben 80 anziani soprattutto a Roma e pio anche a Caserta e in altri comuni.PUBBLICITA

    Il processo è stato fissato davanti al settimo collegio del Tribunale di Roma a partire dal 5 novembre prossimo.

    Punti Chiave ArticoloLa banda che partiva Materdei nel cuore del rione sanità a Napoli, dove esisteva la centrale telefonica delle truffe agli anziani, era gestita dalla famiglia di Giovanni Uccello insieme ai figli Alfonso ed Eduardo. Era in un appartamento in viale dei Gesuiti. Mentre Giuseppe Romanelli “’o zio” fungeva da anello di collegamento tra i capi dell’organizzazione e i “trasfertisti”.
    Una banda spietata di truffatori, dedita a derubare anziani, perfino delle fedi nuziali con profitti quotidiani da 50.000 a 70.000 euro. Modus operandi La banda, con base a Napoli, operava in modo capillare e organizzato. I truffatori, fingendosi impiegati delle poste, assicuratori, avvocati o carabinieri, contattavano telefonicamente le loro vittime, prevalentemente anziani. Con storie inventate su familiari in pericolo o incidenti stradali, inducevano le vittime a consegnare denaro contante, gioielli o altri oggetti di valore. Un vero e proprio “vademecum” per le truffe Le perquisizioni hanno portato alla luce un vero e proprio manuale di istruzioni, scritto in stampatello su alcuni fogli. Il manuale conteneva una dettagliata descrizione di come i truffatori dovevano approcciare le vittime, quali storie inventare e come convincerle a consegnare i loro averi. Oltre 80 truffe in pochi mesi L’indagine ha rivelato che la banda era attiva tra settembre 2022 e marzo 2023 e ha portato a termine circa 80 truffe. Le loro azioni fruttificavano tra i 50mila e i 70mila euro al giorno, con un bottino di oltre un chilogrammo di oro in una sola settimana. A maggio scorso furono arrestati in 7 mentre 10 finirono agli arresti domiciliari.Le perquisizioni portarono al sequestro di circa 40.000 euro in contanti, oltre 150 schede telefoniche, 30 telefoni cellulari, un grosso quantitativo di gioielli e oggetti in oro, e il manuale di istruzioni per le truffe. (nel gruppo degli avvocati difensori figurano gli avvocati Andrea Palmiero, Lumeno Dell’Orfano, Nicola Napolitano, Giovanni Abet, Massimo Autieri, Antonio Pollio, Tiziana De Masi e Gennaro Pecoraro) I NOMI DEI 17 INDAGATI GIOVANNI UCCELLO (CARCERE)  A GIUDIZIOALFONSO UCCELLO (CARCERE). A GIUDIZIOEDUARDO UCCELLO (CARCERE) A GIUDIZIORAFFAELE BACIO TERRACINO (CARCERE) A GIUDIZIOGIUSEPPE ROMANELLI (CARCERE) A GIUDIZIOMARCO CANFORA (CARCERE)ANTONIO DI MATTEO (DOMICILIARI) A GIUDIZIOCIRO RENDOLA (DOMICILIARI) A GIUDIZIOGIOVANNI RENDOLA (DOMICILIARI) A GIUDIZIOFRANCESCO SIVIERO (DOMICILIARI) A GIUDIZIOANTONIO SIVIERO (DOMICILIARI) A GIUDIZIOANTONIO FERIOLI (DOMICILIARI) A GIUDIZIOANGELO PASQUALE MONTAGNA (CARCERE) A GIUDIZIOLUCIO DE LUCIA (DOMICILIARI)ANTONIO FEDELE (DOMICILIARI)RAFFAELE RUSSO (DOMICILIARI)GIUSEPPE FEDELE (DOMICILIARI) Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Truffe agli anziani a Roma: ecco chi sono i 10 uomini d’oro. Bottino da 500mila euro

    Decine di anziani vittime di truffe e rapine per un bottino di oltre 500mila euro.PUBBLICITA

    Un’organizzazione criminale con base a Napoli, sgominata dalla Squadra Mobile della Questura di Roma e dal III Distretto Fidene-Serpentara, operava nella Capitale con un collaudato schema: il raggiro del “finto nipote” o del familiare in difficoltà.

    Punti Chiave ArticoloLe indagini, coordinate dalla Procura di Roma, sono partite dalle denunce delle vittime e hanno permesso di ricostruire il modus operandi e identificare i componenti del gruppo, dieci persone in tutto, che agivano con ruoli ben definiti. I capi, Antonio e Luca Pestorino, gestivano la “centrale” della truffa da Napoli. Alessandro Bara era il coordinatore delle telefonate, mentre Andrea De Martino si occupava di noleggiare le auto per gli spostamenti. Mario Mazzola, detto “Mirko”, era l’incassatore, colui che si presentava a casa delle vittime per ricevere denaro, gioielli o oro. Vincenzo Benincasa, Carlo Tolomello, Antonio Mosolino, Salvatore Donnarumma e Lepoldo Rignani completavano la banda.
     I ruoli e le divisioni dei compiti dei 10 componenti della banda Per contattare le vittime, il gruppo utilizzava vecchi elenchi telefonici. Una volta individuata la preda, la truffa si svolgeva secondo un copione collaudato: una telefonata all’anziano con la falsa notizia di un incidente occorso al nipote o a un altro familiare.
    Per risolvere l’emergenza, era necessario consegnare denaro o preziosi. I truffatori, spesso spacciandosi per direttori di postali, corrieri o amici dei congiunti, si presentavano poi a casa della vittima per incassare. L’organizzazione era attiva non solo a Roma, ma anche in diverse province del Centro-Sud, tra cui Lucca, Terni, Latina, Napoli, Avellino, Salerno e Lecce.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, colpo alla banda del Vasto che truffava gli anziani a Roma: 10 arresti

    Napoli. Un nuovo colpo a una delle paranze di trasfertisti del quartiere Vasto Arenaccia dediti alle truffe agli anziani è stato portato a termine dalla Polizia di Stato con l’arresto di 10 persone.PUBBLICITA

    Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Roma e del III Distretto Fidene-Serpentara, con la collaborazione della Squadra Mobile di Napoli e coordinate dalla Procura della Repubblica capitolina, sono durate mesi e hanno permesso di disarticolare un gruppo criminale che operava principalmente a Roma e in diverse province del centro-sud Italia.

    Punti Chiave ArticoloIl modus operandi del finto nipote I malviventi utilizzavano il classico metodo del “finto nipote” o di parenti in difficoltà economica per contattare le vittime anziane. Una volta carpita la loro fiducia, si presentavano a casa loro per ricevere denaro o preziosi, spesso spacciandosi per direttori di uffici postali, corrieri o amici dei congiunti. Le indagini hanno rivelato che il gruppo era ben organizzato, con ruoli ben definiti: dai “promotori” e “organizzatori” delle truffe ai “telefonisti” che contattavano le vittime, fino agli “esattori” che si recavano presso le loro abitazioni per riscuotere il denaro o i gioielli.
    Inoltre, è stato accertato che gli indagati hanno operato prevalentemente a Roma oltre che in alcune province del centro sud come Lucca, Terni, Latina, Napoli, Avellino, Salerno e Lecce.
    L’operazione ha portato all’arresto di 10 persone e all’emissione di diverse misure cautelari. Si tratta di un duro colpo al fenomeno delle truffe agli anziani, un reato particolarmente odioso che provoca gravi danni alle vittime, sia dal punto di vista economico che emotivo. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Truffava anziani a Bolzano: arrestato 48enne di Napoli

    Bolzano.Un uomo di 48 anni, residente a Napoli e con numerosi precedenti penali, è stato arrestato a Napoli dalla Squadra Mobile locale in collaborazione con i colleghi di Bolzano. L’uomo è accusato di aver truffato e derubato anziani in Alto Adige.PUBBLICITA
    L’indagine è iniziata a seguito di una segnalazione di un ex insegnante 94enne di Bolzano, che ha raccontato di essere stato avvicinato da un uomo che si spacciava per un suo ex allievo.

    Punti Chiave ArticoloL’impostore lo ha accompagnato a fare una passeggiata e lo ha convinto a prelevare 500 euro al bancomat. Una volta prelevato il denaro, l’uomo ha strappato le banconote dalle mani dell’anziano e si è dato alla fuga. Le indagini, con l’ausilio delle telecamere di sorveglianza cittadine, hanno permesso di identificare l’autore del reato in G.M., già noto alle forze dell’ordine per reati come furto aggravato, furto con strappo, truffa e insolvenza fraudolenta.
    Tre truffe ai danni di anziani a Bolzano in pochi giorni L’uomo, in seguito a ulteriori accertamenti, è risultato responsabile di altre due truffe ai danni di anziani a Bolzano, commesse con lo stesso modus operandi: spacciarsi per un conoscente e convincere le vittime a prelevare denaro, per poi sottrarlo con la forza. G.M. è stato arrestato a Napoli e tradotto nel carcere di Poggioreale a disposizione dell’autorità giudiziaria di Bolzano. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    LA NOTA Caserta: 80enne torna in carcere. La denuncia del sindacato di Polizia Penitenziaria: “Una follia”

    Far tornare in carcere un ottantenne in un contesto di sovraffollamento e emergenza carceraria è “pura follia”. Lo afferma Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria (S.PP.). Di Giacomo critica il provvedimento dell’Ufficio Esecuzione Penale della Corte di Appello di Napoli che ha revocato la detenzione domiciliare a un ottantenne, ripristinando la detenzione per l’espiazione di un cumulo di pene di 8 anni e 4 mesi di reclusione, di cui 4 anni e 10 mesi ancora da scontare, per reati di droga e bancarotta fraudolenta.
    Secondo Di Giacomo, mantenere agli arresti domiciliari il detenuto avrebbe comunque garantito l’espiazione della pena senza aggravare ulteriormente le condizioni carcerarie. Purtroppo, questo non è un caso isolato. Al 2023, infatti, nelle carceri italiane ci sono 1.208 detenuti over 70 (di cui 38 donne) e 4.835 detenuti tra i 60 e i 69 anni.
    La presenza di detenuti anziani solleva enormi problemi di assistenza sanitaria e cura, con circa l’80% degli over 70 affetti da problemi di salute, in un contesto di carenza cronica di medici e personale sanitario. Le malattie più frequenti tra i detenuti sono quelle infettive (48%), seguite da disturbi psichiatrici (32%), malattie osteoarticolari (17%), cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%).
    Inoltre, il 40,3% dei detenuti assume sedativi e ipnotici, mentre il 20% fa uso di stabilizzanti dell’umore, benché solo il 9,3% della popolazione carceraria abbia diagnosi psichiatriche gravi. Un altro dato preoccupante riguarda la tossicodipendenza: un detenuto su tre ha una qualche dipendenza da sostanze stupefacenti.
    Di Giacomo sottolinea che questa situazione dovrebbe orientare i magistrati a evitare di aggravare ulteriormente le condizioni carcerarie, soprattutto considerando che i detenuti anziani, a eccezione dei capi clan e uomini di spicco della criminalità organizzata, vivono la detenzione in condizioni di maggiore difficoltà. Questo scenario aggrava anche il lavoro del personale penitenziario, che spesso deve assumere il ruolo di “badante” per i detenuti più anziani.
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    L’EPISODIO Truffa coppia di anziani a Roma, 20enne arrestato a Napoli

    I Carabinieri della Stazione di San Vittorino Romano hanno operato l’esecuzione di un’ordinanza giudiziaria che impone la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un giovane italiano di 20 anni, pesantemente coinvolto in un caso di truffa aggravata. L’episodio risale allo scorso dicembre, quando una coppia di anziani, residente nella stessa località, ha segnalato alle forze dell’ordine di essere caduta vittima della truffa del “finto nipote” e “finto Carabiniere”, perpetrata da un individuo.
    I coniugi anziani sono stati contattati ripetutamente da un individuo che, fingendosi il nipote della coppia, ha affermato l’urgente necessità di raccogliere una somma considerevole di denaro per saldare alcune fatture in sospeso del padre. Successivamente, si sono sentiti minacciati da un individuo che si è presentato come maresciallo dei Carabinieri, il quale ha indicato loro gravi conseguenze legali se non avessero pagato immediatamente il debito del presunto figlio, anche con gioielli in oro.
    Intimiditi dalle minacce, gli anziani hanno ceduto e consegnato gioielli in oro per un valore superiore ai 7000 euro a un truffatore che si è presentato sotto casa pochi minuti dopo. Dopo la denuncia, i Carabinieri hanno avviato un’accurata attività investigativa che ha raccolto prove significative contro il giovane di 20 anni, proveniente dalla provincia di Napoli, già noto alle autorità per reati simili.
    In collaborazione con la Procura, i Carabinieri hanno individuato e arrestato l’uomo a Napoli, sottoponendolo alla misura cautelare degli arresti domiciliari, con l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico presso la propria residenza, in ottemperanza a un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Roma. LEGGI TUTTO

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    Ispezioni dei Nas nelle case di riposo: il 32% con irregolarità

    Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, in collaborazione con il ministero della Salute, ha condotto ispezioni nazionali nelle case di riposo per anziani e strutture socio-assistenziali.
    Durante questa campagna di controlli sono state ispezionate oltre 600 strutture, evidenziando irregolarità in ben 191 di esse, pari al 32%. Tra le principali violazioni rilevate, 11 case di riposo non erano in regola per quanto riguarda le normative antincendio.
    Altre irregolarità riguardavano inadeguatezze strutturali, gestionali e autorizzative, come l’abusivo ampliamento della capacità ricettiva e carenze negli spazi a disposizione dei residenti.
    Le conseguenze per chi gestisce in modo non conforme le strutture sono state pesanti: sono state deferite all’autorità giudiziaria 43 persone per varie violazioni e sanzionati 153 gestori, per un importo complessivo di oltre 67.000 euro. Inoltre, sono state adottate misure di sospensione e chiusura nei confronti di 12 strutture, con un impatto economico stimato di oltre 9 milioni di euro.
    I controlli hanno portato alla chiusura di diverse strutture, come nel caso di una residenza per anziani in provincia di Alessandria, dove sono state riscontrate gravi carenze igienico-sanitarie e di sicurezza, con il trasferimento di 29 ospiti.
    Sanzioni sono state inflitte anche a due legali responsabili di strutture nelle provincie di Pescara e Chieti, per aver superato il numero massimo di ospiti consentiti.
    Inoltre, una comunità alloggio per anziani a Siracusa è stata sospesa per diverse violazioni, tra cui l’omessa risposta agli standard strutturali e l’attivazione di un centro diurno non autorizzato.
    Tali controlli hanno messo in luce l’importanza di garantire standard adeguati nelle case di riposo per anziani e hanno evidenziato la necessità di rispettare le normative vigenti per assicurare il benessere e la sicurezza degli ospiti. LEGGI TUTTO

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     Truffano anziana a Teramo: arrestati due napoletani

    Due cittadini napoletani, di 18 e 26 anni, sono stati fermati dalla Squadra Mobile della Questura di Teramo per essersi resi protagonisti di una truffa ai danni di una anziana.
    I due avrebbero contattato la donna telefonicamente, richiedendo un risarcimento di cinquemila euro per evitare l’arresto del figlio, coinvolto in un presunto incidente stradale. Nel corso della visita all’abitazione della vittima, mentre il marito era assente, uno dei truffatori ha ottenuto diversi monili d’oro per un peso complessivo di circa 50 grammi.
    Poco dopo aver consumato l’inganno, i due sono stati individuati e fermati dalla Squadra Mobile di Teramo. Sottoposti a perquisizione, è stato trovato il materiale prezioso.
    Successivamente, i sospettati sono stati arrestati e trattenuti presso le camere di sicurezza della Questura in attesa dell’udienza di convalida.
    Il Giudice, al termine della stessa, ha imposto loro l’obbligo di dimora nel Comune di Napoli e un Foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel Comune di Teramo per un periodo di quattro anni, su richiesta del Questore di Teramo. LEGGI TUTTO

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    Truffatore seriale di anziani di Napoli arrestato in provincia di Imperia

    I carabinieri di Imperia hanno arrestato un uomo di 53 anni, residente a Napoli, ritenuto l’autore di decine di tentativi di truffa ad anziani nella provincia.L’uomo, che non risulta esercitare alcuna regolare attività lavorativa, è già noto alle forze dell’ordine per reati analoghi in tutta Italia.
    Negli ultimi due giorni, sono state diverse decine le chiamate giunte al numero di emergenza 112, quasi tutte da parte di anziani, che hanno segnalato di essere stati contattati da sedicenti marescialli dei carabinieri, poliziotti o avvocati che riferivano di un problema a seguito del quale un familiare era stato arrestato e che per liberarlo era necessario versare, a titolo di “cauzione”, una ingente somma di denaro.
    In due circostanze, però, il raggiro ha funzionato e, tra ieri e l’altro ieri, due anziane di Bordighera e Sanremo, temendo per i propri figli, hanno consegnato a un finto maresciallo, che si era presentato alla porta, tutto il denaro e i preziosi che avevano in casa.
    Nel tardo pomeriggio di ieri un’indagine dei carabinieri di Sanremo e Imperia ha permesso di individuare a Diano Marina l’auto, una Renault grigia, con la quale il finto sottufficiale si era subito allontanato dopo la truffa.
    I carabinieri hanno fermato l’uomo e, durante la perquisizione del veicolo, hanno rinvenuto, nascosto nel baule, un involucro di cellophane bianco contenente 4.100 euro in contanti e preziosi per un valore stimato di circa 15mila euro.
    L’uomo è stato arrestato con l’accusa di truffa continuata con l’aggravante di aver commesso il reato ai danni di anziani.
    Sono in corso ulteriori accertamenti per identificare eventuali complici di cui si sarebbe avvalso per individuare e contattare telefonicamente le potenziali vittime sul territorio.
    I carabinieri invitano gli anziani a prestare la massima attenzione a questo tipo di truffe e a non fidarsi di telefonate o visite di persone che si presentano come appartenenti alle forze dell’ordine o a istituzioni pubbliche. LEGGI TUTTO

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    A Napoli, il primo centro comunale per Alzheimer

    Apre a Napoli il primo centro comunale per gli anziani affetti da Alzheimer. La struttura, gestita dalla Cooperativa sociale Medihospes, sarà ospitata presso la Rsa Villa San Giuseppe di via Colli Aminei e accoglierà fino a 24 ospiti.
    Le attività proposte al centro saranno di tipo riabilitativo e ludico-ricreativo, con l’obiettivo di stimolare le capacità cognitive e relazionali degli anziani. Tra le attività previste ci sono:
    Risveglio muscolareYoga della risataLaboratori di creta e argillaLaboratori di lettura e recitazioneAttività all’esterno della struttura, come giardinaggio e orto sensorialeInoltre, ogni tre mesi saranno organizzati workshop sui temi legati alla demenza senile con esperti del settore.
    L’attenzione a familiari e caregiver sarà continua. Per loro è prevista l’attivazione di una linea telefonica in funzione per due giorni alla settimana, un numero WhatsApp attivo h24 e la possibilità di prendere appuntamento con uno psicologo per colloqui di sollievo e supporto.
    “Sono molto felice di inaugurare questo spazio – ha dichiarato l’assessore comunale al Welfare Luca Fella Trapanese – Una prima risposta alle tante, troppe famiglie che vivono questa malattia nella più totale solitudine e che non devono più sentirsi sole. Il progetto è sperimentale ma è fondamentale partire, strutturarsi e immaginare che in futuro questa sperimentazione possa raggiungere capillarmente tutti i quartieri”.
    “Siamo particolarmente felici di iniziare un nuovo percorso solidale al fianco del Comune di Napoli – ha aggiunto Donato Lopez, direttore della filiale Campania per la cooperativa sociale Medihospes – Con il nostro impegno e umanità proveremo a trasformare questo servizio, oggi sperimentale, in uno strutturato affinché possa diventare faro e guida per tutti quei familiari e caregiver che assistono, a volte purtroppo con difficoltà, i propri cari in condizione di fragilità”. LEGGI TUTTO