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    Rogo Avellino, non riscontrato inquinamento da Amianto

    Nell’area antistante i prefabbricati pesanti di Valle del comune di Avellino, non si riscontrano situazioni di pericolo né fenomeni di inquinamento dell’aria causati da fibre di amianto aerodisperse.PUBBLICITA

    E’ quanto emerge dal monitoraggio delle fibre di amianto disperse in atmosfera nei pressi del luogo dell’incendio divampato nella notte tra il 27 e 28 luglio scorsi nella zona residenziale di Valle ad Avellino.

    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Napoli, smaltimento di amianto senza controlli nella zona di Vigliena: gli abitanti protestano

    A inizio febbraio 500 grossi sacchi bianchi sono stati accumulati nella Darsena di San Giovanni a Teduccio, nell’area individuata per il progetto di ampliamento del porto commerciale.Un gruppo di abitanti delle palazzine immediatamente antistanti la zona dichiara: “La scena era costituita da questi sacchi movimentati da operatori appositamente vestiti. In una parola, la scena ha destato preoccupazione anche perché i sacchi sono stati tenuti sui piazzali per diverse settimane, esposti alle intemperie e ai venti che in quel tratto sono molto forti”.
    A questo si aggiunga che sui sacchi erano chiaramente visibili (foto 1 in allegato) la lettera “R” su sfondo giallo e la lettera “a” su sfondo rosso, simboli indicanti il contenuto rispettivamente di rifiuti pericolosi e amianto.
    Ma ai condomini non è stata data alcuna comunicazione di pericolo o indicazioni per la riduzione del rischio. A seguito delle segnalazioni dei residenti il giorno 14 febbraio si è tenuto un tavolo che ha visto presenti, oltre a una delegazione di cittadini, il direttore della centrale termoelettrica della Tirreno Power (incaricata delle operazioni di bonifica), il Presidente e il Vicepresidente della VI Municipalità Sandro Fucito e Nando Truglio.
    L’incontro ha avuto come tema centrale la richiesta di chiarimenti sul contenuto dei sacchi, ma è giunto a toccare anche la natura del resto della bonifica da effettuare, che è stato confermato comportare anche lo smaltimento di amianto.
    I cittadini intervenuti all’incontro hanno fatto richiesta esplicita di documenti dell’ASL che certifichino l’avvenuta supervisione da parte della stessa e il rispetto dei parametri di sicurezza nello svolgimento di questa prima operazione.
    Ad oggi, 14 marzo, a distanza di ben un mese dall’impegno preso dalle autorità competenti, ancora nessun verbale sottoscritto dall’ASL è giunto nelle mani dei cittadini, mentre la preoccupazione sale e si continuano a rintracciare sacchi simili ai primi osservati nella zona circostante la parte attualmente operativa del porto commerciale.
    In questo lasso di tempo trascorso, ingiustificabile a fronte della richiesta di semplici documenti certificativi, non sono mancate ulteriori richieste informali indirizzate alla VI Municipalità e i cittadini si sono trovati costretti ad inviare anche un sollecito formale al distretto n. 32 dell’ASL.
    La preoccupazione aumenta allo stesso ritmo dello scandalo e dello stupore per dei sacchi che appaiono, scompaiono e poi riappaiono dislocati, sparpagliati in vari angoli del porto commerciale di Napoli.
    I cittadini di Vigliena protestano: “È inaccettabile che vi sia tutto questo mistero, che vi sia tanto riserbo riguardo le operazioni avvenute e in procinto di avvenire, per di più nei confronti di chi abita a pochi metri dalle aree interessate da queste stesse operazioni”. LEGGI TUTTO

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    Amianto in Fincantieri di Castellammare: risarcimento di 140mila euro a operaio di Scafati

    Risarcimento da 190mila euro per un ex operaio Fincantieri di Castellammare di Stabia Un ex operaio della Fincantieri di Castellammare di Stabia ha ottenuto un importante risarcimento di 190mila euro dal Tribunale Civile di Torre Annunziata a seguito di una patologia correlata all’esposizione all’amianto sul luogo di lavoro
    . L’indennizzo è stato concesso a un ex dipendente di Scafati (Salerno) in relazione a parametri superiori alla media rispetto ad altri casi simili. Secondo l’avvocato Domenico Carotenuto, che ha assistito il lavoratore nella richiesta di risarcimento, la sentenza invia un chiaro messaggio sul ruolo fondamentale della Giustizia nella tutela dei diritti e della salute dei lavoratori, specialmente in contesti industriali.
    Il lavoratore malato si è rivolto all’avvocato Carotenuto per ricevere consulenza legale riguardo alle implicazioni giuridiche della sua patologia contratta in servizio. Inoltre, il supporto dell’associazione per la salute dei lavoratori e le relazioni medico-legali del dottor Nicola Maria Giorgio hanno svolto un ruolo significativo nel caso.
    La malattia del dipendente è stata dimostrata esclusivamente imputabile all’esposizione all’amianto.
    I principali argomenti considerati nella ricerca di risarcimento per questo caso sono stati la mancata informazione del datore di lavoro riguardo al pericolo di presenza dell’amianto, l’assenza delle procedure per evitare l’esposizione e il contatto diretto con l’amianto e l’assenza di dispositivi di protezione individuali (DPI) validi per contrastare l’inalazione delle fibre di asbesto.
    Il lavoratore ha ottenuto un risarcimento che ha previsto anche compensazioni per la moglie e per le figlie, per un totale di 190mila euro (130mila per il lavoratore, 20mila per la moglie e per ciascuna delle figlie) come certificato dall’INAIL. Il Tribunale Civile di Torre Annunziata ha stabilito un risarcimento significativo che apre nuove prospettive nella tutela dei lavoratori e delle loro famiglie in casi di esposizione all’amianto. LEGGI TUTTO