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    Arzano, sgomberati gli ultimi alloggi abusivamente occupati

    L’Amministrazione Comunale di Arzano ha completato con successo le operazioni di sgombero di nove alloggi abusivi che occupavano illegalmente due complessi immobiliari: uno di proprietà comunale con 24 appartamenti e uno di proprietà Acer con 72 appartamenti.PUBBLICITA
    L’intervento, pianificato in seno al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica presieduto dal Prefetto Michele di Bari e svolto con il supporto delle Forze dell’Ordine, si è concluso l’11 giugno scorso con la liberazione degli ultimi due appartamenti.

    Punti Chiave ArticoloUn’operazione per la legalità e il diritto alla casa L’obiettivo dell’operazione era duplice: ristabilire la legalità e rispondere al fabbisogno abitativo di chi ha diritto a una casa. Gli alloggi sgomberati saranno infatti assegnati ai legittimi proprietari, secondo la graduatoria unica regionale. L’impegno dell’Amministrazione Comunale L’Amministrazione Comunale di Arzano è impegnata a contrastare l’occupazione abusiva di immobili e a garantire il diritto alla casa a tutti i cittadini. L’operazione di sgombero rappresenta un passo importante in questa direzione e dimostra la volontà dell’Amministrazione di tutelare la legalità e la sicurezza del territorio.
    L’assegnazione degli alloggi sgomberati ai legittimi proprietari rappresenta un messaggio di speranza per chi attende da tempo una casa. L’Amministrazione Comunale di Arzano è al fianco di questi cittadini e continuerà a lavorare per garantire loro il diritto a una vita dignitosa. Informazione e trasparenza L’Amministrazione Comunale di Arzano ha seguito l’intera operazione con la massima trasparenza, informando puntualmente i cittadini sull’andamento delle procedure. Questo impegno per la comunicazione è volto a garantire la fiducia dei cittadini e a rafforzare il rapporto tra l’Amministrazione e la comunità. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Arzano, Rione 167: sequestrato alloggio occupato abusivamente. Denunciati in tre

    I Carabinieri della Tenenza di Arzano, a seguito di serrate indagini hanno eseguito nella giornata di ieri mattina, un sequestro preventivo di un alloggio popolare.
    I militari hanno constatato che tre soggetti, oltre ad aver cambiato la destinazione d’uso di un locale adibito ad uso sala riunioni condominiale, si erano stabiliti abusivamente nell’appartamento senza averne i requisiti previsti dalla Legge.
    Dopo gli accertamenti di rito, i militari attraverso apposita ditta specializzata hanno murato finestre ed ingressi per evitare il perpetuarsi di ulteriori occupazione deferendo alla Procura della Repubblica gli occupanti.
    Il risultato di oggi si inserisce nell’ambito dei controlli mensilmente effettuati dai Carabinieri di Arzano sui 72 alloggi di edilizia popolare della “167” denunciando all’autorità giudiziaria di Napoli Nord diverse persone. Una situazione incancrenitisi nel corso degli anni a seguito di evidenti inadempienze amministrative.
     Avevano occupato una sala riunioni condominiale trasformandola nella propria abitazione
    Non solo appartamenti e giardini abusivi: le mani e il controllo del clan era sull’intero rione. La vicenda relativa agli alloggi del rione 167 è stata sollevata anche in diverse interrogazioni parlamentari ed ha rappresentato uno dei motivi a corollario dell’ultimo scioglimento per camorra avvenuto nel 2019.
    Il rione di via Colombo sarebbe annoverato tra le basi simbolo della mala locale tanto che in più occasioni e in diversi blitz ad opera dell’Arma dei carabinieri nel corso degli anni pasati, ha consentito di sequestrare armi e droga. Case, quelle occupate dagli esponenti del clan, addobbate in modo lussuoso ad imitare il serial Gomorra e il film Scarface.
    Appena qualche giorno fa, negli alloggi popolari di proprietà del Comune di Arzano in via Tavernola, una legittima assegnataria all’atto del subentro aveva trovato occupato l’alloggio da una donna proveninete dal rione Salicelle di Afragola con al seguito alcuni minori. La setssa veniva denunciata dalla Polizia locale. Anche in questo caso, il comune non aveva attuato la “muratura” dell’alloggio.
    G.B.

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