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    No a proposta Fi di aggiornamento della lista delle malattie croniche

    “La Regione già applica le norme nazionali recepite con atto deliberativo di Giunta del 2023 “. Con questa motivazione la maggioranza dell’Assemblea legislativa ha bocciato la risoluzione di Valentina Castaldini (Fi) per aggiornare l’elenco delle patologie croniche per le quali è opportuno rendere illimitata la certificazione di esenzione dalla partecipazione al costo delle prestazioni.
    “L’elenco delle malattie croniche esenti dalla partecipazione al costo delle prestazioni è stato ridefinito e aggiornato dallo Stato nel 2017: alcune delle patologie per le quali è necessario il rinnovo sono croniche e il rinnovo dell’esenzione ha un particolare impatto sulle liste d’attesa e alcuni medici, nel rinnovare le esenzioni, preferiscono certificare i pazienti con un codice di una patologia simile a quella della quale sono affetti i propri pazienti per evitare l’onere della ripetizione periodica della visita”, spiega Castaldini che ricorda come “stiamo chiedendo una cosa semplice che migliorerebbe la vita ai cittadini”.
    “Le malattie che danno diritto a certificazioni illimitate sono 57 e sono previste dalle norme nazionali .La Regione ha recepito le norme in questione nei tempi previsti e ha emanato le necessarie circolari per renderle  applicative queste norme”, spiega Ottavia Soncini (Pd) che a sostegno della posizione ha ripercorso tutti i vari passi legislativi nazionali e atti amministrativi regionali in materia.
    (Luca Molinari)

    Sanità e welfare

    29 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    La “Donna” di Mario Rebeschini: apre in viale Aldo Moro la mostra del grande fotografo

    Operaie, vigilesse, insegnanti, studentesse, impiegate, suore, nonne e mamme, italiane e straniere, fedeli che pregano. Trenta volti di donne che raccontano la condizione femminile nella nostra società. L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna celebra l’8 marzo con “Donna”, mostra fotografica di Mario Rebeschini curata da Giulia Ferraresi, che è stata inaugurata oggi alla presenza dell’autore, della presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti e di Silvestro Ramunno, presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna.
    “E’ stato bellissimo correre su è giù nel mio archivio per cercare le foto di donne per questa mostra. Mentre le sceglievo mi tornavano in mente i momenti dello scatto, i loro racconti e il loro impegno politico e sociale”, spiega Mario Rebeschini, che ricorda: “Ho deciso di esporre solo immagini di donne serene dove si vede che il fotografo è stato accettato”.
    A Bologna, e non solo, quando si parla di fotoreporter il nome di Mario Rebeschini campeggia sempre: il suo non è un giornalismo fotografico d’assalto, ma riflessivo. Ogni foto è curata, maturata nel tempo perché possa esprime il meglio di sè, proprio come avviene con “Donne” dove a unire i tanti volti di donne c’è un unico filo: la gioia di vivere, una felicità che l’obiettivo della macchina fotografica ha saputo cogliere e l’intelligenza del fotografo è riuscita a fissare sulla pellicola cogliendo il momento più suggestivo.
    Mario Rebeschini, nato nel 1938, ha attraversato tutta la storia dal Secondo dopoguerra in poi. Negli anni ’80 abbandona il mondo della pubblicità per dedicarsi a raccontare i cambiamenti della società. Un lungo percorso che parte dal racconto dell’arrivo dei primi stranieri a Bologna e arriva a “Donna”, passando per un lungo reportage sui frequentatori dei luoghi di culto, cattolici e no, nel capoluogo felsineo. All’attivo di Rebeschini decine di libri e anche una lunga carriera di docente universitario in fotografia. Una vita dedicata alla fotografia in prima persona, immortalando tanti luoghi del mondo, poi come docente, insegnando ai giovani fotografi a come trasformare la passione in fotografia.
    “Abbiamo deciso di celebrare l’8 marzo con le foto di Mario Rebeschini, un grande professionista e una persona. Con questa mostra dedichiamo tempo e spazio all’intero universo femminile grazie alla qualità artistica e al grande spessore umano di Mario Rebeschini. Anche oggi dobbiamo quindi soffermarci e chiederci se nel nostro quotidiano, nel lavoro, in famiglia, questi diritti delle donne vengono riconosciuti. Ogni 8 marzo la riflessione si fa più complessa, ma il nostro impegno non deve mai venire meno e vogliamo dimostrarlo nei piccoli e grandi gesti di ogni giorno, anche attraverso l’arte chiamata qui a raccontare le donne del nostro tempo”, sottolinea la presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti.
    “L’occhio di Mario (non solo l’obiettivo) non si è fermato al puro dato di cronaca, alla prima evidenza, all’apparenza. Ha saputo andare molto più a fondo, grazie proprio alla sua capacità di entrare in relazione. Mario Rebeschini non ha fatto solo il fotografo, ha fatto qualcosa che riesce a pochi: ha tramandato il mestiere, la passione per la fotografia mai sganciata dal rispetto della persona, la responsabilità della fotografia”, evidenzia Silvestro Ramunno, presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti, per il quale “Mario Rebeschini ha fatto sempre bene il suo lavoro e non è mai stato cinico. Nel momento in cui la professione, anche per colpe non proprie, sta perdendo credibilità e reputazione agli occhi dell’opinione pubblica, quello di Rebeschini è un esempio di buon (foto) giornalismo a cui poter fare riferimento”.
    Erano presenti all’inaugurazione della mostra anche i consiglieri Roberta Mori, Giuseppe Paruolo, Michele Facci, Marilena Pillati, Mirella Dalfiume, Francesca Maletti e Palma Costi.
    La mostra “Donna” è visitabile fino al 15 marzo nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 18.30 nella sede dell’Assemblea legislativa in Viale Aldo Moro 50 a Bologna.
    Fotogallery conferenza stampa e inaugurazione mostra
    Foto Mario Rebeschini
    Catalogo mostra
    (Luca Molinari)

    Scuola giovani e cultura

    29 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Bargi (Lega): mettere in sicurezza il Secchia e ampliare la cassa di espansione

    E’ necessario rafforzare la sicurezza del fiume Secchia. La richiesta è del consigliere Stefano Bargi (Lega) in un’interrogazione alla giunta in cui vuole sapere “per quanto riguarda l’aumento del livello di sicurezza del fiume Secchia, necessario per ridurre in modo significativo la possibilità di esondazioni a valle, quali siano gli obiettivi previsti nel PGRA (Piano gestione rischio e alluvioni, ndr) e in particolare quali lavori di adeguamento e ampliamento della cassa di espansione siano già stati realizzati, per quali progetti siano previste risorse e quali lavori non siano stati ancora realizzati”.
    L’alluvione colpì la provincia di Modena 10 anni fa, ricorda Bargi, a causa del “cedimento dell’argine destro del Secchia tra il 19 e il 20 gennaio 2014 e investì un’area di 75 chilometri quadrati già duramente provata dal duplice sisma del maggio 2012, compresa tra Medolla, Bastiglia, Bomporto, San Felice sul Panaro, Finale Emilia, San Prospero e Camposanto”. Campagne, case, opere pubbliche, aziende riportarono danni per milioni di euro e l’esondazione fece anche una vittima: “Gli esperti stimarono che il volume d’acqua fuoriuscito fu tra i 36 e i 38 milioni di metri cubi, con un colmo dell’onda di piena superiore ai 400 metri cubi al secondo”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Ambiente e territorio

    28 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Castaldini (Fi): cambiare sistema accreditamento delle strutture per anziani

    Tutelare gli anziani ricoverati nelle Case residenza per anziani (Cra) e le loro famiglie dagli aumenti delle rette di degenza. A chiederlo, in un’interpellanza, è Valentina Castaldini (Fdi) che domanda chiarezza sulla decisione della giunta di aumentare le rette delle Cra. “Vorrei sapere perché non sono stati avviati i necessari confronti con gli Enti Locali e quali siano le politiche tariffarie che si intende portare avanti nei prossimi anni”, spiega Castaldini, che invita ad attivare un diverso sistema di accreditamento per le strutture per anziani e, a sostegno delle proprie richieste, cita alcune dichiarazioni dell’allora vicepresidente e assessore al Welfare e oggi segretario nazionale del Pd Elly Schlein.
    “Sul tema abbiamo fatto numerosi incontri e avviato il doveroso confronto con i soggetti interessati al tema delle rette delle Cra”, spiega l’assessore al Welfare Igor Taruffi che ricorda come la giunta intenda trovare le risorse per calmierare ulteriormente le rette. “Per quanto riguarda le modalità di accreditamento abbiamo fatto anche in questo caso incontri e confronti in sede tecnica e politica con i soggetti interessati”, sottolinea l’assessore che ricorda come “la Regione sta creando le condizioni per migliorare il nostro welfare, migliorare la qualità e l’offerta e le politiche tariffarie saranno all’interno delle regole che ci daremo. Sarebbe opportuno che il governo facesse anche solo la decima parte di quello che fa la Regione Emilia-Romagna, che ha aumentato il Fondo sociale, mentre l’esecutivo nazionale riduce le risorse per il welfare tanto che tutte le Regioni hanno criticato tale scelta”.
    Parole alla luce delle quali Valentina Castaldini si è detta insoddisfatta: “Capisco l’imbarazzo dell’assessore Taruffi a fronte dell’eredità disordinata ricevuta dall’allora vicepresidente Schlein”.
    (Luca Molinari)

    Sanità e welfare

    28 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Pelloni (Rete Civica): garantire il funzionamento della funivia di Passo del Lupo

    Garantire il funzionamento della storica funivia Passo del Lupo-Pian Cavallaro nel comune di Sestola (Modena), prevedendo adeguati finanziamenti. Lo chiede Rete Civica con un’interpellanza a prima firma Simone Pelloni e sottoscritta anche da Marco Mastacchi. In particolare, l’esecutivo regionale viene invitato a chiarire perché non è stato sistemato l’impianto esistente, piuttosto che investire in nuovi impianti, e se è stato preventivato il possibile aumento dei costi a carico della Regione derivanti dal rinvio della revisione della funivia Passo del Lupo-Pian Cavallaro.
    “La funivia di collegamento tra Passo del Lupo e Pian Cavallaro -ha ricordato Pelloni- è una struttura fondamentale del Comprensorio sciistico del monte Cimone che beneficerà di importanti contributi regionali. Tuttavia, fra gli interventi previsti, non è compresa la revisione della funivia stessa in mancanza della quale, entro il 2 dicembre 2025, verrebbe meno il prolungamento della vita tecnica dell’infrastruttura. In questo caso non vi sarebbe altra soluzione che demolire interamente l’impianto e ricostruirlo con evidente maggiorazione dei costi. Secondo la normativa di sicurezza, il progetto di revisione dovrebbe essere presentato e approvato entro il 2024 con un costo stimato in 1,5 milioni di euro”.
    Ha risposto l’assessore al Turismo Andrea Corsini: “Il sostegno alle stazioni dell’Appennino è oggetto di una costante interlocuzione fra Regione, Province e Comuni. La situazione era stata portata all’attenzione dal Comune di Sestola che aveva proposto due soluzioni in vista della scadenza tecnica dell’impianto nel 2025: la prima, prevedeva la sostituzione con un impianto nuovo per un costo tra i 7 e gli 8 milioni di euro; la seconda, la proroga di 4 anni della scadenza della vita tecnica con una revisione al costo di 1 milione, che, però, avrebbe solo rimandato il problema. Considerato l’elevato costo per la sostituzione e la necessità per la Regione di sostenere anche altri impianti in Appennino, non è stato possibile accogliere la proposta. Vista l’urgenza dell’intervento verrà comunque sostituita la fune dell’infrastruttura per un costo di 130mila euro. Nell’ambito della programmazione da qui al 2025 si cercherà di individuare le risorse per la revisione complessiva”.
    Il consigliere si è detto soddisfatto: “Bene la sostituzione della fune e l’attenzione a non perdere la possibilità di prorogare la vita tecnica dell’impianto, anche reperendo e mettendo a terra le necessarie risorse”.
    (Lucia Paci)

    Imprese lavoro e turismo

    28 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Pelloni (Rete Civica): “Autorizzare maggiori ritiri da parte dei consorzi per smaltire gli pneumatici usati presso i gommisti”

    “Aumentare la quota di pneumatici ritirati dai consorzi territoriali per smaltire l’eccesso in giacenza presso i gommisti”. E’ la richiesta che Simone Pelloni (Rete Civica) rivolge alla giunta regionale con un atto ispettivo siglato anche dal capogruppo Marco Mastacchi.
    Nell’interpellanza Pelloni auspica l’intervento della giunta regionale “per attuare una più efficace strategia di smaltimento degli pneumatici fuori uso accumulati da gommisti e aziende del territorio, autorizzando anche con proprie risorse un maggior numero di ritiri da parte dei consorzi di smaltimento, al fine di risolvere la problematica da tempo segnalata e tuttora irrisolta” e ricorda come lo smaltimento.
    Pelloni spiega infine come attualmente i consorzi ritirano un quantitativo di pneumatici nettamente inferiore rispetto alle reali esigenze e, senza il pagamento per ulteriori azioni di ritiro, le gomme esauste finiscono per riempire i piazzali di gommisti e aziende “esponendo tali realtà a sanzioni senza un’effettiva responsabilità”.
    Replicando alle sollecitazioni poste, l’assessore a mobilità e trasporti, infrastrutture, turismo, commercio Andrea Corsini ha chiarito che “gli pneumatici sono rifiuti speciali e la loro gestione in qualità di rifiuti è normata a livello nazionale”.
    Corsini ricorda poi come la responsabilità dello smaltimento “è in capo ai produttori che finanziano i consorzi con la compartecipazione anche dei consumatori che nell’acquisto del prodotto pagano anche una quota per il loro smaltimento. La regione non può quindi intervenire sul tema in alcun modo, quindi non può incentivare alcun intervento suppletivo e neppure legislativo come sancito anche dalla Corte Costituzionale in una sentenza del 2022. Alla luce dei fatti, poi, non sembrano emergere particolari bisogni per lo smaltimento degli pneumatici usati e comunque sottolineo come nel piano rifiuti dell’Emilia-Romagna sia privilegiato il recupero di materia rispetto alla componente energetica”.
    Pelloni si è quindi dichiarato parzialmente soddisfatto delle risposte ottenute sottolineando come “fossimo a conoscenza del fatto che la materia non sia di competenza regionale, tuttavia ribadiamo come la situazione degli pneumatici usati desti attenzione e di come sarebbe necessario un intervento di sensibilizzazione sull’esecutivo nazionale”.
    (Luca Boccaletti)

    Imprese lavoro e turismo

    28 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Castaldini (Fi): garantire i servizi informatici di Lepida e la sicurezza dei dati

    Dare continuità nell’erogazione dei servizi informatici forniti ai cittadini da parte di Lepida. A chiederlo, con un’interpellanza, è Valentina Castaldini (Forza Italia) che vuole sapere “quali siano le classificazioni AgID aggiornate dei datacenter di Lepida, se sussistano rischi per la continuità dei servizi erogati ai cittadini tramite Lepida e se sussistano rischi per la sicurezza dei dati privati e sensibili dei cittadini gestiti dalle pubbliche amministrazioni attraverso i servizi forniti da Lepida”. A risponderle in Aula è stata l’assessora Paola Salomoni (Agenda digitale).
    La Regione, ricorda la consigliera, è socio di maggioranza di Lepida ScpA, “società partecipata da oltre 440 Enti che fornisce soluzioni ICT a favore di cittadini, imprese e pubblica amministrazione, con una linea di alta specializzazione nei settori della sanità, dell’assistenza sociale, dei servizi degli enti locali alla persona e dei servizi socio sanitari: nell’ultimo anno si sono succeduti diversi incidenti che hanno comportato la non disponibilità di servizi per i cittadini” ha scandito la consigliera.
    “Nel 2019 sono stati effettuati il censimento del patrimonio ICT delle Pubbliche Amministrazioni e la classificazione delle infrastrutture idonee all’uso da parte dei Poli Strategici. I datacenter in uso alla P.A. sono stati suddivisi in tre classi e nei datacenter che non rientrano tra quelli candidabili a PSN non è possibile effettuare investimenti. Il 10 febbraio 2020 AgID ha comunicato che il censimento della classificazione dei datacenter di Lepida aveva fornito i seguenti risultati: il datacenter di Ferrara è risultato candidabile a PSN, il datacenter di Parma è risultato gruppo A, il datacenter di Ravenna è risultato gruppo A, il datacenter di Modena non era ancora stato completato e non è stato valutato”.

    La Strategia cloud Italia, ha spiegato la capogruppo azzurra, “dà gli indirizzi strategici per portare nel cloud la pubblica amministrazione per arrivare ad avere autonomia tecnologica, controllo dei dati e aumentare la resilienza dei sistemi digitali. Entro il 2023 Lepida doveva uniformarsi ai requisiti minimi, poi prorogato a giungo 2024”.

    L’assessora Salomoni ha risposto che “con il Piano 2024 si ridefiniscono i data center e 3 sono nel gruppo A. La competenza è dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Sono stati inviati i dati ed è stata inserita anche Modena. Entro il 18 gennaio i 4 data center sono stati presentati per la classificazione alla Cibersicurezza nazionale e Lepida ha sottoscritto la conformità ai requisiti richiesti. Lepida opera in modalità Ias (non gestita) ed è dipendente dalle applicazioni delle pubbliche amministrazioni che devono sfruttare la componente Ias di Lepida, ma devono costruire applicativi che garantiscano il servizio. Non è solo Lepida che garantisce la continuità, ma questo dipende anche da un software a livello nazionale. E se non funziona, non funzionano nemmeno i nostri servizi. La Regione ha chiesto a Lepida lo spostamento in business continuity e che sia resiliente”. Infine, la Regione “ha messo in campo diverse iniziative per la sicurezza, ne cito tre: l’istituzione di una struttura nazionale per la sicurezza di rete, piattaforme e sistemi e in 2 mesi hanno aderito 100 enti e alcune Asl; la Reg partecipa all’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale; è stato firmato, nel luglio 2023, un accordo tra Regione, Lepida e polizia di Stato firmato che è un altro tassello per aumentare la sicurezza”.

    Valentina Castaldini ha replicato: “Credo che il data center di Lepida abbia bisogno di una verifica successiva perché non mi risulta che sia mai stato classificato. Serve attenzione, e una riflessione politica, verso questa nuova frontiera che attira malintenzionati”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Imprese lavoro e turismo

    28 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Rainieri (Lega): meno burocrazia per l’accreditamento nell’ambito dei servizi sociali

    Meno burocrazia per l’accreditamento in sanità.
    Lo ha chiesto, in un’interrogazione, Fabio Rainieri (Lega): “Bisogna considerare “le necessità dei soggetti interessati a ricevere l’accreditamento mediante la partecipazione alle procedure pubbliche” perché ci sono criteri e procedure complesse per consentire di “poter valutare gli investimenti da affrontare ed eventualmente attuarli nei tempi necessari”, spiega il consigliere del Carroccio che ha ricordato come le Regioni individuano i privati da accreditare “mediante procedure trasparenti, eque e non discriminatorie”. Rainieri ha ricordato di aver cercato di bloccare l’aumento delle rette delle Rsa, ma questo dell’accreditamento è “un aspetto ancora più importante. Ci sono grandi malumori. Dai dati delle varie province c’è notevole richiesta di posti che trova poca attenzione da parte delle strutture, perché le risorse destinate dalla Regione per ogni persona sono 5.500 euro, ma in Toscana, governata dal Pd, ci sono 2mila euro in più. E così, molti vanno a investire in Toscana”.
    L’operazione, sottolinea Rainieri, è “di rilevante complessità e prevede dapprima l’individuazione dei criteri con la nuova disciplina e quindi l’espletamento di procedure altrettanto complesse per la selezione dei soggetti da accreditare”. I privati “avranno necessità di valutare gli impegni da affrontare con relativi prevedibili impegni economici per decidere se parteciparvi. Infine, il consigliere evidenzia “che gli stessi criteri dovranno essere adeguati a consentire un interesse concreto e diffuso del maggior numero possibile di soggetti interessati a ricevere l’accreditamento in modo da evitare una riduzione degli stessi servizi”.
    La risposta è stata dell’assessore al Welfare Igor Taruffi ha risposto di aver “avviato un Gruppo di lavoro regionale per l’aggiornamento del sistema di accreditamento. Da un anno si stanno incontrando tutti i soggetti che erogano servizi sociosanitari e socioassistenziali, a partire dagli Enti locali. Vogliamo rivedere i criteri fermi al 2009. Ricordo le risorse regionali del fondo per la non autosufficienza – 543 milioni senza pari in Italia – mentre il governo invece taglia queste risorse. In regione sono 16mila i soggetti accreditati Per i nuovi criteri per la selezione dei soggetti accreditati, pubblici e privati, c’è tempo fino al fino al 31 dicembre 2024. Tra marzo e aprile pensiamo di dare un quadro chiaro di regole, prima delle elezioni amministrative che riguarderanno migliaia di comuni”.
    Rainieri ha definito “una non risposta quella dell’assessore. Capisco che sia in difficoltà. Se la prende con il governo. Ricordo che, per il 2022, del fondo per la non autosufficienza la Regione non ha utilizzato 35 milioni di euro. Non ho avuto risposte su differenza di trattamento tra Toscana ed Emilia-Romagna”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Sanità e welfare

    28 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    L’Assemblea legislativa approva il regolamento sull’uso dei concimi animali

    Ha avuto il parere favorevole dell’Assemblea lo Schema di Regolamento regionale in materia di concimi animali (effluenti), digestato e acque reflue. Il parere positivo era stato dato anche dalla commissione Territorio, ambiente e mobilità.
    La giunta ha spiegato l’iter normativo – le leggi dalla Ue arrivano alla Regione – e come la direttiva nitrati preveda l’obbligo di designare le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola. Le Regioni, cioè, devono decidere come utilizzare in ambito agronomico i liquali per lo spandimento, le acque di vegetazione, frantoi oleari e acque reflue.
    Emiliano Occhi (Lega) rimarco come questo documento “appesantisca gli oneri burocratici degli agricoltori. Le associazioni di agricoltori avevano avanzato proposte di modifica, ma non sono state accolte. Vasche, coperture, gestione del trasporto dei liquami prodotti negli allevamenti di bestiame sono elementi che vengono ora appesantiti da questo regolamento. Il regolamento contiene misure che non vanno verso la semplificazione. Le aziende hanno ancora pesanti aggravi burocratici”.
    Secondo Andrea Costa (Partito democratico) “il regolamento deve recepire ordinamenti nazionali. Nell’applicazione occorre trovare condivisione tra Regione e agricoltori in un continuo dialogo tra gli assessorati all’Ambiente e l’Agricoltura e chi dovrà poi applicare questo regolamento”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Ambiente e territorio

    28 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Evangelisti (Fdi): garantire l’apertura delle farmacie ospedaliere di San Piero in Bagno e Mercato Saraceno

    Garantire l’apertura delle farmacie ospedaliere in provincia di Forlì-Cesena. Lo chiede con un’interrogazione Marta Evangelisti (Fdi).
    “Da segnalazioni -ha spiegato la consigliera- risulterebbero chiuse alcune farmacie ospedaliere dell’Ausl della Romagna: la farmacia dell’ospedale Angioloni di San Piero in Bagno e la farmacia della Casa della salute di Mercato Saraceno. Le farmacie offrono un servizio essenziale ai cittadini, in quanto garantirebbero la distribuzione di farmaci salvavita a soggetti affetti da determinate patologie, come ad esempio diabete. Inoltre, la chiusura delle farmacie ospedaliere, costringerebbe i cittadini a recarsi a Cesena. Se tutto ciò fosse confermato, rappresenterebbe l’ennesimo grave disservizio per i cittadini”.
    “La giunta -ha concluso- faccia sapere se sono state previste soluzione alternative per i cittadini senza che siano costretti a raggiungere farmacie dedicate eccessivamente distanti dal comune di residenza”.
    (Lucia Paci)

    Sanità e welfare

    28 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Mastacchi (Rete Civica): risarcire le aziende agricole colpite dal maltempo

    Assicurare il pagamento alle aziende che hanno subito i danni derivanti dall’alluvione dello scorso maggio, soprattutto a causa delle frane.
    A porre il quesito è il capogruppo di Rete Civica Marco Marco Mastacchi, il quale ricorda il sostegno finanziario di emergenza deciso dalla UE nello scorso ottobre “per i settori agricoli colpiti da problemi specifici che incidono sulla redditività economica dei produttori”. Sulla base di questa decisione, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura “ha sperimentato per la prima volta -continua il capogruppo- la domanda automatica di pagamento, in base ai dati che disponeva e qualora l’azienda non fosse presente all‘interno del layer certificati dalla Regione Emilia-Romagna, non poteva presentare la domanda di indennizzo. Bisogna charire i motivi che hanno impedito alla Direzione Generale Agricoltura, da novembre ad oggi, di attivarsi per una modifica dei layer tramite appositi controlli in loco o con incroci delle banche dati a disposizione, al fine di assicurare il pagamento alle aziende che hanno subito i danni derivanti dall’alluvione e dalle conseguenti frane”.
    Riferendosi poi ad un proprio atto di indirizzo approvato all’unanimità dall’assemblea legislativa regionale, Mastacchi ricorda la sollecitazione ad Agea per mettere a disposizione le proprie banche dati e consentire eventuali modifiche a informazioni esistenti per meglio adeguare i procedimenti di indennizzo. “Contrariamente all’impegno preso -continua ancora Mastacchi- la Direzione Generale Agricoltura non è intervenuta in quanto, a suo dire, le tempistiche sopracitate per il sostegno finanziario alle imprese danneggiate non hanno consentito alla Regione di intervenire per eventuali modifiche normative né a livello ministeriale né a livello di circolari applicative di Agea”.
    Sottolineando infine come “l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura abbia già effettuato i pagamenti alle imprese danneggiate dagli eventi alluvionali dello scorso maggio, ma solo a quelle censite all’interno dei layer”, Mastacchi ricorda come anche le domande sottoposte al fondo mutualistico nazionale Agricat seguano lo stesso iter, pertanto “gli stessi agricoltori, pur avendo presentato domanda, non riceveranno alcun ristoro nemmeno da Agricat nonostante in più occasioni è stato loro garantito un risarcimento dei danni subiti quantomeno attraverso uno dei due fondi, aggravando così realtà già fortemente pregiudicate dagli eventi catastrofici che hanno colpito la nostra la nostra regione nella scorsa primavera”. Chiedendo quindi delucidazioni sul mancato aggiornamento dei layer, Mastacchi vuole sapere “cosa intende fare per garantire a quelle aziende, nove mesi dopo l’evento catastrofico, quantomeno il pagamento delle domande presentate con Agricat, visto che ormai l’indennizzo da parte di Agea, come da regolamento di esecuzione UE è perduto”.
    In fase di risposta il sottosegretario alla presidenza della giunta Davide Baruffi ha chiarito che “gli indennizzi in capo ad Agricat e il tema dei layer sono due aspetti ben differenti tra loro. Nel primo caso parliamo dei ristori derivanti dal decreto legge emergenza dopo l’alluvione che imponeva alle Regioni interessate di delimitare le zone colpite entro 30 giorni e su questo l’Emilia-Romagna ha pienamente adempiuto con un elenco approvato dal Ministero della sovranità alimentare e foreste ed ora lo strumento per glim indennizzi alle produzioni vegetali è Agricat. I layer, invece, sono legati al fondo di crisi europeo per aiuti economici a settori agricoli impattati da eventi specifici non riguardanti l’alluvione su cui interviene il fondo nazionale prima richiamato anche se l’istruzione delle pratiche di ristoro è in capo a tale struttura”.
    Mastacchi, in fase di replica, si dichiara dubbioso. “I dati in mio possesso mi raccontano una realtà differente da quanto esposto. Verificherò e se si confermasse quanto esposto dal Sottosegretario, significherebbe che le pratiche collegate ai layer sono ancora in fase istruttoria, quindi mi dichiarerei pienamente soddisfatto”.
    (Luca Boccaletti)

    Imprese lavoro e turismo

    28 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    MarghERita e Iride, le nuove sfide tecnologiche dell’Emilia-Romagna

    MarghERita e Iride sono i primi “successi” della ricerca tecnologica legata al settore aereo-spaziale: MarghERita è un supercomputer a disposizione di Comuni ed Enti locali per gestire dati di controllo sanitario (specie in materia di epidemie) e di tutela ambientale, mentre Iride è un progetto di controllo dell’inquinamento dell’aria e le sue conseguenze sul suolo. L’Emilia-Romagna ha accolto la “sfida” aereo-spaziale e il punto sulle prime attività è emerso nel corso della commissione Politiche economiche presieduta da Manuela Rontini in cui si è discussa la Sessione europea 2024 da cui è emerso come il settore sia in crescita: 4.600 lavoratori impegnati, 148 aziende a cui si affiancano un’altra trentina di soggetti (fra cui 4 Università, 11 società di consulenze e 9 centri ricerche), 1% del Pil regionale. Le nuove sfida: data center, produzione di droni, miniaturizzazione di satelliti, ricerca di nuovi materiali propulsori.
    “Anche in Emilia-Romagna si sta sviluppando il settore aerospaziale” conferma Lorenzo Calabri (Ricerca e innovazione ART-ER), che evidenzia come “i cambiamenti degli ultimi anni hanno stimolato l’adozione di nuove tecnologie e le competenze sviluppate, come l’automotive, sono funzionali anche all’ambito dell’aerospazio che in Emilia-Romagna può avere ampi margini di crescita. Un elemento molto importante della strategia regionale è stata la presentazione di un bando, la scorsa estate, dedicato ai settori dell’aerospazio e delle infrastrutture critiche, entrambi a elevato potenziale di crescita. Nove i progetti finanziati con un investimento di 3 milioni. Due delle imprese partecipanti hanno avuto la possibilità di fare sperimentazione nella missione spaziale internazionale”.
    Alessandro Curti (Amministratore delegato della CURTI S.p.A.) sottolinea come “in Italia le aziende sono lasciate troppo sole, all’estero le cose vanno molto meglio, è troppo complesso entrare in questo settore: eppure la nostra azienda ci è riuscita progettando, ad esempio, un elicottero moderno e innovativo, così come un drone di 5 chili che si autoalimenta con energia solare. Occorre arrivare ad avere delle retribuzioni tali da evitare la fuga dei cervelli e dei lavoratori”.
    “L’aerospazio è un settore importante anche da un punto di vista economico” sottolinea Paolo Tortora, direttore di Ciri Aerospace dell’Università di Bologna. “Fare attività aeronautica e spaziale richiede competenze, capitali e persone. I capitali non mancano ma bisogna orientare la politica per sviluppare nuove forme di collaborazione pubblico-privata. Nel 2022 il valore di mercato del settore aerospaziale è stato di oltre 400 miliardi di dollari a livello globale. Di questi, i finanziamenti pubblici sono stati di 103 miliardi, il resto era capitale privato. Gli attori privati giocano un ruolo davvero importante ma devono essere guidati e il pubblico deve fungere da facilitatore. Per lo sviluppo del settore in Emilia-Romagna occorre favorire la crescita delle piccole medio imprese che si potrebbero aggregare a un grosso player che auspichiamo di far arrivare sul territorio”.
    “L’industria aereo-spaziale è strategica per il futuro dell’Emilia-Romagna, tanto che la Regione ha già investito e operato per collocarsi all’interno delle nuove direttrici strategiche dell’economia europea e mondiale”, spiega la relatrice di maggioranza Lia Montalti (Pd), mentre il relatore di minoranza Stefano Bargi (Lega) ricorda come “il settore aereo-spaziale è molto importante per la nostra Regione. Vorrei capire come si pensa di operare sul tema della transizione green visto che l’industria spaziale e la transizione ecologica vengono trattati nello stesso capitolo. Siamo al passaggio tra la Commissione europea in carica e quella che verrà insediata dopo le elezioni del prossimo giugno: è tempo di bilanci”.
    “Emerge chiaro che il settore aerospaziale ha bisogno di capitali e di una forte sinergia tra pubblico e privato. Cercheremo di capire come, con le decisioni della politica, si potrà lavorare per un buon posizionamento del nostro territorio”, ha concluso la presidente Rontini.
    (Lucia Paci e Luca Molinari)

    Imprese lavoro e turismo

    27 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO