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Camorra lite tra paganesi e napoletani: summit armato. Il racconto del pentito

Il racconto di “o’ minorenn” sullo scontro tra i Fezza-De Vivo e i napoletani per le dosi nascoste a Pagani

Tra novembre e dicembre 2020 si è rischiato uno scontro armato stile far West tra uomini del clan Fezza-De Vivo di Pagani e il gruppo di “napoletani”  dei boss Domenico Galasso di Sant’Antonio Abate e dello stesso Rosario Giugliano.

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Lo spargimento di sangue fu evitato grazie all’azione diplomatica di alcuni esponenti dei due clan. Lo racconta l’ex boss pentito Rosaria Giugliano ‘o minorenne e il retroscena è contenuto nelle pagine dell’ordinanza cautelare del Tribunale di Salerno che ieri ha portato in carcere 23 affiliati ai clan di Pagani e Poggiomarino oltre all’imprenditore Stefano Gambardella.

Motivo dello scontro: i napoletani avrebbero nascosto un grosso quantitativo di hashish a Pagani senza il permesso del clan locale.

Il clan Fezza D’Auria Petrosino padroni indiscussi di tutti gi affari illeciti di Pagani con la loro roccaforte nel quartiere della Lamia, che naturalmente non gradirono la cosa ,organizzarono un incontro chiarificatore con i “napoletani”.

Ma temendo un agguato si preparano al summit tutti armati di pistole. Durante il summit, Giuseppe D’Auria consegna pistole ai membri del clan per “proteggersi”.

L’uomo di Nocera che aveva aiutato i napoletani venne punito con il sequestro, le percosse e l’estorsione. L’incontro tra le due fazioni si concluse senza un accordo, ma il nocerino venne comunque estorto per 50.000 euro una tantum e 5.000euro al mese.

 Il summit armato nel centro storico di Pagani

Il summit si tenne nel cuore del centro storico di Pagani, in via Amendola, zona considerata la base logistica del clan. Alle pistole distribuite da D’Auria si aggiungono un calibro 38 e una 9,21 trovate durante le indagini.

Le accuse contro il nocerino sono confermate da una conversazione ambientale in cui un uomo non identificato racconta a Francesco Fezza dell’ispezione dei napoletani nei garage di Pagani.

Rosario Giugliano, “o’ minorenn”, ha confermato nelle sue dichiarazioni il sequestro, le percosse e l’estorsione subiti dal nocerino.


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