Sovraffollate, con problemi legati alla sanità, con popolazione a netta prevalenza maschile, seri problemi all’accesso alle pene alternative alla reclusione anche quando questo sarebbe possibile. E’ il quadro delle carceri emiliano-romagnole che emerge dalla relazione relativa all’attività svolta nel 2022 che il garante dei detenuti Roberto Cavalieri ha presentato oggi nel corso della commissione Parità presieduta da Federico Alessandro Amico.
I numeri parlano chiaro: la presenza media dei detenuti è stata di 3.339 persone, di cui 144 donne e in media 1.610 stranieri (di cui il 60% provenienti dall’Africa), la maggior parte dei detenuti sono definitivi (74,43% in media sul totale della popolazione detenuta, 69,93% per gli stranieri): il tasso di sovraffollamento è stato in media del 111,10%, il valore massimo raggiunto è stato di 114,87% e mai si è sceso sotto la capienza regolamentare. I condannati non definitivi (appellanti, ricorrenti e con posizione mista) sono 11,43% e quelli in attesa di primo giudizio 12,57: la maggior parte dei detenuti sono definitivi (74,43% in media sul totale della popolazione detenuta, 69,93% per gli stranieri). Sotto l’aspetto della durata della pena i dati dimostrano che una quota importante dei detenuti, il 35%, presenta un residuo pena ridotto e tale da, in via ipotetica, permettere l’accesso a benefici o a misure alternative alla detenzione, mentre i detenuti con la pena all’ergastolo complessivamente arrivano a poco meno di 190 (di cui il 70% si trova a Parma, istituto che si caratterizza per la presenza di circuiti di alta sicurezza e 41bis).
In questi ultimi mesi del 2023 e nel 2024 proseguiranno le viste nelle strutture carcerarie della regione, dopo Castelfranco Emilia (nel modenese) e Forlì previsti incontri a Ravenna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Avviata poi la mappatura dei servizi del territorio offerti ai detenuti. Sul tema programmata anche una ricerca sui percorsi formativi per i carcerati, misurandone l’efficacia rispetto all’inserimento nel mondo del lavoro. Sull’argomento carcere e lavoro anche un convegno organizzato per il prossimo primo dicembre a Reggio Emilia. L’obiettivo è anche quello di fare rete tra i tanti attori coinvolti su questo tema. Anche per il mondo del volontariato un appuntamento previsto a giugno. A seguito di segnalazioni dalle carceri sono già stati aperti, quest’anno, più di quattrocento fascicoli.
“Un impegno e una sfida, dal garante, per togliere dall’invisibilità l’ambiente carcerario”, interviene Roberta Mori (Pd). “L’obiettivo è quello di affrontare i problemi del carcere, il garante in questo tipo di strutture è un riferimento importante”, aggiunge. La consigliera rileva poi l’importanza di “accompagnare questi percorsi di riabilitazione con il sostegno della politica”. Per Francesca Maletti (Pd) “va affrontato il tema del sovraffollamento, drammatica anche la presenza consistente in carcere di detenuti sotto i 25 anni”. Poi, aggiunge, “l’aumento dei minori soli non accompagnati tra i detenuti dimostra come siano insufficienti le risorse messe in campo per evitare che questi ragazzi facciano scelte sbagliate”. Affronta anche il tema delle donne in carcere: “Solo il 4% tra i detenuti, ma subiscono strutture pensate per gli uomini, certi spazi andrebbero ripensati”. Chiude sulla questione suicidi: “Perché numeri così alti in Emilia-Romagna?”.
Il presidente Amico riferisce della progettualità, sul tema, in programma per i prossimi mesi: “Diverse le questioni sul tavolo, con il coinvolgimento dell’Assemblea legislativa, a partire dall’offerta sanitaria nei diversi istituti penitenziari, l’Emilia-Romagna ha deciso di aumentare le risorse dedicate”.
(Cristian Casali e Luca Molinari)
9 Novembre 2023