More stories

  • in

    La meccanica del cuore: una favola d’amore di Mathias Malzieu al Teatro Pozzo e il Pendolo di Napoli

    La favola d’amore “La meccanica del cuore” di Mathias Malzieu prende vita al Teatro Pozzo e il Pendolo di Napoli a partire dal 17 febbraio, portando il pubblico in un viaggio attraverso strani eventi accaduti nella notte più fredda del mondo.
    La pièce, con le interpretazioni di Marianita Carfora, Sonia De Rosa, Fabio Rossi, Alfredo Mundo e Adriana d’Agostino e le scenografie curate da Elio Rivera, trasporta gli spettatori indietro al 1874, in una vecchia casa in cima alla collina più alta di Edimburgo, dove il giovane Jack nasce con il cuore completamente ghiacciato.
    La levatrice Madeleine, spesso considerata una strega, applica un orologio a cucù al cuore difettoso del bambino per salvarlo. Tuttavia, la protesi è tanto ingegnosa quanto fragile e i sentimenti estremi potrebbero risultare fatali, soprattutto l’amore. Il protagonista si innamora perdutamente di una piccola cantante andalusa il giorno del suo decimo compleanno, intraprendendo un avventuroso viaggio attraverso mezza Europa fino a Granada, accompagnato dall’estroso illusionista Georges Méliès. Qui, finalmente, i due si incontrano di nuovo e sperimentano l’amore nella sua dolce scoperta e nel suo tormento.
    Parlando della trasposizione teatrale, Annamaria Russo afferma: “Le pagine di Mathias Malzieu sono così vivide e colorate che sembrano indicare la strada verso la messa in scena. Non è mai facile trasformare le parole in immagini teatrali, ma con La meccanica del cuore il lavoro è stato reso lieve dalla fantasia visionaria che trasuda da ogni riga del romanzo. I personaggi sono tratteggiati già a tre dimensioni, le parole sembrano scritte per essere dette. Intriso di atmosfere, ritmato da avventure di sapore cavalleresco, La meccanica del cuore è, al tempo stesso, una coinvolgente favola e un romanzo di formazione, in cui l’autore, con scrittura lieve ed evocativa, punteggiata di ironia, traccia un’indimenticabile metafora sul sentimento amoroso.” LEGGI TUTTO

  • in

    Malore per Carlo Buccirosso: rinviato lo spettacolo

    Carlo Buccirosso accusa un malore: spettacolo rinviato
    Una repentina indisposizione ha colpito l’attore e regista Carlo Buccirosso, causando il rinvio della rappresentazione della commedia teatrale “Il vedovo allegro” prevista per questa sera al Teatro Roma di Cerignola.
    L’ufficio stampa del Teatro Mercadante ha diffuso la notizia e garantito che saranno forniti aggiornamenti riguardanti il possibile rinvio della performance. Inoltre, il Teatro Mercadante ha rilasciato una nota ufficiale in cui illustra la situazione e si impegna a fornire ulteriori dettagli relativi a un’eventuale nuova data dello spettacolo o alle modalità di rimborso.
    Saranno comunicate presto informazioni in merito al rinvio o agli eventuali rimborsi relativi all’annullamento dello spettacolo “Il vedovo allegro” in programma per questa sera a Cerignola al Teatro Mercandate. LEGGI TUTTO

  • in

    Storie di un femminiello napoletano in scena al teatro Tram

    Storie di un femminiello napoletano al Teatro Tram
    Dal 9 all’11 febbraio, il Teatro Tram di Napoli darà spazio a un innovativo spettacolo teatrale, “L’ammore che d’è – Storie di un femminiello napoletano”, che unisce stand-up comedy e teatro di narrazione.
    Il personaggio di Lila Esposito, interpretato da Silvio De Luca, condurrà il pubblico in un viaggio attraverso la storia e la cultura patriarcale con performance teatrali e satira sui social media. Lila Esposito rappresenta la ribellione e la libertà di amare, sfidando le norme di genere e la sessualità convenzionale.
    Sotto la regia di Manuela Cherubini, vincitrice del Premio Ubu per due volte, lo spettacolo rivisita la figura del femminiello in chiave contemporanea, sgretolando gli stereotipi della mascolinità tossica e delle restrizioni imposte alla sessualità.
    Nella nuova forma teatrale, Lila Esposito si intreccia con le voci di Marguerite Yourcenar, Carla Lonzi, Ingerborg Bachman ed Elena Ferrante, esplorando la potenza dell’amore e proponendo un’innovativa prospettiva.
    “L’ammore che d’è” rappresenta una dichiarazione di libertà e rivoluzione, offrendo un’esperienza teatrale che sfida e ispira, promuovendo un messaggio di emancipazione e speranza. LEGGI TUTTO

  • in

    Al Teatro Augusteo Massimo De Matteo in ‘Na santarella di Eduardo Scarpetta

    Il talentuoso attore Massimo De Matteo sarà protagonista al Teatro Augusteo di Napoli nella commedia “‘Na santarella” di Eduardo Scarpetta, con adattamento e regia di Claudio Di Palma.
    Lo spettacolo debutta venerdì 2 febbraio e sarà in scena fino a domenica 11. Il cast include anche altri eccezionali attori come Giovanni Allocca, Chiara Baffi, Marika De Chiara, Angela De Matteo, Carlo Di Maro, Luciano Giugliano, Valentina Martiniello, Peppe Miale, Sabrina Nastri, e Federico Siano.
    La piece, con scene di Luigi Ferrigno, costumi di Annamaria Morelli e musiche di Paolo Coletta, è prodotta da Ente Teatro Cronaca – Sgat – Teatro Augusteo. Dopo il successo de “Il medico dei pazzi”, Claudio Di Palma e Massimo De Matteo si cimenteranno nuovamente nella comicità senza tempo di Eduardo Scarpetta. In questa opera, il protagonista è una donna, interpretata da Angela De Matteo, che incarna un personaggio ambiguo, riflettendo una dualità comportamentale emblematica.
    La timidezza e la paura di Dio si mescolano con una personalità ribelle e estrosa, mettendo in evidenza le dissonanze interiori e le contraddizioni presenti in tutti i personaggi dell’opera. Il regista Claudio Di Palma aggiunge: “La Santarella?! Che angelo di figlia! Ma pure Chesta nun è na femmena, è na diavula. Due pronunciamenti così contrastanti sulle virtù e i vizi di un’unica persona ci dicono, fra le altre cose, che Scarpetta ha inteso eleggere la sua Santarella a simbolo di emblematico dualismo comportamentale.”
    I biglietti possono essere acquistati al botteghino o registrandosi al link di vendita dello spettacolo su teatroaugusteo.it (Platea € 35,00 – Galleria € 25,00).
    Per informazioni è possibile contattare il numero 081414243. LEGGI TUTTO

  • in

    Cristina Donadio protagonista della seconda tappa di We love Enzo, la rassegna dedicata al teatro di Enzo Moscato

    In Sala Assoli continua la dedica d’amore a Enzo Moscato con Co’Stell’Azioni.Continua We love Enzo: da venerdì 19 gennaio ore 20.30, in Sala Assoli si prosegue con la rassegna dedicata alla lingua scenica di Enzo Moscato. In questa seconda tappa, che cade a pochi giorni dalla dolorosa scomparsa dell’autore, Cristina Donadio, attrice che ne ha incarnato in diverse occasioni la poesia scenica, porterà sul palco, insieme a Vincenza Modica e a Enza Di Blasio, Co’Stell’Azioni.
    Lo spettacolo, rappresentato per la prima volta da Moscato tra Natale Capodanno dell’anno 1995/1996 – ispirato dall’installazione in Piazza Plebiscito dell’incantata, bianca, Montagna di sale di Mimmo Paladino – si incontrerà e sconfinerà con un’altra opera dell’autore, Sull’ordine e il disordine dell’ex macello pubblico, poetico pensiero teatrale dedicato al più carnale e intimo sconvolgimento politico che mai abbia colpito Napoli: la Rivoluzione Giacobina del 1799. Repliche sabato 20 gennaio ore 20.30 e domenica 21 gennaio ore 18.00. Costo del biglietto: intero 18 euro; ridotto 14 euro. Promo card We Love Enzo: 2 spettacoli We love Enzo a 24 euro.
    Per info e prenotazioni: 345 467 9142 – assoli@casadelcontemporaneo.it
    “Liberamente tradotta dall’opera poetica dell’irregolare Jean Cocteau, coll’apporto di un fantasioso idioma italo-napoletano, gelido e al contempo infuocato, passionale e liricamente minaccioso, il testo narra o de-narra del difficile confine tra vivi e morti, parola e sua negazione, libertà e prigionia, come pure della necessità di scavalcarlo – spiega l’autore. Tracciando così un percorso, accidentato ed ellittico, tra coppie espressive di opposti: anarchia e rigore, senso e non-senso, dis-ordine e appello disperato al suo contrario. Per la conquista, forse – o la sua illusione – di uno sguardo autentico all’anima. Non imperscrutabile ed oscura cosa in sé – come sempre fu detta dai filosofi – ma, semmai, punto d’inter–sezione, concreta quanto vera relazione, fra l’interno e l’esterno di noi stessi, magicamente tra-sognati/sfigurati l’uno dentro l’altro”.
    Oltre a Co’Stell’Azioni, e quasi come se nascesse all’interno di esso, Cristina Donadio, Vincenza Modica e Enza Di Blasio porteranno in scena anche Sull’ordine e il disordine dell’ex macello pubblico: “Enzo amava gli sconfinamenti, i trapassi, l’andare e venire dagli altrove e, anche in questo caso, c’è un andare e venire da un lirismo a un altro, quello di Co’Stell’Azioni e di Sull’ordine e il disordine dell’ex macello pubblico. Come facemmo con Enzo, saremo anime vedette e queste anime faranno da apripista al mondo dei morti, che improvvisamente irrompe in quello dei vivi. Ma chi sono questi morti? Sono i martiri della rivoluzione del 1799, sono le anime che raccontano frammenti di quella storia: il teatro di Enzo è fatto di schegge, schizzi e porteremo in scena gli schizzi di quella rivoluzione declinati al femminile. Con delle schegge tratte anche dalla versione radiofonica che ne facemmo per Radio 3, dove c’è anche la voce di Enzo e soprattutto la coralità, perché Sull’ordine e il disordine dell’ex macello pubblico è un testo cantato, recitato, espresso in mille modi. Ancora una volta portare in scena i testi di Moscato sarà un viaggio: Enzo ci ha insegnato a viaggiare nelle parole, quelle scritte e quelle dette. E ora siamo in Mare aperto, guardando le costellazioni, con Enzo che è una costellazione e quindi è lì… “.
    “Il senso di continuare di We love Enzo è nell’idea stessa del teatro, perché il teatro è quella cosa che continua a vivere al di là degli avvenimenti – continua Cristina Donadio. La scomparsa di Enzo è solo un mutamento, e come raccontava lui stesso, il mutamento e l’assenza non sono altro che poesia; quindi, adesso, Enzo è il suo pensiero poetico, politico, etico, esistenziale. E il suo pensiero non può essere interrotto. Da qui la necessità di continuare, senza nulla togliere alla gioia insita in questo progetto. We love Enzo è un modo per esprimere tutto l’amore, la gratitudine, la riconoscenza e la felicità di potersi appropriare dei testi di Moscato. Questo è stato l’anno scorso e questo continua ad essere quest’anno. In questo momento, certo, si avrebbe bisogno di stare chiusi a riflettere sulla portata di questa assenza, ma viverla in palcoscenico, per me, ha un valore ancora più profondo”. LEGGI TUTTO

  • in

    L’addio a Enzo Moscato, il drammaturgo che ha dato voce a Napoli

    Napoli ha salutato Enzo Moscato, il drammaturgo che ha raccontato la città e i suoi abitanti con un linguaggio crudo e poetico.
    La camera ardente è stata allestita alla Sala Assoli, il suo teatro di riferimento, dove la bara è stata esposta sul palcoscenico. Ai funerali, celebrati nella chiesa di San Ferdinando, hanno partecipato centinaia di persone, tra cui attori, registi, musicisti e politici.
    Toni Servillo, che ha recitato in molte opere di Moscato, ha ricordato il suo amico e maestro come un “grande autore che ha saputo seminare parole e pensieri meravigliosi”.
    Il regista Mario Martone ha sottolineato che Moscato “ha dato voce a Napoli come Eduardo e Viviani”, aggiungendo che “la sua voce non potrà più risuonare, ma nuove voci arriveranno”.
    Giuseppe Affinito, giovane attore e regista che ha studiato e recitato sotto la guida di Moscato, ha parlato di un “confine tracciato tra due mondi, un’utopia, un sogno”.
    Enzo Moscato è morto sabato sera all’età di 75 anni. Il suo lavoro ha lasciato un segno indelebile nella scena teatrale italiana e internazionale. LEGGI TUTTO

  • in

    LA GIORNATA Enzo Moscato, camera ardente in Sala Assoli. I funerali alla Chiesa di San Ferdinando

    Domani, lunedì 15 gennaio, dalle ore 10.00 alle 14.00, la Sala Assoli si trasformerà in un toccante luogo di commiato, ospitando la camera ardente di Enzo Moscato. Sarà un’occasione per tutti coloro che hanno amato la poesia scenica del grande artista, per gli attori che hanno solcato le sue opere e per la cittadinanza tutta, di dare l’ultimo saluto al cantore della Napoli più buia e più fulgida.
    Il geniale poeta della scena, le cui parole continuano a risuonare vibranti nella sua casa teatrale, tornerà per qualche ora nel cuore dei Quartieri Spagnoli. A pochi passi dalla sua casa natale, tra le strade e i vicoli che hanno ispirato il suo straordinario lavoro, la città avrà l’opportunità di rendere omaggio a un’icona della cultura napoletana.
    I funerali di Enzo Moscato saranno invece celebrati alle ore 15.00 presso la Chiesa di San Ferdinando. Questo luogo sacro, dedicato alle anime degli artisti della città partenopea, accoglierà la cerimonia funebre, offrendo un addio solenne a uno dei giganti del teatro contemporaneo. LEGGI TUTTO

  • in

    Nello Mascia al Trianon Viviani apre la rassegna dedicata al famoso artista stabiese

    L’artista porta in scena i due atti unici “‘O cafè ‘e notte e ghiuorno” (Caffè di notte e giorno) e “‘Nterr’ ‘a ‘Mmaculatella” (Scalo marittimo), terzo capitolo del suo progetto prodotto dal teatro pubblico di Forcella.Venerdì 5 gennaio, alle 21, al Trianon si apre la rassegna del mese di gennaio dedicata a Raffaele Viviani con il dittico di atti unici “‘O cafè ‘e notte e ghiuorno” (Caffè di notte e giorno) e “‘Nterr’ ‘a ‘Mmaculatella” (Scalo marittimo).
    Presentato in anteprima di stagione l’anno scorso, torna in scena il terzo capitolo del progetto Viviani per strada, ideato e diretto da Nello Mascia e prodotto dal Trianon.
    ‘O cafè ‘e notte e ghiuorno, scritto nel 1919, è ambientato in una fredda notte d’inverno nel «caffè di terz’ordine» di don Alfonso. Per Mascia «l’atmosfera che vi si respira è un notturno gelido, che smentisce la retorica di una città ubriaca di sole, con i personaggi che vivono la loro tragedia esistenziale con tutto lo scetticismo, la fantasia e l’autoironia di cui è capace il popolo napoletano: si ride del folle scrittore che recita ad alta voce il copione improbabile che sta componendo; si ride del giocatore scalognato, del cameriere neghittoso e volgare e persino della famigliola dell’operaio disoccupato che ha deciso di trascorrere la notte nel caffè perché non ha più una casa che possa ospitarla».
    Nell’altro atto unico, ‘Nterr’ ‘a ‘Mmaculatella, scritto nel 1918, ci troviamo al molo dell’Immacolatella, con il «transitrancheto» Washington che sta per salpare alla volta dell’Argentina con il suo carico di emigranti. In questo atto unico Viviani affronta il dramma dell’emigrazione, reso più drammatico dalla crisi economica e sociale originata dalla guerra, mettendo a fuoco quattro gruppi di personaggi: gli emigranti, poveri cafoni che hanno pagato caro il biglietto del viaggio, travolti da speculatori di ogni risma, belle energie costrette a disperdersi nel mondo; i passeggeri di prima classe, contro cui si accanisce lo sberleffo dell’Autore; poi ci sono «quelli che restano», perché costretti; e, infine, il sottoproletariato della gente del porto.
    Con lo stesso Nello Mascia e la partecipazione di Giovanni Mauriello, nei due spettacoli saranno in scena Federica Aiello, Francesco Bellopede, Salvatore Caruso, Peppe Celentano, Francesco Del Gaudio, Angela De Matteo, Bianca De Matteo, Massimo De Matteo, Antonio Fiorillo, Antonio Maria Iorio, Pierluigi Iorio, Luca Lubrano, Roberto Mascia, Matteo Mauriello, Maurizio Murano, Serena Pisa, Ivano Schiavi e Federica Totaro.
    La musica è eseguita dal vivo da Mariano Bellopede, che firma anche gli arrangiamenti e cura la direzione musicale, Francesco Del Gaudio (tromba), Paolo Forlini (batteria) e Davide Afzal (basso). Le scene sono di Raffaele Di Florio, i costumi di Annalisa Ciaramella, le coreografie di Ettore Squillace, le luci di Gianluca Sacco e il suono di Daniele Chessa. L’aiuto regia è Roberto Giordano.
    Repliche sabato 6, domenica 7. venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 gennaio, alle 21, tranne le recite domenicali previste alle 18.
    La rassegna su Viviani proseguirà con “Io, Raffaele Viviani”, spettacolo diretto da Antonio Ferrante (da giovedì 18 a domenica 21 gennaio) e “Sottovoce”, per la regia di Ernesto Lama (giovedì 25 gennaio). Chiuderà questo ciclo vivianeo “La musica dei ciechi”, progetto e regia di Gigi Di Luca (da venerdì 26 a domenica 28 gennaio).
    Il Trianon Viviani si avvale del sostegno del ministero della Cultura, la Regione Campania (fondi ordinari e Poc 2014-2020) e la Città metropolitana di Napoli, con il patrocinio di Rai Campania. LEGGI TUTTO

  • in

    A Raffaele Viviani è dedicata la programmazione teatrale del Trianon Viviani nel mese di gennaio

    Il nuovo anno del teatro pubblico di Forcella ospita quattro spettacoli dedicati a Raffaele Viviani.Dopo il grande successo di critica e di pubblico nel periodo natalizio che ha salutato il ritorno della Cantata dei Pastori con Peppe Barra, ad apertura del nuovo anno il cartellone, curato da Marisa Laurito, offre quattro spettacoli scritti o ispirati dal commediografo stabiese.
    Continua così l’azione culturale della fondazione di Forcella di valorizzazione e di promozione del repertorio dell’autore al quale è peraltro dedicato il teatro, in particolar modo a favore del pubblico più giovane.
    Si inizia venerdì 5 gennaio con il dittico di atti unici “‘O cafè ‘e notte e ghiuorno” (Caffè di notte e giorno) e “‘Nterr’ ‘a ‘Mmaculatella” (Scalo marittimo), per il progetto Viviani per strada ideato e diretto da Nello Mascia (in scena fino a domenica 14 gennaio).
    Seguiranno “Io, Raffaele Viviani”, spettacolo diretto da Antonio Ferrante (da giovedì 18 a domenica 21 gennaio) e “Sottovoce”, per la regia di Ernesto Lama (giovedì 25 gennaio).
    Chiuderà questa rassegna vivianea “La musica dei ciechi”, progetto e regia di Gigi Di Luca (da venerdì 26 a domenica 28 gennaio).
    Gli spettacoli vanno in scena alle 21 nei giorni feriali e alle 18 nei festivi.
    Il Trianon Viviani si avvale del sostegno del ministero della Cultura, la Regione Campania (fondi ordinari e Poc 2014-2020) e la Città metropolitana di Napoli, con il patrocinio di Rai Campania.
    “‘O cafè ‘e notte e ghiuorno” (Caffè di notte e giorno) e “‘Nterr’ ‘a ‘Mmaculatella” (Scalo marittimo) – da venerdì 5 a domenica 14 gennaio
    Presentato in anteprima di stagione l’anno scorso, torna in scena il terzo capitolo del progetto Viviani, ideato e diretto da Nello Mascia e prodotto dal Trianon: i due atti unici “‘O cafè ‘e notte e ghiuorno” (Caffè di notte e giorno) e “‘Nterr’ ‘a ‘Mmaculatella” (Scalo marittimo), scritti dal commediografo stabiese rispettivamente nel 1919 e nel 1918.
    ‘O cafè ‘e notte e ghiuorno è ambientato in una fredda notte d’inverno nel «caffè di terz’ordine» di don Alfonso. Per Mascia “l’atmosfera che vi si respira è un notturno gelido, che smentisce la retorica di una città ubriaca di sole, con i personaggi che vivono la loro tragedia esistenziale con tutto lo scetticismo, la fantasia e l’autoironia di cui è capace il popolo napoletano: si ride del folle scrittore che recita ad alta voce il copione improbabile che sta componendo; si ride del giocatore scalognato, del cameriere neghittoso e volgare e persino della famigliola dell’operaio disoccupato che ha deciso di trascorrere la notte nel caffè perché non ha più una casa che possa ospitarla”.
    In ‘Nterr’ ‘a ‘Mmaculatella ci troviamo al molo dell’Immacolatella, con il «transitrancheto» Washington che sta per salpare alla volta dell’Argentina con il suo carico di emigranti. In questo atto unico Viviani affronta il dramma dell’emigrazione, reso più drammatico dalla crisi economica e sociale originata dalla guerra, mettendo a fuoco quattro gruppi di personaggi: gli emigranti, poveri cafoni che hanno pagato caro il biglietto del viaggio, travolti da speculatori di ogni risma, belle energie costrette a disperdersi nel mondo; i passeggeri di prima classe, contro cui si accanisce lo sberleffo dell’Autore; poi ci sono «quelli che restano», perché costretti; e, infine, il sottoproletariato della gente del porto.
    Con lo stesso Nello Mascia, che firma anche la regia, e la partecipazione di Giovanni Mauriello, nei due spettacoli saranno in scena Federica Aiello, Francesco Bellopede, Salvatore Caruso, Peppe Celentano, Francesco Del Gaudio, Angela De Matteo, Bianca De Matteo, Massimo De Matteo, Antonio Fiorillo, Antonio Maria Iorio, Pierluigi Iorio, Luca Lubrano, Roberto Mascia, Matteo Mauriello, Maurizio Murano, Serena Pisa, Ivano Schiavi e Federica Totaro.
    La musica è eseguita dal vivo da Mariano Bellopede, che firma anche gli arrangiamenti e cura la direzione musicale, Francesco Del Gaudio (tromba), Paolo Forlini (batteria) e Davide Afzal (basso). Le scene sono di Raffaele Di Florio, i costumi di Annalisa Ciaramella, le coreografie di Ettore Squillace, le luci di Gianluca Sacco e il suono di Daniele Chessa. L’aiuto regia è Roberto Giordano.
    “Io, Raffaele Viviani. Rafele mio, fa’ tu!” – ‎da giovedì 18 a domenica 21 gennaio
    Questo spettacolo, attraverso una accurata ricerca, vuol rappresentare i frammenti, tra i più significativi e a volte inediti, dell’intera opera vivianea con l’idea di far rivivere quel mondo di guappi, prostitute e amori che hanno da sempre caratterizzato la poetica dell’Autore.
    Raffaele Viviani nasce a Castellammare di Stabia da una famiglia di umili origini. Le precarie condizioni economiche lo costringono ad allontanarsi dalla scuola e a frequentare persone poco raccomandabili. La sua adolescenza trascorre, come ci racconta lui stesso, tra «femmene, vino, juoco d’ ‘e carte, dichiaramenti e appicceche». In queste condizioni i giovani rischiano di finire in carcere, «senza pute’ asci’ chiù». La sua sensibilità, la sua intelligenza lo portano a riflettere e a fare un bilancio della sua vita. Ed è, a questo punto, che prende un sillabario e dice a se stesso «Rafele mio, fa’ tu!». Lo studio, la tenacia, lo porteranno a diventare uno dei più valenti autori del secolo scorso.
    Il regista Antonio Ferrante porta in scena «il teatro di Viviani con il suo linguaggio popolare, aspro e violento, che ci trasmette sempre una leggerezza mai vista prima, una straordinaria integrazione di tecnica e di stile».
    Gli interpreti sono Gigi Savoia, Lalla Esposito, Maurizio Murano e Francesco Viglietti.
    Lo spettacolo è prodotto da Campania global entertainment.
    “Sottovoce. Omaggio a Raffaele Viviani” – giovedì 25 gennaio
    “Sottovoce” è un bozzetto in prosa e musica dei più divertenti e commoventi personaggi vivianei, diretto da Ernesto Lama.
    Articolato in cinque quadri, lo spettacolo si dipana tra altrettanti temi delle poetica dell’Autore: la festa di Piedigrotta, gli innamorati, il lavoro, i guappi e il varietà.
    “In questo “Omaggio a Viviani” – spiega il regista – mettiamo anche in scena la morte, facendo trionfare la vita attraverso dei semplici ma efficaci cambi d’abito: la camicia bianca per esempio simboleggia le morti sul lavoro, o ancora le donne che diventano uomini con indosso una cravatta per simboleggiare la loro forza e al tempo stesso la loro grazia. Il mondo non è maschio, ma è femmina. E l’uomo è solo di supporto a questa splendida figura”.
    Con lo stesso Lama sono in scena Marina Bruno ed Elisabetta D’Acunzo, con il pianista Giuseppe Di Capua.
    Sottovoce è prodotto da Mb concerti.
    “La musica dei ciechi” – da venerdì 26 a domenica 28 gennaio
    Scritta nel 1928, “La musica dei ciechi” è un dramma sulla condizione dell’emarginazione e della povertà, dello sfruttamento ma anche della difesa etica e morale dei più deboli.
    “Questa messa in scena parte da Viviani per andare oltre Viviani – spiega il regista Gigi Di Luca – per cercare connessioni con altri mondi musicali e con altre storie di fragilità e di diversità”.
    Lo spazio è vuoto, nudo, quasi a delineare una distanza incolmabile tra la presenza e l’assenza di una vita umana. In mezzo al nulla ecco i ciechi, i mezzi ciechi, gli emarginati, le anime parlanti accomunati da uno stesso destino, da un bisogno di aggrapparsi gli uni agli altri per sopravvivere.
    “Non c’è speranza in loro, se non la ricerca dell’amore, della poesia che la tragedia della vita nasconde e sotterra sotto un velo di indifferenza – prosegue Di Luca – ma c’è la musica che li trascina e li eleva a classe superiore e c’è il silenzio, che forse è, la vera musica dei ciechi”.
    Lo spettacolo è prodotto dalla Bazzarra e vede in scena Antonella Morea, Roberto del Gaudio, Lello Giulivo e Ivano Schiavi. Le scene sono di Maria Teresa D’Alessio e Michele Lubrano Lavadera, mentre i costumi sono firmati da Giovanna Napolitano. Le musiche sono curate da Mimmo Maglionico.
    Biglietti e abbonamenti
    I biglietti sono acquistabili presso il botteghino del teatro, le prevendite autorizzate e online sul circuito AzzurroService.net.
    È ancora possibile acquistare la speciale card di abbonamento, Emozione Trianon, che consente al sottoscrittore di assistere in platea a quattro spettacoli a scelta, in programma nel 2024, a soli 50 euro (sono esclusi gli eventi speciali). L’abbonamento è acquistabile esclusivamente presso il botteghino del teatro e può essere sottoscritto entro il 31 gennaio 2024.
    Il botteghino è aperto dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; la domenica, dalle 10 alle 13:30. Telefono 081 0128663, email: boxoffice@teatrotrianon.org LEGGI TUTTO

  • in

    Paolo Caiazzo in scena al Teatro Giuffré di Battipaglia con ‘Separati… ma non troppo’

    Terzo appuntamento del cartellone teatrale 2023/2024 del Teatro Aldo Giuffré di Battipaglia: il nuovo anno parte con “Separati… ma non troppo”, con Paolo Caiazzo, in scena il 7 gennaio.Un matrimonio giunto al capolinea alla soglia delle nozze d’argento. Una storia d’amore che sembrerebbe appassita con gli anni, che nulla più avrebbe da offrire ai due che tanto densamente l’hanno vissuta, eppure… È una pièce tutta da scoprire, quella che Paolo Caiazzo porterà in scena il 7 gennaio al Teatro Aldo Giuffré di Battipaglia. Il 2024, per la famiglia di Assoteatro, parte con il terzo spettacolo del cartellone 23/24: “Separati… ma non troppo”, scritto da Caiazzo (che ne cura anche la regia) e Francesco Procopio.
    Lo spettacolo, il terzo di un cartellone teatrale, quello del Giuffré, pregno di ospiti di spessore, arriva dopo il grande successo de “La cantata dei pastori”, che con Peppe Barra e Lalla Esposito ha registrato il tutto esaurito, portando al teatro battipagliese la magia del Natale partenopeo. Con “Separati… ma non troppo” il pubblico potrà certamente aspettarsi due ore di risate, ma anche di riflessione: lo spettacolo firmato Paolo Caiazzo pone l’accento su quegli amori usurati dal tempo, ma che alla fine trovano sempre il modo di rivelare qualcosa di nuovo e di riscoprirsi, in realtà, più giovani e freschi che mai.
    LO SPETTACOLO
    Una pièce in cui la comicità si sviluppa nel tentativo di raccontare una situazione drammatica, come la separazione di una coppia dopo tanti anni di matrimonio. La commedia racconta infatti della difficoltà di Giulio, cinquantenne, che abbandona il tetto coniugale alla soglia delle nozze d’argento. Giulio si separa ed è costretto a chiedere ospitalità a Nicola, separato da tempo, che occupa un appartamento di proprietà della vicina Carmela, con probabili disturbi psicologici. Nel tentativo di regalarsi una serata trasgressiva accettano un incontro al buio con due donne conosciute su Tinder. Scoprono ben presto di aver però agganciato le proprie ex. La serata prende una piega inaspettatamente piacevole.
    CAMPAGNA ABBONAMENTI E INFO BIGLIETTI
    La campagna abbonamenti, per questa stagione teatrale, s’è già conclusa. Tuttavia è possibile acquistare i biglietti per i singoli spettacoli, tutti fissati alle 18:30, rivolgendosi direttamente al botteghino del Teatro Sociale “Aldo Giuffré”, in via Guicciardini, 35, i lunedì e il venerdì, dalle ore 10 alle 12, e dal martedì al giovedì, dalle ore 17 alle 20. Dal 15 novembre sarà inoltre possibile acquistare i biglietti anche online, su http://www.postoriservato.it. LEGGI TUTTO

  • in

    Benedetto Casillo in scena al Trianon Viviani

    Giovedì 14 dicembre, alle 21, Benedetto Casillo debutta come autore, regista e interprete di “Scusate, ma ch’è successo? Napoli in palcoscenico”.Il nuovo spettacolo dell’artista, fresco vincitore del premio Annibale Ruccello alla Carriera, è un «viaggio di piacere, in un tempo, nel teatro e nella canzone napoletana, da Antonio Petito ai giorni nostri», come lo definisce Casillo, che ripropone varie vicende umane della nostra città, che diventano argomento di messa in scena teatrale, con scenette, brani di prosa, poesie e canzoni classiche napoletane.

    Il titolo richiama la famosa scena del cavalluccio rosso del film Così parlò Bellavista, riproposta assieme a quella che parla della droga, in un omaggio a Luciano De Crescenzo.
    Il sipario si apre su una tipica piazza della città sulle note di un famoso pezzo popolare, eseguito da una cantante accompagnata da chitarra e fisarmonica. La piazza si anima e c’è la prima domanda: «Scusate, ma che è successo? Da giorni non si trova don Felice Sciosciammocca». Gli attori rappresentano un noto brano di Petito, padre riconosciuto del teatro moderno napoletano.
    E poi ‘A livella di Totò, i turisti a Napoli, l’ufficio di collocamento, quindi un monologo dissacratorio, ma non tanto, sulle canzoni napoletane e una preghiera alla Madonna scritta nel 1983, drammaticamente attuale oggi, in questi giorni di disorientamento collettivo. Lo spettacolo si conclude con una perla di saggezza popolare racchiusa in un velocissimo racconto natalizio.
    In Scusate, ma ch’è successo?, prodotto da Arteteca, con Casillo sono in scena Enza Barra, Gennaro Morrone, Luciano Piccolo, Marianita Carfora, Salvatore Torregrossa e Giuseppe Rapicano.
    Dopo la “prima”, lo spettacolo sarà replicato fino a domenica 17 dicembre: tutti i giorni alle 21, tranne la recita domenicale, programmata alle 18. LEGGI TUTTO