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    Bilancio Assemblea: più fondi per studenti e Viaggi della memoria

    Più fondi per i viaggi della Memoria e le attività con le scuole. Massimo impegno per una gestione oculata dei costi di gestione al fine di ottimizzare le risorse. Disco verde in commissione Bilancio, presieduta dal vicepresidente Stefano Bargi, al bilancio di previsione 2024 dell’Assemblea legislativa regionale, che già aveva avuto il parere favorevole del Collegio dei Revisori dei Conti.
    “Benché anche in Assemblea si registrino aumenti dei costi per le attività ordinarie, di gestione e di funzionamento, causati dagli aumenti dei prezzi di beni e servizi – un esempio su tutti: il costo del gas aumentato del 20%, con conseguente lievitazione dei costi per il riscaldamento – una gestione oculata della spesa ha permesso di garantire maggiori risorse ad attività che hanno un forte seguito fra i cittadini”, spiega il consigliere questore Andrea Costa, che ricorda: “Abbiamo accordato la richiesta di maggiori stanziamenti per quelle attività rivolte agli studenti e ai cittadini erogate attraverso i bandi che l’Assemblea cura: faccio particolare riferimento ai Viaggi della Memoria e ai bandi per la cittadinanza attiva. Per fortuna, dopo la contrazione provocata dalla pandemia queste attività sono pienamente ripartite riscontrando una sempre maggiore attenzione da parte di istituti scolastici, enti locali, associazioni del territorio”.
    Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) chiede attenzione a problemi emersi riguardo a organici e sistemi informatici. La consigliera, inoltre, critica “la partecipazione della presidente dell’Assemblea Emma Petitti alla Cop28 di Dubai in rappresentanza della giunta, giudicandola inopportuna”. La pentastellata, invece, elogia i progetti Concittadini, Viaggi della Memoria, quelli riguardanti la partecipazione e in generale tutte le attività realizzate con le scuole. “Presenterò un ordine del giorno per incrementare queste attività”, spiega Piccinini.
    (Luca Molinari)

    Assemblea

    13 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Marchetti (Pd): assistenza sanitaria anche a bimbi moldavi

    Estendere ai minori moldavi l’accesso alle prestazioni sanitarie pubbliche. Lo chiede, con una interrogazione, la consigliera Francesca Marchetti (Partito democratico) che si rivolge alla giunta per “valutare, ai fini della cooperazione internazionale, l’inserimento della Moldavia nel nuovo programma triennale dei Paesi con cui intrattenere forme di collaborazione, aggiornando quindi la disciplina vigente per offrire ai minori moldavi opportunità simili a quelle del ‘Progetto Accoglienza Bambini di Chernobyl’ e dell’assistenza ai bambini Saharawi. Questo per garantire anche ai minori moldavi, durante il loro soggiorno in Italia, l’accesso alle prestazioni sanitarie pubbliche”. La consigliera, poi, vuole sapere quali siano “le prospettive per una collaborazione più ampia tra le istituzioni regionali e le associazioni no profit, al fine di garantire il benessere dei minori in difficoltà provenienti da paesi non membri dell’UE, in linea con le buone pratiche già adottate per altri gruppi di minori provenienti da paesi extra Ue”.
    Marchetti ricorda che una delibera del 2017 consente a minori e loro accompagnatori “ospiti di diversi enti non lucrativi e/o presso nuclei familiari del territorio emiliano-romagnolo” di poter effettuare la scelta del pediatra di libera scelta e/o del medico di medicina generale. La delibera indica la provenienza delle persona da Paesi extra Ue, Bielorussia e Ucraina e “sembra non prevedere esplicitamente l’assistenza sanitaria per i minori moldavi”. Accogliendo e dando assistenza sanitaria ai minori provenienti da Paesi extra Ue, Bielorussia e Ucraina si è creato “un modello replicabile anche per i minori moldavi”. I minori che arrivano dalla Moldavia, spiega la consigliera dem, “vengono da situazioni di vulnerabilità sociale e hanno soprattutto bisogno di supporto emotivo durante il loro soggiorno in Italia”, non hanno bisogno di visite programmate e “l’assistenza sanitaria si prevede solo in caso di malattia o infortunio”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Sanità e welfare

    13 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Bondavalli (Lista Bonaccini): volontariato sia patrimonio Unesco

    Promuovere e accompagnare la candidatura del “Volontariato dell’Emilia-Romagna” nella lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale di cui alla Convenzione Unesco del 2003. È quanto richiesto attraverso una risoluzione sottoscritta da Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini e prima firmataria), Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa), Ottavia Soncini, Roberta Mori e Andrea Costa (Partito democratico).
    La proposta in considerazione del “contributo nella quotidianità e nei momenti di emergenza e crisi sistemica che il volontariato ha sempre assicurato, con il coinvolgimento del Forum del terzo settore e del mondo dell’associazionismo, la cui identità poggia sul valore della solidarietà e della coesione sociale”.
    “Il volontariato dell’Emilia-Romagna -ha sottolineato Bondavalli- è parte integrante del sistema socioculturale e di assistenza del territorio regionale e si è costantemente reso protagonista di uno straordinario contributo nel supporto delle istituzioni e della cittadinanza tutta e, in particolare, in occasione degli eventi sismici del 2012, nel corso del periodo pandemico o ancora durante l’alluvione che ha martoriato la nostra regione, in particolare la Romagna. Come ogni angolo della regione così ogni settore di attività e, soprattutto, ogni ambito delle relazioni fra le persone, ogni bisogno e ogni competenza o risorsa rappresenta uno spazio nel quale il Volontariato dell’Emilia-Romagna trova la possibilità di esprimersi e di costruire la rete di iniziative e rapporti che connota il nostro modello di coesione sociale”.
    (Lucia Paci)

    Scuola giovani e cultura

    13 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Castaldini (Fi): chiarire conseguenze attacco informatico

    Fare chiarezza sulle conseguenze dell’attacco informatico ai server della sanità modenese avvenuto il 28 novembre scorso.
    A chiederlo, in un’interrogazione, è Valentina Castaldini (Fi) che ricorda come “l’assessore Raffaele Donini, rispondendo durante la seduta dell’Assemblea legislativa del 5 dicembre a una mia domanda, affermava che ogni preoccupazione era infondata, perché semplicemente nessun dato era stato rubato, ma dalla serata dell’11 dicembre il gruppo hacker Hunters International ha pubblicato un countdown all’interno del proprio sito presente nel darkweb, alla cui scadenza avrebbe reso accessibili una parte di dati a scopo dimostrativo e il 6 dicembre il sito internet cybersecurity360 ha pubblicato un articolo nel quale veniva raccontato che era stato chiesto un riscatto alle aziende sanitarie regionali, e venivano allegati due screenshot del portale, accessibili solamente tramite username e password fornite dai cybercriminali alle aziende sanitarie”.
    Per Castaldini “appare chiaro che qualcuno, in possesso dei file depositati dai cybercriminali all’interno dei sistemi delle aziende sanitarie attaccate o delle aziende che forniscono servizi IT, abbia rivelato le credenziali a terzi e appare altresì chiaro che le aziende coinvolte e la Regione sapessero, almeno dal 6 dicembre, che almeno una parte di dati delle aziende fossero stati trasferiti altrove”.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere “se i dati pubblicati dal gruppo Hunters International siano stati sottratti dalle aziende sanitarie regionali della provincia di Modena e se sia verosimile che gli oltre 1.200.000 file rivendicati siano realmente stati sottratti dalle aziende sanitarie regionali”.
    valentina Castaldini vuole anche sapere “se sia stata svolta una attività per comprendere chi può aver condiviso con la stampa i dati di accesso forniti dai cybercriminali e perché le aziende sanitarie ancora non abbiano comunicato ai cittadini, ai sensi dell’art. 34 del GDPR, la possibile fuga di dati”.
    (Luca Molinari)

    Governo locale e legalità

    13 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Ok al bilancio della Protezione civile: 40,5 milioni

    Ha avuto parere favorevole delle competenti commissioni Territorio e Bilancio, la delibera della giunta “Approvazione del Bilancio di previsione e del Piano delle attività dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile per gli anni 2024-2026”.

    La giunta ha presentato il bilancio alle commissioni Territorio, Ambiente e mobilità presieduta da Stefano Caliandro e Bilancio, affari generali e istituzionali presieduta dal vicepresidente Stefano Bargi. Al termine, ha risposto alle domande l’assessora all’Ambiente e Protezione civile, Irene Priolo.
    Il bilancio della sola Agenzia regionale è di 40,5 milioni di euro. A questo si aggiungono fondi del governo, Fondi di coesione sociale e del Pnrr. Tutte risorse gestite dall’Agenzia: fondi Fsc per 23,6 milioni, 61 milioni dal Pnrrr, 197 milioni dal commissario straordinario per l’alluvione di maggio. Per le 20 emergenze in corso ci sono 20 contabilità speciali, aperte con il ministero dell’Economia e delle finanze, che vedono risorse disponibili per 159 milioni. Risorse del Fesr: l’Assemblea ha richiesto la rendicontazione del programma regionale. I fondi Fesr 2021-2027 stanziano 32,9 milioni per tre agenzie: Agenzia territorio, Aipo e Arpae.
    La finalità dell’Agenzia è concorrere a creare un sistema regionale integrato finalizzato a garantire e incrementare la sicurezza territoriale attraverso la gestione dell’intero ciclo dei rischi (previsione, prevenzione strutturale e non strutturale, gestione e superamento dell’emergenza).
    PRESIDIO E MONITORAGGIO. Per le attività di presidio, nel 2023 si sono avuti 1.934 provvedimenti rispetto agli oltre 2mila del 2022. Importante è lo sviluppo dei sistemi di monitoraggio e una delle convenzioni principali è quella con Arpae,. Ce ne sono poi altre due sul rischio idrogeologico attivate per supportare i comuni nei casi di frane. Ci sono poi monitoraggi con idrometri e pluviometri, che prevedono aggiornamenti importanti nei prossimi anni.
    FRANE E ALLUVIONI. I lavori su fiumi, frane e costa hanno visto 103 milioni programmati nel 2023, 156 milioni da programmare nel periodo 2024-2026 e 700 cantieri in corso. Dai dati Ispra emerge che per i rischio frane sono stati 80mila i fenomeni censiti e il 14,6% delle aree è a pericolosità elevata e molto elevata. Il rischio alluvioni coinvolge 22.452 km quadrati di cui il 45,7% con aree a pericolosità media. Il 100% dei comuni ha aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e/o pericolosità idraulica media o erosione costiera e il 60% della superficie regionale è a pericolosità da frana elevata e molto elevata e pericolosità idraulica media. Su 135 chilometri di coste, 77 Km sono protetti attraverso argini, opere radenti, scogliere emerse e pennelli antierosione.
    PIANIFICAZIONE. Tutte le prefetture hanno sottoscritto un accordo per la gestione operativa e sale operative integrate (è un unicum nazionale).
    INFRASTRUTTURAZIONE. Sono 11 le convenzioni attive (Vigili del fuoco, ecc.) con 39 poli logistici strategici (magazzini, ecc.).
    ALLERTE E IT-ALERT. Nell’ottobre scorso, sono state registrate 142 allerte, più degli anni precedenti e sono triplicati gli accessi al portale dell’Agenzia con 867mila pagine consultate. Grande successo per il sistema IT-Alert che il 20 dicembre vedrà un nuovo test per la diga del Conca (Rimini) con l’allerta di tutti i comuni a valle.
    STATI DI EMERGENZA (dura due anni) 9 aperti, 2 chiusi e 13 emergenze chiuse compreso tutto il 2019. In totale per le emergenze sono stati spesi 250 milioni per il 2019-2023.
    VOLONTARIATO. È uno dei pilastri principali. C’è stata la revisione degli albi provinciali e dopo il controllo i volontari sono passati da 22mila a 18mila. Calo minore, invece, per i volontari operativi (15mila).
    ALLUVIONE DI MAGGIO. Si sono registrati 455mila accessi al sito dell’Agenzia. Per l’emergenza è stata aperta la sala operativa regionale. Sono stati liquidati 70,8 milioni per 23.600 misure di primo sostegno e realizzati 206 interventi per un totale di 219 milioni. Gli interventi di somma urgenza hanno visto una spesa di 93 milioni per il 2023, mentre per il 2024 ne sono previsti 104.
    Il consigliere Emiliano Occhi (Lega) ha affermato che “restano alcune verifiche da fare rispetto al nostro bilancio. Se si guarda alla spesa per la difesa del suolo, c’è una situazione altalenante. Nel 2022 era di 71 milioni, scesa a 63 nel 2023. La Regione sotto-finanzia o aumenta ii finanziamenti? C’è poi discrepanza fra i vari territori. A Parma, per esempio, che è la seconda provincia per dimensione, ci sono poche spese per la manutenzione perché si calcola che ha meno abitanti, ma non si considera che ha più corsi d’acqua. Va modificata la ripartizione e vanno concessi più fondi alle aree rurali e montane”.
    La consigliera Palma Costi (Partito democratico) ha auspicato “un aumento del personale e più chiarezza nella ripartizione delle risorse”.
    La vice presidente della Regione, Priolo, ha risposto che “ci sono meno risorse dal Mase (ministero Ambiente e sicurezza energetica). Nel 2022 sono arrivati 26 milioni, quest’anno saranno 13. È un tema nazionale. Si spendono 7 miliardi per le emergenze, ma ne basterebbero 2 per la prevenzione. Il piano del bacino del Po è di 7 miliardi per 6 anni, ci accontenteremmo della metà”. Nel bilancio, ha continuato Priolo, “si vede solo una gamba degli interventi perché da Piacenza a Modena c’è Aipo che agisce. Da quest’anno la Regione finanzia 5 milioni ad Aipo. Propongo che solo sull’ambito idrografico bisognerebbe far vedere cosa fa l’Agenzia e cosa fa Aipo. Con i soldi del Pnrr, in un anno e mezzo dovremmo realizzare opere per 1,2 miliardi, uno sforzo molto impegnativo. Su Parma, ad esempio, Aipo sta spendendo di più che in altre realtà (solo per la Cassa di espansione del Baganza 65 milioni)”.

    (Gianfranco Salvatori)

    Ambiente e territorio

    13 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Al via il confronto sulla gestione sostenibile dei suoli

    Gestire il suolo in maniera sostenibile per mantenerlo in condizioni di salute. È l’obiettivo della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che a tal fine prevede l’istituzione di un quadro di riferimento per sostenere i gestori di terreni. La proposta è stata illustrata e ha ricevuto parere favorevole in commissione Territorio e ambiente, presieduta da Stefano Caliandro, in seduta congiunta con la commissione Bilancio presieduta da Stefano Bargi.
    Le misure proposte si articolano in una serie di azioni che prevedono monitoraggio e valutazione della salute dei suoli, gestione sostenibile, definizione e valutazione del rischio di siti contaminati. La direttiva definisce come obbligatorio il monitoraggio per valutare la qualità dei suoli che sarà oggetto di un rapporto quinquennale. L’Emilia-Romagna allo stato attuale non ha una rete di monitoraggio dei suoli. Da studi scientifici emerge che circa il 60-70% dei suoli dell’UE si trova attualmente in cattivo stato. Anche l’Emilia-Romagna è in linea con questo dato: il 60% dei suoli in regione non sono in salute. La direttiva propone quattro indicatori che dovrebbero essere valutati nell’ambito del monitoraggio: salinizzazione, erosione, perdita di carbonio organico e compattazione. Il dato più preoccupante è quello che riguarda l’erosione, con una perdita annuale di due tonnellate ogni ettaro. Non risultano, invece, valori alti di inquinanti organici per siti contaminati. La direttiva propone un approccio “sito-specifico”, centrato sulla determinazione del rischio per uomo e ambiente. Preoccupa il fatto che un suolo verrebbe valutato non sano se anche solo uno degli indicatori non è rispettato. Per l’Emilia-Romagna potrebbe essere penalizzante: molti terreni risulterebbero non sani solo per la perdita di carbonio organico.
    Gli Stati membri dell’Unione europea devono contribuire a creare un ambiente privo di sostanze tossiche entro il 2050 contrastando i rischi per la salute umana e l’ambiente causati dalla contaminazione del suolo. La nuova direttiva migliorerà l’applicazione del principio “chi inquina paga” e garantirà una maggiore equità sociale. L’approccio proposto consentirà di fissare norme a livello nazionale dando agli Stati membri il tempo sufficiente a istituire il proprio sistema di governance e monitoraggio. Nella strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 è indispensabile intensificare gli sforzi per proteggere la fertilità del suolo, ridurre l’erosione e aumentare la materia organica che vi è contenuta adottando pratiche sostenibili di gestione.
    Per Emiliano Occhi (Lega) “certe normative vengono imposte senza tenere conto delle peculiarità dei singoli Stati. Gli indicatori sono tarati sul Nord Europa e vanno in contrasto con le nostre modalità di agricoltura. Sembra non si tenga conto che negli Stati esistono sistemi economici diversi. Si vuole uniformare tutto considerando solo le necessità ambientali che senz’altro sono importantissime ma vanno coniugate con l’applicabilità senza stressare settori come l’agricoltura. Certi atti sono irricevibili”.
    Lia Montalti (Partito democratico) ha commentato: “Il tema della gestione del suolo è strategico. I dati e gli scenari hanno bisogno di una riflessione politica che non riguarda solo il nostro contributo sullo sviluppo della normativa europea. Stiamo riflettendo sulla gestione del suolo da diversi punti di vista per portare dei continui rispetto ai percorsi legislativi e orientare meglio le norme. L’Europa ci serve per migliorare le condizioni del nostro suolo, del nostro ambiente e le nostre politiche”.
    (Lucia Paci)

    Ambiente e territorio

    13 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Piano aria 2030: stop diesel Euro 5

    “Un grande lavoro di confronto con tutti i soggetti regionali, dai comuni alle associazioni di categoria ai componenti del patto per il lavoro e per il clima, per un Piano aria integrato regionale (Pair 2030) che deve andare a consolidare e ampliare i risultati ottenuti e rientrare il prima possibile negli standard di qualità dell’aria fissati dalla Unione europea per polveri sottili, azoto e ozono”.
    Così è intervenuta l’assessora a transizione ecologica, contrasto al cambiamento climatico e ambiente Irene Priolo nel suo secondo passaggio in commissione Territorio ambiente e mobilità presieduta da Stefano Caliandro “in vista dell’esame particolareggiato e del dibattito che deve portare -continua Priolo- all’adozione del documento entro il prossimo febbraio”.
    Dopo la presentazione avvenuta nello scorso marzo, l’assessora all’ambiente ha ricapitolato obiettivi, azioni e cambiamenti “intervenuti nel frattempo a seguito anche dei decreti emanati dal governo per ovviare alla condanna Ue sul superamento del valore limite giornaliero delle polveri sottili”.
    Tre gli elementi nocivi che il Pair 2030 si propone di limitare in aggiunta a PM10 e PM2.5: azoto, ammoniaca, composti organici volatili e biossido di zolfo e ciò si dovrà dettagliare in azioni puntuali (oltre 60 quelle già previste a cui potranno aggiungersi altri provvedimenti in corso di svolgimento) su agricoltura e zootecnia, traffico, riscaldamento a biomasse e industria.
    Per ciò che riguarda le osservazioni pervenute, sono 51 quelle accolte totalmente o in parte che si sommano a quelle giudicate coerenti con il piano e quindi ricomprese nelle politiche già in cantiere, a fronte di 124 respinte o giudicate non pertinenti. “Un risultato di un 42% di soddisfacimento del piano -commenta ancora Priolo-  anche nelle osservazioni pervenute e che testimonia la bontà del lavoro svolto fin dall’inizio del percorso intrapreso”.
    Facendo poi un breve focus sui singoli provvedimenti, l’assessora ha confermato il calendario “assolutamente in linea con il recente decreto infrazioni emanato dal governo per quanto riguarda lo stop ai diesel Euro 5, che si accompagna ai lusinghieri dati di adesione al progetto move-in (quasi 5.500 le adesioni allo scorso novembre) per una mobilità sempre più responsabile”.
    Sui controlli, lievi le modificazioni apportate grazie alle segnalazioni dei comuni più piccoli come il piacentino Monticelli d’Ongina, ma per tutti i municipi obbligo di comunicare le azioni puntuali da applicare in caso di sforamento.
    Di potenziale grande impatto, poi, quanto previsto dal decreto legge dello scorso giugno per la riduzione della velocità di circolazione dei veicoli su autostrade e strade extraurbane “che -continua Priolo- rappresenta un provvedimento complesso da attuare in quanto è un’azione particolarmente frammentata su un’infrastruttura molto particolare qual è la rete autostradale”.
    Confermate poi tutte la azioni previste sugli share modali che si traducono in un rinnovamento del parco autobus e rotabile insieme a un’azione decisa di integrazione tariffaria come richiesto anche da Legambiente in fase di osservazioni.
    Ricordando i numerosi interventi pianificati in ambito agricolo e zootecnico, su tutti vale ricordare l’obbligo di interramento dei liquami entro 12 ore. Numerose le azioni pianificate anche sul riscaldamento attraverso le incentivazioni all’installazione di nuovi impianti a biomasse e l’obbligatorietà di iscrizione degli impianti nell’apposito catasto regionale. Nessun intervento sui barbecue, mentre divieto assoluto di combustione libera nel periodo 1 ottobre – 31 marzo per la fascia di pianura e per gli agglomerati urbani.
    In vista del dibattito sul piano che verrà coordinato dai relatori Andrea Costa (Pd) ed Emiliano Occhi (Lega), Priolo ha infine dichiarato la propria soddisfazione per gli investimenti correlati al Pair 2030, che sfiora i 155 milioni, e per i bandi attuati o in corso di svolgimento “che ci raccontano di fette sempre più cospicue di popolazione che aderisce alle azioni messe in campo dalla Regione”.

    (Luca Boccaletti)

    Ambiente e territorio

    13 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Via libera alla proroga del Piano faunistico-venatorio regionale 2018-2023

    Via libera dalla commissione Politiche economiche, presieduta da Manuela Rontini, alla proroga della validità del Piano faunistico-venatorio regionale 2018-2023, la disciplina di riferimento per la predisposizione dei programmi annuali di gestione degli Ambiti territoriali di caccia e delle aziende venatorie.
    Il piano riguarda, in particolare, l’individuazione dei comprensori faunistici e delle specie di fauna selvatica di cui deve essere curato l’incremento naturale o la re-immissione, la destinazione a uso faunistico-venatorio del territorio agro-silvo-pastorale regionale e il limite minimo di superficie da destinare alle zone di protezione, i criteri per l’individuazione dei territori da destinare ad aziende faunistico-venatorie r aziende agri-turistico-venatorie, i criteri per l’individuazione dei centri privati di riproduzione della fauna allo stato naturale nonché delle zone per l’addestramento e le prove di qualificazione dei cani da caccia.
    L’assessore ad Agricoltura, caccia e pesca Alessio Mammi ha sottolineato: “Nel 2018 è stato fatto un buon lavoro sul Piano faunistico regionale e pensiamo che abbia ancora validità nei contenuti e negli obiettivi generali. Il lavoro di aggiornamento del piano, che dovrà tenere conto della peste suina africana, è iniziato e nel 2024 indiremo la gara per la revisione del Piano venatorio. Con questo atto proponiamo di prorogarlo per due anni, fino alla fine del 2025. A gennaio dovremo confrontarci sul regolamento per la gestione degli ungulati: abbiamo raccolto osservazioni dagli stakeholder e aspettiamo il parere di Ispra. L’iter dovrebbe concludersi prima dell’inizio della primavera”.
    I tecnici del settore hanno aggiunto che la mancata proroga non produrrebbe effetti sino al 31 gennaio ma potrebbe esporre al rischio di contenziosi, venendo a mancare i presupposti per i calendari venatori delle annualità successive.
    Massimiliano Pompignoli (Lega) ha osservato: “Non aver aggiornato i dati all’interno del Piano negli ultimi 5 anni equivale a non voler modificare nulla. Il piano era già molto limitativo rispetto all’attività venatoria e non aggiornare i dati complica la partita; le modifiche potevano essere fatte. Avere un aggiornamento a supporto anche del calendario venatorio per noi era necessario”.
    Per Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) “siamo in una situazione di non pianificazione. Si sarebbe dovuti arrivare a questo appuntamento con già uno studio per il periodo successivo, con un piano venatorio vero. L’attività venatoria ha bisogno di continui aggiornamenti per la pianificazione”.
    Massimo Bulbi (Partito democratico) ha sottolineato: “Mettiamo in sicurezza l’attività venatoria per i prossimi due anni. Questo Piano è ancora valido in tutti i suoi aspetti: sia per l’attività faunistica venatoria, sia per l’agricoltura. Ora occorre vincere a livello nazionale la battaglia sul vincolo del parere Ispra ma sembra non ci sia la volontà di eliminare questo ostacolo”.
    (Lucia Paci)

    Ambiente e territorio

    12 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Bergamini (Lega): chiarire i rapporti e gli incarichi del nuovo amministratore unico di Fer

    La Regione illustri “quali siano attualmente i rapporti e gli incarichi di responsabilità rivestiti dall’attuale Amministratore unico di FER Srl con altre amministrazioni e se, al momento dell’assunzione dell’incarico, abbia avuto adeguata evidenza pubblica, attraverso il sito web di Ferrovie dell’Emilia-Romagna Srl, il tipo di indennità percepita dall’attuale Amministratore unico della società”.
    È la domanda principale posta in una dettagliata interrogazione del consigliere Fabio Bergamini (Lega) firmata anche dai colleghi di gruppo Daniele Marchetti ed Emiliano Occhi.
    Fer è la società ferroviaria regionale, a capitale pubblico, che gestisce i circa 360 chilometri di ferrovie regionali, 52 stazioni e 8 punti di carico e scarico merci. Nel maggio 2023, Gianluca Benamati, ingegnere ed ex parlamentare, diventava Amministratore unico con una delibera della giunta. La notizia era pubblicata sul sito della Regione, dove si “dava comunicazione del ruolo assunto a suo tempo da Gianluca Benamati, quale ex presidente del Cda di Co.Se.A. (Consorzio che raggruppa aziende operanti nel settore energetico-ambientale) e come Amministratore delegato di SIET Spa (società partecipata da ENEA ed ENEL) operante nel settore delle tecnologie energetiche”.
    Dal suo curriculum, continua Bergamini, “non risulterebbe del tutto chiaro se sia ancora in essere un ruolo di Dirigente di ricerca (Livello L1) nell’ambito delle attività di ENEA. Società nella quale ha rivestito un ruolo in passato, pur avendo usufruito di aspettativa per mandato parlamentare tra il 2008 e il 2022. Anno, quest’ultimo, in cui sarebbe ricominciata la sua attività di Dirigente di ricerca”. Il consigliere leghista ricorda che il decreto legislativo 165/2001 indica in modo chiaro che “i dipendenti pubblici non possono svolgere incarichi retribuiti che non siano stati conferiti o previamente autorizzati dall’amministrazione di appartenenza”. La mancanza di autorizzazione “può determinare un’infrazione disciplinare per il funzionario responsabile del procedimento, rendendo sostanzialmente nullo di diritto il provvedimento”.
    Fabio Bergamini, nell’interrogazione, chiede anche “se non si sia ritenuto utile e importante avere, da parte dell’attuale Amministratore unico di FER Srl, al momento dell’assunzione dell’incarico, una copia dell’indennità di carica percepita da altri enti e a quanto corrisponderebbero, nel caso, gli emolumenti percepiti quali indennità di carica o rimborsi dall’attuale Amministratore unico di FER Srl”. Infine, il consigliere vuole sapere “se a parere della giunta regionale la situazione delineatasi configuri gli estremi di un provvedimento tale da sortire una revoca dell’incarico assunto dall’attuale Amministratore unico della società, anche in forza degli obblighi di informazione cui sono tenuti proprio l’Amministratore unico e il Direttore generale, secondo quanto prevede lo statuto, nei confronti degli organi sociali, nel corso dello svolgimento del mandato”.
    (Gianfranco Salvatori) LEGGI TUTTO

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    Costa (Pd): chiarezza su tempi stabilizzazione precari degli Istituti di ricerca

    Fare chiarezza sulla tempistica con cui gli Istituti dell’Emilia-Romagna stanno procedendo alle stabilizzazioni dei precari.
    A chiederlo, in un’interrogazione, è Andrea Costa (Pd) che ricorda come la legge statale approvata lo scorso 5 luglio prevede le modalità per stabilizzare i ricercatori assunti a tempo determinato ai sensi della cosiddetta “Piramide della Ricerca”.
    “Alcuni istituti – fra cui il “Bonino Pulejo” di Messina e l’ IRCCS- CROB di Rionero in Vulture hanno stabilizzato i rispettivi precari applicando la norma per la stabilizzazione dei lavoratori della ricerca sanitaria degli IRCCS pubblici e IZS2, spiega Costa chiede chiarezza su cosa stia avvenendo lungo via Emilia visto che “l’Emilia-Romagna, ben consapevole della sua importanza, si conferma ai primi posti in Italia per la ricerca, riuscendo a contare su cinque IRCCS di grande valore: quello di Reggio Emilia, il Rizzoli, il Sant’Orsola e l’Istituto Scienze Neurologiche di Bologna e quello di Meldola”.
    (Luca Molinari)

    Sanità e welfare

    12 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Zappaterra (Pd): no tagli a indennità di malattia per personale marittimo

    Il governo elimini la riduzione dell’indennità di malattia del personale marittimo prevista dalla legge di Bilancio nazionale.
    A chiederlo è il Partito democratico con una risoluzione a firma di Marcella Zappaterra (prima firmataria) e Marco Fabbri, in cui si ricorda come il governo dispone una riduzione dell’indennità di malattia dal 75 al 60 per cento del salario per gli eventi di malattia insorti dal 1° gennaio 2024 della gente di mare e lo stesso articolo interviene anche sulla modalità di calcolo della retribuzione media dei lavoratori interessati dal provvedimento: tale riduzione non è in linea con gli obiettivi di coesione sociale e di supporto ai lavoratori, specialmente in un settore in crisi come quello marittimo”.
    Da qui la risoluzione perché la Regione chieda a “governo e il Parlamento per chiedere l’eliminazione della riduzione dell’indennità di malattia proposta nell’articolo 32 del Disegno di Legge ‘Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024’ per le ricadute negative che comporta per il personale marittimo già in forte difficoltà”.
    (Luca Molinari)

    Sanità e welfare

    12 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Occhi (Lega): posticipare i saldi invernali, lo chiedono i commercianti

    Emiliano Occhi (Lega)

    La Regione valuti “la richiesta di alcune associazioni di categoria di posticipare i saldi invernali (mantenendo divieto delle vendite promozionali 30 giorni prima degli stessi) a causa del particolare autunno e inverno mite che stiamo registrando e che ha come effetto, tra gli altri, una diminuzione delle vendite di abbigliamento, calzature ed accessori autunnali ed invernali”.
    E’ il quesito posto alla giunta dal consigliere Emiliano Occhi (Lega) in un’interrogazione. In commissione Politiche economiche, presieduta da Manuela Rontini, a rispondere è stato l’assessore al Commercio, Andrea Corsini, che si è detto “d’accordo per arrivare a data comune in tutte le regioni e favorire misure a tutela concorrenza. anche se bisogna costruire una cornice. Per un principio di uniformità, e dopo il tavolo tecnico, di tutte le regioni l’inizio dei saldi invernali resta fissato al 5 gennaio”.
    Il consigliere, nell’interrogazione, ha ricordato che la Regione, nel maggio 2023, “ha previsto il posticipo dei saldi estivi in quanto secondo la normativa vigente dovrebbero essere previsti per il primo sabato di luglio, ma nel caso del 2023 si trattava del 1° luglio e quindi si è dato atto di posticipare l’inizio dei saldi al 6 luglio 2023 per poter venire incontro anche alle esigenze delle categorie economiche del commercio di vicinato”. Inoltre, le condizioni meteorologiche hanno frenato la vendita di abbigliamento invernale, continua Occhi, “con gravi conseguenze su un settore che è già fortemente penalizzato dalla concorrenza generata dalle catene di fast fashion e dall’e-commerce che sta registrando numeri in continuo aumento”.
    Corsini ha detto che “il tavolo tecnico interregionale del 2016 uniformò le date dei saldi fine stagione. L’Emilia-Romagna ha disciplinato rispettando le date indicate. Resta il divieto di effettuare, 30 giorni prima dei saldi, le vendite promozionali di diversi prodotti. Nel caso di saldi ’23 ’24 c’è la richiesta della Fismo (Confesercenti) di un posticipo della data del 5 gennaio. La comm sviluppo economico ha approvato la proposta di confronto con le categorie nazionali per una soluzione condivisa (l’Emilia-Romagna ha proposto il posticipo). Dopo incontro, è emerso che solo Confesercenti ha chiesto il rinvio alla prima settimana di febbraio, mentre le altre associazioni commercianti si sono dette d’accordo per il 5 gennaio. Tutti, però, hanno detto di essere favorevoli a valutare un percorso”.
    Occhi si è detto “soddisfatto. Serve uniformità tra le regioni, ma la proposta va valutata e portata avanti”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Ambiente e territorio

    12 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO