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    Piccinini (M5s): usare vernici antismog nelle opere pubbliche

    “Prevedere l’uso di vernici antismog nelle future opere e nei futuri interventi pubblici di manutenzione ordinaria e straordinaria, riconoscendo incentivi e premialità ai privati che la utilizzano”.
    Questo il dispositivo di una risoluzione proposta dalla capogruppo M5s Silvia Piccinini in tema di lotta all’inquinamento ambientale, approvata nella seduta odierna dalla commissione Territorio, ambiente e mobilità presieduta da Stefano Caliandro.
    Ricordando la situazione critica della qualità dell’aria in cui versano importanti capoluoghi della nostra regione quali Modena, Reggio Emilia, Piacenza, Parma, Rimini e Ravenna, Piccinini sottolinea l’importanza di usare ogni mezzo per abbassare il livello di inquinamento atmosferico. “Tra le tecnologie di ultima generazione -continua la capogruppo- vi sono poi le così dette vernici antismog, pitture in polvere che a contatto con la luce purificano gli agenti inquinanti con un meccanismo simile alla fotosintesi vegetale. Le vernici antismog sono una realtà anche in importanti città italiane come testimoniato dalla città di Roma che le ha adottate fin dal 2007.”
    Prendendo quindi spunto da una recente approvazione del consiglio comunale capitolino, Piccini formula l’auspicio che anche la Regione Emilia-Romagna “preveda l’uso di vernici antismog nelle future opere e nei futuri interventi pubblici di manutenzione ordinaria e straordinaria, riconoscendo anche incentivi e premialità connessi all’utilizzo del prodotto da parte dei privati”.
    Andrea Costa (Pd) si è detto favorevole alla risoluzione proposta “ma con alcune importanti sottolineature per dare anche seguito ad un incontro tra i produttori di queste vernici e la Regione Emilia-Romagna che era interessata a valutare l’efficacia di questi prodotti. Innanzitutto è evidente che per innescare la reazione di fotosintesi queste vernici non possano essere usate in zone non battute dal sole e secondariamente è importante prevedere un monitoraggio delle zone trattate per capire se le nanoparticelle di cui sono composti questi prodotti non diventino tossiche una volta svolto il proprio ciclo di funzionamento”.
    Piccinini, nell’accettare queste sottolineature in quanto “stiamo facendo tutto questo per migliorare la salute dei nostri concittadini, ha ricordato come fonti Ue abbiano stabilito che il biossido di titanio (materia di scarto generata dal processo di fotosintesi delle vernici) non sia assolutamente tossica se inalata”.
    La risoluzione è stata approvata con il voto favorevole di Pd, Er Coraggiosa, Lista Bonaccini, Italia Viva e M5s. Astensione per Lega, Fratelli d’Italia e Rete Civica.
    (Luca Boccaletti)

    Ambiente e territorio

    7 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Evangelisti (Fdi): “Bologna città 30″ è dannosa

    Fare chiarezza sulle decisioni prese dai tavoli di lavoro su “Bologna città ai 30” e indicare “quali siano, ad oggi, i risultati, le conclusioni e le soluzioni individuate da ciascun tavolo”.
    A chiederlo, in un’interrogazione, è Marta Evangelisti (Fdi) che ricorda come “dal primo luglio 2023 il limite massimo di velocità in tutte le strade urbane di Bologna è passato da 50 a 30 chilometri orari, ad eccezione delle principali vie di scorrimento dove rimane a 50 chilometri orari. Nel rispondere a mie domande sul tema l’assessore competente tra le altre cose diceva che: “sono stati avviati tavoli di lavoro dedicati, tra cui quello sul TPL, struttura portante del sistema della mobilità urbana di Bologna. Sono in corso confronti e analisi di alternative per individuare soluzioni sostenibili anche dal punto di vista gestionale/organizzativo del servizio per l’affidatario, e dal punto di vista competitivo/concorrenziale del servizio per gli utenti. La situazione oggi è sotto gli occhi di tutti, con disservizi e disagi”.
    In commissione Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Stefano Caliandro, la risposta è stata fornita dall’assessore a Infrastrutture e trasporti, Andrea Corsini.
    “Il tavolo che ci coinvolge – ha affermato Corsini – è quello legato al Trasporto pubblico locale (Tpl) ed è in progress. Stiamo analizzando con il Comune di Bologna le modifiche al Tpl, legate alla Città 30 e ai cantieri, che creano problemi ai mezzi su gomma. C’è una valutazione tecnica approfondita, che sarà conclusa nel giro di qualche settimana, su tracciati e orari. Questo comporterà un aumento dei chilometri legato al potenziamento delle corse”. L’assessore ha sottolineato che “rispetto alla Città 30, le ordinanze comunali non rientrano nelle competenze della Regione. Dalla stampa, abbiamo appreso che le strade a 30 km/ora, in via prioritaria, sono quelle più frequentate dalle persone, come scuole, mercate, ospedali, case cura, giardini, impianti sportivi, case di quartiere, con presenza utenti vulnerabili (anziani, bambini, pedoni, ciclabili). Sono state individuate 250 strade pericolose in città. Il Piano del Comune – del costo di 24 milioni per garantire maggiore sicurezza – è una trasformazione progressiva, non solo della velocità, ma dello spazio pubblico di comunicazione ed educazione per modo di vivere la strada, per promuovere la mobilità sostenibile, ridurre inquinamento, rumore e stress, favorire le relazioni di prossimità e il commercio di vicinato”.
    Insoddisfatta della risposta si è detta Evangelisti che si è dichiarata “sorpresa che la Regione faccia il pesce in barile, non entrando nel merito. Poi, però, ci entra esprimendo considerazioni sul Piano, che è ideologico. Ma la giunta dovrebbe entrare nel merito. E’ stato citato il piano del Tpl su cui la Città 30 incide perché riguarda cittadini, studenti, operatori commerciali e categorie produttive che si trovano in sofferenza a causa dei ritardi. La Regione non può far finta che questi disagi non esistano, avrebbe dovuto agire in via preventiva confrontandosi con il Comune”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Infrastrutture e trasporti

    7 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    “Strada di competenza statale”, respinta proposta Rete civica per la “Ravegnana bis”

    “La strada statale in questione è di competenza di Anas, quindi la gestione ricade sul governo”.
    Con queste motivazioni, nel corso commissione Territorio e Ambiente presieduta da Stefano Caliandro, è stata respinta l’idea di una ‘Ravegnana bis’ come proposto in una risoluzione dal capogruppo di Rete Civica Marco Mastacchi.
    Mastacchi analizza le esigenze infrastrutturali e trasportistiche di un’ampia zona della Regione, facente capo alle province di Ferrara, Ravenna e Forlì, “prive di tracciati veloci e di grande capacità per gli scenari futuri che si prospettano per tali territori”. Se infatti Ferrara, scrive Mastacchi, “si porrà tra poco al centro di uno snodo ove convergono le nuove strade della Transpolesana (Vicenza – Verona – nord Veneto), della nuova Cispadana (Carpi, nord Modenese, sud Mantovano) e autostrada Bologna -Venezia -Trieste, le città di Forlì e Ravenna e i territori limitrofi, hanno nel tempo sviluppato una complementarietà industriale e produttiva che non trova corrispondenza nell’attuale rete viaria”. Nel criticare il progetto presentato dal Comune di Ravenna che prevede una spesa di 220 milioni di euro per la risistemazione di 20 km di strada dell’attuale SS67 (conosciuta come Ravegnana o Tosco-Romagnola), Mastacchi contrappone il tracciato della ‘Ravegnana bis’ che “garantirebbe una maggiore fattibilità, economicità unitamente ad un miglior inquadramento strategico di quel territorio, rappresentando l’unico strumento possibile per rivitalizzarlo”.
    In particolare, la ‘Ravegnana bis’ proposta da Mastacchi, partendo da Ravenna, sfrutterebbe parte del primo tronco già esistente di Superstrada E45 per poi svilupparsi in aperta pianura e arrivare a Forlì in corrispondenza del casello autostradale della A14, utilizzando una strada provinciale già esistente che andrebbe allargata allo scopo per un costo stimato che oscilla tra i 40 e i 70 milioni.
    Alla luce della proposta tecnica, il capogruppo di Rete Civica propone una valutazione congiunta del progetto insieme ai comuni interessati (Ravenna, Forlì e Ferrara) “con l’obiettivo di un’effettiva integrazione dei centri economici, in un quadro strategico di sviluppo della viabilità generale dell’Emilia-Romagna,  ritenendo altresì più utile e rispondente alle esigenze del territorio realizzare i tratti mancanti della strada Cispadana extraurbana riprendendo il progetto del 2004, peraltro già approvato dalla stessa Regione, più compatibile anche in termini di sostenibilità economica e ambientale”.
    Di tutt’altro tenore il parere di Marco Fabbri (Pd) che condivide il tema posto e soprattutto l’esigenza di garantire migliori collegamenti al quadrante nord-est della regione, ma ricorda come “la SS67 sia di competenza di Anas, quindi la gestione ricada sul governo.”
    “E’ vero invece -continua il consigliere Pd- che nel Piano regionale integrato dei trasporti vi sono diversi cenni sulla viabilità della zona e che si è svolto un approfondito confronto tra Anas, e i comuni di Ravenna e Forlì da cui sono emerse diverse proposte operative fatte dall’ente nazionale gestione strade tra cui è stata scelta l’ipotesi di un potenziamento del tracciato attuale.”
    Mastacchi, nel prendere atto delle posizioni in campo ha poi sottolineato come, nell’ottica più generale della viabilità che interessa l’area “non si capisce perché si voglia procedere con l’ipotesi della Cispadana quale autostrada a pagamento se il tracciato è già praticamente coperto da strade a scorrimento veloce che garantirebbero maggiore economicità e minore consumo di suolo”.
    La risoluzione è stata respinta con il voto contrario di Pd, Er Coraggiosa, Lista Bonaccini e Italia Viva. A favore Rete Civica e M5s mentre si sono astenuti Fratelli d’Italia e Lega.
    (Luca Boccaletti)

    Infrastrutture e trasporti

    7 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    6-DANONINVIAREBilancio. Riordino

    Personale, funzioni, risorse: la Regione Emilia-Romagna ha portato a termine il processo di riordino delle province previsto dalla riforma Delrio e dalle altre norme in materia di riassetto istituzionale varate negli ultimi anni da governi e Parlamento.
    Questo il quadro emerso dalla relazione sul riordino istituzionale fatta dall’assessore Paolo Calvano nel corso della commissione Bilancio presieduta da Massimiliano Pompignoli.
    Al primo gennaio 2016 risultava trasferito in viale Aldo Moro il personale provinciale addetto alle funzioni ricollocate alla Regione alla luce della legge Delrio, in particolare le funzioni amministrative in materia di agricoltura, caccia, pesca e autorizzazioni ambientali. Oltre ad aver assicurato il ricollocamento del personale provinciale, la Regione ha anche trasferito alle Province e alla Città Metropolitana di Bologna le risorse necessarie per garantire la tenuta dei servizi pubblici, anche a fronte dei tagli alla spesa pubblica fatti dai vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni.

    (Luca Molinari)

    Governo locale e legalità

    7 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Emilia-Romagna. Rimini capitale della Cultura 2026: la visita dei consiglieri regionali

    Tappa riminese per la commissione Cultura dell’Assemblea legislativa presieduta da Francesca Marchetti che si sposta nel capoluogo romagnolo per un giorno in occasione della candidatura di Rimini e della Romagna a “Capitale italiana della Cultura 2026“.
    La capitale italiana della cultura viene indicata ogni anno dal ministero della Cultura e scelta da una commissione di sette esperti nominata dallo stesso Ministero. Nei mesi scorsi Rimini ha avanzato la propria candidatura e la stessa commissione Cultura dell’Assemblea legislativa ha approvato una risoluzione che invita la Regione a sostenere la proposta della città romagnola come Capitale italiana della Cultura 2026: la riunione della commissione Cultura a Rimini va letta proprio in questo senso.
    L’appuntamento è per l’8 febbraio a partire dalla ore 10 quando la commissione sarà nella sede del Comune di Rimini dove, dopo i saluti della Presidente Marchetti, il sindaco Jamil Sadegholvaad presenterà “Vieni oltre. Il futuro qui e ora”, il dossier realizzato a sostegno della candidatura di Rimini e Romagna a Capitale italiana della Cultura 2026. Le conclusioni saranno dell’assessore alla cultura e al paesaggio della Regione Emilia-Romagna, Mauro Felicori. Saranno presenti anche la Presidente del Consiglio comunale di Rimini, Giulia Corazzi, e la Commissione Cultura del Comune di Rimini con il Presidente, Michele Lari.
    I lavori della commissione proseguiranno con le visite al Museo della Città, alla Domus del Chirurgo, al Teatro Amintore Galli e al Fellini Museum.

    Scuola giovani e cultura

    7 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Gerace (Italia Viva): sostenere il turismo a Parma

    Rilanciare il turismo in provincia di Parma, a partire da quello termale.
    A chiederlo, in un’interrogazione, è Pasquale Gerace (Italia Viva) che ricorda come “l’offerta turistica nella provincia di Parma e in generale nella Destinazione turistica “Emilia” è connotata dall’assenza di ambiti prevalenti, ma, al contrario dalla possibilità di unire in unico quadro, anche rispetto alle attività di promozione, la città d’arte con il termalismo, l’appennino con gli itinerari, le tante articolazioni locali della Food Valley con il turismo business legato anche all’offerta fieristica e anche i territori della Destinazione turistica “Emilia” e in esso quello della provincia di Parma possono, in questo quadro e utilizzando le opportunità previste dalla richiamata legge regionale n. 4 del 2016, cogliere il ritrovato trend di crescita del movimento turistico”.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’esecutivo regionale “quali iniziative, in raccordo con gli Enti locali, con la Destinazione turistica “Emilia” e con le organizzazioni di settore, possono essere individuate per accrescere la capacità progettuale del territorio provinciale di Parma nel campo turistico e in particolare per sostenere una piena ripresa dell’offerta relativa alle terme e alla connessione con altre offerte quali quella delle città d’arte, dell’Appennino, della Food Valley e degli itinerari”.
    (Luca Molinari)

    Imprese lavoro e turismo

    7 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Approvata proposta di Rete civica di sostegno al turismo in Appennino

    È stata approvata la risoluzione di Rete civica (emendata dal Pd) che chiede di riqualificare le strutture ricettive in Appennino ampliando l’offerta verso un turismo di lusso utilizzando anche i fondi del Pnrr.
    Il documento è stato votato in commissione Politiche economiche, presieduta dalla vice presidente Palma Costi. I consiglieri hanno anche approvato tre emendamenti del consigliere Matteo Daffadà (Pd).
    Mastacchi vuole impegnare la giunta a rilanciare il territorio e ad ampliare “l’offerta commerciale verso un turismo di lusso, poiché la competitività sul mercato globale richiede standard elevati, potenziando anche i servizi complementari offerti come il fitness, i percorsi ciclabili e la rete escursionistica, per stabilizzare e incrementare la tendenza dei turisti a trascorrere le proprie vacanze estive fra i monti”.
    Secondo Daffadà (Pd) “la Regione è sempre a favore dello sviluppo della montagna per lo sviluppo e il turismo, che sta crescendo. Dopo un confronto con Mastacchi, ritengo importante rimarcare quanto la giunta ha fatto in questi mesi, con i bandi e i finanziamenti che arriveranno sui territori. Siamo disponibili a sollecitare chi programma i fondi Pnrr per turismo e ricettività e indirizzarli sulle aree interne e montane”.
    La montagna attrae sempre più turisti, anche in estate, continua Mastacchi: “Significa che va delineandosi un’offerta sempre più destagionalizzata, capace di attrarre visitatori in ogni periodo dell’anno, fornendo un assist al fondamentale processo di contrasto al sovraffollamento turistico delle località balneari”. La montagna dell’Emilia-Romagna è ricca di cultura e di antiche vie di pellegrinaggio (ben 14) su cui si trovano abbazie, cattedrali, conventi. Il settore turistico ha “enormi potenzialità sia per incrementare l’occupazione, sia per creare benefici alle comunità locali, ma necessita di un programma strutturato che vada oltre gli incentivi per l’acquisto di abitazioni” e divenga un sostegno per chi vuole creare attività commerciali ed economiche in Appennino.
    Grazie alla bellezza dei borghi, conclude Marco Mastacchi, va migliorata e diversificata l’offerta “riqualificando le strutture ricettive presenti e ampliando l’offerta anche verso un turismo di lusso, rafforzando i servizi complementari come il fitness, i percorsi ciclabili e i cammini non più solo per pellegrini, ma rivolti a un turista che vuole una vacanza sostenibile e all’insegna dell’avventura, in zone ricche di cultura e di grandi bontà gastronomiche, con punti di ristoro e una copertura digitale”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Imprese lavoro e turismo

    6 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    La Regione investe 400mila euro a tutela dei consumatori

    Iniziative e corsi contro il divario digitale, educazione al consumo consapevole, contrasto alle truffe, aperture di sportelli per fornire ai cittadini informazioni e suggerimenti per sfuggire ai raggiri. Favorire la soluzione extragiudiziale delle controversie tra utenti e fornitori. Particolare attenzione sarà rivolta a una cultura consapevole dell’uso del denaro per favorire il risparmio. Per i prossimi due anni la Regione Emilia Romagna investirà 400mila euro a tutela dei consumatori: lo prevede il piano approvato dalla commissione Politiche economiche presieduta da Manuela Rontini.
    Per affermare i diritti di consumatori e utenti verranno coinvolte le associazioni a loro difesa per realizzare progetti mirati che devono operare su due linee: da un lato sostenere le associazioni che assistono i cittadini nelle controversie legali o nella loro risoluzione in modo extragiudiziale, dall’altro favorire le azioni di informazione verso consumatori e utenti. I progetti terranno conto delle necessità emerse durante la pandemia da Coronavirus e l’alluvione dello scorso maggio. In particolare saranno realizzate iniziative in collaborazione con le scuole per rivolgersi alle nuove generazioni.
    “Il post-Covid ha evidenziato le difficoltà economica e finanziaria di famiglie e imprese, ma in primo modo delle famiglie: la legge a sostegno dei consumatori prevede impegni a sostegno di questi temi. Mi aspettavo, ma non è così, iniziative specifiche a sostegno dei progetti che contengono interventi che vanno in questo senso”, spiega Michele Facci (Gruppo Misto).
    “Sono stato relatore della legge da cui deriva questo piano e posso affermare che c’è coerenza tra gli obiettivi del piano e il piano a sostegno di utenti e consumatori che stiamo discutendo: non posso che dirmi soddisfatto”, sottolinea Gabriele Delmonte (Lega).
    (Luca Molinari)

    Imprese lavoro e turismo

    6 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Gibertoni (Misto): collaborare con Anas per contrastare incidenti che coinvolgono fauna selvatica

    Collaborare con Anas per contrastare gli incidenti che coinvolgono la fauna selvatica.
    A chiederlo, in un’interpellanza, è Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) che ricorda come “il 19 gennaio 2024 sulla strada panoramica Acciaioli (che separa la Valle Bertuzzi dal Lago delle Nazioni) con un percorso che collega Goro a Mesola, si è verificato un incidente stradale che ha visto coinvolti un’autovettura, con a bordo solo la conducente, e due ungulati, daini o cervi, e dei quali uno sarebbe rimasto ucciso”.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’esecutivo regionale “se non ritenga opportuno cogliere la disponibilità dimostrata da parte di ANAS, di valutare e collaborare alle attività di prevenzione degli incidenti causati dalla fauna selvatica, e di cui già dava atto la risposta in una mia precedente interpellanza, da parte dell’assessore regionale Corsini, nella seduta assembleare del 23 maggio 2023, così come la stessa disponibilità dimostrata recentemente dal Parco del Delta del Po e se ci sia stato un qualche passo avanti nella predisposizione di interventi atti alla prevenzione degli incidenti che vedano coinvolta la fauna selvatica, in particolare i due nuclei di daini di Lido di Classe e Lido di Volano, e in quali tempi si preveda di realizzare le eventuali proposte ipotizzate”.
    (Luca Molinari)

    Infrastrutture e trasporti

    6 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Cau: le posizioni dei consiglieri regionali

    A gennaio 2024 i Pronto soccorso dell’Emilia-Romagna hanno fatto registrare un acceso inferiore del 6% rispetto allo stesso periodo del 2023. Nei primi tre mesi del nuovo anno, infatti, sono state quasi 39mila le persone (che superano i 50mila considerando anche l’attività di Ferrara, tra le prime a partire in via sperimentale, e una previsione di 500mila nel 2024) che si sono recati in uno dei 30 Centri di assistenza urgenza (Cau) dell’Emilia-Romagna, i nuovi presidi medici di prima assistenza, realizzati per ridurre la pressione sui Pronto soccorsi. Nel complesso 8 pazienti su 10 ricevono assistenza e cura direttamente nel Cau. Il 60% dei medici ha meno di 35 anni. I tempi medi d’attesa sono inferiori ai 90 minuti e assistenza e cura sono prestate in loco nella stragrande maggioranza dei casi (83%). Problemi ortopedici, gastrointestinali e disturbi minori sono i motivi d’accesso più frequenti (52%).
    Questo il bilancio dei primi tre mesi dell’attività dei Cau fatta dall’assessore alla Sanità Raffaele Donini nel corso della commissione Politiche per la Salute presieduta da Ottavia Soncini. “I dati e i primi riscontri ricevuti dal personale che lavora e dai pazienti che accedono ai Cau ci restituiscono un sistema che funziona e che siamo fiduciosi possa essere confermato e migliorato nel tempo, considerando la complessità, anche organizzativa”, spiega Donini per il quale “i cittadini iniziano a conoscere i Centri di assistenza urgenza e vi accedono in modo appropriato, quando hanno problemi o disturbi di bassa complessità”.

    Daniele Marchetti (Lega) ha commentato: “Per valutare il servizio è necessario ragionare su altri aspetti come quanti accessi ai Cau vengono poi reindirizzati al pronto soccorso più vicino. Se la logica è alleggerire il carico dei Ps è fondamentale non solo vedere il dato crudo degli accessi ai Cau ma capire l’effettiva pressione che c’è poi sui Ps. Mi domando anche come vengono gestiti i pazienti che richiedono prestazioni specialistiche: vengono accompagnati in ambulanza o con la Pubblica assistenza? Si spostano autonomamente anche se talvolta risulta difficile? Non è una gran miglioria per il paziente. È opportuno fare anche un quadro sulle differenze di presa in carico nei Cau. Certi funzionano h24 certi h12: perché c’è questa differenza tra territori? Altro punto è la coesistenza tra Pronto soccorso e punti di primo intervento. Bisogna fare chiarezza su ciò che rimarrà a livello territoriale. Ci saranno altri Pronto soccorso o punti di primo intervento depotenziati o soppressi? I punti primo intervento sono fondamentali, soprattutto nelle aree più periferiche per cui siamo contrari a questa operazione. Vanno considerate tutte le ripercussioni in termini di servizi”.
    Per Emiliano Occhi (Lega) “il tema dei Cau era quello di abbassare gli accessi ai Pronto soccorso, ma nelle zone periferiche una difficoltà è di essere più distante dalle strutture emergenziali. Centralizzare in aree pedemontane potrebbe aiutare ma il tema è anche quello di dover gestire il personale. Ci vorrà tempo per capire la fruibilità di questo sistema. La questione andrà approfondita così come il tema del personale perché i turni sono aumentati. E il paziente non percepisce le difficoltà del personale. Un conto è avere Cau in ospedale, un conto in struttura decentrata. È importante che le strutture siano dotate di attrezzature se no siamo di fronte a guardie mediche depotenziate”.

    “L’assessore ci ha parlato di numeri: avremmo preferito parlare di fatti avvenuti in questi mesi di operatività dei Cau, abbiamo chiesto di sapere cosa accade nel Cau di Imola e in Romagna dove i cittadini fanno lunghe ore d’attesa, dei fatti che hanno riguardato persone che si sono rivolti ai Cau e hanno avuto problemi. Purtroppo non abbiamo ottenuto risposte”, spiega Marta Evangelisti (Fdi) per la quale “in merito ai dati riferiti dall’assessore si dovrebbe dire se è calato solo il numero di accesso al Pronto soccorso o anche la pressione su medici e pazienti: a noi risulta che la pressione sui Pronto soccorsi non sia calata, ce lo dicono medici e pazienti. Ci aspettiamo risposte sul Cau di Vergato, in provincia di Bologna, per il cronoprogramma degli interventi promessi”.

    “I dati ci dicono che i Cau non sono la bacchetta magica con cui risolvere tutti i problemi dell’urgenza sanitaria, ma ricordiamoci sempre da quale situazione siamo arrivati: una carenza endemica di personale medico e infermieristico nei Pronto soccorso da cui se ne era andato troppo personale medico a fronte dei tanti codici bianchi”, spiega Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) che ricorda come “la scorsa settimana sono andato in visita al Cau di Reggio Emilia e ho visto che le cose vanno bene, specie per l’entusiasmo dei giovani medici che ci lavorano. E’ attiva anche una presa in carico telefonica per chi si rivolge ai Cau e abbiamo visto che anche questo tipo di personale è altamente qualificato. Col Cau di Reggio Emilia abbiamo interrotto il ricordo dei medici a gettone, che era uno degli obiettivi che ci si era posti”.

    Valentina Castaldini (Forza Italia) ha sottolineato come “sia necessario lavorare su dati e documenti condivisi perché quelli forniti sono una vostra lettura della realtà. Servono elementi più strutturati e più rigorosi perché si tratta del futuro della prima emergenza dell’Emilia-Romagna. Sono stati chiusi dei pronto soccorso ed è stata sbagliata la tempistica. Bisognava partire dai grandi ps e poi arrivare alle periferie. Inoltre, è sempre passato il concetto che i Cau sarebbero stati gratuiti ma studenti e lavoratori che non sono di questa regione si sono trovati a pagare un ticket di 20 euro. Non c’è stata chiarezza su questo aspetto. Spero ci si possa ritrovare fra qualche settimana per una comparazione seria”.
    Valentina Stragliati (Lega) ha aggiunto: “I Cau dovrebbero accogliere codici bianchi e verdi. Le tempistiche di presa in carico non sono assolutamente verosimili. Queste strutture possono essere una soluzione efficace ma l’organizzazione va migliorata perché i tempi sono molto lunghi. Bisogna controllare anche la fuga di medici specialisti e serve una riflessione seria. Infine: quando verranno attivati i nuovi Cau annunciati? Ad esempio, a Castel San Giovanni (Piacenza) per coprire le ore di chiusura del pronto soccorso. Stiamo lottando per una riapertura h24”.

    “Il calo degli accessi al Pronto soccorso va bene, è il segno che la riorganizzazione ha preso la strada giusta”, spiega Silvia Zamboni (Europa Verde) che ricorda come “occorre prevedere una campagna informativa verso i cittadini per far capire loro come comportarsi nel sistema Cau, Pronto soccorso”.

    “E’ sempre brutto assistere a una conferenza stampa e poi dopo il dibattito in commissione: mi pare che non ci sarebbero stati particolari problemi ad assistere all’informativa dell’assessore in commissione prima della sua conferenza stampa”, sottolinea Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) per la quale “mi pare si vada nella giusta direzione, anche se manca una precisa comunicazione verso i cittadini sul come comportarsi. Lo avevo detto per tempo, mi pare che non ci siamo ancora arrivati quindi ripeto il sollecito a comunicare meglio le modalità di accesso al Cau, che è uno strumento utile”.

    Marilena Pillati (Pd) ha evidenziato “l’importanza di mettere a fuoco il numero di accessi per valutare l’efficacia di una riorganizzazione che nel tempo potrà essere modificata per raggiungere gli obiettivi. Fa da sfondo la criticità riguardante il personale sanitario. Gli accessi ai Cau in qualche modo possono risentire di questi elementi. Il tempo ci aiuterà ad acquisire più dati per fare un’analisi più accurata delle diverse tipologie di Cau e capire come indirizzare la comunicazione sul servizio”.
    Nel replicare alle osservazioni dei consiglieri, il direttore generale dell’assessorato alla Sanità Luca Baldino sottolinea come sia calata la pressione sui ps e sia stato sventato il rischio di una loro chiusura, mentre Donini conferma come sia in corso anche un questionario di gradimento sui Cau e ha assicurato come si continuerà a investire sui ps.

    (Lucia Paci e Luca Molinari)

    Sanità e welfare

    6 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Evangelisti (Fdi): assicurare trasporto dignitoso a utenti Porrettana

    “Assicurare un trasporto dignitoso ai lavoratori della linea ferroviaria ‘Porrettana’ piuttosto che concentrarsi sul progetto del passante di Pianoro.”
    A porre la sollecitazione all’esecutivo regionale è la capogruppo di Fratelli d’Italia Marta Evangelisti, la quale informa di un nuovo disagio registrato nella mattinata odierna quando, “a causa di un guasto il treno delle 6.08 da Porretta a Bologna ha viaggiato con 33 minuti di ritardo con comprensibile disappunto da parte dell’utenza”.
    Il guasto ha poi finito per interessare altri convogli con la cancellazione di due corse che si vanno a sommare ad analoga cancellazione di convoglio registrata nella mattinata di Sabato 3 febbraio confermando -conclude Evangelisti- “come siano frequenti i ritardi su questa linea.”
    Ricordando come il progetto del passante di Pianoro costituisca un punto importante del Piano urbano della mobilità, “dal momento che -prosegue la capogruppo- dovrebbe assicurare un treno ogni 10 minuti alla cintura bolognese”, Evangelisti esorta l’esecutivo a risolvere i problemi dei ritardi e soppressioni di convogli sulla linea che serve la valle del Reno, “assicurare un trasporto dignitoso ai pendolari della Porrettana e parimenti confermare se “permanga valido il progetto del passante di Pianoro che contribuirebbe verosimilmente ad aumentare i ritardi dei treni sulla linea Bologna-Porretta”.
    (Luca Boccaletti)

    Infrastrutture e trasporti

    6 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Mastacchi (Rete Civica): proroga stato di emergenza per territori alluvionati

    “Chiedere al Governo la proroga dello stato di emergenza al fine di assicurare agli organi deputati al soccorso e sicurezza, alle comunità, alle famiglie e alle imprese interessate dagli eventi alluvionali, una più celere ripresa e un ritorno alle normali condizioni di vita nei territori coinvolti dall’alluvione dello scorso maggio”.
    Così Marco Mastacchi (Rete Civica) con un’interrogazione in cui sottolinea “le oltre 8mila frane mappate nei territori collinari dei territori interessati dai fenomeni atmosferici estremi della scorsa primavera”.
    In vista del termine del periodo di emergenza nazionale del prossimo maggio, Mastacchi sottolinea quindi come sia “indispensabile sostenere la ripresa socio-economica, produttiva e di messa in sicurezza delle comunità interessate dall’alluvione” e considerando anche il protrarsi degli interventi di ricostruzione, chiede la proroga dello stato di emergenza.
    (Luca Boccaletti)

    Ambiente e territorio

    6 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO