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    Pompignoli (Lega): mettere in sicurezza il quartiere Romiti e il ponte Schiavonia

    Massimiliano Pompignoli (Ln)

    Definire quali siano i lavori di ripristino previsti “per la totale e definitiva messa in sicurezza del quartiere Romiti (Forlì) con particolare attenzione al ponte di Schiavonia e al sottostante fiume Montone”.
    Massimiliano Pompignoli (Lega) chiede spiegazioni alla giunta e ricorda come l’alluvione del maggio 2023 ha “provocato ingenti danni e situazioni critiche, ad oggi ancora disastrose, in quasi tutti i fiumi del territorio”. Il consigliere afferma anche come “determinati territori vivono ancora, a distanza di quasi 9 mesi, senza gli argini dei fiumi ancora distrutti, mai ripristinati e con quantità impressionanti di detriti, tronchi e rami dentro i corsi fluviali”. Per il leghista, nell’area ricadrebbe anche il fiume Montone, soprattutto nella zona del quartiere Romiti e del ponte di Schiavonia che “è uno dei punti nevralgici di Forlì e collega numerosi quartieri al centro storico della città”. L’interrogazione è stata discussa in commissione Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Stefano Caliandro.
    “Già nel novembre scorso – continua il consigliere – si è verificato un rapido innalzamento del fiume Montone non per il quantitativo di pioggia caduta, ma a causa di detriti, tronchi e rami che hanno letteralmente bloccato il corso fluviale proprio sotto il ponte di Schiavonia e facendo un rapido sopralluogo, si nota chiaramente la totale incuria dell’alveo e del ponte stesso: a ben vedere, infatti, solo un arco del ponte è ‘libero’ mentre l’altro è completamente ostruito da una vera e propria montagna di detriti e fango che occlude del tutto il libero passaggio del fiume, con le chiare conseguenze del caso”.
    Pompignoli chiede il dettaglio degli interventi di messa in sicurezza previsti nella zona e anche ”su quale sia il progetto di ripristino integrale degli argini e degli archi del ponte a seguito degli eventi metereologici di maggio 2023 e le tempistiche di realizzo”.
    La vicepresidente e assessore all’Ambiente, Irene Priolo, ha risposto che “oltre agli interventi di somma urgenza, con un’ordinanza è previsto – e la progettazione è già avviata – intervento importante nelle golene private dove la Regione abbasserà i piani golenali per ottenere una maggiore capacità di laminazione. I lavori sono previsti entro l’estate. Avremmo, però, bisogno di lavorare in commissione sui piani speciali. La messa in sicurezza è dovuta sì agli interventi, ma anche dai piani speciali che sono allo studio con il commissario. Il 31 marzo ci sarà la prima impostazione dei piani speciali e il 30 giugno l’elenco delle opere. Sarebbero utili due passaggi in commissione per l’analisi della strategia di ricostruzione”.
    Pompignoli ha replicato di “essere parzialmente soddisfatto, ma non possiamo aspettare tanto. La preoccupazione dei cittadini è per le piogge di aprile e maggio e serve una soluzione per tranquillizzarli”.
    Il presidente Caliandro ha “accolto con favore l’appello della vicepresidente Priolo e la commissione è a disposizione per ulteriori incontri”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Ambiente e territorio

    14 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Via libera allo schema di regolamento per concime animale

    Ha avuto parere favorevole lo Schema di Regolamento regionale in materia di concimi animali, digestato e delle acque reflue. Il parere è venuto dalla commissione Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Stefano Caliandro.
    La giunta ha spiegato l’iter normativo – le leggi dalla Ue arrivano alla Regione – e come la direttiva nitrati preveda l’obbligo di designare le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola. Le Regioni, cioè, devono decidere come utilizzare in ambito agronomico i concimi animali, le acque di vegetazione, frantoi oleari e acque reflue. Ora il Regolamento passerà all’attenzione dell’Assemblea.
    Emiliano Occhi (Lega) ha chiesto chiarimenti sul compito della commissione “perché il documento è corposo e lo abbiamo avuto poco tempo fa. Ci sono stati emendamenti delle associazioni di agricoltori, ma non sono accolte. IL regolamento contiene misure che non vanno verso la semplificazione. Le aziende hanno ancora pesanti aggravi burocratici”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Ambiente e territorio

    14 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Contrastare i vandalismi contro gli autovelox, disco verde a proposta Lista Bonaccini

    Ha avuto il voto positivo la risoluzione di Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) che impegna la giunta a contrastare gli atti di vandalismo contro autovelox e dossi artificiali e a sostenere gli enti locali per valutare il miglior posizionamento o ripristinare i macchinari che controllano la velocità stradale.
    La consigliera sottolinea la frequenza con cui si susseguono le notizie di danneggiamenti ai manufatti dispiegati sul territorio nel quadro di dissuasione della velocità stradale, e sottolinea come “il bene comune più importante danneggiato è quello della sicurezza stradale, perché autovelox, box, dossi artificiali e altri manufatti sono parte integrante delle misure finalizzate alla diffusione di condotte di guida rispettose non solo della legalità, ma della vita e della sicurezza, altrui e propria.”
    A fronte di dati sempre più inquietanti sull’incidentalità (in Emilia-Romagna sono 311 le persone decedute in incidenti stradali) Bondavalli richiama il forte impegno della giunta sul tema della sicurezza, con una “strategia d’intervento regionale che prevede diverse azioni, dall’educazione e dalla diffusione della cultura della sicurezza stradale ai finanziamenti per interventi sulle infrastrutture” e chiede un intervento deciso nei confronti del governo nazionale.
    (Gianfranco Salvatori)

    Infrastrutture e trasporti

    13 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Ok a ER Coraggiosa: fondi a case e ostelli in immobili pubblici per attività extralberghiera

    E’ stata approvata – anche con i voti della minoranza – la risoluzione di ER Coraggiosa che impegna la giunta a emanare un nuovo bando per contribuire alla riqualificazione delle case per ferie, degli ostelli e dei rifugi che esercitano la propria attività extralberghiera in immobili di proprietà pubblica. E’ la richiesta contenuta in una risoluzione del consigliere Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) nell’ottica di promuovere un’alternativa agli affitti a breve durata.
    In Emilia-Romagna, nel 2023, si sono registrati 62 milioni di turisti, dati superiori a quelli della pandemia del 2020, ha scandito Amico. “Negli ultimi anni – ha spiegato il consigliere – a fronte di un incremento costante dei flussi turistici nelle città, si è registrata un’esplosione degli affitti turistici a breve durata, il cosiddetto ‘modello Airbnb’, concorrendo a determinare una mancanza cronica di alloggi disponibili per l’affitto di medio o lungo periodo e la conseguente impennata dei prezzi degli affitti ‘ordinari’ ai danni di famiglie di lavoratori e studenti. Per la sola città di Bologna (i dati risalgono all’autunno 2023) e solamente sulla piattaforma Airbnb, il numero degli immobili per gli affitti turistici e di breve durata è passato da circa 800 abitazioni intere e 600 stanze private nel 2015 a circa 1.800 case e circa 1.300 stanze nel 2018. Inoltre, gli alloggi per i quali è stata presentata dichiarazione formale agli enti pubblici risultano molto inferiori agli alloggi effettivamente disponibili sulle piattaforme, con un rapporto stimato di un alloggio dichiarato contro dieci disponibili, innescando così fenomeni di evasione fiscale e di concorrenza sleale fra gli operatori sul mercato”.
    “Le strutture definite dalla legge regionale 16 – ha aggiunto Amico – case per ferie, ostelli per la gioventù, rifugi escursionistici ed alpini, di norma, sono di proprietà di enti pubblici e sono gestite da enti di carattere morale o religioso, da associazioni di  promozione sociale, da cooperative sociali, operanti senza scopo di lucro ai fini del turismo sociale e giovanile. Possono essere gestite anche da operatori privati profit, previa convenzione con l’ente pubblico, che regolamenta le tariffe e le condizioni di esercizio dell’attività. Inoltre, queste strutture ricettive privilegiano i gruppi e mantengono legami stretti con le comunità e i territori che le ospitano”.
    Per il consigliere Michele Facci (Gruppo misto) “la delibera del 2023 che ha previsto le regole per usare i fondi Por Fesr ha dimenticato diverse realtà meritevoli. Le strutture indicate hanno una funzione importante in un’ottica turistica e di ricettività. In queste attività escluse, che si vogliono reinserire nei finanziamenti, credo non debbano essere considerati solo gli immobili pubblici. Nel Bilancio 2024, c’è un ordine del giorno che dà la possibilità di dare contributi a rifugi alpini di proprietà del Cai, perché si dice che possono usufruire dei fondi anche enti, associazioni e privati, purché siano rifugi alpini. Vedo una disparità di trattamento”.
    Secondo Francesca Marchetti (Partito democratico) “i soggetti dell’extralberghiero hanno diverse peculiarità. Le strutture richiamate sono variegate. Oltre a perimetrare i soggetti pubblici e privati è importante realizzare una mappatura che possa essere utile anche ai fini della risoluzione e dare una risposta ai bisogni emergenti in regione. Propongo di avviare un gruppo di lavoro per approfondire l’argomento”.
    Simone Pelloni (Rete civica) ha detto che “avevo già chiesto alla giunta di prestare attenzione alle strutture indicate in questa risoluzione. Concordo nell’allargare il campo ad altri immobili. Sono perplesso perché indicando solo la proprietà pubblica si possano creare disparità”.
    Gabriele Delmonte (Lega) ha trovato “fuori contesto il richiamo a Airbnb perché sembra che si voglia combattere quel sistema. Manca, poi, il tema delle strutture alberghiere – il vecchio bando prevedeva fondi per ammodernarle. Va valutata la riconversione di edifici, in particolare nei Comuni montani, che oggi non sono strutture ricettive. Infine, se una risoluzione della maggioranza chiede di “valutare” significa che non ci saranno risultati in tempi brevi”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Imprese lavoro e turismo

    13 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Assemblea: tutelare e promuovere la produzione italiana di derivati del pomodoro

    Sì alla tutela e alla promozione della produzione italiana di derivati del pomodoro, come richiesto dalle organizzazioni che operano nel settore. L’Assemblea legislativa ha approvato la risoluzione presentata da Pasquale Gerace (Italia Viva, primo firmatario) e condivisa da Giulia Pigoni (Iv), Marco Mastacchi (Rete Civica), Mirella Dalfiume, Manuela Rontini e Marcella Zappaterra (Partito democratico), Fabio Rainieri (Lega) e Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini).
    “L’obiettivo -ha precisato Gerace- è che vengano adottate misure per proteggere i produttori locali dalla concorrenza sleale, promuovere la qualità e la sostenibilità dei prodotti italiani, e garantire che i consumatori abbiano accesso a prodotti di alta qualità. A tal fine, è opportuno collaborare con le istituzioni europee e nazionali per implementare misure che garantiscano trasparenza, equità e sostenibilità nella filiera del pomodoro, attraverso l’adozione di normative più rigorose sull’etichettatura dei prodotti, l’introduzione di dazi sulle importazioni di pomodori da paesi che non rispettano gli standard europei, e l’adozione di misure per promuovere la produzione locale di pomodori”.
    “Vi è preoccupazione -ha continuato il consigliere- per la crescita delle importazioni nell’Unione Europea di derivati del pomodoro dai Paesi extra europei che producono a basso costo e in assenza dei requisiti etico sociali. Ovviamente vi è divario tra i costi delle filiere europee che producono in modo etico e sostenibile applicando la corretta remunerazione dei fattori produttivi rispetto a quelli dei Paesi extra europei, determinando quindi le condizioni favorevoli a un fenomeno ormai diffuso tra le aziende europee di seconda trasformazione, cioè l’acquisizione di derivati del pomodoro da Paesi come Cina, Iran, Turchia ed Egitto, che offrono prodotti a basso costo, anche se con standard etico-sociali ed ambientali limitati al fine di abbassare i costi di produzione. Tutto ciò danneggia le filiere europee che vendono i loro prodotti con elevati standard di sostenibilità ambientale e sociale sul mercato interno a causa delle differenze in termini di qualità, affidabilità, sostenibilità ed eticità”.
    Per Fabio Rainieri (Lega) “la risoluzione ha ragione d’essere in un momento in cui gli agricoltori sono fin troppo vessati dalle politiche dell’Unione europea. I produttori italiani di pomodoro non solo sono soggetti a controlli molto severi ma utilizzano metodi di produzione attenti alla salubrità del prodotto. C’è bisogno di fare di più per tutto il mondo dell’agricoltura e per gestire la produzione di pomodoro in modo corretto”.
    Mirella Dalfiume (Pd) ha aggiunto: “Le tipicità si costruiscono anche attraverso processi economici che hanno caratterizzato Paesi diversi. Il pomodoro è una filiera importante anche per la nostra regione: oltre un terzo di produzione e trasformazione nazionale sono concentrate nella nostra regione ed è giunto sostenere il principio di responsabilità dell’importatore istituendo una black list dei paesi che non rispettano i requisiti”.
    Per Marco Mastacchi (Rete Civica): “In questi giorni ci sono manifestazioni in tutta Europa e con questa risoluzione possiamo dare un messaggio agli agricoltori che si trovano in difficoltà. L’agricoltura è in ginocchio e serve un’analisi approfondita del settore. Ricordo che in Emilia-Romagna, nel ferrarese, diversi coltivatori stanno segnalando la presenza di una pianta infestante che incide sul calo della produzione di pomodoro”.
    Silvia Zamboni (Europa Verde) ha sottolineato: “C’è il tema del giusto compenso sul quale avevo presentato una risoluzione: gli accordi commerciali internazionali strozzano gli agricoltori i cui costi di produzione spesso sono superiori ai ricavi. Non vengono premiati i paesi che fanno un uso ridotto di pesticidi. Rinnovo anche la richiesta dell’impegno a detossificare la nostra agricoltura”.
    Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) ha commentato: “Occorre che ognuno faccia la propria parte. Il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida lo sta facendo, ascoltando le parti in causa, e sarà presente a ‘Tomato world’ in programma questa settimana a Piacenza per raccogliere tutti gli spunti che arriveranno dal convegno”.
    (Lucia Paci)

    Imprese lavoro e turismo

    13 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Alloggi pubblici: confronto in Aula sui criteri per l’assegnazione

    “Evitare squilibri dovuti a impropria ponderazione dei parametri concorrenti per rilevare lo stato di bisogno per l’assegnazione degli alloggi Erp”. Disco verde dell’Assemblea legislativa a una risoluzione di Pd-Italia Viva-ER Coraggiosa-Lista Bonaccini-Europa Verde sulla gestione dell’edilizia pubblica. Respinta, invece, una risoluzione della Lega per impegnare la giunta a eliminare il divieto di applicazione, da parte dei Comuni, di premialità legate all’anzianità di residenza nell’assegnazione degli alloggi di edilizia pubblica.
    “Nella scorsa legislatura la Lega, quando si discussero le nuove regole sugli alloggi di edilizia pubblica, prese posizioni nette tanto che si permise ai sindaci di avere l’autonomia di decidere quanti anni di residenza servivano per poter vedersi assegnato un alloggio pubblico. Ora siamo straniti dalla decisione della Regione di cancellare questa possibilità minando l’autonomia dei sindaci e discriminando chi vive da più tempo nel territorio comunale: noi non facciamo distinzione tra italiani e non italiani, cittadini che, indipendentemente dalla nazionalità, vivono o meno in un Comune”, spiega Matteo Rancan (Lega) nel presentare la risoluzione della Lega e sottolineando come “è giusto che un sindaco possa aiutare chi vive da più tempo nel territorio del Comune, ci sono anche tanti stranieri che vivono da tempo sul territorio e sono integrati. Chiediamo che la delibera della giunta venga subito rivista prima di completare il suo iter”.
    “La giunta ha già deliberato, deve esprimersi la commissione e penso che si debbano fare valutazioni serene, nella commissione competente ci saranno tutte condizioni per una sintesi che tenga sicuramente conto della residenzialità storica, ma non nei termini indicati dalla Lega”, spiega Giulia Pigoni (Italia Viva) nel presentare la risoluzione della maggioranza di cui è prima firmataria.
    A favore della risoluzione della Lega, invece, Giancarlo Tagliaferri (Fdi) che ricorda come “la premialità legata alla residenza è una norma di buon senso perché lega al territorio chi chiede di vedersi assegnato un alloggio pubblico, un legame che vale anche per chi, venendo da un altro Paese, si è inserito contribuendo alla crescita di un territorio”. Netto anche Daniele Marchetti (Lega) che ricorda come una gran percentuale di alloggi Erp siano assegnati a stranieri: “Non c’è nessuna discriminazione verso gli stranieri: i numeri dicono che i criteri di premialità devono essere incrementati perché tutelare chi vive da tempo in un territorio pagando le tasse e contribuendo alla crescita della comunità è un fatto di giustizia sociale”.
    “Votiamo no alla risoluzione della Lega e a favore di quella della maggioranza”, annuncia Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa), mentre Stefano Bargi (Lega) ribadisce la bontà della proposta del Carroccio in quanto difende un modello di sussidiarietà che tutela i Comuni. “Fratelli d’Italia vota a favore della risoluzione a prima firma Matteo Rancan perché raccoglie in pieno i temi da noi posti relativamente alla gestione degli alloggi Erp: i sindaci devono avere la possibilità di agire in autonomia. Prendiamo atto di un parziale cambio di marcia della maggioranza. La risoluzione a prima firma Pigoni mi pare in estrema sintesi una modo per dare un contentino in vista di un cambio di passo”, spiega Marta Evangelisti (Fdi).
    Voto a favore della risoluzione della maggioranza e contrario a quella della Lega dal Partito democratico: “La risoluzione della Lega ‘impegna la giunta’ per modificare una delibera che la giunta ha già approvato, la delibera in questione è già oggetto di discussione in commissione e non ha senso chiedere alla giunta di intervenire”, spiega Marcella Zappaterra (Pd).
    (Luca Molinari)

    Sanità e welfare

    13 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Zappaterra (Pd): attacchi di lupi e volpi, sostenere agricoltori e fattorie didattiche

    E’ necessario “un intervento urgente per fornire sostegno economico e strutturale agli allevatori e alle fattorie didattiche del territorio regionale, in particolare per le aree maggiormente esposte, al fine di far fronte a questa emergenza, evitando piani di abbattimento e promuovendo la coesistenza tra attività agricole e fauna selvatica”.
    Lo chiede, in un’interrogazione alla Regione, la capogruppo del Partito democratico, Marcella Zappaterra.
    In provincia di Ferrara si assiste, afferma la consigliera, “a un significativo aumento della presenza di lupi, che causano danni considerevoli agli allevatori locali, decimando le greggi e causando perdite economiche” e la situazione “va peggiorando”. Secondo Zappaterra, oltre agli agricoltori, che accusano diversi danni, a essere impotenti sono anche i proprietari di fattorie didattiche, tutti “privi di mezzi efficaci per la difesa degli animali e senza ricevere adeguati sostegni economici”.
    Per Marcella Zappaterra, “è essenziale proteggere le attività agricole, preservando al contempo la fauna selvatica come lupi e volpi, senza ricorrere a piani di abbattimento” ma anche potenziando le strutture di ricovero degli animali, introducendo aiuti, sovvenzioni e sussidi per gli allevatori che potenzieranno le difese. Vanno salvaguardate, conclude la capogruppo, “le economie locali e l’educazione ambientale fornite dalla rete delle fattorie didattiche, senza compromettere l’ecosistema naturale”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Ambiente e territorio

    13 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Assemblea approva proposta Pd: sostegno a impianti eolici e fotovoltaici in Adriatico

    Sì a impianti eolici e fotovoltaici offshore per la produzione di energia elettrica nell’alto Adriatico, sostenendo l’hub energetico Agnes, riducendo al minimo gli impatti paesaggistici, tutelando il turismo e le imprese di pesca e acquacoltura. L’Assemblea legislativa ha approvato la risoluzione del Partito democratico a prima firma Manuela Rontini e sottoscritta anche da Marcella Zappaterra, Marco Fabbri, Stefano Caliandro, Luca Sabattini.
    “Ravenna è capitale europea dell’energia da 70 anni -ha affermato la consigliera- ed è sempre più necessaria la realizzazione di grandi impianti di energia rinnovabile, che ci permettano di sfruttare in maniera intelligente le fonti eoliche e fotovoltaiche. Il progetto Agnes, localizzato oltre le 12 miglia nautiche dalla costa di Ravenna, è interamente offshore ed è unico nel panorama nazionale. Il progetto è stato accolto positivamente da comunità locale e stakeholder. Tuttavia, non sono mancate complicazioni burocratiche e il processo autorizzativo è ancora in attesa dell’approvazione definitiva da parte del ministero per quanto riguarda la compatibilità ambientale. Sarebbe opportuno adottare la procedura straordinaria che ha consentito al rigassificatore di avere l’autorizzazione in 120 giorni”.
    “L’hub energetico Agnes -ha aggiunto Rontini- rappresenta una progettualità strategica per il territorio emiliano-romagnolo e l’intero Paese, nel rispetto di tutte le norme di settore. Occorre pertanto velocizzare l’iter di approvazione, garantendo al contempo sicurezza e qualità del lavoro e assicurare alle imprese della pesca e acquacoltura del territorio della Romagna la possibilità di continuare a svolgere le proprie attività anche all’interno delle aree dedicate all’impianto, definendo protocolli specifici fra le parti interessate e adeguate compensazioni”.
    “Chiediamo -ha concluso la consigliera dem- di applicare al progetto la stessa procedura straordinaria prevista per il rigassificatore al largo di Ravenna, che ha completato l’iter autorizzativo nel rispetto di ogni passaggio necessario. Le richieste sono state reiterate ai vari governi ma ad Agnes non è stata concessa la stessa velocità autorizzativa. Riteniamo fondamentale che la produzione energetica off-shore sia sinergica con altre attività. Raccogliamo la petizione depositata dal sindaco di Ravenna e sostenuta dalla Camera di commercio di Ferrara e Ravenna oltre che dalle associazioni economiche e sindacali del territorio. Ci sono anche 18mila firme di cittadini a favore del progetto e per questo riproponiamo le richieste attraverso questa risoluzione”.
    Per Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) “la questione energetica è strategica per l’Emilia-Romagna e l’intero paese. La recente crisi energetica ha dimostrato l’importanza di puntare sull’autonomia energetica e sull’indipendenza dalle fonti fossili. Bene sostenere questo progetto unico nel panorama nazionale, sbloccando il carico burocratico”.
    Emiliano Occhi (Lega) ha sottolineato come “qualsiasi intervento imprenditoriale che vada nella direzione della transizione energetica è visto con favore ma sul progetto Agnes riteniamo la risoluzione un po’ fumosa perché si parla genericamente di Alto Adriatico e non si specifica quali sarebbero i rallentamenti nell’iter. Inoltre, non si sa quali saranno le compensazioni di costi per i residenti e i cittadini dell’area”.
    Silvia Zamboni (Europa Verde) ha ribadito “il sostegno al progetto Agnes perché è tempo di fare inversione dell’uso dell’energia da fonti fossili. Vorrei aggiungere anche il progetto previsto per Rimini: si deve fare il possibile affinché i due impianti vadano in porto. Il riscaldamento globale incombe e i costi energetici aumentano”.
    Andrea Costa (Pd): “Vediamo se da Roma arriveranno risposte con tempistiche diverse rispetto a quelle per i decreti attuativi sulle comunità energetiche. Su Ravenna c’è una condivisione molto ampia. L’impianto non ha ostacoli se non quelli burocratici per cui il territorio va ascoltato”.
    Marco Mastacchi (Rete Civica) ha aggiunto: “Scontata l’utilità dell’impianto. Dubbi invece sul percorso. La società che ha presentato il progetto ha 10mila euro di capitale per cui la procedura va chiarita perché parliamo di un importantissima opera pubblica gestita da una piccola società privata. Poi c’è il tema dell’impatto fisico: va considerato il beneficio dei cittadini”.
    (Lucia Paci)

    Ambiente e territorio

    13 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Fine vita: la proposta di legge di iniziativa popolare continua l’iter in commissione Sanità

    Sarà la commissione Politiche per la Salute a continuare ad occuparsi della proposta di legge di iniziativa popolare presentata dall’associazione Luca Coscioni, che chiede di “garantire tempi certi per aiutare le amministrazioni a dare piena applicazione alla sentenza della Corte costituzionale sul suicidio medicalmente assistito”.
    Lo ha comunicato in apertura dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna la presidente Emma Petitti che ha ricordato come l’assegnazione alla commissione sia in coerenza con quanto previsto da Statuto e Regolamento dell’Assemblea legislativa.
    “Non condivido questa modalità di gestione: come ho avuto modo di dire in capigruppo la prassi di cui si parla non è fonte del diritto, quindi vorrei che si agisse in modo da avere la certezza che entro la fine di questa legislatura la legge venga votata in Assemblea. Si è deciso di schivare il dibattito e questo è ampiamente antidemocratico: se la maggioranza vuole uscire dall’ambiguità dica che entro sei mesi questo progetto di legge verrà votato. Chiedo che il rinvio in commissione Sanità venga votato dall’Assemblea”, spiega Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle).
    “Abbiamo parlato di queste cose in capigruppo, ma voglio essere chiara: se anche volessimo non potremmo votare perché non sono stati nominati i relatori e serve passare in commissione. Il Regolamento e lo Statuto vanno rispettati e non è compito della sola maggioranza farli rispettare. Nessuno ha paura di votare ed è ingiusto invocare l’articolo 33 chiedendo l’intervento del Presidente Bonaccini, almeno che non si pensi che che è il Presidente della giunta che ci dice cosa votare”, replica Marcella Zappaterra (Pd).
    Sul tema la consigliera Valentina Castaldini (Fi) ha presentato due risoluzioni, una delle quali per chiedere il ritiro della delibera di giunta e la relativa determina sul “comitato etico”. Anche Silvia Piccinini ha presentato una risoluzione perché la legge proposta dall’Associazioni Coscioni venga votata dall’Assemblea entro sei mesi o al massimo entro la fine dell’attuale legislatura. Castaldini e Piccinini hanno anche chiesto la discussione immediata dei due atti d’indirizzo con inversione dell’ordine dei lavori. Le due rischieste sono state respinte dall’Assemblea.
    (Luca Molinari)

    Assemblea

    13 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Montalti (Pd): sgravi su pagamenti utenze per imprese alluvionate

    “La Regione si adoperi perché Arera (l’Autorità di Regolazione per l’Energia Reti e Ambiente) modifichi la propria delibera al fine di rendere più equi e accessibili i criteri richiesti per consentire alle imprese alluvionate di accedere agli sgravi relativi ai consumi di energia elettrica, gas e al servizio idrico integrato e alla Tari”.
    A chiederlo, in un’interrogazione, è Lia Montalti (Pd) che ricorda come “i criteri previsti dalla delibera di Arera, per quel che concerne le imprese, rischiano di escludere la maggior parte delle imprese alluvionate dalla possibilità di fare domanda di esenzione, generando un ulteriore danno ad aziende che sono già state profondamente danneggiate e che ad oggi non hanno ancora ricevuto alcuna indennità: anche alla luce del fatto che la maggior parte delle imprese alluvionate non ha ancora ricevuta alcuna indennità è importante che non venga a loro richiesto di anticipare il pagamento delle utenze per poi ricevere il rimborso solo in un secondo momento e a seguito di un lungo e complesso iter burocratico”.
    “I problemi esistono e ce ne siamo fatti carico, ho chiesto alla struttura commissariale di trovare e stanziare le risorse per le famiglie e le imprese che si sono fatte carico di fare da sole le pulizie dopo l’alluvione. E’ in corso anche un confronto con i gestori del servizio idrico per dare ulteriore aiuto alle imprese”, spiega la vicepresidente e assessore all’Ambiente Irene Priolo.
    Parole alla luce delle quali Montalti si è detta soddisfatta perché la Regione opera nell’interesse dei cittadini e delle imprese: “Non ci fermeremo fino a quando tutte le famiglie e tutte le imprese non saranno state rimborsate al 100%”.
    (Luca Molinari)

    Ambiente e territorio

    13 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Occhi (Lega): difendere il territorio di Fornovo dall’erosione degli argini del Taro

    Emiliano Occhi (Lega)

    Difendere l’abitato di Fornovo (Parma) “dall’erosione spondale del fiume Taro; inoltre, si chiede come viene valutata l’ipotesi di movimentazione di materiale litoide (consistenza o aspetto simile alla pietra, ndr) nell’alveo fluviale al fine di deviare il corso fluviale dalla sponda destra verso l’area più centrale”.
    Al question time, il consigliere Emiliano Occhi (Lega) afferma che “sia necessario, al netto del corpo normativo in materia di aree fluviali e delle scelte passate del comune, dare priorità alla difesa del centro storico di Fornovo”. La risposta è venuta dal vicepresidente e assessora all’Ambiente Irene Priolo.
    Occhi ha ricordato come l’erosione della sponda destra del Taro sia peggiorata negli ultimi due anni (e continuerà nel tempo) a monte del ponte per Ramiola, arrivando “a lambire il parcheggio pubblico che confina con l’area mercatale. In poco tempo il fiume ha eroso il terrazzo fluviale recente e sradicato il filare di vegetazione ripariale che si era instaurata sull’area terrazzata”. Il Comune di Fornovo ha interdetto l’accesso al pubblico su quell’area che è demaniale e di competenza dell’Agenzia regionale di Protezione civile. Occhi conclude sottolineando che la chiusura del parcheggio provoca gravi disagi durante il mercato del martedì che richiama visitatori dalle valli del Taro e del Ceno”.
    Priolo ha detto che “la situazione è nota. I tecnici dell’Agenzia hanno svolto sopralluoghi, considerando tutte le esigenze concomitanti, sia ambientale sia di questione pubblica. Un intervento preliminare chiesto dal Comune, ha portato al nulla osta alla messa in sicurezza con il taglio di piante pericolanti. Ma togliere aree golenali è una pratica costosa e pericolosa. La difesa dalle alluvioni della parte bassa di Fornovo la fa il muro idraulico in mattoni, protetto da una scogliera massi ciclopici. Si stanno per approvare le mappe di pericolosità. Il sindaco di Fornovo lo aveva chiesto e l’area indicata è in fascia A. La perimetrazione della fascia A non contrasta con altri interventi contro l’erosione. E’ stata ritenuta inoltre di scarsa utilità la rimozione di materiale dall’alveo perché l’intervento richiesto si vanificherebbe in poco tempo”.
    Per Occhi “movimentare il materiale è sì complesso, ma a volte è stata risolutiva. Va comunque tenuta alta la guardia perché quella è un’area nevralgica “.
    (Gianfranco Salvatori)

    Ambiente e territorio

    13 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Pelloni (Rete Civica): più risorse per il Servizio civile universale

    Stanziare maggiori risorse per ulteriori posizioni di Servizio civile universale. Lo chiede Simone Pelloni (Rete Civica) con un’interrogazione in cui sollecita una revisione del meccanismo di finanziamento dei progetti degli enti aderenti al Servizio civile universale, in particolare per quanto riguarda i criteri di distribuzione delle risorse, con attenzione alla distribuzione geografica e per settori.
    “Di recente -ha spiegato il consigliere- è emerso che verrà operato un taglio alle posizioni a bando per il Servizio civile universale del 2024. Sono infatti 52.236 le posizioni a bando nel 2023 (operativo nel 2024), in calo di 20mila unità rispetto alle 71.550 del 2022 e alle 63.679 del 2021. Ad oggi non è assicurata un’adeguata distribuzione territoriale e settoriale delle posizioni e in quelle attualmente a bando risultano esserci province confinanti con differenze profonde, spesso senza un’equa distribuzione tra settori, nonostante esista un meccanismo di garanzia regionale che di fatto risulta inefficace”.
    “Nel caso della Regione Emilia-Romagna -ha aggiunto- si rileva, ad esempio, che non è stato finanziato praticamente nessun progetto culturale, nonostante sia il settore più scelto dai giovani con un tasso di avvio dell’85-90%. Nello specifico si osserva che su 179 progetti finanziati solo 4 propongono attività nell’ambito del patrimonio artistico e culturale nell’area metropolitana di Bologna, a differenza degli 87 progetti nel settore dell’assistenza che mediamente ha un tasso di avvio del 60%”.
    (Lucia Paci)

    Scuola giovani e cultura

    13 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO