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    Camorra lo scontro tra gli Iadonisi e i Troncone dietro la sparatoria di via Leopardi

    C’è lo scontro in atto tra il gruppo degli Iadonisi del Rione Lauro e i Troncone di Fuorigrotta dietro la sparatoria con scene da Far West del tardo pomeriggio di ieri in via Leopardi.PUBBLICITA

    Polizia e carabinieri sono al lavoro da ieri per ricostruire quanto accaduto e hanno preso visione delle numerose immagini delle tante telecamere pubbliche e private posto sia sul luogo della sparatoria sia lungo la via di fuga.

    Punti Chiave ArticoloTutto è iniziato in via Consalvo, dove una Honda Sh nera con a bordo due uomini ha incrociato un’altra motocicletta, di tipo e colore ancora ignoti, con altre due persone in sella. Tra i quattro, appartenenti a due clan rivali, c’è stata una discussione degenerata rapidamente in una sparatoria. Ancora non è chiaro quale dei due mezzi si sia poi dato alla fuga a tutta velocità verso via Leopardi, dove all’altezza del civico 80 si è verificata una seconda sparatoria, anche questa senza feriti.
    nel frattempo in zona si trovava una volante della polizia che sentito il fragore degli spari si è posta all’inseguimento ma il traffico ha consentito ai motociclisti pistoleri di dileguarsi. Sul luogo sono stati trovati tre bossoli calibro 7,65.  Polizia e carabinieri hanno avviato le indagini per ricostruire l’accaduto e identificare i responsabili. L’episodio è avvenuto nel quartiere di Fuorigrotta, una zona già da tempo teatro di scontri tra i clan Troncone e Esposito-Iadonisi.
    Si ipotizza che la sparatoria sia l’ennesimo capitolo di questa sanguinosa faida, alimentata dalla lotta per il controllo del racket delle estorsioni ai parcheggiatori abusivi e alle bancarelle attorno allo stadio Maradona, che con il nuovo entusiasmo con l’arrivo di Conte sulla panchina del Napoli di sicuro porterà introiti superiori a quelli dello scorso anno.  Il controllo del territorio di Fuorigrotta attorno allo stadio motivo dello scontro Ma più in generale, per il controllo delle piazze di spaccio sul territorio, il riciclaggio nelle attività del food and beverage, del divertimento. E’ stato solo un caso che ieri non sia scappata qualche vittima innocente come quando il 4 aprile scorso, in piazza Italia, una donna, Luisa Mangiapia, è stata ferita per errore durante un’altra sparatoria tra clan. Ancora una volta, gli inquirenti si trovano ad affrontare l’incubo della criminalità organizzata che semina terrore tra la popolazione civile. La caccia ai responsabili è in corso, ma la strada per sconfiggere la camorra e riportare la sicurezza a Napoli appare ancora lunga e in salita. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli 43enne gambizzato mentre era in strada con la moglie vicino all’Orto Botanico

    Napoli. La polizia sta cercando di fare luce sul ferimento a colpi di pistola di Andrea Pillo, 43enne residente in zona, che è stato gambizzato ieri mezzogiorno in via Michele Tenore, nei pressi dell’orto Botanico.PUBBLICITA

    L’uomo si trovava nei pressi della sua abitazione insieme con la moglie quando ha avvertito un forte bruciore alla caviglia destra e si è accorto di perdere sangue.

    Punti Chiave ArticoloImmediatamente diverse persone si sono prodigate per soccorrerlo e trasportarlo all’ospedale dei Pellegrini. I medici hanno riscontrato una ferita da arma da fuoco e hanno stimato una prognosi di circa 20 giorni. Le indagini sono condotte dalla Polizia di Stato. La dinamica dei fatti è ancora da chiarire. Sul luogo dell’aggressione sono stati trovati tre bossoli di proiettili calibro 7,65.
    Non si esclude un errore di persona Si esclude al momento la pista della rapina. Il profilo della vittima, incensurata e senza legami con la criminalità, non fa ipotizzare un agguato o un’intimidazione. E non si esclude un ‘errore di persona oppure un fatto personale. Gli investigatori stanno visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e attendono l’esito degli accertamenti per delineare un quadro più chiaro dell’accaduto. Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Napoli, sparatoria in via Leopardi a Fuorigrotta nel regno dei Troncone

    Napoli. Poco prima delle 19,30 di stasera c’é stata l’esplosione di colpi d’arma da fuoco in via Leopardi, all’altezza del civico 80.PUBBLICITA

    Sul posto si trovano i carabinieri di Bagnoli che hanno rinvenuto dei bossoli. La segnalazione sugli spari è giunta presumibilmente da testimoni presenti nella zona al momento dell’accaduto.

    L’attenzione immediata delle autorità ha portato i carabinieri a intervenire prontamente sul luogo indicato, confermando la presenza dei bossoli sul selciato.
    Da una prima ricostruzione sembra che alcune persone in sella di due scooter si siano inseguite, sparando alcuni proiettili.

    L’area è stata isolata per permettere agli investigatori di eseguire tutti i rilievi del caso e di raccogliere ulteriori elementi d’indagine.
    La zona in questione è sotto l’influenza del clan Troncone da oltre un anno fin ito nel mirino delle cosche avversarie con una serie di attentati e ferimenti.
    Due volte il boss Vitale Troncone è stato ferito e in altre circostanze ci sono state stese verso la sua abitazione.

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    Il prete anticamorra fa chiudere una piazza di spaccio a Pianura: “Andate via da qui”

    Napoli, il parroco anticamorra Don Antonio Coluccia ha  fatto chiudere una piazza di spaccio nel quartiere di Pianura, al grido di “Non cadete nelle mani dei clan”.PUBBLICITA

    La sua azione, supportata dalla polizia, è solo l’ultima di una lunga serie di interventi contro la criminalità organizzata.

    Punti Chiave ArticoloDon Antonio Coluccia è un prete vocazionista noto in tutta Italia per la sua strenua battaglia contro la criminalità. Da anni, è impegnato nell’aiutare giovani in difficoltà e in contesti a rischio, diventando una figura di rilievo nella lotta alla criminalità organizzata. La sua vocazione lo porta a intervenire direttamente sul territorio, con azioni concrete e visibili.
    L’ultimo intervento di Don Antonio ha avuto luogo in una delle piazze di spaccio di Pianura, quartiere di Napoli noto per le attività illegali. Armato di megafono e supportato dalla polizia di Stato, Don Antonio si è scagliato contro spacciatori e criminali, esortando i giovani a non cadere nelle mani dei clan. “Andate via di qui!”, ha gridato ai pusher “Andate via di qui!”, ha gridato ai pusher, sottolineando il suo impegno a favore della legalità. A causa della sua battaglia contro i clan, Don Antonio è da tempo sotto scorta. Nonostante le minacce e i pericoli, continua instancabilmente il suo impegno per salvare le nuove generazioni dalla violenza e dall’illegalità. Le sue azioni concrete e la sua dedizione lo rendono un esempio di coraggio e tenacia nella lotta contro la criminalità organizzata.
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    Napoli, carabiniere fuori servizio cattura ladra di cellulare ai Quartieri Spagnoli

    Napoli. Ieri sera, un vice brigadiere della stazione di Varcaturo, libero dal servizio, ha arrestato una donna che aveva appena scippato il cellulare a una dipendente di una pizzeria ai Quartieri Spagnoli.PUBBLICITA

    Erano circa le 21:00 quando la dipendente della pizzeria, urlando disperatamente, ha attirato l’attenzione dei passanti in via Speranzella. La donna era stata appena derubata del suo smartphone da una donna che si era poi dileguata.

    Punti Chiave ArticoloL’intervento del vice brigadiere Il vice brigadiere, che si trovava in zona con la famiglia per cena, ha sentito le grida della donna e, intuendo cosa fosse accaduto, si è messo all’inseguimento della ladra. Dopo una breve corsa di circa un centinaio di metri, il carabiniere ha raggiunto la donna, identificata come Raffaella Esposito di 52 anni, che aveva ancora con sé il cellulare rubato.
     La ladra inseguita e arrestata dopo 100 metri Con l’ausilio di una pattuglia della PMZ Centro, il vice brigadiere ha arrestato la Esposito per furto con strappo. La donna è ora in attesa di giudizio. Grazie al tempestivo intervento del carabiniere, la vittima ha potuto riottenere il suo cellulare. Il carabiniere, invece, ha dovuto rinunciare alla sua cena che si è inevitabilmente raffreddata. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Napoli, vede la volante e scappa: arrestato pusher al Rione Traiano

    Napoli. L’altra sera, tre agenti del Commissariato San Paolo, liberi dal servizio, mentre si recavano a lavoro in via Marco Aurelio, al Rione Traiano, hanno notato un uomo che, alla vista di una volante della Polizia, si è infilato precipitosamente in uno stabile nel tentativo di eludere il controllo.PUBBLICITA

    Insospettiti dal comportamento anomalo, i poliziotti hanno raggiunto l’uomo e, con l’ausilio di una volante del Commissariato, lo hanno bloccato. Durante le perquisizioni, sono stati rinvenuti in suo possesso:

    39 bustine contenenti marijuana, per un peso complessivo di circa 70 grammi;4 involucri di hashish, del peso di circa 8 grammi;141 euro, in banconote di diverso taglio.

    Alla luce di quanto scoperto, l’uomo, un 34enne napoletano con precedenti di polizia specifici in materia di stupefacenti, è stato arrestato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Quartieri Spagnoli nuova stesa contro la casa di Pietro Savio: è la risposta al ferimento di Saltalamacchia?

    Nuova notte di spari ai Quartieri Spagnoli: è l’obiettivo è sempre lo stesso Pietro Savio, figlio dello storico boss dei Quartieri Spagnoli Mario detto ‘o bellillo. Si tratta di una ritorsione o rientra nella nuova guerra tra le giovani leve dei clan?PUBBLICITA

    Non si placa dunque la tensione ai Quartieri Spagnoli. Nella notte di martedì diverse colpi di arma da fuoco sono stati esplosi in piazzetta Montecalvario, alimentando i dubbi degli investigatori su una semplice escalation di faide tra piccoli criminali. Dietro la “stesa” potrebbe esserci ben altro, forse una lotta per il controllo dei traffici di droga.

    Punti Chiave ArticoloPietro Savio era stato ferito alle gambe nella notte tra il 16 e 17 giugno scorso in vico Canale a Taverna Penta, nel cuore dei Quartieri Spagnoli. E prima ancora la stessa abitazione colpito la notte scorsa era stata centrata da altri proiettili il 25 marzo. Un segnale mirato e ben preciso? L’episodio segue il ferimento di Nunzio Saltalamacchia avvenuto il 28 giugno scorso. Ieri sera, i proiettili hanno colpito proprio la zona dove si trovava Saltalamacchia poco prima dell’agguato. Non ci sono stati feriti, ma il messaggio intimidatorio è chiaro.
     Una risposta al ferimento del giovane Nunzio Saltalamacchia? Le forze dell’ordine non escludono che lo sparo sia una risposta al ferimento del cugino del boss Eduardo Saltalamacchia. Altra ipotesi è che si tratti di strategie camorristiche spontanee, tipiche dei periodi in cui i capi storici sono in carcere. Gli agenti del commissariato di zona e della Squadra Mobile stanno indagando sull’accaduto. I cinque bossoli di proiettili recuperati sul luogo del delitto e l’assenza di feriti o danni a persone o cose supportano la tesi di un’azione dimostrativa. Secondo gli investigatori, i fatti di cronaca nera degli ultimi 15 giorni ai Quartieri Spagnoli non sono collegati. I ferimenti di Pietro Savio e di un 17enne in vico San Liborio sarebbero dovuti a liti degenerate, mentre dietro l’agguato ai Banchi Nuovi con il ferimento di Saltalamacchia e del pizzaiolo incensurato Alessio Bianco potrebbe esserci la mano di un clan.
    L’arresto dei capi dei clan Esposito, Masiello e Saltalamacchia nell’operazione “clan a tre teste” dello scorso anno ha creato un vuoto di potere che ha innescato una faida tra giovani ras emergenti. Le forze dell’ordine sono al lavoro per stroncare la violenza e riportare la legalità ai Quartieri Spagnoli. L’operazione contro il “clan a tre teste”, raccontata nei mesi scorsi nelle cronache di Napoli, è stata un duro colpo, ma la strada per sconfiggere la camorra è ancora lunga. (nella foto da sinistra Pietro Savio e Nunzio Saltalamacchia) Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    “Se ti metti con un altro uccido a te e a lui”: le minacce dal carcere del boss Salvatore De Martino alla ex

    Napoli. “Se ti metti con un altro uccido a te e a lui”, le ripeteva in continuazione. Un concetto ribadito anche dal padre, che una volta, rivolto alla madre della piccola, le dice “mo’ esce mio figlio A.
    Punti Chiave Articolocon due ergastoli scontati e te la vedi con lui”, “mo’ t’appicc” (“ora ti do fuoco”, ndr).PUBBLICITA

    Una storia di sopraffazione e violenza domestica emerge dagli atti relativi all’arresto di 9 persone del clan De Martino, ad opera dei carabinieri di Napoli su disposizione della Dda di Napoli.
    Al centro della vicenda c’è una giovane donna e sua figlia di tre anni, contesa dal padre, Salvatore De Martino elemento apicale del clan degli Xx di Ponticelli, detenuto in carcere. Le indagini, condotte dalla DDA di Napoli e dai Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco, hanno portato alla luce un quadro agghiacciante di sopraffazioni nei confronti della donna e della sua famiglia.
    Il padre della bambina, nonostante la detenzione, manteneva contatti quotidiani con la figlia tramite un telefono cellulare fornito da una guardia carceraria compiacente.
    Comunicazioni costanti dal carcere dove il padre della bimba contesa era rinchiuso “tramite un profilo Instagram” con la complicità di una guardia penitenziaria. Minacce di morte alla donna, anche puntandole una pistola alla testa “intimandole di fargli vedere regolarmente la figlia”. Il boss parlava dal carcere con la complicità di una guardia carceraria in fedele Le vessazioni non si limitavano alle minacce. La donna è stata picchiata e insultata, sia dal padre della bambina che dai suoi suoceri, che le impedivano di avere contatti con altri uomini e la obbligavano a portare la figlia a casa loro tutti i giorni, tranne la domenica.
    L’uomo era possessivo nei confronti della donna anche dopo rottura. E quando i nonni materni chiedono di vedere la bambina a casa loro, in Comune vicino, i De Martino rifiutano dicendo di avere paura di agguati fuori dal loro territorio di influenza. “Una grave e allarmante spirale persecutoria” “Una grave e allarmante spirale persecutoria”, scrive il gip Marco Giordano nell’ordinanza cautelare. Una spirale di violenze e minacce che vede vittime la giovane donna e tutti i suoi familiari, ma anche la bambina. Fino a quando la nonna della piccola telefona ai carabinieri e fa partire le indagini due mesi fa. Una inchiesta minuziosa conclusa con gli arresti. Anche i genitori della donna sono stati vittime di minacce e intimidazioni. I De Martino li hanno avvertiti di non intromettersi e di non ostacolare i loro piani per la bambina. Gli accertamenti hanno confermato le accuse e portato all’arresto di 9 persone, tra cui il padre della bambina, i suoi nonni paterni e la guardia carceraria complice. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Camorra a Ponticelli: clan De Martino terrorizza donna per ottenere affidamento figlia

    Napoli. I Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco hanno arrestato 9 persone affiliate al clan De Martino, attivo a Ponticelli.PUBBLICITA

    Gli indagati sono accusati di atti persecutori, lesioni personali e detenzione di armi aggravate dal metodo mafioso.

    Le indagini, condotte dai Carabinieri della Tenenza di Cercola, hanno rivelato il terribile schema di intimidazioni a cui è stata sottoposta una donna per ottenere l’affidamento della sua bambina.
    La donna aveva avuto una relazione con un esponente del clan De Martino, attualmente detenuto. I familiari del detenuto, non rassegnati alla fine della relazione, hanno iniziato a perseguitare la donna e la sua bambina.

    Minacce, aggressioni e persino cortei armati organizzati dai membri del clan di camorra dei De Martino, i famigerati Xx legati ai De Micco, sono stati utilizzati per terrorizzare la donna e costringerla a consegnare loro la bambina.

    I Carabinieri sono intervenuti ponendo fine a questo incubo. I 9 indagati sono stati arrestati e associati alle carceri di Napoli-Secondigliano e Santa Maria Capua Vetere.
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    Napoli, colpi di mitra a Secondigliano contro la macelleria in cui lavora il ras Gennaro Casaburi

    Notte di paura a Secondigliano dove un commandom l’altra notte ha esploso numerosi colpi con un ficile d’assalto contro la macelleria Michelini dove lavora il ras Gennaro Casaburi.PUBBLICITA

    Si tratta dell’ennesimo captolo di una lunga storia di minacce e di attentati che vede come protagonista il 46enne ras di Secondigliano legato ai clan Marino.

    La stesa intimidatoria contro la macellaria di corso Secondigliano 75 è stata scoperta ieri mattina dal titolare che ha avvertito la polizia. Dai rilievi è emersa la potenza di fuoco che il commando ha utilizzato per lanciare il messaggio di piomno.
    l’uomo è stato sentito a sommarie informazioni e ha riferito di non aver ricevuroi mai minacce ne richieste estersive. E subito l’attenzione degli investigatori si è rivolta verso quel suo dipendente “scomodo”. I

    Il ras Gennaro Casaburi detto o’ tramonto e che abita a pochi metri di distanza pur essendo agli arresti domiciliari era stato autorizzato a lavorare presso la macelleria.

    La pista porta al gruppo Maione del Perrone, con cui Gennaro Casaburi era già entrato in conflitto: nel 2020 era sopravvissuto a un agguato e per quel tentato omicidio furono arrestati l’emergente ras Vincenzo Maione e alcuni suoi fedelissimi.
    Ma il 18 febbraio del 2021 Casaburi aveva cercato vendetta per l’agguato subito scatenando una notte di violenze culminate in un ferimento. Poi una serie di minacce al padre di Vincenzo Maione. E infine in due occasioni, avrebbe sequestrato dipendenti di un bar per recapitare minacce di morte alla vittima.

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    Napoli: ‘Alto Impatto’ a Forcella e nella zona Mercato

    Nelle zone cittadine di Forcella e Mercato, è stato effettuato, su disposizione del Comitato dell’Ordine e la Sicurezza Pubblica presieduto dal Prefetto di Napoli, Michele di Bari, un servizio straordinario di controllo del territorio con modalità “Alto Impatto” cui hanno preso parte circa 100 operatori della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.PUBBLICITA

    L’attività ha consentito di identificare diversi soggetti, di cui alcuni denunciati a vario titolo. Nel corso dei controlli, sono state sequestrate diverse quantità di tabacchi lavorati esteri privi del marchio del Monopolio di Stato, circa un kg di marijuana e ingenti quantità di merce contraffatta. Numerose, inoltre, le sanzioni applicate per violazione delle norme del Codice della Strada.

    L’attività congiunta ha visto la partecipazione del personale della Squadra Mobile di Napoli, del Commissariato Vicaria- Mercato, del Reparto Prevenzione Crimine Campania, del Reparto Mobile, della Polizia Stradale e delle Uopi; dei Carabinieri del Nucleo Investigativo Napoli, del Reggimento Campania e Compagnia Napoli Centro, dei Gruppi della Guardia di Finanza Pronto Impiego, Giugliano in Campania, Torre Annunziata, I Gruppo ed un’unità cinofila, nonché personale dei Vigili del Fuoco, con l’ausilio – per la vigilanza delle operazioni dall’alto – di un elicottero del VI Reparto Volo della Polizia di Stato.

    La particolare attenzione di questa Prefettura è orientata, tra l’altro, ad alimentare l’incessante azione di prevenzione e contrasto ad ogni forma di illegalità con la programmazione di operazioni come quelle di oggi, espressione di un approccio sistematico alla tematica della sicurezza urbana.

    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Napoli, il papà del pizzaiolo ferito a Santa Chiara: “Mio figlio estraneo, ha sempre lavorato”

    È disperato Ciro Bianco, il padre di Alessio, il giovane ferito mercoledì notte in pieno centro e che ora sta lottando tra la vita e la morte all’ospedale Vecchio Pellegrini.PUBBLICITA

    Punti Chiave ArticoloIl giovane era con Nunzio Saltalmacchia (vero obiettivo dell’agguato) e altri amici quando è comparso un likker che ha fatto fuoco colpendolo all’addome e riducendolo in fin di vita.

    Tra le lacrime, Ciro racconta la storia di suo figlio, sperando in una pronta guarigione per il ragazzo. “Mio figlio ha sempre lavorato, da quando era piccolo”, racconta Ciro. Alessio ha iniziato la sua carriera in una salumeria e, nonostante le difficoltà causate dall’emergenza Covid, non si è mai arreso. Dopo aver perso il suo primo lavoro, da due anni Alessio lavora come aiuto pizzaiolo in un ristorante di piazza San Gaetano.
    Un ragazzo senza problemi con la giustizia Ciro ci tiene a sottolineare che Alessio non ha mai avuto problemi con la giustizia, né con la droga né con altre questioni. “Alessio non ha mai avuto problemi con la giustizia, né droga, né altro di altra natura”, afferma il padre con convinzione, aggiungendo un ulteriore livello di incomprensione circa ciò che è accaduto quella notte.
    Il padre, ancora scosso, racconta di non sapere nulla di quanto accaduto. “Alessio era tornato dal lavoro ieri sera ed era uscito poco dopo. Si era concesso una serata libera perché questa mattina non aveva il turno a lavoro”, racconta Ciro. Poi, improvvisamente, la telefonata nel cuore della notte ha cambiato tutto: “Attorno alle 2 ci hanno chiamato per dirci che era stato ricoverato in ospedale perché ferito. Ora spero solo che possa rimettersi presto”.
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