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    CHAMPIONS LEAGUE Il Napoli torna a sorridere: Braga ko in scioltezza, azzurri qualificati agli ottavi

    Un bel Napoli segna, gestisce e porta a casa il risultato (e la porta inviolata) contro il Braga. Al Maradona gli azzurri battono 2-0 i portoghesi e staccano il pass per gli ottavi di finale di Champions League, chiudendo al secondo posto dietro al Real Madrid nel gruppo C a quota 10 punti.PUBBLICITA
    Mazzarri schiera in campo lo stesso undici di Torino. In porta dunque Meret, a sinistra Natan con Rrahmani e Juan Jesus al centro della difesa e Di Lorenzo a destra. A centrocampo solito trio composto da Anguissa, Lobotka e Zielinski. In attacco dal 1′ Osimhen con Politano e Kvaratskhelia.

    Due assenze per il Braga, entrambe in difesa, che si schiera a specchio. In porta Matheus, Saatci e Fonte sono i centrali con Gomez e Borja sugli esterni. A centrocampo Zalazar compone il terzetto con Moutinho e Horta. In attacco Banza al centro con Bruma e Pizzi nel ruolo di ali.
    Uno-due Napoli: autogol di Saatci, poi Osimhen. Braga al tappeto
    I portoghesi partono subito forte e spaventano il Napoli: è Bruma ad avere una grossa chance da posizione ravvicinata dopo una prima conclusione ribattuta a Pizzi. Gli azzurri si salvano e colpiscono al 9′: Di Lorenzo serve in profondità Politano, il cross basso del numero 21 trova la deviazione di Saatci, palla che sbatte sulla traversa e supera la linea per l’autogol dell’1-0.
    Il Braga però c’è e si fa vedere nella metà campo partenopea. Al 25′ l’occasione più pericolosa: gran botta dal limite dell’area di Horta, Meret si distende in tuffo e con la mano di richiamo devia in corner salvando i suoi e strappando gli applausi del Maradona. Alla mezz’ora gli uomini di Mazzarri tornano a prendere in mano la situazione.
    Zielinski si presenta pericolosamente in area al 31′, para Matheus. Ma l’appuntamento con il 2-0 è solo rinviato: al 33′ ci pensa Osimhen. Grande protagonista dell’azione Natan, che scappa via sulla sinistra e serve l’assist vincente per il nigeriano, che anche in maniera un po’ maldestra riesce a beffare il portiere avversario per la rete del raddoppio. Si va a riposo con i padroni di casa avanti di due.
    Il Braga molla, il Napoli amministra la vittoria e la porta inviolata
    Con il Braga costretto a farne quattro per passare il turno, il secondo tempo è più una formalità. I portoghesi attaccano con poca convinzione e le occasioni migliori le ha comunque il Napoli. Al 52′ Politano prova a giro ma trova la bella risposta di Matheus. Al 66′ Anguissa spara addosso al portiere da due passi, Osimhen manca la ribattuta.
    Mazzarri opera vari cambi: spazio per Elmas e Cajuste, più tardi minuti anche per Raspadori e Gaetano. Kvara al 73′ spreca la chance del tris allungandosi il pallone davanti a Matheus, che salva con i piedi. All’80’ si rivede il Braga: palo di Horta che su cross basso calcia di prima dal limite e fa tremare Meret. I minuti finali sono poco emozionanti: il risultato non cambia. Vince il Napoli, che va agli ottavi di Champions. LEGGI TUTTO

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    La grande truffa al servizio sanitario nazionale: tutti i nomi dei coinvolti

    Era il medico di base Vincenzo Cerciello a capo della organizzazione della truffa al sistema sanitario nazionale scoperto dalla Guardia di Finanza a Pomigliano e che ha portato all’emissione dei 17 misure cautelari dal parte del Tribunale di Nola.Partendo dai movimenti del dottor Vincenzo Cerciello che è nata l’indagine della Guardia di Finanza.

    Nelle 435 pagine firmate dal gip Daniela Critelli viene rappresentato tutto il sistema truffaldino che aveva come partecipi la maggior parte della farmacie di Pomigliano compresa una comunale, alcuni medici, informatori scientifici e due laboratori di analisi.
    Complessivamente sono 23 gli indagati, sono tutti accusati a vario titolo, per truffa aggravata ai danni del Servizio sanitario Nazionale, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati, corruzione e associazione per delinquere.
    Il provvedimento costituisce l’epilogo di complesse indagini che hanno consentito di ipotizzare l’operatività di due distinte associazioni per delinquere radicate sul territorio del comune di Pomigliano.
    Si ipotizza che le associazioni fossero funzionali alla commissione di una serie indeterminata di truffe ai danni del S.S.N. mediante la produzione di false prescrizioni di prodotti farmaceutici o di analisi cliniche di laboratorio.
    In particolare, secondo l’ipotesi investigativa – allo stato condivisa dal Giudice per le Indagini preliminari di Nola – la prima associazione avrebbe operato emettendo ricette aventi ad oggetto false prescrizioni di natura farmacologica in favore di soggetti esenti dal pagamento del ticket sanitario, in modo da assicurare la gratuita disponibilità dei farmaci, i quali – tuttavia – non sarebbero stati erogati ai formali beneficiari, così determinando l’indebito rimborso del costo dei prodotti a carico del S.S.N., con un corrispondente danno per le casse dell’A.S.L. territorialmente competente.
     I RUOLI DEGLI INDAGATI
    De Tommasis Giustino, titolare farmacia Alfa di Pomigliano,Fabio Averto informatore scinetifco,I Medici :Vincenzo Circiello, Mimma Marisa della Bruna, Giustino De Tommaso, Agostino LibioGrazia Maria Pisapia e Stefano Briganti titolari farmacia De Vita PomiglianoGianfranco Tanzillo Farmacia Tanzillo PomiglianoMassimo Finelli informatore fatmaceuticoMarianna Maione Franca Fucci direttrici Farmacia Municipalizzata 7Farmacia Romano di Luca RomanoFarmacia Internazionale di Luigi CricrìGiustino De Tommasis farmacia Alfa e San FeliceLaboratorio Alfa, Centro Diagnostico Terracciano
    TUTTI GLI INDAGATI
    AVERTO Fabio, 27 anni Portici divieto dimora PomiglianoBERNILE Francesca, 36 anni Pomigliano indagataBORRELLI Cira, 44 anni Pomigliano indagatoBRIGANTI Stefano, 35 anni Napoli sospensione farmacia 1 annoCIRCIELLO Vincenzo, 68 anni Pomigliano arresti domiciliariCRICRi’ Luigi, 49 anni Napoli divieto dimora PomiglianoD’ALISA Paola, 33 anni Somma Vesuviana indagataD’ONOFRIO Francesca 38 anni Pomigliano divieto contratti pub.amm. 1 annoDE FALCO Vincenzo Claudio, 62 anni Pomigliano indagatoDELLA BRUNA Mimma Marisa, 68 anni Marigliano interdittiva per un annoDE TOMMASIS Giustino, 65 anni Napoli sospensione farmacia 1 annoESPOSITO Giancarlo, , 33 anni Pomigliano sospensione servizio infermiere 1 annoFINELLI Massimo 52 anni m Boscoreale divieto dimora PomiglianoFUCCI Gravina, 62 anni Pomigliano sospensione farmacia 1 annoGAAMBARDELLA Maria Grazia Giuseppina, 43 anni Sant’AnastasiaLIBIO Agostino Ciro, 68 anni Pomigliano interdittiva per un annoMAIONE Marianna, 39 anni Pollena Trocchia sospensione farmacia 1 annoNOTORIO Fabio, 48 anni Pomigliano sospensione servizio infermiere 1 annoPISAPIA Maria Grazia, 74 anni Pomigliano sospensione farmacia 1 annoPURCARO Antonio, , 39 anni Pomigliano indagatoREGA Michela, 43 anni Castello di Cisterna indagataROMANO Luca, 60 anni Pomigliano sospensione farmacia 1 annoTANZILLO Gianfranco, 42 anni Acerra sospensione farmacia 1 annoTERRACCIANO luigi, 60 anni Pomigliano divieto contratti pub.amm. 1 annoVALENTE Edoardo, 43 anni Pomigliano indagato LEGGI TUTTO

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    Napoli, i rapina Rolex in trasferta “traditi” dal Dna su una mascherina

    Aveva trascorso tranquillamente in famiglia la festa dell’Immacolata nella sua casa ai Quartieri Spagnoli ma all’alba seguente è stato svegliato dalla polizia che lo ha portato in carcere dove trascorrerà le prossime festività natalizie e di sicuro qualche anno in più.Salvatore Dipino, 41 anni era l’unico della banda di trasferisti di Napoli, con base Quartieri Spagnoli, ancora libero. Gli altri due Giuseppe Pica di 50 anni e Mariano Conte, di 40 anni, sono ritenuti responsabili di quattordici rapine, di cui dodici riuscite, di Patek Philippe, Hublot e Rolex. Agli altri due l’ordinanza cautelare è stata notificata in carcere, al primo e agli arresti domiciliari per il secondo.

    Le indagini sono state condotte dalla quinta sezione della Squadra mobile di Milano, diretta da Marco Cali’ e guidata da Francesco Federico. Gli investigatori sono risaliti ai tre rapinatori grazie a due elementi: una mascherina usata durante una delle rapine, da cui è stato estratto il Dna; l’abbandono di uno scooter nei pressi di un comando dei carabinieri.
    Le indagini hanno permesso di ricostruire il modus operandi della banda, che si spostava a Milano da Napoli per rapinare persone facoltose. I rapinatori, una volta individuata la “preda”, l’avvicinavano e sotto minaccia di una pistola semi-automatica, si facevano consegnare i preziosi orologi.
    Il 41enne, Mariano Conte, è stato in particolare inquadrato da una telecamera del comando interregionale dei carabinieri di via Marcora, a Milano, mentre scappava dopo un’aggressione in viale Montesanto.
    I dettagli delle indagini
    Le indagini della polizia di Milano sono iniziate a settembre 2020, quando sono state registrate le prime rapine di orologi di lusso. Gli investigatori hanno subito individuato una serie di elementi comuni alle rapine, come l’uso di scooter e la presenza di una pistola semi-automatica.
    Grazie alle telecamere di sorveglianza, gli investigatori sono riusciti a individuare i tre rapinatori e a raccogliere prove a loro carico.In particolare, la mascherina usata durante una delle rapine ha permesso di estrarre il Dna di uno dei rapinatori, che è stato poi identificato come Giuseppe Pica.
    L’abbandono di uno scooter nei pressi di un comando dei carabinieri ha invece permesso di identificare il 41enne Mariano Conte.Le indagini hanno poi permesso di ricostruire il modus operandi della banda, che si spostava a Milano da Napoli per rapinare persone facoltose.
    I rapinatori, una volta individuata la “preda”, l’avvicinavano e sotto minaccia di una pistola semi-automatica, si facevano consegnare i preziosi orologi. L’attività investigativa della polizia di Milano ha portato all’arresto di tre pericolosi rapinatori e ha messo un freno a una serie di colpi che avevano messo in allarme la città.
    @rirpoduzione riservata
    (nella foto un frame di una delle rapine violente a Milano e nel riquadro Salvatore Dipino e Giuseppe Pica) LEGGI TUTTO

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    IL COMMENTO Mazzarri: “Partita dominata, ci manca cattiveria. Continuando così possiamo fare un filotto”

    “Chi conosce il calcio sa che ci sono momenti. I ragazzi hanno fatto una grande partita, secondo me hanno dominato sul piano del gioco. Loro sono veementi, cattivi e attenti, noi abbiamo perso l’uomo in area. Continuando così penso che possiamo fare un filotto di risultati”. Walter Mazzarri ha spiegato così, ai microfoni di DAZN, la sconfitta 1-0 del suo Napoli a Torino contro la Juventus nel 15esimo turno di Serie A.PUBBLICITA

    “Io sono arrivato da poco, qualche problema c’era altrimenti non mi avrebbero chiamato – ha aggiunto Mazzarri -. L’occasione di Kvara è clamorosa, credo che i risultati ritorneranno di sicuro. Quando una squadra che non è abituata a vincere vince il campionato ci sono dei contraccolpi. Finisci al centro dell’attenzione. Però il ragazzo (Kvaratskhelia, ndr) è forte, non dimentichiamoci che sulla catena di sinistra siamo senza i due terzini di ruolo”.

    Quella di stasera è stata la terza sconfitta di fila dopo Real Madrid e Inter: “Ci manca cattiveria, quel particolare che nelle grandi partite fa la differenza. Oggi la squadra non ha preso contropiedi, eravamo messi bene, corti. Osimhen veniva da un lungo infortunio, abbiamo diverse defezioni e le stiamo pagando. Penso che da ora in poi questa squadra può fare solo un grande campionato”.
    E, a proposito di Osimhen: “I campioni sono trascinanti per tutte le squadre. Lui viene tartassato, viene marcato. Lui deve star bene e sarà quello che farà la differenza, è un giocatore devastante”. Mazzarri ha poi concluso: “Quando un allenatore arriva in un club così, dopo uno scudetto, deve cercare di risolvere i problemi. Oggi non meritavamo di perdere, io sono fiducioso di poter fare un filotto di vittorie” LEGGI TUTTO

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    SERIE A Gatti punisce un Napoli sprecone: festa Juve allo Stadium

    Il Napoli spreca l’impossibile e soprattutto non vince più. Terza sconfitta consecutiva tra campionato e Champions per gli azzurri: all’Allianz Stadium è la Juve a fare festa. Finisce 1-0 per i bianconeri: decisiva una rete di Gatti al 50′. A fine giornata i partenopei potrebbero scivolare fuori dalla zona Champions.PUBBLICITA
    Mazzarri in difesa si affida a Juan Jesus al fianco di Rrahmani mentre Natan si rivede a sinistra con Di Lorenzo a destra. In porta c’è Meret. A centrocampo si ricompone il trio Lobotka–Zielinski–Anguissa. In attacco nessun dubbio: Politano e Kvaratskhelia supportano l’unica punta Osimhen.

    Per Allegri invece 3-5-2 classico con Szczesny tra i pali, quindi Danilo che torna titolare dopo mesi di assenza al fianco di Bremer e Gatti. A centrocampo Cambiaso e Kostic sono gli esterni mentre McKennie, Locatelli e Rabiot completano la mediana. Chiesa supporta Vlahovic nel duo d’attacco.
    Napoli pericoloso con Kvara e Di Lorenzo, la Juve si salva
    Il Napoli parte subito forte, domina la partita e comanda il gioco. Al 9′ la prima occasione: Politano riceve palla al limite dell’area da Anguissa, si accentra e calcia, la conclusione pizzica il palo e finisce a lato di un soffio. Juve pericolosa solo per 5′, poco dopo il quarto d’ora: la chance più importante ce l’ha Vlahovic che su grande giocata di Chiesa spreca un rigore in movimento, salva tutto Natan opponendosi con il corpo.
    Alla mezz’ora tornano a rendersi pericolosi gli azzurri: Kvaratskhelia spreca un’occasione che ha del clamoroso, in contropiede, tutto solo davanti a Szczesny dopo un passaggio smarcante di Osimhen. Il georgiano riceve e sull’uscita bassa del portiere spara completamente alto.
    Il numero 1 polacco sale in cattedra poco dopo: miracolo con la mano di richiamo su una conclusione a botta sicura di Di Lorenzo in area al 38′, complice un rimpallo tra due difensori della Juve. E’ l’ultimo grande brivido del primo tempo per i tifosi di casa: si va a riposo sullo 0-0.
    La sblocca Gatti, Juve avanti
    Parte fortissimo la Juve nella ripresa: subito un brivido con un palo di Vlahovic (poi segnalato un fuorigioco) al 49′. Passa un minuto: cross di Cambiaso, Gatti beffa Rrahmani sul tempo e di testa nell’area piccola incorna in rete il vantaggio bianconero che fa esplodere lo Stadium.
    Dopo la rete il Napoli pare perdere lo slancio: gli uomini di Allegri sono sempre più compatti dietro e si spingono in avanti a caccia del raddoppio. Mazzarri corre ai ripari di fronte alla crescita dei bianconeri: subito dentro Elmas, inserito più avanzato rispetto a Zielinski, poi anche Raspadori e Zanoli.
    Gli azzurri superano la folata e ritrovano il pallino del gioco: al 70′ Osimhen mette in rete su pasticcio di Szczesny ma l’urlo di gioia è strozzato in gola per posizione di fuorigioco. Il finale è tutto di marca partenopea, con Mazzarri che schiera quasi un 4-2-4 alla disperata ricerca del pari. LEGGI TUTTO

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    Pompei, nella Regio IX emerge il panificio prigione

    Un panificio-prigione, dove persone ridotte in schiavitù e asini erano rinchiusi e sfruttati per macinare il grano necessario a produrre il pane. Un ambiente angusto e senza affaccio esterno, con piccole finestre con grate in ferro per il passaggio della luce. E nel pavimento intagli per coordinare il movimento degli animali, costretti a girare per ore con occhi bendati.L’impianto è emerso nella Regio IX, insula 10, dove sono in corso scavi nell’ambito di un più ampio progetto di messa in sicurezza e manutenzione dei fronti che perimetrano l’area ancora non indagata della città antica di Pompei.
    Le indagini hanno restituito una casa in corso di ristrutturazione. Un’abitazione suddivisa – come spesso avviene – in un settore residenziale decorato con raffinati affreschi di IV stile, e un quartiere produttivo destinato in questo caso alla panificazione. In uno degli ambienti del panificio, erano già emerse nei mesi scorsi tre vittime, a conferma che nonostante la ristrutturazione in corso, la dimora fosse tutt’altro che disabitata.
    Una fotografia/testimonianza del lavoro massacrante a cui erano sottoposti uomini, donne e animali negli antichi mulini-panifici, del cui racconto abbiamo la fortuna di poter disporre di una fonte d’eccezione, lo scrittore Apuleio, vissuto nel II secolo d.C., che nelle Metamorfosi IX 11-13, racconta l’esperienza del protagonista, Lucio, trasformato in asino e venduto a un mugnaio, evidentemente sulla base di una conoscenza diretta di contesti simili.
    Le nuove scoperte rendono possibile descrivere meglio anche il funzionamento pratico dell’impianto produttivo che, seppure in disuso al momento dell’eruzione, ci restituisce una conferma puntuale del quadro sconcertante dipinto da Apuleio.
    Il settore produttivo messo in luce è privo di porte e comunicazioni con l’esterno; l’unica uscita dà sull’atrio; nemmeno la stalla possiede un accesso stradale come frequente in altri casi. “Si tratta, in altre parole, di uno spazio in cui dobbiamo immaginare la presenza di persone di status servile di cui il proprietario sentiva il bisogno di limitare la libertà di movimento – fa notare il Direttore Gabriel Zuchtriegel, in un articolo scientifico a più mani pubblicato oggi sull’E-Journal degli scavi di Pompei.
     È il lato più sconvolgente della schiavitù antica, quello privo di rapporti di fiducia e promesse di manomissione, dove ci si riduceva alla bruta violenza, impressione che è pienamente confermata dalla chiusura delle poche finestre con grate di ferro. “
    La zona delle macine, ubicate nella parte meridionale dell’ambiente centrale, è adiacente alla stalla, caratterizzata dalla presenza di una lunga mangiatoia.
    Attorno alle macine si individua una serie di incavi semicircolari nelle lastre di basalto vulcanico. Data la forte resistenza del materiale, è verosimile che quelle che a prima vista potrebbero sembrare delle “impronte” siano in realtà intagli realizzati appositamente per evitare che gli animali da tiro scivolassero sulla pavimentazione e contemporaneamente tracciare un percorso, formando in tal modo un “solco circolare” (curva canalis) come lo descrive anche Apuleio.
    “Le fonti iconografiche e letterarie, in particolare i rilievi della tomba di Eurysaces a Roma, suggeriscono che di norma una macina fosse movimentata da una coppia composta da un asino e uno schiavo. Quest’ultimo, oltre a spingere la mola, aveva il compito di incitare l’animale e monitorare il processo di macinatura, aggiungere del grano e prelevare la farina.”   
    L’usura dei vari intagli può essere ascritta agli infinti giri, sempre uguali, svolti secondo lo schema predisposto nella pavimentazione. Più che a un solco viene pertanto da pensare all’ingranaggio di un meccanismo di orologeria, concepito per sincronizzare il movimento intorno alle quattro macine concentrate in questa zona.
    L’ambiente riaffiorato, con la sua testimonianza di dura vita quotidiana, integra il quadro raccontato nella mostra “L’altra Pompei: vite comuni all’ombra del Vesuvio” – che inaugurerà il 15 dicembre alla Palestra grande di Pompei-  dedicata a quella miriade di individui spesso dimenticati dalle cronache storiche, come appunto gli schiavi, che costituivano la maggioranza della popolazione e il cui lavoro contribuiva in maniera importante all’economia, ma anche alla cultura e al tessuto sociale della civiltà romana.
    “In ultima analisi – aggiunge il direttore- sono spazi come questo che ci aiutano anche a capire perché c’era chi riteneva necessario cambiare quel mondo e perché negli stessi anni un membro di un piccolo gruppo religioso di nome Paolo, poi santificato, scrive che è meglio essere tutti servi, douloi che vuol dire schiavi, ma non di un padrone terrestre, bensì di uno celeste.” LEGGI TUTTO

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    Processo immediato per gli assassini di Giogiò: ci sono anche due complici

    Il 15 febbraio si svolgerà la prima udienza del processo immediato davanti al Tribunale per i minorenni chiesto ed ottenuto dalla Procura per l’assassino e i complici che la notte del 31 agosto uccisero il musicista  napoletano Giovanbattista Cutolo.
    Dalle carte della Procura emerge che ci sono anche due complici. Si tratta di due rapinatori, uno di 20 e uno di 28 anni, che risultano indagati per concorso anomalo in omicidio nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio del musicista 24enne.
    I due indagati – come riportano Il Mattino e l’edizione napoletano di Repubblica in edicola oggi-sono entrambi originari dei Quartieri Spagnoli e sono noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio. Secondo la ricostruzione dell’accusa, la mattina dell’omicidio i due rapinatori si trovavano in piazza Municipio insieme a un terzo soggetto, che conosceva il minorenne armato che ha sparato a Giogiò. I tre decisero di andare a mangiare un panino in un pub del centro, dove si imbatterono nella comitiva di amici del musicista.
    I due rapinatori iniziarono a provocare verbalmente i ragazzi, poi uno di loro spruzzò la maionese in testa a uno degli amici di Giogiò. La situazione precipitò quando i due rapinatori iniziarono ad aggredire i ragazzi con sedie e tavolini.
    Giovannabattista Cutolo intervenne per difendere un amico che stava subendo le botte, ma fu raggiunto da tre colpi di pistola sparati dal minorenne. Il musicista morì poco dopo in ospedale.

    I due rapinatori hanno negato di sapere che il minorenne era armato. Uno di loro ha anche dichiarato di aver incontrato il killer per la prima volta solo poche ore prima dell’omicidio.
    L’inchiesta sull’omicidio di Giogiò è ancora in corso e gli inquirenti stanno valutando la possibilità di costituire parte civile nel processo anche il Comune di Napoli, che ha subito un danno d’immagine a causa della vicenda.
    L’omicidio di Giogiò è un atto di violenza insensata che ha sconvolto l’intera città di Napoli. I due rapinatori indagati sono responsabili di aver scatenato la rissa che ha portato alla morte del giovane musicista. La loro posizione è grave e dovranno rispondere di concorso anomalo in omicidio, un reato da corte di assise. LEGGI TUTTO