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    Detenuto morto suicida nel carcere di Carinola

    Un detenuto disabile di 58 anni si è suicidato nel carcere di Carinola, in provincia di Caserta, secondo quanto dichiarato dal Sindacato autonomo polizia penitenziaria.
    Donato Capece, segretario generale del SAPPE, commenta la tragedia affermando che “il suicidio di un detenuto in carcere rappresenta una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che operiamo in prima linea”.
    Tiziana Guacci, segretario regionale del sindacato, spiega che l’uomo è stato trovato impiccato nella sua cella, e nonostante i tentativi di soccorso da parte di sanitari e personale di Polizia Penitenziaria, non è stato possibile salvarlo.
    Guacci sottolinea che, “sebbene il suicidio sia un evento imprevedibile, il problema principale è la prevenzione”. Con il trasferimento della sanità penitenziaria alle Regioni, la situazione è notevolmente peggiorata, evidenzia Guacci, sottolineando la carenza di operatori sanitari, psicologi e psichiatri.
    La proposta avanzata è quella di avviare concorsi regionali e assumere personale sanitario dedicato esclusivamente alle carceri della Campania. LEGGI TUTTO

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    Rintracciato a Casal di Principe un uomo ricercato in Belgio

    Nella giornata di martedì 30 gennaio 2024, un individuo condannato a tre anni di reclusione in Belgio per reati contro il patrimonio è stato individuato e arrestato a Casal di Principe, nel Casertano, dalla Polizia di Stato.
    Il 34enne era stato rintracciato grazie alle indagini della Squadra Mobile di Caserta, in base a un mandato di arresto europeo emesso lo scorso novembre. L’uomo si trovava in una casa di cura e custodia, stava scontando una misura di sicurezza.
    L’arresto è stato convalidato e il 34enne è stato messo a disposizione della Corte di Appello di Napoli per l’avvio delle procedure di estradizione. LEGGI TUTTO

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    Avellino, don Antonio Romano lascia il sacerdozio per amore

    Dopo 23 anni di sacerdozio, don Antonio Romano, parroco di Chiusano San Domenico, in provincia di Avellino, ha annunciato la sua decisione di rinunciare allo stato clericale.In un lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook, don Antonio ha spiegato di aver scoperto di amare una donna con la quale condivide “sentimenti, aspirazioni, progetti, valori, fede, principi e ideali”. “Non posso continuare a combattere contro la mia natura”, ha scritto.
    Il parroco ha anche rivelato di aver chiesto, il 18 ottobre dello scorso anno, al vescovo della Diocesi di Avellino, monsignor Arturo Aiello, di essere sollevato da incarichi e obblighi connessi al sacerdozio.
    “Mi scuso con i fedeli della parrocchia di Santa Maria degli Angeli per aver indugiato per parecchio tempo nel prendere questa decisione”, ha scritto don Antonio. “Dopo un lungo travaglio interiore, adesso i tempi sono maturi. In questi anni ho acquisito maggiore consapevolezza di me e di ciò che mi circonda e questo mi ha dato più coraggio e determinazione”.
    Ordinato sacerdote 32 anni fa, don Antonio Romano intende però continuare ad essere “missionario laico” nell’associazione “Sulle tracce degli invisibili” da lui fondata a favore dei bambini del Burundi.
    Circa il celibato, don Antonio ha ricordato: “Non ho mai nascosto le mie convinzioni su questa imposizione come conditio sine qua non per accedere al sacerdozio: la rispetto e non pretendo che la cambino per me”.
    “Resterò al mio posto ancora per qualche giorno, così come mi è stato chiesto, prima dell’avvicendamento alla guida della parrocchia di Santa Maria degli Angeli”, ha detto don Antonio. “Continuerò a stare dalla parte degli ultimi e per questo ho bisogno del sostegno, dell’incoraggiamento e della preghiera di tutti quelli che mi vogliono bene”. LEGGI TUTTO

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    SERIE A Noia mortale all’Olimpico: tra Lazio e Napoli un mesto 0-0

    Reti bianche e pochissime emozioni allo stadio Olimpico di Roma: il match tra Lazio e Napoli, due delle deluse di Supercoppa, finisce 0-0. Gli azzurri salgono a quota 32 punti in classifica, a -4 dalla zona Champions (in attesa della Fiorentina) mentre la Lazio è due punti sopra, a quota 34.PUBBLICITA

    Emergenza totale per Mazzarri che conferma la difesa a tre. Davanti a Gollini ci sono Rrahmani, Ostigard e Juan Jesus mentre Di Lorenzo si sposta sugli esterni con Mario Rui dall’altra parte. A centrocampo Zielinski al fianco di Demme e Lobotka. In attacco Politano sostiene l’unica punta Raspadori.
    Il solito grande ex Sarri scende in campo con il 4-3-3. In porta Provedel, quindi Gila e Romagnoli centrali con Lazzari e Marusic terzini. A centrocampo Guendouzi, Cataldi e Luis Alberto mentre Isaksen e Felipe Anderson sono gli esterni d’attacco a supporto di Castellanos, punto di riferimento davanti.
    Primo tempo bloccato, nessuna emozione tra Lazio e Napoli
    Il primo tempo è molto bloccato, ma nel complesso è la Lazio a fare la partita. Il Napoli, con il nuovo assetto tattico, preferisce attendere gli attacchi, difendere e tentare di colpire in contropiede. Per la prima occasione bisogna aspettare il 13′: ce l’ha Isaksen, il più attivo dei suoi, che da fuori prova a insidiare Gollini. Il suo tiro finisce alto non di molto.
    Pochissimo da segnalare invece per il prosieguo di gara. Gli azzurri non si affacciano praticamente mai dalle parti di Provedel, i padroni di casa dominano dal punto di vista del possesso palla ma non si rendono mai realmente pericolosi e reclamano solo un presunto penalty per spinta di Ostigard su Castellanos al 33′. Si va a riposo senza reti e senza emozioni.
    Parte forte la Lazio a inizio ripresa: subito lancio di Cataldi per Castellanos che in rovesciata si inventa una rete bellissima, sorprendendo Gollini fuori dai pali. L’esultanza dei tifosi di casa però dura pochissimo perché Orsato segnala subito fuorigioco: tutto fermo, si resta sullo 0-0. Poco dopo prime ammonizioni della gara, una per parte: giallo a Demme prima e Romagnoli poi per due interventi in ritardo.
    Pari senza emozioni, finisce 0-0 all’Olimpico tra Lazio e Napoli 
    Al 65′ nuovo brivido per il Napoli: a lato di poco un rasoterra da fuori area di Cataldi. Poco dopo gli azzurri si fanno finalmente vedere dalle parti di Provedel: al 68′ il subentrato Gaetano con una botta al volo da fuori fa tremare la difesa laziale. Dopo una fase nuovamente con poche emozioni, altri cambi per Mazzarri: da segnalare l’esordio di Ngonge.
    Azzurri che si fanno vedere avanti nuovamente all’83’: punizione di Zielinski che batte sui cartelloni pubblicitari alla destra del palo, sul fondo. C’è spazio quindi anche per un altro neo acquisto, Dendoncker, al debutto al posto proprio del polacco. Le emozioni scarseggiano nonostante i nuovi innesti: finisce senza reti e con un punto per parte. LEGGI TUTTO

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    Napoli, dopo il raid contro i bus Anm arriva la vigilanza

    Vigilanza rafforzata per gli autobus dell’Azienda Napoletana Mobilità (ANM), undici dei quali sono stati oggetto di raid vandalici con l’esplosione di colpi ad aria compressa e vetri mandati in frantumi.
    Il risultato di questa escalation di violenza ha portato alla convocazione di una riunione di coordinamento delle forze di polizia in via d’urgenza presso il Palazzo di governo, su iniziativa del prefetto di Napoli, Michele di Bari.
    Nel corso della riunione, come riportato in una nota della prefettura, è stato esaminato il recente susseguirsi di raid vandalici che hanno causato danni agli autobus dell’ANM impiegati nel trasporto urbano.
    In risposta a questa situazione, è stato concordato di implementare immediatamente un potenziamento delle attività di vigilanza al fine di garantire la sicurezza del servizio essenziale di trasporto pubblico. Tale decisione mira a tutelare sia gli operatori del settore che gli utenti.
    Un ulteriore argomento affrontato durante la riunione riguarda l’episodio verificatosi la settimana scorsa in corso Arnaldo Lucci, dove è stata registrata l’esplosione di ottanta colpi di arma da fuoco. Rispetto a questo evento, sono state adottate “specifiche misure preventive” al fine di prevenire situazioni simili in futuro e garantire la sicurezza pubblica.
     Misure specifiche di prevenzione anche contro l’aumento delle stese in città
    La collaborazione tra le forze dell’ordine e le istituzioni locali risulta quindi fondamentale per affrontare e contrastare efficacemente tali atti vandalici, assicurando la continuità e la sicurezza del servizio di trasporto pubblico nella città di Napoli. LEGGI TUTTO

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    IL FATTO Studente travolto da un’auto mentre attraversava sulle strisce in corso Garibaldi a Napoli, è in coma

    Ennesima vittima della strada a Napoli. Si tratta di uno studente universitario di 21 anni investito e sbalzato contro le auto in sosta mentre attraversava sulle strisce pedonali.Il ragazzo è rimasto ferito gravemente ed è in coma. E’ stato operato urgentemente all’Ospedale del Mare, dove è stato trasportato in codice rosso ed è attualmente ricoverato in prognosi riservata.
    L’incidente stradale – come scrive Fanpage – è avvenuto ieri sera, martedì 23 gennaio 2024, attorno alle ore 23,00, in Corso Garibaldi all’altezza del civico 286. Ancora da chiarire la dinamica di quanto accaduto. Sul posto la Polizia Locale di Napoli, reparto Infortunistica Stradale, guidato dal Comandante Jocelito Orlando.
    Il giovane, secondo le prime ricostruzioni, stava attraversando la strada sulle strisce pedonali, quando è stato centrato da una auto Peugeot 208, condotta da un 19enne, che percorreva Corso Garibaldi in direzione Piazza Carlo III. L’incidente è avvenuto all’incrocio con via Cairoli, altezza civico 286.
    Sul caso si è espresso anche il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli: “Bisogna accertare al più presto le dinamiche dell’incidente e capire se il conducente dell’auto fosse sotto l’effetto di alcol o droghe e se andava oltre i limiti di velocità. Troppe sono le vittime della follia, della velocità e dell’imprudenza. Soprattutto deve far riflettere che tante vittime sono state investite nonostante stessero attraversando sulle strisce come, ad esempio, Elvira Zibra travolta e uccisa da un pirata che correva ed impennava su una moto a via Caracciolo”.
    “Sono anni che lo gridiamo a gran voce: servono misure e dispositivi contro l’alta velocità, modifiche al codice della strada e condanne carcerarie per chi, con troppa leggerezza, arroganza, prepotenza e stupidità, mette in pericolo la vita altrui. Per ora seguiremo la vicenda di questo ragazzo sperando che possa salvarsi”. LEGGI TUTTO

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    Rummo: “Boicottaggio? Le persone continueranno a comprarci”

    “La situazione si spiega da sola, e desidero concluderla qui. Non sono solito richiedere la tessera di partito a chiunque entri nella mia abitazione. Le imprese hanno un impatto sociale, e la mia azienda opera a livello globale.”
    Così commenta Cosimo Rummo rispondendo alla tempesta sui social scatenata dopo la visita del vice premier Matteo Salvini al suo pastificio a Benevento. “Non ho ulteriori commenti né preoccupazioni perché le persone comprendono bene e continueranno a acquistare la nostra pasta.”
    “Mi è stata fatta una chiamata da Roma,” continua Cosimo Rummo, “che chiedeva la disponibilità a far visitare l’azienda al ministro Salvini, in occasione della sua presenza a Benevento per un incontro sulla sicurezza stradale. Cosa avrei dovuto fare? Negare una visita al vice premier? Non l’ho mai fatto.
    Nella mia azienda hanno fatto visita nel 2017 il premier di allora, Paolo Gentiloni, l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando e la ex segretaria della CGIL, Susanna Camusso, quest’ultima addirittura in due occasioni.” LEGGI TUTTO

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    L’INTERVISTA De Laurentiis: “Inadeguatezza arbitri parla da sola, imbarazzo per Rocchi. Supercoppa? Non ha ragione …

    “L’arbitro? A me dispiace per Rocchi, che sta vivendo una specie di incubo. Non mi va di fare il tifoso e andare giù pesante, ma l’inadeguatezza degli arbitri quest’anno parla da sola”. Così il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis commenta ai microfoni di Mediaset l’arbitraggio di Rapuano nella finale di Supercoppa persa.PUBBLICITA

    “Ho parlato con Rocchi stasera e chissà quale ulteriore imbarazzo proverà. Noi eravamo qui per promuovere il nostro calcio e dare spettacolo, ma se mi lasci in dieci non c’è spettacolo. Inoltre ammonizioni ed espulsioni si sconteranno in campionato, una ulteriore stortura. La Lega Serie A è nemica di se stessa”, ha aggiunto.
    De Laurentiis, inoltre, ribadisce di aver “contrastato questa Supercoppa perché i tifosi meritano di esaltare il campionato nazionale e quando si gioca troppo non si possono addizionare competizioni, per di più fuori dall’Italia. Credo che dall’anno prossimo, con l’aumento delle partite che l’Uefa ha imposto, questa Supercoppa non debba avere ragione di esistere”.
    De Laurentiis: “Ho visto Napoli in crescita, nonostante tutto”
    Poi un elogio all’Arabia Saudita che per il numero uno partenopeo mostra “una crescita potentissima che diventerà la centralità del nuovo mondo commerciale. Ho visto un luogo incredibile che annebbia Disneyland. Che il calcio sia lo specchietto per le allodole è una cosa molto furba perché usano il calcio per attrarre”, conclude.
    Parlando della sua squadra, infine, De Laurentiis ammette di aver visto “un Napoli in crescita, onore al merito a chi vince perché il calcio è anche casualità, ma ho visto una squadra in crescita, che nonostante i dieci uomini e le assenze ha dato filo da torcere all’Inter”. LEGGI TUTTO

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    AZZURRI KO La Supercoppa è dell’Inter: Napoli (in 10) beffato da Lautaro al 91′

    La Supercoppa italiana va per il terzo anno consecutivo all’Inter. All’Al-Awwal Park Stadium di Riad, in Arabia Saudita, sono i nerazzurri a fare festa: è Lautaro Martinez a stendere il Napoli al 91′ dopo un assalto lungo mezz’ora che ha fatto seguito all’espulsione di Simeone al 60′.PUBBLICITA

    Mazzarri conferma il 3-4-2-1. In porta c’è Gollini, Di Lorenzo compone il trio difensivo con Rrahmani e Juan Jesus. Sugli esterni di centrocampo non ce la fa Mario Rui: al suo posto Zerbin con Mazzocchi dall’altra parte. Completano la mediana Cajuste e Lobotka. In attacco Politano e Kvaratskhelia a supporto di Simeone.
    Inzaghi va con il solito 3-5-2. Sommer in porta, De Vrij prende il posto dell’infortunato Bastoni al fianco di Acerbi e Pavard. Darmian e Dimarco gli esterni di centrocampo, Barella al fianco di Calhanoglu e Mkhitaryan sulla mediana. In attacco il solito duo composto da Lautaro Martinez e Thuram.
    L’Inter fa la partita, il Napoli difende. Espulso Simeone al 60′
    Il Napoli approccia bene la partita, guadagnando i primi metri e affacciandosi dalle parti di Sommer, senza però rendersi pericoloso. L’Inter tiene senza problemi e cresce dopo il primo quarto d’ora: la prima grande occasione ce l’ha Dimarco che al volo da fuori area fa tremare Gollini con una conclusione fuori di un soffio. A scaldare i guantoni del portiere azzurro è Calhanoglu due minuti più tardi: tiro centrale per la sua presa facile.
    I nerazzurri però sono in comando della partita: gli uomini di Mazzarri aspettano e sono bravi in questa fase a non concedere clamorose chance nonostante le tanti folate avversarie. Il gioco è anche molto spezzettato, con tanti falli da una parte e dall’altra: il primo tempo si chiuderà con un’ammonizione a testa. Piccolo brivido anche per i tifosi partenopei per una rete annullata a Lautaro Martinez su assist di Thuram. Si va a riposo senza reti.
    Il metro di Rapuano cambia vertiginosamente nella ripresa. L’arbitro ammonisce dopo nemmeno 30 secondi Zerbin, poi fa lo stesso per De Vrij e quindi sventola il giallo anche per Barella per proteste e uno molto severo per Simeone. Proprio quest’ultimo condanna il Napoli: il Cholito al 60′ entra in ritardo su Acerbi e si becca la seconda ammonizione, che vale l’espulsione.
    Decide Lautaro Martinez al 91′: vince l’Inter, Napoli ko
    Azzurri in 10 e costretti alla difesa a oltranza. Gli uomini di Inzaghi attaccano a testa bassa con i partenopei tutti dietro a difendere. Il castello cade al 91′: segna Lautaro Martinez su assist di Pavard dopo inserimento dalla destra. Il Toro deposita in rete da due passi nella mischia portando avanti i suoi.
    Finisce così a Riad. Si tratta dell’ottavo titolo della storia per i nerazzurri, il terzo consecutivo dopo quelli del 2021 e 2022. Il Napoli viene sconfitto per la terza volta nella sua storia in una finale di Supercoppa dopo i ko del 2012 (proprio con Mazzarri in panchina) e del 2020. LEGGI TUTTO

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    TRIS AI VIOLA Il Napoli è in finale di Supercoppa! Fiorentina ko con Simeone e super Zerbin

    Il Napoli ritrova gol e sorriso. All’Al-Awwal Park Stadium di Riyadh gli azzurri battono 3-0 la Fiorentina e volano in finale di Supercoppa italiana, dove nello stesso stadio lunedì sera troveranno una tra Inter e Lazio, le altre due semifinaliste in campo invece nella serata di domani.PUBBLICITA

    Mister Mazzarri cambia interpreti ma soprattutto cambia modulo: azzurri in campo con il 3-4-2-1. In porta Gollini, davanti a lui Juan Jesus, Rrahmani e Di Lorenzo. Gli esterni di centrocampo sono Mazzocchi e Mario Rui. Cajuste e Lobotka sulla mediana, Kvaratskhelia e Politano alle spalle dell’unica punta Simeone.
    Italiano invece va con il 4-2-3-1. Terracciano fra i pali, Kayode e Biraghi terzini mentre Milenkovic e Martinez Quarta sono i centrali. A centrocampo Arthur e Duncan, Ikoné e Brekalo sono gli esterni mentre Bonaventura si schiera sulla trequarti. L’unica punta è Beltran, che vince il ballottaggio su Nzola.
    La sblocca Simeone: Napoli avanti sulla Fiorentina all’intervallo
    Dopo una breve fase di studio, il match prende quota e arrivano le prime occasioni pericolose. La Fiorentina fa la partita, il Napoli è attendista ma ha le chance migliori in contropiede. Al 9′ Politano costringe Terracciano ad allungare in angolo con la punta delle dita un sinistro da fuori diretto sotto la traversa. Poco dopo Simeone ci prova in girata al volo, ma colpisce male.
    La svolta arriva al 22′: giocata di Kvara a centrocampo, inserimento di Juan Jesus che con i tempi giusti serve Simeone, scattato in profondità. Il Cholito stoppa, defilandosi leggermente, ma incrocia benissimo fulminando Terracciano: è la rete del vantaggio del Napoli e della liberazione per l’argentino, che non segnava da novembre.
    La Fiorentina è chiamata alla reazione e prova ad alzare il ritmo, ma gli uomini di Mazzarri fanno buona guardia e concedono poco. Dopo un gol annullato a Beltran per fuorigioco, poco prima dell’intervallo arriva l’occasione per pareggiare i conti. Protagonista Ikoné, sgambettato in area da Mario Rui: calcio di rigore per i viola. Dal dischetto va a sorpresa proprio il numero 11, che clamorosamente spara però alto sopra la traversa. E’ l’ultimo brivido del primo tempo, che finisce 1-0.
    Fiorentina mai pericolosa, Zerbin show e il Napoli la chiude
    Il copione della gara non cambia nella ripresa. La Fiorentina tiene il pallone a caccia del pari, ma è poco pericolosa. Il Napoli aspetta e difende la rete del vantaggio firmata Simeone e, come nei primi 45′, ha addirittura le occasioni migliori in contropiede. Al 61′ infatti a sprecare è Kvara, che con Politano e Mazzocchi soli in ripartenza sbaglia il tocco decisivo che poteva spalancare le porte del raddoppio.
    Primi cambi per Mazzarri che inserisce Zielinski, Lindstrom e Ostigard. Gli azzurri si chiudono dietro e devono stringere i denti, ma perdono anche Cajuste, nuovamente infortunato: al suo posto Gaetano. I viola attaccano a testa bassa, ma le occasioni dalle parti di Gollini sono praticamente nulle.
    Sale in cattedra dunque Zerbin, subentrato a Mazzocchi nell’ultimo cambio dei partenopei. All’84’ su sviluppo di corner l’esterno beffa Parisi in marcatura e deposita in rete in spaccata su sponda di Di Lorenzo per il raddoppio, battendo anche la testa e spaventando i compagni.
    Ma appena 3′ più tardi il numero 23 si è già ripreso: riceve sullo scatto, porta avanti il pallone e con un diagonale perfetto sigla la sua doppietta personale chiudendo il discorso. Finisce dunque così: 3-0 per il Napoli, che ritrova i gol ma soprattutto dà continuità al successo nel derby campano contro la Salernitana. LEGGI TUTTO

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    Omicidio Vassallo, ufficiale dei carabinieri sentito per 11 ore in procura a Salerno

    Un lungo interrogatorio si è svolto davanti ai pubblici ministeri incaricati dell’indagine sul delitto di Angelo Vassallo. Undici ore ininterrotte, con l’eccezione di una breve pausa pranzo, sono state impiegate per rispondere a domande riguardanti la tragica notte del 5 settembre 2010, quando il sindaco di Acciaroli fu brutalmente ucciso. A distanza di quattordici anni dall’omicidio, la Procura di Salerno ha registrato un nuovo sviluppo nell’inchiesta volta a ricostruire le responsabilità e i motivi dietro l’assassinio del sindaco pescatore.
    Il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo- come riportano Il Mattino e l’edizione napoletana di Repubblica– è stato interrogato lunedì scorso, un anno e mezzo dopo il decreto di perquisizione emesso dai pubblici ministeri salernitani nell’estate del 2022.
    L’interrogatorio potrebbe rappresentare una svolta nell’indagine, considerando le ipotesi formulate dai magistrati. Gli inquirenti accusano Cagnazzo di concorso in omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dal coinvolgimento camorristico. Nonostante i suoi notevoli successi contro la camorra e i clan mafiosi, il colonnello è ora coinvolto in un presunto coinvolgimento nell’organizzazione dell’omicidio di Vassallo, creando le condizioni per un depistaggio mirato.
     Le ipotesi di depistaggio delle indagini
    Gli inquirenti sostengono che avrebbe contribuito a mettere in scena un depistaggio volto a scaricare le colpe dell’omicidio su un pusher di origine brasiliana, il quale, secondo le prove, risulterebbe estraneo al delitto. Inoltre, si ipotizza che Cagnazzo abbia giocato un ruolo nella fase esecutiva dell’agguato.
    Nonostante gli inquirenti non abbiano chiarito chi abbia sparato i sette colpi che hanno causato la morte del sindaco di Acciaroli, parlano apertamente di un’imboscata in cui l’assassino e il sindaco si sono trovati faccia a faccia. Durante il suo ritorno a casa, Vassallo avrebbe abbassato il finestrino dell’auto per incrociare lo sguardo di chi avrebbe premuto il grilletto.
    È importante sottolineare che Cagnazzo non è l’unico sotto inchiesta; altri nomi, come quelli dei Ridosso, di Maurelli (deceduto anni fa), e di Cafiero, presunto narcotrafficante di Torre Annunziata, sono coinvolti nell’indagine.
    L’interrogatorio è stato condotto non solo dal procuratore di Salerno Giuseppe Borrelli, ma anche dal pm Marco Colamonici, che ha mantenuto la delega a indagare sulla vicenda di Vassallo.
    Difeso dall’avvocato Ilaria Criscuolo, Cagnazzo ha accettato l’invito a comparire, dimostrando determinazione nel respingere le accuse e nel sostenere la sua integrità. Pur avendo la facoltà di non rispondere, ha scelto di partecipare attivamente all’interrogatorio, un confronto che probabilmente ha fatto leva sulle perquisizioni del 2022 e su alcune intercettazioni emerse durante l’inchiesta. E si è difeso strenuamente sostenendo di essere vittima di congetture e illazioni.
    Il coinvolgimento del carabiniere Lazzaro Cioffi condannato per droga
    Va sottolineato che Cagnazzo non è l’unico militare coinvolto in questa vicenda, e la Procura ipotizza un accordo con il carabiniere Lazzaro Cioffi, suo ex attendente di fiducia, già condannato in passato per reati legati alla droga.
    Il movente dell’omicidio viene contestualizzato in un contesto segnato dal narcotraffico, con Acciaroli come meta turistica e il sindaco deciso a denunciare il traffico di droga nella zona. Gli inquirenti ritengono che l’omicidio di Vassallo fosse necessario per proteggere gli interessi legati allo spaccio di cocaina lungo la costa cilentana nel 2010.
    L’interrogatorio del narcotrafficante Raffaele Imperiale
    Si tratta di un omicidio premeditato, organizzato per evitare conseguenze indesiderate e impedire al sindaco di fare accuse precise su presunte collusioni tra esponenti delle istituzioni, camorristi e imprenditori sospettati di avere legami con la camorra. Recentemente, la Procura di Salerno ha ascoltato il pentito Raffaele Imperiale, ex broker del narcotraffico, che sembra conoscere la storia di Lazzaro Cioffi e delle presunte collusioni nel Parco Verde.
    La vicenda, complicata e intricata, deve ora fare i conti con la versione dei fatti di Fabio Cagnazzo, emersa dopo undici ore di interrogatorio in Procura.

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    Piano di Sorrento, arrestato marito violento: i figli avevano nascosto i coltelli da cucina temendo sue reazioni

    Poco più di un mese fa i Carabinieri della stazione di Piano di Sorrento notificarono ad un 55enne del posto l’allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento all’ex moglie.
    Un provvedimento emesso dal Gip Di Torre Annunziata, su richiesta della procura oplontina: per la vittima un raggio vitale di 500 metri all’interno del quale l’uomo non poteva spingersi, quotidiane le vessazioni raccontate nella misura restrittiva.
    Avrebbe controllato e censurato il suo abbigliamento, preteso che non avesse alcun tipo di contatto con persone di sesso maschile.
    Ricorrenti le minacce di morte e le violenze. Tra gli episodi documentati, il 55enne avrebbe bloccato la donna mentre era in scooter e le avrebbe stretto le mani al collo.
    Maltrattamenti quotidiani, posti in essere anche davanti ai due figli, uno di questi minorenne.Proprio i figli, temendo reazioni violente del padre, avrebbero nascosto tutti i coltelli presenti in cucina.
    Nonostante la misura restrittiva applicata il 15 dicembre scorso, ieri sera alle 20.30, il 55enne di Sorrento è stato sorpreso dai Carabinieri sotto l’abitazione della donna. Era nascosto, osservava il palazzo ma non ha fatto in tempo a sfuggire ai militari della stazione di Piano di Sorrento. Nel suo scooter, un coltello a serramanico, 29 grammi di hashish e 8 di marijuana.
    Nel suo appartamento, invece, altri 226 grammi di hashish e 227 di “erba”. L’uomo è finito in manette, arrestato per detenzione di droga a fini di spaccio, porto abusivo di coltello e violazione del divieto di avvicinamento all’ex coniuge. E’ ora in carcere, in attesa di giudizio. LEGGI TUTTO