Da 4,5 miliardi di anni vagano per l’Universo e tra poco faranno tappa a Vico Equense. Venerdì 17 maggio, alle ore 19.30, sarà infatti inaugurata, nel Municipio storico, la mostra “Meteoriti: messaggeri dall’infinito” organizzata dal Museo Mineralogico Campano – Fondazione Discepolo in collaborazione con gli esperti Giovanni Ascione e Pasquale Russo di Sky Sentinel Network, rete di scienziati, appassionati, specialisti e scienziati che si occupa del monitoraggio della volta celeste con avanzate strumentazioni ottiche e informatiche per monitorare eventi meteorici con potenziali cadute al suolo.L’evento, che si avvale del patrocinio del Comune di Vico Equense, della Regione Campania, dell’Università Federico II, del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e dell’Ugis (Unione Giornalisti Scientifici), costituisce un’appendice della 26esima edizione del Premio scientifico internazionale “Capo d’Orlando” che si terrà il giorno prima, giovedì 16 maggio, alle ore 18, al Castello Giusso.
A ricevere la prestigiosa targa d’argento saranno il Premio Nobel Richard Henderson, il presidente onorario della comunità scientifica del WWF Italia Gianfranco Bologna, l’archeologo e già direttore del Mann di Napoli Paolo Giulierini, il professor Giovanni Scapagnini dell’Università del Molise, il presidente di “Caffè Borbone” Massimo Renda e l’astronauta Paolo Nespoli, oggi docente del Politecnico di Milano.
E proprio Paolo Nespoli, dopo aver presentato il suo volume “Interior Space” alle ore 18 di venerdì 17 maggio nella Sala delle Colonne del Complesso monumentale della SS. Trinità e Paradiso, farà da testimonial all’inaugurazione della mostra che avrà come madrina Paola Catapano, giornalista scientifica del CERN di Ginevra.
I visitatori potranno ammirare una trentina di meteoriti provenienti da ogni parte del mondo, tra i pezzi più interessanti della collezione di Sky Sentinel Network. In particolare, si potranno osservare reperti precipitati sulla Terra migliaia di anni fa come frammenti di “Gebel Kamil”, meteorite caduto nel deserto egiziano circa 5 mila anni fa ai tempi della prima dinastia egizia, oppure frammenti di “Campo del Cielo”, meteorite precipitato in Argentina tra 4.700 e 4.200 anni fa.
Viaggiando di corsa avanti nel tempo, saranno visibili esemplari provenienti da “Nantan”, meteorite caduto in Cina nel 1516 durante la dinastia Ming e di “Sikhote Alin”, meteorite precipitato in Siberia nel 1947. Testimoni di cadute in anni più recenti, i frammenti di “Čeljabinsk”, il meteorite con la caduta più documentata della storia, precipitato negli Urali nel 2013 ferendo oltre mille persone, distruggendo appartamenti, industrie e foreste e di “Sericho”, meteorite caduto nel deserto del Kenya nel 2016. Gran parte degli esemplari provengono però dal West Africa, dal deserto del Sahara, raccolti dai nomadi durante i loro spostamenti attraverso le dune sabbiose.
«Tre di questi frammenti di meteoriti, Campo del Cielo, Sericho e Čeljabinsk resteranno con noi – spiega il direttore del Museo Mineralogico Campano, dr. Umberto Celentano – perché andranno ad arricchire il nostro patrimonio museale grazie anche alla collaborazione di Giovanni Ammendola. Sono certo che questa mostra susciterà notevole interesse non solo tra cittadini e turisti ma soprattutto tra i bambini e i ragazzi delle scuole che potranno osservare da vicino testimonianze geologiche arrivate direttamente dallo Spazio».
A rendere più affascinante l’allestimento, saranno gli stand espositivi, composti da semicupole trasparenti illuminate a led con la riproduzione di paesaggi lunari e pannelli anche multimediali con pc e monitor integrati per raccontare al meglio non solo l’aspetto scientifico ma anche la storia di questi corpi celesti minori che ci riportano alle origini dell’Universo.
«Siamo onorati – aggiunge il sindaco Giuseppe Aiello – di poter ospitare questa mostra unica nel suo genere nel Palazzo Storico Comunale, assieme a Paolo Nespoli, un pioniere dell’esplorazione spaziale. Turisti e residenti avranno l’opportunità di immergersi in un viaggio straordinario attraverso questa mostra che non solo arricchisce il patrimonio culturale della nostra Città, ma anche il suo richiamo turistico, attirando gli amanti della scienza e dell’avventura da ogni angolo del mondo».
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