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    Corruzione in Capitaneria di Porto: arresti e interdizioni a Napoli

    Un’inchiesta della Procura di Napoli ha portato all’arresto di diverse persone, tra cui ufficiali della Capitaneria di Porto, impiegati del Ministero delle Infrastrutture e medici dell’Asl, per corruzione e falso in atti pubblici.
    Le indagini hanno svelato un giro di corruzione che coinvolgeva diversi marittimi e intermediari.
    In alcuni casi, i marittimi avrebbero ottenuto il rilascio o il rinnovo di certificati di idoneità professionale senza averne i requisiti, grazie al pagamento di tangenti a impiegati della Capitaneria di Porto.
    In altri casi, i marittimi avrebbero ottenuto certificati medici senza sottoporsi alle visite mediche, grazie alla compiacenza di alcuni medici.
     Giro di mazzette dietro il rilascio di certificati ai marittimi
    Infine, in altri casi ancora, i marittimi avrebbero ottenuto indebitamente benefici previdenziali grazie al rilascio di falsi certificati di malattia da parte dei sanitari.
    I pubblici ufficiali coinvolti nella corruzione avrebbero ricevuto in cambio denaro o altre utilità.L’operazione è stata condotta dalla Guardia Costiera su ordine del GIP del Tribunale di Napoli.
    Le misure cautelari disposte includono la custodia cautelare in carcere, gli arresti domiciliari e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.È stato inoltre disposto il divieto di esercitare la professione sanitaria per alcuni dei medici coinvolti.
    L’operazione è un duro colpo alla corruzione e al falso in atti pubblici, reati che danneggiano la sicurezza della navigazione e la salute pubblica. LEGGI TUTTO

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    Situazione critica nei Pronto Soccorso, stato di agitazione dichiarato all’Asl Napoli 1

    I dirigenti medici, sanitari, veterinari e delle professioni sanitarie dell’Asl Napoli 1 hanno dichiarato lo stato di agitazione come risposta al rifiuto della dirigenza aziendale di incontrare i sindacati per discutere degli interventi necessari per sostenere i Pronto Soccorso Aziendali.
    Questa decisione è stata presa dopo un’assemblea il 6 febbraio e la nota è stata firmata dai rappresentanti di vari sindacati e inviata ai vertici dell’Asl Napoli 1 Centro, al Prefetto di Napoli e agli organi di informazione.
    “Il direttore generale ha ignorato le proposte e le richieste di incontro del sindacato, limitandosi a respingere le richieste di riconoscimento economico ai pochi operatori rimasti. Inoltre, nonostante il Regolamento per la Graduazione degli Incarichi Dirigenziali sia stato adottato nel mese di luglio 2023, non risulta ancora applicato.
    Si richiede pertanto l’immediata assegnazione degli Incarichi Professionali così come indicato nel Regolamento e, qualora vi fossero ulteriori impedimenti, la individuazione dei Direttori Medici di Presidio quali responsabili del completamento delle procedure”.
    La decisione di dichiarare lo stato di agitazione è stata presa anche perché l’Asl Napoli 1 avrebbe costantemente trascurato i doveri di informazione e confronto.
     Mancato confronto con i sindacati alla base della decisione
    Ad oggi la Contrattazione Integrativa è sospesa e i dati, richiesti da anni, sulla consistenza di organico nei vari reparti e sugli eventuali residui per ciascun fondo con l’utilizzo analitico delle risorse non sono mai stati forniti.
    La situazione critica dei Pronto Soccorso aziendali è il risultato di anni di progressivo svuotamento delle risorse umane e di sostanziale inerzia della Direzione Generale nell’affrontare e risolvere la crisi. LEGGI TUTTO

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    Napoli, ancora violenza in Pronto soccorso

    Si registrano in queste settimane ancora violenze a carico di operatori sanitari nei pronto soccorso della nostra regione. Si intensificano le richieste al Prefetto di Napoli di un intervento forte di presidi di pubblica sicurezza per maggiore controllo e tutela dell’ordine pubblico.Naturalmente inizia la protesta e la minaccia di sciopero da parte del sindacato degli infermieri a tutela degli operatori. Il quadro descritto delinea la grave situazione del Sistema Sanitario Nazionale che peggiora sempre di più.
    La difficoltà economica restringe le possibilità di cure adeguate, come se si vivesse costantemente in una situazione di emergenza/ urgenza. La carenza significativa di medici ed infermieri sottopone a turni lavorativi stressanti il personale dei pronto soccorso, che deve fronteggiare una marea di pazienti sintomatici ed urgenti.
    Di fronte a una situazione altamente critica, il silenzio della politica è assordante.La presidente del Consiglio peraltro afferma che l’autonomia potrà essere un volano positivo anche per il mezzogiorno, dimenticando che già attualmente esiste una migrazione notevole di pazienti verso il nord.
    Il gravoso handicap esistente sia delle strutture che del personale ha spostato enormi erogazioni finanziarie dalle regioni meridionali verso il settentrione, aumentando il gap già esistente.
    Nella sanità abbiamo già sperimentato con la pandemia da Covid 19 che le diverse programmazioni regionali hanno prodotto risultati contrastanti prevalentemente a vantaggio del nord. Allo stato attuale non si prevedono, nella manovra di bilancio, aumenti di finanziamento da parte del governo al S.S.N.
    In Campania non si percepiscono, d’altra parte, tentativi di organizzazione di medicina territoriale per affrontare le emergenze stagionali senza affollare gli ospedali. Attualmente di fronte all’aumento di ricoveri per polmoniti e Covid non è stato predisposto un piano per fronteggiare l’aumentata richiesta di cure da parte della collettività.
    La medicina territoriale è carente, non ha ancora una dimensione di organicità per poter affrontare e gestire l’emergenza; nel contempo gli ospedali ridiventano superaffollati determinando caos e favorendo gesti e atti di violenza contro il personale.
    Cosa dedurne? Che le risorse finanziarie governative destinate alla sanità pubblica sono insufficienti e che altrettanto si deve dire per il numero degli addetti. In alcune regioni si è riusciti ad organizzare i servizi con uno standard accettabile. In Campania, invece, proprio la mancanza di processi di organizzazione dei servizi, l’inefficienza del sistema diventa sempre più preoccupante ed inevitabilmente favorisce ingiustificati atti di violenza.
    Luigi Santini LEGGI TUTTO

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    Campania, paralisi ospedali, lo Smi accusa: “E’ colpa delle inefficienze del Servizio Sanitario Regionale&#8 …

    Il Segretario Regionale dello S.M.I. (Sindacato Medici Italiani) Campania, Giovanni Senese respinge le accuse ai medici di base per la paralisi degli ospedali della regione.Il S.M.I. prende le distanze da questa ennesima campagna denigratoria attuata nei confronti della medicina generale ad opera di alcuni organi della carta stampata.
    “L’ennesimo duro attacco alla categoria medica risulta essere non solo del tutto gratuito ed ingiustificato ma anche immotivato e soprattutto infondato che merita doverose precisazioni in merito”, scrive Senese.
    E poi aggiunge: “È chiaro che si ignora completamente l’Accordo Collettivo Nazionale vigente per la Medicina Generale, il quale stabilisce la chiusura degli studi medici nei giorni prefestivi e festivi ma ignorando completamente le inefficienze del SSR (Servizio Sanitario Regionale), scarica sui medici di famiglia la responsabilità del malgoverno della sanità in Campania.
    I medici di base dicono basta a questa ennesima campagna denigratoria nei loro confronti: dicono basta a questi beceri attacchi da parte di chi tende a far ricadere sulla medicina di base una completa assenza di visione della sanità in Campania su professionisti seri e dediti al loro lavoro ben oltre i cinque giorni a settimana; dicono basta a questo tiro a bersaglio gratuito nei confronti della medicina generale; dicono basta a queste offese che incrementano odio e mirano ad interrompere il rapporto di fiducia medico-paziente.
    Il dissesto della Sanità in Campania viene da lontano, e precisamente da anni di malgoverno, da croniche carenze della pianta organica nel 118 (da cui i medici scappano per la disorganizzazione completa in cui versa), da carenze decennali degli operatori sanitari presso piante organiche degli ospedali, dalle chiusure dei pronti Soccorso, dalla mancata istituzione di Flu-Point in casi di emergenza virale autunnale ed in tutto questo i medici di medicina generale non c’entrano assolutamente nulla. Tutto questo è frutto di un malgoverno della regione Campania in tema di Sanità!
    Lo S.M.I. nel difendere i Medici di Famiglia precisa che questi fanno ben oltre la loro parte nel Panorama Sanità in Campania e mi riferisco ai continui compiti non dovuti ed agli adempimenti continuamente riversati sugli stessi dalle A.S.L. e dai Distretti di riferimento (come piani terapeutici non dovuti), il tutto senza ferie, senza malattia, continuamente assillati da adempimenti burocratici, e con il più alto contributo di decessi nella propria categoria per Covid durante la pandemia.
    Non saremo il capro espiatorio di un sistema che non funziona e che ha un unico responsabile la “malagestio sanitaria” anzi possiamo affermare con certezza che l’unica cosa che funziona in Campania è proprio la Medicina Generale senza la quale sarebbe imploso l’intero sistema sanitario.
    Difatti vediamo ambulanze senza medico a bordo circolare e di continuo viene richiesto l’intervento dei medici della Continuità Assistenziale per sopperire alle carenze di organico a medici di famiglia che oltre alle ore proprie ore di ambulatorio sono costretti tra visite domiciliari ed adempienze burocratiche a svolgere ben oltre le 10 ore al giorno di lavoro.
    È facile puntare il dito quando non si vogliono affrontare seriamente i problemi ma è ingiusto, ingeneroso, infondato e pericoloso denigrare e far ricadere le inefficienze del Servizio Sanitario Regionale sull’unica cosa che funziona in Campania e cioè la Medicina Generale. LEGGI TUTTO