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    Milano, neonato abbandonato con un biglietto: “Sua mamma è morta di parto, io non posso occuparmene”

    Un neonato di circa un mese è stato trovato questo pomeriggio nell’androne di un palazzo di via degli Apuli, a Milano. Il piccolo era avvolto in una coperta e accanto a lui c’era un biglietto scritto in arabo che recitava: “Sua mamma è morta, lascio il bambino da voi. Io abito qui vicino ma non mi conoscete”.
    A dare l’allarme è stato un inquilino del palazzo, Gamal Ghobrial, un egiziano di 53 anni, che si è trovato il fagotto davanti alla porta di casa. “Appena uscito dalla porta ho trovato il bambino. Era calmissimo, non piangeva”, ha raccontato l’uomo.
    Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il 118, che hanno trasferito il neonato in ospedale per i controlli. Il piccolo è stato trasportato in codice giallo al pronto soccorso della clinica De Marchi di Milano, dove è arrivato attorno alle 17.40. Dai primi controlli le sue condizioni sembrano stabili.
    I carabinieri stanno ora indagando per cercare di risalire ai genitori del bambino. Le indagini si concentrano sul biglietto scritto in arabo, che potrebbe fornire un indizio importante per identificare la madre.
    L’abbandono di un neonato è un reato grave, punito con la reclusione da 6 a 12 anni. In Italia, però, esiste la possibilità di lasciare il proprio figlio in ospedale in modo anonimo, attraverso la “culla per la vita”. Si tratta di un dispositivo sicuro e riservato che permette alle madri di consegnare il proprio bambino in modo sicuro, senza essere identificate. LEGGI TUTTO

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    L’INCONTRO Al Quirinale c’è l’Italia della Davis. E Mattarella: “Complimenti per la vostra coesione&#…

    Altra giornata memorabile per il tennis italiano, con la squadra azzurra, vincitrice della Coppa Davis a Malaga, che ha avuto l’onore di incontrare oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale. L’emozione e i complimenti del Capo dello Stato sono stati il momento culminante di un incontro molto atteso, con numerosi tifosi e appassionati che attendevano gli azzurri fuori dal Quirinale, dando un caloroso benvenuto ai protagonisti, tra cui Jannik Sinner e Matteo Berrettini.La vittoria della Coppa Davis lo scorso novembre, che ha riportato in Italia l’insalatiera d’argento dopo 47 anni, non è passata inosservata. L’incontro con il presidente Mattarella era stato annunciato subito dopo il trionfo azzurro e è stato programmato per riunire tutti i protagonisti. Nel frattempo, il tennis italiano ha continuato a stupire grazie a Jannik Sinner, che ha ottenuto la vittoria all’Australian Open, conquistando il primo trofeo Slam a Melbourne in singolare dopo 48 anni d’attesa.
    Nel corso dell’incontro al Quirinale, oltre agli azzurri schierati, tra cui Jannik Sinner, Lorenzo Sonego, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Simone Bolelli con il capitano Filippo Volandri, erano presenti anche Andrea Vavassori e Matteo Berrettini. Tutti gli atleti, elegantissimi e visibilmente emozionati, hanno condiviso il momento con il presidente Mattarella.
    All’interno dei saloni del Quirinale, si sono uniti alla celebrazione anche il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, il Presidente del Coni Malagò e il presidente della Fitp Angelo Binaghi. Quest’ultimo ha sottolineato come questa giornata emozionante possa diventare una splendida consuetudine nei prossimi anni. Tra i presenti c’erano anche Nicola Pietrangeli, il segretario generale Carlo Mornati e una corposa delegazione di membri della Federtennis e padel.
    Successivamente, è stato il turno di un emozionatissimo Jannik Sinner, che ha dichiarato: “È un grande onore essere qui, parlo non solo per me ma per tutta la squadra. Siamo ragazzi normali che, grazie anche al Capitano, sono riusciti a fare una cosa molto bella ed importante per questa nazione. La cosa importante però non è stata solo vincere, ma quella di capirci e di sentirci liberi in campo. Questa Coppa ci ha dato tante emozioni… Quest’anno ci sono le Olimpiadi: ognuno di noi proverà a fare del suo meglio anche lì. Il futuro non si può controllare ma speriamo che vada bene”, ha concluso il vincitore dell’Australian Open. LEGGI TUTTO

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    10,5 milioni di italiani non rispettano i limiti velocità

    Il codice della strada e la sicurezza stradale sono al centro del dibattito in questi giorni, con sperimentazioni di limiti di velocità ridotti nei centri urbani e autovelox divelti. Secondo un’indagine commissionata da Facile.it e Assicurazione.it e condotta da mUp Research e Norstat, il 27,1% degli italiani ammette di superare i limiti di velocità.
    Questa tendenza è particolarmente diffusa tra i giovani, con il 31% degli intervistati tra i 18 e i 24 anni che ammette di avere il “piede pesante”, mentre nella fascia 25-34 la percentuale sale addirittura al 37%. Gli uomini superano più spesso i limiti di velocità rispetto alle donne, con il 35,3% contro il 18,8%. Inoltre, gli automobilisti delle regioni del nord-est sono tra i più propensi a superare i limiti di velocità, con il 40% che ammette di farlo.
    Non solo la velocità, ma anche altre norme del codice della strada vengono spesso infrante dagli automobilisti italiani. Il 24% degli intervistati ammette di utilizzare lo smartphone mentre guida, con una percentuale che sale al 34% nella fascia d’età 35-44. Oltre 5,5 milioni di persone guidano o viaggiano a bordo di un’auto senza utilizzare la cintura di sicurezza, soprattutto nella fascia d’età 35-44, dove la percentuale arriva al 20,3%.
    Tra le peggiori abitudini c’è anche quella di mettersi alla guida dopo aver bevuto alcolici, ammessa dal 4% del campione intervistato, che cresce al 6,7% nella fascia d’età 24-35. Complessivamente, il 52,3% degli intervistati ammette di non rispettare il codice della strada, con una percentuale più alta tra gli uomini (57%) rispetto alle donne (47,2%). Nella fascia d’età 35-44, il 65% degli automobilisti non rispetta il codice, mentre tra gli over 65 solo uno su 3 ammette di non farlo. LEGGI TUTTO

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    Napoli, sgominata la banda delle truffe delle polizze assicurative delle poste

    Operazione “Insider”: smantellata organizzazione criminale che ha riscosso fraudolentemente polizze assicurative di Poste Italiane per un milione e mezzo di euroLa Polizia postale e delle comunicazioni ha smantellato un’organizzazione criminale che operava tra Lazio e Campania e che si è resa responsabile di frodi assicurative ai danni di Poste Italiane.
    L’indagine, denominata “Insider”, ha preso il via da alcune denunce sporte da ignari titolari di polizze assicurative del Ramo Vita di Poste Italiane, che si sono visti defraudati dei loro risparmi.
    Le indagini, condotte dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Polizia postale del Lazio e coordinate dalla Procura di Napoli, hanno permesso di individuare il capo dell’organizzazione, un pregiudicato napoletano che supervisionava tutta l’attività delittuosa.
    L’organizzazione, composta da almeno 40 persone, tra cui quattro dipendenti infedeli di Poste Italiane, aveva messo a punto un sistema fraudolento per riscuotere polizze assicurative in modo illecito.
    I dipendenti infedeli, accedendo abusivamente agli archivi aziendali, fornivano informazioni sui clienti intestatari delle polizze, sulle somme sulle stesse giacenti e sulle modalità più idonee per riscuoterle in danno degli ignari correntisti.
    Queste informazioni venivano poi utilizzate dagli altri membri dell’organizzazione, che si presentavano personalmente presso gli sportelli degli uffici postali campani e laziali per riscuotere le polizze.
    In questo modo, l’organizzazione è riuscita a sottrarre alle vittime un importo di un milione e mezzo di euro.
    Grazie alla collaborazione con l’ufficio Fraud Management di Poste Italiane, la Polizia postale è stata in grado di sventare numerosi altri tentativi di frode per un importo di 3,5 milioni di euro.
    Al termine delle indagini, la Polizia postale ha eseguito sei ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari nei confronti dei principali responsabili dell’organizzazione.
    Sono state inoltre eseguite 15 perquisizioni e denunciate in stato di libertà altre 39 persone.
    L’operazione “Insider” ha permesso di smantellare un’organizzazione criminale che operava in modo capillare nel Lazio e in Campania e che ha arrecato ingenti danni alle vittime. LEGGI TUTTO

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    Un altro detenuto morto, 13 suicidi in carcere da inizio 2024

    Fin dall’inizio dell’anno, sono 13 i detenuti che hanno compiuto suicidio nelle carceri italiane. L’ultimo caso è stato scoperto senza vita lunedì mattina nell’istituto penitenziario di Imperia. Tutte le vittime hanno perso la vita per impiccamento, tranne un uomo di 65 anni detenuto a Rieti, che è deceduto a causa delle conseguenze di uno sciopero della fame.
    La casa circondariale Giuseppe Salvia di Napoli Poggioreale guida la lista delle carceri che hanno registrato il maggior numero di suicidi a pochi giorni dalla fine del primo mese dell’anno, con tre detenuti che si sono tolti la vita, tra cui Andrea Napolitano, condannato all’ergastolo per il femminicidio della sua compagna, Ylenia Lombardo, avvenuto nel 2021.
    Altre carceri in cui si sono verificati decessi includono Ancona Monteacuto, Padova, Rieti, Cuneo, Agrigento, Verona, Terano e Rossano Calabro, in provincia di Cosenza.
    Il suicidio di un 23enne nel carcere di Ancona Montacuto il 5 gennaio, proveniente dall’istituto di pena di Fermo, è avvenuto mentre si trovava in cella di isolamento. La madre del giovane, Matteo Concetti, ha denunciato la morte ai carabinieri, e l’autopsia ha confermato il decesso per ‘asfissia meccanica violenta’. Il giovane era sotto terapia farmacologica per disturbi psichici.
    L’ultimo suicidio registrato a Imperia coinvolge un italiano di 66 anni, originario di Villalba ma residente in Liguria, in attesa del primo giudizio per il tentato femminicidio della moglie. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, ha dichiarato che i soccorsi della Polizia penitenziaria sono stati inutili e ha sottolineato il preoccupante aumento dei casi di autosoppressione, evidenziando che, nel mese corrente, il numero di suicidi è quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. LEGGI TUTTO

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    E’ morta Sandra Milo, aveva 90 anni

    Sandra Milo, attrice e conduttrice, è deceduta all’età di 90 anni nella sua abitazione, circondata dall’affetto dei suoi cari.Conosciuta come la musa di Federico Fellini, che l’aveva affettuosamente soprannominata Sandrocchia, ha lasciato un’impronta nel mondo del cinema, della televisione e del teatro.
    Nata con il nome di Salvatrice Elena Greco, ha avuto una lunga e brillante carriera artistica. Oltre ad essere stata l’ispirazione di lunga data per Fellini, ha lavorato con registi del calibro di Antonio Pietrangeli, Sergio Corbucci e Luciano Salce, solo per citarne alcuni.
    Ha condiviso il set con attori del calibro di Alberto Sordi e Marcello Mastroianni. Il suo primo ruolo importante è arrivato nel 1959, nel film “Il generale Della Rovere” diretto da Roberto Rossellini, in cui ha interpretato il personaggio di una prostituta accanto a Vittorio De Sica.
    Difficile darne una definizione precisa perché lei era tante cose: attrice, conduttrice, cantante ma, soprattutto, personaggio. Un episodio per tutti, il celebre “Ciro, Ciro”, gridato in diretta tv durante il programma “L’amore è una cosa meravigliosa” quando qualcuno le diede la notizia (falsa) che il figlio aveva avuto un incidente.
     Quando in tv gridò “Ciro, Ciro”, per la notizia (falsa) della morte del figlio
    Era il 1990 e la Milo aveva già alle spalle una lunga carriera cinematografica che, nel 2021, le è valsa il David speciale ai David di Donatello. L’esordio al cinema è del 1955. Salvatrice Elena Greco, questo il suo vero nome, recita accanto ad Alberto Sordi nel film “Lo scapolo” di Antonio Pietrangeli. Ha già alle spalle il primo matrimonio finito, quello con il marchese Cesare Rodighiero, contratto a soli 15 anni e dichiarato nullo dalla Sacra Rota.
    Dopo qualche altra pellicola di genere (la Milo, con le sue forme generose entra rapidamente nella categoria delle “maggiorate”), arriva il primo ruolo importante nel film “Il generale Della Rovere” (1959) di Roberto Rossellini con Vittorio De Sica.
    Seguono “Fantasmi a Roma” di Antonio Pietrangeli ma, soprattutto, “8½” (1963) e “Giulietta degli spiriti” (1965) di Federico Fellini del quale diventa la musa e, come lei stessa ha raccontato, amante per ben diciassette anni. Per entrambi i film vince il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista.
    Molti programmi in Rai e in Fininvest
    Dopo numerosi altri ruoli in cui viene diretta da registi come Dino Risi, Luigi Zampa e Luciano Salce, la Milo decide di rinunciare al cinema per dedicarsi alla famiglia. Nel frattempo, infatti, ha avuto una lunga relazione con Moris Ergas, da cui è nata la figlia Deborah, e si è sposata con Ottavio De Lollis con cui ha avuto gli altri due figli Ciro e Azzurra.
    Nei primi anni Ottanta, dopo il ritorno al cinema, la Milo arriva in Rai. È il periodo della relazione con l’allora leader del PSI Bettino Craxi. L’attrice conduce una rubrica nel programma “Mixer” di Giovanni Minoli poi la trasmissione pomeridiana per bambini “Piccoli fans”. Dopo la Rai arriva anche la Fininvest (oggi Mediaset) dove conduce (su Retequattro) “Cari genitori” e “Giorno di festa”.
    Nel 2001 è di nuovo in Rai come opinionista de “La vita in diretta” durante il Festival di Sanremo. Due anni dopo Pupi Avati la vuole nel suo film “Il cuore altrove” e, da allora, ha continuato ad alternare l’attività televisiva, cinematografica e teatrale. In tv l’abbiamo vita, tra l’altro, nella settima edizione de “L’isola dei famosi”, in “Io e te” e in “Estate in diretta”. Al cinema è diretta da Gabriele Salvatores nel suo “Happy Family”.
    Il teatro, infine, la porta sul palco con “8 donne e un mistero”, “Il letto ovale”, “Fiori d’acciaio”, “Il club delle vedove” e “Una fidanzata per papà”. Nel 2023 la sua ultima apparizione tv, su Sky Uno, nel viaggio televisivo di “Quelle brave ragazze” accanto a Mara Maionchi e Marisa Laurito. LEGGI TUTTO

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    Esaltazione per Sinner: Meloni, Malagò e altri dopo la vittoria

    L’azzurro Jannik Sinner ha conquistato il suo primo Slam a Melbourne. Numerosi sono stati i messaggi di congratulazioni indirizzati a lui, dalla premier Meloni al ministro degli Esteri Tajani, passando per il suo club del cuore, il Milan, e anche dal suo rivale Alcaraz.
    Questo risultato ha sicuramente portato gioia e orgoglio alla comunità italiana e allo stesso Sinner, che ha dimostrato di meritare questo importante traguardo.
    La vittoria di Sinner ha suscitato numerosi commenti positivi e felicitazioni da parte di personaggi e istituzioni importanti, dimostrando il grande supporto e apprezzamento per il giovane tennista italiano.
    Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “Sinner scrive oggi una nuova pagina di storia che ci rende orgogliosi. Per la prima volta, l’Italia conquista lo Slam australiano. Un’impresa memorabile degna di un vero campione”.
    A ruota il ministro dello Sport, Andrea Abodi. “Formidabile. Ma una parte fondamentale della meravigliosa vittoria di Sinner agli Australian Open sta in questa immagine: i sentimenti, l’abbraccio, la riconoscenza, la squadra, la famiglia, i valori. Assieme al talento e alla tenacia, il valore dell’umiltà, dell’educazione, della gentilezza, della semplicità e della riconoscenza”: questo è quanto ha pubblicato, su “X”, il ministro Abodi, che ha allegato al testo una foto con l’azzurro immortalato mentre abbraccia tutti i componenti del suo staff. LEGGI TUTTO

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    Tiberio Timperi evita la truffa dello specchietto

    Il noto conduttore televisivo Tiberio Timperi ha recentemente raccontato di essere stato coinvolto in un’esperienza sgradevole a Roma, in cui è scampato alla cosiddetta “truffa dello specchietto”.
    Timperi è stato in grado di evitare guai grazie alla sua prontezza di riflessi e un po’ di buona sorte.
    La sua testimonianza su Instagram, dove ha descritto l’incidente avvenuto in via Flaminia a Roma. Mentre stava guidando la sua auto lungo la strada, ha sentito un rumore sordo seguito dall’oggetto lanciato contro la fiancata della sua macchina.
    Mentre si trovava in corsia di sorpasso, ha notato una Mercedes argento metallizzato accanto a lui, il cui conducente ha scartato verso di lui e poi ha chiuso il finestrino dopo aver lanciato l’oggetto.
    Timperi ha quindi fornito alcune informazioni utili per riconoscere i truffatori coinvolti nell’incidente. Ha descritto la coppia coinvolta come una coppia sulla cinquantina, con la presunta vittima che cercava di farsi riprendere col telefono per richiedere i danni.
    Fortunatamente per Timperi, ha notato i Carabinieri di Tor di Quinto più avanti sulla strada e, non avendo riscontrato alcun danno alla sua macchina, ha continuato il suo viaggio verso di loro per raccontare l’accaduto.
    Infine, Timperi ha concluso il suo post su Instagram con alcuni consigli per coloro che potrebbero trovarsi nella stessa situazione. Ha consigliato di non bloccarsi, di riprendere la scena se possibile, di non fermarsi soprattutto se si è soli, e di dirigersi verso la Polizia o i Carabinieri se si conosce la zona. LEGGI TUTTO

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    Giorni della Merla 2024: origine e previsioni temperature calde

    I cosiddetti “Giorni della Merla” si avvicinano, corrispondenti agli ultimi giorni di gennaio che, secondo la tradizione, dovrebbero essere i più freddi dell’anno.
    Tuttavia, la realtà del riscaldamento globale sta smentendo questa leggenda popolare, che ha come protagonisti gli uccelli neri. Iniziano il 29 gennaio e terminano il 31 gennaio e sarebbero i giorni più freddi dell’anno.
    Sono i giorni che, secondo la tradizione, dovrebbero essere i più freddi dell’anno e spesso sono caratterizzati da gelo e neve. La tradizione popolare racconta diverse leggende sul motivo per cui questi giorni si chiamano “Giorni della Merla”.
    Alcune storie cercano di spiegare l’origine della differenza di genere nei merli, mentre altre raccontano di merli originariamente bianchi che, a causa del freddo, sono diventati neri.
    Esiste anche una leggenda meno conosciuta che narra di due uccellini innamorati, Merlo e Merla, che fissarono le loro nozze alla fine di gennaio. La morte di Merlo nel tentativo di attraversare il Po ghiacciato causò il lamento di Merla, che si dice sia udibile nei tre giorni più freddi dell’anno, i Giorni della Merla.
    Secondo tradizione se farà caldo: l’estate arriverà più tardi
    Secondo la tradizione, i tre Giorni della Merla determinano come sarà la primavera: se sono freddi, la primavera sarà temperata e piacevole; se sono caldi, la buona stagione si farà attendere.
    Alcune previsioni meteo indicano che la tradizione potrebbe essere rispettata, con quella del nord Italia e di alcune zone del sud dove sono previsti valori sottozero durante la notte e al primo mattino. LEGGI TUTTO

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    Addio a Bruno Segre: il partigiano “Elio” è morto 105 anni

    Bruno Segre, avvocato e partigiano, è deceduto sabato mattina nella sua casa di Torino all’età di 105 anni.
    La notizia è stata confermata dal nipote, Ruben Segre, che ha descritto la morte di Bruno come serena e avvenuta nel sonno, con la presenza della famiglia nel Giorno della Memoria. Bruno Segre è stato descritto come un intellettuale di sinistra e un attivista militante antifascista e laico.
    Durante l’occupazione è stato arrestato e alla Liberazione si è unito alle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà nella Val Grana, contribuendo alla liberazione di Caraglio nel Cuneese.
    Dopo la Liberazione, Segre ha lavorato come cronista e in seguito ha esercitato la professione di avvocato. Ha difeso numerosi giovani obiettori di coscienza e ha fondato il giornale “L’incontro”, dedicato alla difesa dei diritti civili, contro il razzismo, l’antisemitismo, al disarmo e alla pace nel mondo.
    Ha militato nell’Unione socialista indipendente e nel Partito socialista italiano, dove è stato consigliere comunale di Torino e sindaco effettivo dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino.
    La scomparsa di Bruno Segre ha suscitato numerosi messaggi di cordoglio. Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, hanno entrambi espresso il loro rammarico e hanno elogiato la lunga e influente carriera di Segre nell’ambienti della democrazia, dell’antifascismo e della libertà.
    Entrambi hanno dichiarato che la sua scomparsa è un monito a tutti a difendere tali valori e a tramandarli alle generazioni future. LEGGI TUTTO

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    Sequestrati beni del boss Matteo Messina Denaro per 800mila euro

    Il 27 gennaio 2024 alle 12:54, le somme sono state immediatamente trasferite nel Fondo Unico per la giustizia, come dichiarato da Lucia: “L’azione di contrasto deve essere pianificata e razionalizzata”.
    La procuratrice generale di Palermo, Lia Sava, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, ha menzionato che dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, i boss si stanno concentrando sugli appalti per sedersi al tavolo con un mondo con cui hanno sempre interagito.
    Ha sottolineato anche come la mafia rimanga fluida, accumuli capitali, reinvesta in attività legali attraverso canali insospettabili e mantenga comunque un connotato di violenza. Ha aggiunto che Cosa Nostra può compiere atti violenti per mantenere la propria credibilità e che c’è un significativo turnover tra arrestati che entrano e escono dalla prigione, il che risulta allarmante.
    Il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, ha evidenziato che la mafia sta attraversando un momento di crisi che deve essere sfruttato.
    Ha sottolineato che non bisogna considerare la mafia come qualcosa di finito ma come un’organizzazione che rimane pericolosa, specialmente dato il limitato budget delle risorse a disposizione della giustizia. Ha sottolineato l’importanza di pianificare e razionalizzare l’azione di contrasto. LEGGI TUTTO

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    29 morti, di cui 11 suicidi nelle carceri italiane da inizio 2024

    Napoli. Il bilancio dei decessi nelle carceri italiane nei primi 25 giorni del 2024 è drammatico: 29 morti, di cui 11 suicidi.L’ultimo caso è quello di un detenuto di 37 anni, trovato senza vita nella sua cella al carcere di San Macuto, in provincia di Ancona. L’uomo, di origini tunisine, era in carcere da circa un anno per spaccio. La causa della morte è ancora da accertare, ma si ipotizza un malore.
    Solo ieri, invece, si è consumato l’ultimo suicidio a Rossano (Cosenza), dove un detenuto di 35 anni di origini egiziane si è impiccato usando probabilmente delle lenzuola come cappio.
    Le due morti nelle ultime 24 ore arrivano nel giorno in cui la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il divieto assoluto per un detenuto di essere ammesso a svolgere i colloqui con il coniuge, la parte dell’unione civile o la persona stabilmente convivente, senza il controllo a vista del personale di custodia.
    La sentenza è stata accolta con soddisfazione da associazioni e attivisti che si occupano dei diritti dei detenuti. “La Corte Costituzionale ha finalmente riconosciuto il diritto all’affettività in carcere”, hanno esultato gli avvocati di Cammino. “Non si sollevino ora dubbi, non si trovino alibi organizzativi o pretesti della serie: come facciamo, non ci sono le strutture, non abbiamo gli spazi e il personale”, hanno chiesto invece i dirigenti di Nessuno tocchi Caino.
    Critico invece il sindacato Uilpa, secondo cui la pronuncia “che apre ai colloqui affettivi, anche intimi, in carcere pone una serie di ulteriori problematiche logistiche, gestionali e operative alle gravissime esistenti ed è destinata ad aumentare considerevolmente il già insostenibile carico di lavoro per gli operatori, peraltro decimati negli organici con 18mila unità mancanti al solo Corpo di polizia penitenziaria”.
    Nelle stesse ore della sentenza della Corte, intanto, alcuni manifesti che richiamano i necrologi sono apparsi a Napoli con l’obiettivo di “denunciare ciò che succede nel carcere di Poggioreale”, dove dall’inizio del 2024 si sono verificati 3 suicidi. L’azione è stata rivendicata dagli attivisti del centro sociale Ex Opg-Je so’ pazzo.
    “Siamo solo al 26 di gennaio e sono già 11 i detenuti suicidatisi dall’inizio dell’anno. Ieri è successo a Rossano, l’altro ieri a Teramo e il giorno prima a Verona. Ormai non passa giorno che non sia funesto nelle carceri, in quella che è una vera e propria carneficina, mentre si aspetta solo di sapere dove sarà la prossima morte autoinflitta nella sostanziale indifferenza della politica maggioritaria” ha denunciato in una nota il segretario generale della Uilpa, Gennario De Fazio.
    “Nei primi 25 giorni dell’anno ci sono stati 29 morti nelle carceri italiane di cui ben 11 per suicidio. Si tratta di numeri che proiettati nella società libera farebbero accapponare la pelle e urlare all’allarme, come se in una cittadina di 60mila abitanti si togliessero la vita 11 persone, una dopo l’altra, in sequenza. Una ecatombe drammatica – è l’allarme dell’associazione Antigone -, rispetto alla quale deve esservi l’obbligo morale e politico di intervenire”.
    Le associazioni e gli attivisti chiedono interventi urgenti
    Le associazioni e gli attivisti che si occupano dei diritti dei detenuti chiedono interventi urgenti per affrontare il drammatico problema dei suicidi nelle carceri italiane.
    “È necessario intervenire subito per migliorare le condizioni di vita dei detenuti e prevenire questi tragici eventi”, ha dichiarato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. “Le carceri italiane sono sovraffollate, degradate e prive di servizi adeguati. I detenuti sono spesso vittime di violenze e vessazioni da parte del personale. In queste condizioni è facile che si perda la speranza e si arrivi al suicidio”. LEGGI TUTTO