More stories

  • in

    Sgarbi: “Dimisssioni? Sono ancora sottosegretario, devo negoziare con il governo”

    Il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha annunciato di non essere ancora un ex sottosegretario al ministero della Cultura, smentendo la sua rinuncia “con effetto immediato” e affermando di dover ancora negoziare le dimissioni con il governo.
    Sgarbi è apparso in tv per dichiarare tutto questo, in seguito a un evento alla Bit di Milano. È evidente il tentativo di rimanere al centro della cronaca politica, anche se non è chiaro cosa debba negoziare con il governo. La marcia indietro delle dimissioni è stata preceduta da scandali rivelati da inchieste e dalla censura dell’Antitrust per attività private incompatibili con il suo incarico governativo.
    Il critico d’arte è coinvolto in uno scandalo mondiale riguardante la sua remunerazione durante l’incarico pubblico e un presunto riciclaggio di un quadro rubato. È stata anche presentata una mozione di revoca presso la Camera dei Deputati. Nel frattempo, Sgarbi sta rispondendo alle domande relative alle sue dimissioni e alla sua posizione a Arpino, dove è sindaco e ha ricevuto critiche per la sua scarsa presenza in città.
    Le dimissioni di Sgarbi sono arrivate dopo la sentenza dell’Antitrust, che ha censurato le sue attività private a compensi ingiustificabili, portandolo a contestare apertamente il provvedimento dell’Autorità e a minacciare di fare ricorso al Tar. Sgarbi ha continuato a svolgere attività lavorative private nonostante l’incompatibilità con la sua carica di governo, ottenendo compensi cospicui.
    A due giorni di distanza dalla sua annunciata rinuncia, Vittorio Sgarbi sta tentando un’inversione di marcia e inevitabilmente resta al centro della cronaca politica. Dal tentativo di rimanere in carica negli incarichi istituzionali al procedimento antitrust che lo ha censurato per le sue attività private. Tutto sembra indicare la volontà di restare protagonista, nonostante una serie di scandali e controversie dettate dalle sue attività pubbliche e private.
    Fonte LEGGI TUTTO

  • in

    Pianteosi annuncia l’aumento di forze dell’ordine a Napoli e Roma

    Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in audizione al Senato, ha annunciato il potenziamento degli organici delle forze di polizia a Roma e Napoli.
    Nello specifico, a Roma la Polizia di Stato ha ricevuto 123 nuovi agenti, di cui 70 assegnati alla questura. L’Arma dei carabinieri ha invece visto incrementare il proprio organico di 321 unità, mentre l’operazione Strade sicure ha aggiunto altri 100 militari.
    A Napoli, invece, la Polizia di Stato ha ricevuto 165 nuovi agenti, di cui 150 assegnati alla questura. L’Arma dei carabinieri ha visto incrementare il proprio organico di 58 unità, mentre l’operazione Strade sicure ha aggiunto altri 45 militari.
    Il ministro Piantedosi ha sottolineato che questi potenziamenti sono in linea con l’attenzione che il governo sta riservando alle tematiche di sicurezza urbana, in particolare nelle città di Roma e Napoli.
    In particolare, le forze dell’ordine stanno svolgendo sistematicamente operazioni interforze ad alto impatto, che stanno producendo risultati positivi in termini di controllo del territorio, prevenzione e contrasto di ogni forma di illegalità.
    Dall’1 gennaio 2023 al 17 gennaio di quest’anno, a Roma sono stati effettuati 140 servizi ad alto impatto, mentre a Napoli 135. Complessivamente, sono stati impiegati 18.854 operatori delle forze di polizia, 1.173 della polizia locale e 2.167 unità di personale che hanno proceduto all’arresto di 639 persone e alla denuncia di 2.805 persone. Sono state, altresì, adottate 298 misure di prevenzione personale e 95 provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale nei confronti di cittadini stranieri.
    Il ministro Piantedosi ha inoltre sottolineato che l’azione investigativa in corso ha consentito di individuare diversi soggetti coinvolti a vario titolo nelle azioni criminali avvenute a Roma e Napoli.
    Il ministro Piantedosi ha concluso affermando che il governo continuerà a sostenere le forze dell’ordine nel loro impegno per garantire la sicurezza dei cittadini. LEGGI TUTTO

  • in

    Il governo abbandona chi soffre di anoressia: proteste per tagli ai fondi

    I disturbi alimentari non sono una scelta, ma purtroppo i fondi per le cure sembrano esserlo. Con quasi quattro milioni di persone che gridano la paura della propria malattia, la situazione è diventata critica.
    L’incertezza del futuro e la protesta contro una decisione politica che mette a rischio ambulatori, terapie e cure sono diventate sempre più evidenti.
    Le voci disperate delle persone affette dai disturbi alimentari gridano la propria preoccupazione per il futuro delle loro cure. La decisione politica di tagliare i fondi mette a rischio la vita di chi soffre di anoressia, bulimia o altri disturbi alimentari. È un grido di paura e disperazione contro una decisione che sembra mettere a rischio la loro guarigione e la loro stessa vita.
    Le conseguenze di questi tagli sono drammatiche, soprattutto per chi soffre di disturbi alimentari. Gli ambulatori, le terapie e le cure che sono vitali per queste persone rischiano di essere compromesse.
    La vita di chi digiuna o si abbuffa, per poi svuotarsi fino a morire, è direttamente messa a rischio da queste decisioni politiche.
    È necessario trovare una soluzione a questa emergenza. Le persone affette da disturbi alimentari non possono permettersi di restare senza cure a causa di tagli ai fondi.
    Le loro vite sono in pericolo e è fondamentale garantire loro l’accesso alle cure di cui hanno disperatamente bisogno. LEGGI TUTTO