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    Camorra ad Acerra: 11 arresti per traffico di droga

    Camorra: 11 arresti per traffico di droga ad Acerra, sgominati 4 clan. Terza ondata di arresti dall’estate scorsa, per un totale di 40 persone finite in manettePUBBLICITA

    I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, su delega della Procura Distrettuale di Napoli, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 11 persone accusate di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

    L’operazione, che rappresenta la terza ondata di arresti dall’estate scorsa, porta a 40 il numero complessivo dei fermati. Le indagini, svolte tra giugno 2022 e aprile 2023, hanno permesso di individuare due gruppi criminali distinti attivi ad Acerra.

    I clan si rifornivano di droga da altri gruppi della provincia di Napoli per poi rivenderla al dettaglio su “piazze di spaccio” o con consegne a domicilio.
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    Zaccagni regala la qualificazione all’Italia con l’ultimo tiro

    Era l’ultimo tiro. ed è stato quello giusto con i giri giusti. Anzi con il giro giusto. Un tiro a giro di Zaccagni dalla sinistra al 98′ regala l’1-1 e la qualificazione all’Italia di Spalletti che non mertiva di uscire da questi Europei.PUBBLICITA

    La partita Italia-Croazia del girone B dei campionati europei di calcio, giocata alla Red Bull Arena di Lipsia, si è conclusa con il risultato di 1-1 che porta gli azzurri agli ottavi.

    A decidere il risultato sono state una rete di Luka Modric al minuto 55 del secondo tempo, segnata subito dopo un rigore tirato dallo stesso giocatore croato e parato dal portiere italiano Donnarumma, e una di Zaccagni all’ultimo minuto di recupero.

    Il campione croato del Real Madrid aveva dato il sogno della qualificazione ai croati contro cui l’Italia non vince da 80 anni. E non ha vinto neanche stasera ma bastava un pareggio.

    E’ arrivato all’ultimo respiro e all’ultimo giusto ma il pareggio dell’Italia è meritatissimo. Ora ci aspetta la Svizzera sabato prossimo alle 18 per gli ottavi di finale.
    E con gli elvetici c’è un conto aperto visto che ci hanno buttato fuori dell’ultimo mondiale. E’ giunto il momento di consumare la vendetta o la rivincita. L’Italia vista soprattutto nel secondo tempo ha dato grossi segnali di miglioramento rispetto a quella inesistente vista contro la Spagna.

    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli 14enne accoltellato durante una partita di calcio al parco Conocal di Ponticelli

    Napoli. I Carabinieri della Compagnia Poggioreale sono intervenuti oggi pomeriggio presso l’ospedale Villa Betania per una segnalazione di un minorenne ferito da arma da taglio.PUBBLICITA

    La vittima, un 14enne, era stata trasportata in ospedale poco prima con ferite al gomito, all’avambraccio e al dorso.

    Punti Chiave ArticoloSecondo una prima ricostruzione, ancora da verificare, il ragazzo sarebbe stato coinvolto in una lite con alcuni coetanei durante una partita di calcio nel rione Conocal di Ponticelli.
    I carabinieri stanno verificando la versione fornita dal ragazzino ferito Uno o più degli aggressori lo avrebbero poi ferito con l’arma da taglio.Il 14enne è stato dimesso dall’ospedale con una prognosi di 10 giorni. I Carabinieri sono al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto e identificare i responsabili.
    Un sopralluogo al parco Conocal di Ponticelli è stato fatto dai militari alla ricerca di tracce e testimoni Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Camorra, sparatoria e bomba ai Decumani: lo scontro tra i Contini e i Mazzarella

    Napoli. Gli investigatori sono convinti che dietro la notte di fuoco ai Decumani ci sia lo scontro tra il clan Mazzarella e il clan Contini, che seppur decimato dagli ulti blitz e dai processi in corso è passato all’attacco.PUBBLICITA

    Due gravi episodi di violenza sono infatti avvenuti nella notte tra sabato e domenica nella zona dei Decumani a Napoli, creando non poca preoccupazione per i cittadini e gli operatori commerciali nella zona soprattutto in questo periodo di massimo afflusso turistico e quindi di incassi e benefici economici per tutti.

    Punti Chiave ArticoloIl primo episodio è avvenuto intorno alle 2:00 di domenica, quando diverse chiamate al 113 hanno segnalato una sparatoria in via Duomo, all’angolo con via Forcella ai Mannesi.
    La stesa tra via Duomo e via Forcella ai Mannesi Arrivati sul posto, gli agenti hanno trovato 6 bossoli di pistola calibro 7,65 a terra, ma nessun segno di colpi di arma da fuoco su edifici o persone. L’ipotesi più probabile è quella di una “stesa”, un’intimidazione a colpi di arma da fuoco.
    Appena venti minuti dopo, un altro allarme ha portato gli agenti in via San Biagio dei Librai, dove un ordigno artigianale era esploso vicino a una pizzeria, danneggiando la saracinesca e una Renault parcheggiata nelle vicinanze. I proprietari della pizzeria hanno dichiarato di non aver ricevuto minacce o richieste di pizzo. La bomba in via San Biagio dei Librai Non è ancora chiaro se i due episodi siano collegati, ma gli investigatori stanno valutando diverse piste, tra cui un possibile tentativo di ridefinire gli equilibri di potere tra i clan della zona. I Decumani sono considerati sotto il controllo dei Mazzarella, mentre la zona di Forcella è controllata dai Giuliano.

    L’esplosione della bomba come riportano Il Roma e Cronache di Napoli ha causato notevole preoccupazione tra i residenti, che temono un ritorno della violenza nella zona. Le forze dell’ordine hanno aumentato i controlli nella zona e stanno indagando per identificare i responsabili degli attentati.
    Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Turista inglese muore d’infarto sul Vesuvio durante la scalata

    Ercolano.Tragedia sul Vesuvio questa mattina. Un turista inglese di 56 anni, Mark John, è morto d’infarto a pochi passi dal cratere durante la scalata del vulcano.PUBBLICITA

    L’uomo, originario degli Stati Uniti e in vacanza a Napoli con la compagna, si è accasciato al suolo improvvisamente.

    Punti Chiave ArticoloSecondo quanto riferito dalla compagna, Mark era stato sottoposto a un intervento al cuore nelle settimane precedenti. Immediato l’intervento delle Guide Vulcanologiche del Presidio Vulcano Vesuvio, guidate da Paolo Cappelli, che hanno tentato di rianimare l’uomo per oltre 40 minuti utilizzando i defibrillatori in dotazione al Parco. Purtroppo, nonostante i soccorsi tempestivi e l’arrivo dell’ambulanza, non è stato possibile salvarlo.
    Mark lascia la compagna e due figli. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della Stazione di Ercolano per i rilievi del caso.
    Ancora una vittima sul Vesuvio Questa tragedia riporta all’attenzione la necessità di adeguate misure di sicurezza per chi decide di scalare il vulcano. Le alte temperature e l’impegnativo percorso possono mettere a dura prova anche i soggetti in buona salute, soprattutto in presenza di pregressa patologia cardiaca. Le parole del Presidente del Parco Nazionale del Vesuvio “Esprimo il mio più profondo cordoglio alla famiglia della vittima per questa drammatica perdita – ha dichiarato il Presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, Raffaele De Luca – e ribadisco il mio impegno a lavorare per la massima sicurezza di tutti i visitatori, anche attraverso il potenziamento dei servizi di assistenza e soccorso”.

    L’invito alla prudenza Il Parco Nazionale del Vesuvio invita tutti i visitatori a prestare la massima attenzione durante la scalata, seguendo i sentieri indicati e rispettando le norme di sicurezza. In caso di malessere, è importante avvisare tempestivamente il personale del Parco.
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    Incidente al porto di Sorrento: motonave urta la banchina

    Sorrento. Stamattina una manovra di ormeggio maldestra ha causato un incidente nel porto di Sorrento.PUBBLICITA

    La motonave Europa Jet, proveniente da Capri con a bordo 12 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio, ha urtato con la prua i respingenti della banchina durante l’attracco.

    Punti Chiave ArticoloL’impatto ha provocato danni sia all’imbarcazione che al pontile, ma fortunatamente nessuno tra i passeggeri e l’equipaggio è rimasto ferito.
    Sul posto sono immediatamente intervenuti i militari della Guardia Costiera dell’Ufficio Marittimo di Sorrento, che hanno verificato le condizioni di salute di tutti i presenti e, constatando l’assenza di feriti, hanno disposto il fermo immediato del mezzo e l’interdizione del pontile per motivi di sicurezza.
    Danni all’imbarcazione e al pontile che è stato interdetto L’Autorità Marittima competente ha avviato le indagini per accertare le cause dell’incidente. Al momento sono in corso tutti gli accertamenti del caso. Per precauzione, il traffico marittimo destinato al pontile esterno verrà temporaneamente dirottato verso le banchine interne del porto di Sorrento. I disagi per i passeggeri dovrebbero essere minimi.

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    Napoli donna drogata e rapinata da un tassista abusivo al Beverello, abbandonata in campagna

    Napoli. Venerdì mattina, una donna residente a Ischia ha preso l’aliscafo delle 8:40 per raggiungere la stazione centrale e dirigersi a Milano, dove l’attendeva il figlio.PUBBLICITA

    Al molo Beverello, è stata avvicinata da un tassista abusivo che le ha offerto un passaggio: “Ho il taxi abusivo, dobbiamo campare anche noi”. Dopo aver ceduto alle insistenze dell’uomo, una volta salita in auto, le è stato offerto un caffè.

    Punti Chiave ArticoloNonostante il rifiuto iniziale, l’uomo è sceso a prendere un caffè per sé e ne ha portato uno anche a lei in macchina.
     Le ha offerto un caffè “dal sapore strano” “Il caffè era lungo e dal sapore strano,” ha riferito la vittima ai Carabinieri. Da quel momento, la donna non ha più memoria di cosa sia accaduto. È stata ritrovata in stato confusionale in una campagna nei pressi di via Nuova Poggioreale, derubata di tutti i suoi effetti personali, compresi trolley e soldi.
    I familiari l’hanno trovata alla stazione dei Carabinieri, ancora sotto l’effetto delle droghe: “Farfugliava e non riusciva a stare sveglia”. Dopo la denuncia, si sono rivolti al deputato Francesco Emilio Borrelli per segnalare il caso. “Un episodio inquietante,” ha commentato Borrelli, “che fa orrore per la crudeltà con cui questo criminale ha drogato e abbandonato la vittima in una campagna, senza preoccuparsi della sua sorte.

    Seguiremo il caso con attenzione fino a quando i responsabili non saranno assicurati alla giustizia. Non possiamo permettere che le persone che arrivano nei nostri hub turistici siano preda di criminali senza scrupoli. Servono maggiori controlli delle forze dell’ordine e tolleranza zero contro gli abusivi.”
    La denuncia della figlia della vittima: “E’ assurdo ciò che è accaduto” “Mia madre è ancora un po’ stordita,” dichiara Melania Di Meglio, “ma è una donna forte e reattiva. Sono sicura che si riprenderà presto. Vogliamo portare alla luce questo caso per evitare che accada ad altri.  È assurdo che al molo Beverello, presidiato dalle forze dell’ordine, ci sia la presenza di tali soggetti che, favoriti dal caos dei tassisti abusivi, riescono a compiere indisturbati le loro rapine. Puntano la vittima, la circuiscono, la drogano e poi, come accaduto a mia madre, la abbandonano come un rifiuto nelle campagne. Una cosa terribile!” Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Napoli pizzo con lo sconto ma il titolare del bar denuncia e fa arrestare il nuovo boss del Pallonetto

    Napoli. “Gli altri pagano 4mila euro tre volte l’anno, visto che voi avete aperto ora vi facciamo 2500”, un pizzo con lo sconto insomma. Una sorta di ticket d’ingresso ridotto.PUBBLICITA

    Poi però per far capire che non si trattava di camorristi di secondo livello avevano minacciato: “Il bar non te lo incendiamo, ma mettiamo due persone qua fuori e facciamo cacciare tutti i clienti, così non lavori e devi chiudere”.

    Punti Chiave ArticoloA fine nel mirino del nuovo boss del Pallonetto i titolari di un bar recentemente aperto in via Gennaro Serra vicino a piazza Plebiscito nella parte basse del Pallonetto, zona frequentatissima da turisti.
    Arrestati Gennaro Sesso, il fratello Ciro e due complici Ma i titolari invece di accogliere le richieste estorsive sono andate in questura a denunciare. Le indagini della squadra mobile sono state rapidissime. In pochi giorni sono scattate le manette ai polsi di Gennaro Sesso, 39 anni, soprannominato “Genni r’a nera”,il fratello Ciro, di 29 anni, Pasquale Ottaviano, 44 anni, e Giuseppe Abate, di 46 anni.
    I quattro sono stati incastrati dai filmati delle telecamere di videsorveglianza del locale che sono allegati agli atti dell’indagini coordinate dal pm Celeste Carrano della Dda di Napoli. All’udienza di convalida, come anticipato da Il Mattino e dall’edizione napoletana di Repubblica,  tre dei quattro indagati, assistiti dall’avvocato Mario Bruno, hanno ammesso i fatti scagionando Gennaro Sesso, che invece ha respinto le accuse. Il giudice Marco Giordano ha emesso ordinanza di custodia in carcere per tutti.

    Gennaro Sesso è personaggio molto noto alle cronache di Napoli per le sue gesta criminali. Nel 2012 picchiò una agente donna della polizia municiplae donna che lo aveva fermato.
    Lo scorso anno è stato condannato a 5 anni di carcere per una rapina di Rolex compiuta a i danni di un turista a Roma negli anni scorsi insieme con Giuseppe Saltalamacchia che invece è stato condannato a 4 anni.  Ha tatuato il nome dei Mazzarella sul corpo Legato al clan Mazzarella: ha anche tatuato il nome della famiglia sul corpo. E gli inquirenti ritengono che stia cercando di farsi spazio nella zona del centro di Napoli, dove i Mazzarella appunto non hanno il controllo delle attività illecite, approfittando dei numerosi arresti che negli ulgtimi mesi hanno colpito in maniera particolare il gruppo dei Contini. I Sesso sono anche i fratelli Pasquale, ucciso il 5 luglio 2023 tra i vicoli del Pallonetto. per quell’omicidio è finito in carcere Gennaro Belaeff, noto pregiudicato legato al clan Elia del Pallonetto. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, sequestrata a Scampia auto trasformata in officina ambulante per rapine con armi e abbigliamento

    Napoli. Armi micidiali e oggetti rubati rinvenuti a bordo di un’auto rubata a Scampia. I Carabinieri della locale stazione, durante un controllo di routine in via Colorini, hanno scoperto un vero e proprio arsenale all’interno di una Smart rubata.PUBBLICITA

    L’auto, parcheggiata nella zona nota come “la casa dei puffi”, ha subito insospettito i militari, che spesso si imbattono in veicoli utilizzati per nascondere droga. Ma quello che si sono trovati davanti era ben diverso dal solito: una vera e propria officina per rapine.

    Punti Chiave Articolo
    All’interno della Smart, i Carabinieri hanno rinvenuto una pistola, due scacciacanie numerosi proiettili.
    Le armi erano dotate di un macabro accessorio: una punta di trapano incastonata nel calcio. Un’arma micidiale che, secondo gli investigatori, poteva essere utilizzata per infrangere i finestrini delle auto delle vittime e compiere violente rapine. Oltre alle armi, nell’auto sono stati trovati anche un’autoradio, presumibilmente rubata, uno smartphone, un coltello, un jeans e un bomber. Tutto il materiale rinvenuto è stato sottoposto a sequestro per gli accertamenti del caso.

    L’auto utilizzata come base operativa da una banda di rapinatori I Carabinieri sono ora al lavoro per ricostruire la dinamica dei fatti e identificare i responsabili.
    L’ipotesi principale è che l’auto sia stata utilizzata da una banda di rapinatori che imperversava nella zona. Non si esclude, però, che la Smart potesse essere utilizzata come base per altre attività illecite. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Camorra, agguato a Gioele Lucarelli: “Lo vidi tutto nero, venne e pà, pà, pà…”

    ” Però quell’infame o’frat… ho la scena davanti agli occhi o’ frat, è cattivo!” Gioele Lucarelli parla con il socio in affari Mario Rosario De Martino detto o’ chiatt e spiega l’agguato in cui è rimasto ferito.PUBBLICITA

    Punti Chiave ArticoloE’ la sera del 24 settembre 2021 solo 4 giorni dopo essere stato centro alle gambe da due proiettili. Agli investigatori che lo aveva sentito a sommarie informazioni non aveva detto niente.
    Un venditore ambulante di bibite  che si trovava insieme  a lui al momento dell’agguato aveva descritto la scena senza dare sigbnificative indicazioni per identificare gli autori.
    sarà lo stesse Gioele a fornire, inconsapevolemnete e senza sapere di essere intercettato, gli investogori i nomi, le circostnze e confermando che al momento dell’agguato pure lui era armato.
    Infatti nel corso della conversazione dice: “ho messo la mano n’gopp…”. Per quell’agguato ieri hanno ricevuto l’ordinanza cautelare Leonardo Cimminiello e Giuseppe Romano e tale frase, inserita nel racconto dell’agguato subito. Il pomeriggio del 25 settembre 2021 Gioele racconta al fratello Pietro che, su consiglio di Gianluca De Martino stava guardando una serie tv trasmessa da Netflix.Il fratello Pietro, gli chiede: “Pensi a Basetta quando vedi questo film?”, alludendo, secondo gli inquirenti ala partecipazione di Basetta (Giuseppe Romano) all’agguato.

    “Lo vidi tutto vestito nero, venne e pà, pà, pà…” Gioele infatti quando racconta dell’agguato così si esprime: “…quando lo vidi o’ frat tutto nero, venne e pà, pà, pà (mima esplosione di colpi d’arma da fuoco) e m i ha riempito di botte o’ frat. Eh purtroppo, solo che io, figlio di puttana, però purtroppo per una parte ho fatto l’errore e per una parte io non sapevo lui dove mi voleva sparare, giustamente no? Ti trovi?
    Giustamente io cosa ho fatto? e faccia ..faccia e faccia, appena che non ho messo la mano ( gesticola) perché altrimenti se lui vedeva che io mettevo la mano, alzava la mano e bum, bum… (mima esplosione di colpi d’arma da fuoco) Invece io furbo ho tenuto subito l’attimo di fare due passi nei lati, mi sono girato e l’attimo che mi sono girato, all’attimo che mi sono girato ho preso la prima botta nella coscia sinistra,. Girandomi e facendo il passo , hai capito?” Gioele Lucarelli prosegue il racconto dicendo che era andato abbasc ‘o priatorio, in Via Pascoli, dove era riuscito a rintracciare la persona che lo aveva precedentemente cercato; quest’ultimo gli aveva detto di farsi vedere lunedì. Gioele avrebbe risposto:“è inutile che io vengo a parlare con… mi avete fatto noleggiare le auto da un’altra parte in quanto mi avete detto che non avevate le auto”, . “venerdì o sabato” per poi aggiungere “lunedì mi hanno fatto la rapina” riferendosi, secondo gli inquirenti all’agguato subito. Gioele precisa saldato un vecchio debito di1 500.00 euro e di aver promesso che avrebbe versato altri 1000 euro non appena fosse arrivata la nuova merce. E poi spiega all’interlocutore di riferire allo zio (ovvero Luigi Folichetti il capo della zona della Stadera per conto dei Contini) di non offendersi e che sarebbe andato presto a trovarlo. Il soggetto di cui stava parlando Gioele, a suo dire, lo invitava più volte a non preoccuparsi e Gioele, commentava ironicamente “meno male che non mi dovevo preoccupare”. “…anche io avevo la cosa addosso quando mi hanno sparato…”. Poi qualche mese dopo parlando con Nunzio Gelsomino confessa: “…anche io avevo la cosa addosso quando mi hanno sparato…”. I due continuano a parlare facendo riferimento a Mario o’ Chiatt (Mario De Martino) che, a dire di Gioele, nell’effettuare verosimilmente delle consegne di stupefacente in zona “abbasc o’ priatorio”, girava armato di una “NOVE” (ndr, pistola calibro 9), sconfinando di zona nella conduzione degli affari illeciti in quanto convinto di potersi difendersi con l’uso della pistola. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Camorra, “I Contini non ci hanno mai fatto bene…”, così nacque il gruppo della Cittadella

    “Questi Contini a noi, non ci hanno mai fatto del bene ofrat, ci hanno sempre sbattuto le porte ni faccia, abbiamo solo fatti i reati per loro, cisiamobruciati …”.PUBBLICITA

    Punti Chiave ArticoloE’ il 9 novembre del 20121 quanto Pietro Lucarelli parla con il fratello Gioele non sapendo di essere intercettato. Sono loro due ad aver deciso la scissione dalla “casa madre” dei Contini e dal gruppo della Stadera federato appunto alla famiglia dell’Alleanza di Secondigliano.
    I due fratelli creano il gruppo della Cittadella per controllare in maniera particolare il traffico di droga a Casoria e comuni vicini. Non hanno grandi ambizioni ma erano pronti ad andare allo scontro armato come dimostra il sequestro di un arsenale composto da 4 pistole, 2 fucili a canne mozzate, numerosi proiettili e una bomba rudimentale.
    Il gruppo aveva come base operativa il cosiddetto “piazzale” che utilizzava  come luogo d’incontro per le riunioni tra i sodali e dove si pianificavano le attività illecite.
    Si tratta di un piazzale che si trova a Casoria in via Gigante angolo via Lufrano dove gli agenti della squadra mobile con il consenso della Dda di Napoli hanno piazzato per mesi delle telecamere. Un lasso di tempo che ha consentito, grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali agli investigatori di memorizzare perfettamente timbri vocali, accenti e intercalari dei singoli soggetti monitorati.

    E l’inchiesta sul gruppo scissionista della Cittadella nasce dal ferimento alle gambe a colpi di pistola di Gioele Lucarelli avvenuto li 20 setembre 2021. L’uomo all’epoca frequentava la zona cosiddetta di abbasc o priatorio al Borgo Sant’Antonio Abate
    Dalle indagini era merso che il ferimento di Lucarelli fosse avvenuto in risposta ad un precedente agguato, del 2 settembre. Il ferito, sempre alle gambe fu Gennaro De Stefano, alias fel e’ carn”, facente parte del gruppo della Stadera. A quel punto si ebbe la certezza che il gruppo della Stadera si era scisso in due fazioni, una prevalentemente egemone nella zona cosiddetta del Priatorio che faceva riferimento a Luigi Folchetti; l’altra fazione, in un primo momento capeggiata da Carlo Finizio, sino al suo arresto avvenuto in data 23 novembre.2021 e, successivamente, da Gioele Lucarelli, operante nel territorio di Casoria e della Cittadella. Quest’ultimo insieme con Carlo Finizio (fino al suo arresto),Pietro Lucarelli, Mario Rosari De Martino, arrestato nel corso delle indagini, insieme ad altri complici, avrebbero dato vita ad un autonomo gruppo criminale, mirando ala zona di Casoria della cosiddetta Cittadella, dove gestivano lo spaccio di sostanze stupefacenti al dettaglio ed all’ingrosso. In particolare, dalle indagini sarebbe emersa l’esistenza di un gruppo criminale particolarmente agguerrito, intraneo alla organizzazione criminale denominata Clan Contini che ha acquisito una autonomia ed indipendenza dal cosiddetto “gruppo della Stadera” capeggiato da Luigi Folchetti e dal quale ha ricevuto ufficiale riconoscimento per al gestione delle attività illecite nel territorio della Cittadella, compreso tra il Comune di Napoli e quelio di Casoria. Il gruppo criminale che avrebbe quale leader Gioele Lucarelli, presenterebbe el caratterisitiche proprie di un’associazione a delinquere di stampo camorristico: I reati contestati sono, a vario titolo, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi comuni da sparo, lesioni personali aggravate, estorsione, singoli episodi di detenzione e spaccio di stupefacenti e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti. E a tale proposito il gip Carla Sarno nell’ordinanza cautelare descrive così i ruoli dei personaggi oggetto dell’inchiesta. IL GRUPPO DELLA CITTADELLA LUCARELLI Gioele, promotore e fondatore del neo costituito Gruppo della Cittadella con ruolo di reggente, per aver concordato e condiviso con i vertici del clan CONTINI, e quale diretto referente dei capi, le linee strategiche del sodalizio con riferimento alle più importanti attività e vicende criminali a esso riconducibili; gestendo i gruppi territoriali di riferimento; organizzando e dirigendo il traffico di sostanze stupefacenti e la rete di spacciatori operanti nelle piazze di spaccio di pertinenza dell’organizzazione; occupandosi di gestire la “cassa comune” del clan (e tenere la relativa contabilità); interessandosi di pagare gli stipendi degli affiliati e el connesse spese di giustizia e di tenere a disposizione le somme destinate dall’organizzazione all’acquisto di sostanze stupefacenti, nonché programmare, organizzare e realizzare gli investimenti dele ilecite provviste finanziarie del sodalizio in particolare nell’acquisto di armi per consolidare il potere di controllo dell’organizzazioneLUCARELLI Pietro, intraneo al Gruppo dela Stadera fino al momento della sciss ione di cui è promotore  efondatore del neo costituito Gruppo della Cittadella con ruolo di organizzatore; FINIZIO Carlo, intraneo al Gruppo dela Stadera fino al momento della scissione di cui è promotore e fondatore del neo costituito Gruppo dela Cittadella;DE MARTINO Mario Rosario, detto ‘o Chiatt, promotore e fondatore del neo costituito Gruppo dela Cittadella, con ruolo di reggente;LUCARELLI Antonio, con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo dela Cittadella, nato dalla scissione dall’originario unitario Gruppo della Stadera;OTTAIANO Gennaro, detto zio, con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo della Cittadella,FINIZIO Pasquale, con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo della Cittadella;DE MARTINO Francesco, con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo dela Cittadella, in particolare gestendo i rapporti criminali anche durante lo stato di detenzione, instaurando nuove relazioni per l’ampliamento del potere criminale della organizzazione sul territorioSANTORO Salvatore, detTo pastello, con li ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo dela Cittadella;SPINIELLO Marcella, con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo dela Cittadella;ALBANO Vittorio, con il ruolo di partecipe, intraneo al Gruppo dela Stadera fino al momento del suo ingresso nel neo costituito Gruppo della Cittadella;GRANATA Giovanni con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo della Cittadella;–LUCARELLI Pietro, intraneo al Gruppo della Stadera fino al momento della scissione di cui è promotore  e fondatore del neo costituito Gruppo dela Cittadella con ruolo di organizzatore; MANFREDI Giulio con il ruolo di concorrente esterno a far data dall’arresto di De Martino Mario Rosario fornendo ospitalità allo stesso, facendo da tramite tra quest’ultimo ristretto ai domiciliari preso l’abitazione del primo in Avelino e il Gruppo dela Cittadella, consentendo a quest’ultimo di consolidare il potere di controllo sul territorio, anche mediante l’ampliamento delle zone in cui perpetrare le attività illecite come lo spaccio di droga sulla piazza di Avellino. IL GRUPPO DELLA STADERA ROMANO GIUSEPPE, detto basetta sudata, con li ruolo di organizzatore intraneo al Gruppo della Stadera, per aver concordato e condiviso con i vertici del clan CONTINI, e quale diretto referente dei capi, el linee strategiche del sodalizio con riferimento alle più importanti attività e vicende criminali a esso riconducibili; gestendo i gruppi territoriali di riferimento; organizzando e dirigendo il traffico di sostanze stupefacenti e al rete di spacciatori operanti nelle piazze di spaccio di pertinenza dell’organizzazione; occupandosi di gestire al “cassa comune” del clan (e tenere al relativa contabilità); gestendo, ni particolare, el ralazioni con il gruppo dela Cittadella, siglando la tregua, in vista del mantenimeno dela pace sociale sul territorio, presidiando ol stesso con armi, anche partecipando ad azioni di epurazione interna al fine di consolidare il potere di controllo sul territorio; unitamente a:GARGIULO GIUSEPPE, detto O Serpente, con il ruolo di organizzatore intraneo al Gruppo della Stadera;CIMMINIELLO LEONARDO, detto O Biondo oppure  O figlio do’ americano, con il ruolo di organizzatore intraneo al Gruppo della Stadera anche partecipando ad azioni di epurazione interna al fine di consolidare li potere di controllo sul territorio;DE STEFANO GENNARO, detto Fel e Carn con li ruolo di partecipe intraneo al Gruppo della Stadera; (nella foto da sinistra in alto Gioele Lucarelli, Pietro Lucarelli, Antonio Lucarelli, De Martino Mario Rosario e Pasquale Finizio; in basso sempre da sinistra Carlo Finizio, Marcella Spiniello, De Martino Francesco, Granata Giovanni e Ottaiano Gennaro) Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. 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    Camorra: ecco tutti i 30 clan della “galassia” dei Contini

    Gli investigatori sono riusciti a ricostruire l’organigramma del clan Contini, costituito da una serie di sotto-gruppi sempre tutti sotto il controllo dei “padri fondatori” Patrizio Bosti ed Eduardo Contini.PUBBLICITA

    E’ quanto emerge dalla lettura delle 370 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Carla Sarno nella quale risultano indagati 36 affiliati ed è venuta fuori la scissione del gruppo della Cittadella di Casoria con la famiglia Lucarelli al controllo.

    Punti Chiave ArticoloAi vertici della cosca oltre ai due fondatori ci sono Rita Aieta, Ettore Bosti cl. 1979, Ciro Di Carluccio, nonché da Giuseppe Ammendola, Salvatore Botta cl.1950, Antonio Aieta,  Salvatore Botta, Vincenzo Tolomelli cl. 57, Nicola Rullo,  Antonio Muscerino e Alfredo de Feo quali capi, promotori, organizzatori e referenti territoriali.
    Nonché da Francesco Francesco quale co-dirigente del clan Contini a partire dal 2014. Per gli investigatori il clan ha il controllo delle attività illecite nei quartieri napoletani di Secondigliano, Rione Amicizia, “San Giovanniello”, “Borgo S. Antonio Abate”, Ferrovia e Vasto-Arenaccia, “Stadera- Poggioreale”.
    A questi aderiscono, con precise ripartizioni di ruoli e responsabilità interne, numerosissimi altri affiliati suddivisi in plurime articolazioni, comunque facenti capo al medesimo vertice -costituito da Edoardo Contini e Patrizio Bosti e dai soggetti a essi strettamente legati, tra i quali Ciro Di Carluccio, Ettore Bosti cl. 79 e Rita Aieta- e tra loro in costante rapporto operativo e decisionale;. Articolazioni individuate nei gruppi di seguito indicati, ciascuno diretto da uno o più “luogotenenti”: gruppo del “Vasto-Arenaccia” diretto da RULLO Nicola e da MUSCERINO Antonio;gruppo del “Borgo S. Antonio Abate” diretto da AMMENDOLA Gaetano e TOLOMELLI Vincenzo cl. 57;gruppo del “Rione Amicizia”, diretto da BOTTA Salvatore cl 50;gruppo di “San Giovanniello”, diretto da AIETA Antonio e da DE FEO Alfredo;gruppo dela “Stadera-Poggioreale”, diretto da DI MAURO Paolo, fino alla sua morte, dalla cui scissione è nato il gruppo della “Cittadella”. Tutti attivi nell’ambito della sfera di influenza, indirizzo e controllo propria del dominante cartello camorristico noto come Alleanza di Secondigliano o come “il Sistema”, facente capo, oltre che alla famiglia mafiosa dei Contini, altresì alle famiglie mafiose dei Licciardi (promossa diretta ed organizzata nel tempo dapprima da Licciardi Gennaro, deceduto, in seguito ed ancora attualmente da Licciardi  Vincenzo,  pur detenuto, Licciardi Pietro, pur detenuto, Licciardi Maria e Teghemié Antonio, radicata nei territori cittadini e nei quartieri dove operano i rispettivi gruppi:
     I quattro gruppi controllati dai Licciardi della “Masseria Cardone” diretto da ESPOSITO Renato;del “Don Guanella”, diretto da BRUNO Antonio;del “Rione Berlingieri”, diretto da CARELLA Luigi;del “Vasto”, diretto da CIRELLI Gennaro e da VARRIALE Giovanni Ciò sulla base di accordi di reciproco rispetto e strategie comuni con gli esponenti direttamente riconducibili alla famiglia mafiosa dei Contini, storicamente egemone nel quartiere Vasto) e dei Mallardo (promossa dallo stesso Francesco Mallardo congiuntamente al fratello Giuseppe Mallardo e diretta ed organizzata, nel corso del tempo, altresì da Giuseppe Dell’Aquila, Feliciano Mallardo, Francesco Napolitano, Raffaele Mallardo, Giuliano Amicone, Biagio Micillo, Domenico Pirozzi e Patrizio Picardi.  I quattro gruppi di Giugliano controllati dai Mallardo Poi ci sono numerosissimi altri affiliati suddivisi in plurime articolazioni operanti nel territorio di Giugliano ni Campania e zone limitrofe, individuati nel gruppo della zona Selcione, capeggiato da Giuseppe Dell’Aquila e diretto altresì da Patrizio Picardi e Domenico Pirozzi,gruppo dela  zona San Nicola, capeggiato da Feliciano Mallardo e diretto altresì da Francesco Napolitano e da Giuliano Amicone,gruppo della  area Cumana, capeggiato da Raffaele Mallardo,gruppo della  zona di Varcaturo-Lago Patria, capeggiata da Vincenzo D’Alterno e Giuseppe Ciccarelli; Accordi anche nei quartieri napoletani sottoposti alla egemonia del clan Contini, anche in tal caso in accordo con gli esponenti direttamente riconducibili ai Licciardi e ai Contini), nel rapporto con le quali famiglie l’associazione opera, anche mediante accordi finalizzati alla ripartizione dei proventi delle attività delittuose comuni. E comunque attraverso la preventiva concertazione di strategie e scelte criminali di interesse comune finalizzate ad assicurare tra l’altro la conservazione e il consolidamento dei vincoli di alleanza e di cooperazione criminosa delle famiglie mafiose componenti il “cartello” (Mallardo, Licciardi, Contini) con i gruppi camorristici gravitanti nell’orbita di influenza, di indirizzo e di controllo del suddetto cartello camorristico Cesarano, attivo nel quartiere Rione Kennedy di Secondigliano;Sacco Bocchetti, prima, e dei Grimaldi, poi, attivi nel quartiere di San Pietro a Patierno;Caiazzo- Alfano, attivo nei quartieri del Vomero e dell’Arenella;Panzuto-Frzziero, attivo nella zona di Chiaia-Mergellina;Calone, attivo nel quartiere di Posillipo;Vastarella, attivo nel quartiere della Sanità) E ancora ci sono le autonome organizzazioni camorristiche legate al cartello dell’Alleanza di Secondigliano da consolidati vincoli di alleanza (quali i gruppi camorristici dei Lo Russo dei quartieri di Miano, Piscinola e Chiaiano e dei Di Lauro, di Secondigliano, dei Sautto-Ciccarelli di Caivano, dei Moccia di Afragola e dei Casalesi del territorio casertano). E infine la cooperazione o di collegamento a fini criminosi (quali, ad esempio, la consorteria mafiosa degli Amato-Pagano di Secondigliano, Melito ed Arzano e dei Nuvoletta- Polverino di Marano di Napoli), contribuendo ciascun associato, in relazione al ruolo e ai compiti attribuiti, alla conservazione e all’accrescimento della forza intimidatrice propria del comune vincolo associativo e della diffusa condizione di assoggettamento ed omertà, interna ed esterna, che ne deriva, in funzione del perseguimento delle proprie finalità.  Il controllo delle attività economiche attraverso prestanome In primo luogo l’affermazione del controllo egemonico sul territorio e poiil controllo delle attività economiche (immobiliari, finanziarie, commerciali) anche attraverso la gestione, talvolta violenta e spesso monopolistica, di interi settori imprenditoriali e commerciali, effettuata sia direttamente da taluni affiliati che per il tramite di prestanome. (nella foto da sinistra Eduardo Contini, Patrizio Bosti, Francesco Mallardo, Maria Licciardi, Rita Aieta, Ettore Bosti e Nicola Rullo; sotto sempre da sinistra Alfredo De Feo, Giuseppe Ammendola, Antonio Aieta, Antonio Muscerino, Salvatore Botta e Vincenzo Tolomelli) Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO