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    Agguato nella notte a Forcella: pregiudicato ferito a colpi di pistola

    Notte di piombo quella appena trascorsa per le strade di Napoli. Un agguato infatti si è consumato in via Carbonara nel cuore di Forcella.PUBBLICITA

    Un pregiudicato 25enne è stato ferito a colpi di pistola alle gambe. Stanotte, infatti la polizia è intervenuta al pronto soccorso dell’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli, dove il 25enne è stato medicato e dimesso con una prognosi di 10 giorni.

    L’uomo ha raccontato di essere stato vittima di un tentativo di rapina, al quale lui avrebbe reagito, ed è stato ferito alla gamba destra da un colpo di pistola.
    Visti i precedenti, la sua versione è al vaglio degli investigatori che al momento non escludano possa trattarsi del classico avvertimento di camorra.

    La zona di Forcella dopo i recenti blitz è al centro di uno scontro tra le nuove leve della criminalità organizzata che cercano spazio per avere il controllo delle attività illecite.
    La polizia sta anche setacciando nella vita dell’uomo cercando contatti, legami e frequentazioni per capire da dove possa essere arrivato l’avvertimento a suon di piombo.
    Nel frattempo si stan no anche cercando immagini utili alle indagini dalle telecamere pubbliche e private presenti nella zona.

    Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli la città meno cara d’Italia: indagine del Codacons

    Napoli risulta la più economica d’Italia nel 2024, mentre Aosta si conferma la città più cara. Lo rivela un’indagine del Codacons che ha messo a confronto i prezzi di beni e servizi nelle principali città italiane.PUBBLICITA

    Milano seconda per il costo della vita, seguita da Bolzano. Analisi che serve a capire come cambi la spesa dei cittadini a seconda del luogo di residenza.

    Punti Chiave ArticoloLa città col costo della vita più basso risulta Napoli, dove per gli stessi beni e servizi si spende un totale di 363 euro, seguita da Palermo con 392,7 euro. Nel confronto tra la città più cara e quella più economica, si scopre che ad Aosta la vita costa in media il 57,8% in più rispetto a Napoli – stima il Codacons.
    La situazione cambia se si analizza solo il carrello della spesa alimentare: per l’acquisto di 28 prodotti di largo consumo, dall’ortofrutta ai latticini, passando per carne, pasta, pane, bevande e prodotti in scatola, la spesa più alta si registra a Bolzano, con uno scontrino da oltre 208 euro, seguita da Trieste (206 euro) e Milano (203,6 euro), contro una media nazionale, per le stesse voci, di circa 187 euro – aggiunge il Codacons – Il carrello più ‘leggero’ a Catanzaro, dove per l’acquisto dei medesimi prodotti si spendono 156,5 euro. Spesa alimentare: Bolzano ha il carrello della spesa più caro (oltre 208 euro) per 28 prodotti di largo consumo.Catanzaro la città più economica per la spesa alimentare (156,5 euro).Tra i prodotti più cari:Pasta: a Pescara (2,45 euro/kg)Carne bovina: a Bologna (23,79 euro/kg)Tonno in scatola: a Bari (17,3 euro/kg)Tra i prodotti più convenienti:Caffè tostato: a Bari (9,3 euro/kg)Pasta: a Palermo (1,38 euro/kg)Carne bovina: a Catanzaro (circa 16 euro/kg)Altri servizi: Bologna la città più cara per la messa in piega dal parrucchiere (22,2 euro).Trieste vanta il prezzo più alto per il taglio donna (29,7 euro).Napoli la città più economica per parrucchiere (11,9 euro la messa in piega, 12,8 euro il taglio).
    Venezia la città dove la toilette per cani costa di più (oltre 42 euro).Firenze la città dove il lavaggio auto è più conveniente (7,93 euro).Milano la città più cara per il panino al bar (5,39 euro contro la media nazionale di 3,6 euro). Catanzaro la città dove costa meno l’equilibratura gomme e convergenza (circa 38 euro). Milano la città con il prezzo più alto per l’equilibratura gomme e convergenza (88 euro). In generale, il Codacons sottolinea che il costo della vita in Italia varia notevolmente da città a città, con differenze significative anche per singoli beni e servizi. Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Napoli, Pietro Savio aveva chiesto il pizzo per la piazza di spaccio dei Quartieri Spagnoli

    Napoli.Erano pronti a scatenare una nuova guerra di camorra ai Quartieri Spagnoli le tre giovane leve legate al clan Mariano fermati due giorni fa insieme con il ras Pietro Savio figlio del boss Mario ‘o bellillo.PUBBLICITA

    Oggi il gip del Tribunale di Napoli ha confermato il carcere per tutti. Si tratta del 23enne Emanuele Criscuolo, del 32enne Vincenzo Egidio, e del 41enne Salvatore Marramao. Resta in carcere anche Pietro Savio.

    Punti Chiave Articolo Ai primi tre viene contestato il tentato omicidio e il porto abusivo d’arma da fuoco, reati aggravati dal metodo mafioso. A Pietro Savio, invece, viene contestato il reato – anche questo aggravato dal metodo mafioso – connesso all’uso dell’arma con la quale si è difeso, in quell’occasione.  La sparatoria tra Pietro Savio e i tre per una richiesta di tangente Secondo quanto emerso dalle indagini della Squadra Mobile coordinate dalla DDA partenopea, i tre avrebbero tentato di uccidere Savio per non sottostare alle sue richieste: in sostanza era stato imposto loro il pagamento di una tangente a fronte delle loro attività illecite, verosimilmente lo spaccio della droga.
    I quattro sono accusati a vario titolo di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di arma da fuoco, reati aggravati dal metodo mafioso per aver agevolato il clan Mariano. Il conflitto a fuoco avvenne la sera del 16 giugno in vico Canale a Taverna Penta e rimase ferito Savio junior. (nella foto da sinistra Pietro Savio, Emanuele Criscuolo  e Salvatore Marramao) Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, fucile a pompa, guanti e casco integrale: fuggono alla polizia e poi si schiantano. Arrestati

    Napoli. Erano pronti ad entrare in azione  con un fucile a pompa, guanti in lattice e casco integrale. Ma la loro azione delittuoso è stato bloccata dagli agenti del Commissariato di San Giovanni-Barra.PUBBLICITA

    E’ accaduto questa notte in via Galileo Ferraris in direzione San Giovanni a Teduccio quando gli agenti  hanno notato due persone in sella a uno scooter. Il conducente, alla vista degli agenti, ha accelerato per eludere il controllo, ignorando l’ordine di fermarsi.

    Punti Chiave ArticoloNe è nato un inseguimento durante il quale il guidatore ha effettuato manovre pericolose per la circolazione stradale. Giunti all’altezza del ponte di via Ferrante Imparato, i due fuggitivi hanno perso il controllo del mezzo, cadendo al suolo. Gli agenti, scesi prontamente dalla volante, li hanno bloccati e trovati in possesso di un fucile a pompa modello FABARM calibro 12, risultato rubato, e due cartucce dello stesso calibro. Inoltre, hanno rinvenuto indosso al passeggero circa 2 grammi di cocaina e 2 grammi di hashish, due paia di guanti in lattice e 40 euro in banconote di vario taglio.
    I fermati hanno 22 e 23 anni e hanno precedenti di polizia Si tratta Salvatore Delle Rosse ed Emanuele Caiazzo di 22 e 23 anni con precedenti di polizia. Sono stati arrestati per porto abusivo di arma da fuoco e denunciati per ricettazione. Inoltre, il 23enne è stato denunciato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti e il motociclo è stato sottoposto a sequestro penale. Ora il fucile è stato inviato alla sezione balistica per verificare se sia stato usato in recenti fatti delittuosi. Ma nel frattempo le indagini continuano per stabilire quale tipo di reato erano pronti a compiere i due: un agguato o una rapina? Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Molestie sessuali a ragazzine sul treno della Circumvesuviana: arrestato

    Violenza sessuale nei confronti di alcune minorenni sul treno della Circumvesuviana: arrestato un uomo di Poggiomarino.PUBBLICITA

    Le molestie e le violenze sessuali sono avvenute il 18 giugno scorso nel terno Eav che percorre la tratta Napoli-Poggiomarino.

    Punti Chiave ArticoloDal racconto delle ragazze e dai riscontri effettuati dai carabinieri sotto il coordinamento della Procura di Torre Annunziata, è emerso che l’uomo dopo essersi seduto di fronte a una ragazzina ha prim a iniziato ha chiedere c on insistenza l’elemosina. Poi al rifiuto della ragazzina ha iniziato a palpeggiarla. La ragazzina a quel punto è scappata verso il gruppo di amiche ma il molestatore non contento l’ha raggiunta e ha palpeggiata una sua amica.
    Le molestie lungo la tratta Napoli-Poggiomarino Raggiunta la stazione di Poggiomarino le ragaze sono scese e dopo aver raccontato l’accaduto ai genitori sono andate dai carabinieri a denunciare le molestie sessuali ricevute sul treno. Sono scattate le indagini e raccolti i gravi indizi di colpevolezza per l’uomno sono scattate le manette. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Agguato in spiaggia a Torre Annunziata: killer sparano tra i bagnanti al Lido Azzurro

    Momento di terrore questa sera al lido Azzurro di Torre Annunziata, dove due uomini armati e con il casco integrale hanno fatto irruzione in spiaggia esplodendo alcuni colpi di pistola in aria, nei pressi del bar dello stabilimento.PUBBLICITA

    Per fortuna, nessuno è rimasto ferito, ma la paura tra i bagnanti è stata tanta.Sul posto sono intervenute diverse pattuglie della Polizia di Stato, che hanno immediatamente avviato le indagini per ricostruire l’accaduto e identificare i responsabili.

    Punti Chiave ArticoloLa zona è stata momentaneamente evacuata per permettere i rilievi. Agguato camorristico? Ancora non è chiara la dinamica dell’accaduto, ma gli investigatori non escludono che si sia trattato di un tentato agguato di matrice camorristica.
    Secondo una prima ricostruzione, i due uomini avrebbero sparato alcuni colpi in aria e poi sarebbero fuggiti su un’auto o una moto di grossa cilindrata. Nessun ferito, solo tanta paura Fortunatamente, nessuno dei bagnanti presenti al lido è rimasto ferito, ma la scena ha provocato un forte panico. Le persone presenti hanno descritto attimi di terrore, con tutti che si accalcavano per mettersi in salvo. Le forze dell’ordine stanno visionando le immagini delle telecamere di sicurezza della zona e acquisendo le testimonianze dei bagnanti per cercare di risalire all’identità dei responsabili e al movente del raid. L’intera area è stata posta sotto stretto controllo per garantire la sicurezza dei cittadini.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Faida ai Quartieri Spagnoli fermato Pietro Savio e i tre che gli hanno sparato

    La Procura Antimafia di Napoli ha disposto il fermo di quattro persone in relazione all’agguato del 16 giugno scorso ai Quartieri Spagnoli, dove fu ferito a colpi di arma da fuoco Pietro Savio, figlio del boss Mario Savio.PUBBLICITA

    Le indagini della Squadra Mobile, guidata da Giovanni Leuci, hanno permesso di ricostruire la dinamica dell’accaduto e di identificare i presunti responsabili della sparatoria.

    Punti Chiave ArticoloTra i fermati c’è anche lo stesso Pietro Savio, accusato di porto e detenzione illegale di arma da fuoco con l’aggravante mafiosa. Insieme a lui sono stati fermati Salvatore Marramao, Vincenzo Egidio ed Emanuele Criscuolo. Secondo gli investigatori, il movente dell’agguato sarebbe da ricondurre a contrasti in merito ad attività illecite o a una richiesta di denaro non andata a buon fine.
    L’agguato avvenne il 16 giugno intorno alle 22:10 in vico Canale a Taverna Penta. Pietro Savio fu ferito da alcuni colpi di pistola alla natica destra. I malviventi, forse non intenzionati a ucciderlo, sono fuggiti a bordo di uno scooter. I fermati Pietro Savio: 36enne, figlio del boss Mario Savio. Accusato di porto e detenzione illegale di arma da fuoco con l’aggravante mafiosa.Salvatore MarramaoVincenzo EgidioEmanuele Criscuolo Le indagini e il contesto Le indagini sono ancora in corso per accertare con esattezza i fatti e per individuare eventuali altri responsabili. La Procura Antimafia valuterà nelle prossime ore la richiesta di convalida del fermo.
    L’agguato a Pietro Savio si inserisce in un clima di tensione che da tempo regna ai Quartieri Spagnoli, dove sono frequenti i fatti di criminalità organizzata. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Il dolore di Salerno per la scomparsa degli avvocati Mario Valiante e Wilma Fezza

    Sonoi nstati fissati per sabato mattina alle 10 i funerali degli avvocati Mario Valiante e Wilma Fezza, marito e moglie, che hanno perso la vita questa mattina in un incidente stradale sulla Salerno-Reggio Calabria all’altezza dello svincolo di Eboli.PUBBLICITA

    I due stavano raggiungendo Roccadaspide, il paese d’origine della famiglia Valiante, avevano appuntamento con Anna Rita Valiante, la sorella “piccola” di Mario, all’uscita dello svincolo per Capaccio.

    Punti Chiave ArticoloMa purtroppo non ci sono mai arrivati. Ora sarà l’inchiesta della magistratura a stabilire le eventuali responsabilità del camionista che ha causato la carambola mortale. Per lui scattarà una denuncia per omicidio stradale in attesa dei risultati dei test tossicologici e quelli alcolemici. Già nel pomeriggio di oggi è stata aperta la camera ardente presso la casa del commiato San Leoanrdo a Salerno.
    Sui social in tanti stanno ricordando la coppia con pensieri e ricordi esprimendo dolore e vicinanza alla famiglia Valiante. Lo ha fatto anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca che esprime “Grande dolore e commozione”. In un post social De Luca esprime il proprio cordoglio per le due vittime dell’incidente avvenuto questa mattina nel Salernitano. “I coniugi Valiante e Fezza – ricorda – erano professionisti stimati presso il Foro il Salerno, conosciuti ed apprezzati anche per il loro impegno civico nei confronti della comunita’”. Il dolore di Vincenzo De Luca e Vincenzo Napoli “Le nostre condoglianze alla famiglia, al fratello dell’avvocato Valiante, il nostro amico Gianfranco, e a tutti i loro cari per questo grave lutto”, conclude il ‘governatore’ De Luca.
    “Esprimo il cordoglio mio personale e della civica amministrazione per la tragica morte degli avvocati Wilma Fezza e Mario Valiante periti in un incidente stradale”. A dirlo e’ il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, rivolgendo “ai familiari, amici e colleghi un abbraccio fortissimo di solidarieta’ umana in queste tragiche ore”. “Wilma e Mario – prosegue – erano molto conosciuti ed apprezzati nella nostra comunita’ per la loro professionalita’ e per la dedizione al bene comune nei vari incarichi istituzionali svolti. Erano rigorosi ed appassionati nelle questioni giuridiche e politiche, sempre rispettosi ed attenti all’umanita’ nelle relazioni umane e nei rapporti sociali. Sempre con il sorriso”. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Campi Flegrei terremoto di magnitudo 3.6: gente in strada anche a Napoli

    Una forte scossa di terremoto di magnitudo 3.6 è stata avvertita stamane nella zona dei Campi Flegrei.PUBBLICITA

    La scossa e’ stata localizzata a una profondita’ di 2 km. Il terremoto e’ stato localizzato dalla Sala Operativa INGV-OV (Napoli).

    Il sisma è avvenuto alle 8.08 ed è stato nitidamente avvertito dalla popolazione non solo dei Campi Flegrei ma anche di alcuni quartieri di Napoli. Molta gente è scesa in strada.
    Dal centro a Fuorigrotta, il sisma è stato distintamente avvertito in diversi quartieri del capoluogo partenopeo, specie ai piani più alti. In molti suo social stanno segnalando di aver avvertito la scossa anche a Soccavo, a Pianiura e al Vomero.

    Da mesi tutta l’area flegrea è oggetto di attività sismica generando panico nella popolazione. Il sisma è stato seguito da altri fenomeni di assestamento.

    Ieri l’Osservatorio Vesuviano nel commentare il bollettino settimanale dell’andamento bradisismico aveva avvertito della possibilità di nuovi forti scosse imminenti e così è stato stamane.
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    Camorra, il pentito De Rosa: “Ecco come i Licciardi sono andati in aiuto ai Bosti-Contini”

    Il pentito di camorra eccellente Teodoro De Rosa in una recente deposizione davanti ai magistrati della Dda di napoli ha fornito una serie di interessanti chiarimenti in meriti ai rapporti interni all’Alleanza di Secondigliano.PUBBLICITA

    Il suo racconto è contenuto nell’ordinanza cautelare di 480 pagine firmata dal gip Federica Colucci dell’ottava sezione del Tribunale di napoli e con la quale il mese scorso sono finite in carcere 12 persone ovvero i nuovi vertici della cosca dei Bosti-Contini e tra questi Carmine  Botta e il noto Gennaro Manetta detto “Maradona”, il politico della cosca.

    Racconta Teodoro De Rosa: “… usciti Lo Russo e Sacco dalla Alleanza, non con guerre ma con una separazione che negli anni successivi comportava che i nostri rapporti fossero ancora buoni ma certo più freddi e cauti, la alleanza resta tra Mallardo, Contini e Licciardi.
    E il passaggio di alcuni dei Licciardi dalla Masseria ai territori dei clan alleati, cioè a Giugliano per Trambarulo e al Borgo S. Antonio quanto a Cristiano e Ammendola. serviva a rafforzare l’alleanza e i relativi clan garantendo anche a quei territori la presenza di appartenenti al gruppo di fuoco dei Licciardi.

     Questo perché alcuni clan stavano facendo guerra alla Alleanza, come i Mazzarella, e occorreva rinforzarla; ma è anche da dire (per quanto io ricordi poiché certe discussioni avvenivano a casa di mia nonna) che i tre che se ne andarono verso i clan alleati erano anche contenti di farlo perché all ‘interno del clan Licciardi si stavano creando delle frizioni tra i membri del clan appartenenti alla ristretta cerchia familiare (come Gennaro e Pierino Licciardi, spalleggiati dalle loro sorelle) e i loro principali capizona come Cristiano Antonio, Trambarulo e Ammendola poiché a dire della famiglia Licciardi questi loro importanti affiliati non stavano reagendo adeguatamente alle morti che la famiglia Licciardi aveva subito. Aggiungo che coinvolto in questo passaggio fu anche Tonino ‘o Biondo, cioè Muscireno Antonio.

    L’unico fedelissimo rimasto con la famiglia Licciardi fu Giovanni Cesarano, e a San Pietro restò Bombolone. E aggiungo che i Moccia sostennero sin da questo periodo la famiglia Licciardi anche perché c ‘era un rapporto di parentela tra la moglie di Giovanni Cesarano e i Moccia, non so bene il grado di parentela. La donna la conosco, ma non ricordo il nome, forse Assunta”.
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    Il boss Salvatore D’Amico aveva un arsenale per scatenare la guerra a Roma

    Il boss Salvatore D’Amico ‘o pirata disponeva di un arsenale, custodito dal  produttore cinematografico, Daniele Muscariello, e con il quale era pronto a scatenare una guerra per prendersi il controllo delle attività illecite a Roma.PUBBLICITA

    E’ quanto emerge dalla lettura delle 400 pagine dell’ordinanza cautelare, firmata dal gip di Roma, Emanuela Attura e che due settimane fa ha portato in carcere 16 persone con 57 indagati.

    L’eponente di spicco del clan Mazzarella di napoli, insieme con il figlio Umbero aveva stretto rapporti con Antonio Nicoletti, figlio di uno dei fondatori della Banda della Magliana e con Vincenzo Senese, figlio del boss di camorra da anni padrone incontrastato su Roma, Michele detto ‘o pazzo.
    Del resto lo stesso nipote Umberto Luongo, diventato collaboratore di giustizia, ha raccontato ai pm della Dda di Roma, che o’ pirata mirava a diventare il nuovo boss di Roma e per questo si serviva di un personaggio senza scrupoli come il produttore cinematografico Daniele Muscariello personaggio chiave dell’inchiesta.

    Condannato per riciclaggio dal tribunale di Roma a 9 anni di carcere e raggiunto da un’altra misura cautelare in carcere per riciclaggio con metodo mafioso era l’uomo di fiducia sulla capitale clan camorristico dei D’Amico.

    Si legge nell’ordinanza a proposito di Daniele Muscariello “è l’organizzatore della politica economico-criminale dell’associazione, in quanto individua e recluta gli imprenditori da coinvolgere nel sistema di riciclaggio e mantiene rapporti con esponenti del mondo delle istituzioni in senso lato ed appartenenti alle forze dell’ordine (si richiamano i rapporti con il Tremiterra ed il pranzo con alti graduati delle Forze dell’ordine).
    Ha favorito l’ingresso nel sodalizio di Salvatore D’Amico, inteso o’ pirata, accrescendo la forza economica e militare della consorteria. Partecipa a numerosi incontri con i vertici del sodalizio, per affrontare le criticità emerse all’interno della centrale di riciclaggio dopo l’arresto del Salsiccia il 6.giugno 2018.

    Gestisce per conto dell’organizzazione ingenti capitali illeciti provenienti in particolare dal clan D’Amico/Mazzarella, necessari per alimentare la centrale di riciclaggio.
    Insieme al Salsiccia è responsabile di un arsenale di armi custodito nel territorio romano, armi messe a disposizione da Salvatore D’Amico, inteso o’ Pirata, per garantire al sodalizio una efficace ed immediata azione di fuoco qualora necessaria.
    Allo scopo di tutelare gli interessi del sodalizio, pianifica con Salvatore Ventura un attentato nei confronti di Salvatore Pezzella e Stefano De Angelis, colpevoli di non corrispondere al sodalizio i guadagni della attività di riciclaggio gestite sulla capitale con il Coppola, evento non verificatosi a seguito del decesso improvviso del Ventura (28.09.2018).
    Insieme al Lombardi, ad Antonio Nicoletti ed al Salsiccia, mette a disposizione del sodale Salvatore D’Amico una vettura Mercedes da utilizzare per le trasferte nella Capitale, sulla quale viaggiava con documenti falsi. Si occupa del mantenimento dei sodali detenuti, in particolare del Salsiccia”.
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    Marta lasciata morire nel dirupo dal fidanzato russo che diceva “ucraini di merda che devono morire”

    Ischia. Dietro la morte Marta Maria Ohryzko, una donna ucraina di 33 anni, c’è qualcosa di un più di un femminicidio, dei maltrattamenti e dell’abbandono.PUBBLICITA

    C’è l’odio di un russo nei confronti della sua compagna ucraina. Gli effetti del conflitto in corso da due anni circa sono anche questi, purtroppo.

    Punti Chiave ArticoloMarta è stata trovata morta domenica mattina a Barano d’Ischia. Secondo le indagini condotte dai Carabinieri e coordinate dalla Procura di Napoli, il compagno, il 41enne russo Ilia Batrakov, è stato arrestato per maltrattamenti. Marta Maria, vittima di continue violenze e minacce, era stata aggredita, colpita con pugni e schiaffi, e isolata dai suoi familiari perché ucraini, che lui odiava.
    Marta vittima di continue violenze In un caso, a detta della sorella della donna deceduta, li ha ingiuriati definendoli “ucraini di merda che devono morire”. In diversi casi la donna ha dovuto fare ricorso alle cure nel pronto soccorso dell’ospedale di Lacco Ameno.
    Tra gli episodi di violenza, Batrakov l’aveva fatta cadere in un fuoco acceso, causandole ustioni di secondo grado. Dopo l’ennesimo litigio, Marta Maria era uscita di casa sabato pomeriggio e, inciampando, era caduta in un dirupo. Ferita e impossibilitata a muoversi, aveva chiesto aiuto al compagno tramite chiamate e messaggi WhatsApp, che però sono stati ignorati. Ignorati i suoi messaggi di aiuto inviati via WhatsApp Il compagno ha affermato di averla trovata nella vegetazione durante la notte, ma di averla lasciata lì, dicendole che avrebbe dovuto passarci la notte. Marta Maria è morta dopo una lunga agonia, e Batrakov ha poi chiamato i Carabinieri la mattina seguente, quando ha trovato il corpo senza vita.
    Le indagini hanno rivelato anni di abusi e minacce, con testimonianze che descrivono un clima di terribili vessazioni. Marta Maria, fragile a causa di problemi psichiatrici, non riusciva a sottrarsi alla violenza. Il fermo di Batrakov è stato convalidato e l’uomo ora si trova in carcere, in attesa dell’udienza prevista per oggi. Leggi Anche LEGGI TUTTO