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    Usura a San Giovanni a Teduccio: preso il boss Salvatore Montefusco Zamberletto

    Napoli. C’è anche il boss Salvatore Montefusco detto Zamberletto  tra le tre persone fermate dal Nucleo Operativo dei Carabinieri di Poggioreale su ordinanza della DDA di Napoli (pm Simona Rossi).PUBBLICITA

    Salvatore Montefusco, detto “Zamberletto”, figlio del boss Carmine Montefusco, e Antonio Galasso sono accusati di usura, estorsione, detenzione abusiva di armi e spaccio di droga, reati aggravati dal metodo mafioso.

    Punti Chiave ArticoloLe indagini sono partite dalla denuncia di una vittima che ha raccontato di essere stata costretta a pagare tassi usurai esorbitanti, superiori al 100%, per prestiti contratti negli ultimi due anni. Di fronte all’impossibilità di restituire il denaro, avrebbe subito aggressioni e minacce. Salvatore Montefusco è considerato il referente del clan Montefusco, attivo nel complesso edilizio popolare “Rione De Gasperi” a Ponticelli e legato al clan “De Luca Bossa”.
    Nonostante Carmine Montefusco e Antonio Galasso non abbiano precedenti penali, la famiglia Montefusco è attualmente coinvolta in una sanguinosa faida con il clan “De Micco”.  Il fratello Emanuele Pietro fu ucciso due settimane fa L’omicidio di Emanuele Pietro Montefusco, fratello di Salvatore, avvenuto lo scorso 9 luglio in via Argine, potrebbe essere collegato a questa faida. Secondo gli inquirenti, si potrebbe trattare di una vendetta diretta nei confronti di Salvatore Montefusco.” Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, presa la gang degli usurai di San Giovanni a Teduccio

    Napoli. Avevano ridotto sul lastrico un piccolo imprenditore di san GHiovanni a Teduccio che era costretto a versare interessi mensile del 100% a fronte di un presitito che aveva chiesto al gruppo di usurai.PUBBLICITA

    L’uomo stanco delle continua richieste da parte del gruppo legato a una famiglia di camorra della zona, si è rivolto ai carabinieri e ha fatto arrestati gli usurai.

    E infatti i Carabinieri di Napoli hanno eseguito tre fermi, su disposizione della Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di altrettante persone accusate di usura, estorsione, detenzione illegale di armi e spaccio di droga, reati aggravati dal metodo mafioso.
    L’operazione, condotta dai Carabinieri di Poggioreale e dal Nucleo Investigativo, ha preso di mira un gruppo criminale che avrebbe vessato un uomo del quartiere San Giovanni a Teduccio, costringendolo a pagare debiti a tassi usurai esorbitanti, spesso superiori al 100% al mese.

    I tre arrestati, tra cui due senza precedenti penali, sono stati convalidati in carcere dal Giudice per le Indagini Preliminari.
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    Scampia un crollo annunciato e quell’allarme inascoltato

    Il crollo del ballatoio alla Vela Celeste di Scampia ha scosso profondamente la comunità, lasciando tre morti e numerosi feriti. La rabbia e lo sgomento si mescolano alla solidarietà per le vittime e gli sfollati.PUBBLICITA

    La Procura di Napoli ha aperto un’inchiesta per fare luce sulle cause della tragedia. Le indagini si concentrano sulla mancata manutenzione, sui possibili allarmi ignorati e su eventuali interventi edilizi irregolari.

    Punti Chiave ArticoloGli inquirenti stanno acquisendo documenti e ascoltando testimoni per ricostruire la storia della struttura e individuare eventuali responsabilità. Allarmi inascoltati? Un elemento cruciale dell’inchiesta sono le segnalazioni di danni e criticità riscontrate negli anni, come quella del 2016 che evidenziava rischi strutturali, comprese le passerelle.
    Gli investigatori cercheranno di stabilire se questi allarmi siano stati sufficientemente valutati e se abbiano influito sul tragico evento. Le condizioni delle due bambine ricoverate al Santobono sono ancora gravi, mentre per le altre ferite si registra un moderato ottimismo. Circa 500 persone sono state sfollate e il prefetto di Napoli ha assicurato l’attivazione di tutti i servizi necessari per assisterle. La domanda ricorrente: perché il ballatoio è crollato? Restano molte domande senza risposta: perché il ballatoio è crollato? Chi ha responsabilità in questa tragedia? Le istituzioni hanno agito in modo adeguato? Le risposte a queste domande sono fondamentali per evitare che si ripetano simili drammi e per garantire la sicurezza dei cittadini.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Scampia: sì del Comune al rientro nelle prime 70 case della Vela

    Sono 70 gli appartamenti della Vela Celeste di Scampia considerati agibili e che saranno a breve restituiti ai loro abitanti.PUBBLICITA

    L’ok dopo che oggi sono state riallacciate le forniture di acqua e luce elettrica in tutto l’edificio lunedì sera soggetto al crollo che ha provocato tre vittime. I settanta appartamenti si trovano in diverse aree della Vela Celeste e sono stati controllati e garantiti come sicuri.

    Si sta lavorando alla stesura di una seconda lista composta da altri 115 appartamenti che pure sono stati controllati e che possono riaccogliere gli abitanti nel giro di quindici giorni, solo dopo ulteriori verifiche sulla sicurezza da parte degli organi tecnici del Comune di Napoli.
    Il Comune, si evidenzia, vuole dare l’ok al rientro degli abitanti solo quando tutta la Vela sarà garantita e sicura. In serata tavolo tecnico a Palazzo San Giacomo tra il sindaco Gaetano Manfredi, la vicesindaca e assessore all’Urbanistica Laura Lieto e i rappresentanti degli sgomberati per cercare un punto di incontro.

    Attualmente le circa 800 persone evacuate dalla Vela Celeste vivono per una metà da parenti e amici e l’altra metà nell’edificio dell’università Federico II di Scampia che è stata occupata.
    Dal Comune si apprende anche che verrà esposta all’ingresso della Vela la lista delle famiglie che possono rientrare e inoltre gli abitanti saranno contattati singolarmente dal servizio del Comune che si farà carico di accompagnarli. Chi dovesse rifiutare dovrà firmare una carta in cui attesta la propria volontà.
    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Gli sfollati della Vela Celeste non vogliono rientrare nelle case: hanno paura

    “Da qui non ci muoviamo!”. Lo dicono tutti gli sfollati della Vela Celeste di Scampia che occupano l’aula magna dell’Università Federico II.PUBBLICITA

    Sono oltre 400 residenti della Vela Celeste, sfollati dopo il tragico crollo del ballatoio. Un’occupazione pacifica ma determinata, che diventa simbolo della rabbia e della disperazione di una comunità abbandonata.

    La notte trascorsa tra brandine precarie e materassi improvvisati ha lasciato il segno. “Abbiamo dormito per terra, con la schiena a pezzi” raccontano. “O entriamo tutti, o non entra nessuno!”. La paura di nuovi crolli aleggia, e la fiducia nelle istituzioni è ai minimi storici.
    Il sindaco Manfredi assicura che gli alloggi saranno agibili a breve, ma gli sfollati non credono più alle promesse. “Chi ci garantisce che sia sicuro?” si chiede Maria. L’offerta di palestre come dormitori viene rifiutata: gli sfollati chiedono dignità e vogliono rimanere uniti.

    L’Università, inizialmente sorpresa, si trasforma in un rifugio improvvisato. Medici volontari visitano i residenti, mentre i professori offrono sostegno psicologico. Ma la protesta continua: gli sfollati chiedono risposte e soluzioni concrete, e non intendono arrendersi fino a quando non saranno tutelati i loro diritti.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Crollo Scampia si piange nonna Patrizia: “Sempre un sorriso per tutti”

    A Scampia si piange la morte di Patrizia Della Ragione terza vittima del crollo del ballatoio della morte alla vela celeste ma allo stesso tempo si prega e si spera per un migliorante delle due nipoti ricoverate in gravi condizioni al Santobono.PUBBLICITA

    Ma anche per la nuora Martina Russo di 25 anni e una sorella di quest’ultima, Carmela Russo, di 35 anni. Degli altri dieci feriti uno solo ieri ha lasciato l’ospedale.

    Punti Chiave ArticoloLa preoccupazione e l’attenzione è rivolta alle due bimbe di 4 e sette anni. saranno fondamentali le prossime 48 ore per capire se riusciranno a salvarsi. Quella di 7 anni è la più grave. Ha una frattura cranica più profonda.  Prossime 48 ore fondamentali per le due bimbe in gravi condizioni Le altre tre piccole pazienti rispettivamente di 10, 9 e 2 anni, ricoverate in ortopedia, sono state sottoposte ad intervento chirurgico; per una di loro sarà necessario anche un intervento di chirurgia maxillo facciale. Le loro condizioni sono stabili. Infine le ultime due, di 2 e 4 anni, ricoverate in chirurgia d’urgenza, sono “stabili ed in osservazione”.
    Patrizia Della Ragione, che era la mamma della prima vittima Roberto Abbruzzo e zia della seconda Margherita Della Ragione, che viveva a Giugliano,  era il fulcro di una famiglia numerosa, ora sconvolta dalla tragedia della Vela Celeste. La donna, nonna di quattro delle sette bambine ricoverate all’Ospedale Santobono dopo il crollo del ballatoio, era amata e stimata da tutti. Originaria di via Monte Taburno, Patrizia era nota per la sua forza e dedizione. Mamma di sette figli, aveva sempre lottato per offrire loro un futuro migliore. Negli ultimi anni, si era dedicata anima e corpo ai nipoti, diventando il loro punto di riferimento. “Era sempre con loro, si occupava solo di loro”, ricorda un vicino di casa. Un pilastro della famiglia Ma Patrizia non era solo una brava nonna. Era anche un pilastro della comunità della Vela Celeste, conosciuta per la sua umiltà e il suo impegno. Come testimonia un post su Facebook, si dedicava alle pulizie delle scale e dei ballatoi, nonostante le difficoltà economiche. “Guadagnava il pane per i figli e per i nipoti, mai niente era per lei”, si legge.
    Il dolore di una comunità di Scampia La tragedia ha sconvolto l’intero quartiere. A sostegno delle famiglie Della Ragione, Abbruzzo e Russo si è mobilitata l’intera comunità, preoccupata in particolare per le condizioni delle bambine. Intanto, a Giugliano, la piccola comunità di vicini di Margherita Della Ragione, un’altra vittima, è ancora sotto choc. (Nella foto le tre vittime dela crollo alla Vela Celeste di Scampia: da sinistra Patrizia Della Ragione, il figlio Roberto Abbruzzo e la nipote Margherita Della Ragione) Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Napoli, le nuove Paranze dei Bimbi puntano a prendersi il controllo della movida

    Napoli sta rivivendo un’escalation di violenza con le nuove Paranze dei bimbi in azione e che sono ancora più violente e determinate di quelle di ES17 che spadroneggiò nei vicoli del centro storico di Napoli tra il 2014 e il 2015.PUBBLICITA

    Gli investigatori temono di poter rivivere una stagione simile. Tra sabato e lunedì sono almeno sei gli episodi di violenza a colpi di arma da fuoco registrati tra piazza Carlo III e piazza Garibaldi, al punto tale da spingere gli inquirenti a ipotizzare l’esistenza di un collegamento tra fatti apparentemente diversi.

    Punti Chiave ArticoloSono diversi i filoni investigative coordinati dalla Dda di Napoli e affidati a polizia e carabinieri ma che portano in una una direzione.  Sei episodi di criminalità in 48 ore apparentemente scollegati tra di loro Gli episodi di sparatorie e agguati si sono moltiplicati nelle ultime settimane, riaccendendo i timori di un ritorno ai violenti anni 2014-2015. I nuovi gruppi di giovani criminali puntano al controllo di tutto il business che ruota attorno alla movida nel centro città.
    Tra sabato e lunedì, la tensione è esplosa in diversi quartieri del centro storico. Piazza Carlo III e Piazza Garibaldi sono state teatro di scontri a fuoco tra fazioni rivali, mentre in Piazza Sant’Eframo Vecchio un commando armato ha tentato un agguato, scaricando una raffica di colpi contro un palazzo. Fortunatamente, la vittima designata è riuscita a sfuggire, ma il numero di proiettili esplosi e i danni causati ai beni privati testimoniano la ferocia dell’attacco. Gli investigatori, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, stanno indagando su una serie di episodi apparentemente scollegati tra loro, ipotizzando l’esistenza di un unico disegno criminale.
    I sospetti si concentrano sulle giovani bande, le cosiddette “paranze”, coinvolte nel traffico di stupefacenti e in una continua lotta per il controllo del territorio. L’agguato di Piazza Sant’Eframo Vecchio, in particolare, ha destato grande allarme. Un’auto parcheggiata è stata crivellata di colpi e un proiettile si è conficcato nell’appartamento di una giovane coppia con due figli piccoli, per puro miracolo senza provocare feriti. L’episodio ha evidenziato come la violenza stia invadendo anche zone residenziali, mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini innocenti. Le indagini sono ancora in corso, ma gli elementi raccolti finora confermano un quadro preoccupante. La criminalità giovanile a Napoli è in costante crescita, (come dimostrano i tanti arresti e le inchieste ma la stessa analisi fatta di recente dalla relazione semestrale della commissione antimafia) alimentata da una serie di fattori socio-economici complessi in cui le organizzazioni criminali trovano il terreno fertile per il reclutamento. Le cronache di Napoli degli ultimi mesi soprattutto nei fine settimana sono quasi simili a un bollettino di guerra e la preoccupazione degli inquirenti è che il fenomeno con il boom di turisti e vacanzieri in arrivo nel mese di agosto continui a crescere. (la foto dell’auto crivellata di proiettili in piazza Sant’Eframo Vecchio è ripresa dal quotidiano Il Roma) Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Crollo Scampia: Arca di Noè in miniatura con animali esotici in alloggio sgomberato

    Napoli. Crollo alla vele celeste di Scampia, dietro il dramma del crollo, una scoperta inquietante: una sorta di Arca di Noè in miniaturaPUBBLICITA

    In un appartamento della Vela Celeste, tra le macerie e la disperazione, le forze dell’ordine si sono imbattute in un allevamento clandestino di animali esotici. Canarini, piranha, tartarughe, scoiattoli volanti e persino un drago barbuto: un’arca di Noè in miniatura, nascosta tra le pareti di un alloggio sgomberato.

    Punti Chiave ArticoloA fronte della tragedia che ha sconvolto la comunità, emerge un quadro surreale e inquietante, che solleva interrogativi sulla convivenza tra uomini e animali in contesti difficili.  Indagini e conseguenze penali per chi gestiva l’Arca di Noè in miniatura Le indagini sono in corso per accertare le responsabilità e le modalità di gestione di questo allevamento abusivo. Tutti gli animali sono stati affidati alle cure dei veterinari.
    Passata l’emergenza vi saranno sicuramente conseguenze penali per chi gestiva l’allevamento. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Napoli, arrestato il commerciante ferito in via Aspromonte: aveva armi e cocaina roisa

    Napoli. È finito in ospedale dopo essere stato vittima di un agguato per motivi ancora da chiarire. Tra poco, dopo un periodo di osservazione, sarà trasferito in carcere.PUBBLICITA

    Parliamo di Alfonso Santaniello, il 34enne proprietario del calzaturificio di via Aspromonte 41 a Secondigliano.

    Punti Chiave ArticoloI carabinieri della locale stazione, insieme ai militari del nucleo operativo della compagnia Napoli Stella, hanno avviato le indagini quando ieri, verso le 11:30, una persona ha sparato al commerciante colpendolo all’addome. L’attività investigativa doveva ricostruire quegli attimi e soprattutto comprenderne il movente. Sono quindi partiti i sopralluoghi sulla scena del crimine e le perquisizioni per capire meglio chi fosse la vittima, già nota alle forze dell’ordine.
    Nel calzaturificio sono stati rinvenuti un’ogiva – verosimilmente il proiettile che ha colpito l’imprenditore – e tracce di sangue. Ma la storia non finisce qui. Sono stati trovati e sequestrati ben 20 chili di mannite, 1 chilo di MDMA (l’ecstasy), diverso materiale per il confezionamento dello stupefacente e molti bilancini di precisione, uno dei quali intriso di sostanza rosa. I carabinieri della compagnia Stella conoscono bene quello stupefacente: la cocaina rosa. Recentemente, infatti, sono stati effettuati due sequestri relativi a questa droga per i ricchi.
    Per approfondire ulteriormente, è stata messa a setaccio anche l’auto parcheggiata presso l’azienda. Nel mezzo, una Fiat Idea, i militari hanno trovato un ordigno artigianale da 750 grammi che, per dimensioni, temperatura circostante e le altre cose trovate a fargli compagnia, aveva un enorme potenziale letale. Nella Fiat Idea c’erano anche 50 proiettili calibro .357 Magnum, quattro pistole perfettamente funzionanti e sei colpi a salve. Tuttavia, il rinvenimento più significativo è stato fatto nel vano portaoggetti: 354 grammi di cocaina, una quantità considerevole considerando che il costo di una dose può raggiungere i 400 euro. Santaniello è ricoverato all’ospedale del Mare in prognosi riservata, ma non è in pericolo di vita. È a disposizione dell’Autorità giudiziaria e dovrà rispondere di detenzione illecita di armi, detenzione di materiale esplodente e detenzione di stupefacenti a fini di spaccio. L’attività investigativa dei carabinieri però non termina 1) Le armi sequestrate saranno sottoposte ad accertamenti balistici per verificare il loro eventuale utilizzo in fatti di sangue o altri diritti. 2) Continuano le ricerche dell’uomo che ha sparato. 3) Si allarga l’inchiesta sullo spaccio della cocaina rosa nella vasta area che comprende il territorio tra Secondigliano, Vasto, Arenaccia, Stella, Sanità, Forcella fino ad arrivare al centro storico. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Crollo Scampia, il dolore di Geolier: “Senza più lacrime, così non si può”

    Su Instagram si manifesta il grido di dolore di Geolier per la sua Scampia, dopo il tragico crollo avvenuto nella tarda serata di ieri alla Vela Celeste che ha fatto 2 morti e 13 feriti.PUBBLICITA

    “Siamo cinematografici ma abbandonati. Senza più lacrime, cosi non si può”, ha scritto il rapper napoletano su Instagram postando la foto di una donna disperata sopravvissuta alla tragedia.

    Intanto stanotte 150 sfollati della Vela celeste hanno trascorso la notte nella Facoltà di scienze infermieristiche dell’Università Federico II.
    Il Comune di Napoli, con il supporto della protezione civile regionale e degli enti del terzo settore, della Caritas e della Croce Rossa, ha allestito le postazioni nelle cinque scuole e sei sedi di associazioni individuate per ospitare i circa 500 sfollati, tra queste anche la sede di Scampia dell’ateneo federiciano.

    Le verifiche tecniche eseguite nel corso della giornata hanno dato il via libera a 66 appartamenti della Vela, nei quali i residenti hanno fatto ritorno già da ieri stasera.
    Le forze dell’ordine, assieme alla Polizia locale e metropolitana di Napoli, hanno assicurato i servizi di vigilanza per tutta la notte sia presso la Vela che nelle zone di accoglienza degli sfollati.
    Le attività vengono coordinate dal Ccs riunito dal prefetto di Napoli, Michele di Bari, che segue tutte le fasi successive al crollo del ballatoio alla Vela Celeste. “La sinergia istituzionale registratasi in queste ore di fervida collaborazione tra tutti gli enti e le istituzioni coinvolte nelle ore successive all’evento – sottolinea la Prefettura – sta consentendo di gestire rapidamente e con efficienza la delicata situazione”.

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    Napoli, tentò di uccidere un coetaneo per gelosia: arrestato 17enne

    Napoli. I Carabinieri della Compagnia di Napoli Centro hanno arrestato un 17enne con l’accusa di tentato omicidio aggravato.PUBBLICITA

    Il giovane è ritenuto responsabile dell’efferata aggressione avvenuta lo scorso 25 novembre all’interno della Galleria Umberto I a Napoli, ai danni di un suo coetaneo.

    Punti Chiave ArticoloSecondo le indagini, il movente dell’aggressione sarebbe da ricondurre a motivi di gelosia. La vittima avrebbe infatti scambiato qualche parola con una ragazza che era all’attenzione dell’arrestato. Inseguì il rivale e lo accoltellò nella Galleria Umberto I Quest’ultimo, accecato dalla rabbia, avrebbe aggredito il rivale con un’arma da taglio, colpendolo più volte al termine di un inseguimento.
    Le articolate indagini condotte dai Carabinieri e coordinate dalla Procura per i Minorenni hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico del 17enne. Grazie a queste prove, è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in istituto minorile, che è stata eseguita nella mattinata odierna. Il ragazzo si trova ora a disposizione dell’autorità giudiziaria presso l’IPM di Airola, in provincia di Benevento.
    Ancora una volta la violenza giovanile insanguina le strade di della città. Un episodio che come raccontato spesso nelle cronache di Napoli negli ultimi mesi, purtroppo evidenzia la necessità di un maggiore impegno da parte di tutte le istituzioni per contrastare questo fenomeno allarmante e per tutelare la sicurezza dei cittadini. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Scampia il ballatoio della morte che si è portato via i sorrisi di Margherita e Roberto

    Il ballatoio della morte il giorno dopo: Scampia torna a far parlare di se portando morte e distruzione.PUBBLICITA

    E ora dietro ai sorrisi dei due giovani che si è portato via, ora cresce il dolore della tragedia e diventa immenso.

    Roberto Abbruzzo e Margherita Della Ragione, i loro volti sorridenti nelle foto postate sui social, spezzano il cuore di fronte alla tragica realtà del crollo della Vela Celeste a Scampia.
    Un contrasto straziante tra la gioia di quei momenti passati e la drammatica scomparsa dei due giovani, rispettivamente di 29 e 35 anni.

    Roberto, il macellaio dal cuore grande, era conosciuto e benvoluto da tutti nel quartiere. Sposato e padre di una bambina piccola, era un lavoratore instancabile, sempre pronto a sacrificarsi per la sua famiglia.
    “Un ragazzo eccezionale, sempre disponibile con tutti”, lo ricorda con commozione un amico. Ora, davanti alla Vela Celeste, i parenti cercano di dare un senso all’immane dolore, ancora increduli di fronte alla tragedia che li ha colpiti.
    Margherita, zia di Roberto, era andata a trovarlo proprio ieri sera, insieme ai suoi figli. Il crollo l’ha travolta insieme al nipote, ma per lei non c’è stato scampo. Trasportata d’urgenza in ospedale, le ferite riportate le hanno provocato un arresto cardiocircolario che le è costato la vita.

    Al Santobono, la speranza è appesa a un filo. Sette bambine, vittime del crollo, lottano tra la vita e la morte. Due di loro sono in condizioni gravissime, e i medici combattono con ogni mezzo per salvarle.
    Per le loro sorti, le prossime 72 ore saranno decisive. Nelle stanze di degenza, l’angoscia dei familiari si mescola alla speranza, mentre un solo genitore per volta può stare accanto a ogni bimba ricoverata. Per chi si trova in terapia intensiva, invece, l’accesso è vietato, lasciando i genitori nell’angoscia più cupa.
    Il crollo della Vela Celeste ha spezzato due vite e ne ha segnate molte altre. La gioia dei sorrisi di Roberto e Margherita si è spenta nel dolore, ma il ricordo di due persone speciali continuerà a vivere nei cuori di chi li ha amati. Ora, c’è solo la speranza di poter salvare le piccole vite innocenti coinvolte in questa tragedia e di dare un futuro migliore a questo quartiere martoriato.
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