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    Blitz anti camorra nell’Agro Nocerino: 23 arresti

    Un blitz anticamorra ha spazzato via all’alba di oggi i clan che avevano la gestione delle piazze di spaccio nei comuni dell’Agro Nocerino Sarnese.PUBBLICITA

    Infatti i carabinieri del Comando provinciale di Salerno e gli agenti della squadra mobile di Salerno stanno eseguendo una ordinanza applicativa di misure cautelari personali emesse dal gip del Tribunale di Salerno, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di 23 persone.

    Tutte indagate nell’area nord dell’Agro Nocerino per associazione per delinquere di stampo camorristico, spaccio di stupefacenti, estorsioni, rapine e detenzioni illegale di armi e munizioni.
    L’indagine della Procura ha accertato un vasto traffico di droga che veniva finanziato con la commissione di rapine ed estorsioni a commercianti e imprenditori della zona.

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    Napoli, maxi processo al clan Contini: 140 indagati

    Napoli. 140 gli indagati, 1000 pagine di ordinanza cautelare, 130 capi di imputazione e 40 ordinanze di misura cautelare: è questa la sintesi del maxi processo al clan Contini che inizia dopodomani  nell’aula Bunker di Poggioreale. L’udienza preliminare che si apre il 7 giugno parte dall’inchiesta della Procura di Napoli, Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e con i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ed emesse dal G.I.P.
    Punti Chiave Articolodel Tribunale di Napoli, per un presunto giro di denaro sporco, secondo gli Inquirenti – proveniente dal clan Contini dell’Alleanza di Secondigliano – riciclato in imprese del tessuto economico campano e non solo.
    Nella lista esponenti del clan Contini, imprenditori compiacenti, prestanome, intermediari d’affari, per un giro vertiginoso di soldi che ha portato carabinieri e finanza ad operare anche una serie di sequestri per un totale di 8,4 milioni di euro. Otto anni di indagini, per questo filone di indagine (ve ne sono altri 10) avvenute attraverso analisi di documenti fiscali, accertamenti fiscali, appostamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, testimonianze di parti offese e di Collaboratori di Giustizia, il cui castello accusatorio si completava via via con nuovi accertamenti, interrogatori e nuovi iscritti nel registro degli indagati.
    I reati contestati dagli inquirenti sono a vario titolo: falsificazione e commercializzazione di orologi a marchio contraffatto, fittizia intestazione di beni, indebite compensazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, auto riciclaggio e reimpiego di ingenti capitali, emissione ed utilizzo di fatture false, dichiarazioni fraudolente mediante altri artifici, dichiarazione infedele, indebita compensazione, detenzione e traffico di armi da fuoco, estorsione aggravata, aggressione e tentato omicidio, tutte aggravate dal metodo mafioso per favorire la potente cosca del Clan Contini dell’Alleanza di Secondigliano (Mallardo e Licciardi).  I Festa avevano creato un gruppo imprenditoriale/criminale Secondo gli investigatori, si era costituito “un vero e proprio gruppo imprenditoriale/criminale costituito da diverse società operanti sul territorio italiano ed estero create e/o acquistate” da Antonio Festa, suo figlio Gennaro Festa e Salvatore D’Amelio,  grazie alla collaborazione di vari professionisti tra cui Michele Tecchia il tutto attraverso “l’imposizione fittizia e fiduciaria di numerosi prestanome”. Tenore di vita altissimo, investimenti in molteplici settori economici, eppure i componenti del Gruppo Festa risultavano secondo gli inquirenti “essere privi di una solida base economica”. L’ipotesi è che i componenti del gruppo fossero riusciti a “creare una fitta rete di società intestate a prestanome, nelle quali confluivano i proventi delle varie condotte illecite, dalla contraffazione alle frodi fiscali, e conseguenti attività di riciclaggio”. Nell’inchiesta anche il traffico di armi Ultima fase di questa enorme vicenda criminale: detenzione e traffico di armi da fuoco e l’estorsione al fondamentale intermediario S.C, che secondo la Procura e’ stato destinatario di estorsioni da uomini del clan, minacciato, picchiato e accoltellato per un investimento andato male con i Festa e altri esponenti del clan, antecedentemente all’epoca covid, con intermediari Cinesi. Una vera e propria esecuzione che doveva portare al suo omicidio. Tra le varie attività, il gruppo secondo gli inquirenti avrebbe anche acquisito il 50% del capitale sociale di una clinica per autistici in provincia di Campobasso, reimpiegando nell’operazione quasi 3 milioni di euro di origine illecita. Nel pool difensivo gli avvocati Arturo Cola,  Gaetano Manzi, Giovanni Cerino,  Vincenzo Romano, Claudio Davino, Massimo Viscusi, Domenico Vincenzo Ferraro, Gianluca Gambogi,  Leopoldo Perone. Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Camorra, il pentito Rosario Rolletta: “Ecco come funzionava il sistema delle estorsioni”

    “Il ‘Sistema’ funzionava così: quanto al settore delle estorsioni, i proventi di tale attività illecita confluivano in una cassa comune gestita, prima, da Francesco Audino o’cinese e successivamente, dopo il suo arresto, da Giuseppe De Luca Bossa coadiuvato da Mimì a puttana (Domenico Amitrano detto anche Mimmo o’ pop ndr) e da Umberto De Luca Bossa. Fino a quando i De Martino hanno fatto parte del cartello camorristico, i soldi delle estorsioni finivano tutti nella cassa comune da cui poi si prelevavano per l’acquisto di stupefacenti, armi e per gli stipendi agli affiliati, il pagamento degli avvocati ed il mantenimento dei detenuti”.

    Punti Chiave ArticoloA parlare è il pentito di camorra Rosario Rolletta detto friariello, per un periodo uomo del vertice del clan De Micco di Ponticelli che ha raccontato il funzionamento del sistema delle estorsioni. “Prima del suo arresto, Francesco Audino si occupava anche della distribuzione degli stipendi. Ciascun gruppo del cartello camorristico e, dunque, anche il gruppo De Martino, si occupava di estorsioni ad imprenditori, nonché a soggetti che sul territorio svolgevano attività illecita come, ad esempio, i ladri di motorini, auto, biciclette, nonché alle bancarelle di merce contraffatta, ai contrabbandieri di sigarette, ai mercatini rionali di merce e perfino ai soggetti che facevano truffe assicurative e cambi di assegni”, ha raccontato ancora Rolletta.
     Tutti pagavano il pizzo: dai ladri di moto e auto ai gestori delle bancarelle “…Ho contattato le vittime tramite Pasquale Micco e ho chiesto loro 1500euro per i lavori che stavano eseguendo che dovevano pagare al clan De Martino. De Micco mi disse che costoro a seguito della mia richiesta si erano rivolti al Cinese, Audino Francesco, in quanto poiché avevano già pagato la tangente a lui volevano sapere a che titolo dovevano pagare anche me. Il cinese rispose loro che andava bene così e che dovevano farmi un regalo perché ero detenuto; alla fine mi hanno pagato 1000euro consegnatemi tramite De Micco Pasquale”. (da sinistra nella foto il pentito Rosario Rolletta, Francesco Audino, Umberto De Luca Bossa, Giuseppe De Luca Bossa e Domenico Amitrano) (le foto di Rosario Rolletta e Umberto De Luca Bossa sono tratte da napolitan.it) Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Camorra, preso Vincenzo Gentile: boss dei narcos dei Monti Lattari

    I carabinieri della Stazione di Pianillo di Agerola hanno dato esecuzione a un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Torre Annunziata nei confronti di Vincenzo Gentile,di 51 anni, figlio di Giuseppe e considerato il boss dei narcos dei Monti Lattari.
    La condanna di 8 anni è stata stabilita per il suo coinvolgimento in casi di estorsione aggravata dal metodo mafioso, avvenuti nei comuni di Agerola e Pimonte tra il 2018 e il 2019.
    L’azione dei carabinieri è stata parte di un’indagine condotta dalla sezione operativa di Castellammare di Stabia, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
    Le investigazioni hanno avuto inizio dopo l’omicidio di Filippo Sabatino, uomo del clan Afeltra Di Martino, avvenuto il 3 maggio 2018 a Gesinella, Pimonte.
    Le indagini hanno rivelato un sistema di estorsioni messe in atto da individui legati al clan “Gentile”, che hanno costretto commercianti e imprenditori della zona dei Monti Lattari ad acquistare prodotti a prezzi gonfiati e sproporzionati rispetto al loro valore di mercato.
    Gentile, già sotto misura cautelare in carcere, ora dovrà affrontare l’adempimento di una pena detentiva di 8 anni. LEGGI TUTTO

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    Acerra, sgominato il clan Avventurato: 7 arresti

    I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno eseguito 7 arresti ad Acerra, nell’ambito di un’operazione contro il clan Avventurato.
    Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, detenzione e porto di armi, detenzione di droga e favoreggiamento alla latitanza del reggente del clan. E anche di aver coperto la sua fuga.
    Le indagini hanno svelato la perdurante operatività del sodalizio criminale, egemone nel territorio di Acerra e comuni vicini nel campo delle estorsioni e dello spaccio di droga oltre alla disponibilità di armi da fuoco.
    Inchiesta nata dalle dichiarazioni di alcuni pentiti

    L’operazione dei carabinieri è stata portata a termine sotto il coordinamento della Procura distrettuale antimafia di Napoli e prende spunto dalle dichiarazioni di alcuni pentiti. LEGGI TUTTO

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    Estorsioni sui cantieri edili a Minturno, tutti assolti

    Si é chiuso il processo in essere presso il secondo collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Gianluca Soana, a carico di numerosi imputati di Minturno. L’indagine dei carabinieri prendeva le mosse dalle denunce presentate nel 2010 da alcuni imprenditori edili, che avevano riferito di tentativi di estorsione a loro danno nello svolgimento di […] LEGGI TUTTO