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    Ancora violenze nelle carceri di Ariano Irpino e Avellino

    La segretaria regionale del Sappe, Tiziana Guacci, ha denunciato nuovi episodi di violenza e criticità nelle carceri di Ariano Irpino e Avellino.PUBBLICITA

    Ad Ariano Irpino, un detenuto straniero, già protagonista di aggressioni contro i suoi compagni di cella lo scorso venerdì, ha nuovamente gettato olio bollente sugli altri detenuti, i quali hanno reagito distruggendo gli arredi e devastando la cella.
    Nel pomeriggio, lo stesso istituto penitenziario è stato teatro di un’altra aggressione: un detenuto che doveva essere trasferito in isolamento ha colpito in pieno volto un agente, costringendolo a ricorrere alle cure mediche.
    La situazione è tornata alla normalità solo in tarda serata. A Avellino, un assistente capo della Polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto dopo aver impedito la consegna di beni non autorizzati contenuti in un pacco postale inviato dai familiari.
    Donato Capece, segretario nazionale del Sappe, ha commentato: “Da anni chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, che rappresentano un terzo della popolazione carceraria, e il trasferimento in strutture protette dei detenuti con problemi psichici, attualmente ospitati nel circuito detentivo ordinario.
    Sono necessari anche maggiori investimenti in tecnologia e risorse per le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria, che, nonostante le condizioni di lavoro stressanti e difficili, continuano a garantire ordine e sicurezza.”

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    Detenuto tenta di strangolare due agenti penitenziari a Poggioreale

    Un detenuto albanese di quarant’anni ha chiesto di essere trasferito dal carcere di Poggioreale e, non ottenendo risposta, ha aggredito due ispettori della polizia penitenziaria.
    Inizialmente ha cercato di strangolarli, successivamente ha tentato di colpirli con un punteruolo improvvisato da una forchetta di plastica. L’incidente è avvenuto ieri. Tommaso De Lia, segretario regionale del Con.si.pe Campania, ha commentato: “Grazie all’intervento tempestivo del personale di turno, si è evitato il peggio”, sottolineando la gravità dell’evento e la necessità di misure serie e concrete.
    “Da tempo chiediamo l’espulsione definitiva dei detenuti stranieri dal nostro Paese,” ha aggiunto.
    Luigi Castaldo, vicepresidente del Con.si.pe., ha dichiarato che il fenomeno delle aggressioni deve essere affrontato con urgenza dal legislatore per inviare un messaggio forte e chiaro: chi commette tali atti di violenza contro il personale penitenziario deve affrontare conseguenze esemplari e dissuasive.
    Castaldo auspica che lo Stato dimostri la propria fermezza contro questi comportamenti violenti. “Il Con.si.pe. esprime la massima solidarietà agli agenti coinvolti in questo brutale attacco,” ha concluso Castaldo.
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    Napoli, detenuto provoca incendio nel carcere di Poggioreale

    Napoli. Momenti di tensione nel pomeriggio nel Reparto Avellino del carcere di Poggioreale dove un detenuto ha provocato un incendio in segno di protesta.
    Il rogo è stato acceso in risposta a criticità legate alla sanità all’interno della struttura.
    L’incendio ha causato diversi danni, tra cui alcune intossicazioni dovute all’inalazione dei fumi provenienti dai materassi incendiati. La situazione ha richiesto un immediato intervento per garantire la sicurezza dei detenuti.
    Nonostante l’emergenza, il Reparto di Polizia Penitenziaria è prontamente intervenuto sul luogo, riducendo il rischio di ulteriori danni e complicazioni.

    I vigili del fuoco, allertati subito dopo lo scoppio dell’incendio, una volta giunti sul posto, non sono dovuti intervenire attivamente grazie al tempestivo controllo della situazione da parte del personale di sicurezza.
    Il sindacato UILPAPP ha da tempo portato all’attenzione le problematiche di sovraffollamento e la mancanza di organico in tutti i ruoli, incluso il comparto delle funzioni centrali. Queste difficoltà strutturali contribuiscono a esacerbare le condizioni all’interno delle carceri, rendendo più difficile la gestione di episodi critici come l’incendio avvenuto oggi.

    Un punto cruciale della protesta riguardava proprio le gravi carenze della sanità penitenziaria. La UILPAPP sostiene che vi sia un urgente bisogno di potenziare e ridisegnare il servizio medico all’interno delle carceri per garantire condizioni di salute ottimali ai detenuti. La situazione attuale, infatti, non sarebbe all’altezza degli standard normativi italiani e comunitari.
    Nonostante le gravi condizioni ereditate, secondo il sindacato, l’attuale governo non ha ancora adottato misure risolutive efficaci per affrontare questi problemi. Restano infatti nodi cruciali come il sovraffollamento, la carenza di personale nella Polizia Penitenziaria e nelle funzioni centrali, e le carenze nella sanità penitenziaria che, al di là di timidi provvedimenti di legge, continuano a rappresentare veri e propri cappi al collo per l’intero sistema carcerario.
    Siamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Follia all’ospedale del Mare, detenuto provoca incendio al Pronto soccorso: evacuate 4 stanze

    Ennesimo episodio di violenza si è verificato oggi presso l’Ospedale del Mare di Napoli.PUBBLICITA

    Un detenuto, temporaneamente ricoverato in seguito al trasferimento dal carcere di Secondigliano, ha appiccato un incendio all’interno dell’Area Osservazione del pronto soccorso.
    L’uomo, utilizzando un accendino, ha dato fuoco a un materasso, provocando un principio d’incendio che si è rapidamente esteso alla struttura del letto.
    Le fiamme e il denso fumo hanno invaso quattro stanze, costringendo il personale sanitario a evacuare prontamente i pazienti presenti.

    L’utilizzo degli estintori ha poi generato una nuvola di polvere che ha ulteriormente compromesso la situazione.
    Per fortuna, la tempestiva reazione del personale, appositamente addestrato per far fronte a simili emergenze, ha evitato conseguenze ben più gravi.
    Come ha sottolineato il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro, “Se il nostro personale non fosse stato addestrato e pronto ad intervenire, oggi saremmo qui a commentare una situazione di certo più complessa”.
    Grazie all’efficienza degli impianti di sicurezza e all’intervento dei vigili del fuoco, l’incendio è stato circoscritto e domato. Tuttavia, l’episodio ha inevitabilmente causato notevoli disagi all’attività ospedaliera.
    Otto posti letto di osservazione sono momentaneamente indisponibili, aggravando ulteriormente la situazione di sovraffollamento che caratterizza i pronto soccorso cittadini in questo periodo.
    Le autorità competenti sono già state informate dell’accaduto e sono in corso le indagini per chiarire le dinamiche dell’evento e le motivazioni del gesto del detenuto. L’ospedale ha già avviato le procedure per ripristinare al più presto la piena funzionalità dell’area interessata dall’incendio
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    Giovane detenuto suicida in carcere nel giorno di Ferragosto

    Un giovane detenuto in attesa di giudizio si è tolto la vita nel carcere di Parma nel pomeriggio di Ferragosto, proprio mentre nell’istituto era in corso la visita dei Radicali e del Garante nazionale .PUBBLICITA

    A renderlo noto è Aldo di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Spp, secondo cui con quello di ieri salgono a 67 i suicidi nelle carceri dall’inizio dell’anno e a 3 quelli nell’istituto di Parma.

    Carcere nel quale il detenuto che si è tolto la vita ieri era arrivato da Ancona da soli 3 giorni.
    “E’ una strage di stato senza il minimo impegno da parte del governo per arginarla- sostiene Di Giacomo– Il governo dovrebbe agire nell’interesse collettivo e non muovere le proprie decisioni, disinteresse in questo caso, solo per ideologia politica. La polizia penitenziaria è allo stremo senza interventi il sistema imploderà”.

    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Carcere di Avellino, detenuto dà fuoco alle lenzuola e poi aggredisce gli agenti

    Ancora criticità nel carcere di Avellino vengono denunciate dalla segretaria regionale del Sappe, Tiziana Guacci.PUBBLICITA

    Un detenuto di nazionalità sudafricana, trasferito ad Avellino dal carcere di Santa Maria Capua Vetere, ha dato fuoco alle lenzuola della sua cella provocando una densa nube tossica nell’intera sezione.

    Lo stesso detenuto ha aggredito due agenti accorsi per spegnere le fiamme e danneggiato l’estintore con cui stavano intervenendo. L’episodio si è registrato all’indomani della visita nel carcere avellinese di Lucia Castellano, provveditore penitenziario della Campania.
    Il sindacato denuncia “la inefficace gestione della Casa circondariale e le disfunzioni nella utilizzazione del personale già sotto organico”.

    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Napoli, detenuto sfascia il Pronto Soccorso all’ospedale del Mare

    Un’escalation di violenza ha sconvolto la notte all’Ospedale del Mare di Napoli.PUBBLICITA

    Intorno alle 23 di sabato, un detenuto di 43 anni, ricoverato per un malore durante una seduta di emodialisi presso il carcere di Secondigliano, ha dato in escandescenze, trasformando l’ambulatorio del pronto soccorso in una zona di guerra.

    Punti Chiave ArticoloCon una furia inaudita, l’uomo ha iniziato a distruggere tutto ciò che gli capitava a tiro: computer, macchinari medicali, porte e arredi sono stati letteralmente sfasciati. Il panico si è diffuso tra il personale sanitario e gli altri pazienti presenti, costretti ad assistere impotenti alla scena.
    Il personale sanitario, nonostante il pericolo, è intervenuto per sedare l’uomo e prestargli le cure necessarie. Durante le operazioni di soccorso, è emerso che il detenuto aveva ingerito delle batterie, un gesto che potrebbe essere collegato al suo profondo stato di agitazione. Ennesimo episodio di violenza negli ospedali napoletani L’episodio, purtroppo non nuovo alle cronache di Napoli, solleva interrogativi sulla sicurezza negli ospedali e sulla gestione dei detenuti ricoverati. La violenza esplosa all’Ospedale del Mare è solo l’ultimo di una serie di episodi che mettono in luce le difficoltà che il personale sanitario deve affrontare quotidianamente.
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    Detenuto si impicca a Biella,61 suicidi da inizio anno

    Oltre sessanta suicidi in sette mesi nelle carceri italiane: almeno ventuno casi in più rispetto a quelli dello stesso periodo nello scorso anno.PUBBLICITA “Un dato elevato rispetto al 2023”, sottolinea lo stesso Garante dei detenuti, che nel suo report rivela la drammatica cifra di 61 persone che nel 2024 si sono tolte la vita.L’ultimo decesso si è verificato in queste ore a Biella, dove si è impiccato un detenuto albanese di 55 anni che stava facendo lo sciopero della fame perché chiedeva il trasferimento dal carcere per avvicinarsi ai suoi familiari.Nei giorni scorsi l’uomo era stato portato in ospedale per una visita psichiatrica, ma non sarebbe stato riscontrato un elevato rischi di atti di autolesionismo.Quello di Bella è solo l’ennesimo di una serie di casi che, secondo sindacati e associazioni, sarebbero ancora di più di quelli ufficialmente dichiarati: per ‘Antigone‘ sono 64 i suicidi che si contano da inizio anno e “dal 1992 ad oggi solo in tre casi, a fine anno, si erano registrati numeri più alti”, spiega il presidente dell’associazione, Patrizio Gonnella, parlando di un “sistema penitenziario al collasso, tra suicidi, sovraffollamento e proteste”.Critiche arrivano anche dal segretario del Sindacato di polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, per il quale “neanche sui numeri dei suicidi si riesce ad avere un dato certo” e aggiunge: “al cosiddetto conteggio ufficiale bisogna considerare, ad oggi, i 21 decessi le cui cause sono ancora in corso di accertamento, per molti dei quali noi sosteniamo siano suicidi per inalazione di gas.La prima cosa che chiediamo all’amministrazione penitenziaria – dice Di Giacomo – è proprio un’operazione verità per superare quella cifra ignota che ha un forte peso di inciviltà.C’è poco da sminuire e nascondere: con questo trend, a sette mesi dall’inizio dell’anno, supereremo il tristissimo primato negativo degli 84 suicidi del 2022”.Per il segretario generale dell’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp), Leo Beneduci, si tratta di “un disastro che non ha precedenti nella storia penitenziaria del Paese in termini di suicidi in meno di otto mesi, di cui sette anche tra il personale”, sostiene il sindacalista che segnala l’altra emergenza, quella delle rivolte “orchestrate con precisione militare grazie a una rete sommersa di smartphone”.Nel complesso, secondo il report del Garante, su sessantuno persone morte per suicidio 33 erano italiane e 28 straniere. Le fasce d’età più presenti sono quelle tra i 26 e i 39 anni. Inoltre 24 soggetti erano in attesa di primo giudizio e in 32 si sono suicidati nei primi sei mesi di detenzione.In 14 avevano precedentemente messo in atto almeno un tentativo di suicidio e 13 persone erano state sottoposte alla misura della ‘grande sorveglianza’ mentre, di queste, quattro lo erano anche al momento del suicidio.Restano i dati relativi ai decessi per cause da accertare: dall’inizio dell’anno sono 15 le persone decedute con casi registrati ‘per cause da accertare’.Tra le carceri italiane, il triste primato degli istituti dove si sono verificati più casi è quello delle case circondariali di Napoli ‘Poggioreale’, Pavia, Verona e Teramo (tre in ognuna). Riguardo al sovraffollamento, la struttura con l’indice più alto è quella di Foggia, seguita da Varese, Verona e Regina Coeli di Roma.Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Detenuto suicida nel Tribunale di Salerno durante la convalida. Ciambriello: “Sono sconfortato”

    Salerno. Si è suicidato nel Tribunale di salerno dopo l’udienza di convalida dell’arresto avvenuto sabato scorso.PUBBLICITA La notizia della morte del 48enne Luca Di Lascio di Montecorvino Rovella in provincia di Salerno ha fatto alzare ancora di più l’asticella dell’allarme e della preoccupazione del Garante dei Detenuti della Campania, Samuele Ciambriello.“Sconfortato davanti all’ennesimo suicidio che si è consumato ieri in Campania. Suicidio anomalo avvenuto nel Tribunale di Salerno con dei lacci legati al lavandino dei sanitari della camera di sicurezza dopo aver sostenuto l’udienza per la convalida dell’arresto. Era arrivato sabato all’istituto penitenziario di Fuorni. Con amarezza e preoccupazione lancio un appello alla politica e alla società civile rispetto all’acuirsi dello stato di sofferenza delle persone detenute. Servono interventi immediati ed urgenti di prevenzione. Luca rappresenta il 7 suicidio in Campania dall’inizio dell’anno”. Ha commentato nella sua nota, Samuele Ciambriello. “Come si vede anche nel caso di Luca – prosegue il Garante -, ci sono situazioni di vulnerabilità e di fragilità per coloro che entrano nel circuito carcerario, c’è bisogno di figure di ascolto qui ed ora. Il suicidio in carcere rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia penitenziaria e anche per gli altri detenuti”. La salma, conclude Ciambriello, è a disposizione del pm per le indagini sull’accaduto e sulla causa del decesso.Era stato arrestato perché pretendeva denaro dalla madre molto anziana per acquistare stupefacenti.Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli catturato il detenuto evaso dal Cardarelli

    Napoli. Il detenuto di 30 anni  Stefano Minopoli, è stato individuato e bloccato oggi pomeriggio dopo essere riuscito a sfuggire alla sorveglianza dall’ospedale Cardarelli.PUBBLICITA

    L’operazione di cattura è stata condotta dal Nic (Nucleo Investigativo Centrale) della polizia penitenziaria che era sulle sue tracce.

    Punti Chiave ArticoloMinopoli è fuggito nel primo pomeriggio eludendo la sorveglianza della struttura carceraria. L’inseguimento è stato rapido e efficace, grazie all’intervento tempestivo del Nic. Gli agenti sono riusciti a localizzare il detenuto in piazza Mazzini, dove è stato definitivamente bloccato. Dopo la cattura, Minopoli è stato preso in custodia dagli agenti della penitenziaria e sta ora tornando nel carcere di Poggioreale da cui era stato trasferito ieri in ospedale per problemi di salute.
     Dopo la cattura Minopoli è stato trasferito a Poggioreale Il sindacato Uspp ha espresso il suo apprezzamento per l’operato degli agenti, sottolineando la rapidità e l’efficacia con cui sono riusciti a riportare il detenuto alla giustizia.
    “Complimenti ai colleghi,” ha commentato il sindacato Uspp, “che in poche ore sono riusciti ad assicurare il fuggitivo alla giustizia.” La riuscita operazione di cattura rappresenta un importante successo per la polizia penitenziaria, mettendo in evidenza l’efficienza e la reattività del corpo nella gestione delle situazioni di emergenza. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Rissa e incendio nel carcere minorile di Nisida: 4 agenti feriti

    Napoli. Momenti di tensione ieri pomeriggio nell’Istituto penale per minorenni di Nisida. Un detenuto, già protagonista di diverse condotte aggressive, ha appiccato un incendio in una stanza detentiva del reparto osservazione, insieme a un altro detenuto.PUBBLICITA

    Durante l’intervento per domare le fiamme e riportare l’ordine, quattro agenti della Polizia Penitenziaria sono rimasti feriti.

    Punti Chiave ArticoloNon è l’unico episodio di violenza avvenuto nella giornata di ieri: anche al secondo piano terra del carcere si è verificata una situazione critica. I sindacati della Polizia Penitenziaria (SiNAPPe, OSAPP, UIL PA, USPP, FNS CISL e FSA CNPP) esprimono seria preoccupazione per la situazione all’interno del carcere, denunciando la carenza di personale e le precarie condizioni di lavoro.
    La preoccupazione dei sindacati sulla situazione a Nisida “L’incendio e le aggressioni sono l’ennesima conseguenza di una gestione discutibile e del sovraffollamento di Nisida“, dichiarano i sindacati. “Abbiamo più volte sollecitato il trasferimento dei giovani adulti nei carceri per adulti, dove dovrebbero scontare la pena. La loro presenza mina la riabilitazione degli altri detenuti minorenni”.
    Con circa 70 detenuti ospitati, Nisida supera ampiamente la sua capienza. Il personale penitenziario è costretto ad affrontare quotidianamente situazioni difficili, in strutture con carenze strutturali e logistiche. I sindacati chiedono interventi urgenti: “Abbiamo richiesto al Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità di rafforzare gli organici e rivedere le assegnazioni dei detenuti. È inaccettabile che gli agenti vengano messi a rischio ogni giorno”.
    L’episodio di ieri evidenzia ancora una volta la necessità di un cambio di passo nella gestione del carcere minorile di Nisida. La sicurezza del personale e dei detenuti deve essere una priorità assoluta. I quattro agenti feriti sono stati medicati in ospedale e hanno prognosi di lieve entità.L’incendio è stato domato dai vigili del fuoco. Le forze dell’ordine stanno indagando per identificare i responsabili delle aggressioni e dell’incendio. I sindacati concludono con un appello alle istituzioni: “È necessario un intervento serio e concreto per garantire la sicurezza di Nisida. Non possiamo più aspettare che accadano tragedie per agire”. Leggi Anche LEGGI TUTTO