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    ‘Dieci favole antiche’, il nuovo libro di Manlio Santanelli con le illustrazioni degli allievi dell’Ac…

    A Napoli presentazione nuovo libro del drammaturgo Manlio Santanelli.Mercoledì 21 febbraio, alle 16, nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Napoli sarà presentato il volume “Dieci favole antiche” di Manlio Santanelli, edito da Kairós, accompagnato dai disegni degli allievi del corso di illustrazione dell’Accademia.
    Portatori di linguaggi molto diversi fra di loro, questi artisti alle loro prime esperienze editoriali “sono accomunati da una visione già matura, originale e capace di tradurre in immagini le suggestioni della napoletanità, pur se aggiornata in una contemporaneità che non indugia mai in ridondanze di sapore barocco”. “Assumere il teatro verbale e le immaginazioni iperboliche di Basile – scrive Palumbo nella prefazione del libro – significa adottare un’idea letteraria di straordinario vigore”.
    Prenderanno parte all’evento Rosita Marchese e Giuseppe Gaeta, rispettivamente presidente e direttore dell’Accademia, Yvonne Carbonaro, scrittrice, Giovanni Musella, Kairòs Editore, Matteo Palumbo, docente nella Federico II, Daniela Pergreffi ,docente nell’ Accademia, moderati dall’autore stesso.
    Seguiranno letture di Federica Aiello e Maurizio Murano.
    “Queste Dieci favole antiche sono modellate, per la lingua e per le situazioni narrative, sull’autore de Lo Cunto de li Cunti, a partire dal sottotitolo ‘alla maniera di G. B. Basile’ – si sottolinea in una nota – che dichiara una filiazione esplicita. La scelta di uno scrittore e drammaturgo di fama internazionale come Manlio Santanelli di aver voluto affidare le illustrazioni del suo libro a studenti dell’Accademia rappresenta un’appassionata scommessa sul futuro. Protagoniste dei disegni dei giovani illustratori sono le novelle, scritte sulla scia della fantasia barocca di un grande maestro del raccontare come Giambattista Basile, ma vissute con la moderna sensibilità e con quel misto di sferzante ironia e salace sarcasmo tipici di Santanelli”.
    Una modernità richiesta dall’autore anche ai giovani illustratori Marta Fogliano, Enza Galiano, Matteo Mercolino e Francesca Stella, tutti fra i 20 e 25 anni, ancora frequentanti il Corso di Design della Comunicazione e il Biennio Specialistico in Editoria, Illustrazione e Fumetto. LEGGI TUTTO

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    Napoli, la storia del Munaciello: tra mito e realta’

    In un angolo nascosto tra la ricca tappezzeria del folclore italiano, c’è una figura che, nonostante la sua piccola statura, occupa un grande spazio nelle storie popolari di Napoli: il Munaciello. Questo spirito, avvolto in mistero e tradizioni, è una presenza che ha attraversato secoli, diventando un simbolo intramontabile della cultura partenopea.Origine storiche
    Una prima ipotesi vuole l’inizio di tutta la vicenda intorno all’anno 1445 durante il regno Aragonese. La bella Caterinella Frezza , figlia di un ricco mercante di stoffe, si innamoro’ del bel Stefano Mariconda, un garzone.
    Naturalmente l’ amore tra i due era fortemente contrastato dalle famiglie , vista la loro origine diversa tale che un giorno Caterinella , trovo’ Stefano morto e in seguito decise  di rinchiudersi in convento.
    Di quell’ amore rimase  un dolce ricordo , un bambino. Il bimbo nacque con delle defomita’, Le suore  aiutarono almeno in parte, la creatura, cucenndogli dei vestiti simili a  quelli monacali, muniti di cappuccio poiché la vista di quesrto bimbo  deforme disturbava la vista del popolo.
    Gli furono attribuiti anche poteri magici, per cui quando portava il cappuccetto rosso, che la madre gli aveva cucito con un pezzo di lana porpora , era  buon augurio ;quando aveva il cappuccetto nero , allora era cattivo augurio. Ma siccome era raro che portava il cappuccetto rosso il bimbo  era bestemmiato e maledetto.
    Una sera scomparve misteriosamente, anche qui le ipotesi sono contrastanti. C’è chi dice che fu ucciso dalla famglia della madre e che dice che era stato preso dal diavolo. Da allora  inizio’ a diffondersi la leggenda  del ”Munaciello”, che narra di  uno spirito che si addentrasse nei vicoli e nelle case napoletane.  Egli era benevolo e malevolo allo stesso tempo, per questo é rispettato, temuto e amato.
    La leggenda popolare
    La seconda ipotesi vuole che il ”Munaciello”, sia un uomo di piccola statura ,e che sia il gestore di antichi pozzi d’ acqua , in molti casi aveva facile accesso alle case dell’ alta borghesia come in quelle della povera gente passando attraverso i cunicoli che servivano  a calare i secchi.
    Si dice che fosse benevolo con chi pagava bene i suoi servizi . Altrettanto era malevolo, facendo dei dispetti  , infatti gli si attribuivano spostamenti di oggetti o sparizioni di denaro e altro   con chi non lo fosse generoso con lui.
    In conclusione, il Munaciello rimane una figura enigmatica e affascinante della tradizione napoletana. Tra credenze popolari, racconti tramandati e avvistamenti misteriosi, questa entità si colloca in un limbo tra realtà e fantasia, esercitando un’influenza notevole sulla cultura locale. Il Munaciello non è solo un simbolo delle superstizioni e delle leggende di Napoli, ma rappresenta anche un elemento di unione tra le generazioni, un filo che lega il passato al presente attraverso storie e aneddoti. LEGGI TUTTO

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    Frammenti Geniali (Parte II), il tour letterario di NarteA al Rione Luzzatti

    Il Road Book di NarteA dedicato ai celebri bestseller di Elena Ferrante, domenica 28 gennaio torna con una nuova versione ambientata nel Rione Luzzatti, un tempo immensa palude convertita in un quartiere residenziale.L’itinerario è ispirato alla città raccontata nel romanzo, che con la sua rete di vicoli rispecchia l’intrico di sentimenti contrastanti di Elena e Lila. La spiegazione dei luoghi è affidata alla guida Matteo Borriello, ma rimbalza continuamente con il viaggio emotivo e di crescita delle ragazze del rione, veicolato attraverso auricolari in cui sarà possibile ascoltare alcune delle pagine dei libri; il percorso è veicolato anche da una mappa con foto storiche della città. La partenza è prevista dalla fermata Gianturco della Metropolitana (linea 2) alle ore 11.00.
    Per partecipare all’evento è necessaria la prenotazione ai numeri 339 7020849 o 333 3152415; costo del biglietto intero 12 euro, ridotto 8 euro (fino a 15 anni).
    Punto di partenza del tour Frammenti Geniali (parte II) è il Rione, mai nominato nel libro, matrice positiva e negativa, dentro il quale, e lontano dal quale, le vite di due bambine, poi diventate ragazzine e infine donne, si incrociano e si mescolano, in un misto di vicinanza e lontananza, radicamento e sradicamento, alto e basso. Dalla fermata Gianturco della Metropolitana (linea 2), il percorso proseguirà attraverso il celebre tunnel della ferrovia – un confine non solo fisico ma anche emotivo per le due protagoniste – e si dipanerà tra le palazzine del Rione. La biblioteca, la scuola, i giardini pubblici: sono solo alcuni degli spazi attraverso i quali si andrà alla scoperta delle vicende delle due “amiche geniali”.
    Nel corso dell’evento, si potrà conoscere anche la storia della nascita del Rione e il suo sviluppo: sorto nella parte orientale della città di Napoli all’inizio del XX secolo, in un’area ai confini con il Centro direzionale e la Zona Industriale, lungo la ferrovia che porta verso la stazione di Napoli, il quartiere prende il nome da Luigi Luzzatti che diede il via alla costruzione delle case popolari. Gettando uno sguardo al passato che si intreccia col contemporaneo, il pubblico andrà alla scoperta dei ‘colori del rione’, attraverso i murales realizzati nel corso degli ultimi anni dall’artista Gomez, Nient’altro importa, e da Fabio Petani, Metamorfosi.
    Il percorso si configura come un’esperienza immersiva tra i segni di una Napoli moderna e retrò: le parole pronunciate dalla viva voce della guida introducono alla storia di luoghi che sono la metafora più reale di quell’amicizia fatta di attrazione e repulsione, divenuta famosa in tutto il mondo. LEGGI TUTTO

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    Gabriele Camelo , il maestro che valuta gli alunni con dediche motivazionali

    Nel mondo dell’educazione, dove i voti e i numeri spesso dominano il paesaggio valutativo, emerge una storia ispiratrice e rivoluzionaria. È la storia del Maestro Gabriele Camelo, un maestro che ha scelto di percorrere una strada meno battuta, trasformando il modo in cui gli studenti percepiscono il successo e il fallimento.
    Camelo, con una carriera che abbraccia più di due decenni, ha recentemente introdotto un metodo unico di valutazione: scrivere dediche motivazionali sui quaderni degli studenti anziché i classici voti. Questo approccio ha attirato l’attenzione nazionale e internazionale, guadagnandosi l’ammirazione di educatori e psicologi dell’educazione.
    Le sue dediche non sono semplici frasi fatte, ma riflessioni personalizzate che mirano a rafforzare la fiducia in se stessi degli studenti, a celebrare i loro progressi individuali e a incoraggiarli a superare le sfide. Camelo crede fermamente che ogni studente sia unico e che i voti standardizzati non sempre riflettano le vere capacità e il potenziale di un bambino.
    Questa pratica ha avuto un impatto significativo sulla comunità scolastica. Gli studenti si sentono più motivati e impegnati, i genitori apprezzano l’approccio olistico al benessere dei loro figli e i colleghi di Camelo sono ispirati a ripensare i loro metodi di insegnamento.
    L’innovazione educativa di Camelo è più di una semplice novità; è un movimento che sfida le convenzioni e invita a una riflessione più profonda sul significato dell’educazione. Mentre alcuni critici rimangono scettici, sostenendo, che i voti sono essenziali per misurare l’apprendimento oggettivo, altri invece sostengono che l’approccio di Camelo potrebbe essere un passo cruciale verso un sistema educativo più compassionevole e personalizzato.
    Il maestro Camelo continua ad essere una fonte di ispirazione e un catalizzatore per il cambiamento nell’ambito dell’educazione. La sua storia ci ricorda che a volte, per fare la differenza, è necessario osare andare controcorrente e ascoltare il cuore oltre che la mente. In un mondo in rapida evoluzione, insegnanti come Camelo sono essenziali per preparare i giovani non solo ad affrontare il futuro ma a plasmarlo con fiducia, creatività e resilienza. LEGGI TUTTO

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    Al via la programmazione culturale 2024 dell’Instituto Cervantes di Napoli

    La sede partenopea dell’istituzione spagnola impegnata nella diffusione della lingua e della cultura ispanica nel mondo, presenta una serie di iniziative tra musica, arte e letteratura.Si inizia il 24 gennaio alle ore 18 con il concerto dell’Antigona Ensemble per l’inaugurazione della settima edizione del Festival del Barocco Napoletano. Presso la sede dell’istituto diretto da Ana Navarro Ortega, in via Chiatamone 6G, va in scena l’ensemble composto da Emanuela de Rosa (mezzosoprano), Adrianalfonso Pappalardo (flauto traverso), Salvatore Scafarto (chitarra) e Monia Massa (violoncello), che propone un viaggio musicale alla scoperta dei connubi linguistici e stilistici tra la cultura napoletana e quella iberica tra il XVI e il XVII secolo.
    Giovedì 25 gennaio alle 15, invece, è in programma sempre presso la sede dell’Instituto Cervantes, la presentazione del libro edito dalla Biblioteca Nazionale di Spagna, “Malos libros: la censura en la España moderna”.
    Interverranno María José Vega della Universitat Autònoma de Barcelona e Donatella Gagliardi dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale. In quest’opera, di autori vari, si offre al lettore una riflessione sulla censura, sul suo impatto sul patrimonio bibliografico, sulla cultura e sulla storia intellettuale d’Europa. Si ripercorre la storia della censura, dalla compilazione del primo indice dei libri proibiti, promulgato a Parigi nel 1544, alla sua definitiva abolizione come strumento di coercizione e controllo nel 1790, fino all’avvento della libertà di stampa.
    Sabato 27 gennaio alle ore 10 si inaugura a Villa Campolieto a Ercolano (Corso Resina, 283) la mostra dell’artista spagnolo Lluis Lleó, a cura di Maria Savarese, dal titolo “Pittore ad Ercolano”. Questa personale offre uno sguardo esaustivo sulla produzione più recente dell’artista originario di Barcellona e sulla sua maestria nell’uso delle tecniche miste, maturata nei trent’anni trascorsi a New York dove ha fatto propria la tradizione mediterranea dell’affresco romanico. Un dialogo tra radici europee e modernità americana che si sviluppa attraverso 35 opere, tra tele, carte, sculture su pietra e legno. La mostra resterà aperta fino al 10 marzo 2024 e si potrà visitare gratuitamente dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 13.
    Tra le attività programmate per il 2024 dall’Instituto Cervantes spicca il progetto “Artigianato e Design” realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Mercoledì 31 gennaio e giovedì 1 febbraio la designer e artista spagnola Candela Cort terrà un workshop e una conferenza presso la Fondazione Foqus (Via Portacarrese a Montecalvario, 69). Interverranno, tra gli altri, Giuseppe Gaeta (direttore Accademia Belle Arti), Ana Navarro Ortega (direttrice Instituto Cervantes), Enrica D’Aguanno (coordinatrice della Scuola di Progettazione Artistica per l’Impresa) e Maddalena Marciano (coordinatrice del Corso di Fashion Design e docente di design dell’accessorio). Candela Cort ha collaborato con importanti artisti come Eduardo Arroyo e ha portato il suo lavoro nel mondo dell’opera, con le sue creazioni per “O Corvo Branco” per la regia di Bob Wilson, musica di Philip Glass. Le sue creazioni sono state esposte al Museo del Traje, al Reina Sofía e al Museo Balenciaga.
    Venerdì 2 febbraio l’Instituto Cervantes ospita alle ore 16,45 “Le nuove frontiere della narrativa spagnola”, incontro con Cristina Morales. La scrittrice originaria di Granada inaugura la XIII edizione del corso di traduzione letteraria per l’editoria, in dialogo con gli ispanisti Marco Ottaiano e Augusto Guarino (Università L’Orientale). Durante l’incontro, la scrittrice parlerà del suo rapporto con il testo, della diffusione della sua opera all’estero, del rapporto con i suoi traduttori e infine della censura nel mondo dell’editoria nelle sue molteplici forme. Autrice dei romanzi Lectura fácil (Premio Nacional de Narrativa 2019 e Premio Herralde de Novela 2018), Terroristas modernos, Introducción a Teresa de Jesús e Los combatientes, Cristina Morales ha lavorato come drammaturga per Sol Picó, Sara Molina e per il Teatro Nacional de Cataluña. Inoltre è membro della compagnia di danza contemporanea Iniciativa Sexual Femenina e produttrice del gruppo punk At-Asko.
    Particolarmente ricca anche l’offerta formativa proposta dall’Instituto Cervantes, che comprende diversi corsi di lingua spagnola per tutti i livelli, dai principianti a quelli più avanzati, realizzabili sia in presenza che online. Sono previsti anche percorsi dedicati ai bambini e agli adolescenti, mentre alle scuole l’istituto offre corsi e laboratori adattati alle specifiche esigenze degli studenti, oltre che di preparazione alla certificazione DELE.
    Insieme ai consueti corsi di letteratura spagnola e ispano-americana e a quelli di conversazione sull’attualità del mondo ispanico, sono in programma anche il corso speciale “Acquolina in bocca!” – un viaggio gastronomico attraverso la Spagna – e il laboratorio pratico di danza “Sevillanas”.
    Fedele alla missione di creare ponti tra la cultura ispanica e quella locale, l’Instituto Cervantes di Napoli offre, inoltre, un corso sull’impronta spagnola nella società partenopea, con lezioni che si terranno in italiano e in napoletano.
    Per maggiori informazioni e dettagli è possibile consultare l’offerta formativa sul sito https://napoles.cervantes.es.
    L’Instituto Cervantes è l’istituzione creata dallo Stato spagnolo nel 1991 con l’obiettivo di promuovere l’insegnamento della lingua spagnola, diffondere la cultura spagnola e ispanoamericana e partecipare allo sviluppo degli scambi culturali in tutto il mondo. Ha sede a Madrid ed a Alcalá de Henares, città natale dello scrittore Miguel de Cervantes. Presente in 86 città di 45 paesi del mondo, ha 4 sedi in Italia: Roma, Milano, Palermo oltre a Napoli. LEGGI TUTTO

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    La storia di San Sebastiano: un soldato romano che divenne un martire Cristiano

    San Sebastiano è una figura emblematica nella storia del cristianesimo, noto non solo per il suo martirio ma anche per il modo in cui la sua storia ha ispirato fede e arte attraverso i secoli. Ma chi era esattamente San Sebastiano e come è diventato uno dei santi più venerati della Chiesa Cattolica? Esploriamo la sua incredibile storia.
    San Sebastiano nacque a Narbonne, in Francia, intorno al 256 d.C. e crebbe a Milano. La sua giovinezza è avvolta nel mistero, ma si sa che entrò nell’esercito romano, salendo rapidamente di grado grazie alla sua abilità e al suo coraggio. Curiosamente, nonostante servisse un impero che perseguitava i cristiani, Sebastiano era segretamente un cristiano devoto.
    Egli condusse una doppia vita: da un lato, un soldato leale all’imperatore Diocleziano; dall’altro, un cristiano che usava la sua posizione per aiutare i fedeli perseguitati. Salvò molte vite cristiane, incoraggiando e confortando molti prigionieri.
    La sua doppia vita però fu la sua condanna. Venne scoperto e denunciato all’imperatore, che si sentì tradito. Diocleziano ordinò che Sebastiano fosse legato ad un palo e giustiziato con un plotone di arcieri. La leggenda racconta che il suo corpo fu trafitto da numerose frecce, lasciandolo apparentemente morto.
    Incredibilmente,fu trovato e curato da una vedova cristiana. Invece di fuggire o nascondersi, scelse di affrontare Diocleziano, condannando le sue azioni contro i cristiani. Questa volta, l’imperatore ordinò la sua morte per bastonatura, un martirio che Sebastiano subì, morendo questa volta da eroe della fede.
    Dopo la sua morte, il culto di San Sebastiano si diffuse rapidamente. È venerato come protettore contro la peste e le malattie, forse a causa delle sue frecce che richiamano simbolicamente i dardi della malattia. La sua immagine, spesso raffigurata con il corpo trafitto da frecce, è diventata iconica nell’arte cristiana.
    La storia di San Sebastiano ci ricorda il coraggio di stare fermi nelle proprie convinzioni di fronte alle avversità. La sua vita, il suo segreto e il suo supremo sacrificio continuano ad ispirare e a offrire speranza a chi cerca la libertà di fede in un mondo pieno di sfide. Sebastiano non è solo un martire; è un simbolo di resilienza, fede e forza interiore. LEGGI TUTTO

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    A Palazzo Serra di Cassano visita teatralizzata dedicata a Domenico Cirillo

    Dopo il successo dell’apertura di stagione, sabato 20 gennaio ore 18.00 (con secondo turno alle ore 19.30), NarteA torna a Palazzo Serra di Cassano con la visita teatralizzata Domenico Cirillo – Il pensiero rivoluzionario, andando alla scoperta di uno dei personaggi più controversi della rivoluzione napoletana del 1799: Domenico Cirillo, medico e botanico, che nonostante il ruolo da filantropo ricoperto nella Repubblica partenopea fu condotto a morte in piazza Mercato il 29 ottobre 1799.Testi e regia sono di Febo Quercia, in scena, Mario Di Fonzo, Mariachiara Falcone, Pietro Juliano, Alessio Sica.
    Per partecipare è necessaria la prenotazione ai numeri 339.7020849 – 333.3152415. Costo del biglietto: 20 euro.
    La visita guidata attraverserà gli spazi di palazzo Serra di Cassano, luogo di incontro di intellettuali, allora come oggi, grazie alla presenza dell’Istituto Italiano degli studi Filosofici, fondato nel 1975, e situato nelle eleganti sale del palazzo a partire dagli anni Ottanta. Acquistato dalla famiglia Serra di Cassano alla fine del XVII secolo, il palazzo ha subito numerosi interventi, come l’inserimento del celebre scalone realizzato su progetto dell’architetto Ferdinando Sanfelice all’inizio del XVIII secolo. L’appartamento storico custodisce ancora oggi affreschi realizzati da Giuseppe e Gioacchino Magri; nella grande sala d’ingresso, si trovano le storie di Scipione l’Africano dipinte da Giacinto Diano; in quella dei Capitoli, le finte architetture di Giovan Battista Natali.
    L’edificio è collocato fra due vie parallele, poste su piani diversi, via Monte di Dio e via Egiziaca, su quest’ultima un tempo era l’ingresso principale, chiuso dal 20 agosto 1799, quando il giovane duca Gennaro Serra, parte attiva alla rivoluzione poi rovesciata dalla monarchia borbonica, venne prelevato dal Palazzo dalla polizia di Ferdinando IV. Come lui tanti intellettuali dell’epoca, tra i quali spicca il nome di Domenico Cirillo.
    Nei saloni dello storico palazzo, dove riecheggia ancora il dolore della famiglia Serra di Cassano, andrà in scena la storia scritta da Febo Quercia. Domenico Cirillo, l’ammiraglio Nelson, la celebre Emma Hamilton e altre “voci della storia”, porteranno i visitatori alla scoperta delle fasi della così detta “Rivoluzione effimera” e di come il medico del re si trovò, suo malgrado, coinvolto nella sanguinosa vendetta che i Borbone esercitarono sui rivoluzionari. Una inascoltata supplica, passata tra le mani di Lady Hamilton, è alla base delle diverse interpretazioni sugli ultimi momenti della vita di Cirillo, analizzati nel corso degli anni da storici come Benedetto Croce che, come molti, cercò di gettare una luce inedita su una figura complessa come quella di Cirillo. LEGGI TUTTO

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    Napoli, Schmidt a Capodimonte: ‘Onorato, ho tanti progetti’

    “Molto lieto” e “onorato”, ha detto Eike Schmidt, appena giunto a Capodimonte, a Napoli, dove oggi ha preso servizio come direttore del Museo e del Real Bosco.
    “Arrivando – ha proseguito – mi sono girato ad ammirare il golfo di Napoli, e anche nell’atmosfera piovosa di oggi, mi si è allargato il cuore come sempre quando vengo in questa città meravigliosa. Non vedo l’ora di iniziare il lavoro, ho già molte idee, oltre a continuare i progetti messi in campo da Sylvain Bellenger”. LEGGI TUTTO

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    I delegati delle residenze reali europee a Palazzo Reale di Napoli

    L’11 e 12 gennaio delegati provenienti da sette Paesi europei si confronteranno sul tema della compresenza di diverse funzioni all’interno delle antiche dimore reali.A Napoli il caso di Palazzo Reale con la Biblioteca Nazionale
    Da Versailles a Schönbrunn, dal Quirinale al Principato di Monaco, le residenze reali europee associate (ARRE) si incontreranno al Palazzo Reale di Napoli l’11 e 12 gennaio per confrontarsi sul tema della coesistenza di diversi istituti all’interno delle regge che rappresentano una larga parte della storia del nostro continente.
    Sono sette i paesi europei rappresentati (Austria, Germania, Francia, Ungheria, Monaco, Polonia e Italia) che parteciperanno al meeting, nel quale verranno discusse varie problematiche e soluzioni relative alla gestione, tutela e valorizzazione dei palazzi che ospitano, a secondo dei casi, rami del parlamento o di organi di governo locale, residenze dei capi di Stato o istituti con esigenze differenti da quelle museali.
    Parteciperanno i delegati delle Regge di Versailles e di Schönbrunn , il castello della principessa Sissi a Vienna, dei Castelli di Sassonia, del Palazzo del Principato di Monaco e della residenza – ora museo – dell’ultimo re di Polonia, Stanislao II Augusto, a Varsavia.
    Per l’Italia saranno rappresentati il Palazzo Reale di Milano, il Quirinale, la Reggia di Colorno (recentemente entrata a far parte dell’associazione), la Reggia di Caserta e, naturalmente, il Palazzo Reale di Napoli.
    Le delegazioni saranno accolte dal direttore Mario Epifani che aprirà i lavori, seguito dagli interventi dell’architetto Almerinda Padricelli, dell’architetto Stefano Gei e della storica dell’arte Antonella Delli Paoli. Le relazioni tratteranno della coesistenza di vari istituiti all’interno del Palazzo Reale, con particolare riferimento alla Biblioteca Nazionale, dove i rappresentanti di ARRE saranno condotti in visita riaprendo eccezionalmente per l’occasione la porta che separa l’Appartamento di Etichetta, oggi museo, dai saloni ora destinati a sede della Biblioteca qui trasferita nel 1927.
    Al termine dei lavori i delegati visiteranno la Reggia di Portici, altra residenza borbonica che cambiò destinazione diventando sede della Facoltà di Agraria dell’Università Federico II.
    L’Associazione delle Residenze Reali Europee (ARRE) è un’organizzazione internazionale che raggruppa alcuni tra i più importanti palazzi, castelli, regge e in generale residenze reali che si trovano in Europa, raccogliendo oltre 100 palazzi in 14 Paesi dell’Unione. Lo scopo dell’associazione, nata nel 1995 e organizzata in modo più strutturato e ampio dal 2001, è di preservare e valorizzare il patrimonio artistico e culturale delle residenze-museo europee, organizzando attività di formazione, promozione e collaborazioni con altri enti. LEGGI TUTTO

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    I capolavori di Capodimonte in mostra alla Venaria Reale

    La Venaria Reale si appresta a vivere il 2024 all’insegna di grandi mostre secondo un programma che già si preannuncia imperdibile. Tra gli eventi espositivi principali si può annunciare per fine marzo la grande mostra alle Sale delle Arti Napoli a Torino.
    La Venaria Reale invita il Museo di Capodimonte (titolo provvisorio) sui capolavori delle collezioni artistiche di Capodimonte. Oltre sessanta meravigliose opere e stupefacenti dipinti provenienti dalle maestose collezioni Farnese e Borbone che annoverano autentici Maestri come Caravaggio, Tiziano, Masaccio e Parmigianino per citarne alcuni.
    La mostra è resa possibile grazie all’intervento del Ministero della Cultura in collaborazione con il Museo e Real Bosco di Capodimonte in virtù di un rapporto eccezionale ed esclusivo tra prestigiosi enti culturali di valenza internazionale. A seguire, per fine aprile si terrà Glassstress: grandi artisti e designer contemporanei italiani ed internazionali in dialogo con i maestri vetrai di Murano lungo il percorso di visita della Reggia, in collaborazione con la Fondazione Berengo nell’ambito della Biennale Arte di Venezia.
    Nei Giardini della Reggia a maggio è previsto il Festival Green Art. Le forme della natura nelle forme di un giardino con opere di dieci artisti internazionali capaci di far apprezzare e risaltare il rapporto tra arte contemporanea e magnificenza del giardino. A fine ottobre è in programma alle Sale delle Arti la mostra su William Blake, in collaborazione con la Tate di Londra, che chiuderà degnamente la trilogia dedicata alla celebre produzione artistica romantica inglese iniziata con le esposizioni su Constable e Turner.
    Infine il Consorzio sta attuando i dovuti passi per prevedere per il prossimo autunno la mostra Tolkien. Uomo, Professore, Autore. Oltre al consueto palinsesto culturale della Reggia, fra gli eventi istituzionali più eclatanti che saranno ospitati nel corso dell’anno si devono senz’altro menzionare ancora il summit del G7 dedicato ai temi della Natura e dell’Ambiente, previsto ad aprile, e la spettacolare partenza del Giro d’Italia che avverrà dalla Reggia il 4 maggio.
    La Venaria Reale resterà aperta anche il mese di febbraio presentando una divertente novità: gli eventi di Scherzo previsti dal 10 al 13 febbraio in coproduzione con la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani di Torino. LEGGI TUTTO

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    ‘Res cogitans – Blaise Pascal: un genio multiforme’, si conclude il festival itinerante fra arte, filosofia e scienza

    Dopo sette incontri dislocati sulle province di Benevento e Salerno giunge al termine l’evento culturale organizzato dall’Associazione Culturale “L’Alveare” ETS: Res Cogitans – dialogo tra Arte, Filosofia e Scienza.Infatti, il prossimo 28 dicembre ore 16 presso il Centro Sociale Culturale Fioravante Serraino di Aquara si terrà l’ottavo e ultimo incontro del percorso che ha visto come filo conduttore il pensatore francese Blaise Pascal – filosofo, fisico, informatico ante litteram, ingegnere, matematico e teologo – di cui sono ricorsi i 400 anni dalla nascita.
    Il percorso è iniziato l’11 ottobre scorso presso il teatro modernissimo di Telese Terme (BN) per poi proseguire, alternandosi tra le due province, fino a giungere ad Aquara.
    Le altre tappe sono state il palazzo della provincia a Salerno (17 ottobre), il teatro comunale Vittorio Emmanuele a Benevento (26 ottobre), la Certosa di San Lorenzo a Padula (14 novembre), il Palazzo De Tommasi Bozzi a Pietrelcina (29 novembre), il complesso S. Agostino dell’Università degli Studi del Sannio (6 dicembre) e l’ex tabacchificio SAIM a Capaccio Paestum (12 dicembre).
    L’iniziativa è stata patrocinata dalle due province, dai sette comuni raggiunti, la Regione Campania e l’Università degli Studi del Sannio. L’evento è stato inserito nell’elenco regionale delle attività culturali per l’anno 2023 ai sensi dell’articolo 11 della Legge regionale 7/2003.
    L’intero percorso, validato dalla piattaforma S.O.F.I.A, è valso come aggiornamento dei docenti della scuola secondaria di II grado grazie ad un protocollo d’intesa con il liceo scientifico Rummo di Benevento.
    L’evento ha visto il coinvolgimento dell’Istituto di Istruzione Superiore Telesi@ di Telese Terme, dell’Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore Corbino di Contursi Terme, del Liceo Scientifico Pisacane di Padula, del Liceo Statale Alfano I di Salerno e del Liceo Scientifico Rummo di Benevento.
    Si ringrazia partner Casalini libri S.p.a., @Cult S.r.l. e Banca di Credito Cooperativo di Capaccio Paestum Serino per il sostegno. Un ringraziamento particolare va anche a Grafiche Capozzoli per la disponibilità e la vicinanza al progetto culturale.
    Gli incontri, seguiti in media da circa 280 spettatori tra le modalità in presenza e da remoto, hanno visto il succedersi di ben 18 relatori tra docenti universitari e di scuola superiore, ricercatori e dottorandi, studenti e studiosi.
    In primavera vi sarà la pubblicazione degli atti dell’edizione 2023 di Res Cogitans che saranno curati da FedOA – Federico II University Press.
    Per rivedere gli incontri e le presentazioni dei relatori visitare il sito http://www.acalveare.it oppure il canale YouTube @acalveare. LEGGI TUTTO

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    GIRO GIRO NAPOLI. La città raccontata ai bambini, 4 itinerari d’arte dedicati ai più piccoli

    L’edizione 2023 di Natale a Napoli, manifestazione promossa dal Comune di Napoli, parla ai più piccoli con il progetto “GIRO GIRO NAPOLI.La città raccontata ai bambini”, realizzato dall’amministrazione comunale e curato da Le Nuvole. Un ciclo di itinerari a tema a misura di bambino che si svolgerà tra il 26 dicembre e il 5 gennaio, accompagnando i giovani partecipanti (età consigliata 6-12 anni) alla scoperta di alcuni siti d’arte della città.
    “GIRO GIRO NAPOLI completa la proposta culturale formulata dall’Amministrazione comunale per le festività natalizie, portando al centro i bambini. Un’occasione per coinvolgerli nella vita della città e avvicinarli al mondo dell’arte, perché i piccoli visitatori di oggi, saranno i fruitori e i promotori della cultura di domani” afferma Sergio Locoratolo, coordinatore delle politiche culturali del Comune di Napoli.
    Sono quattro i luoghi simbolo di Napoli individuati per questi itinerari in compagnia di storici dell’arte, in programma il 26, 27, 29 e 30 dicembre e dal 2 al 5 gennaio, con un doppio appuntamento alle ore 10.30 e alle ore 12.00.
    Si parte con Castel Nuovo (26 dicembre e 5 gennaio), che nel ‘300 prende il suo nome per distinguerlo dai castelli già esistenti in città. I partecipanti avranno modo di esplorare la funzione e la complessità che caratterizzano questo genere di edificio: una fortezza chiusa e difensiva con una struttura interna tale da consentire una vita agiata pur non avendo nessun contatto con l’esterno delle mura protettive. Dopo aver attraversato l’Arco di trionfo di Alfonso (il Magnanimo), il cortile interno si apre su una serie di ambienti la cui funzione è facilmente intuibile: la Sala dei Baroni, ancora oggi adibita a sede delle riunioni del Consiglio Comunale, la Cappella Palatina, che oggi ospita una parte del Museo Civico, e la Cappella del Purgatorio accanto alla quale si apre lo scalone che conduce alla loggia. Protagonisti del racconto saranno gli intrighi di potere e i costumi di quotidiana vita nobiliare.
    Credenze popolari e storia si intersecano nella visita al Museo Filangieri (27 dicembre e 2 gennaio) che per la natura stessa dell’edificio sarà “itinerante”. Il museo infatti sorge a Palazzo Como, popolarmente noto in passato come il “Palazzo che cammina” poiché, per consentire la rettifica dell’attuale via Duomo, l’antica facciata nel 1880 fu spostata di circa venti metri. Fu allora che Filangieri, membro della commissione municipale per la conservazione dei monumenti, propose di donare al Comune le sue collezioni e di allocarle qui. Un’occasione per lasciarsi narrare storie da busti, dipinti e testi antichi, proprio come ospiti privilegiati del Principe Gaetano!
    La nota espressione nomen omen accompagnerà il racconto dell’itinerario alla Real Casa Santa dell’Annunziata (29 dicembre e 4 gennaio) dove sorge la “Ruota degli esposti”, una bussola girevole in legno divisa in due parti, una rivolta verso l’esterno e l’altra verso l’interno. Situata lungo le mura della Real Casa e costruita per ruotare lungo un’apertura presente sul muro stesso, rappresentava un luogo discreto e sicuro cui affidare i neonati che i genitori non avevano la possibilità di tenere con sé.
    Il quarto sito interessato dagli itinerari è il Complesso monumentale di San Domenico Maggiore (30 dicembre e 3 gennaio) – un percorso fra simbologia e arte sacra. I bambini saranno invitati ad allenare lo sguardo alla ricerca dei tanti dettagli – una maiolica o un intarsio – che rendono questo luogo la Casa maggiore dell’Ordine dei Predicatori nel Regno di Napoli. Dal pavimento al soffitto fino alle cancellate delle cappelle e al pulpito, la Chiesa è una delle più ricche di opere d’arte della città e si apre sull’omonima piazza da una prospettiva originale: quella dell’abside.
    “Le Nuvole da sempre è impegnata nello sperimentare formule e linguaggi in grado di stabilire un contatto con le nuove generazioni, tenerne l’attenzione e – allo stesso tempo – assicurarsi di aver trasmesso un contenuto corretto dal punto di vista storico artistico senza tralasciare un linguaggio terminologicamente adeguato sebbene proporzionato alle competenze di base dei fruitori soprattutto se bambini e ragazzi” – dichiara Federica Cardosi, referente progetti arte e archeologia de Le Nuvole – “Per questo Natale saremo in GIRO GIRO a NAPOLI, tra chiese, piazze e strade, per raccontare i luoghi simbolo della città partenopea e al tempo stesso emozionare, incuriosire, coinvolgere grandi e piccini”.
    La durata degli itinerari è di 45 minuti. La partecipazione è gratuita, sia per i piccoli partecipanti che per gli adulti accompagnatori.
    Posti limitati su prenotazione a arte@lenuvole.com LEGGI TUTTO