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    Torre del Greco anziano travolto e ucciso mentre attraversa: donna denunciata per omicidio stradale

    Torre del Greco. Tragedia questa mattina a Torre del Greco, dove un uomo di 76 anni ha perso la vita dopo essere stato investito da un’auto mentre attraversava la strada.PUBBLICITA

    L’incidente è avvenuto poco prima delle 8:00 in via Alcide de Gasperi, nei pressi della rotatoria “La Salle”.

    L’anziano, originario del posto, stava attraversando la strada quando è stato travolto da una Chevrolet Spark condotta da una donna di 30 anni, residente a Torre del Greco.
    Sul posto sono immediatamente intervenuti i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Torre del Greco e i soccorritori del 118. L’uomo è stato trasportato d’urgenza all’ospedale “del Mare” di Napoli, dove è purtroppo deceduto poco dopo a causa di un arresto cardiocircolatorio.

    La conducente dell’auto è stata sottoposta a tutti i test del caso, risultando negativa all’assunzione di alcool e droga.

    Tuttavia, è stata comunque denunciata dai carabinieri per omicidio stradale.
    Le indagini sono in corso per accertare l’esatta dinamica dell’incidente e per stabilire eventuali responsabilità. La salma dell’anziano è stata sequestrata a disposizione dell’autorità giudiziaria.

    L’ennesimo drammatico episodio morti della strada raccontate nelle cronache di Napoli e provincia nelle ultime settimane  colpisce ora anche la comunità di Torre del Greco, dove ancora una volta la strada si macchia di sangue. LEGGI TUTTO

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    Giugliano, uomo di 79 anni ritrovato con il cranio fracassato a Lago Patria

    Giugliano. E’ avvolto dal mistero il ritrovamento del corpo senza vita di un uomo di 79 anni avvenuto questa stanotte a Lago Patria, frazione di Giugliano in Campania.PUBBLICITA

    Il corpo presentava una ferita al capo. Il ritrovamento è avvenuto in via Staffetta, nel vialetto di un parco. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Giugliano, che hanno avviato le indagini.

    Il medico legale insieme con il magistrato di turno della Procura di Napoli Nord presenti sul posto hanno effettuato una prima ispezione. Si sta cercando di stabilire le esatte cause della morte.
    L’ipotesi è che sia stato ucciso con un colpo alla testa sferrato da distanza ravvicinata. Non è escluso che si tratti di una rpina finita male

    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Il boss Salvatore D’Amico aveva un arsenale per scatenare la guerra a Roma

    Il boss Salvatore D’Amico ‘o pirata disponeva di un arsenale, custodito dal  produttore cinematografico, Daniele Muscariello, e con il quale era pronto a scatenare una guerra per prendersi il controllo delle attività illecite a Roma.PUBBLICITA

    E’ quanto emerge dalla lettura delle 400 pagine dell’ordinanza cautelare, firmata dal gip di Roma, Emanuela Attura e che due settimane fa ha portato in carcere 16 persone con 57 indagati.

    L’eponente di spicco del clan Mazzarella di napoli, insieme con il figlio Umbero aveva stretto rapporti con Antonio Nicoletti, figlio di uno dei fondatori della Banda della Magliana e con Vincenzo Senese, figlio del boss di camorra da anni padrone incontrastato su Roma, Michele detto ‘o pazzo.
    Del resto lo stesso nipote Umberto Luongo, diventato collaboratore di giustizia, ha raccontato ai pm della Dda di Roma, che o’ pirata mirava a diventare il nuovo boss di Roma e per questo si serviva di un personaggio senza scrupoli come il produttore cinematografico Daniele Muscariello personaggio chiave dell’inchiesta.

    Condannato per riciclaggio dal tribunale di Roma a 9 anni di carcere e raggiunto da un’altra misura cautelare in carcere per riciclaggio con metodo mafioso era l’uomo di fiducia sulla capitale clan camorristico dei D’Amico.

    Si legge nell’ordinanza a proposito di Daniele Muscariello “è l’organizzatore della politica economico-criminale dell’associazione, in quanto individua e recluta gli imprenditori da coinvolgere nel sistema di riciclaggio e mantiene rapporti con esponenti del mondo delle istituzioni in senso lato ed appartenenti alle forze dell’ordine (si richiamano i rapporti con il Tremiterra ed il pranzo con alti graduati delle Forze dell’ordine).
    Ha favorito l’ingresso nel sodalizio di Salvatore D’Amico, inteso o’ pirata, accrescendo la forza economica e militare della consorteria. Partecipa a numerosi incontri con i vertici del sodalizio, per affrontare le criticità emerse all’interno della centrale di riciclaggio dopo l’arresto del Salsiccia il 6.giugno 2018.

    Gestisce per conto dell’organizzazione ingenti capitali illeciti provenienti in particolare dal clan D’Amico/Mazzarella, necessari per alimentare la centrale di riciclaggio.
    Insieme al Salsiccia è responsabile di un arsenale di armi custodito nel territorio romano, armi messe a disposizione da Salvatore D’Amico, inteso o’ Pirata, per garantire al sodalizio una efficace ed immediata azione di fuoco qualora necessaria.
    Allo scopo di tutelare gli interessi del sodalizio, pianifica con Salvatore Ventura un attentato nei confronti di Salvatore Pezzella e Stefano De Angelis, colpevoli di non corrispondere al sodalizio i guadagni della attività di riciclaggio gestite sulla capitale con il Coppola, evento non verificatosi a seguito del decesso improvviso del Ventura (28.09.2018).
    Insieme al Lombardi, ad Antonio Nicoletti ed al Salsiccia, mette a disposizione del sodale Salvatore D’Amico una vettura Mercedes da utilizzare per le trasferte nella Capitale, sulla quale viaggiava con documenti falsi. Si occupa del mantenimento dei sodali detenuti, in particolare del Salsiccia”.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Bacoli incendio distrugge concessionaria: 5 auto e 1 moto distrutte, 4 danneggiate

    Bacoli. Notte di fuoco a Bacoli, dove un incendio di vaste proporzioni ha colpito una concessionaria di auto in viale Olimpico.PUBBLICITA

    Le fiamme, divampate intorno alle ore 3:00, hanno divorato 5 auto e una moto, mentre altri 4 veicoli hanno subito danni ingenti.

    Punti Chiave ArticoloSul posto sono prontamente intervenuti i Vigili del Fuoco, che hanno domato l’incendio dopo un’estenuante lotta contro le fiamme. Le cause del rogo sono ancora in fase di accertamento da parte dei Carabinieri della compagnia di Pozzuoli, intervenuti per le indagini del caso.
    Ancora da quantificare i danni economici del rogo, che ha distrutto completamente alcuni dei veicoli esposti in vendita.
    Il titolare della concessionaria sentito a sommarie informazioni ha riferito di non avere ricevuto mai minacce ne richieste estorsive e di non saper spiegare i motivi dell’attentato.  Ascoltato il titolare della concessionaria L’incendio ha destato notevole apprensione tra i residenti della zona, anche a causa delle dense colonne di fumo che si sono alzate in cielo.
    Fortunatamente, non si registrano feriti o intossicati. I Carabinieri stanno lavorando per ricostruire la dinamica dell’accaduto e per stabilire l’origine del rogo, che al momento non esclude nessuna pista, tra cui quella del dolo. Le forze dell’ordine stanno acquisendo le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona per cercare di individuare eventuali responsabili del rogo. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Casoria, bancarotta fraudolenta: assolto l’imprenditore dei fiori

    Casoria. P.P., uno dei più noti grossisti di fiori del Mezzogiorno, è stato assolto con formula piena dal tribunale di Casoria dall’accusa di bancarotta fraudolenta.PUBBLICITA

    L’imprenditore, al centro di una complessa vicenda giudiziaria dopo il fallimento della sua azienda, era stato accusato di aver emesso assegni scoperti per evitare di saldare i debiti.

    Punti Chiave ArticoloLe accuse e l’indagine La vicenda era esplosa oltre un anno fa, quando i creditori della società di P.P. avevano sollevato dubbi sulla gestione finanziaria. Il fallimento improvviso dell’azienda, un punto di riferimento nel settore florovivaistico del Sud Italia, aveva lasciato numerosi fornitori senza pagamento. L’accusa sosteneva che l’imprenditore avesse emesso assegni scoperti pur sapendo di non avere i fondi sufficienti, con l’intento di ritardare i pagamenti e aggravare la situazione di insolvenza.
    Il processo e la difesa Il caso ha avuto grande eco mediatica, sia per la notorietà di P.P. nel settore, sia per le implicazioni legali per altre aziende in difficoltà. Il processo ha visto l’impegno dell’avvocato difensore Domenico Iodice, il quale ha sostenuto che il fallimento fosse dovuto a una serie di eventi avversi, tra cui la crisi economica che aveva colpito duramente il settore florovivaistico.
    Iodice ha presentato prove dettagliate a sostegno della sua tesi, dimostrando che P.P. aveva tentato in ogni modo di mantenere la liquidità aziendale, ricorrendo agli assegni postdatati come ultimo tentativo di guadagnare tempo per trovare una soluzione. L’assoluzione e la sentenza Un elemento chiave della difesa è stata la dimostrazione che l’imprenditore non avesse agito con dolo, ossia con l’intento di frodare i creditori. Il giudice, accogliendo la tesi difensiva, ha assolto P.P. con formula piena.
    La sentenza ha riconosciuto che, sebbene vi fossero stati errori nella gestione aziendale, non vi erano prove di intenti fraudolenti. Il giudice ha sottolineato che, pur considerando l’emissione di assegni scoperti un atto grave, nel caso specifico mancava la volontà di ingannare. Significato e implicazioni Il caso di P.P. evidenzia la complessità delle vicende legate ai fallimenti aziendali e ribadisce l’importanza di un sistema giudiziario equo e imparziale. L’assoluzione dell’imprenditore rappresenta non solo una vittoria personale, ma anche un monito a distinguere tra errori gestionali e veri e propri reati di frode. Con la reputazione finalmente riabilitata, P.P. può guardare al futuro con rinnovata speranza e determinazione. Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Marta lasciata morire nel dirupo dal fidanzato russo che diceva “ucraini di merda che devono morire”

    Ischia. Dietro la morte Marta Maria Ohryzko, una donna ucraina di 33 anni, c’è qualcosa di un più di un femminicidio, dei maltrattamenti e dell’abbandono.PUBBLICITA

    C’è l’odio di un russo nei confronti della sua compagna ucraina. Gli effetti del conflitto in corso da due anni circa sono anche questi, purtroppo.

    Punti Chiave ArticoloMarta è stata trovata morta domenica mattina a Barano d’Ischia. Secondo le indagini condotte dai Carabinieri e coordinate dalla Procura di Napoli, il compagno, il 41enne russo Ilia Batrakov, è stato arrestato per maltrattamenti. Marta Maria, vittima di continue violenze e minacce, era stata aggredita, colpita con pugni e schiaffi, e isolata dai suoi familiari perché ucraini, che lui odiava.
    Marta vittima di continue violenze In un caso, a detta della sorella della donna deceduta, li ha ingiuriati definendoli “ucraini di merda che devono morire”. In diversi casi la donna ha dovuto fare ricorso alle cure nel pronto soccorso dell’ospedale di Lacco Ameno.
    Tra gli episodi di violenza, Batrakov l’aveva fatta cadere in un fuoco acceso, causandole ustioni di secondo grado. Dopo l’ennesimo litigio, Marta Maria era uscita di casa sabato pomeriggio e, inciampando, era caduta in un dirupo. Ferita e impossibilitata a muoversi, aveva chiesto aiuto al compagno tramite chiamate e messaggi WhatsApp, che però sono stati ignorati. Ignorati i suoi messaggi di aiuto inviati via WhatsApp Il compagno ha affermato di averla trovata nella vegetazione durante la notte, ma di averla lasciata lì, dicendole che avrebbe dovuto passarci la notte. Marta Maria è morta dopo una lunga agonia, e Batrakov ha poi chiamato i Carabinieri la mattina seguente, quando ha trovato il corpo senza vita.
    Le indagini hanno rivelato anni di abusi e minacce, con testimonianze che descrivono un clima di terribili vessazioni. Marta Maria, fragile a causa di problemi psichiatrici, non riusciva a sottrarsi alla violenza. Il fermo di Batrakov è stato convalidato e l’uomo ora si trova in carcere, in attesa dell’udienza prevista per oggi. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Ischia sanzionati 20 tassisti per mancata esposizione del tariffario

    Ischia.Con l’arrivo dell’estate, la Guardia di Finanza di Ischia ha intensificato i controlli per garantire il rispetto delle norme e tutelare cittadini e turisti.PUBBLICITA

    In particolare, sono state accertate 20 violazioni relative alla mancata esposizione del tariffario da parte dei tassisti sull’isola.

    Punti Chiave ArticoloI trasgressori, non permettendo ai clienti di conoscere preventivamente i costi del servizio, rischiavano di ottenere un guadagno maggiore rispetto alle tariffe stabilite. Prezzi gonfiati per turisti ignari Le Fiamme Gialle hanno rilevato casi di tariffe applicate in modo arbitrario, con prezzi che oscillavano tra i 50 e i 100 euro per tragitti che, secondo i regolamenti comunali, avrebbero dovuto costare tra i 15 e i 45 euro.
    Tra gli esempi, un tassista a Serrara Fontana ha richiesto 75 euro a due passeggeri per una corsa che valeva 35 euro, e il suo taxi era anche sprovvisto di revisione.
    Sanzioni e sospensioni della licenza Per la mancata esposizione del tariffario, le sanzioni ammontano a un minimo di 86 e un massimo di 338 euro. Inoltre, il Comune può sospendere la licenza ai tassisti che reiterano la violazione (più di 5 volte). Già 10 sanzionati a giugno. Già nel mese precedente, 10 tassisti erano stati sanzionati per la stessa violazione.
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    Napoli, al Borgo Marinari sequestrato ormeggio abusivo con 40 barche: 3 denunciati

    Napoli. Maxi sequestro di specchio acqueo a Borgo Marinari, denunciate tre persone. Operazione congiunta di polizia marittima riporta legalità nel suggestivo luogoPUBBLICITA

    Un’imponente operazione di polizia marittima ha portato al sequestro di un’area di 3.000 metri quadrati di specchio acqueo a Borgo Marinari, ai piedi di Castel dell’Ovo a Napoli.

    Punti Chiave ArticoloL’azione, condotta congiuntamente da Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Polizia Locale, ha sgominato un’occupazione abusiva che vedeva la presenza di ben 40 barche ormeggiate illegalmente. Tre persone denunciate Tre persone sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Napoli per i reati di occupazione abusiva e violazione dei vincoli paesaggistici e architettonici. La Guardia Costiera ha provveduto al sequestro dell’area e alla rimozione delle imbarcazioni e delle strutture di ormeggio abusive.
    Verifiche e sanzioni per le concessioni L’operazione non si è conclusa con il sequestro. Sono state infatti effettuate verifiche sulle concessioni presenti nell’area, accertando diverse violazioni. Sono stati contestati 7 illeciti amministrativi per uso difforme delle concessioni, con l’irrogazione di sanzioni per un totale di oltre 7.000 euro.
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    Napoli, nasce al Cto il primo Museo Ambulatorio d’Italia

    Napoli. Un traguardo storico viene raggiunto oggi al Centro di Riferimento Oncologico (Cto) di Napoli con l’inaugurazione del primo Museo Ambulatorio d’Italia, “Cur’Arti – dall’Ombra alla Luce”.PUBBLICITA

    Ideato dalla dottoressa Francesca Barrella, medico internista, il progetto rappresenta la concretizzazione di un’idea lungamente coltivata, volta a dimostrare l’efficacia e il valore dell’arte come strumento di riabilitazione attraverso l’arteterapia.

    Cur’Arti, opera protetta dal Ministero dei Beni Culturali (Mibact), è una rete italiana che unisce arte e cultura, coinvolgendo luoghi di cura come ospedali ed istituti culturali quali musei e scuole.
    Il suo scopo è quello di promuovere l’inclusione sociale, l’accessibilità all’arte e la riabilitazione attraverso l’arteterapia per persone fragili, tra cui soggetti con autismo, adolescenti e giovani in disagio minorile, disabili e malati di Alzheimer.

    La cerimonia inaugurale, che si terrà domani alle 10:00 nell’Aula Magna del Cto (viale Colli Aminei 21), sarà ricca di eventi: interventi accademici e collegamenti con l’estero, premiazioni e performance musicali.

    Seguirà una visita guidata al museo con un gruppo di architetti, alla presenza di alcuni artisti che hanno donato le opere e della scuola Comix.
    “Il Museo Ambulatorio Cur’Arti – spiega la dottoressa Barrella – rappresenta un museo inteso come luogo di cultura inclusiva all’interno di un contesto di cura. Si tratta di un processo di democratizzazione della cultura, che la rende accessibile a tutti.

    L’allestimento del museo Cur’Arti, dedicato alla fruizione dell’arte, offre una narrazione artistica degli ambienti di cura, trasformandoli in luoghi di cultura che curano. Nell’armonia tra spazi artistici e architettura, si vive un’esperienza di benessere e supporto psicologico”.
    Il Museo Ambulatorio Cur’Arti funge anche da laboratorio di arteterapia, “intesa come terapia di supporto alla riabilitazione neurocognitiva e fisica per persone in cura come autistici, malati di Alzheimer e disabili”. Il museo allestito al Cto comprende:
    Una sala con percorso espositivo di riproduzioni di opere appartenenti alla collezione Cur’Arti;
    Una sala dedicata al Museo inclusivo, volta all’accessibilità dell’arte per visitatori disabili, con percorsi tattili per non vedenti o ipovedenti;
    Una sala dotata di dispositivi di fruizione per le disabilità motorie e cognitive, chiamata stanza multisensoriale, utilizzabile come terapia integrativa al percorso riabilitativo.
    “La creazione del Museo Ambulatorio – conclude la dottoressa Barrella – all’interno di un luogo di cura come un ospedale rappresenta un’opportunità di esperienza di benessere, di architettura terapeutica narrativa degli ambienti, ma anche di medicina narrativa.
    L’esperienza di fruizione artistica può ridimensionare e riformulare il linguaggio nella relazione tra medico, operatore sanitario, educatore, formatore, artista e persona in cura, senza disparità gerarchiche”.
    “Il Museo che inauguriamo – commenta la dottoressa Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli – è frutto di un’intensa collaborazione multidisciplinare.
    Non è solo un luogo di esposizione artistica, ma un ambiente terapeutico progettato per stimolare i sensi e promuovere il benessere di pazienti che necessitano di percorsi riabilitativi.
    Gli studi scientifici hanno dimostrato che, attraverso l’arte, migliora la qualità della vita e il processo di riabilitazione di pazienti affetti da patologie neurologiche. Con questo innovativo progetto pilota, confermiamo il nostro impegno nel mettere il paziente al centro attraverso percorsi di cura personalizzati che includono anche la cura del bello e dell’arte”.
    L’inaugurazione del Museo Ambulatorio Cur’Arti segna un passo importante nella promozione del benessere e dell’inclusione sociale attraverso l’arte. Un modello innovativo che rappresenta una speranza per il futuro della riabilitazione e della cura della persona.
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    Napoli, la figlia del boss Bosti aveva realizzato anche la sauna abusiva al rione Amicizia

    Flora Bosti, figlia del boss Patrizio, abitava abusvamente in una delle abitazioni popolari del rione Amicizia, sgomberate stamane grazie all’intervento di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e polizia municipale.PUBBLICITA

    Le abitazioni eran tutte riconducibili ai familiari di Patrizio Bosti, reggente del clan Contini. Ma nel corso dell’intervento di sgombero di oggi si è scoperto che Flora Bosti,  non solo ha unito due unità immobiliari per crearne una sola per sé, ma ha anche annesso una parte di suolo pubblico, su cui ha realizzato una sauna.

    Punti Chiave ArticoloDue settimane fa Flora Bosti è stata arrestata dalla Squadra Mobile di Napoli nell’ambito di un’indagine interforze anti-riciclaggio coordinata dalla procura antimafia partenopea, coinvolgendo anche il padre, il fratello, e il cognato Luca Esposito. Un’altra abitazione era occupata dall’unica delle sorelle Aieta non sposata Tra le sei abitazioni sgomberate, una era occupata dall’unica cognata non sposata dei boss Francesco Mallardo, Edoardo Contini e Patrizio Bosti, che hanno sposato le sorelle Anna, Maria e Rita Aieta.
    Il decreto notificato oggi riguarda anche una decina di altre abitazioni, dove però non risiedono persone legate alla criminalità organizzata. Per questi inquilini si sta concedendo più tempo per lasciare le case, cercando soluzioni alternative che non creino traumi.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Pomigliano, vendevano alcolici ai minorenni: il sindaco chiude due attività

    Pomigliano. Sulla somministrazione di alcolici ai minorenni ormai è tolleranza zero a Pomigliano. Il Comune ha dichiarato guerra aperta contro gli esercenti che violano il divieto di somministrazione di alcol ai minori e in particolare agli adolescenti con meno di 14 anni.PUBBLICITA

    Il sindaco Raffaele Russo ha deciso di usare il pugno duro, tant’è che dopo l’ultimo blitz della Polizia Locale, diretta dal tenente colonnello Emiliano Nacar, che nello scorso fine settimana ha per la seconda volta colto in flagrante un esercente del centro storico vendere alcolici a minori e per la prima volta un altro esercente del centro cittadino fare la medesima violazione, entrambi denunciati all’autorità giudiziaria, è stata oggi pubblicata un’ordinanza di chiusura dei due esercizi.

    Per quello recidivo la durata della chiusura, a partire dal giorno della notifica, sarà di ben 15 giorni; per l’altro bar invece, colto per la prima volta in fallo, la chiusura è stata disposta per 5 giorni a partire da venerdì 18 luglio.
    «Come sindaco di Pomigliano d’Arco e, ancor prima, come medico – sottolinea Raffaele Russo – sono ben consapevole dei gravi danni che l’alcol può causare alla salute degli adolescenti. È per questo motivo che il nostro Comune adotta una politica di tolleranza zero nei confronti di chi somministra alcolici ai minorenni».

    «Recenti controlli – prosegue il Sindaco di Pomigliano – hanno evidenziato gravi infrazioni da parte di alcuni esercenti. Per questi casi, abbiamo già disposto la chiusura temporanea delle attività coinvolte. Tuttavia, voglio essere chiaro: non ci fermeremo qui. Per coloro che verranno colti più volte in queste violazioni, adotteremo provvedimenti sempre più severi».

    «La salute e la sicurezza dei nostri giovani – conclude Russo – sono una priorità assoluta per questa amministrazione. Dichiareremo guerra a tutti coloro che mettono a rischio il benessere degli adolescenti, senza alcuna eccezione. Chiunque pensi di poter ignorare le leggi e mettere in pericolo la vita dei giovani sarà punito con il massimo rigore possibile».
    Dunque, i continui blitz della Polizia Municipale stanno dando i frutti sperati dall’Amministrazione Comunale. «Siamo profondamente grati alla Polizia Municipale, operosamente guidata dal Comandante Nacar – dichiara Marianna Manna, Assessore al Commercio – per i controlli che sta effettuando per garantire sicurezza e decoro nei luoghi della Movida e grazie ai quali è stato possibile sanzionare impudenti esercenti che, in barba alla legge e ad ogni logica di civiltà, hanno somministrato alcolici a minorenni. L’ufficio commercio ha, con estrema solerzia, adottato i provvedimenti di chiusura e su questa linea di intransigenza continuerà la nostra attività».

    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Ancora stallo per i seppellitori di Napoli: protesta continua e disagi al cimitero

    Napoli. Nessun accordo raggiunto durante l’incontro di oggi presso gli uffici cimiteriali di Santa Maria del Pianto a Napoli, per i 17 seppellitori del lotto 2 impiegati presso il ‘Cimitero Nuovo’.PUBBLICITA

    Lo comunicano i rappresentanti sindacali che erano presenti al tavolo.

    Riduzione d’orario e salari a rischio: i lavoratori contestano la decisione della nuova società subentrata, Barbara B, di tagliare le loro ore lavorative da 36 a 20 settimanali, con pesanti ripercussioni sulle loro retribuzioni.
    Proteste in atto: ieri i seppellitori avevano già manifestato in Piazza Municipio, oggi hanno bloccato le operazioni cimiteriali, causando disagi ai cittadini.

    Tre esumazioni sono state rinviate e le ceneri provenienti dai crematori non sono potute essere collocate.

    Disagi per i cittadini: I sindacalisti Annibale De Bisogno della Uil e Agostino Anselmi della Cisl, pur scusandosi per i disagi arrecati, annunciano che la protesta proseguirà con presidi sia davanti al Comune che a Palazzo San Giacomo.
    L’incertezza rimane: al momento non è dato sapere come si evolverà la situazione e se si riuscirà a trovare una soluzione che tuteli i posti di lavoro e le retribuzioni dei lavoratori.

    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO