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    Sorrento, minacce a chirurgo plastico: assolti padre e figlie

    Il Tribunale di Torre Annunziata ha emesso la sentenza assolvendo un padre e le sue due figlie, della costiera Sorrentina, dalle accuse di tentato esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
    Erano stati accusati dal chirurgo plastico di averlo minacciato per un presunto intervento al seno ritenuto sbagliato. I tre imputati, Antonino Pollio, 62 anni, e Virginia e Rosa Pollio, di 37 e 36 anni sono stati difesi dagli avvocati Raffaele Chiummariello e Renato Tito.
    La denuncia del professionista riguardava presunte minacce di diffusione di notizie pregiudizievoli sul suo conto, in seguito all’intervento chirurgico eseguito su una delle figlie.
    Le accuse contestavano loro di aver tentato di costringere il chirurgo plastico a corrispondere loro la somma di 7mila euro. LEGGI TUTTO

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    Corruzione in Capitaneria di Porto: arresti e interdizioni a Napoli

    Un’inchiesta della Procura di Napoli ha portato all’arresto di diverse persone, tra cui ufficiali della Capitaneria di Porto, impiegati del Ministero delle Infrastrutture e medici dell’Asl, per corruzione e falso in atti pubblici.
    Le indagini hanno svelato un giro di corruzione che coinvolgeva diversi marittimi e intermediari.
    In alcuni casi, i marittimi avrebbero ottenuto il rilascio o il rinnovo di certificati di idoneità professionale senza averne i requisiti, grazie al pagamento di tangenti a impiegati della Capitaneria di Porto.
    In altri casi, i marittimi avrebbero ottenuto certificati medici senza sottoporsi alle visite mediche, grazie alla compiacenza di alcuni medici.
     Giro di mazzette dietro il rilascio di certificati ai marittimi
    Infine, in altri casi ancora, i marittimi avrebbero ottenuto indebitamente benefici previdenziali grazie al rilascio di falsi certificati di malattia da parte dei sanitari.
    I pubblici ufficiali coinvolti nella corruzione avrebbero ricevuto in cambio denaro o altre utilità.L’operazione è stata condotta dalla Guardia Costiera su ordine del GIP del Tribunale di Napoli.
    Le misure cautelari disposte includono la custodia cautelare in carcere, gli arresti domiciliari e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.È stato inoltre disposto il divieto di esercitare la professione sanitaria per alcuni dei medici coinvolti.
    L’operazione è un duro colpo alla corruzione e al falso in atti pubblici, reati che danneggiano la sicurezza della navigazione e la salute pubblica. LEGGI TUTTO

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    Napoli, smantellata rete di falsari, patenti, carte di circolazione e banconote false: 9 misure cautelari

    I Carabinieri del Comando Antifalsicazione Monetaria di Roma, in collaborazione con Europol e le autorità maltesi, hanno smantellato una rete criminale dedita alla produzione e distribuzione di documenti falsi e banconote contraffatte.

    L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha portato all’arresto di 3 persone e all’emissione di 6 divieti di dimora nella Regione Campania.
    Il gruppo criminale produceva e distribuiva passaporti, carte di circolazione, documenti di identità, patenti di guida e banconote false.I documenti falsi venivano utilizzati per favorire l’immigrazione clandestina e riciclare veicoli rubati.
    Le indagini sono iniziate nel settembre 2020 e hanno coinvolto diverse città italiane, tra cui Napoli, Salerno, Treviso, Bergamo e Pescara.Le perquisizioni hanno portato al sequestro di numerosi documenti falsi e banconote contraffatte per un valore complessivo di un milione di euro.
    L’operazione è un importante risultato nella lotta alla criminalità organizzata e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.Il gruppo criminale era composto da italiani e stranieri.
    I documenti falsi venivano realizzati con grande maestria e riuscivano a superare i controlli visivi degli operatori di polizia. Le banconote false erano destinate al mercato africano. LEGGI TUTTO

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    Napoli, 15enne morto per il sushi: fissato il processo

    Il gip del Tribunale di Napoli ha deciso di rinviare a giudizio due imputati per la morte del giovane studente Luca Piscopo, avvenuta a dicembre del 2021.
    La tragedia si è verificata dopo che il ragazzo ha pranzato in un ristorante di Sushi situato nell’area collinare di Napoli. Il titolare del negozio, Xie Jangtao, e il medico curante di famiglia, Gaetano Palma, dovranno rispondere dell’accusa di omicidio colposo.
    Il pm della Procura di Napoli– come anticipa Il mattino- ipotizza che entrambi abbiano avuto un ruolo di responsabilità nella gestione del cibo nel ristorante, presumibilmente in cattive condizioni, e nelle cure somministrate a seguito dell’intossicazione.
    Il processo inizierà il 17 maggio e entrambi gli imputati avranno l’occasione di difendere la propria condotta.
     Genitori e fratelli si costituiranno parte civile
    I genitori di Luca, Antonio Piscopo e Maria Rosaria Borrelli, rappresentati dall’avvocato penalista Marianna Borrelli, si costituiranno parte civile, mentre i fratelli di Luca saranno assistiti dagli avvocati Amedeo Bolla e Rossella Esposito. LEGGI TUTTO

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    Acerra, sgominato il clan Avventurato: 7 arresti

    I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno eseguito 7 arresti ad Acerra, nell’ambito di un’operazione contro il clan Avventurato.
    Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, detenzione e porto di armi, detenzione di droga e favoreggiamento alla latitanza del reggente del clan. E anche di aver coperto la sua fuga.
    Le indagini hanno svelato la perdurante operatività del sodalizio criminale, egemone nel territorio di Acerra e comuni vicini nel campo delle estorsioni e dello spaccio di droga oltre alla disponibilità di armi da fuoco.
    Inchiesta nata dalle dichiarazioni di alcuni pentiti

    L’operazione dei carabinieri è stata portata a termine sotto il coordinamento della Procura distrettuale antimafia di Napoli e prende spunto dalle dichiarazioni di alcuni pentiti. LEGGI TUTTO

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    Situazione critica nei Pronto Soccorso, stato di agitazione dichiarato all’Asl Napoli 1

    I dirigenti medici, sanitari, veterinari e delle professioni sanitarie dell’Asl Napoli 1 hanno dichiarato lo stato di agitazione come risposta al rifiuto della dirigenza aziendale di incontrare i sindacati per discutere degli interventi necessari per sostenere i Pronto Soccorso Aziendali.
    Questa decisione è stata presa dopo un’assemblea il 6 febbraio e la nota è stata firmata dai rappresentanti di vari sindacati e inviata ai vertici dell’Asl Napoli 1 Centro, al Prefetto di Napoli e agli organi di informazione.
    “Il direttore generale ha ignorato le proposte e le richieste di incontro del sindacato, limitandosi a respingere le richieste di riconoscimento economico ai pochi operatori rimasti. Inoltre, nonostante il Regolamento per la Graduazione degli Incarichi Dirigenziali sia stato adottato nel mese di luglio 2023, non risulta ancora applicato.
    Si richiede pertanto l’immediata assegnazione degli Incarichi Professionali così come indicato nel Regolamento e, qualora vi fossero ulteriori impedimenti, la individuazione dei Direttori Medici di Presidio quali responsabili del completamento delle procedure”.
    La decisione di dichiarare lo stato di agitazione è stata presa anche perché l’Asl Napoli 1 avrebbe costantemente trascurato i doveri di informazione e confronto.
     Mancato confronto con i sindacati alla base della decisione
    Ad oggi la Contrattazione Integrativa è sospesa e i dati, richiesti da anni, sulla consistenza di organico nei vari reparti e sugli eventuali residui per ciascun fondo con l’utilizzo analitico delle risorse non sono mai stati forniti.
    La situazione critica dei Pronto Soccorso aziendali è il risultato di anni di progressivo svuotamento delle risorse umane e di sostanziale inerzia della Direzione Generale nell’affrontare e risolvere la crisi. LEGGI TUTTO

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    Camorra, scagionato Raffaele Prota: non partecipò all’omicidio di Totoriello Esposito

    I pentiti lo avevano accusato di essere uno degli autori dell’omicidio di Salvatore Esposito detto Totoriello, ucciso e sciolto nell’acido il 27 settembre del 2013.A maggio scorso, grazie anche alle dichiarazioni di alcuni pentiti, la Dda di Napoli aveva fatto luce su quel Cold Case di carattese passionale ma in ambiente cdi camorra arrestando Raffaele Prota, Paolo Abbatiello, Gianfranco Leva e il boss pentitoGiuseppe Simioli ritenuto il mandante.
    Totoriello era stato ucciso perché aveva una relazione con la moglie di Giovanni Licciardi, figlio di Gennaro, detto “la scimmia”, fondatore dell’omonimo clan fondatore del gruppo di camorra più potente della Campania ovvero “Alleanza di Secondigliano”.
    Oggi il Tribunale del Riesame, sezione X, ha emesso una decisione definitiva riguardante la posizione di Raffaele Prota Raffaele, escludendo la gravità degli indizi e quindi escludendo la sua responsabilità.
    È importante notare che l’avvocato Salvatore D’Antonio, difensore di aveva precedentemente contestato davanti alla Suprema Corte di Cassazione l’utilizzabilità delle intercettazioni come materiale probatorio.
    La Suprema Corte di Cassazione ha accolto le precise argomentazioni difensive dell’avvocato Salvatore D’Antonio, dichiarando inutilizzabili nel processo le intercettazioni rilevanti per l’omicidio, e ha annullato il processo con rinvio al Tribunale del Riesame.
    Successivamente, prima della fissazione dell’udienza presso il Tribunale del Riesame, è emerso un altro collaboratore di giustizia, Giuseppe Ruggiero , il quale ha dichiarato di essere stato coinvolto nell’omicidio di Esposito Salvatore e ha accusato Raffaele Prota fornendo accuse specifiche nei suoi confronti.
    La difesa anche in questo caso ha dimostrato l’inattendibilità delle dichiarazioni di Ruggiero Giuseppe riguardo all’omicidio di Esposito Salvatore. Si sostiene che l’omicidio sia stato commesso da membri del clan Licciardi per vendicare una relazione extraconiugale tra Esposito Salvatore e la moglie di Licciardi.
    Il Tribunale del Riesame, in conformità con la difesa dell’avvocato Salvatore D’Antonio, ha non solo dichiarato inutilizzabili le intercettazioni ma ha anche respinto come inattendibili le dichiarazioni di Ruggiero Giuseppe nei confronti di Raffaele Prota.
    È importante notare che già in una precedente ordinanza, il Tribunale del Riesame aveva accolto le argomentazioni difensive riguardo all’inattendibilità delle dichiarazioni di un altro collaboratore di giustizia, ovvero il boss Giuseppe Simeoli.
    Di conseguenza, l’accusa contro Raffaele Prota è stata completamente smantellata ed è stata ordinata la sua immediata scarcerazione per quanto riguarda le accuse relative all’omicidio di Esposito Salvatore. LEGGI TUTTO

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    Caivano, approvato il piano delle priorità delle opere pubbliche

    Nel corso di un vertice presso la Prefettura di Napoli, si è tenuta una riunione della Conferenza Permanente per esaminare e approvare il Piano delle priorità delle Opere Pubbliche indifferibili della Commissione Straordinaria del Comune di Caivano.
    All’incontro hanno preso parte i membri della Commissione Straordinaria, i rappresentanti del Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche e delle Forze dell’ordine sul territorio.
    Dopo un’approfondita analisi, la Conferenza Permanente ha dato il proprio assenso al piano, che costituisce un requisito fondamentale per accedere ai finanziamenti regionali e della Cassa Depositi e Prestiti. LEGGI TUTTO

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    Napoli, donato un elettrostimolatore al Policlinico

    La Chirurgia pediatrica dell‘Azienda ospedaliera universitaria Federico II è stata arricchita da una donazione molto importante: un elettrostimolatore del valore di circa 8mila euro, offerto dall’associazione onlus ‘Donne per il sociale’ al reparto diretto dal Professore Ciro Esposito.
    Questo strumento sarà impiegato per trattare i piccoli pazienti affetti da malformazioni congenite dell’apparato digerente e urinario/genitale. Secondo quanto affermato dal Prof. Esposito, in chirurgia pediatrica ci occupiamo della cura delle malformazioni congenite e l’elettrostimolatore è uno strumento fondamentale durante gli interventi chirurgici che richiedono una ricostruzione dei piani muscolari, al fine di garantire continenza fecale o urinaria ai pazienti affetti da queste malformazioni.
    Nel reparto di Chirurgia pediatrica dell’Azienda federiciana, considerato un punto di riferimento europeo per la chirurgia mini-invasiva e robotica pediatrica, giungono pazienti provenienti da tutta Italia e dall’estero.
    A rappresentare l’associazione donatrice è la presidente Patrizia Gargiulo. Il Direttore Generale, Giuseppe Longo, ha sottolineato l’importanza della Chirurgia pediatrica come un’importante eccellenza dell’Azienda, in grado di offrire cure ai piccoli pazienti fragili affetti da gravi patologie malformative grazie alle nuove tecnologie, alla chirurgia mini-invasiva e alla chirurgia robotica. LEGGI TUTTO

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    Controlli straordinari a Caivano: denunce e violazioni

    Il Commissariato di Afragola, in collaborazione con il Reparto Prevenzione Crimine Campania, ha condotto controlli straordinari nel comune di Caivano, concentrati principalmente nel “Parco Verde”.
    Durante l’operazione sono state identificate 220 persone e controllati 124 veicoli. Come risultato dei controlli sono state contestate tre violazioni del Codice della Strada.
    Inoltre, sono state denunciate tre persone per detenzione illecita di sostanze stupefacenti, e una di queste è stata anche denunciata per false attestazioni a Pubblico Ufficiale sull’identità personale.
    I controlli, sempre su disposizione del Questore di Napoli, continueranno anche nei prossimi giorni. LEGGI TUTTO

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    IL RITROVAMENTO Incredibile a Procida: pescato ‘pesce re’ da 45 kg nelle acque del porto di Marina Grande

    Incredibile scoperta nelle acque del porto di Marina Grande a Procida. Hanno osservato un pesce re, del peso di oltre 45 chili, nuotare disorientato: poco dopo è giunto a riva, nella zona del cantiere navale, spiaggiandosi. Si tratta di un pesce re, con nome scientifico Lampris guttatus.
    E’ una specie diffusa principalmente in acque temperate e tropicali, anche se sono stati segnalati avvistamenti in molti mari del mondo. Nel Mediterraneo, gli incontri con questa specie sono piuttosto rari, e in Italia generalmente sporadici. Solitamente, il pesce re abita acque aperte a profondità comprese tra i 100 e i 400 metri.
    Secondo recenti studi, il pesce re è in grado di mantenere una temperatura corporea costante, simile a quanto accade per mammiferi ed uccelli, e la sua carne è considerata pregiata. A causa del suo notevole peso, l’esemplare ritrovato a Procida è stato recuperato da un abitante dell’isola con l’aiuto di alcuni amici. LEGGI TUTTO

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    IL FATTO Sequestro di beni per 295mila euro a società e imprenditore nel Napoletano

    I finanzieri del gruppo di Torre Annunziata (Napoli) hanno attuato un decreto di sequestro preventivo per un importo di 295.446,83 euro, emesso dal gip di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina. Il provvedimento riguarda una società e il suo legale rappresentante, indagato per indebita compensazione di crediti inesistenti.
    L’indagine, avviata in seguito a verifiche fiscali dell’amministrazione finanziaria, è stata condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Massa Lubrense. Si è scoperto che la società, operante nel settore della ristorazione con somministrazione, aveva dichiarato nel 2019 un credito d’imposta per “ricerca e sviluppo” derivante da uno studio sul “decision making” aziendale. Tuttavia, la ricerca riguardava obiettivi non correlati alle attività effettivamente svolte dalla società.
    Il provvedimento di sequestro è stato emesso nei confronti della società e del rappresentante legale per l’intero ammontare dei crediti inesistenti, indebitamente compensati nelle dichiarazioni relative agli anni 2020 e 2021. Durante l’operazione, è stata sottoposta a vincolo giudiziario l’intera somma oggetto del sequestro, comprensiva di 22.223,76 euro su disponibilità finanziarie e 273.223,07 euro su un immobile a Sorrento di proprietà dell’indagato. LEGGI TUTTO