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    Il pentito: “Ecco chi controlla le 15 piazze di spaccio del sistema Caivano”

    Cinque piazze di spaccio in strada e 10 in altrettanti appartamenti per un incasso mensile di 150mila euro. E’ questo il sistema di spaccio del parco Verde di Caivano. Tutto gestito dalla famiglia Ciccarelli.Lo ha raccontato agli investigatori il pentito di camorra Mariano Alberto Vasapollo, ex killer del clan di Caivano e quindi profondo conoscitore del “sistema”.
    “… voglio specificare che attualmente nel Parco Verde vi sono attive 5 (cinque) piazze su strada, che curano la vendita di crack, kobret, cocaina, fumo ed erba nel Parco Verde, e sono gestite dal clan Ciccarelli, tramite singoli capi piazza…
    Preciso che queste piazze sono direttamente gestite da Ciro e Giovanni Ciccarelli, nel senso che i singoli capi piazza devono chiudere i conti con loro e dare a loro i profitti: ovviamente la droga viene fornita ai capi piazza da Ciro e Giovanni Ciccarelli.
    Inoltre, vi sono circa altre 10(dieci) piazze che vendono solo cocaina al Parco Verde inappartamenti. I clienti si recano direttamente presso tali abitazioni. In questo caso i gestori sono autonomi, ma hanno l’obbligo di acquistare la cocaina dal clan Ciccarelli, ossia in questo momento da Giovanni Ciccarelli e Ciro Ciccarelli, figlio di Salvatore. Non so però quali siano i loro canali di approvvigionamento dello stupefacente.
    I proventi ricavati vengono incassati dai Ciccarelli e una parte viene suddivisa tra i singoli capi piazza, altra parte viene erogata per il mantenimento dei carcerati e delle loro famiglie affiliate alla famiglia Ciccarelli…Omissis…
    Quando ero libero gli affari relativi alla gestione delle piazze di spaccio ammontavano a circa 150.000 euro al mese…Omissis…
     Le piazze di spaccio incassano 150mila euro al mese
    La persona incaricata per canto di Cciccarelli Giovanni e Ciro di trasportare la droga alle singole piazze di spaccio operative sugli appartamenti, è …omissis… Lo conosco personalmente e prima di essere trasferito al carcere di Viterbo con lui ho intrattenuto anche contatti via WhatsApp…Omissis…
    Sono a conoscenza del ruolo svolto da…omissis…perché, fino alla scelta di collaborare, io continuavo a gestire una piazza di cocaina di fronte al mio palazzo al Parco Verde insieme a…omissis…
    Preciso che Ciccarelli Giovanni e Ciro mi rifornivano di droga tramite … omissis … che portava ai fratelli …omissis… circa 200-300 grammi a settimana e noi come prezzo pagavamo una somma inferiore rispetto agi altri gestori in quanto io affiliato al clan Sautto-Ciccarelli.
    In particolare, pagavo la cocaina, prima di essere trasferito al carcere di Viterbo, circa 42.000 euro al chilogrammo, somma inferiore rispetto a quella pagata dagli altri gestori. Preciso che i soldi venivano consegnati a … omissis… che oltre a trasportare la droga riscuoteva le somme che poi portava a Ciccarelli Giovanni e Ciro”.
    Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, tutti  sono assolutamente concordi nell’attribuire a Giovanni Ciccarelli, detto Giannino, fratello dei capi storici del clan Sautto-Cciccarelli, Domenico e Antonio Ciccarelli, la gestione di tutto il mercato della droga del Parco Verde.
    Si tratta di una sorta di monopolio dello spaccio, attuato o direttamente dal boss attraverso suoi “ragazzi” ovvero da soggetti che da lui si riforniscono di cocaina. Con lui lavora il nipote Ciro, figlio di Salvatore “Sasiccia”.
    La fedeltà del giovane Ciccarelli nei confronti dello zio è dimostrata da una intercettazione con tale Andrea contenuto nell’ordinanza cautelare firmata dal gip Antonino Santoro. “O frat a me quello che mi dice lui io quello faccio… voi lo sapete a me Andrea la famiglia mia è lui…e siete voi…” – “Lui è il sangue… e se mio zio mi dice… prendi questo cuscino e portalo io faccio questo…”.
    @rirpoduzione riservata
    (nella foto il parco Verde di Caivano e nella foto da sinistra il boss Giovanni Ciccarelli e il pentito Mariano Alberto Vasapollo) LEGGI TUTTO

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    Napoli, dopo 40 anni arriva lo sgombero degli abusivi dal Frullone

    Nove famiglie che vivono da 40 anni nell’ex manicomio Frullone di Napoli rischiano lo sfratto. Le famiglie hanno occupato l’edificio in seguito al terremoto del 1980, in mancanza di alternative abitative.
    Oggi hanno ricevuto un’ingiunzione di sfratto esecutivo dalla Asl, proprietaria della struttura.Per protestare contro lo sgombero, le famiglie hanno organizzato un sit-in davanti al Comune di Napoli.
    “Dopo 40 anni nell’ex manicomio no allo sgombero senza casa”, recita lo striscione esposto dai manifestanti.“Il terremoto per noi dura da 40 anni”, si legge su un altro cartello.
    “Siamo qui dagli anni ’80”, ha dichiarato Eduardo Montuori, portavoce del gruppo.“Viviamo in questa struttura fatiscente perché non avevamo altre alternative. Siamo pronti ad andare via, ma chiediamo di essere assegnati a case popolari.”
    Domani è prevista una riunione in prefettura per affrontare la situazione. “In tutti questi anni ci hanno promesso case a Piscinola, Melito, Marianella, ma poi non se ne è fatto nulla”, ha ricordato Montuori.
    “Abbiamo parlato con Bassolino, Iervolino, de Magistris, con la Regione Campania e con l’Asl. I nostri figli non possono invitare amici a casa perché si vergognano della nostra situazione. Molti di noi sono in cura dallo psicologo. Ora il Comune ci deve dare una risposta. Le famiglie non possono essere mandate in strada dopo 40 anni.”
    Le prime tre famiglie saranno sfrattate venerdì
    “Non sappiamo dove andare”, ha detto una delle manifestanti. “Vogliamo una risposta immediata. Le persone non si trattano così. Non ce la facciamo più. È una vergogna per Napoli mandarci in mezzo a una strada.”
    La situazione delle nove famiglie dell’ex manicomio Frullone è emblematica della complessa questione abitativa a Napoli. Dopo decenni di promesse e rinvii, le famiglie si trovano ancora in una situazione di precarietà e incertezza. LEGGI TUTTO

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    Napoli, parcheggiatore abusivo chiede “offerta a piacere” a un carabiniere: arrestato

    Un episodio insolito si è verificato ieri a Piazza Garibaldi, quando un parcheggiatore abusivo ha cercato di estorcere del denaro a un automobilista.
    La vicenda ha preso una svolta inaspettata quando l’automobilista si è qualificato come maresciallo dei Carabinieri, mettendo così fine alla richiesta di denaro senza motivo da parte del parcheggiatore.
    Il parcheggiatore, nonostante la netta risposta dell’automobilista, ha continuato a insistere per ottenere il pagamento. Tuttavia, la situazione è presto cambiata quando il maresciallo dei Carabinieri ha chiesto il supporto di una pattuglia del nucleo radiomobile di Napoli in transito per verificare la situazione del parcheggiatore.
    A seguito di controlli più approfonditi, è emerso che il parcheggiatore non solo era coinvolto in attività illegali come la richiesta di denaro in modo coercitivo, ma aveva anche un’ordinanza di custodia cautelare pendente per reati di rapina e lesioni.
    Era irreperibile per rapina e lesioni
    Si era reso irreperibile ed era quindi ricercato. Questo ha portato all’arresto del 40enne e al suo trasferimento nella casa circondariale di Poggioreale. LEGGI TUTTO

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    Sant’Antonio Abate, sequestro beni per 9 milioni di euro alla Galtrading srl

    La Guardia di Finanza, su mandato del giudice per le indagini preliminari di Torre Annunziata, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente per un valore di 9.140.288,96 euro nei confronti della società Galtrading S.r.l., con sede ad Sant’Antonio Abate, del suo legale rappresentante e dei due amministratori di fatto della società.L’indagine è scaturita da una verifica fiscale, durante la quale è emerso che la società, operante nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari, avrebbe omesso di presentare la dichiarazione fiscale relativa all’IVA per l’anno 2021, con un’evasione fiscale stimata in 2.731.431,54 euro, e avrebbe presentato una falsa dichiarazione per le imposte dirette dello stesso anno, con un’evasione dell’IRES pari a 6.408.857,42 euro.
    Uno dei due amministratori di fatto della S.r.l. avrebbe inizialmente costituito la società, nominando come rappresentante legale, amministratore e socio unico un omonimo cugino, ignaro di quanto stava accadendo, utilizzando una carta d’identità contraffatta.
    Successivamente, avrebbe trasferito le cariche societarie a un prestanome, allo scopo di attribuire a quest’ultimo le responsabilità penali derivanti dalla mancata presentazione delle dichiarazioni fiscali per l’anno d’imposta 2021.
     Avevano trasferito tutte le cariche societarie a un prestanome
    Anche il figlio di questo amministratore è coinvolto nell’inchiesta, poiché ha collaborato con il prestanome fin dall’inizio delle attività ispettive e investigative della Guardia di Finanza ed è stato identificato come co-responsabile della gestione societaria insieme al padre.
    Durante l’esecuzione del provvedimento cautelare, ancora in corso, verranno imposti vincoli giudiziari su immobili, quote societarie, disponibilità finanziarie e veicoli riconducibili alla società degli indagati, il cui valore complessivo è attualmente in fase di quantificazione. LEGGI TUTTO

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    Palma Campania, trovano le ladre in casa e scatta la rissa: arrestate 2 donne rom

    Momenti di terrore ieri sera in un appartamento di Palma Campania, dove tre donne sono state sorprese a rubare dai proprietari.
    Il padre e la figlia, rientrando a casa, hanno trovato la porta aperta e la serratura forzata. All’interno, tre donne rovistavano nei cassetti e rubavano oggetti di valore.
    Le tre ladre, sorprese in flagranza di reato, hanno tentato di fuggire, ma i proprietari le hanno inseguite e bloccate. Ne è nata una colluttazione, durante la quale una delle donne è riuscita a scappare con la refurtiva.
    I condomini, svegliati dal trambusto, hanno chiamato i carabinieri, che sono intervenuti in pochi minuti. Le due ladre rimaste nell’appartamento sono state arrestate e portate in carcere.
    Le indagini e le ricerche della terza complice fuggite col bottino
    Si tratta di una 29enne e una 21enne di origine rom, residenti nel campo nomadi di Secondigliano. Entrambe già note alle forze dell’ordine, sono state arrestate per furto in abitazione. Continuano le indagini per identificare e rintracciare la terza complice. LEGGI TUTTO

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    Caivano: minacce e paura dopo gli sgomberi nella 167, don Patriciello denuncia un clima pesante

    Un clima di tensione e paura si respira a Caivano, in particolare nel quartiere Parco Verde, dopo l’annuncio degli sgomberi nella famigerata 167, considerata la più grande piazza di spaccio d’Europa.
    Don Maurizio Patriciello, parroco anti-camorra e figura di riferimento per la comunità, ha denunciato durante un’omelia la domenica successiva all’annuncio degli sgomberi: “Guardate questi banchi: la chiesa si svuota. Chi sono le persone che vorrebbero occuparla? Perché i vostri figli non vengono più all’oratorio?”.
    Don Patriciello ha poi riferito di aver notato due auto sospette che stazionavano vicino alla chiesa e di aver ricevuto minacce. “Chi sono questi camorristi?”, ha chiesto. “A chi e perché vogliono fare paura? Certamente non a me”.
    Domani la visita del prefetto
    Domani il prefetto di Napoli Michele Di Bari visiterà Caivano per incontrare i rappresentanti delle famiglie che temono gli sgomberi. Un incontro difficile, che si preannuncia come un tentativo di mediare tra le ragioni dello Stato e quelle della gente del posto.
    Molte famiglie che vivono nella 167, anche se non legate alla camorra – come riporta Il Corriere del Mezzogiorno – temono di dover lasciare le loro case. Il prefetto Di Bari ha assicurato che i casi saranno esaminati uno ad uno, ma la tensione rimane alta.
    La situazione a Caivano è incerta e preoccupante. La speranza è che si trovi una soluzione che tuteli la legalità e allo stesso tempo tenga conto delle esigenze delle famiglie che non hanno nulla a che fare con la criminalità organizzata. LEGGI TUTTO

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    San Giorgio a Cremano, furto nella libreria “La Bottega delle parole” a Villa Falanga

    Amara sorpresa questa mattina all’apertura della libreria presente in Villa Falanga: “La Bottega delle parole” è stata nuovamente oggetto di furto e danni da parte di sconosciuti, al momento non identificabili.
    E’ stata manomessa la porta, divelto il cassetto della cassa e distrutto il gazebo presente all’esterno, utilissimo per le libraie durante gli eventi, soprattutto in caso di maltempo. Rubata una cifra irrisoria presente in cassa. Tanti danni e nessun furto di libri e giochi.
    “A esattamente un anno dalla prima presentazione del racconto “Libreria aperta per resistenza”, questa mattina l’apertura di Villa Falanga ci ha dato una nuova, amarissima, sorpresa. Dovevamo accogliere tanti appassionati lettori per l’evento All you can read e tanti piccoli partecipanti al laboratorio creativo e invece è stato necessario annullare tutto.
    Resistiamo, resisteremo sicuramente, ma l’energia e la voglia si assottiglia sempre più. Siamo una libreria, cosa si aspettavano di trovare in cassa? Se avessero rubato dei libri avremmo pensato ad un ladro lettore, a un gruppo di furfanti appassionati di romanzi e invece ci tocca solo sanare danni. Enormi danni considerando quanto incassiamo” le parole della libraia Miryam Gison.
    La denuncia è stata fatta al presidio dei Carabinieri di San Giorgio a Cremano. “Stamattina siamo un po’ ammaccati ma torneremo a resistere”.
    A breve riprenderanno tutti gli eventi aperti al pubblico e tutte le consuete attività della libreria che rendono tale luogo molto più di un locale commerciale ma un vero e proprio presidio culturale a vantaggio di tutta la popolazione locale. LEGGI TUTTO

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    Napoli, scippa i soldi dalle mani di un utente mentre paga il biglietto della metro: arrestato migrante

    Nel pomeriggio di ieri, gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Polizia di Stato sono intervenuti in zona Porta Capuana a seguito di una segnalazione di rapina.
    Un uomo ha riferito ai poliziotti che, mentre stava pagando un biglietto della metro, un soggetto gli aveva sottratto del denaro ferendolo ad una mano e colpendolo al volto.
    Gli agenti hanno rintracciato e bloccato il rapinatore poco distante in via Cesare Rosaroll. Si tratta di un 40enne della Mauritania, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia, anche per reati specifici. L’uomo è stato arrestati per rapina. LEGGI TUTTO

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    Napoli, lettere minatorie dal carcere di Spoleto ai proprietari di una casa occupata abusivamente a Sant’Erasmo

    Una famiglia residente a Sant’Erasmo, Napoli, ha segnalato al deputato Francesco Emilio Borrelli un caso di occupazione abusiva protrattasi nel tempo.La donna coinvolta ha raccontato di essere stata minacciata e persino aggredita da occupanti abusivi dell’appartamento, giungendo al punto di ricevere lettere minatorie dal marito detenuto a Spoleto.
    Quest’ultimo esprime la volontà di riavere la tranquillità per la sua famiglia e chiede che vengano presi provvedimenti. La situazione denunciata ha suscitato preoccupazione e indignazione da parte del deputato Borrelli, il quale ha sottolineato l’importanza di accertare rapidamente i fatti per restituire la casa ai legittimi proprietari.
    Questo episodio rappresenta solo l’ultimo di una serie di soprusi subiti dalla famiglia, costretta a vivere nel terrore per anni.
    “Voi dovete far stare tranquilla la mia famiglia” scrive l’uomo dal carcere dove sta scontando una pena per estorsione “a me queste cose non mi piacciono. Chiama tuo fratello e tua sorella, dovete togliere l’avvocato. Mo non voglio sapere niente più, io sto stanco di voi per le vostre st***te, voglio stare tranquillo”.
    “Non ce la facciamo più, viviamo nel terrore, sono anni che subiamo, queste persone devono andare via” è lo sfogo della donna che si è rivolta al deputato Borrelli. “Io ho denunciato tutto quello che ho subito – prosegue la donna – perché noi non ci affidiamo ai boss della zona ma ci affidiamo alla legge. Sono anni che buttiamo soldi in avvocati e paghiamo le tasse su una casa che non possiamo utilizzare. Siamo esasperati e non ci arrenderemo fino a quando la casa non ci verrà restituita”.
    “I fatti vanno accertati rapidamente così da restituire la casa ai legittimi proprietari” tuona Borrelli. “Questa famiglia da troppo tempo subisce i soprusi, le prepotenze e le violenze degli occupanti abusivi e dei parenti galeotti. Adesso le minacce arrivano direttamente dal carcere.
    I soggetti che credono di poter vivere impunemente sulle spalle della società, occupando abusivamente le case, vivendo di sussidi, commettendo reati, vanno stroncati duramente. La proprietà privata, così come quella pubblica, non sono a disposizione di chi se le prende con la violenza, quest’idea parassitaria va combattuta con ogni mezzo”. Ha così concluso Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra. LEGGI TUTTO

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    Sorrento, rubano bici: arrestati due marocchini

    Nella mattinata di ieri, gli agenti del Commissariato di Sorrento hanno tratto in arresto due uomini, un 38enne e un 31enne di origine marocchine, per furto aggravato di bicicletta.
    Gli agenti sono intervenuti in via degli Aranci a seguito di una segnalazione di furto di una bicicletta parcheggiata davanti ad un esercizio commerciale.
    I poliziotti hanno intercettato due individui che spingevano la bicicletta segnalata e li hanno bloccati. In loro possesso sono stati trovati una pinza e una tronchese, utilizzati per forzare il lucchetto della catena che proteggeva la bici.
    I due uomini, entrambi con precedenti di polizia e irregolari sul territorio nazionale, sono stati tratti in arresto per furto aggravato.
    L’intervento tempestivo degli agenti del Commissariato di Sorrento ha permesso di arrestare i due ladri e di recuperare la bicicletta rubata. LEGGI TUTTO

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    Cimitile, vede i carabinieri e scappa: arrestato pusher 20enne

    I Carabinieri della stazione di Castello di Cisterna hanno arrestato per detenzione di droga a fini di spaccio Ugo Viscovo, un ventenne di Cimitile già noto alle forze dell’ordine.
    Viscovo è stato rintracciato in via Leopardi e, una volta avvistata la pattuglia, ha cercato di fuggire. Dopo un breve inseguimento, è stato raggiunto e immobilizzato dai Carabinieri.
    Durante la perquisizione, sono stati trovati addosso a Viscovo 2,9 grammi di crack, 4,93 grammi di cocaina e 105 euro in contanti, considerati provento illecito.
    Attualmente, Viscovo si trova in carcere in attesa del giudizio. LEGGI TUTTO

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    Controlli nella “movida” al Vomero: sequestri e multe per 6 commercianti

    Nell’ambito dei servizi predisposti dalla Questura di Napoli nelle zone della movida, diverse forze dell’ordine hanno effettuato controlli nel quartiere Vomero, concentrandosi principalmente a San Martino, nelle piazze Vanvitelli e Medaglie D’Oro, e nelle vie Giordano, Scarlatti e Falcone.
    Gli agenti coinvolti provengono dai Commissariati Vomero, Pianura, Chiaiano, Nuovo Palazzo di Giustizia, Poggioreale, della Divisione Amministrativa e Sociale e Anticrimine insieme ai finanzieri della Guardia di Finanza.
    Durante l’operazione sono state identificate 247 persone, di cui 33 con precedenti penali, controllati 120 veicoli e sanzionate 2 violazioni del Codice della Strada. Inoltre, sono stati controllati 6 esercizi commerciali.
    In collaborazione con il personale sanitario dell’ASL Na1, sono stati controllati 6 esercizi commerciali che hanno ricevuto 45 prescrizioni per violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
    Sono stati sequestrati 117 vasetti di sugo per un totale di 35 kg e elevate sanzioni per 4000 euro per violazioni delle normative HACCP relative alle norme di sicurezza alimentare e igiene. LEGGI TUTTO