More stories

  • in

    Caserta, violenze contro l’ex e i suoceri: arrestata donna di 31 anni

    I carabinieri hanno individuato e arrestato a Bergamo una donna di 31 anni originaria di Pietramelara, accusata di rapina, tentata estorsione e maltrattamenti in famiglia nei confronti dell’ex compagno e dei suoi familiari.
    Le indagini, condotte dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere in collaborazione con i carabinieri, hanno rivelato che la donna si è introdotta nella casa dei genitori dell’ex compagno, spingendo la madre e sottraendole il cellulare.
    L’accusa sostiene anche che la donna abbia perpetrato violenze fisiche e verbali nei confronti dell’ex e dei suoceri, compiute anche di fronte ai figli minori.
    Un’altra contestazione riguarda il tentativo di estorsione da parte della 31enne, che avrebbe cercato di ottenere 300 euro da un vicino di casa.
    La donna si era trasferita a Bergamo alcuni mesi fa presso alcuni parenti, e qui le è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. LEGGI TUTTO

  • in

     Ricercato in Germania per violenze sessuali: era a Caserta

    Ricercato in Germania, individuato a Caserta. La polizia ha arrestato un cittadino extracomunitario di 28 anni, originario della Nigeria, perché era oggetto di ricerca da parte delle autorità giudiziarie tedesche.
    Durante i controlli di polizia preventiva e amministrativa, gli agenti dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Caserta hanno scoperto che l’uomo, richiedente il permesso di soggiorno per protezione internazionale, aveva fornito diverse identità nel corso della sua permanenza in Europa.
    Grazie all’attività investigativa e all’analisi delle banche dati, è stato possibile collegare una di queste identità a un individuo “ricercato” per violenza sessuale aggravata, reato avvenuto in Germania.
    Inoltre, durante l’arresto, è emerso che l’uomo era in possesso di un “machete” e di altri strumenti da taglio, custoditi in uno zaino che aveva con sé.
    L’individuo è stato quindi arrestato e trasferito presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, a disposizione della Corte d’Appello di Napoli, per le procedure relative all’estradizione e alla consegna alle autorità tedesche. LEGGI TUTTO

  • in

    Carinaro, casa abusiva al posto garage: restituita ai proprietari

    Avevano ottenuto l’autorizzazione dal Comune di Carinaro per la realizzazione di garage in un cortile, ma invece hanno costruito un’abitazione completa destinata all’anziana madre.
    Dopo un controllo dei carabinieri, è stato emesso un provvedimento di sequestro dell’immobile. Tuttavia, l’autorità giudiziaria ha successivamente ordinato la restituzione ai proprietari, ritenendo che non vi fossero ragioni sufficienti per giustificare il vincolo sul bene.
    Tale decisione è stata presa considerando che la costruzione non aveva causato un aumento del carico urbanistico e che l’abitazione era destinata a un’anziana ormai “ed incapace di determinare”.
    Il tribunale del Riesame di Santa Maria Capua Vetere ha emesso questa decisione, che può essere considerata una forma di “sanatoria giudiziaria”.
    I proprietari, assistiti dagli avvocati Vincenzo Guida e Raffaele Gloria, hanno fatto ricorso al tribunale dopo il sequestro eseguito dai carabinieri su disposizione della Procura della Repubblica di Napoli Nord. L’ufficio inquirente aveva anche ordinato lo sgombero dell’immobile, ma tale disposizione è stata rinviata a causa delle precarie condizioni di salute dell’anziana residente. LEGGI TUTTO

  • in

    Casal di Principe, Augusto Di Meo, testimone dell’omicidio di don Peppe Diana: “Lasciato solo dallo Stato&#8 …

    Augusto Di Meo, testimone oculare dell’omicidio del sacerdote Don Peppe Diana, avvenuto il 19 marzo del 1994 a Casal di Principe, ha denunciato in Commissione Antimafia di essere stato lasciato solo dallo Stato dopo aver denunciato il killer.
    Di Meo, che non è mai stato riconosciuto come testimone di giustizia, ha raccontato di essere stato costretto ad abbandonare Casal di Principe a causa delle minacce ricevute dai clan. Ha dovuto chiudere il suo laboratorio di fotografia e trasferirsi a Spello, in Umbria.
    “Pensavo – ha detto Di Meo – che dopo aver denunciato il killer di don Peppe, lo Stato sarebbe venuto da me, ed invece sono stato abbandonato al mio destino”.
    Il testimone ha raccontato di aver dovuto affrontare le indagini e il processo al killer di don Peppe da solo, senza alcun sostegno economico o morale da parte delle istituzioni.
    “Quando mi recavo al tribunale di Santa Maria Capua Vetere – ha detto – mi definivano ‘spione’, ‘infame’. Vivevo nel terrore, mi sentivo solo”.
    Di Meo ha anche raccontato di aver cercato di ottenere il riconoscimento come testimone di giustizia in ritardo rispetto ai termini di legge. Ha poi provato a percorrere la strada della legge che tutela i familiari delle vittime innocenti di camorra, ma anche in questo caso si è scontrato con l’indifferenza delle istituzioni.
    “Oggi Casal di Principe è diversa – ha detto Di Meo – ma ancora non si è liberata dalla camorra. Io non smetterò mai di incontrare i ragazzi e dir loro di denunciare, di non voltarsi dall’altra parte come ho fatto io e don Peppe”.
    Le parole di Di Meo hanno suscitato un forte dibattito in Commissione Antimafia. La presidente Chiara Colosimo ha espresso la sua solidarietà al testimone e ha annunciato che la Commissione approfondirà la vicenda.
    Il caso di Di Meo è un esempio emblematico delle difficoltà che incontrano i testimoni di giustizia in Italia. È necessario che lo Stato faccia di più per tutelarli e sostenerli, altrimenti si rischia di scoraggiare le persone che hanno il coraggio di denunciare la criminalità organizzata. LEGGI TUTTO

  • in

    Marcianise , presentato i piano rientro stipendi arretrati per dipendenti Softlab

    Durante un recente incontro presso il Mimit, il gruppo Softlab ha presentato un piano di rientro per le spettanze arretrate, che dovrebbero essere saldate entro giugno.A prendere parte all’incontro erano presenti i rappresentanti sindacali. Queste spettanze arretrate, riguardanti stipendi e quote di cassa integrazione non versate, toccano i lavoratori delle diverse sedi Softlab in Italia.
    In particolar modo, circa 200 lavoratori di Caserta, ex dipendenti della multinazionale Jabil di Marcianise, che in passato avevano lasciato l’organico dell’azienda durante un periodo di crisi produttiva e che sono stati poi riassunti da Softlab, spinti da progetti di reindustrializzazione che purtroppo non hanno mai avuto luogo.
    Il segretario della Fiom-Cgil di Caserta, Francesco Percuoco, sostiene che Softlab deve adempiere all’obbligo di pagare gli stipendi arretrati e di rispettare gli impegni presi con la reindustrializzazione degli ex lavoratori Jabil.
    Percuoco ha dichiarato che il prossimo incontro, fissato per il 14 febbraio al Mimit, servirà a controllare l’effettiva attuazione del piano di rientro delle spettanze arretrate e a verificare la fattibilità di un piano industriale per i lavoratori della zona di Caserta.
    Ha inoltre espresso la necessità che le istituzioni nazionali e regionali riconoscano che il territorio di Caserta non può più essere sfruttato, e che ogni finanziamento, pubblico o privato, deve essere destinato a supportare l’occupazione e la produzione.
    Percuoco ha inoltre fatto riferimento a un altro caso, quello di Orefice, un’azienda sarda produttrice di gruppi elettrogeni che ha riassunto gli ex lavoratori di Jabil.
    In questo caso, i 23 ex Jabil assunti sono stati in seguito licenziati e sono tuttora disoccupati e senza sostegno al reddito.
    Percuoco ha concluso richiamando l’attenzione sui fondi del Pnrr assegnati al territorio, affermando che istituzioni e organizzazioni sindacali devono collaborare per monitorare l’uso di tali fondi, fino all’ultimo centesimo, e conoscere in anticipo i progetti che dovranno essere finanziati e quali saranno le ricadute produttive e occupazionali. LEGGI TUTTO

  • in

    Maddaloni, tragedia in palestra: giovane militare muore mentre si allena

    Tragedia questa sera all’interno della palestra Energy Planet a Maddaloni. Un giovane militare di 27 anni è morto durante una sessione di allenamento.
    Sul posto i carabinieri della compagnia locale che hanno già informato l’autorità giudiziaria. Dalle prime indiscrezioni pare che il giovane fosse corsista verso la caserma Magrone
    Secondo una prima ricostruzione, il giovane sarebbe deceduto per un malore improvviso probabilmente mentre stava facendo degli esercizi nella struttura situata in una traversa di via Napoli. In palestra era presente anche la fidanzata, che è stata colpita da malore per la morte del ragazzo.
    Sul posto sono giunti gli operatori sanitari del 118 che non hanno potuto fare altro che constatare l’avvenuto decesso.
    Sui fatti indagano i carabinieri della Compagnia di Maddaloni che hanno provveduto ad informare l’autorità giudiziaria per l’eventuale esame autoptico. LEGGI TUTTO

  • in

    Castel Volturno, abbatte cancello di casa e minaccia di morte compagna: arrestato

    Un uomo di 36 anni è stato arrestato dalla Polizia di Stato a Castel Volturno per maltrattamenti nei confronti della compagna e resistenza e minaccia a pubblico ufficiale.
    I poliziotti della Squadra Volante del Commissariato di Castel Volturno sono intervenuti dopo la segnalazione al 113 della donna, che ha riportato il comportamento violento del compagno.
    L’uomo aveva abbattuto il cancello di casa con l’auto, danneggiando alcuni arredi e una porta. La vittima si è rinchiusa in una stanza, impaurita dalle minacce di morte ricevute, in attesa di aiuto. All’arrivo dei poliziotti, l’uomo si è scagliato contro di loro e solo con fatica è stato bloccato.
    Su disposizione della Procura della Repubblica di S. Maria Capua Vetere, il 36enne è stato arrestato e il provvedimento è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari. Attualmente l’uomo si trova in carcere. LEGGI TUTTO

  • in

    Castel Volturno, minaccia con lama l’autista e passeggeri del bus Air Campania

    Paura, ieri mattina, a bordo di un bus della società regionale di trasporto pubblico locale, Air Campania.Il pullman, partito alle 13:20 dal terminal di piazzale Tecchio a Napoli, aveva raggiunto Castel Volturno  dove alla fermata nei pressi del pronto soccorso di Pineta Grande sono saliti a bordo alcuni passeggeri.
    Alla richiesta del biglietto uno di loro, un cittadino straniero di circa 50 anni, ha dato in escandescenza: prima ha svuotato le tasche, poi si è messo ad urlare. L’operatore lo ha invitato a sedersi e a mantenere toni pacati.
    Lo stesso ha provato a fare una viaggiatrice, ma l’uomo dopo aver inveito anche contro di lei, le ha sputato in faccia. Gli animi si sono surriscaldati, il conducente ha allertato i carabinieri.
    E mentre l’operatore cercava di tranquillizzarlo, l’uomo ha estratto una lama minacciandolo, poi si è girato e l’ha puntata contro la passeggera. A quel punto l’autista, Ciro Montella, 48enne originario di Napoli, ha bloccato il passeggero afferrandolo alle spalle.
    I carabinieri di Mondragone, arrivati poco dopo, hanno preso in custodia l’uomo, poi trovato in possesso di un paio di forbici. I passeggeri della Linea 01NA, vittime di spavento, sono stati accompagnati a destinazione da un altro bus della compagnia.
    Mentre Montella, che nei momenti concitati ha sbattuto contro la porta della cabina riportando un ematoma alla testa, ne avrà per sette giorni. Sempre nella giornata di ieri in viale Maddalena, a Napoli, un altro bus di Air Campania è stato preso di mira da sconosciuti che hanno lanciato alcune pietre sfondando un finestrino del piano superiore. Non si registrano feriti.
    “Sono continue le aggressioni ai danni dei nostri autisti da parte di delinquenti senza scrupoli che mettono a rischio la via dei nostri dipendenti e quella dei passeggeri. Ora basta”.
    Così l’Amministratore di Air Campania, Anthony Acconcia, che ha aggiunto: “Il mio appello va alle Istituzioni affinché ci sia un intervento concreto, che preveda maggiori controlli nelle zone più a rischio. A Ciro va il mio ringraziamento per l’atto eroico, che ha consentito di evitare il peggio”. LEGGI TUTTO

  • in

    L’OPERAZIONE Violazioni ambientali, a San Marcellino carabinieri sequestrano autofficina e carrozzeria abusiva

    Nel corso di un’attività di controllo congiunta da parte dei Carabinieri appartenenti al Nucleo Forestale di Marcianise ed alla Stazione Territoriale di Trentola Ducenta, coadiuvati da personale specializzato del dipartimento dell’A.R.P.A.C. di Caserta, hanno accertato l’esercizio abusivo di un’attività di carrozzeria e di autofficina meccanica in comune di San Marcellino (CE).
    L’attività artigianale è stata rinvenuta all’interno di un locale delle dimensioni di circa 180 mq con annesso piazzale esterno di mq 600 circa. All’interno del locale garage sono risultate presenti diverse tipologie di autovetture incidentate in lavorazione per lo più smontate. L’autofficina è risultata provvista di diverse attrezzature: un ponte elevatore; banchi da lavoro; scaffale con vernici e solventi; attrezzature per la pulitura; carrelli mobili per lo smontaggio; aspiratore; idropulitrice; compressore ad aria e saldatrici.
    Sono stati rinvenuti diverse tipologie di rifiuti speciali sparsi alla rinfusa: rifiuti ferrosi e non; pneumatici; batterie auto; ammortizzatori; etc. Tutti i rifiuti rinvenuti non sono risultati suddivisi per categorie omogenee e privi delle necessarie indicazioni per quanto attiene il codice di classificazione EER. Nel piazzale esterno sono risultati presenti nr. 2 caditoie attraverso le quali, le acque di pioggia, senza subire alcuna depurazione, vengono collettate nella pubblica fognatura.
    Il gestore dell’attività non è stato in grado di fornire alcuna autorizzazione per l’attività di impresa esercitata, né il registro di carico e scarico dei rifiuti prodotti, né la comunicazione alla provincia per i rifiuti prodotti, né eventuali contratti per la gestione dei rifiuti con ditte esterne, né atto autorizzativo per quanto attiene le emissioni in atmosfera e né relazione tecnica dell’attività di officina meccanica e carrozzeria esercitata.
    Pertanto, alla luce di quanto sopra, essendo emerse a carico del gestore dell’impresa di fatto dei gravi indizi circa la integrazione dei reati di: gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi miscelati fra loro; produzione di emissioni in atmosfera senza alcun atto autorizzativo e scarico di acque reflue industriali derivanti dall’esercizio di attività di officina meccanica e carrozzeria esercitata in forma totalmente abusiva, i militari hanno proceduto d’iniziativa al sequestro preventivo dell’intero locale garage, del piazzale, dei rifiuti, delle attrezzature e delle autovetture in essa rinvenute, deferendo lo stesso in stato di libertà per i predetti reati.
    Al medesimo gestore sono state elevate anche sanzioni amministrative per oltre 10.000 euro per la omessa tenuta del registro di carico e scarico dei rifiuti pericolosi e non pericolosi prodotti, nonché per l’esercizio di autoriparazione abusiva senza l’iscrizione alla Camera di Commercio. LEGGI TUTTO

  • in

    Capua, evade dalla struttura in cui era detenuto: rintracciato e arrestato

    Questa mattina, a Capua, un uomo di 47 anni è evaso dalla struttura sociosanitaria dove era stato posto ai domiciliari.
    L’uomo, detenuto per reati legati a sostanze stupefacenti e rapina, è riuscito ad allontanarsi prima che i carabinieri potessero eseguire il controllo. Dopo aver lasciato tutti i suoi effetti personali in camera, l’uomo si è allontanato dalla struttura, facendo perdere le proprie tracce.
    I carabinieri hanno immediatamente avviato le ricerche e sono riusciti a intercettarlo poche ore dopo mentre cercava di nascondersi nelle vie del centro cittadino.
    L’uomo è stato arrestato e riaccompagnato alla struttura di detenzione, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Ora dovrà rispondere del reato di evasione. LEGGI TUTTO

  • in

    Aversa, pusher ricercato arrestato dalla polizia

    La Polizia di Stato di Caserta ha arrestato ad Aversa un 36enne, in quanto ricercato per una condanna a 7 anni di reclusione per spaccio di sostanze stupefacenti.
    La Squadra Mobile, in seguito all’emissione del provvedimento di cattura emesso dall’Ufficio esecuzioni penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli, ha rintracciato la persona, originaria dell’agro aversano, con precedenti penali per reati di varia natura.
    Oltre alla detenzione, è stato condannato al pagamento di una multa di 30 mila Euro. L’uomo è stato associato alla Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere. LEGGI TUTTO

  • in

    Casal di Principe, trova la sua auto in fiamme e denuncia l’ex per maltrattamenti

    Una richiesta d’aiuto pervenuta questa mattina al numero di emergenza “112”, presso la Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Casal di Principe, ha permesso ai militari del locale Nucleo Operativo e Radiomobile, unitamente a personale dei Vigili del Fuoco di Caserta, di intervenire in una delle stradine di quel centro dove pochi istanti prima era stata incendiata un’autovettura, proprio a ridosso di una delle abitazioni presenti.
    La proprietaria del veicolo in fiamme, presente sul posto, ha subito riferito che l’incendio poteva essere stato appiccato dall’ex compagno.
    La donna, visibilmente sconvolta e preoccupata, ha denunciato di essere vittima da tempo di violenze e minacce da parte dell’uomo, vivendo in uno stato di ansia e paura.
    I militari dell’Arma, dopo un accurato sopralluogo, hanno immediatamente avviato le indagini del caso volte a ricostruire la dinamica dell’evento incendiario e a identificare il responsabile.
    Contestualmente, l’uomo denunciato dalla sua ex per maltrattamenti è stato identificato e deferito in stato di libertà. LEGGI TUTTO