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    Paura a Eboli: va a fare shopping al centro commerciale e dimentica il figlio di due anni in auto

    Eboli.  Momenti di grande apprensione ieri a Eboli, nel parcheggio del centro commerciale “Le Bolle”. Un bambino di due anni è stato trovato chiuso all’interno di un’auto da solo, mentre la madre era intenta a fare la spesa.PUBBLICITA

    Ad accorgersi del piccolo sono stati alcuni passanti che, insospettiti dalla sua presenza, hanno immediatamente allertato i vigilantes del supermercato.

    Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri che, grazie all’aiuto del personale del centro commerciale, sono riusciti a rintracciare la madre del bambino.
    La donna, sconvolta dall’accaduto, ha spiegato di aver dimenticato il figlio in auto a causa di un momentaneo “black out mentale”. Fortunatamente, il piccolo non ha riportato alcun danno e sta bene.

    Tuttavia, l’episodio ha destato grande preoccupazione e richiama alla mente le numerose tragedie che si verificano ogni anno in Italia e nel mondo a causa di bambini lasciati soli in auto.

    Secondo gli psicologi, questi drammi sono spesso causati da improvvisi vuoti di memoria, dovuti a stress, stanchezza o altri fattori psicologici.
    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Maddaloni, ruba occhiali dal centro commerciale: fermato 40enne della provincia di Napoli

    Arrestato a San Marco Evangelista un uomo di 40 anni, originario della provincia di Napoli, per il furto di occhiali in un centro commerciale di Maddaloni.
    L’intervento della Polizia di Stato di Caserta ha portato alla sua cattura mentre tentava di nascondere la refurtiva, diversi paia di occhiali di importanti marchi commerciali, dal valore di diverse centinaia di euro, che sono stati prontamente restituiti ai titolari del negozio.
    Dopo il giudizio con rito “direttissimo” presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, è stata applicata la misura dell’obbligo di firma e sono state avviate le procedure per l’emissione del “foglio di via” nei suoi confronti.
    Questa misura di prevenzione del Questore obbliga le persone socialmente pericolose al rientro nei comuni di abituale dimora. LEGGI TUTTO

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    Poliziotto penitenziario si toglie la vita in un centro commerciale a Milano

    Una tragedia ha colpito la comunità di Bollate in provincia di Milano quando un poliziotto penitenziario si è ucciso al di fuori dell’orario di servizio, gettandosi dal secondo piano di un centro commerciale.
    L’uomo, che aveva 47 anni, era sposato con una collega e lascia una figlia piccola. Al momento non sono chiare le motivazioni che lo hanno portato a compiere questo gesto disperato. La notizia ha sconvolto il sindacato Sappe, come dichiarato dal segretario regionale della Lombardia, Alfonso Greco.
    Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha denunciato “la situazione critica in cui versano i poliziotti penitenziari e l’assenza di sostegno da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, evidenziando la necessità di fornire strumenti di supporto e aiuto a coloro che operano in questo settore.
    È chiaro che il benessere psicologico dei poliziotti penitenziari è un tema di estrema importanza e urgenza, e deve essere affrontato con la massima serietà dalle istituzioni competenti. La gravità di questa situazione richiede azioni concrete e misure efficaci per prevenire futuri casi di disperazione estrema tra coloro che dedicano la propria vita alla tutela della sicurezza pubblica.
    È fondamentale garantire un ambiente di lavoro sano e un sostegno psicologico adeguato per proteggere la salute mentale di chi svolge un ruolo così cruciale all’interno del sistema penitenziario. In risposta a questa drammatica situazione, è fondamentale promuovere un dialogo aperto e costruttivo tra le istituzioni e i rappresentanti dei poliziotti penitenziari al fine di implementare politiche e programmi mirati al supporto psicologico e al benessere dei lavoratori.
    Solo attraverso un impegno concreto e una collaborazione attiva si potranno individuare soluzioni efficaci per affrontare questa problematica e garantire un ambiente di lavoro più sicuro e sano per tutti coloro che operano nel settore penitenziario.
    La tragedia che ha colpito la comunità di Bollate e l’intero corpo della polizia penitenziaria deve essere un forte richiamo all’azione, spingendo le istituzioni a prendere provvedimenti immediati per fornire il supporto necessario a coloro che dedicano la propria vita al servizio pubblico. Solo attraverso un impegno concreto e una collaborazione attiva si potrà lavorare verso la creazione di un ambiente di lavoro sano e sostenibile per tutti i poliziotti penitenziari”. LEGGI TUTTO